benvenuti nella citta` che buca lo schermo
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ALL’INTERNO IL SUPPLEMENTO "TUGHEDER” DEDICATO AL LIFE STYLE SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI Anno VIII - numero 1/2 - Gennaio/Febbraio 2013 distribuzione gratuita Benvenuti nella città che buca lo schermo Coppa America: patto tra le istituzioni per governare la città a colpi di annunci e di show. La giostra mediatica è partita. Il luna park delle vele ci costa 10 milioni ma, come un anno fa, i benefici restano immaginari. L’incuria di Napoli, invece, è reale ed estrema: strade gruviera, trasporti al collasso, illegalità dilagante e Comune a un passo dal dissesto. www.chiaiamagazine.it IUPPITER EDIZIONI OBLÒ LA LETTERA Pasquale Errico, esempio di civiltà e di etica Caro direttore, nel difficile clima di agitazione che ha tenuto in tensione il nostro paese a causa delle violenti manifestazioni di protesta degli studenti contro i tagli e l’austerity originando pericolosi scontri con le forze dell’ordine, il nostro ex Dirigente del Commissariato Chiaia San Ferdinando dott. Pasquale Errico, Questore a Matera, ha rappresentato sicuramente il più valido esempio di civiltà oltre che di responsabilità etica. In particolare, in un momento storico economicamente e socialmente critico, nel quale la nuova generazione confusa vede spegnersi la luce di un futuro appagante perdendo fiducia nella forza di volontà e nell’ambizione e mentre nel resto d’Italia i giovani studenti, complici di un comune spirito combattivo, tenendo alti i loro striscioni gridavano frasi del tipo “non toccateci il futuro” oppure “riprendiamoci ciò che è nostro”, confrontandosi violentemente con gli agenti delle forze dell’ordine in servizio nelle diverse piazze territori protagoniste degli scontri, il Questore Pasquale Errico, da esperto conoscitore della storia, delle leggi, ispirandosi ai più alti principi costituzionali, riconosceva il diritto di manifestazione ai giovani e dominava la loro libertà di pensiero così come consentito in tutti gli ordinamenti democratici. Pasquale Errico, infatti, non ha represso la protesta bensì ha affiancato i giovani offrendo loro il sostegno necessario nella considerazione che la violenza non è mai una soluzione e che da essa possono derivare solo dolori, favorendo sempre ed unicamente i forti ed i prepotenti. Con tale spirito il Questore Errico ha significato una valida lezione di civiltà utile ad una Italia in crisi anche per la perdita di valori e di insegnamenti indispensabili per il raggiungimento di un obiettivo felice comune. Un esempio di responsabilità etica, di seria professionalità, di cui, con profondo orgoglio, riconosciamo l’autore, con l’augurio di riaverlo presto in servizio sul nostro territorio. ALESSIA GIANGRASSO (2) Un numero verde per le buche Gentile redazione, ho letto sui giornali che a Napoli si aprono dodici buche al giorno. Lo scenario stradale è diventato desolante e pericoloso. Mi sembra evidente che il Comune non è in grado di fronteggiare questa emergenza e la conseguenza è che l’incolumità dei cittadini è esposta a rischi gravissimi. Ma forse questa non è una priorità per chi ci governa. Anche se per me e per tanti è difficile resistere allo scoraggiamento, vorrei comunque suggerire al sindaco di istituire un numero verde al quale i cittadini possono segnalare l’apertura di nuove buche e voragini. Aggiungo che l’iniziativa è già stata adottata da molti altri Comuni italiani. Non so se servirà a qualcosa, ma è per dire che i cittadini la loro parte la fanno. E il sindaco? ANTONIO POSTIGLIONE Balle a vela, è Coppa AMERICA L’editoriale Premio Siani, il silenzio della società civile sul caso del libro di De Stefano e sul pasticcio dei giurati. pagina 3 Il paginone Duro a morire, a Napoli, il viziaccio della politica spettacolo che spalma cipria sulle piaghe della città e tira avanti a colpi di eventi che dissanguano i contribuenti. Sul Lungomare liberato, dal 12 al 21 aprile, seconda comparsata della Coppa America in salsa partenopea, ultima tappa europea della nota manifestazione velica internazionale. E ora come allora dubbi a valanga. E una sola certezza: il privilegio di ospitare lo show americano costerà alle casse pubbliche 10 milioni di euro, in parte fondi europei e regionali, in parte risorse della Camera di Commercio di Napoli, subentrata all’Unione Industriali nella gestione della kermesse. Nella sottometropoli che non ha gli occhi per piangere qualcuno però insorge, ricordando la sgangherata improvvisazione che scortò la gestione della prima gara, quella della primavera 2012, a cominciare dal consuntivo reale costi-ricavi che, secondo l’Associazione «Napoli Punto a capo», non è stata mai reso noto mentre sono da un anno sotto gli occhi di tutti i postumi devastanti dell’evento sulla Villa Comunale. Gli enti locali sventolano tuttavia previsioni stellari: tra due mesi - secondo il governatore Stefano Caldoro l’America’s Cup porterà in città 50 milioni di euro. Numeri in libertà, l’esagerazione in libera uscita visto che l’annuncio, dato alla Bit il 15 febbraio, non è stato corredato da nessuna pezza d’appoggio ufficiale su entrate e uscite. Esattamente come la volta scorsa. «Napoli Punto a capo» parla di vele a peso d’oro, poi sfiora un passaggio interessante: il contributo della Camera di Commercio nel piatto degli americani «è prelevato dai bollettini obbligatori che pagano tutte le imprese». Non era il caso di consultare gli iscritti? Gradita una replica di Maurizio Maddaloni, presidente dell’ente camerale. Sprofondo fosso: la stagione nera della manutenzione. Chiaia nel mirino della Procura. Le denunce della I Municipalità pagine 4-5 L’affondo «Sindaco vattene per il bene di Napoli» Gianni Lettieri, capo dell’opposizione in consiglio comunale stila il programma per salvare la città. pagina 7 Primo piano Indagine sul mondo ebraico e i nuovi mercati turistici. Prodotti campani: avanza l’opportunità kosher. pagina 8 L’inchiesta Grande Napoli, luci e ombre della riforma. Terza e ultima puntata del focus sulla Citta metropolitana. pagina 11 Storie&Territori Pozzuoli, operazione siti puliti. I reperti archeologici nei pressi dell’Anfiteatro Flavio liberati dai rifiuti. pagina 16 Saper Vivere Ci vediamo «Al Sarago». Compie 40 anni lo storico ristornate di piazza Sannazzaro. pagina 27 n u m q u a m SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI Anno VIII n.1/2 - Gennaio/Febbraio 2013 Direttore Responsabile Max De Francesco Redazione Laura Cocozza Alvaro Mirabelli Progetto e realizzazione grafica Fly&Fly h o r u m l u x c e d e t Società Editrice IUPPITER GROUP S.C.G. Sede legale e redazione: via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Tel. 081.19361500 - Fax 081.2140666 www.iuppitergroup.it Presidente: Laura Cocozza Stampa Centro Offset Meridionale srl - Caserta SOS CITY Max De Francesco Laura Cocozza Alvaro Mirabelli Massimiliano Tomasetta Reg. Tribunale di Napoli n° 93 del 27 dicembre 2005 Iscrizione al Roc n°18263 © Copyright Iuppiter Group s.c.g. Tutti i diritti sono riservati Per comunicati e informazioni: [email protected] Responsabile area web Massimiliano Tomasetta Pubblicità (Tel. 081.19361500) Rosario Scavetta (347.6159578) CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 Si ringraziano Tony Baldini per cover e fotomontaggi, e l’archivio Ruggieri per le fotografie Lancia il tuo Sos, indica disservizi e problemi del tuo quartiere e proponi soluzioni per rendere più vivibile la città. Contiamo su di te. Le lettere, firmate con nome e cognome, vanno inviate a «Chiaia Magazine» - via dei mille, 59 80121 Napoli, oppure alla e-mail [email protected] IL PAGINONE NAPOLI GRUVIERA Sprofondo fosso La stagione nera della manutenzione. Record di buche e di cause, riqualificazioni bloccate. Chiaia nel mirino della Procura. Le denunce della prima Municipalità N apoli gruviera: vecchia storia. Emergenza ignobile, scritta da sempre con l’inchiostro dell’incapacità. Rogna cronica che adesso riesplode: mai così estesa in città la mappa di buche, voragini, avvallamenti. E Napoli impresentabile è solo il minimo. Il peggio è l’incolumità ad alto rischio di pedoni e automobilisti. Il mattatoio dei femori e delle tibie, degli avantreni e dei semiassi è roba da grandi numeri. E tutti finiscono sul tavolo del magistrato: cause a vagoni (1800 nel 2012 di cui circa 1700 sono state perse dal Comune) e risarcimenti a pioggia (circa 4 milioni e mezzo di euro). Soldi buttati. Invertire la tendenza? Luigi De Magistris allarga le braccia e sventola i conti in rosso di Palazzo San Giacomo. Ma la gente è di umore pessimo e non (4) LO SPILLO Strade a pezzi? Una manna per i napoletani peggiori. Che purtroppo sono tantissimi. E giù una valanga di sinistri fantasma: sulle buche ci marciano in tanti e smascherarli è difficile. La Procura ci prova ma è come svuotare il mare col cucchiaino. A Napoli è record di frodi: la media degli incidenti tarocchi in città è doppia rispetto a quella europea e, secondo l’Ania, i sinistri fasulli sono l’11% del totale. E’ l’esercito dei furbi accampato nel deserto delle istituzioni. CHIAIA MAGAZINE •GENNAIO/FEBBRAIO 2013 sente ragioni: mai così male l’immagine del sindaco perché anche la città dei crateri, come quella della monnezza, finisce in prima pagina puntualmente. L’effetto «Lungomare liberato» è evaporato da un pezzo: è il fiato corto della politica show, quella a colpi di Coppa America e Coppa Davis, che a Chiaia aveva piantato il suo palcoscenico. Il malessere del quartiere, spia del disagio di una città intera, nelle parole di Alberto Boccalatte, delegato alla Manutenzione della Municipalità 1: «Il lungomare? Pedonalizzato in questo modo è diventato un ghetto. Solo chi si sente infallibile poteva pensare che un dispositivo così approssimativo si rivelasse un beneficio per i cittadini. Il municipio non ha gli occhi per piangere perché la vecchia casta ha fatto terra bruciata? Va bene. Intanto però i soldi per coppe, coppette e piste ciclabili, si sono trovati e adesso Napoli fa la fame. Ecco perché, tappata una buca, ne spuntano cento e lì restano. Da mangiarsi le mani». Un po’ di conti per capire che succede a Chiaia e dintorni sul fronte manutenzione: «Non era iniziata male - sostiene Boccalatte - Il budget assegnato alla prima Municipalità per il 2012/2013 era di 600mila euro per la manutenzione ordinaria (le riparazioni del manto stradale, dei marciapiedi etc) e di 400mila per la manutenzione straordinaria (microinterventi di riqualificazione). Poi l’amministrazione ci ha ripensato, avocando a sé i 600mila euro per i lavori ordinari: idea non malvagia, finalizzata al risparmio, perchè il lavoro è stato affidato a Napoli Servizi, spa partecipata del Comune, e si è evitato l’appalto ad un ditta esterna. Il problema, però, è la pessima qualità dell’intervento che punta, quasi esclusivamente, a rattoppare con l’asfalto e senza il sottofondo: impensabile, infatti, con i pochi quattrini a disposizione, ripristinare la vecchia pavimentazione». Non solo. Al delegato di Chiaia quello che non va giù, è il sistema di colmatura utilizzato: «Usano asfalto a caldo che è più economico e duraturo di quello a freddo. Ma d’inverno, se il rattoppo è fresco, basta una pioggia per farlo “saltare”». E intanto alla Municipalità è restato solo il budget della manuten- Lungomare liberato, l’indice di «sgradimento» zione straordinaria: 400mila euro: «Così è stato possibile assegnare l’appalto, con un ribasso del 40%, di lavori urgenti per la messa in sicurezza di alcune situazioni pericolose: poco meno di 200mila euro. Quello che resta da spendere va alle strade - chiarisce Boccalatte - ed è l’importo avanzato dal ribasso: poco più di 200mila euro. E dovranno bastare per una Municipalità grande come Treviso». L’incompetenza primo nemico? «La Giunta De Magistris investe male il poco che c’è - taglia corto il politico - ma sono le distrazioni di Palazzo San Giacomo a preoccupare. Due su tutte: che fine hanno fatto le due grandi riqualificazioni di via Posillipo e via Manzoni, appaltate in era Iervolino, decollate e infine bloccate?» La stessa domanda che si è posta la Procura che su via Manzoni vuol vederci chiaro. «L’operazione, prevista da Torre Ranieri a via Stazio, - dettaglia Boccalatte - ha partorito solo il recupero di alcuni tratti di marciapiede. Poi lo stop nel 2011. La causa? Problemi a un condotto fognario che andavano risolti prima di proseguire: ma per mancanza di soldi si è fermato tutto». E anche a Posillipo altra cronaca dello sconforto: «Un progetto nato male perchè prevedeva la rifazione dei marciapiedi coi sampietrini e solo in alcuni tratti. Doppio sbaglio: primo perché è tutta la via che è degradata. E poi perché l’uso dei sampietrini, belli, per carità!, si è rivelato economicamente insostenibile: e anche qui, dopo qualche recupero, è arrivato lo stop. Potevano pensarci prima». Per Posillipo la Municipalità ha proposto l’asfalto per l’asse viario e i sampietrini nelle piazze ma la Sovrintendenza si oppone e il Comune tace. Risultato: stallo totale. «In nome del controllo e della trasparenza della spesa pubblica - si chiede infine Boccalatte sarebbe importante per i cittadini conoscere l’attuale situazione relativa ai 2 milioni di euro all’epoca stanziati e iscritti a bilancio per i due progetti». In ogni caso l’ingresso in scena degli inquirenti ha confortato i vertici della Municipalità. Mezza Napoli come Bagdad bombardata. Mai così in basso la manutenzione: 2011 e 2012 gli anni peggiori di questa storia. Nessun colpevole? Difficile. Sulle tracce dei responsabili è piombata la Procura della Repubblica. Buche, riparazioni,costi, forniture, collaudi, truffe assicurative: come scava- re nel caos. Chi ha barato alla faccia dei cittadini? L’ultima parola spetta al presidente del parlamentino di Chiaia: «L’attenzione della Procura sulla manutenzione - sbotta Fabio Chiosi - mi rincuora». Ha perso il conto il politico degli esposti, inoltrati nel corso degli anni sullo scandalo strade: ad esempio «il capitolo delle grandi opere morte in culla o bloccate nonostante i fondi stanziati». «Penso dice Chiosi - non solo a via Manzoni o via Posillipo ma anche al progetto per piazza Salvatore Di Giacomo, finanziato con fondi erogati dal governo Berlusconi e tenuti fermi, o forse altrimenti spesi da questa amministrazione. Francamente stavamo meglio quando stavamo peggio. Ma se il Comune non brilla, che dire della Sovrintendenza che oppone il suo veto all’asfalto, invece dei sampietrini, sulle strade a scorrimento pesante?». Non solo. L’autorità che ometta di scongiurare il pericolo delle strade dissestate commette reato: è l’art. 673 del codice penale. Così, a mali estremi, il presidente di Chiaia ha chiesto almeno «il sequestro della strade a rischio per tutela dell’incolumità pubblica e privata». Alza la voce il presidente di Chiaia: e negli ultimi anni lo ha fatto spesso anche dalle colonne di Chiaia Magazine. La rivista, infatti, ha più volte dedicato intere copertine al flagello (vedi foto in alto). Ma anche le denunce finiscono in buca. (o.m.) Le Ztl senza capo né coda, la ghettizzazione dei quartieri a traffico limitato, la pista ciclabile costata 1.200.000 euro, letteralmente buttati perché la relativa segnaletica orizzontale è già sbiadita, lo smog, i trasporti in coma, Bagnoli e Scampia finite nel dimenticatoio, il degrado diffuso, le scuole senza refezione, la costosa politica spettacolo a base di Coppa America e Coppa Davis, gli abusivi, i parcheggiatori fuorilegge, il black-out elettrico e quello amministrativo, le buche, il commercio alla canna del gas, le scuole senza refezione, il Caso Romeo, la Cassa Armonica in malora, i rifiuti, le baby gang e i predatori: lo scorso 15 gennaio tutte le tragedie della città deragliata i cittadini arcistufi le hanno infilate in un unico conto per presentarlo agli amministratori di Palazzo S. Giacomo nel corso di una protesta pubblica organizzata, non a caso, a piazza Vittoria. Quel giorno la società civile ha alzato la voce e i toni. Al timone della contestazione il Comitato Cittadinanza Attiva, guidato dall’avvocato Lucio Mauro, La Confcommercio di Napoli presieduta da Pietro Russo, e poi l’architetto Nicola Pagliara, lo stilista Maurizio Marinella e molti comitati civici della zona. Un segnale forte spedito «ad un’amministrazione sorda - recitava il comunicato della manifestazione - che è la negazione della democrazia partecipata». E un passo energico: il ricorso al Tar per riaprire via Caracciolo al traffico dal lunedì al venerdì. Come parlare al muro visto che, il 6 febbraio, il Tribunale Amministrativo ha bocciato l’istanza: il Lungomare liberato, insomma, non si tocca. Sconfitta bruciante. Così la società civile, abituata agli schiaffoni della casta politica, stavolta incassa anche il siluro dei giudici amministrativi e, per l’ennesima volta, pesa, incarta e porta a casa. Ma di certo non molla visto che, dicono gli animatori di Cittadinanza Attiva, «il ricorso contro il Lungomare liberato, definizione demagogica da respingere con indignazione, resta ancora pendente e da approfondire». Resta in ogni caso, lasciano intendere gli sconfitti, il grande gelo sceso tra la cittadinanza e il Municipio, ingessato in un atteggiamento supponente e autoreferenziale, ormai impermeabile a tutto. «Non è questione di essere ipercritici - aggiungono in coro i commercianti, e non solo loro, da un capo all’altro della città - ma è un fatto che la Giunta comunale non la smette di fornire sempre nuove dimostrazioni d’insufficienza e approssimazione, di scarsa limpidità, di risultati scadenti». La sensazione è che l’indice di «sgradimento» sia destinato a salire. ALVARO MIRABELLI CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (5) (6) CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 L’AFFONDO INTERVISTA A GIANNI LETTIERI «Sindaco vattene per il bene di Napoli» Il capo dell’opposizione in consiglio comunale stila il programma per salvare la città. E su de Magistris dice: «È un irresponsabile che gioca alla rivoluzione» Il Comune va commissariato. La differenziata ristagna al 20%, la manutenzione stradale è inesistente e l’assurdo piano di riequilibrio finanziario, approvato di recente, taglia i servizi e aumenta al massimo le aliquote comunali di Imu, Tarsu e Irpef Aldo de Francesco I mprenditore per vocazione con il gusto della sfida, che gli ha fatto raggiungere importanti traguardi, un riferimento ineludibile per il mondo produttivo - è stato presidente dell’Unione industriali di Avellino e, per sei anni, di quella di Napoli - Gianni Lettieri si è però guadagnato la popolarità nelle ultime amministrative del 2011 come candidato del centrodestra a sindaco di Napoli. Protagonista di una campagna elettorale fondata rigorosamente sui programmi che altri non avevano - quando la partita sembrava quasi vinta, fu penalizzato al ballottaggio da una serie di astiose alleanze e di circostanze sfavorevoli. L’inasprimento della crisi economica, la demolizione europea del governo Berlusconi con negative ricadute sulla credibilità del centrodestra, la politica «sconnessa» del Terzo polo - che arrivò a rimangiarsi anni di lotta contro la sinistra pur di fare un dispetto al Cavaliere - , una sorta di strisciante desistenza del Pd, il boom dell’antipolitica finirono per incoronare il candidato sindaco meno indicato: de Magistris. Il solito paradosso napoletano. Lettieri, il giorno dopo la sconfitta, tenendo fede alla parola data, non solo è rimasto in trincea ma si è subito segnalato come il più implacabile e anche propositivo avversario del sindaco «arancione». Presidente Lettieri, dopo quasi due anni dalle elezioni amministrative 2011, in cui lei si sgolò per mettere in guardia i napoletani dal votare de Magistris sindaco, senza riuscire però a convincerli, oggi che ha avuto ragione su tutti fronti, cosa sente di dover dire alla città un’altra volta tradita? Napoli ha bisogno di persone capaci di risolvere problemi ed emergenze, ma soprattutto ha bisogno di persone serie. De Magistris ha promesso di tutto pur di vincere le elezioni e poi, alla prova dei fatti, si é rivelato un incredibile bluff. Siamo precipitati, e lo dico con rammari- co, a livelli peggiori rispetto alla precedente amministrazione e lo si vede, oltre che dalla questione rifiuti, dove l'emergenza è di nuovo dietro l'angolo e la differenziata ristagna al 20%, anche nei problemi quotidiani: scuole partite senza riscaldamenti e refezione, manutenzione stradale inesistente, illuminazione pubblica ad intermittenza, stop al trasporto pubblico per mancanza di carburante. In questo quadro non va sottovalutata la nuova escalation di criminalità che si registra in alcune zone della città, che mi preoccupa molto. Questa dopo 20 mesi è la fotografia reale della cosiddetta rivoluzione arancione. Da dove pensa che bisogna cominciare per salvare la città e fermare i populismi amministrativi fatti di chiacchiere, coppe e distintivi? C'è un solo modo concreto: il commissariamento dell'ente. In parte è già avvenuto, per quanto riguarda la gestione finanziaria, con i vincoli imposti dal decreto salva comuni, ma non è abbastanza e lo dimostra l'assurdo piano di riequilibrio finanziario approvato recentemente, con due soli voti di maggioranza, che aumenta al massimo possibile le aliquote comunali di Imu, Tarsu ed Irpef e taglia i servizi. Per evitare di trovarci, di qui a qualche mese, con una situazione irrecuperabile è necessario che si avvii subito l'iter per la commissione d'accesso. Come spiega che un sindaco, intorno a cui si creò una benevola atmosfera e un diffuso clima di fiducia, è finito, in così poco tempo, nella polvere. Ci sono due riflessioni da fare a tal proposito. Innanzitutto de Magistris è un sindaco di minoranza, cioè non eletto dalla maggioranza degli aventi diritto al voto. Noi in consiglio comunale ci troviamo in una situazione assurda: io al primo turno raccolsi il 43% delle preferenze - senza Udc, Fli e Udeur, che alle elezioni provinciali e regionali erano invece organici alla coalizione - ed i nostri consiglieri eletti hanno raccolto più preferenze di tutti i consiglieri della maggioranza messi insieme. Quindi va sfatata la favola del vasto consenso popolare raccolto dal sindaco. In secondo luogo occorre dire che le condizioni politiche che si erano create in quel particolare periodo sono irripetibili: exploit dell'antipolitica, inizio della crisi economica e del governo Berlusconi con una caduta verticale della credibilità del centrodestra. In quel contesto si è preferito votare in rottura con tutto questo e de Magistris ha avuto la fortuna di essere il catalizzatore di questa protesta. Per il resto è evidente che sotto ogni aspetto è totalmente inadeguato a questo ruolo, così come a quelli che ha rivestito in passato. Non dimentichiamo che fu cacciato da Catanzaro, quando era Pm, con provvedimento di censura del Consiglio Superiore della Magistratura. Quando ha saputo, dai proclami di de Magistris, che egli avrebbe portato nel Paese la “rivoluzione civile”, promessa ai napoletani, sapendo bene come ha lasciato marcire i problemi ereditati e da lui ulteriormente aggravati, in quel momento che cosa ha pensato di questo singolare e disinvolto amministratore? Un solo aggettivo: irresponsabile. Come giudicare, altrimenti, un sindaco che, con la città in queste condizioni, si mette a giocare alla rivoluzione occupandosi di politica nazionale come se stesse facendo una partita di risiko? É assurdo: ha fortemente voluto questa lista, promuovendola in ogni modo e candidando con il suo capo Ingroia due assessori comunali. In questo momento avrebbe dovuto invece dedicarsi h24 alla città insieme a tutta la giunta e a tutto lo staff. Ogni volta che a Napoli si registra un fallimento a Palazzo San Giacomo, avviene da oltre venti anni a questa parte, si riapre un fitto dibattito sulla borghesia napoletana, accusata di essere incapace di farsi classe dirigente, o anzi di essere addirittura inesistente come ceto propositivo, insomma nel