L`arte di “Arrangiarsi”
Transcript
L`arte di “Arrangiarsi”
L’arte di “Arrangiarsi”. L’arrangiamento di Saturn. Benvenuti alla prima lezione online del mio sito. La didattica occupa una parte importante della mia attività di musicista per cui ho ritenuto opportuno dedicare una pagina alla condivisione di idee, spunti e tecniche. Sono convintissimo che il modo migliore per imparare l’arte dell’arrangiamento sia quello di ascoltare, trascrivere o procurarsi le partiture dei grandi musicisti, ovviamente privilegiando quelli da cui, come dice Diether De la Motte, desideriamo farci influenzare. Prossimamente posterò una o più lezioni di analisi sulla musica di Duke Ellington ma per inaugurare questo spazio mi è sembrato più giusto partire da un mio lavoro. Ho scelto quindi il mio arrangiamento di Saturn con cui ho vinto l’edizione 2012 del concorso Bargajazz. Per prima cosa vi invito a scaricare la partitura dalla sezione Partiture, possibilmente effettuando un’offerta all’associazione Uniti per Crescere Insieme, e a collegarvi alla pagina Youtube dove potete vedere e ascoltare l’esecuzione della Bargajazz Orchestra diretta da Bruno Tommaso con Gianluca Petrella come solista ospite al trombone. http://www.youtube.com/watch?v=C_eCBkYqp94 Il punto di partenza di un arrangiamento è ovviamente un’analisi approfondita del tema per cercare materiale da sviluppare. Nel caso di Saturn ho dovuto trascrivere io stesso tema e accordi non essendo a conoscenza dell’esistenza della partitura. Ex. 1: Lead Sheet. Volutamente non mi sono preoccupato dell’accuratezza della trascrizione. Ho ascoltato il brano diverse molte e poi l’ho riprodotto al pianoforte “a memoria”, probabilmente sbagliando alcuni accordi e “inventandomi” alcune note della B che non ricordavo (il tema di Saturn è un AABA dove ogni sezione è di 8 battute). Il vantaggio è quello di avere già una mia versione e una mia armonizzazione del tema che non sia però troppo distante dall’originale. Quando voglio personalizzare armonicamente un brano senza fare una riarmonizzazione “pesante” ricorro a questa semplice tecnica. Nell’esempio 1 ho riprodotto il “mio” lead sheet. Il mio arrangiamento inizia con un solo “open” ma “a tempo” di batteria con le spazzole. Lo scopo è quello di creare un po' di tensione. Su segnale del direttore (On Cue nella partitura), l’orchestra passa alla sezione successiva che è una mia variazione dell’introduzione dell’originale di Sun Ra che vi invito ovviamente ad ascoltare. Nel mio arrangiamento la frase è spostata ritmicamente per avere più tensione, si esegue una volta sola (e non due come nell’originale) ed è armonizzata a clusters utilizzando accordi paralleli. Il basso tace per non dare alcun riferimento tonale o armonico. Ecco le prime 4 battute in condensed score. Ex. 2 : Intro, mm. 3-6 Segue il duetto improvvisato tra trombone e batteria. L’inserimento di una seconda sezione open ha anche lo scopo di far sembrare la parte dei clusters armonizzati appena ascoltata una sorta di “intrusione” tra due sezioni “libere”. Su segnale del direttore inizia il tema che, come detto, è in forma AABA. Nella prima A la frase è suonata dai cinque sax disposti a ottave sul mio giro di accordi. Nella seconda A ho utilizzato una progressione armonica diversa dalla prima: mentre trascrivevo gli accordi non ricordavo se il primo accordo fosse Re minore oppure Sol minore. Potevo prendere il CD e scoprire la verità ma ho pensato che avere due giri armonici diversi per le due A potesse essere una scelta felice….d’altronde stavo scrivendo un mio arrangiamento… In questa seconda A (da batt.28) il tema dei sax a ottave è accompagnato da trombe e trombone che suonano gli accordi a note lunghe on stand, cioè sul leggio. Stesso discorso sulla B. La mia “trascrizione sbagliata” mi ha portato a scrivere due temi simultanei, una sorta di contrappunto tra le sezioni dei sassofoni e quella degli ottoni. Sull’ultima A, infine, ho ripreso il tema ad ottave dei sax con dei kicks degli ottoni in maniera abbastanza classica. Come mi disse una volta il grande Kenny Wheeler, se dopo aver finito l’esposizione del tema ti sembra troppo presto per passare agli assoli, scrivi un ensemble chorus, cioè quello che alcuni (me compreso) erroneamente chiamano special. Questa sezione, essendo in una parte ancora iniziale dell’arrangiamento, non deve essere troppo intensa. Ex. 3: mm 52-58 Ho utilizzato il “mio” giro di accordi e ho sviluppato la cellula di