benvenuti nella citta` che buca lo schermo

Transcript

benvenuti nella citta` che buca lo schermo
ALL’INTERNO IL SUPPLEMENTO "TUGHEDER” DEDICATO AL LIFE STYLE
SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI
Anno VIII - numero 1/2 - Gennaio/Febbraio 2013
distribuzione gratuita
Benvenuti
nella città
che buca
lo schermo
Coppa America: patto tra le istituzioni per governare la città a colpi di
annunci e di show. La giostra mediatica è partita. Il luna park delle vele
ci costa 10 milioni ma, come un anno fa, i benefici restano immaginari.
L’incuria di Napoli, invece, è reale ed estrema: strade gruviera, trasporti
al collasso, illegalità dilagante e Comune a un passo dal dissesto.
www.chiaiamagazine.it
IUPPITER EDIZIONI
OBLÒ
LA LETTERA
Pasquale Errico, esempio
di civiltà e di etica
Caro direttore, nel difficile clima
di agitazione che ha tenuto in
tensione il nostro paese a causa
delle violenti manifestazioni di
protesta degli studenti contro i
tagli e l’austerity originando
pericolosi scontri con le forze
dell’ordine, il nostro ex Dirigente
del Commissariato Chiaia San
Ferdinando dott. Pasquale
Errico, Questore a Matera, ha
rappresentato sicuramente il
più valido esempio di civiltà
oltre che di responsabilità etica.
In particolare, in un momento
storico economicamente e
socialmente critico, nel quale la
nuova generazione confusa vede
spegnersi la luce di un futuro
appagante perdendo fiducia
nella forza di volontà e nell’ambizione e mentre nel resto
d’Italia i giovani studenti,
complici di un comune spirito
combattivo, tenendo alti i loro
striscioni gridavano frasi del
tipo “non toccateci il futuro”
oppure “riprendiamoci ciò che è
nostro”, confrontandosi violentemente con gli agenti delle
forze dell’ordine in servizio nelle
diverse piazze territori protagoniste degli scontri, il Questore
Pasquale Errico, da esperto
conoscitore della storia, delle
leggi, ispirandosi ai più alti
principi costituzionali, riconosceva il diritto di manifestazione ai giovani e dominava la loro
libertà di pensiero così come
consentito in tutti gli ordinamenti democratici. Pasquale
Errico, infatti, non ha represso la
protesta bensì ha affiancato i
giovani offrendo loro il sostegno
necessario nella considerazione
che la violenza non è mai una
soluzione e che da essa possono
derivare solo dolori, favorendo
sempre ed unicamente i forti ed
i prepotenti. Con tale spirito il
Questore Errico ha significato
una valida lezione di civiltà
utile ad una Italia in crisi anche
per la perdita di valori e di
insegnamenti indispensabili per
il raggiungimento di un obiettivo felice comune. Un esempio di
responsabilità etica, di seria
professionalità, di cui, con
profondo orgoglio, riconosciamo l’autore, con l’augurio di
riaverlo presto in servizio sul
nostro territorio.
ALESSIA GIANGRASSO
(2)
Un numero verde per le buche
Gentile redazione, ho letto sui
giornali che a Napoli si aprono
dodici buche al giorno. Lo
scenario stradale è diventato
desolante e pericoloso. Mi sembra
evidente che il Comune non è in
grado di fronteggiare questa
emergenza e la conseguenza è che
l’incolumità dei cittadini è esposta
a rischi gravissimi.
Ma forse questa non è una priorità
per chi ci governa. Anche se per
me e per tanti è difficile resistere
allo scoraggiamento, vorrei
comunque suggerire al sindaco di
istituire un numero verde al quale
i cittadini possono segnalare
l’apertura di nuove buche e
voragini. Aggiungo che l’iniziativa
è già stata adottata da molti altri
Comuni italiani. Non so se servirà
a qualcosa, ma è per dire che i
cittadini la loro parte la fanno. E il
sindaco?
ANTONIO POSTIGLIONE
Balle a vela, è Coppa
AMERICA
L’editoriale
Premio Siani, il silenzio della società
civile sul caso del libro di De Stefano e
sul pasticcio dei giurati.
pagina 3
Il paginone
Duro a morire, a Napoli, il viziaccio della
politica spettacolo che spalma cipria sulle piaghe della
città e tira avanti a colpi di eventi che dissanguano i contribuenti.
