L`Approccio Intergovernativo tra gli Stati Uniti, l`Italia, la Francia, la

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L`Approccio Intergovernativo tra gli Stati Uniti, l`Italia, la Francia, la
L’Approccio Intergovernativo tra gli Stati Uniti, l’Italia, la Francia, la
Germania, la Spagna ed il Regno Unito per combattere l’evasione
fiscale internazionale
Nota di approfondimento UIL
L’8 febbraio gli Stati Uniti, l’Italia, la Francia, la Germania, la Spagna e il Regno
Unito hanno annunciato di voler sviluppare un Approccio Intergovernativo per
intensificare la lotta all’evasione fiscale internazionale. In particolare, grazie alla
cooperazione dei Paesi europei coinvolti, si renderà applicabile la normativa USA
Foreign Compliance Account Tax Act (FACTA) volta a scovare i potenziali evasori
statunitensi. Allo stesso tempo, gli Stati UE usufruiranno di uno scambio automatico
di informazioni circa i propri cittadini che investono negli Stati Uniti.
Per maggiore chiarezza si analizzano di seguito le principali caratteristiche della
normativa FACTA e, a seguire, dell’Approccio Intergovernativo.
La normativa FACTA, adottata negli Stati Uniti nel marzo 2010 e che entrerà in
vigore dal 2013, ha introdotto l'obbligatorietà per gli intermediari finanziari esteri
(Foreign Financial Institutions – FFIs) di comunicare all’Agenzia delle Entrate USA
(Internal Revenue Service) i nominativi dei soggetti fiscali statunitensi titolari di
relazioni bancarie estere. Pena un’imposta alla fonte del 30% su ogni tipo di
pagamento proveniente dagli Stati Uniti.
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La FACTA si affianca all’attuale normativa QI, in vigore fino al 2013, secondo la
quale gli istituti finanziari esteri sono tenuti a sottoscrivere un accordo (QI
Agreement) con l’IRS. Il QI Agreement richiede che l’intermediario finanziario
effettui determinate procedure documentarie per identificare i relativi clienti che
investono negli USA.
Schematicamente secondo l’accordo FACTA gli operatori finanziari sono tenuti a:
- ottenere e conservare la documentazione idonea circa i clienti titolari dei conti
aperti presso il loro istituto;
- dichiarare annualmente all’IRS dati fiscalmente rilevanti con riferimento ai
singoli clienti;
- essere disponibili a rispondere a domande e richieste di approfondimento da
parte dell’IRS.
Si tratta di una norma pensata proprio per individuare e combattere l’evasione fiscale
internazionale. Tuttavia l’applicazione della stessa ha sollevato dei problemi in
quanto gli istituti interessati sono soggetti ad alcuni vincoli legali che potrebbero
rendere difficile l’applicazione di particolari procedure.
L’Approccio Intergovernativo si pone quindi l’obiettivo, da un lato, di far superare
tali limiti, permettendo la piena applicabilità del FACTA. Dall’altro, è finalizzato a
raggiungere il più alto livello di compliance fiscale internazionale a beneficio di
entrambe le parti. Grazie alla scambio automatico di informazioni con gli USA,
infatti, gli Stati UE potranno scovare i propri cittadini che evadono oltreoceano.
Sulla base di quanto si legge dalla dichiarazione congiunta gli Stati Uniti e il Paese
partner dovrebbero stipulare un accordo prevedendo alcuni obblighi reciproci che
indichiamo nel dettaglio di seguito.
Il paese partner è tenuto a:
a) far adottare la normativa necessaria per la trasmissione di dati;
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b) abilitare le istituzioni finanziarie ad applicare le misure necessarie per
l’identificazione dei conti statunitensi;
c) trasmettere automaticamente i dati agli Stati Uniti.
A loro volta gli Stati Uniti devono:
a) eliminare l’obbligo per ciascuna istituzione finanziaria estera stabilita in un
partner FACTA di concludere un accordo generale separato con l’IRS;
b) consentire alle istituzioni finanziarie partner di adempiere ai propri obblighi
dichiarativi secondo la normativa comunicando i dati al partner FACTA e non
comunicando direttamente i dati all’IRS;
c) eliminare la ritenuta statunitense sui pagamenti alle istituzioni finanziarie
partner FACTA;
d) identificare istituzioni finanziarie estere a basso rischio di evasione;
e) impegnarsi nella reciproca trasmissione di dati.
I sei paesi si sono inoltre impegnati per ridurre il più possibile l’onere per
l’applicazione della normativa e per raggiungere un modello comune per lo scambio
automatico di informazioni a livello internazionale.
La UIL ha accolto positivamente la dichiarazione congiunta dei paesi interessati. Si
tratta di una presa di posizione che va nella direzione giusta perché apre la strada per
una maggiore cooperazione a livello internazionale nella lotta all’evasione. Il
coordinamento tra le amministrazioni fiscali dei diversi paesi è di fatto uno strumento
decisivo per combattere efficacemente l’evasione di tipo multilaterale. In Italia
l’evasione fiscale ha raggiunto un livello insostenibile, rappresentando la vera
anomalia rispetto a tutti gli altri paesi dell’occidente. Qualsiasi iniziativa che si pone
l’obiettivo di combatterla va quindi sostenuta. Inoltre è molto importante che le
misure nazionali volte a scovare gli evasori, siano poi inquadrate in una normativa a
livello internazionale. In un mercato ormai così globale, infatti, non sono più
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pensabili meccanismi di difesa unilaterali. E’ quindi ora necessario facilitare il
passaggio dei dati tra gli Stati e, una volta acquisiti, una loro puntuale verifica. Solo
grazie alla cooperazione tra tutte le Amministrazioni interessate ed il potenziamento
delle attività di contrasto sarà possibile segnare una svolta epocale nella lotta
all’evasione fiscale nazionale ed internazionale.
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