Parolini, stampatore in Milano

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Parolini, stampatore in Milano
Speciale Bianco e Nero
intervista
Parolini, stampatore in Milano
Saintes Maries de la Mère: l'interno della chiesa era illuminato solamente dalla luce fioca di poche candele. Pellicola Tri
X, esposta a 1600 ISO. Foto Prando. Stampa Parolini.
Patrizio Parolini è un notissimo stampatore di Milano. Specializzato esclusivamente nel bianconero, a lui si rivolgono i più
bei nomi della fotografia di moda, di reportage, i pignolissimi fotografi delle mostre. Un'occhiata alla sua scorta di carte da
stampa e scopri nomi difficili da trovare sul
mercato. Piccoli fabbricanti che forniscono, quasi su misura, emulsioni e supporti
per fotografie da collezione, come la francese Bergger. Oppure usano ancora tecnologie obsolete, che richiedono grandi quantità d'argento, come la quasi introvabile
Oriental. Parolini le usa per un ristrettissimo numero di professionisti: i suoi clienti/amici.
"Per avere una stampa di classe - affermadevi usare una carta ricca d'argento. È il
primo segreto del buon stampatore. La tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi vent'anni, e ci ha dato carte sempre più
facili da trattare e sempre più a prova di errore, purtroppo con sempre meno argento
nella emulsione. Ciò ha significato un impoverimento nella gamma dei grigi, rispetto
alle carte di una volta. Uso le carte attuali,
Agfa e Kodak a contrasto variabile per il
lavoro più di routine, riservando alle stampe ‘art’, da collezione e da mostra, quelle
più particolari."
Perché due marche di carta? Molti stampatori si affezionano a una marca..."Il motivo è semplice: le carte Agfa danno una
tonalità leggermente calda, quelle Kodak
una tonalità più fredda. Uso l'una o l'altra
a seconda della preferenza del fotografo."
Nel campo delle carte la scelta è obbligata a quanto offre il mercato. Nel loro trattamento stanno trucchi e segreti di ciascun
stampatore. I chimici per confezionare i bagni sono molti e non sempre vengono usati secondo il foglietto d'istruzioni. Il primo,
quello dello sviluppo, è fondamentale.
"La mia tecnica si basa - afferma Parolinisu di un primo sviluppo leggero senza idrochinone, e su di un secondo, più energico,
con idrochinone, entrambi preparati da me.
In pratica nel primo, quello leggero, sviluppo ‘i bianchi’, cioè le parti chiare del
soggetto; nel secondo i toni più scuri. In
questo modo ottengo una gamma di grigi
molto estesa e ben equilibrata."
Ma il trattamento non si ferma allo sviluppo. Una buona stampa è anche quella che
dura nel tempo. Dopo il bagno di sviluppo, Parolini sciacqua la copia per breve
tempo in acqua, per passarla poi nei bagni
di fissaggio. Avete letto bene: bagni, plurale. "... anche in questo caso - continua Parolini - i bagni sono due: il primo più blando, il secondo più energico. Nella pratica
il primo è il vecchio bagno di fissaggio un
po' esaurito, diciamo arrivato a circa metà
Nero su nero e bianco su
bianco: due situazioni
che equivalgono a un
esame di laurea per lo
stampatore. Foto Prando. Stampa Parolini.
della sua efficienza. Il secondo, invece, è
un bagno fresco. Poi segue un lavaggio prolungato in acqua corrente. Non bisogna avere paura di lasciare la stampa nell'acqua,
mezz'ora, o anche di più, è indispensabile
per eliminare le tracce di iposolfito che, col
tempo, fanno comparire macchie gialle sulla carta. Quando voglio la certezza assoluta della durata nel tempo passo la stampa,
dopo il fissaggio, in un bagno a base di selenio, che trasforma l'argento rimasto in selenio, il quale non si annerisce col tempo.
Altro prodotto, fabbricato apposta per quest'uso è il Sistan dell'Agfa."
Oggi la polemica è un po' smorzata, ma al
loro apparire le carte politenate scatenarono quasi una rivolta. "Uso indifferentemente
carta politenata e carta baritata: la prima
per stampe più commerciali, ad esempio
quelle che saranno utilizzate in seguito da
giornali e riviste; la seconda la riservo ai
lavori più impegnativi, destinati per lo più
a mostre o a copie fotografiche da collezione." Finora abbiamo parlato di stampe,
e non di negativi. "... sul trattamento del
negativo c'è meno da dire - continua Paro-
lini - quando hai tra le mani un rullino con
trentasei o dodici foto, scattate magari con
illuminazione diversa da fotogramma a fotogramma, la cosa migliore da fare è seguire scrupolosamente le indicazioni del
foglietto d'istruzioni. Forse l'amatore che
segue tutto il processo che porta alla immagine finale, dalla esposizione alla stampa, può intervenire con piccole variazioni
personali. Uno stampatore professionista,
che si vede consegnare un rullino per il trattamento, senza sapere come è stato esposto, deve seguire quanto indicato da chi produce i chimici di sviluppo, se non vuole
sbagliare."
Oggi ci sono pellicole per il bianconero fabbricate con la tecnologia delle pellicole a
colori, che si trattano nel bagno colore C41.
"Molti miei clienti le usano. Sono molto
pratiche, perché hanno una latitudine di posa elevatissima e grana finissima. Anche
esposte a 1600 ISO forniscono un negativo stampabilissimo e, ripeto, senza grana.
Per fornire un servizio anche a quanti usano queste pellicole sono attrezzato per il
loro trattamento in C41".