Sul Lungomare liberato, dal 12 al 21 aprile, seconda comparsata della
Coppa America in salsa partenopea, ultima tappa europea della nota manifestazione velica internazionale. E ora come allora dubbi a valanga. E una sola certezza: il
privilegio di ospitare lo show americano costerà alle casse pubbliche 10 milioni di euro, in
parte fondi europei e regionali, in parte risorse della Camera di Commercio di Napoli, subentrata all’Unione Industriali nella gestione della kermesse. Nella sottometropoli che non ha gli
occhi per piangere qualcuno però insorge, ricordando la sgangherata improvvisazione che scortò la
gestione della prima gara, quella della primavera 2012, a cominciare dal consuntivo reale costi-ricavi che, secondo l’Associazione «Napoli Punto a capo», non è stata mai reso noto mentre sono da
un anno sotto gli occhi di tutti i postumi devastanti dell’evento sulla Villa Comunale. Gli enti locali
sventolano tuttavia previsioni stellari: tra due mesi - secondo il governatore Stefano Caldoro l’America’s Cup porterà in città 50 milioni di euro. Numeri in libertà, l’esagerazione in libera
uscita visto che l’annuncio, dato alla Bit il 15 febbraio, non è stato corredato da nessuna
pezza d’appoggio ufficiale su entrate e uscite. Esattamente come la volta scorsa. «Napoli
Punto a capo» parla di vele a peso d’oro, poi sfiora un passaggio interessante: il
contributo della Camera di Commercio nel piatto degli americani «è prelevato
dai bollettini obbligatori che pagano tutte le imprese». Non era il caso
di consultare gli iscritti? Gradita una replica di Maurizio
Maddaloni, presidente dell’ente camerale.
Sprofondo fosso: la stagione nera della
manutenzione. Chiaia nel mirino della
Procura. Le denunce della I Municipalità
pagine 4-5
L’affondo
«Sindaco vattene per il bene di Napoli»
Gianni Lettieri, capo dell’opposizione in
consiglio comunale stila il programma per
salvare la città.
pagina 7
Primo piano
Indagine sul mondo ebraico e i nuovi
mercati turistici. Prodotti campani: avanza
l’opportunità kosher.
pagina 8
L’inchiesta
Grande Napoli, luci e ombre della
riforma. Terza e ultima puntata del focus
sulla Citta metropolitana.
pagina 11
Storie&Territori
Pozzuoli, operazione siti puliti. I reperti
archeologici nei pressi dell’Anfiteatro
Flavio liberati dai rifiuti.
pagina 16
Saper Vivere
Ci vediamo «Al Sarago». Compie 40 anni
lo storico ristornate di piazza Sannazzaro.
pagina 27
n u m q u a m
SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI
Anno VIII n.1/2 - Gennaio/Febbraio 2013
Direttore Responsabile
Max De Francesco
Redazione
Laura Cocozza
Alvaro Mirabelli
Progetto e realizzazione grafica
Fly&Fly
h o r u m
l u x
c e d e t
Società Editrice
IUPPITER GROUP S.C.G.
Sede legale e redazione:
via dei Mille, 59 - 80121 Napoli
Tel. 081.19361500 - Fax 081.2140666
www.iuppitergroup.it
Presidente: Laura Cocozza
Stampa
Centro Offset Meridionale srl - Caserta
SOS CITY
Max
De Francesco
Laura
Cocozza
Alvaro
Mirabelli
Massimiliano
Tomasetta
Reg. Tribunale di Napoli n° 93 del 27 dicembre 2005
Iscrizione al Roc n°18263
© Copyright Iuppiter Group s.c.g.
Tutti i diritti sono riservati
Per comunicati e informazioni:
[email protected]
Responsabile area web
Massimiliano Tomasetta
Pubblicità (Tel. 081.19361500)
Rosario Scavetta (347.6159578)
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
Si ringraziano Tony Baldini per cover
e fotomontaggi, e l’archivio Ruggieri
per le fotografie
Lancia il tuo Sos,
indica disservizi e
problemi del tuo
quartiere e proponi soluzioni per
rendere più vivibile
la città. Contiamo
su di te.
Le lettere, firmate
con nome e cognome, vanno inviate a «Chiaia
Magazine» - via
dei mille, 59
80121 Napoli, oppure alla e-mail
[email protected]
IL PAGINONE
NAPOLI GRUVIERA
Sprofondo fosso
La stagione nera della manutenzione. Record di buche e di cause, riqualificazioni
bloccate. Chiaia nel mirino della Procura. Le denunce della prima Municipalità
N
apoli gruviera: vecchia storia. Emergenza ignobile, scritta da sempre con l’inchiostro dell’incapacità. Rogna cronica
che adesso riesplode: mai così estesa in
città la mappa di buche, voragini, avvallamenti. E Napoli impresentabile è solo
il minimo. Il peggio è l’incolumità ad
alto rischio di pedoni e automobilisti. Il
mattatoio dei femori e delle tibie, degli
avantreni e dei semiassi è roba da grandi
numeri. E tutti finiscono sul tavolo del
magistrato: cause a vagoni (1800 nel
2012 di cui circa 1700 sono state perse
dal Comune) e risarcimenti a pioggia
(circa 4 milioni e mezzo di euro). Soldi
buttati. Invertire la tendenza? Luigi De
Magistris allarga le braccia e sventola i
conti in rosso di Palazzo San Giacomo.
