articolo completo - Consorzio di Ricerca Hypatia

Transcript

articolo completo - Consorzio di Ricerca Hypatia
Stampa
Stampa senza immagine
Chiudi
RICERCA E IMPRESA
Dallo Spazio le tecnologie che faranno decollare le Pmi
Nasce a Tor Vergata Ket-Lab, un laboratorio realizzato con l’Agenzia spaziale italiana che
intreccia biotecnologia, meccanica di precisione e nanotecnologie
Peppe Aquaro
Dallo Spazio alle piccole e medie
imprese. Tra pochi giorni, infatti, il
lavoro del futuro viaggerà sulle rotte
dell’industria aerospaziale, soprattutto
nel Lazio, tra Frascati e Tor Vergata,
dove c’è il più importante
raggruppamento di enti di ricerca ed
universitario d’Italia, e tra i più
rilevanti in Europa. E’ infatti in corso
di allestimento, all’interno di duemila
metri quadri messi a disposizione dall’Asi (l’Agenzia spaziale italiana), a Roma Tor
Vergata, il laboratorio del futuro delle imprese: «Ket-Lab», frutto di un accordo tra
l’Asi, appunto, e Hypatia, il consorzio che raggruppa enti di ricerca, università e
imprese.
Ket è l’acronimo di «Key Enabling Technologies».
Le «tecnologie abilitanti» dovrebbero consentire il trasferimento tecnologico delle
ricerche spaziali all’attività di ricerca e sviluppo delle piccole e medie imprese:
parliamo di biotecnologie, meccanica di precisione e di micro e nano-elettronica. Il
riferimento del Ket-Lab è il Fraunhofer Institute, un laboratorio privato tedesco dove
si fa trasferimento tecnologico e ricerca applicata. Non a caso, l’azienda «PolyShape», fondata a Marsiglia, ha deciso di aprire una succursale italiana all’interno
del centro di ricerca romano. «La Poly-Shape è stata creata da Stephane Abed, un
ex ricercatore del Fraunhofer Insitute, il quale crede fortemente nel nostro progetto,
tanto da aver deciso di realizzare il primo laboratorio di fabbricazione addititiva, una
tecnica di produzione di prototipi da modelli in 3D», spiega Flavio Lucibello,
IL MODELLO DEL FRAUNHOFER
presidente del consorzio Hypatia.
IL FUTURO NEI PICCOLI SATELLITI
La fornitura del materiale tecnologico di Poly-
Shape si aggira intorno ai quattro milioni. Raggiungono invece il valore di due milioni
di euro le apparecchiature messe a disposizione da Hypatia. Infine, considerando i
contratti dei 35 chimici, fisici e biologi necessari alla ricerca, tutto quanto
l’investimento intorno al Ket-Lab raggiungerebbe i dieci milioni di euro. Soldi ben
spesi, verrebbe da dire, ascoltando il punto di vista di Roberto Battiston, presidente
dell’Asi: «Nel mondo si stanno investendo molti soldi nella Space Economy perché
tutti hanno capito la sua importanza per lo sviluppo economico e sociale: pensiamo
al settore dei piccoli satelliti ad alta tecnologia; i costi, rispetto ai satelliti medio
grandi, scenderanno e quindi ci saranno molte opportunità per le Pmi italiane».
QUARTI IN EUROPA MA SI PUÒ CRESCERE
I numeri, poi, seppure in previsione,
parlano chiaramente di crescita. Aggiunge Battiston: «Nel campo dei piccoli satelliti,
il mercato internazionale si sta muovendo molto rapidamente, e sono allo studio
svariati progetti di mega-costellazioni che coinvolgono migliaia di piccoli satelliti: tra i
due e i tre mila entro il 2020 secondo proiezioni di mercato che prevedono un
aumento di circa il 20 per cento». L’importante è non restarsene alla finestra, perché
abbiamo tutte le carte in regola per essere competitivi. «Oggi, l’industria italiana
dell’aerospazio è il quarto player in Europa e settima nel mondo: l’investimento nel
settore della ricerca e sviluppo rappresenta il 15 per cento del fatturato, è chiaro
che, lavorando tutti insieme e concentrando le risorse, non può che crescere»,
spiega e conclude Lucibello.
Peppe Aquaro
31 ottobre 2015 | 18:41
© RIPRODUZIONE RISERVATA