Torneo di calcio giovanile senza arbitro

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Torneo di calcio giovanile senza arbitro
Torneo di calcio giovanile
senza arbitro
I
La premessa
l calcio è lo sport più conosciuto e più facile da praticare, anche a livelli intuitivi e di pura attività ludica. Il calcio, come ogni
disciplina sportiva di squadra, educa al sacrificio, all’impegno, allo spirito di appartenenza, al rispetto dei propri compagni e
degli avversari, all’osservanza delle regole, alla fantasia e al divertimento, alla vittoria e alla sconfitta.
Vista la grande diffusione del calcio, sia come numero di praticanti che di estimatori (tifosi, spettatori), nel tempo si è
consolidato anche come reale generatore di modelli comportamentali, dentro e fuori dal campo. Lo spirito di emulazione
rivolto ad ampie platee produce effetti formidabili se le informazioni sono positive, effetti devastanti se le informazioni
sono invece negative.
In questi anni il calcio è diventato, nel bene e nel male, un importante veicolo sociale di comportamenti individuali, di gruppo
e di massa.
Gli atleti che calcano le scene del calcio professionistico esercitano da sempre il ruolo di modelli sportivi verso le giovani
generazioni, i loro comportamenti, se sbagliati, sono in grado di produrre effetti deleteri però non solo verso questi soggetti
ma anche nei riguardi di tutto il sistema che ruota intorno al calcio: allenatori, tecnici, dirigenti, arbitri, genitori, spettatori,
comunicatori.
Spesso si assiste a repliche di situazioni deprecabili che accadono nei grandi stadi in impianti secondari e, soprattutto,
nell’ambiente giovanile e amatoriale, dove il calcio dovrebbe essere esclusivamente gioco, divertimento, gioia, benessere.
Certamente l’area del calcio giovanile rappresenta la parte più strategica da educare e rie-ducare, nella sua interezza,
agendo quindi non solo sui giovani atleti ma su tutte le persone che, ricoprendo diversi ruoli, ruotano intorno a loro.
Ricondurre il calcio a palestra non solo di attività fisica ma anche di apprendimento dei valori utili alla vita dell’individuo
può risultare più agevole se il processo inizia dai giovani, gli adulti di domani.
U
L’idea
n modo per fare cultura preventiva e costruttiva, abbinata al concetto di gioco e di divertimento, è quello di organizzare
un torneo, riservato alla categoria “giovanissimi”, cioè ragazzi di 14/15 anni già in possesso di buona tecnica calcistica
e abituati a giocare le partite con l’arbitro.
La particolarità del torneo è di non prevedere l’arbitro in campo, i ragazzi dovranno auto arbitrarsi nel pieno rispetto
delle regole del calcio, dimostrando conoscenza delle regole stesse e grande senso di responsabilità e onestà.
Apparentemente l’idea può sembrare scontata, in effetti nel calcio le categorie “pulcini” sono già abituate a giocare
senza l’arbitro in campo, anche nel volley e nel tennis esistono, ad esempio, esperienze giovanili consolidate di tornei
senza l’arbitraggio.
Il gioco del calcio è oggettivamente complesso, sia per il numero di atleti in campo che per la molteplicità di regole da
osservare, e soprattutto per le contaminazioni comportamentali che sempre più vengono assimilate e consolidate dai vari
attori (atleti, tecnici, dirigenti, genitori, arbitri, spettatori).
Per tali motivi, fuori dal campo di gioco, sarà presente una figura di “arbitro” che avrà il compito di cronometrare i tempi di
gioco, supervisionare l’incontro, intervenire lo stretto necessario per la sicurezza degli atleti, favorire l’autogestione della
partita, assegnare la “green card” agli atleti che si distinguono per particolari atteggiamenti etici.
La particolarità del torneo e di non solo limitarsi a giocare senza l’arbitro in campo, ma di avere a bordo campo una
“commissione giudicatrice” che su una griglia precostituita di indicatori, valuterà il comportamento in campo dei giovani
atleti ottenendo un risultato “etico” che andrà a sommarsi a quello sportivo, maturato sul campo, determinando un risultato
finale che andrà a premiare non il “più forte ma furbo” ma il “più onesto ma forte”.
La commissione sarà costituita da due ex giocatori professionisti, un rappresentante dell’associazione allenatori,
un ex arbitro di livello internazionale, due rappresentanti del mondo formativo (privato e universitario).
Il nome
R egoalaty nasce dalla fusione di goal (elemento fondamentale del calcio e parola che conosciamo tutti) e “règolati”
(per sottolineare il concetto di autogestione in campo).
Dal momento che il target è giovane e la moda è quella di attribuire agli elementi italiani un senso di internazionalità (un
esempio è Eataly), è stato coniato un nuovo termine che unisce questi aspetti; all’orecchio suona facile da ricordare e alla
vista stimolante da comprendere.
Il contesto
Un’occasione propizia per dare concretezza all’idea è abbinare il torneo al premio “Beviamoci sù”.
“Beviamoci sù” è un premio del territorio di Neive e dei comuni limitrofi, zona del vino barbaresco, che assegna, ogni
anno, 90 bottiglie di vino pregiato al portiere che subisce la prima rete del campionato di calcio di serie A.
La finalità del premio, oltre a valorizzare un territorio di notevole pregio non solo enologicio ma anche turistico, e di
sdrammatizzare ed esorcizzare la sconfitta. Subire la prima rete, cioè il primo insuccesso, e poterlo “ammorbidire” con
la condivisione con gli amici arricchita da un bicchiere di buon vino rappresenta la metafora della vita: condividere una
sconfitta con le persone amiche aiuta a metabolizzarla e a trovare la forza e l’energia per reagire e tendere al riscatto,
alla vittoria, sul campo e soprattutto verso se stessi.
Si tratta quindi di un premio “sui generis” di cultura e di valori legati allo sport e alla vita di ogni giorno.
Arricchire il premio con un torneo giovanile con le caratteristiche predette permetterebbe di creare un evento di vera
cultura sportiva e sociale, con l’esaltazione del divertimento abbinato al ben-essere e alla responsabilità come vera
occasione di crescita individuale.
L’evento
L a data individuata per lo svolgimento del torneo è l’8 settembre 2013, domenica, in occasione della prima pausa del
campionato di serie A per le partite della Nazionale di qualificazione ai mondiali 2014. In questo giorno sarà possibile
anche assegnare ufficialmente il premio al portiere che ha subito la prima rete del campionato 2013/14.
Il torneo di calcio, nella formula a quattro squadre, prevede due incontri al mattino (due tempi con minutaggio ridotto)
e le finali al pomeriggio, con relativa premiazione e festa.
Le condizioni
Per l’organizzazione di questo torneo è fondamentale svolgere una approfondita e capillare azione preventiva in termini
di informazione e formazione.
I componenti della “commissione etica” avranno anche il compito di incontrare con un congruo anticipo gli allenatori
delle squadre partecipanti al torneo, con lo scopo di condividere il regolamento e trasferire tutte le informazioni utili alle
finalità della manifestazione.
A loro volta, aspetto altrettanto importante, gli allenatori dovranno illustrare le norme regolamentari ai loro atleti e “allenarli”
all’autoarbitraggio.
Contemporaneamente, a cura dell’organizzazione, verranno attivati momenti e occasioni utili a divulgare l’inziativa
e diffondere le finalità ai media, agli sportivi, ai genitori.