Ma la gente è di umore pessimo e non
(4)
LO SPILLO
Strade a pezzi? Una
manna per i napoletani
peggiori. Che
purtroppo sono
tantissimi. E giù una
valanga di sinistri
fantasma: sulle buche
ci marciano in tanti e
smascherarli è
difficile. La Procura ci
prova ma è come
svuotare il mare col
cucchiaino. A Napoli è
record di frodi: la
media degli incidenti
tarocchi in città è
doppia rispetto a
quella europea e,
secondo l’Ania, i
sinistri fasulli sono
l’11% del totale. E’
l’esercito dei furbi
accampato nel deserto
delle istituzioni.
CHIAIA MAGAZINE •GENNAIO/FEBBRAIO 2013
sente ragioni: mai così male l’immagine
del sindaco perché anche la città dei
crateri, come quella della monnezza,
finisce in prima pagina puntualmente.
L’effetto «Lungomare liberato» è evaporato da un pezzo: è il fiato corto della
politica show, quella a colpi di Coppa
America e Coppa Davis, che a Chiaia
aveva piantato il suo palcoscenico. Il
malessere del quartiere, spia del disagio
di una città intera, nelle parole di Alberto
Boccalatte, delegato alla Manutenzione
della Municipalità 1: «Il lungomare?
Pedonalizzato in questo modo è diventato un ghetto. Solo chi si sente infallibile
poteva pensare che un dispositivo così
approssimativo si rivelasse un beneficio
per i cittadini. Il municipio non ha gli
occhi per piangere perché la vecchia
casta ha fatto terra bruciata? Va bene.
Intanto però i soldi per coppe, coppette e
piste ciclabili, si sono trovati e adesso
Napoli fa la fame. Ecco perché, tappata
una buca, ne spuntano cento e lì restano.
Da mangiarsi le mani». Un po’ di conti
per capire che succede a Chiaia e dintorni sul fronte manutenzione: «Non era
iniziata male - sostiene Boccalatte - Il
budget assegnato alla prima Municipalità per il 2012/2013 era di 600mila euro
per la manutenzione ordinaria (le riparazioni del manto stradale, dei marciapiedi
etc) e di 400mila per la manutenzione
straordinaria (microinterventi di riqualificazione). Poi l’amministrazione ci ha
ripensato, avocando a sé i 600mila euro
per i lavori ordinari: idea non malvagia,
finalizzata al risparmio, perchè il lavoro è
stato affidato a Napoli Servizi, spa partecipata del Comune, e si è evitato l’appalto ad un ditta esterna. Il problema, però,
è la pessima qualità dell’intervento che
punta, quasi esclusivamente, a rattoppare con l’asfalto e senza il sottofondo:
impensabile, infatti, con i pochi quattrini
a disposizione, ripristinare la vecchia
pavimentazione». Non solo. Al delegato
di Chiaia quello che non va giù, è il sistema di colmatura utilizzato: «Usano asfalto a caldo che è più economico e duraturo di quello a freddo. Ma d’inverno, se il
rattoppo è fresco, basta una pioggia per
farlo “saltare”». E intanto alla Municipalità è restato solo il budget della manuten-
Lungomare liberato,
l’indice di «sgradimento»
zione straordinaria: 400mila euro: «Così è
stato possibile assegnare l’appalto, con
un ribasso del 40%, di lavori urgenti per
la messa in sicurezza di alcune situazioni
pericolose: poco meno di 200mila euro.
Quello che resta da spendere va alle
strade - chiarisce Boccalatte - ed è l’importo avanzato dal ribasso: poco più di
200mila euro. E dovranno bastare per
una Municipalità grande come Treviso».
L’incompetenza primo nemico? «La
Giunta De Magistris investe male il poco
che c’è - taglia corto il politico - ma sono
le distrazioni di Palazzo San Giacomo a
preoccupare. Due su tutte: che fine hanno fatto le due grandi riqualificazioni di
via Posillipo e via Manzoni, appaltate in
era Iervolino, decollate e infine bloccate?» La stessa domanda che si è posta la
Procura che su via Manzoni vuol vederci
chiaro. «L’operazione, prevista da Torre
Ranieri a via Stazio, - dettaglia Boccalatte
- ha partorito solo il recupero di alcuni
tratti di marciapiede. Poi lo stop nel 2011.