far sistema. Ha mai pensato che tutto questo fracasso dialettico possa invece servire da alibi per confondere le idee, accampare attenuanti, non dire le cose come realmente stanno, finendo per coprire in buona sostanza schiere di negligenti? In parte è così. Molti imprenditori, professionisti, intellettuali preferiscono, purtroppo, restare ai margini della vita politica, alcuni per disinteresse, altri per poterne usufruire quando serve. Ed in questo modo la città subisce una classe dirigente inadeguata ed arretra in ogni campo sempre di più. Una presa di coscienza in questo senso sarebbe un buon viatico per avviare una seria riflessione sul fu- turo e sulla guida di Napoli. Io, pur venendo dal mondo imprenditoriale ho deciso di metterci la faccia e dedicarmi alla mia città, perché non potevo e non volevo, così come non voglio e non posso, rassegnarmi al declino con le mani in mano. Lei ha detto che non si è candidato alle politiche perché vuole continuare coerentemente la battaglia amministrativa e non fare come quelli - la maggioranza dei casi - che promettono di restare e poi se ne vanno. Le faccio una domanda di moda nel clima elettorale nazionale: se oggi fosse sindaco di Napoli quale provvedimento, da lei ritenuto indispensabile, adotterebbe nella prima seduta di giunta per ridare speranza a questa città? La prima delle mie 72 azioni per Napoli era l'approvazione di una legge speciale, già concordata con il presidente del Consiglio ed il ministro dell'Economia dell'epoca, che destinasse a Napoli 500 milioni di euro per dare ossigeno alle casse comunali e lanciare piani di sviluppo. Se dovessi insediarmi oggi, a distanza di 20 mesi, con una situazione oggettivamente peggiorata, come primo atto ridurrei del 70% i costi di giunta, staff e missioni, farei una ricognizione sugli sprechi e destinerei le somme derivanti a chi non arriva a fine mese. In secondo luogo istituirei un tavolo con governo e Confindustria per un piano di sviluppo imprenditoriale e lavorativo della città. Infine lancerei un immediato piano di dismissione del patrimonio non strategico comunale e farei ripartire l'edilizia pubblica e privata. Lei è uno sportivo, un maratoneta, misurato nella vittoria e leale con i vinti, gli sconfitti: direbbe a un sindaco, ormai cotto e stracotto, che ne ha combinato di tutti i colori, facendo passare per piste ciclabili le linee verticali da settimana enigmistica stradale: “Vattene, per il bene di Napoli”? Glielo dico da mesi, sia in consiglio comunale, dove ultimamente sta venendo davvero poco, sia in tutte le occasioni pubbliche possibili. Purtroppo lui per la città è abituato a prendere sempre la decisione sbagliata, quindi dubito che seguirà il consiglio. CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (7) PRIMO PIANO MONDO EBRAICO E NUOVI MERCATI TURISTICI Prodotti campani, opportunità kosher Carmine Mastantuoni Con il termine Kosher o Kasher o Casher, si individuano l'insieme delle norme che regolano la preparazione dei cibi e l'alimentazione del popolo ebraico, così come tramandato dal Vecchio Testamento e dalla Torah. Semplificando, sono kosher tutti quegli alimenti che, destinati alla dieta ebraica, rispondono a rigorosi requisiti di qualità, rispetto all'origine, e controllo in tutte le fasi della loro lavorazione. Per questo tutti gli alimenti ritenuti idonei, debbono essere provvisti di un'ap- (8) posita certificazione rilasciata da un rabbino, che attesta anche che tutte le fasi di preparazione hanno rispettato le norme. Ad esempio non è kosher la carne di maiale, perché è un animale che appartiene alla famiglia degli ungulati, ma soprattutto perché la sua carne ha caratteristiche simili a quella umana. Tutti gli altri tipi di carne sono consentiti, purché non sia la parte posteriore dell'animale e sin dalla macellazione siano stati osservati principi e criteri estremamente rigidi. Spesso accade che, in uno stesso macello o industria di ma- CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 cellazione, un pezzo di carne dichiarato commestibile da un veterinario, non lo sia per un veterinario ebreo. Fondamentale è che dall'animale macellato venga fatto colare tutto il sangue, poiché attraverso di esso sono veicolate tutte le tossine e le impurità (tra l'altro anche sullo smaltimento del sangue occorre rispettare rigide regole). Sono kosher solo i pesci provvisti di lisca, pinne e squame facili da asportare, mentre sono assolutamente non kosher i crostacei, i mitili e gli invertebrati marini tipo polipi. Il pane, i farinacei e loro derivati, sono kosher se non preparati con grasso animale e se lievitati con prodotti naturali. In generale tutti i vegetali sono kosher a condizione che non vengano usati fertilizzanti e prodotti chimici. Un pranzo kosher presuppone che già dalla cottura le proteine non vengano mescolate, vengano usate posate, piatti e stoviglie nuove, e che il loro lavaggio avvenga in modo separato ed in acqua pulita. Banalizzando si può dire che kosher è il sinonimo di un'alimentazione igienicamente corretta. Infatti ciò che in maniera semplicistica può essere definito anacronistico, definisce invece un gusto che si sta diffondendo a macchia d'olio nel mondo occidentale, a partire naturalmene da quei settori sociali più vicini al mondo e alla cultura ebraica. Tutti gli alimenti, a parte quelli non consentiti, possono essere kosher, a condizione però che abbiano ottenuto la certificazione e siano stati continuamente controllati. Per le eccellenze campane e tutto il made in Italy, il mondo ebraico può quindi costituire un mercato originale ed in continua crescita. Anche per il turismo campano e napole- tano, il kosher può rappresentare un ottimo sbocco produttivo, convogliando verso Napoli un flusso turistico (quello ebraico), che nel nostro Paese sino ad ora si è fermato a Roma. La condizione è che le strutture alberghiere ricevano la certificazione kosher riguardo non solo la preparazione degli alimenti, ma anche la serratura delle camere, gli ascensori ed altre particolarità architettoniche. A Napoli da qualche mese si distingue in quest'attività l'Associazione Italo-Israeliana per il Mediterraneo che attraverso la certificazione kosher, con il Rabbino capo di Napoli e del Mezzogiorno, prof. Scialom Babhout (nella foto con Marco Mansueto) sta organizzando una filiera di aziende produttrici e di alberghi che siano in grado di esportare verso le comunità ebraiche sparse nel mondo i prodotti campani dop, ma anche di attirare in città flussi turistici nuovi. «La certificazione kosher per i prodotti campani dichiara Marco Mansueto, presidente dell'Associazione Italo Israeliana per il Mediterraneo costituisce un'occasione di sviluppo verso i nuovi mercati internazionali”. PRIMO PIANO CONSERVATORIO NELLA BUFERA, I RETROSCENA Commissario per San Pietro a Majella Armando Yari Siporso Il Conservatorio di San Pietro a Majella sarà commissariato per tutto il 2013. A deciderlo, al termine di una scrupolosa indagine ispettiva, è stato il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, che ha nominato commissario Achille Mottola, 53enne giornalista e docente di Media education, già presidente del conservatorio «Nicola Sala» di Benevento e componente del consiglio di amministrazione di «San Pietro a Majella». È l'ultimo atto di una vicenda contorta che ha coinvolto una delle più prestigiose scuole d’Europa, diretta in passato, tra gli altri, da Giovanni Paisiello, Gaetano Donizetti, Francesco Cilea e Saverio Mercadante ed in cui hanno studiato artisti come Bellini e Muti. «I problemi nel Conservatorio sono cominciati quando, durante la gestione del maestro Marrone, direttore del Conservatorio, una ragazza che stava sostenendo gli esami, ha dichiarato di essere stata danneggiata dalla presenza dello stesso direttore durante la seduta dell’esame»: a rivelarlo è Enrico Auricchio, già presidente del Conservatorio dal 2002 al 2007 e consigliere di amministrazione fino al commissariamento delle funzioni del C.d.a. ad opera del Miur. «Sembra che la ragazza abbia contestato all’allora direttore di aver influenzato, durante l’esame, la commissione esaminatrice. Da ciò una serie di ricorsi al Tar che ha più volte dato ragione alla studentessa, permettendole infine di ripetere gli esami con un’altra commissione», spiega ancora l'avv. Auricchio, sottolineando lo stato di tensione determina- tosi negli anni 2010 e 2011 all’interno del Conservatorio, «in seguito al reciproco scambio di denunce tra la giovane ed alcuni professori nei confronti del Maestro Marrone». Anche in seguito però le aule del Conservatorio si sono trasformate in una cassa di risonanza di note dolenti. A «stonare» anche il «conflitto» tra la direttrice del Conservatorio, Elsa Evangelista, e la direttrice Amministrativa, Clotilde Punzo, sfociato in un provvedimento amministrativo adottato a inizio 2012 dalla pri- ma a carico della seconda. Alla base della «sanzione» ci sarebbe stato il consenso fornito dalla direttrice amministrativa alla richiesta dei sindacalisti della CISL di avere accesso a documenti che, invece, secondo la professoressa Evangelista, non andavano consegnati «senza prima informare le controparti». Da qui le dimissioni, nel maggio 2012, del nuovo presidente, Pasquale Del Vecchio, che ha persino chiesto al Ministro di intervenire sulla vicenda. «Il provvedimento preso dalla professoressa Evangelista, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, già colmo delle tensioni e delle controversie, civili e penali, degli anni precedenti», motiva l'ex presidente Auricchio, che aggiunge: «Del Vecchio ha fatto bene a dimettersi, vista l'impossibilità di gestione del Conservatorio sotto l’aspetto dei rapporti umani e professionali. Durante la sua Presidenza, comunque, il consiglio di amministrazione ha messo a posto tutti i bilanci pregressi che non erano stati chiusi: e ciò ha portato ad un miglioramento amministrativo e alla sistemazione di tutti i conti in sospeso». La successione di Del Vecchio, però è stata complicata. Tra i candidati alla Presidenza è spuntato in estate anche il nome del sindaco de Magistris. Dice Auricchio: «La direttrice Evangelista ha velocemente proposto la triade da cui il MIUR avrebbe dovuto scegliere il nuovo presidente del Conservatorio. L'immediatezza di questa operazione è stata sicuramente vincente. Tuttavia il Consiglio Accademico e la professoressa Evangelista non si sono accorti che l’immissione del sindaco de Magistris nella triade, avrebbe comportato da parte del Ministero, un blocco totale sulla nomina del nuovo presidente del Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella». Insomma un caos con tanto di appendice finale.Tra polemiche e ritardi vari sull'opportunità che il sindaco, oltre a fare il primo cittadino e il responsabile del Teatro San Carlo, assumesse anche l’incarico di presidente di «San Pietro a Majella», è arrivato l'esito delle ispezioni del MIUR che ha sancito il commissariamento della Presidenza e del Consiglio di Amministrazione fino a Dicembre 2013. CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (9) (10) CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 L’INCHIESTA IL NODO «PARTECIPATE» PREDISSESTI IN CORSO Il Comune di Napoli ha chiuso il rendiconto di bilancio del 2011 con un disavanzo di 850 milioni di euro e con un maxi debito verso le società partecipate che ammonta a 900 milioni. I crediti più alti sono di Anm e Asia. I dati sono stati diffusi dall’ex assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo, prima della sua uscita dalla giunta. Il rettore dell’Ateneo federiciano, Massimo Marrelli (nella foto), ha espresso remore circa la costituzione della Città metropolitana nell’attuale condizione delle casse pubbliche. «Lo stato del bilancio del Comune di Napoli e di quelli limitrofi – ha detto in un convegno– è critico. Sommando predissesti c’è il rischio di sfociare in un generale dissesto». VERSO LA CITTA` METROPOLITANA Grande Napoli, luci e ombre della riforma Livia Iannotta La futura Città metropolitana sarà guidata dal sindaco metropolitano coadiuvato dal consiglio formato da 16 membri. Non esisterà più la Giunta. Le nuove cariche istituzionali, stando al testo normativo, sono onorifiche e non remunerate. Con questo numero Chiaia Magazine prosegue l’inchiesta a puntate su opportunità e criticità della costituzione della «Città metropolitana». Deficit della spesa pubblica: il Belpaese ci fa i conti da un po’. Per Napoli, forse, la situazione è più nera che altrove. L’epidemia dei “conti in rosso”, infatti, ha “contagiato” non solo il capoluogo, ma l’intera provincia. E così, in un quadro generale fatto di tinte scure, non sorprende che proprio quel deficit sia stata la molla che ha spinto il Governo a ristrutturare in chiave moderna l’assetto degli enti locali e a ripescare dal passato il progetto di creazione delle Città metropolitane. Ma, mentre Napoli rischia di cadere nel baratro del dissesto finanziario per la scellerata gestione delle casse pubbliche, c’è da chiedersi: dalla rivoluzione in atto, quale risparmio si potrà trarre? Ovviamente al momento l’impatto, come precisa il Governo nella relazione tecnica al decreto legge 95 del 2012 sulla spending review, è ancora tutto da quantificare e potrà essere stimato soltanto al momento di attuazione della riforma. Ma il dubbio sorge: davvero la Città metropolitana sarà una svolta per Napoli? E soprattutto, l’istituzione del nuovo ente amministrativo sarà realmente finalizzata alla riduzione dei costi della politica? L’impressione reale è che si stia facendo economia dando semplicemente nuove “vesti” e terminologie agli enti. Un “marchio” inedito, quello appunto di Città metropolitana, al territorio provinciale, quando però la sostanza resta quella di sempre. Il gigantesco apparato amministrativo della Provincia, infatti, dovrebbere restare salvo e venire inglobato di- rettamente nel neo ente, con buona pace dei dipendenti e degli uffici. Oggetto di tagli e “sforbiciate” sarebbero invece il numero di consiglieri metropolitani (che per Napoli si riducono a 16) e la loro retribuzione. In un punto del testo normativo (legge 135 del 2012), infatti, è scritto: «La titolarità delle cariche di consigliere metropolitano, sindaco metropolitano e vicesindaco è a titolo esclusivamente onorifico e non comporta la spettanza di alcuna forma di remunerazione, indennità di funzione o gettoni di presenza». Da Palazzo San Giacomo le perplessità abbondano. Anche il sindaco Luigi de Magistris, che non ha risparmiato elogi per il progetto del Governo, ammette, con una punta di amarezza, che la legge 135 «ha più ombre che luci». Ombre che si fanno particolarmente fitte proprio in riferimento alla situazione finanziaria partenopea. «Non si può attuare una riforma di questo tipo se non si mette mano in modo serio all’autonomia finanziaria dei Comuni», dice. E in effetti il sindaco “arancione” non ha tutti i torti. Il Comune ha chiuso il rendiconto di bilancio del 2011 con un disavanzo di 850milioni di euro. Cifra che, unita alla situazione altrettanto negativa della Provincia, renderebbe complicata la gestione del territorio e fa tremare l’ex magistrato. Tant’è che lui stesso confessa: «Tra pochi mesi potrei diventare sindaco della Città metropolitana, ma con l’attuale situazione di difficoltà economica che ereditiamo dalla Provincia io non saprei come amministrare un’area di 3 milioni di abitanti». Poi ancora: «Stiamo per realizzare una riforma epocale, in cui si parla di elezione diretta di un rappresentante, quindi non nominato, che però non avrà l’autonomia economico-finanziaria per poter operare. Potrà farcela con i medesimi tagli che subisce ora o con tagli ulteriori? La riforma deve essere accompagnata da fondi adeguati. L’autonomia finanziaria dei Comuni è un tema condiviso anche da molti sindaci venuti a Napoli da tutto il mondo per il World Urban Forum. Di certo l'adeguata copertura finanziaria non può essere costituita dall’auspicata Imu che forse dal 2013 andrà ai Comuni». Avanza qualche timore anche Ferdinando Pinto, docente di diritto amministrativo alla facoltà di Giurisprudenza della “Federico II”. «Sul dissesto dice - è evidente che se gli enti che si aggregano sono in condizioni finanziarie disastrate tale situazione si proietterà direttamente sulla Città metropolitana. Questo è inevitabile». Eppure una briciola di speranza c’è. Dal suo punto di vista, infatti, la riorganizzazione dell’amministrazione locale potrebbe anche, a sorpresa, rappresentare un asso nella manica: «In questa prospettiva la Città metropolitana, attraverso la razionalizzazione della spesa, potrebbe, al contrario di quanto si dice, essere semmai una delle ultime occasioni per evitare il dissesto. Sia chiaro quindi che l’eventuale dissesto non potrà mai essere addebitato alla creazione delle Città metropolitane ma alla cattiva, in alcuni casi pessima, gestione degli enti che in essa finiranno per fondersi». Un eventuale “flop”, quindi, sarebbe da addebitare solo alla classe politica attuale. Al di là di tutto, però, l’idea di una governance su larga scala non è un buco nell’acqua. Già nel 2010 Giuseppe Galasso, commentando sulle pagi- ne del “Corriere del Mezzogiorno” una manovra finanziaria appena approvata, da cui era venuta fuori anche la soppressione di una decina di province italiane, si dice favorevole: «Noi crediamo che una revisione dell’ordinamento territoriale del Sud possa essere proficua, se si decide di dare pieno rilievo alla varietà di istituti (comunità, consorzi, associazioni funzionali, aree metropolitane), senza fissarsi sulla Provincia come un’ossessione. Sarebbe un ottimo modo per la classe politica e amministrativa, di sganciarsi da logiche corporative, particolaristiche, clientelari ed entrare appieno nella modernità». Eppure le criticità della legge 135 non sono poche. E c’è il rischio che una spinta verso la modernità si trasformi in una corsa alle poltrone e conduca a nuove sovrapposizioni di competenze. Proprio quello che il governo dei “professoroni”, ormai giunto al termine della sua “avventura” alla guida del Paese, mirava ad estirpare. (Le puntate precedenti sono state pubblicate nei numeri di Chiaia Magazine di novembre e dicembre 2012) CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (11) SOLLECITAZIONI FESTE RELIGIOSE, LA RIFLESSIONE GALERA PREVENTIVA, INDEGNA TORTURA La carcerazione preventiva, ormai abusata ampiamente in Italia, è tortura. Lo dice Amnesty International. Un qualsiasi individuo prima di essere sbattuto in galera dovrebbe subire un regolare processo e, se condannato, essere arrestato. In Italia questo avviene raramente a causa di processi infiniti e per le storture di una giustizia “giustizialista” che mette i brividi. Cito un esempio recente: l’ex deputato Paolo Del Mese, dopo otto mesi di arresti domiciliari, è stato incarcerato nonostante l’età e le sue precarie condizioni di salute. Una scelta rapida, contrariamente all’iter dei normali procedimenti italiani. Questa cosa si chiama tortura. Un paese civile come l’Italia non dovrebbe permettere cose del genere, e davvero sembra un accanimento senza precedenti. In uno stato di diritto mettere in galera qualcuno prima di un regolare processo è una cosa antidemocratica e incivile. Non entro nel merito della vicenda giudiziaria che farà il suo corso, ma mi sembra una profonda disumanità mettere in carcere un uomo in precarie condizioni di salute che ha già subito mesi di arresti domiciliari. Gli altri hanno patteggiato, avrebbe potuto farlo anche Del Mese, ma, per un atto di profonda dignità, ha scelto il carcere. Va tutto il mio rispetto a questa scelta pur non avendo mai condiviso la politica dell’ex deputato. La civiltà di un paese si evince dalla equità della sua giustizia. Soprattutto una diversità di trattamento in base al reato di cui si è sospettati. Lele Mora non è come Francesco “Sandokan” Schiavone. Chi si presuppone abbia compiuto reati di natura finanziaria non può essere trattato preventivamente come un pluriomicida. Mesi fa nel carcere di Fuorni (Sa) Carmine Tedesco, arrestato per aver rubato solo una bicicletta, è morto solo come un cane in galera. In carceri che ormai sono gabbie da zoo più che celle di detenzione. C’è poco da fare: in Italia servirebbe una riforma seria in cui anche i magistrati dovrebbero pagare in caso di errore. Ma questo non avviene mai. Chiedetelo ai familiari di Enzo Tortora, chiedetelo a Massimo Carlotto, chiedetelo a Daniele Barillà e ai tanti uomini messi in carcere prima ancora di sapere di cosa fossero accusati. Vorrei ancora credere in uno Stato di diritto, ma faccio fatica a credere che in una democrazia moderna ogni uomo possa essere privato della propria libertà prima di essere giudicato colpevole. ANDREA D’AMBROSIO regista e sceneggiatore (12) CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 L’Atlante delle tradizioni Rossella Galletti Documentare le feste tradizionali d’Italia dovrebbe essere prerogativa non solo di antropologi e storici delle tradizioni popolari, ma anche di operatori dell’informazione (leggi giornalisti). In Campania, stando all’«Atlante delle feste religiose della Campania» (L’ancora del Mediterraneo), si celebrano circa 70 feste, senza contare la serie di processioni mariane che solo nei Quartieri Spagnoli di Napoli hanno una cadenza media di una volta la settimana nel corso di un anno solare. Si tratta, dunque, di manifestazioni presenti e costanti che coinvolgono gran parte della popolazione. Ma di cui non si parla e si conosce poco, salvo quando sfociano in eventi di attrattiva mediatica. È il caso, ad esempio, della rissa tra i trasportatori dei gigli (macchine festive in legno a forma di torre portate in spalla dai cosiddetticollatori), scatenatasi lo scorso 24 giugno a Nola. Specie nei piccoli centri urbani, in tali occasioni gli abitanti si incontrano costituendo delle “comunità reali” che cortocircuitano con le “comunità immaginarie” della nostra epoca. Documentare le feste popolari che si dipanano numerose su tutto il territorio nazionale, dunque, dovrebbe essere una delle priorità dei mezzi di informazione affinché gli italiani possano capire di che «pa- « Le processioni mariane nei Quartieri Spagnoli hanno una cadenza media di una volta la settimana nel corso di un anno solare sta sono veramente fatti», dove affondano le radici della loro cultura e in particolare delle loro devozioni. E soprattutto è fondamentale esplorare gli universi festivi perché nel mondo globalizzato le pratiche rituali che vi sono legate potrebbero via via scomparire o prendere delle direttive del tutto nuove. Iniziamo allora quest’opera di raccolta del «patrimonio immateriale» della Campania con la festa di Sant’Antonio Abate, celebratasi il 17 gennaio a Macerata Campania (nella foto). La festa in onore di Sant’Antuono Abate è la festività più sentita dal popolo di Macerata Campania, cittadina poco distante da Caserta. Il 17 gennaio di ogni anno la comunità si riunisce dalle prime ore del mattino fino a sera inoltrata per celebrare il santo dalla lunga barba bianca al ritmo delle Battuglie di Pastellessa. Le battuglie sono dei carri addobbati con stoffe, nastri, palme e figure in legno, trainati da trattori (molti anni fa erano trainati da animali da soma), sui quali si suonano e cantono musiche della tradizione. La particolarità è che ad essere suonati non sono i convenzionali strumenti musicali, ma botti e altri contenitori agricoli che vengono percossi ritmicamente con falcetti o bastoni ricoperti di stoffa. Il nome di Pastellessa viene da un piatto tipico che si consuma nel giorno di San’Antonio Abate: la pasta lessa con le castagne. Quest’anno il comitato organizzativo della festa ha offerto gratuitamente la past’ e ‘llessa. Se in passato tutti i festeggiamenti si concentravano il 17 per consentire ai lavoratori della terra di non abbandonare i campi troppo a lungo, oggi si dilatano nell'arco di un’intera settimana. Quest’anno le battuglie hanno sfilato per le vie del centro a partire dal 12 di gennaio. L’economia di