tre note del tema di Sun Ra, in alternanza call and response tra la sezione dei sassofoni e quella degli ottoni, entrambe armonizzate (tranne per i passaggi più rapidi dei sassofoni). La cellula base (motivo) del tema è costituita note Mi-Fa-Re (vedi battuta 1 del lead sheet). Quindi semitono ascendente e terza minore discendente. La frase dei sax a battuta 50 riprende la stessa frase ma partendo da La (nona di Sol minore) quindi con le note La-Sib-Re armonizzate a parti strette. I brass rispondono con la frase originale (Mi-Fa-Re) sempre armonizzati a parti strette (in questo caso con i tromboni esattamente un’ottava sotto le trombe). Nelle battute seguenti ho sviluppato il motivo, cambiando la direzione e aumentando l’ampiezza degli intervalli. A battuta 54 ad esempio ho trasformato la cellula in Bb-La-Re, quindi semitono discendente e non ascendente e quarta giusta ascendente al posto della terza discendente. Il tutto ovviamente con lo stesso ritmo: quarto, ottavo, nota lunga. La cellula viene ripresa è variata in tutta la sezione (Ex. 3). Sugli accordi della B (la E dell’arrangiamento) ho abbandonato il motivo e ho introdotto un nuovo elemento ritmico-melodico caratterizzato dalla terzina di quarti, mentre dalla nona battuta di E (corrispondente all’ultima A) ritorna lo sviluppo motivico della cellula: stesso ritmo del motivo principale con direzione e ampiezza degli intervalli che cambia (Ex.4). Ex. 4: mm 76-79. Segue il solo di trombone per due chorus. Il primo chorus è accompagnato dalla sola sezione ritmica mentre dal secondo entra il background dei fiati (lettera H dell’arrangiamento). Osservando la partitura si può vedere che il primo alto riprende il motivo a partire dalla nota La (La-SIb-Sol) mentre la prima tromba entra a battuta 124 con le note Fa, Mi, Sol, cioè l’inversione degli intervalli del motivo (semitono discendente seguito da terza minore ascendente), partendo dalla nota Mi. Sulla I il background diventa meno intrusivo finché a battuta 140 i sax armonizzati riprendono il motivo e le sue variazioni. Dalla J Introduco un nuovo giro armonico. La continuità è data dalla melodia e in particolare dal motivo, dalle sue variazioni e dallo sviluppo. Come si può vedere le prime tre note di ciascuna frase sono sempre le stesse del motivo ma sottoposte a un processo di aumentazione dei valori (ex.5). Ex: 5 In questa sezione è importante scrivere la parte del contrabbasso. Le sigle con gli slash chords non avrebbero potuto dare lo stesso effetto principalmente perché si sarebbe perso l’accento sul quarto movimento ogni due battute che caratterizza ritmicamente questa sezione. A L, il brano cambia atmosfera e diventa uno shuffle a tempo dimezzato. Ho scritto un nuovo ensemble chorus di sedici battute, di cui le prime 8 sono in forma call and response tra le sezioni e le seconde otto sono un tutti. Terminato il secondo ensemble chorus, alla lettera M rientra il solista che improvvisa sul nuovo giro di accordi in ritmo shuffle. Nel background seguente (lettera N) mi interesso principalmente del ritmo, utilizzando quello che sono solito chiamare Ellington Background Rhythm. E’ un ritmo molto frequente nella musica di Duke Ellington in particolare nei background. Studiando la musica di Duke Ellington ho infatti appreso questo semplicissimo espediente: se gli accordi cambiano ogni battuta e voglio accompagnare con swing, basta ritardare di un ottavo il primo accordo e anticipare di un ottavo il secondo. Nell’esempio che segue possiamo aumentare notevolmente lo swing sostituendo alla ritmica delle prime quattro battute la ritmica della seconda. (ex.6). ex. 6 Dalla battuta 128 torna il tempo originale e torna il “mio” giro di accordi del brano con un call and response tra l’orchestra (scritta) e il solista (che improvvisa). Come dico spesso durante le mie lezioni, se il tema è “molto arrangiato”, nella ripresa può essere consentito usare l’odiosa pratica del “Copia-Incolla” oppure il più musicale “dal segno al segno”. Infatti nella partitura ho usato quest’ultima indicazione per far ripetere tutto il tema con lo stesso arrangiamento della prima esposizione. La coda (ultime sei battute) è costituita dalla ripresa della prima frase dell’introduzione che non avevo più usato, sostituendo ai clusters iniziali un potente unisono di tutta l’orchestra. Devo a una felice idea di Bruno Tommaso l’alternanza tra il fortissimo e il pianissimo delle ultimissime battute dell’arrangiamento.