La causa? Problemi a un condotto fognario che andavano risolti prima di proseguire: ma per mancanza di soldi si è
fermato tutto». E anche a Posillipo altra
cronaca dello sconforto: «Un progetto
nato male perchè prevedeva la rifazione
dei marciapiedi coi sampietrini e solo in
alcuni tratti. Doppio sbaglio: primo
perché è tutta la via che è degradata. E
poi perché l’uso dei sampietrini, belli,
per carità!, si è rivelato economicamente
insostenibile: e anche qui, dopo qualche
recupero, è arrivato lo stop. Potevano
pensarci prima». Per Posillipo la Municipalità ha proposto l’asfalto per l’asse
viario e i sampietrini nelle piazze ma la
Sovrintendenza si oppone e il Comune
tace. Risultato: stallo totale. «In nome del
controllo e della trasparenza della spesa
pubblica - si chiede infine Boccalatte sarebbe importante per i cittadini conoscere l’attuale situazione relativa ai 2
milioni di euro all’epoca stanziati e
iscritti a bilancio per i due progetti».
In ogni caso l’ingresso in scena degli
inquirenti ha confortato i vertici della
Municipalità. Mezza Napoli come Bagdad bombardata. Mai così in basso la
manutenzione: 2011 e 2012 gli anni
peggiori di questa storia. Nessun colpevole? Difficile. Sulle tracce dei responsabili è piombata la Procura della Repubblica. Buche, riparazioni,costi, forniture,
collaudi, truffe assicurative: come scava-
re nel caos. Chi ha barato alla faccia dei
cittadini? L’ultima parola spetta al presidente del parlamentino di Chiaia: «L’attenzione della Procura sulla manutenzione - sbotta Fabio Chiosi - mi rincuora».
Ha perso il conto il politico degli esposti,
inoltrati nel corso degli anni sullo scandalo strade: ad esempio «il capitolo delle
grandi opere morte in culla o bloccate
nonostante i fondi stanziati». «Penso dice Chiosi - non solo a via Manzoni o via
Posillipo ma anche al progetto per piazza
Salvatore Di Giacomo, finanziato con
fondi erogati dal governo Berlusconi e
tenuti fermi, o forse altrimenti spesi da
questa amministrazione. Francamente
stavamo meglio quando stavamo peggio.
Ma se il Comune non brilla, che dire della
Sovrintendenza che oppone il suo veto
all’asfalto, invece dei sampietrini, sulle
strade a scorrimento pesante?». Non solo.
L’autorità che ometta di scongiurare il
pericolo delle strade dissestate commette
reato: è l’art. 673 del codice penale. Così,
a mali estremi, il presidente di Chiaia ha
chiesto almeno «il sequestro della strade
a rischio per tutela dell’incolumità pubblica e privata». Alza la voce il presidente
di Chiaia: e negli ultimi anni lo ha fatto
spesso anche dalle colonne di Chiaia
Magazine. La rivista, infatti, ha più volte
dedicato intere copertine al flagello (vedi
foto in alto). Ma anche le denunce finiscono in buca. (o.m.)
Le Ztl senza capo né coda, la ghettizzazione dei
quartieri a traffico limitato, la pista ciclabile costata
1.200.000 euro, letteralmente buttati perché la relativa
segnaletica orizzontale è già sbiadita, lo smog, i
trasporti in coma, Bagnoli e Scampia finite nel
dimenticatoio, il degrado diffuso, le scuole senza
refezione, la costosa politica spettacolo a base di
Coppa America e Coppa Davis, gli abusivi, i
parcheggiatori fuorilegge, il black-out elettrico e quello
amministrativo, le buche, il commercio alla canna del
gas, le scuole senza refezione, il Caso Romeo, la Cassa
Armonica in malora, i rifiuti, le baby gang e i predatori:
lo scorso 15 gennaio tutte le tragedie della città
deragliata i cittadini arcistufi le hanno infilate in un
unico conto per presentarlo agli amministratori di
Palazzo S. Giacomo nel corso di una protesta pubblica
organizzata, non a caso, a piazza Vittoria. Quel giorno
la società civile ha alzato la voce e i toni. Al timone
della contestazione il Comitato Cittadinanza Attiva,
guidato dall’avvocato Lucio Mauro, La Confcommercio
di Napoli presieduta da Pietro Russo, e poi l’architetto
Nicola Pagliara, lo stilista Maurizio Marinella e molti
comitati civici della zona. Un segnale forte spedito «ad
un’amministrazione sorda - recitava il comunicato
della manifestazione - che è la negazione della
democrazia partecipata». E un passo energico: il
ricorso al Tar per riaprire via Caracciolo al traffico dal
lunedì al venerdì. Come parlare al muro visto che, il 6
febbraio, il Tribunale Amministrativo ha bocciato
l’istanza: il Lungomare liberato, insomma, non si tocca.