Macerata Campania si è fondata in passato soprattutto sull’agricoltura. Il lavoro nei campi costituiva il fulcro del quotidiano, attorno ad esso si sviluppava anche la vita associativa e si modellava la religiosità popolare. Ecco perché un ruolo preminente è attribuito agli oggetti botti, falcetti, contenitori agricoli, trattori - e agli animali della terra. Il maiale, ancora oggi posseduto da molte famiglie, viene solennemente ucciso ogni anno dopo il 17, giorno che segna l’inizio del Carnevale, periodo in cui il porcello viene mangiato in un tripudio sacrificale sotto forma di lasagne, prosciutti e sanguinacci. Il maiale e il fuoco, i simboli associati alla figura di Antonio Abate, sono i protagonisti indiscussi della ricorrenza. Tre fantocci che raffigurano un maiale, un ciuccio e una donna vengono fatti esplodere in sequenza, dopo un gran fragore di fuochi pirotecnici, al centro di piazza de Gasperi. A chiudere lo spettacolo è l’esplosione della intrezziata, un alto palo in legno attorno al quale gira una catena di fuochi pirotecnici che raggiungono il loro apice con un botto finale assordante. Il rituale è tradizionalmente considerato di buon auspicio per il raccolto. Proprio nel mese di gennaio inizia infatti la semina dei campi. SOLLECITAZIONI la vignetta di Malatesta IL SUDISTA Mimmo Della Corte CERCASI STRATEGIA PER IL SUD Colmo di fulmine Diario stupendo DOMENICO REA Passeggiata napoletana «Sono andato a passeggio a lungo in questi giorni. Dopo il periodo delle feste, Napoli mostra la corda. Il ritmo del commercio e del traffico si placa e si vedono uomini e cose come al rallentatore. Ora devo confessare a me stesso che, se fossi chiamato a testimoniare dinanzi ad un tribunale sullo stato presente delle cose, dovrei limitarmi a dichiarazioni imprecise. Ciò che è vero in un punto è falso in un altro, il benessere di un luogo sorge sulla miseria di un altro, i bisogni di una famiglia sono inconcepibili per un’altra. Vi sono ragazze che, tradite e ingannate, si avvelenano; altre hanno capito che l’indipendenza e il lavoro sono i fondamenti della dignità umana. Mi è sembrato, per un momento, di trovarmi in una confusione di lingue, si badi: non in un paese straniero, ma in una metropoli in cui ciascun abitante si sentiva straniero rispetto a tutti gli altri. Alcuni mi sono apparsi uomini civili e progrediti, abili in mestieri e professioni così specializzati da rasentare l’incomprensibile; altri stavano fermi al loro artigianato tolemaico, calati nel mondo del mutuo soccorso come nelle tribù. Ma la cosa più straordinaria da cui sono stato colpito in quell’attimo di smarrimento è stata questa: mi è sembrato di scorgere che ciascuno cercasse di rubare qualche cosa alla città invece di darle qualche cosa perché divenisse la funzionale patria comune». (Domenico Rea, tratto da Il re e il lustrascarpe, 1960) OSCAR WILDE La verità sulla democrazia «Il dispotismo è ingiusto per tutti, incluso il despota che probabilmente era fatto per cose migliori. Una volta si pensava alla democrazia come alla speranza del futuro, ma la democrazia significa semplicemente far bastonare il popolo dal popolo in nome del popolo». (Oscar Wilde, tratto da L’anima dell’uomo sotto il socialismo, 1891) di RENATO ROCCO Erotismo: dare libertà alle proprie mani. Era tanto avaro da risparmiare il fiato. Ogni mattina la professoressa imboccava la strada maestra. Il nobile cercava di farsi un buon nome avendo già un buon cognome. Da scongiurare che il pilota cada dalle nuvole. Quando la moglie è tutta carne, il marito è tutt'ossa. La lussuria è compiacersi di essere arrivati così in basso. «Metodi ed obiettivi per un uso efficace dei Fondi Comunitari 2014-2020». È questo il titolo del documento predisposto dai ministeri per la Coesione territoriale, Politiche sociali ed agricole, alimentari e forestali, per «l’apertura del confronto pubblico». Un documento che, certo, dal punto di vista generale e per le finalità che si propone di perseguire, si può anche condividere, ma che, per quanto attiene il Mezzogiorno, lascia tantissime perplessità soprattutto per quello che non c’è e che avrebbe dovuto esserci. La verità è che, la lettura delle 96 pagine del provvedimento, delle 7 innovazioni di metodo, delle tre opzioni strategiche (Mezzogiorno, città ed aree interne) e delle 11 ipotesi operative collegate alle aree tematiche previste dall’Ue lascia soprattutto per quanto riguarda il Sud - nella mente di chi lo legge, una vaga e strana sensazione di incompletezza. Indubbiamente è vero che l’Italia del tacco è citata tra le opzioni strategiche ovvero quelle che, teoricamente, dovrebbero essere le tre principali priorità da affrontare, ma ciò che serve, per ottenere quest’obiettivo, non c’è assolutamente. Purtroppo, il vuoto che neanche questo ennesimo atto si è preoccupato di riempire è quello relativo all’assenza di un disegno strategico complessivo che indichi quale modello di sviluppo s’intende realizzare e quale volto si vuole dare alla nostra area: industriale, turistico, commerciale, punto logistico e di snodo verso il Mediterraneo; semplice mercato di vendita di prodotti provenienti da altre zone del Paese, piuttosto che area d’interscambio che, a fronte di prodotti acquistati al di fuori dei propri confini, offra servizi e beni di sua esclusiva pertinenza: mare, turismo, cultura, ambien- te, archeologia, agricoltura ed agroalimentare. Ha perfettamente ragione, chi sottolinea l’esigenza di definire quali debbano essere le priorità per il Mezzogiorno. Ma è chiaro che occorre farlo, nell’ambito di un progetto da realizzare. Anche perché individuarle non è difficile, ma è chiaro che vanno risolte tenendo conto di una strategia di fondo e complessiva che indichi dove si vuole portare il Sud. Perché se l’obiettivo è il turistico, Matera con i suoi «Sassi», non può restare l’unico capoluogo di provincia italiano privo di terminale della Ferrovia dello Stato; il mare della Campania va disinquinato, ripulito e riqualificato, le ricchezze archeologiche vanno ripristinate nella loro bellezza originaria. Allo stesso modo, se si vuole fare del Mezzogiorno un’area destinata all’industria o all’agricoltura; uno snodo per la logistica nel bacino del Mediterraneo; un polo commerciale o di servizio, gli interventi da mettere a punto e le infrastrutture da realizzare vanno finalizzati verso gli obiettivi prefissi. Diversamente, qualsiasi intervento previsto ed attuato, per quanto capace di arrivare al raggiungimento degli obiettivi, sarà sempre fine a se stesso e non produrrà alcun giovamento sul piano complessivo e nessun «presidio nazionale» che, tra l’altro, scusatemi il cattivo pensiero, mi riporta alla mente, il vecchio fantasma del centralismo che, «forte» o debole che sia, non potrà mai produrre l’unico vero «risultato atteso» da decenni e che sembra non avere alcuna intenzione di farsi vedere da queste bande: la crescita del Sud. Perché le insufficienze e le arretratezze meridionali, che ci sono e sono tante, sono note a tutti e vanno risolte senza concessioni alla teoria ed alla retorica, ma dando concretezza reale agli interventi. Cosa che anche questo documento, purtroppo, non prevede. CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (13) QUARTIERISSIME I BUONI SCONTO DEL COMUNE Napo, in principio la moneta era virtuosa COLLEGIO VILLALTA: AL VIA IL CORSO DI GIORNALISMO Laura Cocozza N apo o non Napo? Il dilemma shakespeariano, parafrasato, s’impone di fronte all’iniziativa lanciata a dicembre dall’assessorato al Commercio del Comune di Napoli. Perchè, per come era stata pensata la sua assegnazione, occorreva che ogni cittadino dovesse porsi necessariamente questa domanda: sono abbastanza virtuoso per riceverlo oppure no? Il Napo, per chi non sia stato attento a cosa succede in città, è la prima banconota firmata da Luigi de Magistris. Non si tratta di moneta corrente (perchè non garantisce un controvalore) ma è un buono sconto al portatore destinato inizialmente a turisti e cittadini “virtuosi“ e che dà diritto, appunto, ad uno sconto pari al 10% dell’importo complessivo speso negli esercizi commerciali cittadini aderenti. E fin qui, nulla di problematico, anzi. Il Napo, nelle intenzioni, premia i turisti che arrivano in città e i consumatori che spendono nel proprio quartiere anzicché nella grande distribuzione extraurbana, e permette ai commercianti di avere una carta fedeltà (un’altra!) senza costi iniziali, in cambio dello sconto praticato sul prezzo di vendita. Gli esercenti che raccoglieranno più buoni, infine, (e li conserveranno gelosamente fino al 2015!), faranno anche qualcosa per il loro quartiere perchè il Comune concentrerà le azioni di arredo nelle aree che restituiranno più Napo. Si tratta, insomma, di un tentativo di sussidio comunale al com- (14) Il buono prevede il 10% di sconto sull’’importo speso nei negozi aderenti all’iniziativa. Ma con quale criteri si distribuisce? La strana lettera ricevuta dai componenti delle Municipalità mercio di vicinato, decimato dalla crisi, una sorta di spesa pubblica per sostenere la domanda locale. Una spesa virtuale però, perchè tutta l’iniziativa, finora, non è costata nulla a Palazzo San Giacomo. Alla stampa e alla distribuzione della moneta ci ha pensato il Banco di Napoli. E davvero stupisce la magnanimità dell’Istituto bancario che si è fatto carico di queste spese non indifferenti. Attualmente infatti sono stati stampati 10 milioni in Napo ed è stato annunciato che si arriverà a 70 milioni nel 2013 per un giro di «scambi» stimato dall’assessorato di 640 milioni di euro. Stime che forse sarebbe il caso di verificare, in qualche modo. A parte le considerazioni economiche, gli aspetti che appaiono più confusionari sono il metodo e il criterio di distribuzione. In questi giorni sono arrivati pacchi di Napo ai componenti delle Municipalità, accompagnati da una lettera firmata dal promotore dell'operazione, l’assessore comunale al Commercio Marco Esposito, in cui si legge «Stiamo distribuendo ai napoletani il buono sconto al portatore destinato ai cittadini e ai turisti che spendono negli esercizi commerciali della città...ti invitiamo a contribuire al- CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 la diffusione dell’iniziativa tra commercianti e cittadini». Nella lettera è stranamente sparito quello che era l'elemento caratterizzante del Napo secondo quanto dichiarato dallo stesso Esposito, ovvero «che te lo devi in qualche modo meritare facendo qualcosa di positivo per la città. Un turista che viene a Napoli se lo è meritato, così come il napoletano che paga correttamente le tasse, che fa attività per il sociale o volontariato». Ora, invece, non una parola sulla discriminante virtuosa. Il Comune ha semplicemente invitato i componenti delle Municipalità a dare i buoni sconto a chiunque vogliano. Ci domandiamo: perchè per ottenere i Napo non serve più il requisito della virtù? Si saranno resi conto che il criterio di pagare correttamente le tasse è difficile da verificare; oppure che è difficile stabilire cosa vuol dire fare attività per il sociale o volontariato (se alzo una vecchietta caduta per strada ho fatto qualcosa per il sociale? e se accudisco mia nonna malata, ho fatto volontariato? e se nessuno mi ha visto, chi glielo dice poi al Comune?); o ancora che non tutti possono permettersi di fare attività se non quelle per portare lo stipendio a casa, pur avendone magari la volontà? Chissà. Certo è che anche quando a dicembre ancora predicava la virtù, il Comune ha cominciato a distribuire i Napo, (e lo farà fino alla fine di febbraio) ai diciottenni. Che strano, proprio ai diciottenni che non pagano le tasse e non lavorano ancora. Forse li premia perchè hanno compiuto 18 anni e suppone che la vita non abbia ancora intaccato la loro integrità. I cinici e i maligni pensano invece che i diciottenni vengono premiati perchè sono nuovi potenziali elettori o futuri correntisti. Certo, però, i maligni non sono virtuosi. Riparte il 9 marzo con la XIV edizione il corso di Cultura Giornalistica “Luciano Grasso” organizzato presso il Collegio Universitario “Villalta” in via Martucci n.35 H. Il corso è a numero chiuso ed è rivolto a 50 studentesse universitarie o giovani laureate di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Agli incontri, che si tengono il sabato dalle 9:30 alle 13:30, intervengono giornalisti professionisti del panorama partenopeo e non solo, tra cui: Ottavio Lucarelli (presidente “Ordine dei Giornalisti” Campania), Massimiliano de Francesco (direttore Iuppiter Group), Giustino Fabrizio (caporedattore “Repubblica” Napoli), Enzo Calise, Adriano Albano e Pietro Centomani (RAI), Dolórs Massót (direttrice della scuola Superiore di Moda e Tendenze dell’Università di Barcellona) e Carla Mannelli (Scuola di Giornalismo – Università Suor Orsola Benincasa). Nel valido percorso formativo organizzato dal collegio “Villalta”, un’attenzione particolare è dedicata anche alle professioni emergenti nel campo della comunicazione via web. Alle ragazze è data poi l’occasione di sperimentare e migliorare le proprie abilità tramite un piccolo laboratorio di scrittura online. Alle due partecipanti che si dimostreranno le migliori sarà consegnato il premio “Luciano Grasso”, consistente nell’opportunità di uno stage non retribuito presso testate e aziende partner dell’evento. Per partecipare è richiesto un contributo di 140 euro da corrispondere a titolo di rimborso spese. Per info: [email protected] LUCIANA RANIERI SOLIDARIETÀ OPERATIVA CON «MUNICIPALINSIEME» Di poche chiacchiere e di tanta concretezza è la solidarietà attiva che, a volte, nasce dalla collaborazione tra istituzioni e cittadini. È il caso dell’iniziativa «Municipalinsieme», firmata in solido dalla Prima Municipalità (Chiaia, Posillipo, San Ferdinando), dal CNP Circolo Operatori della Polizia di Stato, dalla Parrocchia San Marco di Palazzo e da «Napoli Sociale», società assistenziale sotto il cappello del Comune partenopeo amministrata dal professor Felice Marinelli. Motori del progetto, che interviene sull’infanzia disagiata di Chiaia e San Ferdinando, Fabio Chiosi, presidente del locale parlamentino municipale, e Antonella Esposito, assessore alle Politiche sociali della Municipalità, da sempre attenti alle realtà socialmente «difficili» della zona. «Municipalinsieme», dunque, mette a disposizione di 30 ragazzini di famiglie meno abbienti, che sono stati scelti dai Servizi Sociali, corsi sportivi di judo, calcio e un corso di attività teatrali. Allo sforzo partecipa la parrocchia di San Marco mettendo a disposizione alcuni ambienti idonei alle attività previste che naturalmente sono tutte gratuite. L’auspicio è che la solidarietà operativa trovi maggiore sponda economica da parte della Giunta De Magistris e un reale ascolto delle esigenze delle Municipalità cittadine, impegnate nella gestione del «sociale». VIVIANA GENOVESE QUARTIERISSIME SVILUPPO SOSTENIBILE, LINIZIATIVA Responsabilità sociale, arriva il Salone Livia Iannotta Napoli diventa città responsabile. Parte l’iniziativa «Spazio alla responsabilità», promossa dall’omonima associazione, con l’obiettivo di diffondere i principi di responsabilità sociale condivisa in vista di uno sviluppo sostenibile per il territorio. Tra le attività maggiori messe in campo, la prima edizione del «Salone mediterraneo della responsabilità sociale condivisa», che la città all’ombra del Vesuvio ospiterà dal 5 al 13 aprile. L’evento, presentato al Pan (vedi foto), ha visto la partecipazione di Severino Nappi, assessore al Lavoro della Regione Campania, Pina Tommasielli, assessore delle Pari Opportunità Comune di Napoli, Marilù Galdieri, assessore al Lavoro della Provincia di Napoli, Benedetta Francesconi in rappresentanza del Ministero dello Sviluppo Economico che hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa che intende coinvolgere tutte le parti sociali, dalle istituzioni pubbliche alle associazioni sindacali e datoriali, dagli ordini professionali a tutte le realtà appartenenti al terzo settore. Il «Salone» prevede nove giorni di convegni, seminari, workshop ed aree espositive che animeranno la Mostra d’Oltremare, per permettere non solo alle imprese, ma anche a organizzazioni profit e no profit e alle istituzioni, di agevolare l’incontro di domanda e offerta di comportamenti responsabili e avviare quel «contagio» rapido e proficuo che investa tutti gli attori del tessuto economico, sociale e politico. E così attenzione all’ecologia, tutela della dignità dei lavoratori e pari opportunità saranno alcuni dei temi su cui i vari «focus» in programma punteranno i riflettori. Anche al settore turistico ed energetico è richiesta una gestione sempre più consapevole dell’impatto delle loro attività sul territorio. Proprio per questo «Spazio alla responsabilità” si incrocia con altri due eventi fieristici importanti: la sesta edizione di «EnergyMed», l’evento internazionale su energia, mobilità sostenibile e riciclo più atteso del Sud Italia, che si svolgerà alla Mostra dall’11 al 13 aprile, e la «Borsa mediterranea del turismo», manifestazione giunta alla diciassettesima edizione che abbraccia l’intero comparto turistico, in programma dal 5 al 7 aprile. «Il nostro intento - ha spiegato durante la presentazione dell’iniziativa Raffaella Papa, presidente dell’associazione «Spazio alla responsabilità» è contagiare gli oltre 600 espositori e i 40mila visitatori, promuovere occasioni di business e catalizzare l’attenzione dei principali attori, nazionali ed internazionali, nell’ambito della responsabilità sociale». L’evento, promosso con il patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Napoli e del Comune, vanta partnership importanti tra cui la fondazione Sodalitas, il Sole 24 Ore, la fondazione «Con il Sud» e l’Inail. Quest’ultima, in particolare, punta a promozione della cultura della sostenibilità e incentivi: «Le aziende fino a dieci dipendenti che adottano comportamenti responsabili - assicura il direttore Emidio Silenzi - otterranno uno sconto del 30% sul premio assicurativo». Insomma, un «approccio vincente», come lo hanno definito gli organizzatori, per la diffusione di un modello di business basato su incontro, condivisione, valorizzazione delle tecniche più innovative nel campo della sostenibilità. CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (15) STORIE&TERRITORI pagina a cura di NewMediaPress POZZUOLI, BUONE NOTIZIE Operazione siti puliti I reperti archeologici nei pressi dell’Anfiteatro Flavio liberati dai rifiuti. Puteolani soddisfatti Rosario Scavetta I l 2013 avviene con una piacevole novità per l’immagine della città di Pozzuoli. I reperti archeologici presenti all’esterno dell’Anfiteatro Flavio (vedi foto), infatti, sono stati ripuliti da rifiuti, sporcizia e oggetti vari. In questi giorni, invece, è avvenuta un’operazione di pulizia che ha piacevolmente sorpreso residenti e non. All’interno del sito archeologico delimitato dalle cancellate e dalle ringhiere, infatti, non vi è ombra di una cartaccia, di un mozzicone di sigaretta o di una bottiglina di plastica. Tutto è in perfetto ordine, come dovrebbe normalmente essere un luogo di tale importanza. Decisamente soddisfatti i cittadini: «Crediamo che sia stato fatto un grande passo in avanti nel processo di gestione di un patrimonio storicamente tanto importante come quello che abbiamo a Pozzuoli», questa l’opinione di marito e moglie sulla sessantina, residenti in via Carlo Rosini. «Un’operazione questa che apprezziamo sicuramente e che deve fare da esempio per il futuro. È neces- (16) sario infatti che tutto sia ben curato nei minimi dettagli, quindi a maggior ragione un qualcosa di culturalmente così valido come questi reperti non può essere trascurato e abbandonato a se stesso. Sarebbe un peccato troppo grande». Troppo spesso, in passato, era accaduto che i reperti archeologici in questione, così come lo stesso Anfiteatro Flavio fossero «trascurati» in maniera decisamente deleteria, senza tener conto della loro valenza in un contesto monumentale che, almeno sulla carta, sarebbe potuto essere considerato di primissimo livello. Invece, come gli eventi hanno poi dimostrato, troppa poca attenzione è stata concessa ai due vicini beni archeologici. Un aspetto, quest’ultimo, che viene più volte sottolineato proprio dalla cittadinanza quando l’argomento in questione è la gestione delle attrattive turistiche cittadine. «Siamo contentissimi che sia stata fatta un po’ di pulizia, il centro ha tutto un altro aspetto se ci si dedica assiduamente alla sua cura ed alla sua pulizia», ci dice un giovane trentenne tornato a Pozzuoli dopo un periodo di studio all’estero. «Però allo stesso modo occorrerebbe che fosse sempre così, in maniera tale da poter presentare, come città di Pozzuoli ma anche come Campi Flegrei, delle alternative turistiche che siano valide nel tempo e soprattutto più che CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 presentabili anche ai ‘palati fini’ dei turisti stranieri, abituati giustamente ad un livello di presentabilità di opere d’arte e reperti archeologici che molto spesso a Pozzuoli viene dimenticato. Tenendo sempre puliti i siti, invece, si inizia a praticare una riscoperta delle bellezze di casa nostra, sperando di poter introitare maggiormente proprio a partire dal mercato del turismo». Al di là di quello che si fa e di quello che si dovrebbe fare, comunque, va tenuta in considerazione una variabile piuttosto importante: oltre al lavoro delle istituzioni e degli enti preposti alla pulizia pare infatti necessario un impegno costante da parte dei cittadini prima di tutto. Le cartacce, le bottiglie e tutti gli altri rifiuti, infatti, non si depositano certo da sole sull’asfalto e sull’erba antistante. Si vedono ancora troppo spesso fazzoletti e pacchetti di sigarette lanciati dai finestrini delle auto in corsa, senza alcun interesse nei confronti dell’arredo urbano né dell’aspetto della città. Ad ogni modo comunque, restano più che positive le impressioni dei cittadini in merito all’intervento di pulizia della zona destinata ai reperti archeologici. Un brillante risultato che di certo non è passato inosservato ma che, piuttosto, ha risvegliato nei cittadini la «voglia» di sentirsi parte di una città turistica, storica e culturale. Report trasporti: i disagi dei cittadini Diciamolo subito: i cittadini flegrei sono tutt'altro che soddisfatti delle condizioni del trasporto locale su gomma. Prendere un autobus a Pozzuoli e dintorni è un'esperienza di cui la stragrande maggioranza dei viaggiatori farebbe volentieri a meno. Ritardi, autobus sovraffollati e molto spesso sporchi: sono questi i motivi principali del malcontento generale. Le parole dei cittadini intervistati testimoniano pienamente il disagio quotdiadiano per chi utilizza i mezzi pubblici. Maria Rosaria, ventinove anni anni, è una studentessa universitaria iscritta alla facoltà di Ingegneria della Federico II, quindi quasi tutti i giorni segue i suoi corsi presso la sede di Agnano. Vorrebbe prendere la Cumana, che la porterebbe a pochi metri dall'edificio, ma dei leggeri attacchi di claustrofobia nei mesi scorsi le hanno fatto decidere di utilizzare l'autobus: «Da settembre circa non prendo più la Cumana, a causa di uno stato di panico che mi ha spinto verso questo scelta. Da allora utilizzo l'autobus quasi cinque giorni a settimana, e posso definirmi sicuramente tutt'altro che soddisfatta. Per i miei orari non posso lamentarmi dell'affollamento, visto che intorno alle dieci di mattina siamo in pochi, ma mi lamento, invece, del fatto che venire da Pozzuoli a Napoli è un'odissea. Non sai quando passerà il tuo pullman e non hai alcuna indicazione per saperlo. Le tabelle elettroniche sono presenti solo in pochi punti della città di Pozzuoli, altrove ci si affida al caso. Inoltre conclude - anche andarsene per un'idea è quantomeno assurdo. È impossibile regolarsi, anche perché capita che in alcune occasioni passi una volta ogni venti minuti, in altre si può aspettare anche un'ora. È scandaloso tutto questo». «Mi