Milano. Ristoranti, record di lavoro nero e insicurezza

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Milano. Ristoranti, record di lavoro nero e insicurezza
Milano. Ristoranti, record di lavoro nero e insicurezza"
Parla Pizzamiglio della Cgil LA DENUNCIA
"Ristoranti, record di lavoro nero e insicurezza"
LORENZA PLEUTERI
La notte del rogo, quelli del Bufalo Vichingo avevano
spiegato che la donna brasiliana che ha perso due figli ed
una amica lavorava lsaltuariamente. A posteriori, mentre il
sindacato alza il tiro contro il settore della ristorazione e dei
pubblici esercizi, il marito della proprietaria della pizzeria
rettifica le prime dichiarazioni di famiglia. «Eva non era una
cameriera in nero né una dipendente abusiva - ripete
Antonio Caracciolo - Eva era una amica. Per questo non mi
importava che non avesse il permesso di soggiorno per
lavoro. Venerdsera venuta a fare un giro con i suoi due
bimbi. Combinazione mancava un lavapiatti e lei si offerta di
darci una mano. In via del tutto eccezionale». Quanto ai
problemi economici vecchi e nuovi della societdella pizzeria,
e al fallimento giudiziario in cui anni fa lui rimasto coinvolto,
Caracciolo taglia corto: «Non vedo che cosa c'entri con la
tragedia. Dopo questi morti, tutto il resto non conta. E non c'
pi nulla da dire».
A fargli da contraltare, a distanza, il segretario generale
milanese della Filcams Cgil, Santino Pizzamiglio. Che rivela
quello che tutti sanno ma nessuno osa dire. «I pubblici
esercizi di Milano e della provincia - denuncia, precisando di
non conoscere la situazione del locale di Trezzano - sono
l'humus su cui prosperano il lavoro nero e precario, lo
sfruttamento di immigrati, l'assenza di garanzie e di tutele. E
il settore della ristorazione un "buco nero" anche per il
sindacato. Le aziende del comparto sono 13 mila, parecchie
hanno meno di 15 dipendenti. Far entrare il sindacato in
imprese cospiccole impossibile o quasi». E le armi sono
spuntate.
«I responsabili territoriali della sicurezza, quelli che
dovrebbero vigilare sul rispetto delle norme nei locali
pubblici - l'analisi di Pizzamiglio - a tutt'oggi non hanno gli
strumenti per operare. La ragione? La scarsa lungimiranza
dell'associazione imprenditoriale di categoria, la
Federazione italiana pubblici esercizi, che pure su questi
temi un preciso accordo lo ha sottoscritto».