Sconfitta bruciante. Così la società civile, abituata agli
schiaffoni della casta politica, stavolta incassa anche il
siluro dei giudici amministrativi e, per l’ennesima
volta, pesa, incarta e porta a casa. Ma di certo non
molla visto che, dicono gli animatori di Cittadinanza
Attiva, «il ricorso contro il Lungomare liberato,
definizione demagogica da respingere con
indignazione, resta ancora pendente e da
approfondire». Resta in ogni caso, lasciano intendere
gli sconfitti, il grande gelo sceso tra la cittadinanza e il
Municipio, ingessato in un atteggiamento supponente
e autoreferenziale, ormai impermeabile a tutto. «Non è
questione di essere ipercritici - aggiungono in coro i
commercianti, e non solo loro, da un capo all’altro
della città - ma è un fatto che la Giunta comunale non
la smette di fornire sempre nuove dimostrazioni
d’insufficienza e approssimazione, di scarsa limpidità,
di risultati scadenti». La sensazione è che l’indice di
«sgradimento» sia destinato a salire.
ALVARO MIRABELLI
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(5)
(6)
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
L’AFFONDO
INTERVISTA A GIANNI LETTIERI
«Sindaco vattene per il bene di Napoli»
Il capo dell’opposizione in consiglio comunale stila il programma per salvare la
città. E su de Magistris dice: «È un irresponsabile che gioca alla rivoluzione»
Il Comune va
commissariato. La
differenziata ristagna
al 20%, la manutenzione
stradale è inesistente
e l’assurdo piano di
riequilibrio finanziario,
approvato di recente,
taglia i servizi
e aumenta al massimo
le aliquote comunali
di Imu, Tarsu e Irpef
Aldo de Francesco
I
mprenditore per vocazione con
il gusto della sfida, che gli ha fatto raggiungere importanti traguardi, un riferimento ineludibile per il mondo produttivo - è
stato presidente dell’Unione industriali di Avellino e, per sei anni, di quella di Napoli - Gianni
Lettieri si è però guadagnato la
popolarità nelle ultime amministrative del 2011 come candidato del centrodestra a sindaco
di Napoli. Protagonista di una
campagna elettorale fondata rigorosamente sui programmi che altri non avevano - quando
la partita sembrava quasi vinta,
fu penalizzato al ballottaggio da
una serie di astiose alleanze e di
circostanze sfavorevoli.
L’inasprimento della crisi economica, la demolizione europea
del governo Berlusconi con negative ricadute sulla credibilità
del centrodestra, la politica
«sconnessa» del Terzo polo - che
arrivò a rimangiarsi anni di lotta contro la sinistra pur di fare
un dispetto al Cavaliere - , una
sorta di strisciante desistenza del
Pd, il boom dell’antipolitica finirono per incoronare il candidato sindaco meno indicato: de
Magistris. Il solito paradosso napoletano. Lettieri, il giorno dopo
la sconfitta, tenendo fede alla
parola data, non solo è rimasto
in trincea ma si è subito segnalato come il più implacabile e
anche propositivo avversario del
sindaco «arancione».
Presidente Lettieri, dopo quasi due anni dalle elezioni amministrative 2011, in cui lei si
sgolò per mettere in guardia i
napoletani dal votare de Magistris sindaco, senza riuscire però a convincerli, oggi che ha
avuto ragione su tutti fronti,
cosa sente di dover dire alla città un’altra volta tradita?
Napoli ha bisogno di persone
capaci di risolvere problemi ed
emergenze, ma soprattutto ha
bisogno di persone serie. De
Magistris ha promesso di tutto
pur di vincere le elezioni e poi,
alla prova dei fatti, si é rivelato
un incredibile bluff. Siamo precipitati, e lo dico con rammari-
co, a livelli peggiori rispetto alla precedente amministrazione
e lo si vede, oltre che dalla questione rifiuti, dove l'emergenza
è di nuovo dietro l'angolo e la
differenziata ristagna al 20%,
anche nei problemi quotidiani:
scuole partite senza riscaldamenti e refezione, manutenzione stradale inesistente, illuminazione pubblica ad intermittenza, stop al trasporto pubblico per mancanza di carburante. In questo quadro non va sottovalutata la nuova escalation
di criminalità che si registra in
alcune zone della città, che mi
preoccupa molto. Questa dopo
20 mesi è la fotografia reale della cosiddetta rivoluzione arancione.
Da dove pensa che bisogna cominciare per salvare la città e
fermare i populismi amministrativi fatti di chiacchiere,
coppe e distintivi?
C'è un solo modo concreto: il
commissariamento dell'ente. In
parte è già avvenuto, per quanto riguarda la gestione finanziaria, con i vincoli imposti dal
decreto salva comuni, ma non
è abbastanza e lo dimostra l'assurdo piano di riequilibrio finanziario approvato recentemente, con due soli voti di maggioranza, che aumenta al massimo possibile le aliquote comunali di Imu, Tarsu ed Irpef e
taglia i servizi. Per evitare di trovarci, di qui a qualche mese, con
una situazione irrecuperabile è
necessario che si avvii subito
l'iter per la commissione d'accesso.