domando quando noi puteolani ci ribelleremo a questo assurdo sistema dei trasporti». Esordisce così la signora Rosalba, cinquantotto anni. «Perché in questa città una cosa normale come prendere un autobus deve diventare un'impresa quasi da eroi? Eppure non abbiamo il problema della importante estensione territoriale e dell'elevato numero di auto, come accade invece a Napoli. Siamo un comune molto popolato ma non così grande, quindi non crediamo di chiedere tanto quando diciamo che esigiamo un trasporto pubblico su gomma all'altezza delle nostre esigenze». Quando la salutiamo per fare altre domande in giro, la signora Rosalba si trova alla fermata degli autobus nei pressi di piazza Aldo Moro, ad Arco Felice. Dopo quasi trenta minuti la vediamo ancora lì: «Cosa vi dicevo? È assurdo, è assurdo». Come spesso accade quando i disagi intaccano la mobilità, anche in questo caso gli anziani sono tra i più colpiti da questa condizione di disservizio. «Per un povero anziano aspettare il pullman diventa difficile e in alcuni periodi, come l'estate, addirittura pericoloso. Sotto il sole per mezz'ora - riferisce il signor Procolo - ad ottantuno anni rischio seriamente la vita. E, come me, tanti altri che non possono usufruire di un passaggio di un nipote, di un figlio o di un amico e non hanno la possibilità di prendere un taxi». Testimonianze forti e decise, che le istituzioni e l'azienda dei trasporti su gomma non possono ignorare. Soprattutto in funzione del fatto che appare evidente quanto l'indice di soddisfazione per il servizio sia pari allo zero, come si può continuare in questo modo? Quando tutte le pensiline saranno dotate di panchine? Quando saranno intensificate le corse? Quando saranno installati ovunque i tabelloni elettronici? Quando, insomma, si potrà avere un servizio degno di una città normale? ROSARIO SCAVETTA BANCONOTE CULTURA, LE MOSSE DELLA REGIONE Legge sull’editoria, una goccia di fondi la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione del prodotto finito; alla progettazione, lo sviluppo e l’aggiornamento dei contenuti digitali, siti web e tecnologia internet e-commerce, di comunicazione e di promozione multimediali; all’attività di promozione tramite la rete libraria, alla stampa, l’acquisto di spazi pubblicitari su testate e periodici d’informazione di carattere locale, regionale o nazionale e l’attività di ufficio stampa; alla promozione con il sistema delle piccole librerie, specializzate nella vendita di prodotti editoriali a stampa ed audiovisivi e di prodotti multimediali connessi a produzioni editoriali; all’attività di commercializzazione attraverso la distribuzione su scala regionale e nazionale, nonché alle ristrutturazioni aziendale ed ammodernamento tecnologico. Verranno, inoltre, istituiti: il centro di documentazione sull’attività editoriale e multimediale; il registro delle imprese editoriali campane e premi per favorire e promuovere i progetti delle imprese campane operanti nel settore editoriale. Le domande per la concessione dei contributi vanno presentate entro il 31 ottobre di ogni anno, corredate dalla documentazione a dimostrazione del possesso dei requisiti previsti ovvero: imprese costituite in forma individuale o societaria, sia di persone che di capitali, con sede legale e redazione in Campania; iscrizione alla Camera di Commercio da almeno 3 anni, il possesso del codice di attività Ateco 581100 edizione di libri e del codice Isbn 13; oggetto prevalente dell’impresa la pubblicazione e la successiva commercializzazione di prodotti editoriali; la produzione editoriale di almeno 30 titoli in catalogo, strutturate in collana, da cui si evince un programma ed una linea editoriale. Per quanto attiene, poi, alle imprese, le cooperative e le associazioni editoriali che editano periodici e che hanno sede legale e attività produttiva in Campania, La nuova legge dell’editoria prevede la creazione del Centro di documentazione sull’attività editoriale e multimediale Domenico Cortese D i certo lo stanziamento di fondi per l’editoria non sarà sufficiente a risolvere «in toto» e forse neanche in parte i problemi degli editori campani di libri e giornali, vista l’entità della cifra stanziata per quest’anno (100mila euro), rapportata al numero dei tantissimi potenziali beneficiari. Ma, in considerazione delle difficoltà che affliggono attualmente l’economia internazionale e nazionale che si riflettono su quella regionale, «non si sarebbe potuto fare di più», come ha sottolineato il presidente del Tavolo di partenariato economico e sociale della Campania e consigliere regionale del Pdl, Luciano Schifone. Ciò che conta, è che la legge per la «Promozione e sostegno dell’editoria libraria regionale e dell’informazione locale» sia stata approvata e possa cominciare a dare qualche frutto. Poi, magari, a crisi globale superata sarà possibile destinare qualcosa di più alla sua copertura e, quindi, al sostegno di un settore, qual è quello dell’editoria, tanto importante per la crescita culturale e civile della società e della democrazia, della circolazione delle idee e della formazione di un’opinione pubblica consapevole dell’importanza delle diversità per la difesa dei principi e dei valori. Il settore è in difficoltà per un ventaglio di ragioni, tra cui: la limitatezza dei fondi a propria disposizione; l’eccesso di «nanismo» imprenditoriale che ne contraddistingue la stragrande maggioranza; la scarsità del gettito pubblicitario che, in un’economia in crisi qual è quella campana, non riesce a rappresentare uno sgabello sufficientemente solido per garantirne la sopravvivenza. L’ente regionale ha stanziato 100mila euro per le imprese editoriali e la promozione del libro. Una cifra piccola rapportata al numero dei tantissimi potenziali beneficiari. Ecco i requisiti per accedere ai contributi Il che fa della platea dei suoi protagonisti, una folla di predestinati al fallimento o all’asservimento al padrone di turno e ne mette in discussione il ruolo, l’indipendenza e la capacità di contribuire alla costruzione di una società civile in grado di aiutare l’ex Regio felix a crescere, a emanciparsi dal sottosviluppo sociale-economico e culturale. Senza contare che, in queste condizioni di difficoltà, diventa impossibile ergere un baluardo contro le infiltrazioni della criminalità organizzata nei gangli vitali della nostra realtà regionale, sia sotto il profilo economico-finanziario e produttivo sia a livello istituzionale e politico. Detto questo, proviamo ad approfondire i contenuti della legge. A cominciare dagli obiettivi: il sostegno alla stampa di informazione periodica locale; la distribuzione locale e la diffusione della stampa periodica di informazione; la promozione, la definizione e l’attuazione di progetti innovativi per la diffusione, l’analisi e la lettura della stampa d’informazione locale; l’incentivazione alla diffusione del libro, attraverso il sistema delle piccole librerie, al fine di valorizzare anche le aree periferiche. Va evidenziato che la suddetta legge prevede, quindi, operano con regolarità da almeno tre anni e sono già iscritte al registro degli operatori della comunicazione, possono accedere ai contributi se le testate editate hanno frequenza non quotidiana ed, almeno, settimanale; hanno periodicità regolare di almeno 40 uscite per i settimanali; tiratura superiore alle mille copie, di cui almeno il 50% inviato tramite abbonamento sul territorio regionale, e diffusione nei capoluoghi provinciali o sovracomunali ed, infine, hanno le caratteristiche proprie dei giornali con foliazione destinata per il 55% all’informazione locale e, per non più del 45% destinata ad ospitare la pubblicità su base annua. Fin qui i punti principali della legge. C’è da chiedersi, però, se saranno sufficienti i 22 articoli - per quanto, intensi e sostanziosi - di cui si compone la normativa appena approvata, per risolvere i problemi del settore editoriale che in Campania - ancora più che altrove - sono, sì, conseguenza della limitatezza del numero dei lettori e della scarsità - sia qualitativa che quantitativa - degli utenti pubblicitari, ma anche dell’inconsistenza dei contenuti. Difficile perché per quanto la fine della crisi che, prima o poi arriverà, potrà, come assicurato dai proponenti della legge, far crescere gli stanziamenti ad essa finalizzati, i contributi pro capite resteranno, comunque, limitati, rispetto ai costi da sostenere. Da qui la necessità che organi d’informazione ed editoria si adeguino, cercando di dare quel colpo d’ali, indispensabile a far crescere il livello qualitativo, e quindi l’attrattività e l’attenzione dei lettori e degli inserzionisti pubblicitari nei loro confronti. Se ne saranno capaci, la normativa potrà tornare utile, altrimenti la buona volontà dimostrata nell’occasione dalla Regione, finirà per essere uno sforzo inutile e privo di significato, impossibilitato ad offrire risultati concreti, per l’incapacità dei protagonisti dell’informazione a mettere sul mercato prodotti all’altezza dei tempi ed appetibili per i potenziali lettori. CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (17) (18) CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 Supplemento al numero in corso di Chiaia Magazine SITO E-COMMERCE IPear, giovane realtà aziendale, vende prodotti di elettronica delle migliori marche a prezzi competitivi sul portale ipearshopping.it consulta il sito life www.tugheder.it Trent’anni di passione per l’arredo Il Centro Regionale Arredamenti di Succivo, continua ad essere nel tempo un punto di riferimento per clienti vecchi e nuovi, grazie all’impegno profuso nella ricerca dei materiali e del design, offrendo prezzi competitivi Nata quasi come una sfida, grazie ad una meticolosa e costante ricerca della qualità e ad un controllo continuo dei costi, negli anni Settanta una piccola bottega si è trasformata in una struttura con diversi addetti e si è sviluppata su oltre mille metri quadri di esposizione diventando il "Centro Regionale Arredamenti". Questo progresso è stato un lavoro di gruppo, incessante ed omogeneo, che ha prodotto l'affezione dei clienti e che ha generato quella che si è rivelata essere la chiave vincente di una crescita nel tempo: il passaparola. Da oltre tre decenni alla ricerca del giusto compromesso tra stile e utilità, utilizzando colori, forme e materiali più duraturi, il Centro ha consolidato una filosofia aziendale incentrata sull’attenzione al cliente, impegnandosi costantemente a non de- CANNAVACCIUOLO, PERSONAL ADVISER Affidare i propri risparmi perchè producano frutti è una scelta difficile. Orientarsi tra le varie possibilità disponibili nella gestione dei patrimoni lo è ancora di più. Per questo è sempre bene affidarsi a consulenti esperti ed a società conosciute nel panorama nazionale. Tugheder oggi consiglia Fineco che, il Personal Financial Adviser napoletano Salvatore Cannavacciuolo, ci spiega essere "la prima banca online d'Italia e quella con la più alta percentuale di clienti soddisfatti (98%)”. Fineco è una banca del gruppo UniCredit ed è a Napoli con i suoi uffici dal 1999 per dare ai clienti la più ampia possibilità di personalizzazione della propria offerta, in relazione alle esigenze di risparmio e investimento di ciascuno. Dal BOT per le famiglie alla gestione patrimoniale più evoluta per clienti con grossi patrimoni, passando per il conto corrente a vero “costo zero ” e i piani di accumulo per costruire capitali per i più giovani. Tutte le informazioni sulle possibilità offerte da Fineco posso essere richieste direttamente a Salvatore Cannavacciuolo, un consulente finanziario d'avanguardia, nel suo ufficio all'Isola C1 del Centro Direzionale. Salvatore Cannavacciuolo Personal Financial Adviser Tel: 335.7722433 - www.fineco.it [email protected] luderne le aspettative. Il Centro propone mobili classici e moderni delle migliori marche sul mercato e una selezione rigorosa dei prodotti attraverso lo studio dei materiali, del design e della lavorazione. Dall'arredo per la casa a quello per la propria attività commerciale, dalle cucine ai salotti, passando per le stanze da letto, il Centro offre soluzioni per tutte le esigenze a prezzi ipercompetitivi. Il Centro Regionale Arredamenti è a disposizione per informazioni e preventivi gratuiti per qualunque esigenza CENTRO REGIONALE ARREDAMENTI via Mameli, 38 - Succivo (CE) Telefono: 081-5012376 web: www.centroregionalearredamenti.it [email protected] Cafiero, gioielli per clienti di gusto Con le radici piantate nell’oreficeria e nella gioielleria napoletana degli anni ‘60 si afferma nel tempo la ditta Cafiero. Aperta da Pietro Cafiero, precursore nel fondare una delle più antiche gioiellerie della città, la ditta Cafiero Gioielli situata nel cuore dell’arte orafa partenopea, il Borgo degli Orefici, propone oggi la propria passione, dedizione e conoscenza, non solo per la gioielleria ma anche per la gemmologia. Le conoscenze del fondatore sono state trasferite ai suoi tre figli, Consiglia, Anna Maria e Salvatore, i quali, con altrettanta professionalità, sostengono e coltivano l’arte del prezioso nei punti vendita di Napoli e Roma. Cafiero a Napoli è sinonimo di garanzia e affidabilità grazie alla crescita di un marchio rinomato e confermato da ben tre generazioni. Uno store Cafiero è il luogo in cui tradizione ed innovazione si incontrano, in cui all’atmosfera armoniosa e familiare sono affiancate grande serietà e competenza nell’ambito della gioielleria, della gemmologia e dell’orologeria, per soddisfare con concretezza e raffinatezza la richiesta e il gusto di una clientela distinta. . CAFIERO GIOIELLI Rua Toscana, 8 - Napoli Tel 081. 5537260 www.cafierogioielli.it [email protected] Febbraio |I 2013 paginadue consulta il sito food & travel www.tugheder.it IL BORGO, TRIONFA IL GUSTO CAMPANO Il ristorante di Castel di Sasso propone piatti tradizionali in una straordinaria cornice naturale Cantine Sabatino, vini doc e ospitalità Degustazioni con prodotti tipici dei Monti Lattari e tanta atmosfera Le Cantine Mariano Sabatino sono il luogo ideale per una visita guidata ai "profumi" del vino in cantina. Presso le Cantine è infatti disponibile una raffinata sala degustazioni dove è possibile apprezzare oltre alla vasta gamma dei genuini vini Sabatino, i prestigiosi prodotti tipici della meravigliosa filiera enogastronomica dei Monti Lattari, elaborati e cucinati da mani sapienti ed esperte nel rispetto delle storiche usanze locali. Punto di forza è sicuramente il “Gragnano” delle Cantine Sabatino, vino D.O.C. dal colore rubino, che il celebre sommelier Paolo Lauciani ha definito “luminoso ed impreziosito da una schiuma vivace. Il suo profumo www.cantinemarianosabatino.it [email protected] inizialmente vinoso e silvestre, dischiude poi delicati sentori floreali e di piccoli frutti rossi di bosco. L'assaggio è leggiadro, irresistibile e scattante. Il finale gustoso ed ammandorlato”. Nella tradizione del valore della ospitalità, il motto storico delle cantine "la gioia è accogliere gli amici, la felicità è quella di rivederli presto”, rivela tutta l’atmosfera che attende i clienti che scelgono questo luogo per trascorrere qualche ora cullati dai sapori e dai profumi dei buoni vini in una atmosfera di assoluta cordialità. Ai lettori di “Tugheder” l'Azienda Vinicola Mariano Sabatino ha riservato un piccolo simpatico omaggio oltre a particolari offerte promozionali di sicuro interesse. CANTINE MARIANO SABATINO via Vittorio Veneto, 21 Casola di Napoli Tel. 081 5392540 Cell. 3202117279 Cucina tipica e territoriale. Il tutto ambientato in un borgo medioevale con una veduta mozzafiato che arriva a comprendere anche il Taburno e il Monte Epomeo di Ischia. Questo è il ristorante "Il borgo" a Castel di Sasso, suggestivo paese che sorge su uno sperone roccioso la cui parete occidentale scende a strapiombo sulla sottostante vallata. Località impervia, ma di grande bellezza paesaggistica, situata tra i sistemi montuosi del Verna e del Friento. In questo contesto, e con un tavolo con vista su un panorama mozzafiato, è possibile gustare le specialità di questo caratteristico ristorante. "Paccheri al ragù di bufalo", "Stinco di maiale al forno con patate prezzemolate", "Tracchie alla brace" e specialità di carne in genere sono tra i piatti forti del ristorante ma estremamente caratteristica è anche la pagnotta di pane casereccio con verdura stufata che viene servita ai clienti in modo decisamente originale. Una volta aperta dall'alto e svuotata della propria mollica la pagnotta viene utilizzata come "piatto commestibile" all'interno del quale viene calata la verdura. Tutta la cucina comunque è strettamente legata al territorio ed alle tradizioni tipicamente campane e l'atmosfera ed il panorama contribuiscono, insieme alla alta qualità dei piatti proposti, a rendere pranzi Seguici su facebook: facebook.com/ilborgo.casteldisasso e cene un'esperienza davvero piacevole e rilassante. Particolarmente interessanti i menu fissi che abbinano all'ottima cena una particolare attenzione anche al prezzo. Quando prenoterete ricordate di segnalare che "vi manda tugheder". IL BORGO - piazzetta San Biagio, 7 Castel di Sasso (Ce). Tel. 081 5232618 FUNICULÌ FUNICULÀ,LA PIZZA QUADRATA ECCOLA QUA Dalla passione di due fratelli, Claudio e Salvatore Cito, che fin da bambini sognavano di fare del loro "pallino" la propria professione, nasce l'attività del ristorante pizzeria trattoria "Funiculì Funicolà". Alla passione di quei bambini si sono aggiunti poi l'impegno e la competenza che hanno trasformato il loro talento in un lavoro autentico. Funiculì Funiculà offre un ricco itinerario di sapori, partendo dalle appetitose pizze fino ad arrivare ai piatti gustosi di una cucina altamente qualificata, il tutto realizzato con prodotti di alta qualità e con i sistemi di una tradizione di cui il nostro Paese è fiero ed orgoglioso. L'esperienza, acquisita con una lunga pratica, e una forte dedizione al lavoro si traducono in questo ristorante in un vero e proprio itinerario gastronomico pronto a stu- pire anche i clienti dai gusti più esigenti. Alle pizze tradizionali si affiancano quelle più particolari ed innovative tra cui, molto particolare, la pizza quadrata con i bordi ripiegati all'interno per custodire un saporito ripieno. Particolare attenzione viene riposta alla genuinità delle materie prime che sono la base per le buonissime pizze, al forno o fritte, che compongono il ricchissimo ed originalissimo menu del ristorante. L'ampia sala ed un personale qualificato sono pronti ad accogliervi a San Sebastiano al Vesuvio (Na) in via Figliola 12. Buon appetito FUNICULÌ FUNICULÀ via Figliola, 12 S.Sebastiano al Vesuvio Tel. 081 5742627 www.funiculifunicula.it Febbraio I| 2013 paginatre consulta il sito food & travel www.tugheder.it Alla Tenuta Cavalier Pepe La Tenuta Cavalier Pepe, tra le più note in Campania, si trova a Sant’Angelo all’Esca, piccolo borgo nell’area del Taurasi dove si producono i tre celebri Docg della regione: Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo. Nei 40 ettari di vigneto e 5 di oliveto vengono prodotti vini di altissima qualità: oltre alle Docg vie- www.tenutacavalierpepe.it [email protected] ne prodotto il "Bianco di Bellona Irpinia coda di volpe Doc", ben cinque "rossi" a base aglianico, una selezione di Fiano, un Taurasi Riserva, un passito ed uno spumante. L’azienda è sempre aperta per visite e degustazioni su prenotazione, ed inoltre organizza con grande passione e professionalità veri e propri pacchetti da 1 a 3 giorni che comprendono: la partecipazione alla vendemmia nei mesi autunnali, la visita guidata ai vigneti e alla cantina, la degustazione dei vini in cantina e, naturalmente, il pranzo con menu degustazione presso il ristorante della Tenuta o altri ristoranti convenzionati. L’azienda è attrezzata per l’accoglienza rurale in B&B, residence ed agriturismi nelle immediate vicinanze e propone un sistema turistico perfettamente attrezzato per ogni esigenza a poco meno di un’ora di auto da Napoli all’uscita autostrada Castel del Lago-Benevento della "A16 Napoli-Bari". TENUTA CAVALIER PEPE Sant’Angelo all’Esca (Av) Tel. 0827-73766 Cell. 349/3172480 LO SPILLO a cura di Annalisa Tirrito CIRCONDATO dall’incantevole panorama delle Dolomiti di Brenta, patrimonio dell’umanità dal 2009, l’Hotel Gran Baita, ai piedi delle piste di Folgarida nel Parco Naturale Adamello, è pronto ad offrire un soggiorno confortevole sia che si tratti di una vacanza invernale “settimana bianca”, che di una vacanza estiva. Tradizione e tipicità ne fanno una struttura calda, accogliente e flessibile alle esigenze di chiunque. A poca distanza dall’hotel parte l’impianto principale di risalita per accedere, sci ai piedi, alle piste di Folgarida – Marilleva – Madonna di Campiglio – Pinzolo. Gli impianti del Passo Tonale e di Peio completano il comprensorio sciistico. Per poter godere della montagna anche senza essere sportivi estremi, si può usufruire dei percorsi per le escursioni con le ciaspole, nordic walking, sports invernali benefici, distensivi ed anche “poco costosi”. Il pattinaggio completa la proposta invernale unitamente allo sci nordico HOTEL GRAN BAITA - Via Campiglio, 208 - 38025 Folgarida di Dimaro - Trentino Tel +39 0463 986261 - [email protected] Ericusa, relax super nella magica Alicudi Ad appena 10 metri dal mare con 21 camere panoramiche dotate di tutti i comforts moderni ed un ristorante specializzato nelle ricette tipiche della cucina siciliana, l'hotel Ericusa è la scelta ideale per un soggiorno da sogno sull'isola di Alicudi, la più occidentale delle 7 che compongono l'arcipelago delle Eolie. Meta ideale per le famiglie ma anche per chi vuole trascorrere una vacanza estiva immerso nella natura e in un mare incontaminato, restando comunque ben collegato al "continente" grazie alla vicinanza alle coste palermitane ed ai numerosi collegamenti che nella stagione estiva garantiscono corse giornaliere di aliscafi e traghetti verso la Sicilia, la Calabria e la Campania. Una vacanza di vero relax se si pensa che ad Alicudi non circolano autoveicoli, tranne in casi eccezionali e comunque solo intorno al molo: le merci vengono ancora oggi trasportate con bestie da soma, presenti su tutta l'isola. Alle bellezze naturali si associa una particolare attenzione per la buona cucina. L'hotel Ericusa è anche un caratteristico ristorante sul mare dove è possibile gustare la semplice ma saporita cucina eoliana basata principalmente sul pesce fresco pescato intorno all'isola: aragosta, scorfano e vari piatti a base di totani freschissimi sono tra le specialità della casa, oltre ovviamente alla tipica granita siciliana al limone o al "caffè e panna" ed ai famosissimi dolci della regione, conosciuti in tutto il mondo. HOTEL ERICUSA Tel. 090 9889902 Cell. 328 7495992 www.alicudihotel.it Le isole Eolie a portata di click Arcipelago delle Isole Eolie: un mosaico che l’uomo incrocia da più di settemila anni nelle sue rotte alla scoperta di nuove terre. Vulcani attivi, spiagge fossili, sorgenti termali testimoniano l’origine vulcanica. Una sorprendente varietà di paesaggi, selvaggi e indimenticabili, caratterizzano queste isole del Mediterraneo ricche di una varietà di flora e fauna che qui trova un ambiente pulito e tranquillo. Nel 2000 le Eolie sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità e inserite nella World Heritage List. Sono una meta di villeggiatura apprezzata anche grazie a strutture ben organizzate, come ristoranti, pub, discoteche e numerose strutture alberghiere ed extralberghiere, che accolgono i visitatori desi- derosi di trascorrere una piacevole e divertente Esistono realtà che tentano di fondere creatività e tecnologia, per valorizzare ed innovare l’offerta turistica tipica di quest’arcipelago nell’ambito di un modello di sviluppo telematico. Queste realtà sono i siti "Vulcano Vacanze" (www.vulcanovacanze.it) e "Hotel Isole Eolie" (www.hotelisoleeolie.com) che indirizzano i visitatori verso l’offerta tipica delle Eolie. Attraverso questi portali si entra direttamente in contatto con le migliori strutture, abbreviando i tempi necessari alla conclusione della transazione. Le offerte vacanze last minute, aggiornate continuamente, consentono infine di trovare l’occasione giusta per la propria vacanza nelle Isole Eolie. Novembre | 2012 paginaquattro life consulta il sito www.tugheder.it Cilento, ecco il magico movie tour Conoscere il Cilento attraverso il cinema: nasce da questa idea "Ciak si gira Cilento", un viaggio attraverso i segreti, gli aneddoti, le curiosità e le location del cinema in Cilento. Un percorso nella natura incontaminata tra mare e la montagna nel verde Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Il tour si articola in due fasi: la visione di stralci dei film girati in queste bellissime terre con la rivelazione dei retroscena dei vari backstage seguita da una vera e propria visita guidata nelle location che ne hanno fatto da "set". Ci si potrà immergere nella atmosfera cinematografica e immaginare di essere i protagonisti delle pellicole girate in tutto il territorio cilentano. Tra queste "C'era una volta" di Francesco Rosi, girato nel '67 alla Certosa di Padula"; "Cavalli si nasce" dell'89, diretto da Sergio Staino e i più recenti "Benvenuti al Sud" e "Benvenuti al Nord" di Luca Miniero. Per i partecipanti sono previste piacevoli soste nelle aziende enogastronomiche di eccellenza e un breve stage per capire da vicino i meccanismi che si nascondono dietro la realizzazione di un film. A guidarvi in questo magico tour Ciro Discolo e Paola Paradisi, A.O.S.M. dei film "Benvenuti al Sud", "Benvenuti al Nord" e "Noi Credevamo". Contatti: [email protected] tel: 366 3101276 www.ciaksigiracilento.com ARTE SU MISURA CON IVANA COSCO Hai mai pensato di poter avere un ritratto o un dipinto su commissione realizzato da un'artista professionista? Adesso è possibile! Grazie ad Ivana Cosco, pittrice napoletana, da anni impegnata negli studi della "magica" luce caravaggesca, non solo nella rappresentazione di scene storiche di vita quotidiana, ma anche nella antica arte della ritrattistica. La Cosco, diplomata presso l'Istituto Statale d'arte di Napoli (nella sezione di Arti Grafiche) e laureata in Conservazione dei Beni Culturali, realizza dipinti e ritratti su commissione di straordinaria fattura. Dalle riproduzioni a "olio su tela" di opere d'autore del '600, '700, '800, a dipinti e ritratti ad "olio su tela e tavola" con soggetti a scelta del committente, Ivana Cosco è pronta a trasformare in arte ogni immagine pensiero o fantasia. E per tutti gli amici e gli associati di "Tugheder" i prezzi sono particolarmente convenienti. Si parte dai soli 200 euro per ritratti o quadri di dimensioni "50 x 70". Un’opportunità da non perdere per fare (o farsi) un regalo senza dubbio originale e dal valore artistico e al contempo, per immortalare per sempre su tela o tavola un momento o un'immagine cara. Per informazioni o per ammirare alcune tra le sue opere più interessanti è possibile visitare il sito internet dell’artista. Per prenotazioni, preventivi e richieste la si può contattare tramite email. IVANA COSCO www.ivanacosco.it [email protected] SEGUI IL MONDO «TUGHEDER» CONTATTA LO STAFF DI TUGHEDER Life, Food, Travel, Sport: sono i quattro assi strategici del mondo «Tugheder», network editoriale che contempla non solo gli strumenti tradizionali di comunicazione e promozione come l’inserto cartaceo ma anche quelli dei newmedia. Segui «Tugheder» sul sito ufficiale www.tugheder.it; su facebook (www.facebook.com/tugheder) e su twitter (@tugheder). Sei interessato a pubblicizzare la tua attività? Vuoi promozionare le tue passioni e i tuoi eventi? Vuoi entrare a far parte del mondo «Tugheder»? Sei pronto a darci i tuoi consigli e suggerimenti per migliorare il nostro prodotto editoriale? Vuoi organizzare un evento insieme al nostro staff? Contattaci. Mandaci una mail all’indirizzo: [email protected] È online il «frutto» della convenienza Si chiama iPear ed è una giovane realtà aziendale nata nel settembre del 2010 come distributore di prodotti di elettronica e di telefonia delle migliori marche. Dal gennaio 2011 è on-line con il portale di e-commerce www.ipearshopping.it al fine di proporre le proprie offerte direttamente ai consumatori finali. Ciò le permette di fornire prodotti di alta qualità ad un prezzo conveniente. Nel giugno 2011 inizia a lavorare come agenzia per H3G e nel febbraio 2012 diventa anche agenzia Fastweb. È costituita da un gruppo di giovani professionisti specializzati, che vantano grande esperienza nel mercato di riferimento e fonda la sua efficienza operativa su una struttura snella ed efficiente. iPear opera in tutta la regione Campania e vanta accordi commerciali di co-marketing con grandi catene distributive (Cislafa Sport), supermercati (Decò, Conad), Cral ed Associazioni (Unina, Enel, Fiat, Credem, Associazione Naz. Carabinieri, Admi Ministero degli Interni, Silp Sindacato Autonomo di Polizia, Regione Campania, Provincia di Napoli, Ospedale Cardarelli, etc). La missione di iPear è quella di essere un nuovo punto riferimento sul mercato regionale garantendo sempre una vasta gamma di prodotti selezionati ed esclusivi. Info su www.ipear.it CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (23) MOBILITÀ TRENI, IL CASO La camorra del rame In Campania boom di furti dell’oro rosso. Ferrovie saccheggiate, regia criminale. Si viaggia a rischio Espedito Pistone S i potrebbe chiamare la corsa all’oro rosso ed ha raggiunto in pochissimi anni dimensioni preoccupanti. Il furto del rame ha avuto una recrudescenza negli ultimi anni a mano a mano che è aumentato il prezzo della materia prima che, solo tra il 2011 e il 2012, ha avuto un’ulteriore crescita del 12%. Molto al di sopra della media storica. «Da tempo il sindacato denuncia che non si tratta più di un fenomeno circoscritto all'attività di ladri improvvisati o di nomadi ma è riconducibile alle organizzazioni criminali che ci fanno affari d'oro». A parlare è Alberto Spoleto di Uil Trasporti Campania che, contro la sottrazione nottetempo dell'ottimo conduttore elettrico e termico, secondo solo all'argento, sta combattendo una lotta senza quartiere. «Il rame è resistente alla corrosione, robusto e flessibile e può essere riciclato al cento per cento – spiega - senza perdere le sue capacità. Inoltre, è impermeabile ai gas, è facilmente piegabile e non invecchia se esposto alla radiazione solare». In tutta Italia, lungo i 16.700 chilometri di rete ferroviaria nazionale, si sono verificati quasi duemila furti di rame. Di questi, ben 480 (quasi il 25 per cento, in pratica 1 su 4) sono stati rilevati dal compartimento di Polizia Ferroviaria della Campania. Il Lazio, al secondo posto, si ferma a quota 237. Nello specifico, le linee campane si sono viste trafugare ben 291mila chili di metallo, per un ammontare complessivo che supera i 2 milioni di (24) Numerosi gli arresti che, nella maggioranza dei casi, hanno riguardato cittadini italiani, seguiti subito dopo da rumeni, che insieme rappresentano l’85 % dei furti. Firmato al Viminale un protocollo per monitorare il pericoloso fenomeno criminale euro. Secondo le forze dell'ordine l'area di esportazione è vastissima. Il rame è richiesto dall’Europa dell'Est, in particolare Polonia, Germania, Austria e Ungheria, e può raggiungere dall'Italia persino la Cina e l'India. «Ne sparisce troppo ogni giorno – insiste Spoleto – per pensare che si tratta di piccoli ladri che rubano il rame alle Ferrovie per poi rivenderlo ai grossisti a cinque euro al chilo e riciclarlo in videogiochi, telefonini di ultima generazione o nei cavi che alimentano gli impianti fotovoltaici di mezzo mondo». A fronte dell’aumento di CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 questa attività criminosa si è registrato un incremento nel contrasto da parte delle forze dell'ordine. Numerosi gli arresti che nella maggioranza dei casi hanno riguardato cittadini italiani, seguiti subito dopo da rumeni che, insieme, rappresentano l’85% degli autori dei furti. «Per rafforzare la prevenzione e il contrasto di questa tipologia di reato – spiega il sindacalista della Uil - recentemente è stato firmato al Viminale il protocollo d’intesa che istituisce l’Osservatorio nazionale sui furti di rame tra il ministero dell’Interno e le Ferrovie dello Stato. Accordo che coinvolge anche l’Agenzia delle dogane, l’Enel, Telecom Italia e la Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche». I ladri di rame non causano solo danni alle linee ferroviarie della Campania ma, talvolta, mettono anche in pericolo l'incolumità dei passeggeri. «Non è la prima volta né sarà l'ultima che i cavi elettrici che alimentano i sistemi di controllo del traffico ferroviario vengono tagliati da ignoti e lasciati lungo i binari per essere trafugati in un secondo momento. L’incidente è sempre in agguato». Pendolari sull’orlo di una crisi di nervi Secondo il “Rapporto Pendolaria 2012” di Legambiente continua a crescere il numero di cittadini che ogni giorno prende il treno per andare a lavorare o a studiare. Sono oltre 2milioni e 903mila. Dal 2007 ad oggi l’aumento è di oltre il 20%. A fronte di questo vero e proprio boom, secondo l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie sui binari italiani restano “aree di criticità”, dovute ai rischi legati alla “manutenzione dell’infrastruttura e del materiale rotabile”. Per intendersi: l'infrastruttura sono i binari e il materiale rotabile i treni, i locomotori e i vagoni. Uno dei mali, forse il principale, delle Ferrovie italiane è la scarsa manutenzione. Soprattutto sulle linee definite secondarie, le tratte escluse dai mille chilometri dell’Alta velocità che poggia su binari e strutture di concezione moderna, controllati con una cura costante e minuziosa. Soffrono, invece, gli altri quasi 16 mila chilometri, collegati da binari vecchi su cui circolano vecchi locomotori e vecchi vagoni. In regione, Metrocampania Nordest fa circolare 26 treni, di cui 8 elettromotrici con oltre cinquant'anni di vita, 15 treni con quasi trent'anni e solo tre con poco più di venti. Trenitalia schiera 542 treni ordinari al giorno, la metà dei quali è stata inaugurata trentacinque anni fa. «Le famiglie che vivono nelle medie e grandi città italiane pagano per muoversi circa 1500 euro all'anno in più rispetto alle famiglie delle città europee», ha recentemente denunciato l'ex assessore ai Trasporti della Regione Campania Ennio Cascetta. Mentre, come sottolinea la campagna “Pendolaria” di Legambiente, risultano tagli di treni, linee e aumento delle tariffe. Il 2012 è stato un ennesimo anno difficile per la vita dei pendolari, di sicuro quello con più problemi negli ultimi dieci anni, con effetti rilevanti sulla qualità del servizio e soprattutto incertezza per il futuro. Sono molte le Regioni che hanno deciso di tagliare i servizi (meno corse e meno treni) e di aumentare il costo di biglietti ed abbonamenti. Gli esempi più drammatici – denuncia il Rapporto di Legambiente in Campania, dove i tagli hanno toccato il 90% dei treni sulla Napoli-Avellino e il 40% sulla Circumvesuviana. Il prezzo del biglietto è aumentato in quasi tutte le Regioni negli ultimi due anni. In Campania già nel 2011 le tariffe erano state incrementate del 23,4%. Considerando l’insieme delle Regioni l’aumento medio è stato del 10%. (e.p.) SALUTE A NOI ORDINE DEI MEDICI, FOCUS SULLOBBLIGO ASSICURATIVO Camici bianchi, polizza sotto processo Alvaro Mirabelli L a novità, già abbondantemente annunciata, ha seminato lo sconcerto, a quanto pare ampiamente giustificato, nella classe medica italiana. Il fatto è che, a partire dal 13 luglio 2013, entra in vigore l’obbligo assicurativo per tutti i camici bianchi (così come per altri professionisti). Lo scalpore provocato dal provvedimento, che appare svolta epocale nel rapporto tra medico e paziente, ha prodotto una massiccia levata di scudi e una buona dose di perplessità tra i ranghi della sanità nazionale, mobilitando tutti gli enti ordinistici dei medici e degli odontoiatri. Non ha esitato a scendere in campo, ad esempio, l’organismo di categoria partenopeo che nell’ultimo numero del Bollettino dell’Ordine (vedi foto in alto) ha dedicato all’evento ampio spazio, intervistando numerosi esperti e setacciando ogni possibile implicazione futura della obbligatorietà assicurativa. Il dott. Bruno Zuccarelli (nella foto), presidente dell’Ordine di Napoli, parla apertamente di legge-mannaia da rivedere, stigmatizzando gli eccessi assunti dalla litigiosità tra operatori sanitari e pazienti: «Si evince chiaramente dalle statistiche della Procura che le denunce penali di mal pratica contro i medici sono in crescita esponenziale ma che ben il 99,5 % dei procedimenti si conclude con l’assoluzione del camice bianco, con archiviazione del 99,8 % dei casi di lesione colposa e del 99,1 % nella fattispecie di omicidio colposo». Cifre che rimandano senza dubbio all’esistenza di un’industria del calcolo risarcitorio che specula sull’evento avverso, alimentata «dall’atteggiamento d’assalto di alcuni avvocati che - dice Zuccarelli con pubblicità subdola e ingannevole solleticano il potenziale cliente». E la prospettiva che il deprecabile fenomeno dal prossimo luglio possa addirittura impennarsi spinge ora il presidente dei medici e degli odontoiatri a sollecitare «la Federazione degli ordini provinciali a chiedere concreti segnali di solidarietà all’Ordine degli avvocati» per concertare adeguate contromisure. Tutte le incognite del cambiamento le riassume poi efficacemente nell’articolo di apertura del Bollettino il dottor Antonio Di Bellucci. Prevenire con una polizza i rischi derivanti dall’attività professionale è gesto giusto e assennato visto che è prioritaria la tutela del cittadino, riconosce Di Bellucci, ma il dubbio riguarda all’atto pratico la metamorfosi della relazione tra medico e malato: «Difficile valutare quanto l’obbligo inciderà sulla proposta terapeutica del professionista, sul costo della prestazione, sull’aumento della medicina difensiva La paura di commettere errori, anche formali, peserà sulle decisioni: e il timore potrebbe spingere l’operatore a scegliere cure, rigorosamente contemplate da protocolli o linee-guida, ma poco efficaci, piuttosto che optare per una terapia più audace ma più proficua». Prosegue Di Bellucci: «Tra le prevedibili ripercussioni, come è già successo per il mercato delle pratiche automobilistiche, ci sarà una fioritura di nuove organizzazioni di faccendieri che vedono nella novità solo una fonte di guadagno». Pesanti, in ogni caso, le riserve sulla condotta delle società assicurative che, confortate dall’alta litigiosità medico-paziente, potrebbero irrigidire il mercato per spuntare condizioni contrattuali più gravose e minori garanzie: «Sono auspicabili in tal senso - dice la broker Luana Pepe convenzioni apposite tra gli Ordini provinciali e compagnie specializzate nel settore RC professionale sanitario». CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (25) IUPPITER i libri del mese NAPOLI: LUOGHI LETTERARI Stradario del cuore HO SCRITTO IL MIO NOME NEL SANGUE La vita e il genio di Caravaggio Autore: Mimmo Della Corte Costo: 12 euro Pagine: 187 Autore: Mariano Marmo Costo: 12 euro Pagine: 124 In questa escursione letteraria, autentica tipografia del cuore, tra le piazze gremite, vie e vicoli «parlanti», scale chiassose e voci di dentro, impariamo a conoscere meglio le fonti «vive» di quattro scrittori, Bernari, Incoronato, Starnone e De Luca, ognuno dei quali presenta la sua Napoli, i suoi eroi ed antieroi, le sue fughe verso la nostalgia, il suo smodato desiderio di ritrovare, attraverso la narrativa del sentimento, l’odore dei giorni perduti. Da Roma a Napoli, poi a Malta e in Sicilia, tra taverne, liti, chiese, prostitute, prelati, cavalieri dell’Ordine di Malta, l’autore racconta la vita di Michelangelo Merisi detto “Caravaggio”. Una vita che appare come un turbinio di eventi, in cui creazione artistica, morte, senso di colpa e voglia di riposo si sovrappongono, avvolgendo la storia dell’uomo in un’inestricabile ombra, la stessa che ha reso immortale le sue tele. SUPERSUD Quando eravamo primi NAPOLI ULTIMA CHIAMATA Vincitore Premio Rea 2011 Autore: Mimmo Della Corte Costo: 12 euro Pagine: 187 Autore: Marcello Fasolino Costo: 18 euro Pagine: 230 All’interno di un telaio narrativo rigorosamente documentato, si dipanano, senza revanscismo nostalgico ma certamente con l’orgoglio di recuperare un passato di gloria, le «altre verità» sulla Nazione Meridionale, fino alla riabilitazione definitiva di un popolo.Tra primati stellari e avvenimenti taciuti dalla storiografia ufficiale, un’ampia parte del saggio è dedicata alla storia della stampa meridionale. Prefazione di Marcello Veneziani. Romanzo vincitore per la «sezione narrativa» del Premio Rea 2011, in cui il protagonista è John Savarese, noto architetto italoamericano, che torna a Napoli per un importante convegno. L’arrivo in città non sarà dei più esaltanti, tra la reticenza della moglie e le infinite problematiche partenopee, ma John riscoprirà la potente energia soffocata di Napoli grazie a una valente violinista, figura vulnerabile a causa di una delusione sentimentale. SULLA SOGLIA DI PICCOLE PORTE Romanzo (Collana Storie) IL GIARDINO DEI SILENZIOSI Organi nelle chiese napoletane Autore: Enza Silvestrini Costo: 12 euro Pagine: 160 Autore: Mauro Castaldo Costo: 10 euro Pagine: 68 Nuova edizione, aggiornata nella grafica e nei contenuti, del romanzo rivelazione di Enza Silvestrini, finemente illustrato da Michele Iodice e con una lettura critica di Aldo Masullo. La storia è semplice: una bambina della provincia di Napoli raccontata, con malinconica benevolenza, dall’adulta in cui si è trasformata. Un viaggio poetico e passionale nel mondo dell’infanzia, in una successione incalzante di immagini, ricordi e personaggi. Inchiesta tra storia e provocazione sugli organi nelle chiese napoletane, strumenti nobilissimi che rinnovano l’antica arte della composizione musicale. Monsignor Vincenzo De Gregorio, organista titolare e maestro di Cappella del Duomo di Napoli così scrive nella prefazione: «È un percorso affascinante, quello dell’Autore, che ci fa desiderare di riavere più suono, quello dell’organo, ad accompagnare i momenti tersi o oscuri della vita». I LIBRI IUPPITER EDIZIONI POSSONO ESSERE ACQUISTATI NELLE MIGLIORI LIBRERIE DELLA CAMPANIA TRA CUI: Libreria L'Ateneo (Via Mezzocannone. 15 - Napoli) Libreria Metropolitana (Piazza Cavour, 69 - Napoli) Libreria Loffredo (Via Kerbaker 19/21 - Napoli) Libreria Simeoli (Via San Pietro a Maiella, 5 - Napoli) Libreria Neapolis (Via San Gregorio Armeno, 4 - Napoli) Libreria Pisanti (Corso Umberto i 38/40 - Napoli) Libreria Colonnese (Via San Pietro a Maiella, 32 - Napoli) Libreria Treves (Piazza del Plebiscito 11/12 - Napoli) Libreria Ubik (Via Benedetto Croce, 28 - Napoli) Libreria Fiorentino (Calata Trinità Maggiore 36 - Napoli) Guida (Via Port'Alba 20/23 - Napoli) Guida (Via Caduti sul Lavoro 41-43 - Caserta) Guida (Corso Vittorio Emanuele II, 101 - Avellino) Guida (Corso Garibaldi, 142 b/c - Salerno) Guida (Via F. Flora, 13/15 - Benevento) Feltrinelli (Via S. Caterina a Chiaia 23 - Napoli) Feltrinelli (Via S. Tommaso d'Aquino, 70 - Napoli) Feltrinelli (Stazione centrale Piazza Garibaldi - Napoli) Feltrinelli (Corso Vittorio Emanuele, 230 - Salerno) Fnac (Via Luca Giordano, 59 - Napoli) I LIBRI SONO ACQUISTABILI ANCHE SUL SITO WWW.IUPPITERGROUP.IT (CLICCANDO BANNER “IUPPITERSTORE”) E NEL CIRCUITO DELLE MIGLIORI LIBRERIE ONLINE PER ULTERIORI INFORMAZIONI È ATTIVO IL NUMERO/SERVIZIO CLIENTI DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ (DALLE ORE 11 ALLE 0RE 20) 081.19361500 “Leggiamo e scriviamo per sapere di non essere soli” seguici su www.iuppitergroup.it – [email protected] saper vivere CULTURA • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ Ci vediamo «Al Sarago» Adriano Padula S tavolta, per il quarantennale del mitico ristorante «Al Sarago» di Piazza Sannazzaro, è proprio il caso di dire: «Ha quarant’anni e non li dimostra». Sembra difatti ieri quel 23 febbraio del ’73 quando Nandino & Peppino cominciarono la loro traversata nell’affollato mare della ristorazione partenopea. Da subito con venti favorevoli. «Ci vediamo al Sarago» divenne così il «passaparola» per gustare la verace cucina napoletana. Roba da campione e per campioni. Andato in congedo l’ottimo Peppino, gli anni ruggenti del «Sarago» portano la sigla della esuberante, cordiale simpatia di Nandino ’o maresciallo. Il grande ingegnere Di Nanni, storico frequentatore e infallibile «portafortuna», diceva ironico e scherzoso, «a occhio “crudo” tra calciatori, mister, presidenti, giornalisti e cronisti, procuratori e affini al Sarago è passato tutto il firmamento calcistico...». Domeniche Sportive, Novantesimo Minuto, il Calcio “patuto per patuto”, Domenica Sprint e, da qualche anno in qua, anche “Sabato… spread”. Memoria di ferro, ottimismo alle stelle, merito di una formidabile minestrina di cui non ha mai voluto svelare gli ingredienti, basta dire a Nandino: «Tuppe tuppe, mariscià: arapite so’ n’amico», e lui diventa una cascata di ricordi. «Appena Walter Fred Novellino l’ Compie 40 anni lo storico ristorante di piazza Sannazzaro. Nandino, patron del locale, racconta vizi, sfizi e menu di mister e giocatori del Napoli ultimo allenatore del Napoli, prima “d’’a nuttata”, provò la mia minestrina - dice - non la mollò più. Ricordava quella di “Nonna Gismonda”, che campò quasi cent’anni». E continua: «Vinicio, parlo della metà degli anni Settanta, era un patito del pesce all’ acqua pazza, e un grande divoratore di pastiere: per lui era sempre Pasqua. Un taccagno simpaticone, invece, era Giorgio Braglia: ordinava e consumava soltanto il primo; il secondo, mozzarella o filetto, se lo portava ogni giorno da casa, come se andasse alle materne. Giorgio aveva anche nu’ vizio curiuse: si pappava un’arancia, ricomponeva accuratamente la carcassa, facendola apparire integra. Scoperto però da Orlandini e Landini, fu subito vendetta: una sera si trovò davanti un piatto di ostriche, di cui era ghiotto, totalmente vuote. Sergio Clerici, detto “el Grinco”, impazziva per pasta e fagioli, pasta rigorosamente mischiata: insomma “munnezzaglia”. Aveva ragione per esserlo: da ragazzo in Argentina, quando batteva la fiacca, questo piatto dovette mangiarselo solo con gli occhi, mentre lo vedeva scodellare da “Onna Rosita”, una simpatica napoletana, vicina di casa. Penne alla sorrentina, “purpetielle” affogati con ulive e capperi era la serale delizia di Rudy Kroll, l’asso olandese dell’Aiax e nostro idolo». Mentre lo dice, gli occhi si illuminano di un altro immenso ricordo: «Maradona? Pur’’a tavola era ’nu campione, tre i suoi irrinunciabili amori: spaghetti alle vongole bianche, mozzarelle, portate espressamente da Castelvolturno un’ora prima del pranzo, e gamberetti. Stessi gusti per Careca e Alemao. Canè, invece, prosciugava pentole di pasta e patate con provola; Luciano Marangon, terzino fluidificante, era un ultras di pasta e piselli. Appena gli dissi che, durante la guerra, la “polvere di piselli” aveva sfamato mezza Napoli, dandole forza per continuare a lottare, mi rispose: “Allora, Nando, da domani ne voglio un piatto molto abbondante, così in campo avrò più voglia di combattere”. Abbonati speciali ai rigatoni con la mozzarella alla sorrentina, Bruno Giordano e l’allenatore Ottavio Bianchi. Un mio temutissimo concorrente era invece Beppe Bruscolotti con la bravissima Mary, ottima cuoca: le loro cene esclusive per gli amici nella casa di Posillipo mi toglievano una preziosa clientela». «C’era però qualcuno- incalza, sorridendo Nandino - che superava “’a famma” del marchese napoletano Patrizi, recordman di tavole e buffet, il quale mangiò 24 peperoni imbottiti e due zuppiere di zucchine alla scapece. Era lo stopper Tonino La Palma: liquidava le mozzarelle, una dietro altra, come se fossero cerase. Agresti e rurali i gusti di Nando de Napoli: la “marenna di Rambo”, lupo irpino, era ’nu