Come spiega che un sindaco,
intorno a cui si creò una benevola atmosfera e un diffuso clima di fiducia, è finito, in così
poco tempo, nella polvere.
Ci sono due riflessioni da fare a
tal proposito. Innanzitutto de
Magistris è un sindaco di minoranza, cioè non eletto dalla
maggioranza degli aventi diritto al voto. Noi in consiglio comunale ci troviamo in una situazione assurda: io al primo
turno raccolsi il 43% delle preferenze - senza Udc, Fli e Udeur,
che alle elezioni provinciali e regionali erano invece organici alla coalizione - ed i nostri consiglieri eletti hanno raccolto più
preferenze di tutti i consiglieri
della maggioranza messi insieme. Quindi va sfatata la favola
del vasto consenso popolare
raccolto dal sindaco. In secondo luogo occorre dire che le
condizioni politiche che si erano create in quel particolare periodo sono irripetibili: exploit
dell'antipolitica, inizio della crisi economica e del governo Berlusconi con una caduta verticale della credibilità del centrodestra. In quel contesto si è preferito votare in rottura con tutto
questo e de Magistris ha avuto
la fortuna di essere il catalizzatore di questa protesta. Per il resto è evidente che sotto ogni
aspetto è totalmente inadeguato a questo ruolo, così come a
quelli che ha rivestito in passato. Non dimentichiamo che fu
cacciato da Catanzaro, quando
era Pm, con provvedimento di
censura del Consiglio Superiore della Magistratura.
Quando ha saputo, dai proclami di de Magistris, che egli
avrebbe portato nel Paese la
“rivoluzione civile”, promessa
ai napoletani, sapendo bene
come ha lasciato marcire i problemi ereditati e da lui ulteriormente aggravati, in quel
momento che cosa ha pensato
di questo singolare e disinvolto amministratore?
Un solo aggettivo: irresponsabile. Come giudicare, altrimenti, un sindaco che, con la città in
queste condizioni, si mette a
giocare alla rivoluzione occupandosi di politica nazionale
come se stesse facendo una partita di risiko? É assurdo: ha fortemente voluto questa lista,
promuovendola in ogni modo e
candidando con il suo capo Ingroia due assessori comunali.
In questo momento avrebbe
dovuto invece dedicarsi h24 alla città insieme a tutta la giunta
e a tutto lo staff.
Ogni volta che a Napoli si registra un fallimento a Palazzo
San Giacomo, avviene da oltre
venti anni a questa parte, si riapre un fitto dibattito sulla borghesia napoletana, accusata di
essere incapace di farsi classe
dirigente, o anzi di essere addirittura inesistente come ceto propositivo, insomma nel
far sistema. Ha mai pensato
che tutto questo fracasso dialettico possa invece servire da
alibi per confondere le idee, accampare attenuanti, non dire
le cose come realmente stanno, finendo per coprire in buona sostanza schiere di negligenti?
In parte è così. Molti imprenditori, professionisti, intellettuali
preferiscono, purtroppo, restare ai margini della vita politica,
alcuni per disinteresse, altri per
poterne usufruire quando serve. Ed in questo modo la città
subisce una classe dirigente
inadeguata ed arretra in ogni
campo sempre di più. Una presa di coscienza in questo senso
sarebbe un buon viatico per avviare una seria riflessione sul fu-
turo e sulla guida di Napoli. Io,
pur venendo dal mondo imprenditoriale ho deciso di metterci la faccia e dedicarmi alla
mia città, perché non potevo e
non volevo, così come non voglio e non posso, rassegnarmi
al declino con le mani in mano.
Lei ha detto che non si è candidato alle politiche perché vuole continuare coerentemente
la battaglia amministrativa e
non fare come quelli - la maggioranza dei casi - che promettono di restare e poi se ne
vanno. Le faccio una domanda di moda nel clima elettorale nazionale: se oggi fosse sindaco di Napoli quale provvedimento, da lei ritenuto indispensabile, adotterebbe nella
prima seduta di giunta per ridare speranza a questa città?
La prima delle mie 72 azioni per
Napoli era l'approvazione di
una legge speciale, già concordata con il presidente del Consiglio ed il ministro dell'Economia dell'epoca, che destinasse a
Napoli 500 milioni di euro per
dare ossigeno alle casse comunali e lanciare piani di sviluppo. Se dovessi insediarmi oggi,
a distanza di 20 mesi, con una
situazione oggettivamente peggiorata, come primo atto ridurrei del 70% i costi di giunta, staff
e missioni, farei una ricognizione sugli sprechi e destinerei le
somme derivanti a chi non arriva a fine mese. In secondo luogo istituirei un tavolo con governo e Confindustria per un
piano di sviluppo imprenditoriale e lavorativo della città. Infine lancerei un immediato piano di dismissione del patrimonio non strategico comunale e
farei ripartire l'edilizia pubblica
e privata.