copertone di pane, gonfio di peperoni fritti. Dopo il lupo, tocca al bisonte, al secolo Tarcisio Burgnich, il coriaceo terzino di un amaro secondo posto, uno scudetto perso per un soffio, nel 1974- 1975, allenatore Vinicio. Tarcisio per dimenticare si scolava cassette di Barbera e Trebbiolo come se fossero crodini. Savoldi “Beppegol”, mi diceva: “Nandino, i tuoi gnocchi mi danno la carica”. Lo stesso piatto non funzionò purtroppo con il figlio Gianluca». Nandino tace però su questi anni difficili, ma «Al Sarago» ci diede dentro, da par suo, l’indimenticabile Rambone, che, disse: «Vulite sapè pecchè ajmme perse? Pecchè dinto e ’a fore ’o campo c’erano sule gnocchi ’e patane”. Non furono da meno i mister nei loro vezzi gastronomici: Andrea Agostinelli mangiava “sperlunche”, “Coppe Davis” di insalata mista con galantine di pollo e arrosto con birra. Di rigore per Lippi: pasta al sugo di coccio e gallinelle. Gianni Di Marzio stravedeva per “linguine all’aragosta, baccalà e friarielli”. “’O Napule mio- conclude Nandino - magnava pasta e golfo. Scusate, me scurdave l’ingegnere Ferlaino, il presidente degli scudetti: gamberi lessi o crudi marinati, “purpetielle” affogati e poi Pinot, tanto Pinot». Parola anche di “Boccuccia”, “’a vucchella”, storico cameriere del Sarago, segretissimo come Perpetua. NELLE FOTO IN ALTO (DA SINISTRA A DESTRA): Nandino, patron del Sarago, sorride nella stanza dei ricordi azzurri; Nandino «assediato» da juventini (e che juventini...); il grande Luis Vinicio, divoratore di pastiere. CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (27) ARTE VISIONI Chiese in mostra Valeria Puntuale U n giacimento di tesori misconosciuti tutto da riscoprire. Sarà possibile grazie ad un nuovo ciclo di incontri che ogni mese condurrà alla scoperta dei capolavori ‘nascosti’ nella città: a svolgere le mansioni di ciceroni sono i curatori dei monumenti inclusi nel percorso di visita. L’iniziativa è decollata il 26 gennaio con la ricognizione della chiesa di Sant’Aspreno al porto, una delle chiese più antiche di Napoli, oggi sotterranea ma in origine fuori terra. Sono previsti altri 11 itinerari, l’ultimo sabato di ogni mese, durante i quali saranno visitate sorprendenti e incredibili piccole chiese medievali oggi inglobate in palazzi pubblici, chiese perfettamente restaurate ma chiuse al pubblico per mancanza di personale laico e religioso, e inoltre arciconfraternite vandalizzate. Si tratta di un’operazione culturale che nasce dalla consapevolezza che la tutela, la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico della città di Napoli sono possibili solo attraverso la conoscenza del patrimonio edilizio monumentale della città, in consonanza con lo spirito innovativo che anima la Curia di Napo- (28) li. Su questa linea si muove l’Ufficio Tutela e Valorizzazione del Territorio della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli che, a consuntivo del lavoro di censimento di tutti i luoghi nati per il culto condotto negli ultimi anni, vuole presentare ad un ampio pubblico, durante gli incontri/conversazione, le chiese “mai viste” o inaccessibili da anni. Nel contempo, vuole raccontare il lavoro quotidiano dei curatori, il quale investe i rapporti con gli enti proprietari, la catalogazione e lo studio delle opere, i restauri, le straordinarie riscoperte e restituzioni che questo stesso lavoro comporta. Visite, insomma, concepite come riscoperte di quei capolavori troppo spesso classificati come “negati” ma oggetto di studio, attenzione e monitoraggio costante. L’idea che anima, in filigrana, questa iniziativa è la certezza che attraverso la conoscenza si possa innestare un circolo virtuoso che coinvolga tutti (i curatori, le istituzioni, i visitatori, i “vicini di casa” dei monumenti), affinchè, una volta sensibilizzati, possano nel loro quotidiano contribuire alla salvaguardia del patrimonio storico-artistico della città di Napoli. Il prossimo appuntamento è per sabato 23 febbraio: il percorso comprenderà la chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella e la chiesa della Compagnia della Disciplina della Santa Croce, con il curatore Ida Maietta. Infotel 081.7499111. CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 «Ancient Super Heroes»: antichi super eroi. Questo il titolo della mostra, non a caso sistemata negli ambienti del Museo Archeologico di Napoli, firmata da Celesta Bufano. L’artista rilegge in chiave pop i miti dell’antica cultura classica: ed ecco Apollo, Venere e il resto della compagnia tradotti in immagini caleidoscopiche, declinate col metro contemporaneo di una moderna psichedelia urbana. Accanto ai capolavori classici, dunque, nuovi, antichi eroi, ma savolta alle prese con inaspettate sfide metropolitane. Fino al 4 marzo. Occhio di riguardo Cano e il capitalismo L’attuale crisi planetaria ha rivelato come l’impero del denaro vacilli sotto il peso delle sue contraddizioni. E la coscienza degli artisti più «etici» non è restata insensibile. Così è probabilmente arte civile quella espressa dal visionario Josè Maria Cano nella sua mostra «Arrivederci capitalismo!»(al Pan in via dei Mille fino al 23 febbraio). Osserva il curatore Maurizio Bortolotti: «La Mostra in- grandezza naturale uomini che rappresentano il capitalismo internazionale elevandoli così al rango di icone contemporanee, quali nuovi Dei dell'olimpo finanziario». Ed eccoli, allora, gli enigmatici e sinistri semidei del capitale moderno: Francois Pinault, Alan Greenspan, Bill Gates, Bernard Madoff, Sergio Marchionne e altri. Cano ha optato per grandi dimensioni ad alto impatto scenografico, quasi a voler ribadire la soffocante incombenza esercitata sul mondo tende connettere l'idea di arte a quella di capitale, focalizzando l'attenzione su un tema di grande attualità per la realtà nazionale ed internazionale, oggi protagonista di un periodo gravido di incertezze finanziarie. Cano, recuperando l'antica tecnica pittorica dell'encausto, ritrae a degli umani dagli strapotenti stregoni della finanza. Firmata da Cano è anche l’altra serie presente: «Punti di vista» ovvero dipinti di auto italiane colte da varie angolature ed elevate a stereotipo di un’economia semplice e quotidiana. (m.t.) ARTE Eventi Anni ‘80, Napoli veste pop Castel Sant’Elmo: nel salone delle sculture del museo “Novecento a Napoli”, approda un ciclo di eventi dedicati alla cultura del Pop napoletano ATTRAVERSO I PROTAGONISTI DIRETTI RIVIVE A SANT’ELMO UN’EPOCA D’ORO IN BILICO TRA PARTENOPE E NEW YORK Oscar Medina A Castel Sant’Elmo, dopo il successo della prima edizione, riprendono gli appuntamenti con i protagonisti storici dell’arte contemporanea nella città di Napoli: si tratta di un capitolo culturale della città che l’iniziativa, intitolata “Giovedì contemporanei: work in progress”, intende riscoprire e riscrivere attraverso le testimonianze dirette di chi ha animato in prima persona quella movimentata stagione creativa articolatasi nel passato prossimo del capoluogo campano. Gli incontri si incentrano sugli anni ‘80, un decennio in cui la città, grazie all’entusiasmo e all’impegno di artisti e personalità legate Novità Marilyn, 50 anni di ricordi IL MITO DELLA MONROE RIVIVE A CASERTA IN UNA SUGGESTIVA ESPOSIZIONE DI CIMELI APPARTENUTI ALLA DIVA al mondo dell’arte, si è imposta sulla scena nazionale e internazionale prima come centro ricettivo e poi propulsivo del linguaggio creativo contemporaneo. Epoca, dunque, che, oltre ad esaltare le risorse locali, richiamò a Napoli grandi personalità internazionali che trasformarono la città in un epicentro della cultura pop. A dicembre si è parlato della nascita e formazione della collezione Terrae motus, dalla storia della collezione all’esposizione della stessa nella Reggia di Caserta. Gli incontri sono poi ripresi a gennaio con un focus su una innovativa esperienza dei primi anni Ottanta, cioè la fondazione, nel 1979, grazie all’impegno di Mario Marto- Un’incursione fuori porta, ma ne vale la pena se siete appassionati della cultura pop ma soprattutto ammiratori sfegatati del mito Marilyn. A Caserta, negli ambienti della galleria «Art & Co» (Via Raffaele Leonetti 8), è in pieno svolgimento l’evento intitolato «For ever Marilyn bye bye», in occasione del cinquantenario della scomparsa della cele- DURHAM Nella Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli, fino al 27 febbraio, «Wood, stone and friends" di Jimmie Durham, artista, saggista, poeta ed attivista politico. Alla base della sua pratica artistica c'è il tentativo di decostruire i concetti cardine della cultura europea lasciando all'essenza dell'oggetto la capacità di raccontare la sua storia. Durham riprende e rilancia la critica anti-occidentale, ricalcando vecchi sentieri. Ma l’effetto spiazzante ne, Andrea Renzi, Pasquale Mari, Angelo Curti e Lino Fiorito, del gruppo teatrale Falso Movimento. Fu quello momento fondante per l’aggiornamento della cultura figurativa napoletana e italiana nei primi anni ’80. Il ciclo di incontri con artisti, critici d’arte, giornalisti, galleristi, curatori continuerà durante tutto il 2013 e avrà modalità diverse: dibattiti, presentazioni, incontri con gli artisti, visite nel museo e proiezioni. Nel prossimo numero di Chiaia Magazine pubblicheremo l’agenda degli eventi previsti. Gli appuntamenti si tengono nel salone delle sculture del museo «Novecento a Napoli. (1910-1980)». E l’iniziativa costituirà anche un’ottima oppor- non coglie nel segno. Infotel. 848690499 TERRE DEL SUD Al Plart (via G. Martucci 48), fino al 25 febbraio, una insolita collettiva di design: arti decorative e industriali nella mostra intitolata «Terre». Otto designer under 35 di paesi bre diva americana (1962 – 2012). In esposizione alcuni "cimeli" appartenuti a Marilyn Monroe, provenienti da una delle più prestigiose collezioni private, come i guanti indossati sul set del celebre film "Come sposare un milionario" nel 1953, un abito da sera, un beauty-case, le sue scarpe di velluto blu e altro ancora. I nostalgici di quel periodo potranno così ripercorrere le fascinose atmo- e provenienze diversi vengono chiamati dalla Fondazione Plart a sviluppare il concetto di Sud inteso come spazio mentale più che geografico. 8 autori, 8 opzioni di riflessione. I nomi: Matteo Cibic, Gionata Gatto, Giovanni Innella, Francesca Lanzavecchia, Minale/Maeda, Mischer/Traxler, Antonio Piccirilli, Freddie Yauner. Infotel 08119565703 SOL LEWITT Al Museo MADRE, fino al 1 aprile, la mostra «Sol tunità per visitare l’ambiente museale. Il Museo, infatti, che già esibisce una location prestigiosa e singolare, presenta le opere dei maggiori protagonisti dell’arte a Napoli fino al 1980 ma è al contempo una struttura in progress, quindi aperta a successivi sviluppi. Nel suo complesso, dunque, una preziosa occasione non solo per una riflessione sull’arte degli anni ‘80 a Napoli, ma anche per iniziare una ricognizione e un approfondimento di quella storia che rese la città, nel corso del ‘900 e fino ai giorni nostri, una vera e propria capitale dell’arte moderna. L’ingresso è gratuito. Per chi volesse saperne di più: infotel 081 2294434 sfere che circondarono la leggendaria star del cinema americano. A scandire il percorso il contributo artistico di autori significativi della cultura pop tra i quali Valentino Marra, Daniele Misani, Ugo Nespolo, Mimmo Rotella e, soprattutto, Andy Warhol: denominatore comune di tutti costoro, ben evidenziato nella mostra, il segno prepotente che quella bionda icona della femminilità seppe imprimere nell’immaginario di più generazioni per rimanere poi inalterato fino ai giorni nostri. La mostra, curata da Gerardo Giurin, è aperta fino 28 febbraio. Ingresso libero. Infotel 329.8589624 LeWitt. L'artista e i suoi artisti». É il primo omaggio museale italiano a questo grande protagonista dell'arte contemporanea internazionale, morto a New York nel 2007 a 78 anni. L’esposizione illustra un percorso artistico di quasi 50 anni, suddiviso in 3 sezioni tematiche, con opere inedite progettate dall'artista e realizzate oggi dai suoi assistenti, con opere mai esposte al pubblico in precedenza, e infine con opere di altri artisti ma collezionate da LeWitt. Tel 081.19313016. LUCIANA RANIERI ALVARO NEGRO «Naturaleza! Estás sola?» di Alvaro Negro è opera in bilico tra pittura e cinema. Un lavoro che crea una cartografia del luogo, mescolando differenti linguaggi. 7 video proiettano scenari di paesaggi ripresi da diverse angolazioni, con suoni e voci della natura, in una sala buia. Un’avventura tra cinema, foto e installazione concettuale. Il risultato è un film-paesaggio per contemplare l’ambiente sottomesso al tempo. Al Cervantes fino al 30 aprile. Tel. 08119563311 CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (29) LIBRI&LIBRERIE LIBRIDINE Aurora Cacopardo Saggio Bacco, nettare e medicina DEL TUFO E IL GIALLO NAPOLI GUSTO, EBBREZZA E SALUTE: FOCUS SU POTERE E MAGIA DEL VINO IN UN VIAGGIO STORICO E LETTERARIO DALL’ANTICHITÀ AI GIORNI NOSTRI l’attacco di fegato e alla decima la follia. Di queste Vincenzo Petito, appassionato di filologia e altre ghiotte curiosità trattano gli autori, romanza e storia di civiltà antiche, e Fulvio partendo dall’antichità e arrivando ai giorni Sellitto, pediatra amante di storia della medicina, nostri. Attraverso brani tratti dai poemi omerici o hanno unito i loro saperi per scrivere un saggio dalla Divina Commedia, dai versi di Lorenzo De’ enologico intitolato “Padre Bacco Il vino nella Medici o Baudelaire, o dalle liriche di Verdi, letteratura e nella medicina“ (Iuppiter edizioni). scopriamo il significato che il vino ha avuto nei Il pensiero degli autori va all’uomo come secoli e riscopriamo la forza antica e misteriosa ad «creatura unica nella sua sostanzialità di anima e esso attribuita da sempre. Una corpo» ragion per cui il libro è forza che è anche religiosa, come diviso in due parti, la prima dimostra la sua presenza nel culto dedicata al vino nella di Bacco o come simbolo liturgico letteratura, arte che nobilita del sangue di Cristo, e l’animo, e la seconda ai vini taumaturgica. L’ultimo capitolo medicinali che curano il corpo. del libro è infatti dedicato a Sotto la spinta di questa descrivere l’efficacia e l’utilità dei comune passione gli autori vini medicinali, lasciando la fanno cominciare questo letteratura per addentrarsi nella viaggio enologico dalle leggende storia della medicina. «Le umili per poi narrare la storia piante medicinali hanno qualità all’origine della civiltà. Veniamo preziose e per certi versi ancora a così a scoprire che, dopo le noi occulte» ricorda Sellitto. prime comparse presso Sumeri, Proprio su queste qualità c’è un Traci ed Egizi, il vino, le cui terre interessante approfondimento d’origine sono il Caucaso e la arricchito da alcune ricette di vini Turchia, sbarca nel “curativi”: dal vino di rosmarino, Mediterraneo dove trova le che risveglia l’appetito, al vino condizioni favorevoli per la sua PADRE salviato, utile per le infiammazioni grande diffusione. BACCO gengivali, al vino “all’oro spento”, Diventa cosi il protagonista dei cardiotonico e depurativo o al vino simposi nella civiltà classica, Vincenzo Petitto enantino, per i deboli di stomaco. dove però la parola d’ordine era Fulvio Sellitto “Padre Bacco” è dunque davvero moderazione: le coppe Iuppiter Edizioni un libro “da bere”, non solo per ammesse erano solo tre, una 106 pagine soddisfare la sete di conoscenza, per il brindisi, una per l’amore ma anche per imparare a ottenere e una per il sonno. È proprio il miglior beneficio dal nettare Dioniso a mettere in guardia gli degli dei. Perchè, se è vero, come scrisse Orazio, esseri umani dal superare le “dosi” consigliate, che “Agli astemi Bacco rende ogni cosa penosa”, è stilando una sorta di “protocollo” che attribuisce anche vero che nel bere il vino non bisogna mai alla quarta coppa la violenza, alla quinta il dimenticare il suo “protocollo”. chiasso, alla sesta l’allegria dell’ubriachezza, alla settima la rissa, all’ottava il tribunale, alla nona VIVIANA GENOVESE Fra indizi, che richiamano il mondo delle sette sataniche e fantasiose dicerie che rivelano verità imbarazzanti, l’indagine del giornalista Andrea Moussanet tra inquietanti sospetti, crisi di identità, annotazioni psicologiche, raggiunge il suo acme risolutivo nello spiazzante svelamento finale. Finale che ha come appendice proprio la morte del professor Piergiorgio Sarubi, ordinario di chimica all’Università di Milano, già preannunciata in apertura del libro. Con la padronanza di costruzione del plot narrativo, in “Verrà cantando il sangue” (Rogiosi Editore), Vittorio Del Tufo tesse una storia densa di ramificazioni e di robuste ambientazioni di cronaca, servendosi, inoltre, del doppio registro narrativo del racconto primario e del documento giornalistico, in un interessante contrappunto di stili e prospettive costantemente interagenti. Apprezzabile il dettato per il piglio ironico e commosso, per la disinvolta genuinità dello stile spontaneo e sorvegliato al tempo stesso. C’è uno sforzo di mettere insieme il visibile e l’invisibile, intrighi internazionali della storia di Napoli che coinvolgono la Chiesa di Roma. Ed il passato, glorioso o decadente, si tramuta in un profetico presente. Interessante è la narrazione dei delitti efficacemente disegnata perché la scrittura dell’autore tende alla concisione ed alla rapidità, che restano due dei suoi pregi, insieme alla vivacità dei dialoghi che danno carattere e tono ai personaggi della trama. Nella guerra sotterranea che si scatena per portare alla cattedra di Pietro questo o quel cardinale e conquistare il supremo potere Vaticano, le alte gerarchie ecclesiastiche spalleggiate dalle grandi potenze ora la Francia, ora la Spagna, organizzano complesse macchinazioni che fanno uso d’ogni mezzo lecito ed illecito. Un filo rosso, partendo dagli ultimi anni del ‘300 giunge fino agli anni ’80 e ci conduce presso la tomba di un celebre e grande re: Ladislao Durazzo. Sembra che nella tomba accanto al re ci sia una pergamena che contenga la formula chimica di una liquefazione, grazie alla quale il sangue del nostro santo patrono tre volte l’anno riprende vita. Un sepolcro che sembra aver protetto la città ed il mondo da una verità sconvolgente. Verità su ciò che accadde un caldo pomeriggio d’agosto del 1389. Altri libri LA DISCIPLINA DEL CORPO MANGIAMO COSÌ ‘A MARÈNNA Aurelio Musi Guida Edizioni Settimia Cicinnati Edizioni del Delfino Irene Salinas Adriano Gallina Editore Le arti mediche e paramediche nel Mezzogiorno moderno sono il tema dell’agile e intenso saggio firmato dallo storico Aurelio Musi sulla storia e l’evoluzione della medicina e della sanità nel Meridione d’Italia. Nel contesto del Regno di Napoli Musi ricostruisce una via partenopea alla salute attraverso i profili umani, culturali, professionali dei medici, autentici protagonisti della narrazione. (a.m..) (30) CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 Vulcanica, poliedrica, giornalista, insegnante di lettere, agitata da mille interessi tra cui l’amore per gli animali che si traduce in impegno contro la vivisezione e la caccia, Settimia Cicinnati si cimenta stavolta con la pagina scritta. E in questo saggio gastronomico sforna un gustoso e robusto repertorio di ricette nel segno della cucina napoletana e campana, declinate secondo tradizione e un pizzico di fantasia. (a.m.) In questo suggestivo vademecum di cucina napoletana, l’autrice, Irene Salinas, svela un aspetto poco noto della tradizione culinaria partenopea: la «marènna», infatti, è capitolo cruciale del rapporto tra il napoletano e il cibo. La chiave di tutto è nell’introduzione: «’A marènna (da non confondere con quella del pomeriggio e con la colazione) è un pasto completo per il napoletano». Bastano pane e companatico. Il come lo racconta l’autrice. (l.r.) LIBRI&LIBRERIE Eventi Novità Intrighi e amori in Grecia Il concorso IL ROMANZO «LA CASA DI ASSOS, OPERA PRIMA DI RUSSO KRAUSS, RACCONTA LA STORIA DI UNA FAMIGLIA E DI UN LUOGO CONTESO classica, solare isola greca (CefaloTante ragioni e tutte buone per nia e il paese di Assos) e l’ancor più leggersi d’un fiato «La casa di Asclassica casa mediterranea, azzurra, sos», opera prima di Gerardo Russo luminosa, fiorita (splendidamente Krauss, professionista prestato alla riprodotta in coperletteratura. Se amatina dall’artista te la Grecia, le sue Giacomo Di Como). atmosfere sognanti, Ma l’idillio naturale il Mediterraneo, se è solo il velo edulcoperò apprezzate rante e ingannevole anche il «noir» e il di un intreccio mistero, se vi appasumano aspro, ruvisionano le storie dal do e accidentato di ritmo scarno e passioni e di eventi. tagliente, sapienteÈ ovviamente il mente mitigate da fattore umano a moderate concessparigliare le carte sioni poetiche, se vi della vicenda, conpiace restare incolducendola progreslati ad un romanzo sivamente ad uno fino all’ultimo rigo, scioglimento finale allora «La casa di inatteso, secondo il Assos» (Iuppiter più classico dei edizioni) fa al caso La casa di Assos canoni tragici che vostro. I cardini in Grecia sono di della storia? Krauss Gerardo Russo Krauss regola governati dal li consegna in parIuppiter Edizioni tenza al lettore: la fato e dall’inelutta76 pagine bile. Annidati tra le pieghe di questa apparente elegia, galleggiante nel blu cobalto del mare, si agitano infatti tre personaggi a tinte forti, ciascuno a suo modo naturalmente. Kristina Christacopoulos, ormai sola tra le mura della casa avita, a picco sul mare, «di un giallo sbiadito con le persiane azzurre», per generazioni perno della propria famiglia. Kate, una sorella che Christina non sapeva di avere, e che sbarca ad Assos perché la casa, ereditata dal padre che lei ha avuto in comune con Christina, ormai è anche sua. E Dimitri, 40 anni, paesano bruno e piacente, legato alle due sorelle in una parabola di amore, perfidia, innocenza e delitto, e destinato all’espiazione finale, in una sorta di nemesi. È il gioco delle parti, degli amori impossibili: una trappola, degna di Tantalo, scatta intorno a Kristina, Kate e Dimitri, condannati a non ottenere il proprio oggetto del desiderio. VIVIANA GENOVESE Decolla, come ogni anno, il concorso letterario «Una piazza, un racconto», organizzato dalla Comunità Evangelica Luterana di Napoli e approdato alla sua 15esima edizione. La manifestazione si apre con un bando che invita gli aspiranti-partecipanti ad inviare i propri elaborati entro il 30 giugno alla segreteria del Concorso. Alla sfida letteraria possono partecipare dilettanti e professionisti, italiani e stranieri, senza limiti d’età. Il tema prescelto è il seguente: «Cosa sarebbe la vita senza il colore rosso? Una vita senza passione, amore, fuoco, rivoluzione, spericolatezza, seduzione. Il concorrente scriva una storia in cui il rosso, considerato il più stimolante e coinvolgente tra i colori dello spettro, sia l’elemento decisivo del racconto. Nel bene e nel male…». La forma letteraria richiesta è quella del racconto breve: è ammesso un solo racconto, inedito e in lingua italiana. La partecipazione è gratuita. Tutte le modalità di partecipazione sono reperibili sul sito www.lutero.org Coronamento dell’iniziativa saranno la proclamazione e la premiazione dei vincitori, previste il 20 novembre nella Chiesa Luterana di Napoli, nell’ambito della rassegna «Concerti d’autunno». I racconti finalisti saranno raccolti in un libro, curato e pubblicato dalla Iuppiter Edizioni. (m.t.) CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (31) SOCIETÀ&COSTUME Artisti Dom Barra RFC, la band dei sogni A. Alfredo Capuano Nel mese di gennaio è uscito, per «La Canzonetta Records», il loro quarto album intitolato «Ritieniti Fortemente Coinvolto». In occasione della data zero del loro tour, abbiamo fatto quattro chiacchiere con gli RFC (nelle foto in alto), storica band Ska-Core che, da più di un decennio, calca i palchi italiani, in un tour semipermanente da far invidia ai mostri sacri del rock. In maniera del tutto informale, nell'ottica oltretutto del leitmotiv di tutta la loro