Lei è uno sportivo, un maratoneta, misurato nella vittoria e leale con i vinti, gli sconfitti: direbbe a un sindaco, ormai cotto e stracotto, che ne
ha combinato di tutti i colori, facendo passare per piste
ciclabili le linee verticali da
settimana enigmistica stradale: “Vattene, per il bene di
Napoli”?
Glielo dico da mesi, sia in consiglio comunale, dove ultimamente sta venendo davvero poco, sia in tutte le occasioni pubbliche possibili. Purtroppo lui
per la città è abituato a prendere sempre la decisione sbagliata, quindi dubito che seguirà il
consiglio.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(7)
PRIMO PIANO
MONDO EBRAICO E NUOVI MERCATI TURISTICI
Prodotti campani, opportunità kosher
Carmine Mastantuoni
Con il termine Kosher o Kasher o Casher, si individuano
l'insieme delle norme che regolano la preparazione dei cibi
e l'alimentazione del popolo
ebraico, così come tramandato
dal Vecchio Testamento e dalla
Torah. Semplificando, sono kosher tutti quegli alimenti che,
destinati alla dieta ebraica, rispondono a rigorosi requisiti di
qualità, rispetto all'origine, e
controllo in tutte le fasi della loro lavorazione. Per questo tutti
gli alimenti ritenuti idonei, debbono essere provvisti di un'ap-
(8)
posita certificazione rilasciata
da un rabbino, che attesta anche che tutte le fasi di preparazione hanno rispettato le norme. Ad esempio non è kosher la
carne di maiale, perché è un
animale che appartiene alla famiglia degli ungulati, ma soprattutto perché la sua carne ha
caratteristiche simili a quella
umana. Tutti gli altri tipi di carne sono consentiti, purché non
sia la parte posteriore dell'animale e sin dalla macellazione
siano stati osservati principi e
criteri estremamente rigidi.
Spesso accade che, in uno stesso macello o industria di ma-
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
cellazione, un pezzo di carne
dichiarato commestibile da un
veterinario, non lo sia per un
veterinario ebreo. Fondamentale è che dall'animale macellato venga fatto colare tutto il
sangue, poiché attraverso di esso sono veicolate tutte le tossine e le impurità (tra l'altro anche sullo smaltimento del sangue occorre rispettare rigide regole). Sono kosher solo i pesci
provvisti di lisca, pinne e squame facili da asportare, mentre
sono assolutamente non kosher i crostacei, i mitili e gli invertebrati marini tipo polipi. Il
pane, i farinacei e loro derivati,
sono kosher se non preparati
con grasso animale e se lievitati con prodotti naturali. In generale tutti i vegetali sono kosher a condizione che non vengano usati fertilizzanti e prodotti chimici. Un pranzo kosher
presuppone che già dalla cottura le proteine non vengano
mescolate, vengano usate posate, piatti e stoviglie nuove, e
che il loro lavaggio avvenga in
modo separato ed in acqua pulita. Banalizzando si può dire
che kosher è il sinonimo di
un'alimentazione igienicamente corretta. Infatti ciò che
in maniera semplicistica può
essere definito anacronistico,
definisce invece un gusto che si
sta diffondendo a macchia
d'olio nel mondo occidentale, a
partire naturalmene da quei
settori sociali più vicini al mondo e alla cultura ebraica. Tutti gli
alimenti, a parte quelli non consentiti, possono essere kosher, a
condizione però che abbiano
ottenuto la certificazione e siano stati continuamente controllati. Per le eccellenze campane e tutto il made in Italy, il
mondo ebraico può quindi costituire un mercato originale ed
in continua crescita. Anche per
il turismo campano e napole-
tano, il kosher può rappresentare un ottimo sbocco produttivo, convogliando verso Napoli un flusso turistico (quello
ebraico), che nel nostro Paese
sino ad ora si è fermato a Roma.
La condizione è che le strutture alberghiere ricevano la certificazione kosher riguardo non
solo la preparazione degli alimenti, ma anche la serratura
delle camere, gli ascensori ed
altre particolarità architettoniche. A Napoli da qualche mese
si distingue in quest'attività
l'Associazione Italo-Israeliana
per il Mediterraneo che attraverso la certificazione kosher,
con il Rabbino capo di Napoli e
del Mezzogiorno, prof. Scialom
Babhout (nella foto con Marco
Mansueto) sta organizzando
una filiera di aziende produttrici e di alberghi che siano in grado di esportare verso le comunità ebraiche sparse nel mondo
i prodotti campani dop, ma anche di attirare in città flussi turistici nuovi. «La certificazione
kosher per i prodotti campani dichiara Marco Mansueto, presidente dell'Associazione Italo
Israeliana per il Mediterraneo costituisce un'occasione di sviluppo verso i nuovi mercati internazionali”.