produzione, abbiamo chiesto alla band qualche curiosità sul loro passato e qualche opinione sulla mondo della musica odierna. Come e quando nasce il progetto RFC? Gli RFC nascono nel lontano 1999, amici con la stessa passione per la musica che si ritrovano e strimpellano in un piccolo garage della provincia di Caserta. Quasi subito arriva il primo concerto in un piccolo pub della cittadina nella quale vivevamo. E da lì in poi non ci siamo più fermati. Da quel primo live ad oggi siamo rimasti solo in 2 su 5 componenti. Cosa pensate che sia cambiato dalla prima volta che avete calcato un palco ai giorni d’oggi? Le cose cambiano e spesso in meglio ma ora abbiamo 13 anni di esperienza sul groppone, nei quali abbiamo conosciuto e suonato con decine e decine di musicisti, fatto 4 album, centinaia di concerti in tutta Italia. Però l’approccio con il palco è sempre lo stesso: tanta tensione prima, tanta adrenalina quando ci si sta su. C'è stato per voi un evento “spartiacque” che ha segnato la vostra evoluzione artistica? In tutti questi anni abbiamo sempre deciso di sbatterci nel suonare il più possibile, lo facevamo anche durante le riprese in studio, così mentre stavamo registrando il 2°Album «Ama e Difendi» fummo notati da un rappresentante della «La Canzonetta Records» che, apprezzando il nostro sound e la nostra musica, non perse un secondo e ci mise sotto contratto. Ed ora eccoci qui, alla nostra quarta avventura (la terza sotto contratto per «La Canzonetta») Gli RFC sono l'esempio di quanto la gavetta paghi. Difficile credere a qualcosa di così puro, in un universo musicale, purtroppo, dominato dai sottoprodotti dei Seminari di storia greca IL CICLO DI INCONTRI SI CONCLUDERÀ IL 22 MARZO CON IL TEMA DELL’OLIGARCHIA Proseguono i Seminari Napoletani di Storia Greca ideati e organizzati da un gruppo di studiosi della materia che si riunisce intorno alla rivista scientifica «Incidenza dell’Antico. Dialoghi di storia greca» nata a Napoli nel 2003. Gli incontri sono promossi da tre atenei partenopei: (32) l’Università degli studi di Napoli «Federico II», l’Università degli Studi «Suor Orsola Benincasa» e la Seconda Università degli Studi di Napoli, con il sostegno dell’Associazione «Incidenza dell’Antico» ed il patrocinio inoltre del Comune di Napoli, del Consiglio Regionale della Campa- CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 nia, Luciano Editore, e dell’Associazione «Oltre il Chiostro». Seguitissimo l’appuntamento dal titolo «Lo studio della letteratura tràdita in frammenti: questioni metodologiche”, del 19 febbraio scorso, tenutosi a Napoli presso il complesso di Santa Caterina da Siena (via Santa Caterina da Siena 37). All’incontro, dopo l’introduzione ai lavori curata da Amedeo Vi- talent show. Se doveste dare un consiglio a qualcuno che ha abbracciato questo sogno da poco, cosa gli direste? Gli diremmo di inseguire quel sogno, di farlo parte di se stessi, della propria vita a 360 gradi, senza mai tralasciare nulla. Non è solo la gavetta, ma anche la costanza con la quale insegui un sogno che ti mette nelle condizioni di realizzarlo o meno. Il 14 gennaio è uscito il vostro ultimo album: «Ritieniti Fortemente Coinvolto». In cosa bisogna essere coinvolti, secondo voi? Riuscireste a condensare tutta l'essenza del nuovo album in una semplice frase, che non sia ovviamente il titolo stesso? La collettività: «tutto è di tutti» e tutti devono assumersi le proprie responsabilità, coinvolti nel benessere del mondo stesso... essere partecipi, sostenendosi sempre a vicenda. Ultima domanda: avete a disposizione cinque minuti per scegliere l'album da salvare da una nuova (e ancor più improbabile) apocalisse Maya. Cosa inserite al sicuro nella capsula del tempo? Non c'è bisogno di pensarci più di tanto! «London Calling» dei The Clash assolutamente! Ha iniziato con gli “scarabocchi sui banchi di scuola”. Oggi, a distanza di più di un decennio, Domenico “Dom” Barra può essere considerato a tutti gli effetti uno dei più promettenti artisti di casa nostra. Giovane talento di origini napoletane (con formazione artistica in Gran Bretagna), Dom Barra è apprezzata in tutto il mondo, come dimostrano le esposizioni non soltanto in Campania, ma anche a Roma, Leeds, in California e New York. La sua produzione creativa interessa varie forme di visual art, ovvero installazioni, digital art e quadri di tecnica mista con tematiche sia politico-sociali che introspettive. Le opere sono caratterizzate da un eccentrico uso di colori, particolare questo che le arricchisce di un notevole impatto visivo. Oltre alle mostre, personali e collettive, Dom Barra collabora con l'etichetta discografica «Subcava Sonora», è Graphic Designer per la ONG «Sensacional», è co-fondatore di «Raze Excessories» ed è anche membro di "Urto!”, collettivo di artisti, critici, operatori e progettisti culturali partenopei che nel 2011 ha invaso simbolicamente il Pan, prima di essere riconosciuto e patrocinato dall’ente comunale di Napoli. Attualmente lavora ai progetti «Sociopolikatastrofika» e «Biutifool Beastard»: il primo è una collezione di immagini satiriche pseudo pubblicitarie sulla realtà, il secondo è un tributo alla storia dell'arte, una versione remixata dei grandi maestri. Biutifool Beastard, inoltre, è anche una campagna in supporto della free culture e delle licenze Creative Commons in materia di diritto d'autore, il quale è stato presentato al RE/Mixed Media Festival 2012 di Brooklyn, New York. «Il mondo visionario surrealista e la stravaganza - racconta - hanno ispirato le prime opere che oggi fanno parte del mio progetto ‘The lab of anomalies (Humble beginning)’. Gli albori della mia formazione artistica accompagnarono le mie prime importanti esperienze in società, e ciò ha avuto un forte riverbero sulla mia produzione. In me maturava la voglia di sperimentare l'irreale, ma non riuscivo più a tacere dinanzi a una crescente preoccupazione verso la società». Roberto Basile sconti, hanno preso parte Virgilio Costa (Università di Roma «Tor Vergata») e Maurizio Sonnino (Università di Roma «La Sapienza»). Il quinto appuntamento del ciclo dal titolo «Oligarchie greche arcaiche. La costruzione di una forma di governo nella storiografia moderna», diretto da Maurizio Giangiulio (Università di Trento), si terrà, invece, il 22 marzo, alle 15, a Santa Maria Capua Vetere presso il complesso di San Francesco (piazza San Francesco). Il ciclo di seminari, giunto quest’anno alla seconda edizione, è aperto a studenti, appassionati di storia greca, e docenti, insomma a chiunque sia interessato ad approfondire la propria conoscenza del mondo antico. Per ulteriori informazioni è possibile contattare Eduardo Federico ([email protected] ), Marcello Lupi ([email protected]) o Amedeo Visconti ([email protected]). LUCIANA RANIERI SOCIETÀ&COSTUME I mille battiti di Finizio Alessandro Mantico «Il poeta»: è così che lo definiscono le sue migliaia di fan. Umiltà, anima e arte: tre ingredienti che formano il mondo musicale ed umano di uno dei cantautori napoletani più amati e apprezzati del panorama nazionale: Gigi Finizio, classe 1965, si racconta e svela che è in corso la preparazione del suo nuovo disco. Una voce la cui estensione tocca le corde più intime, la cui interpretazione teletrasporta il pubblico in una dimensione dove la poesia racchiusa nei testi e la sensibilità degli arrangiamenti, creano un vero e proprio mondo parallelo incantato fatto di emozioni, storie, tematiche sociali e soprattutto amore. Nei suoi testi spesso traspare un forte sentimento di amore per la sua città e voglia di riscatto. Sì, perchè mi fa male sentire parlare e leggere solo in chiave negativa di Napoli, una delle città più belle del mondo dal punto di vista paesaggistico e artistico. Non esiste solo la Napoli criminale ma anche quella che vive nella legalità e nell’onestà. Qual è il messaggio che le piacerebbe trasmettere ai suoi numerosi fan? Coltivate i vostri sogni, le vostre passioni. Vivete le giornate in maniera intensa e con tanta emozione. Ascoltate tanta musica…Fa bene all’anima. Quando ha capito che la passione per la musica sarebbe diventata un lavoro? Sin da piccolo ho “giocato” con gli strumenti. Mentre gli altri ragazzini della mia età giocavano al pallone, io andavo a lezione di pianoforte. La prima volta che mi sono esibito in pubblico avevo 9 anni e ho eseguito una canzone dedicata a mio padre “Lettera a papà”, con cui ho aperto “1000 battiti di cuore”, il mio spettacolo teatrale natalizio al teatro Cilea. Cosa consiglierebbe a chi sogna di fare dell’arte il proprio lavoro? La carriera artistica è fatta di sacrifici. In qualunque angolo del mondo e non solo nel nostro paese. Ci vogliono impegno, studio, dedizione oltre che una grande passione e, ovviamente doti naturali sulle quali poi lavorare. Come nasce una sua canzone? Io racconto storie d’amore. In me c’è stata un’evoluzione artistica che ho raccontato e Gigi Finizio in una delle sue ultime esibizioni. Tra i sogni nel cassetto del cantautore napoletano c’è quello di cantare insieme a Mina. mostrato al pubblico con “1000 battiti di cuore”, attraverso le mie canzoni. Ma l’amore è rimasto una costante nel tempo. Una grande fonte di ispirazione. La canzone in assoluto che avrebbe voluto scrivere? “Caruso” del grande Lucio Dalla. I suoi artisti di riferimento? Ce ne sono tanti: un nome su tutti, Eduardo De Crescenzo. L’artista con cui vorrebbe duettare? Con Mina, la signora della musica italiana. Sarebbe favoloso sentirla intonare la mia “Più che posso” o “Basterebbe”. Esiste una canzone a cui è più legato e per la quale avrebbe desiderato un maggior successo? No, non esiste una canzone a cui sono più legato. Le canzoni sono tutte come figli: le fai nascere, crescere, le accompagni per mano in giro. Ho un pubblico che, per fortuna, mi ama e mi segue da tanto e che non ha permesso a nessuna delle mie canzoni di cadere nel silenzio. I suoi prossimi progetti? Sto lavorando a un disco che uscirà a breve ma non anticipo niente. Ne parleremo con piacere quando arriverà sul mercato discografico. A lezione alla Factory Pittoresque Voyage Pittoresque Factory inaugura il primo corso di disegno e pittura per neofiti ed appassionati: 10 lezioni per conoscere altrettante tecniche artistiche, per carpire i segreti dei grandi maestri, per imparare a destreggiarsi tra tele e pennelli, vernici e pigmenti. La sede del corso è presso la Factory, nata da un’idea di Gennaro Regina, al corso Vittorio Emanuele, 682. A svelare i segreti della pittura sarà il maestro Alessandro Papari, artista che sta segnando lo scenario pittorico del panorama italiano. Le lezioni si terranno ogni giovedì, a partire dal 7 marzo e saranno della durata di 2 ore, dalle 20 alle 22. Costo 350 euro a persona, inclusi i materiali necessari e per ogni serata un piccolo aperitivo di benvenuto. Le opere realizzate durante le lezioni saranno oggetto di una mostra e di una successiva vendita all’asta il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza. SFIZI&NOTE Massimo Lo Iacono DE’ ROGATIS, IL TRIBUTO DI MAISTO Merita una nota tutta per sé l’attività del «Centro di musica antica - Pietà dei turchini», operosissimo già dalla metà di gennaio: primo appuntamento è stato alla Feltrinelli di Piazza dei Martiri la presentazione del cd registrato da Salvatore Morra e Marcello Nardis dedicato a musiche di Luis de Milan, in collaborazione con «Altre corde», sodalizio con cui il «Centro» ha messo in cartellone altri due appuntamenti, il 5 aprile con performance live del cd e prima l’8 marzo con un recital dedicato dal giovane di bellissime speranze Umberto Maisto (nella foto) alla musica di Teresa de’ Rogatis. È comunque un modo per festeggiare la donna, riproporre l’opera della compositrice, ampiamente dimenticata dai più. Ma già il primo concerto del «Centro» in gennaio era stato organizzato con «Altre corde», con un tutto esaurito e trionfale successo: è stato un recital di Stefano Grondona, solista raffinatissimo, mai presente a Napoli, nonostante la fama preclara. Anche in questo caso come nel primo concerto fatto in collaborazione con il sodalizio chitarristico presieduto da Stefano Aruta, è stata suonata una chitarra Antonio de Torres, motivo in più di attrazione per i fans dello strumento. Degli altri importanti concerti, due in collaborazione con «Food, Art and Music» uno con «Pro Helvetia» il primo nel «Giorno della memoria», ed anche compleanno di Mozart, è stato accolto con grandissimo successo, poiché era l’attesa esecuzione prima in Napoli, verosimilmente, di una trascrizione per quartetto d’archi del «Requiem» di Mozart, fatta da Peter Lichtenthal nel 1803, seguita dal prezioso bis di Puccini, curata da quartetto «Gagliano». Il suo primo violino, Carlo Dumont, terrà intanto il 1 marzo un recital dedicato a Bach, e Bach è pure al centro del concerto del 20 Febbraio. Tutte le squisite, coltissime locandine ottengono sempre unanime consenso dal pubblico assai soddisfatto dalla programmazione classica certo ma mai ovvia. CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (33) SOCIETÀ&COSTUME Presentato a Napoli l’ultimo cd del musicista Salvatore Morra dedicato all’opera del compositoreLuisMilán.I sonetti di Petrarca cantati dal tenore Marcello Nardis Vihuela, musica reale Luciana Ranieri Sulle note della vihuela, la Feltrinelli di via S. Caterina a Chiaia ha ospitato recentemente la presentazione dell’ultimo lavoro di Salvatore Morra. L’evento nato dalla collaborazione con il Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini, ha visto inoltre la partecipazione di Stefano Aruta e Massimo Lo Iacono. Dall’opera di Luis Milán, Libro de musica de vihuela de mano, intitulado El maestro (Valencia 1535-1536), dedicata al Re di Portogallo Don Juan III, Morra ha registrato trascrizioni per chitarra di Pavane (una forma di danza dall’incedere maestoso, d’uso nella corte di Spagna), Fantasie, e 6 sonetti in italiano con il tenore Marcello Nardis, per la casa discografica inglese Draft Audio Pro- duction. In una sala gremita, Lo Iacono ha regalato al pubblico un breve excursus sul tempo in cui visse Luis Milán, figura per certi aspetti misteriosa. Morra invece, si è esibito in alcune fantasie tratte dal cd. Aruta poi ha fornito interessanti informazioni sulla nascita e lo sviluppo di questo particolare strumento musicale della famiglia dei liuti. Nella Spagna del XVI secolo, periodo ricordato come el siglo de oro, la vihuela rappresentò l’espressione più completa e significativa della musica strumentale, assolvendo lo stesso compito che il liuto già svolgeva in altri paesi d’Europa. Diffusosi verso la fine del ‘400 presso gli strati più elevati della società spagnola, dove si affermò come strumento dotto, Quattro muri e un telescopio «Le 4 Pareti», spazio underground in via Fiorelli, 12 dedicato all’arte contemporanea, sarà anche minuscolo ma si è ormai ritagliato un ruolo d’avanguardia nel circuito della creatività cittadina. A far girare a pieno regime questa combattiva factory delle idee ci pensa l’animatrice Maria Giovanna Villari. Che dal suo cilindro ha (34) oggi non ne rimane quasi nessun esemplare integro. Il termine vihuela identifica in particolare la cosiddetta vihuela de mano distinta dalla vihuela de arco, sinonimo della viola da gamba o della viella medievale. Analogamente alla chitarra, alla quale assomiglia, si suona pizzicando le corde con le dita. Luis de Milán fu uno dei principali autori di musica per vihuela, il primo in Europa a comporre per questo strumento, e scrisse il suo Libro de musica per scopi didattici. Oggi la sua opera ritorna viva più che mai nel disco che ha per interpreti Morra e Nardis, acquistabile online, inciso a Napoli nella chiesa di S. Caterina da Siena, e la cui presentazione al pubblico, dal vivo, è prevista per il prossimo aprile. appena estratto l’esposizione «Dal telescopio al mondo», assegnando a tre artisti una traccia: quella di «zoommare» sul mondo, come da un telescopio, «da molto vicino o da molto lontano», spiega la gallerista. Ed è stato così che la giovanissima Giorgia Garzilli, l’esperto decano Antonio Montano e il raffinato giramondo Andrew Mezvinsky (cognato di Chelsea Clinton), hanno prodotto una selezionata batteria di collage, rileggendo il pianeta secondo il proprio talento e la propria tecnica. Fino al 31 marzo. Per info e notizie 081665870 CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 POST-IT Successo del ciclo di conversazioni iniziato nel settembre 2012 dal titolo «Per giardini, per selve e per campagne», dedicato al tema dell’Arcadia in ambito musicale e teatrale. Location degli incontri il Museo Duca di Martina in Villa Floridiana che è divenuto l’epicentro culturale di giornate tra arte, letteratura e musica che ha visto come protagonisti accademici e musicologi. L’ultimo incontro del ciclo, previsto per sabato 9 marzo alle ore 11.00, è intitolato «Verzura, ninfe e amori nella letteratura teatrale italiana» e sarà caratterizzato dall’intervento di Antonia Lezza, professore associato di letteratura italiana e teatrale, Università degli Studi di Salerno. La partecipazione è gratuita fino ad esaurimento posti Per informazioni: tel. 081 5788418; www.polomuseal enapoli.benicultur ali.it/ facebook.com/mus eoducadimartina Da Londra a Napoli il ritmo di «Tie Time» Contaminazione di settori, da Napoli a Londra passando per Gragnano. L'alta moda sartoriale delle cravatte di Marinella incontra la musica in un cd dal valore solidale. «L'idea è nata in occasione dell'inaugurazione del nostro punto vendita a Londra, nel 2011, e si è trasformata presto in un’occasione per fare solidarietà». Così Maurizio Marinella spiega il progetto "Tie time": un cd musicale prodotto in collaborazione con il noto dj Alfonso Russo, per consolidare il legame tra il "brand" partenopeo e la capitale britannica e, al contempo, sostenere l'associazione "Anema onlus" per la ricerca nel campo della neurochirurgia e chirurgia maxillo facciale. Il ricavato della vendita delle 800 copie prodotte, sarà infatti devoluto alla Onlus fondata dai professori Paolo Cappabianca e Luigi Califano. Nel corso della presentazione, tenutasi a palazzo San Teodoro lo scorso 16 gennaio, il "made in Naples" di qualità l'ha fatta da padrone. Tra gli ospiti della serata Peppino Di Capri, che ha sottolineato l'importanza della «napoletanità d'eccellenza spesso espressa, come in questo caso, nel binomio musica e moda, che bisogna sempre saper cogliere e valorizzare». Un binomio ideale che, per una sera ha unito Napoli e Londra. Il legame tra la city britannica e Napoli è evidenziato dalla copertina dell'album, in cui una cravatta è annodata a mo’ di tazza su un piattino, sottolineando il gioco di parole tra l’ora del té e quella della “tie" (cravatta). Ma la serata ha avuto per protagonista anche un'altra iniziativa del brand napoletano che riguarda, invece, il “food” made in Naples. Ad ogni invitato è stato dato in omaggio un pacco di pasta. Cosa c’entrano le cravatte con la pasta? «C'era a Gragnano un pastificio che stava morendo spiega Maurizio Marinella - e da innamorato di tutto ciò che è napoletano ho deciso di intervenire per provare a salvarlo». È nata così l'idea di investire in un campo diverso da quello della moda e rilevare il pastificio "Gentile". «Il pastificio rappresentava una realtà familiare e artigianale profondamente legata a Napoli, proprio come la mia, e non sopportavo l’idea che finisse. E poi il food targato Napoli è molto apprezzato, in Italia e all’estero». Una buona causa che si è trasformata dunque anche in un buon affare: «A Natale ho venduto a Milano più panettoni di Gragnano che cravatte» - confida Marinella. Il messaggio? Puntando sulla napoletanità, la città può crescere. E a giudicare dalla dicitura "volume 1" sul cd “Tie time” le contaminazioni di settore non finiranno qui. ARMANDO YARI SIPORSO IL RICORDO SGUARDI LONTANI Francesco Iodice LA SCOMPARSA DI CARLO IULIANO L’ultima partita Carlo Iuliano, per tutti “Carletto”, giornalista dell’Ansa e storico addetto stampa della Società Calcio Napoli, dal 1969 al 1999, ai tempi di Lauro e di Ferlaino. Il Comune di Napoli ha deciso, dopo la sua recente scomparsa, di intitolargli la tribuna stampa dello stadio San Paolo. Francesco Iodice È stato collaboratore dell’ingegnere Corrado Ferlaino (che lo chiamava “dottor Carlo” per distinguerlo dall’omonimo giocatore) nel Calcio Napoli dal 1969 al 1999, un record assoluto; Maradona, scappando nottetempo in Argentina nel 1991, gli disse senza giri di parole: «Sei l’unico amico che mi è rimasto»; aveva un intercalare caratteristico, noto a tutti: «Oh, oh, per l’anima mia!»; non era altissimo, ma in compenso aveva un’intelligenza straordinaria e una saggezza proverbiale che gli consentivano rapporti umani sempre eccellenti; eravamo amici da oltre sessanta anni (praticamente dalle elementari nella scuola delle Suore Catechiste del Sacro Cuore di Casoria); è morto in pochi giorni per un susseguirsi sciaguratissimo e casuale di eventi avversi. Crediamo che tutti abbiano capito che stiamo parlando di Carlo Iuliano, giornalista dell’Ansa e storico addetto stampa della S.S.C.Napoli di Lauro e di Ferlaino. I media gli hanno dedicato post-mortem articoli, pagine intere e servizi speciali, ma pochi hanno sottolineato il suo rammarico (ma è la vita che va così) di essere stato messo un po’ da parte dopo la conclusione della sua vicenda con la squadra e con Ferlaino. La nostra fraterna consuetudine di lunghissimo corso - avevamo iniziato assieme, lui al «Roma», io a «Il Mattino» - spesso ci faceva chiacchierare a lungo e scambiare i nostri punti di vista. In una delle ultime volte, mi confidò che bisognava ormai contentarsi (sono sue parole) «di qualche comparsata in TV»; e, dopo la sospensione di «Goal di notte» su Canale 21, commentò amaramente: «Quando si perde, bisogna farsi da parte». Eppure, in trenta anni avrà dispensato più biglietti lui che gli impiegati al botteghino. Era sempre gentile, generoso e disponibile, senza mai QUEL RITORNO A CASA DI GENNARO JOVINE In fondo ad una delle traverse di via Foria - ora intitolata a Peppino De Filippo, è ubicata, nel centro della sezione Vicaria, piazza Eduardo De Filippo, dominata dalla bella facciata del teatro San Ferdinando, rinato per merito proprio del grande Eduardo che lo acquistò nel 1948 per tre milioni di lire e lo restaurò. Per ricordarlo degnamente abbiamo scelto nella sua produzione artistica sconfinata la gestazione e il significato di uno dei suoi assoluti capolavori e cioè “Napoli milionaria”. Lo stesso Eduardo ne ricorda l’origine: “Poche settimane dopo la liberazione, dal balcone della mia casa al parco Grifeo osservai il panorama di questa città martoriata e concepii in embrione la commedia”. Le prime parole scritte furono:”’O vascio ‘e donn’Amalia Jovine”: un luogo dominato da una donna, situato in mezzo ad una strada e non più in un appartamento borghese. Il 25 marzo 1945, domenica delle Palme, ebbe luogo la prima rappresentazione per l’Italia della celebre commedia. Eduardo si era già separato da Peppino e cominciava a correre un’avventura diversa. Napoli milionaria è una storia di poveri che fanno i soldi con la borsa mostrare insofferenza. Luca Ferlaino ha ricordato in un necrologio che la sua fanciullezza è stata scandita dalle telefonate di Carlo a casa Ferlaino: sarà bene ricordargli che le telefonate del padre hanno scandito, viceversa, la vita di Carlo che spesso, veniva tirato giù dal letto in piena notte o per discutere un’idea improvvisa partorita dal Presidente o per redigere l’ennesimo comunicato stampa. In occasione di un Non fu affatto un semplice addetto stampa, ma molto di più: un personaggio indispensabile nell’equilibrio di tutto l’ambiente. Dotato della massima discrezione, per lui i segreti dello spogliatoio rimasero sempre tali nera, cioè con il contrabbando, prima in tempo di guerra (I atto) e poi durante l’occupazione angloamericana (II atto). Tutta la vicenda si svolge nel basso di donna Amalia Jovine dotata di grande carattere (e cattiveria) che le permette di moltiplicare le merci e il guadagno. All’inizio del II atto arriva dalla prigionia il marito Gennaro Jovine, tranviere, mite, onesto, remissivo. L’ex deportato questo il colpo di genio di Eduardo - tornato a casa, non trova nessuno disposto ad ascoltare il racconto degli orrori che aveva visto: gli amici, la moglie, i figli, tutti gli voltano le spalle. Inoltre, si rende conto che la sua famiglia è rovinata da una ricchezza improvvisa e disonesta: il basso in cui pur ancora si trovano, ha gli stucchi dorati e il soffitto a volta; la sua camera è scomparsa, la moglie ha un amante, la figlia è incinta di uno sconosciuto militare americano e il figlio è un ladro. Avvilito e sorpreso Gennaro chiude con quella frase (“Adda passà…). Napoli milionaria mostra l’arte di vivere di una città sempre renitente alla storia. Dopo quell’unica rappresentazione napoletana, anche il pubblico di oggi ha il compito di accogliere il racconto di Gennaro Jovine, la cui intensità è una delle poche prove che questo paese forse è capace di farsi adulto. Anche se la nottata non è ancora passata. Napoli-Iuve da tutto esaurito, incurante del caos e malgrado i suoi impegni di rappresentanza nella Tribuna Autorità, Carletto (come tutti lo chiamavano) corse presso uno dei cancelli d’ingresso e, chiarito tutto sul mio biglietto con un sorriso all’addetto, mi consentì agevolmente di accedere alle tribuna. Ai funerali svoltisi con partecipazione straordinaria di popolo, amici e tifosi - il Napoli di De Laurentis non ha brillato per presenza: non un labaro, non una rappresentativa giovanile. Eppure Carlo aveva dato tanto alla società: non fu affatto un semplice addetto stampa, ma molto di più: un personaggio indispensabile nell’equilibrio di tutto l’ambiente. Dotato della massima discrezione, per lui i segreti dello spogliatoio rimasero tali; aveva doti naturali di diplomatico che si rivelarono decisive in tanti frangenti difficili (alzi la mano chi avrebbe resistito tanto tempo con un uomo estroso e complicato come Ferlaino): incomprensioni fra giocatori, fra dirigenti e atleti e forse anche fra dirigenti. Aveva un sacro concetto dell’Amicizia (con la A maiuscola): fino alla fine è rimasto fedelmente amico di Ferlaino e di Luciano Moggi, le cui alterne vicende in niente avevano modificato l’intensità del suo affetto. Carissimo Amico, fatti rubare la battuta anche da noi: «Oh, oh, per l’anima mia, non credi che dalla società e dalla vita (tu sai perché) avresti meritato qualcosa in più». Honny soit qui mal y pense, detestato sia chi pensa a male. Grazie della lezione di vita, non ti dimenticheremo mai. CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (35) LAPILLI Terni&Favole. A Largo Ferrandina a Chiaia nella tabaccheria Postiglione c’è un via vai di gente. Tra gratta e vinci e sigarette, una giostra di argomenti gira senza sosta: dalle dimissioni del Papa al futuro premier del Paese, dalle maledette tasse alle strade napoletane piene di buche. Nell’attesa della festa delle donne (da giocare il terno 8 - 20 - 21) e di quella del papà (puntare su 9 19 - 20 ), Alberto Postiglione smista le combinazioni per il gioco del lotto ispirate ai temi caldi dell’attualità. «Prima di tutto - sostiene Postiglione dobbiamo puntare sui numeri del nuovo governo che sono: 90 (il popolo) - 25 (il voto) - 57 (la speranza ritrovata) - 83 (la speranza perduta). Questa quaterna va giocata sulla ruota Nazionale e su quelle di Roma, Napoli e Milano almeno fino a metà marzo. Un altro treno di numeri da inseguire è quello dedicato alle tasse: 46 (i soldi) - 36 (le tasse) - 57 (la speranza ritrovata). Questo terno va giocato per 9 estrazioni sulle ruote di Napoli e Roma. Infine, non possono mancare i numeri di Benedetto XVI, il papa dimissionario che ha catalizzato su di sé l’attenzione del mondo. Bisogna puntare su 32 (il papa) - 90 (il popolo) 28 (l’ultimo giorno del di papa Ratzinger) - 65 (il pianto). Numeri da giocare, rigorosamente, sulla ruota di Roma». Quel gusto «a vapore» del mare MASTERCHEF. LA TECNICA DEL CESTELLO PER ESALTARE IL SAPORE DEL PESCE CON VERDURE Pippo Schiano SALMONE (O SPIGOLE) AL VAPORE CON VERDURE 2 spigole di medie dimensioni o 2 fette di salmone, 2 patate, 2 carote, 1 zucchina, 1 spicchio d’aglio, 1 limone, prezzemolo q.b. Ci mancavano solo le meteoriti. Non bastava questa campagna elettorale che da sola riesce a deprimerci in modo tombale. Non bastava la bomba delle dimissioni, del Papa. E non bastavano neanche gli scandali, gli arresti, le condanne di una intera classe dirigente politico-economica. E non sono neanche bastati, per noi poveri napoletani, gli autobus fermi ed i trasporti quasi cancellati. Ci voleva anche la pioggia di meteoriti per dirci che i tempi che corrono non sono i migliori. Nel frattempo, però, consoliamoci con un piatto saporito e facile da preparare: il pesce al vapore con verdure. Per prepararlo avremo bisogno anche di un cestello per la cottura a vapore nella pentola a pressione. Si tratta di un arnese che si trova in tutti i negozi di casalinghi, oltre che da IKEA, costa poco e ci permette di cuocere a vapore una gran quantità di cibo. Le spigole devono essere liberate delle visce- re, squamate e pulite. Nel caso scegliate il salmone a fette, sarà più semplice, visto che non necessita di questa operazione. Sbucciate le patate e tagliatele a dadi di medie dimensioni. Grattate le carote e tagliatele a pezzetti. Tagliate le estremità della zucchina e fatela a dadi piuttosto grandi. Se volete potete aggiungere anche altre verdure. Ad esempio è buonissima la zucca che va tagliata abbastanza spessa. Nella pentola a pressione mettete 3 dita d’acqua (che non deve in nessun caso toccare la base del cestello) lo spicchio d’aglio sbucciato, mezzo limone e del prez- zemolo. Ponete il cestello sul fondo ed adagiate le verdure ponendo quelle che necessitano di una cottura maggiore per prime. Le carote, poi le patate ed ancora le zucchine ed infine, se vi va, la zucca. Sopra le verdure ponete il pesce. Chiudete la pentola e portatela ad ebollizione usando una fiamma piuttosto vivace. Al primo fischio riducete al minimo la fiamma e fate cuocere per 3 -4 minuti. Levate dal fuoco e fate uscire tutto il vapore sollevando la valvola del fischio. Quando la pressione sarà finita e la valvola di sicurezza abbassata, aprite la pentola. Facenight, il calendario tra movida e solidarietà È diventato ormai un cult delle notti napoletane il calendario «Facenight», prodotto di alta qualità che fotografa e «ferma» la movida in un trionfo di colori e divertimento. 12 mesi, 12 professioni, 12 scatti. Per emozionare e far riflettere, ma anche per ironizzare sulle abitudini della nostra società, ritrovarsi tra gli aspetti più superficiali del mondo del by night ed estremizzare i loro comportamenti per puro piacere artistico. Il calendario «Facenight» è la risposta dei talenti che non si arrendono e lo urlano ai giovani. Una giovane fotografa, vincitrice del premio facenight 2012 Romina Romano, è la protagonista del mese di gennaio. Marco Esposito, il vincitore del premio security si è messo in gioco nello scatto del mese di febbraio. Nel mese di marzo, Antonio Parnoffi, uno dei personaggi più noti del by night partenopeo, a cui è andato il premio alla carriera Facenight 2012, è stato immortalato in un eterno Peter Pan. E così via via hanno riempito le pagine gli altri interpreti del divertimento. Nel mese di aprile Christian Key dice stop alla violenza nel- (36) le carceri. Nello scatto di maggio lo speaker radiofonico Gianni Simioli, anche lui, vincitore per la categoria del premio facenight , grida ad un’informazione libera. Giugno incoraggia i giovani a non mettersi al volante ubriachi, luglio è espressione del gioco e del divertimento, agosto con Gigi Soriani e Alex Colle propone una CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 sfida musicale. Settembre incontra i giovani di talento dell’Arenile, scenario di primo piano delle notti napoletane, ottobre racconta la storia con la vincitrice del premio flyers storico Monica Fattorusso e la sua immedesimazione nel mondo dei no global, novembre testimonia il talento dei giovani con l’organizzazio- ne Nice to be, dicembre immortala la pr Klaudia Visconti e i costumi della nostra società. Ma il calendario facenight ha in serbo sorprese, non solo altre immagini e racconti per completare l’ambizioso progetto, ma anche uno scopo concreto e pratico per dare vita all’intera iniziativa. Oltre all’arte e all’espressione del talento c’è anche la voglia di donare se stessi nel calendario facenight 2013. Perché ognuno sceglie di fare beneficenza secondo le proprie possibilità. Ed è per questo che facenight devolverà il ricavato del prezzo del calendario trasformandolo in una consolle professionale, all’associazione Volo Libero di Piscinola, da anni impegnata nella creazione di nuovi percorsi di vita per le persone più svantaggiate attraverso produzioni artistiche e culturali. Facenight ci crede. L'autore degli scatti è il giovane napoletano Nenne Martongelli, da anni impegnato nel movimento «Save the vinyl». A curare l'impaginazione e la stampa del calendario è stato Alessandro Esposito di Eurograph. TOMMY TOTARO LAPILLI Sfida all’ultimo vocabolo Disponibile sia gratuitamente che a pagamento, Ruzzle è una delle app più scaricate fra quelle relative ai giochi basati sulle parole. Nella versione gratuita è presente un minuscolo banner pubblicitario nella parte bassa dello schermo, e mancano le statistiche e la classifica online, disponibili invece nella versione premium al costo di 2,50 Euro. La possibilità di giocare in multiplayer online costituisce una caratteristica allettante che permette di trovare gli avversari anche fra gli amici di Facebook o i follower su Twitter. Conviene però allenarsi offline, da soli, per «RUZZLE» È L’APPLICAZIONE PIÙ SCARICATA TRA QUELLE CHE RIGUARDANO I GIOCHI BASATI SULLE PAROLE ricalca quello di altre applicazioni simili. In ogni partita ci si trova di fronte ad una tabella formata da sedici caselle (quattro per prendere confidenza con le meccaniche di gioco prima di lanciarsi online in un vortice di sfide all’ultima parola. Il sistema di gioco quattro), ognuna con una lettera dell'alfabeto e un valore numerico differente. Nell'arco di tre round da 2 minuti ciascuno, il compito è toccare tali caselle e formare il maggior numero possibile di parole, ottenendo un punteggio maggiore se si utilizzano le lettere evidenziate da bonus che raddoppiano o triplicano il valore della singola lettera o dell'intera parola. Al termine di ogni round, il punteggio ottenuto viene confrontato con quello dell'avversario, e alla fine delle tre riprese vince chi è riuscito a ottenere più punti. FABRIZIO TAVASSI L’ORA LEGALE Adelaide Caravaglios È NULLA LA SCHEDA ELETTORALE A PUNTINI Siamo in piena campagna elettorale e i media sono impegnati ad informare l’elettorato sulle modalità di voto, onde consentire un loro corretto svolgimento. Su un tema caldo come questo, di recente, è intervenuto il Consiglio di Stato, il quale – con la sentenza n. 12/2013 – ha sancito la nullità di una scheda elettorale nella quale erano stati aggiunti dei puntini: a parere del collegio giudicante si sarebbe trattato di «ingiustificabile anomalia», con «sicuro segno di riconoscimento». Cosa era successo: durante le elezioni amministrative di un piccolo Comune del calabrese, i due candidati a primo cittadino avevano riportato uno scarto di circa 4 voti. L’aspirante sindaco, arrivato secondo, aveva, quindi, deciso di impugnare dinnanzi al T.A.R. le operazioni elettorali, ma non ottenendo ragione dal momento che lo stesso T.A.R. aveva respinto il ricorso principale e dichiarato – di riflesso – improcedibile quello incidentale, di proporre appello, «criticando» – si legge espressamente nella sentenza – la pronuncia impugnata per aver respinto le proprie doglianze e disatteso la propria richiesta istruttoria. Neanche a parere dell’organo di vertice della giustizia amministrativa, però, l’appello andava accolto: l’art. 64 del D.P.R. 16 maggio 1960, n. 570, che sancisce la nullità del voto contenuto in schede che presentino scritture o segni tali da far ritenere in modo inoppugnabile la volontà dell’elettore di farsi riconoscere – spiegano i giudici – «deve essere inteso in senso oggettivo, ossia considerando nulle quelle schede che rechino scritte o segni estranei alle esigenze di espressione del voto, e che non trovino ragionevoli spiegazioni nelle modalità con cui l’elettore ha inteso esprimere il voto stesso». Il caso di specie andava, dunque, regolato in questo modo proprio perché dopo avere marcato nella forma consueta il contrassegno prescelto ed aver regolarmente espresso una preferenza, il votante, «per imperscrutabili ragioni», aveva ritenuto di aggiungere sulla scheda anche una serie di puntini, «presenza del tutto anomala e priva di qualsivoglia giustificazione» che è stata giustamente sanzionata dall’Ufficio elettorale con la nullità. Seminario sui disturbi d’ansia ORGANIZZATO DA S.A.M. PSICOLOGHE IN RETE, L’EVENTO SI TERRÀ IL 6 APRILE A NAPOLI CAFÈ CHANTANT, AL SANNAZARO TRIONFA LA BELLE ÉPOQUE Tra le certezze del carnet culturale e teatrale di Napoli c’è sicuramente il Cafè Chantant del Teatro Sannazaro, la cui platea, con felice frequenza, si trasforma in una vera sala da caffè concerto belle époque. In ogni spettacolo si rinnova, grazie alla verve e al talento di Lara Sansone, quel senso infinito di napoletanità attraverso la riproposizione dei grandi capolavori della canzone partenopea, con qualche excursus nella prosa dei celebri autori napoletani e alcune convincenti rivisitazioni di brani della musica internazionale. E capitano, tra canzoni, sciantose, balli e degustazioni, serate che offrono anche degli spassosi fuori programma. In uno degli ultimi appuntamenti del Cafè Chantant, ad esempio, la Sansone ha coinvolto tra il pubblico in sala l’imprenditore Nuccio Apolito (vedi foto) che, colto di sorpresa, ha improvvisato sul palco uno sketch, conquistando la platea con la consueta simpatia. Il 6 aprile 2013, dalle ore 9 alle 13, presso l’auditorium dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Napoli, (Via Riviera di Chiaia 9/C a Napoli, si terrà il seminario «Disturbi d'ansia: un approccio integrato. Quando la medicina e la psicologia collaborano». L’incontro, certamente di grande attualità, prevede un seminario di approfondimento sul tema dei disturbi d'ansia visti attraverso un modello di intervento integrato tra medicina e psicologia per la diagnosi e il tratta- mento in alternativa all’uso esclusivo di farmaci. L’evento formativo è stato ideato ed organizzato da S.A.M. Psicologhe in Rete, un gruppo di lavoro che ha l'obiettivo di creare sul territorio campano una rete di collaborazione tra gli operatori della salute. Ecco i punti salienti del programma: - l’importanza della collaborazione tra medico e psicologo: due professionalità che lavorano insieme per migliorare la qualità della vita e prevenire la cronicizzazione; - Diverse teorie psicolo- giche sull'ansia; - l’efficacia della collaborazione tra medici e psicologi nella gestione dei disturbi d'ansia; - i metodi di intervento psicologico; - i metodi di intervento farmacologico per l'ansia; - come collaborare. Il seminario è rivolto a medici di ogni specializzazione; la partecipazione è a titolo gratuito ma necessita di iscrizione scrivendo a psicologheinrete@gmail. com o telefonando al 3476293654. MASSIMILIANO TURCO CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 (37) MOVIDA&RELAX NIGHT STORM Fabio Tempesta MARSHALL, ALLA CONSOLE BELLEDONNE Carlo Fischetti, artisticamente conosciuto come Alex Belledonne, è nato a Napoli il 3 settembre 1985 sotto il segno della vergine. Il suo approccio al mondo della musica risale all’età di 7 anni, quando i suoi genitori gli regalano la prima tastiera elettronica, con la quale già riusciva a riprodurre ad orecchio le hit dell’epoca. Crescendo, in compagnia di un suo amico d’infanzia, inizia a maneggiare le vecchie musicassette e i dischi in vinile, organizzando party privati nelle case e nei garage degli amici. Le influenze musicali che determinano il suo stile sono tante: si parte dalla musica classica, passando per la disco ’70 e ‘80, la dance ‘90 arrivando fino ad oggi alle più complesse produzioni house/ deep/ techno/ nu-disco/elettroniche. All’età di 20 anni inizia ad esibirsi realmente in piccoli e grandi club quali il Disco Metropolis, il Mood, il Virgilio, la Cachaça, il Matì, il Tag, il Sunhama, il Rise, e molti altri. Nel frattempo fa molta pratica sulle DAW (Digital Audio Workstation) ed inizia anche un cammino come producer/ remixer. La sua pagina Soundcloud sta riscuotendo un discreto successo grazie al suo ultimo remix in chiave Nu Disco del celebre brano firmato da Calvin Harris feat. NeYo, “Let’s Go”. Inoltre ha partecipato ad un contest di livello internazionale remixando il brano della popstar Beyoncé, “End of time”. Ad oggi è il dj del gruppo del Marshal Clubbing, noto baretto della zona di Chiaia. Eclettico, versatile, geniale e fantasioso, riscuote sempre ottime critiche da parte del pubblico per i suoi set variopinti, che spaziano tra generi diversi tra loro fusi ad arte in un’unica e piacevole linea sonora. Bella gente Malatja, hard rock a cuore aperto Sebbene sia registrato con tutti i crismi del caso, Stracciacore, nuovo album dei Malatja, suona verace e passionale come se si trattasse di un prodotto artistico “fatto in casa”, laddove con tale definizione si garantisce la purezza e la genuinità dei contenuti e degli interpreti. Per utilizzare un paragone prettamente gastronomico, “sa” più di “pane cafone” che non di fette di pan carrè ugualmente costituite ed imbustate in larga scala. La band salernitana, sulle scene da ben diciannove anni con Paolo Sessa (voce e chitarra) e Camillo Mascolo (batteria), cui si è aggiunta da un anno Daniela De Martino (basso) ha realizzato un disco (su etichetta Diavoletto netlabel e distribuito da Good Fellas) in cui «decadenza culturale e perdita dei veri e genuini valori della società sono il comune denominatore». L’album di chi, a distanza di quattro anni dal precedente lavoro, “48”, ha ancora i piedi ben piantati nella realtà, in quella vita dura ma sicuramente tutt’altro che artificiale (e artificiosa). Un lavoro in cui hard rock e punk si mescolano alla perfezione creando un sound (38) SIMONE L’ANGELO Simone D'Angelo, meglio conosciuto come "Simone l'Angelo", vive la fotografia come ricerca personale: la sua arte è ritrarre le emozioni delle persone, CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013 ROBERTO BASILE di Tommy Totaro LELLO PADIGLIONE In questo periodo alla domanda, “Qual è il party anticrisi?”, in molti vi risponderanno “Padiglione Party su casa galleggiante il 4 maggio prossimo”. L’idea dell’evento su facebook ha già 258 partecipanti con l’esibizione (immaginaria) di: Dario Guida e Erick Morillo (sulla plancia), Imma Allozzi e David Bowie (al karaoke), nientepopò dimenoche Gianfranco Vissani al buffet di prua. ruvido con testi intelligenti e ironici (“Rock’& Roll star ‘a casa ‘e mammà” su tutti), come nella migliore tradizione della band salernitana. Un progetto maturo, insomma, e non potrebbe essere altrimenti scorrendo l’elenco di quelli che ne hanno preso parte: da Fabio Musta (noto anche per le collaborazioni con Clementino e Svez) nel cui studio (il Different Lab) “Stracciacore” è stato registrato, a Giuseppe Fontanella (24 Grana) che nel suo Key Lab lo ha missato e masterizzato, passando per i Low-Fi e Daniele Mazzotta, presente con alcune “intrusioni” al pianoforte e ai sintetizzatori. Dopo il primo singolo (“Nun Sia Maje Dio”), dato alla luce oltre un anno e mezzo fa, i Malatja hanno inoltre presentato, quasi in concomitanza con l’uscita dell’album, il videoclip di “‘O Sens Do’ Pudore”, realizzato dalla Hobos Factory. I Malatja, in sintesi, possono essere considerati come una delle più fervide testimonianze dell’ottimo stato di salute della scena musicale indipendente salernitana: difficile restarne indifferenti. elaborando ritratti fotografici che ri-creano una realtà temporale astratta. Provocatorio e non convenzionale ama esplorare, con la sua reflex, l'intreccio di forme, luci e ombre, con una forte preoccupazione estetica, ispirandosi in modo particolare alla vita notturna e alla moda. MARCELLA TRAPANI Capita raramente che una grafica, racconti il proprio lavoro con le creazioni, oltre che con le intuizioni. Ma Marcella Trapani non è una grafica qualunque. Non ha mai perso la curiosità verso le cose: per questo riesce, anche partendo dal consueto, a trasformare i suoi disegni in innovative elaborazioni grafiche. SALVATORE D’ANNA È l’ideatore del progetto Meet the Mixologist che punta ad ampliare la cultura del bere bene e responsabilmente. Trasmette la passione verso il mondo del beverage servendo cocktails classici, originali, intriganti e di tendenza; e utilizzando diverse tecniche di miscelazione. EXIT Diamo i numeri Elezioni In questo numero hanno scritto Roberto Basile Aurora Cacopardo Alfredo Alph Capuano Adelaide Caravaglios Maurizio Crivello Aldo De Francesco Nino De Nicola Mimmo Della Corte Rossella Galletti Viviana Genovese Livia Iannotta Francesco Iodice Massimo Lo Iacono Alessandro Mantico Carmine Mastantuoni Espedito Pistone Luciana Ranieri Renato Rocco Rosario Scavetta Pippo Schiano Armando Yari Siporso Fabrizio Tavassi Fabio Tempesta Tommy Totaro 169 le liste ammesse dal Ministero dell’Interno per le elezioni politiche di febbraio. Erano stati presentati 219 contrassegni, di cui 34 ricusati Lungomare 55 la percentuale di cittadini napoletani che, secondo un sondaggio di Repubblica.it, è favorevole alla pedonalizzazione di via Caracciolo Carabinieri 10 gli esponenti dell’estrema destra partenopea arrestati dai carabinieri del Ros. Sono accusati di banda armata e attentati incendiari. A CHIAIA MAGAZINE • ABBONATI È in corso la campagna abbonamenti di Chiaia Magazine. Chi decide di abbonarsi, non solo riceverà direttamente a casa il giornale, ma entra nel Club di Chiaia Magazine in cui ha diritto allo sconto del 30% sui libri di Iuppiter Edizioni e su altre opere dedicate alla storia e alle tradizioni napoletane. Due le tipologie di abbonamento: ordinario (20 euro all’anno) e sostenitore (50 euro all’anno). Per saperne di più basta telefonare al numero 081.19361500, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11.00 alle 18.00. Vincite PUOI TROVARCI • DOVE In oltre 500 punti selezionati: negozi, teatri, cinema, bar, discoteche, banche, bouti- 129 Disoccupazione 44,4 la percentuale di disoccupazione giovanile secondo i dati diffusi dalla Caritas. Maglia nera per la Campania, ultima in Italia la BACHECA mila euro vinti a Tufino, in provincia di Napoli, al Lotto con una giocata da 3 euro. È la vincita più alta d’Italia in questo concorso. que, studi professionali, gallerie d’arte, ristoranti, circoli sportivi e in tutti gli eventi culturali e mondani. Distribuzione capillare palazzo per palazzo; gazebo nei punti strategici della città per la presentazione del numero e delle iniziative del mensile. SOS CITY: ISTRUZIONI PER L’USO • Ringraziamo i nostri lettori per le segnalazioni (da inviare a [email protected] o all’indirizzo della redazione, via Dei Mille, 59 - 80121 NA) sulle emergenze e problemi della città. Una raccomandazione: lettere brevi (max 1000 battute). ON LINE • CONSULTACI Chiaia Magazine è gratuitamente scaricabile in formato pdf sul sito www.chiaiamagazine.it. DIVENTA NOSTRO FAN • FACEBOOK/TWITTER: Il mensile Chiaia Magazine ora è anche su Facebook e Twitter. Puoi diventare nostro fan cliccando “mi piace” sulla pagina ufficiale oppure iscriverti al gruppo Chiaia Magazine su Facebook e segnalarci eventi e curiosità. Diventa follower dell’account Chiaia Magazine su Twitter e cinguetta con noi. DEL MESE • INSERZIONISTI Chiaia Magazine vive solo grazie alle inserzioni pubblicitarie. 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