PRIMO PIANO
CONSERVATORIO NELLA BUFERA, I RETROSCENA
Commissario per San Pietro a Majella
Armando Yari Siporso
Il Conservatorio di San Pietro a Majella sarà commissariato per tutto il 2013. A deciderlo, al termine di una scrupolosa indagine ispettiva, è stato il ministro dell'Istruzione,
Francesco Profumo, che ha nominato commissario Achille
Mottola, 53enne giornalista e
docente di Media education,
già presidente del conservatorio «Nicola Sala» di Benevento
e componente del consiglio di
amministrazione di «San Pietro a Majella».
È l'ultimo atto di una vicenda
contorta che ha coinvolto una
delle più prestigiose scuole
d’Europa, diretta in passato, tra
gli altri, da Giovanni Paisiello,
Gaetano Donizetti, Francesco
Cilea e Saverio Mercadante ed
in cui hanno studiato artisti come Bellini e Muti. «I problemi
nel Conservatorio sono cominciati quando, durante la gestione del maestro Marrone, direttore del Conservatorio, una
ragazza che stava sostenendo
gli esami, ha dichiarato di essere stata danneggiata dalla
presenza dello stesso direttore
durante la seduta dell’esame»:
a rivelarlo è Enrico Auricchio,
già presidente del Conservatorio dal 2002 al 2007 e consigliere di amministrazione fino al
commissariamento delle funzioni del C.d.a. ad opera del
Miur. «Sembra che la ragazza
abbia contestato all’allora direttore di aver influenzato, durante l’esame, la commissione
esaminatrice. Da ciò una serie
di ricorsi al Tar che ha più volte dato ragione alla studentessa, permettendole infine di ripetere gli esami con un’altra
commissione», spiega ancora
l'avv. Auricchio, sottolineando
lo stato di tensione determina-
tosi negli anni 2010 e 2011 all’interno del Conservatorio, «in
seguito al reciproco scambio di
denunce tra la giovane ed alcuni professori nei confronti
del Maestro Marrone». Anche
in seguito però le aule del Conservatorio si sono trasformate
in una cassa di risonanza di note dolenti.
A «stonare» anche il «conflitto»
tra la direttrice del Conservatorio, Elsa Evangelista, e la direttrice Amministrativa, Clotilde Punzo, sfociato in un provvedimento amministrativo
adottato a inizio 2012 dalla pri-
ma a carico della seconda. Alla
base della «sanzione» ci sarebbe stato il consenso fornito dalla direttrice amministrativa alla richiesta dei sindacalisti della CISL di avere accesso a documenti che, invece, secondo
la professoressa Evangelista,
non andavano consegnati
«senza prima informare le controparti».
Da qui le dimissioni, nel maggio 2012, del nuovo presidente,
Pasquale Del Vecchio, che ha
persino chiesto al Ministro di
intervenire sulla vicenda. «Il
provvedimento preso dalla
professoressa Evangelista, è
stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, già colmo delle tensioni e delle controversie,
civili e penali, degli anni precedenti», motiva l'ex presidente
Auricchio, che aggiunge: «Del
Vecchio ha fatto bene a dimettersi, vista l'impossibilità di gestione del Conservatorio sotto
l’aspetto dei rapporti umani e
professionali. Durante la sua
Presidenza, comunque, il consiglio di amministrazione ha
messo a posto tutti i bilanci
pregressi che non erano stati
chiusi: e ciò ha portato ad un
miglioramento amministrativo e alla sistemazione di tutti i
conti in sospeso». La successione di Del Vecchio, però è stata complicata. Tra i candidati
alla Presidenza è spuntato in
estate anche il nome del sindaco de Magistris. Dice Auricchio:
«La direttrice Evangelista ha velocemente proposto la triade
da cui il MIUR avrebbe dovuto
scegliere il nuovo presidente
del Conservatorio. L'immediatezza di questa operazione è
stata sicuramente vincente.
Tuttavia il Consiglio Accademico e la professoressa Evangelista non si sono accorti che l’immissione del sindaco de Magistris nella triade, avrebbe comportato da parte del Ministero,
un blocco totale sulla nomina
del nuovo presidente del Conservatorio di Musica S. Pietro a
Majella». Insomma un caos con
tanto di appendice finale.Tra
polemiche e ritardi vari sull'opportunità che il sindaco, oltre a fare il primo cittadino e il
responsabile del Teatro San
Carlo, assumesse anche l’incarico di presidente di «San Pietro a Majella», è arrivato l'esito
delle ispezioni del MIUR che
ha sancito il commissariamento della Presidenza e del Consiglio di Amministrazione fino
a Dicembre 2013.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(9)
(10)
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
L’INCHIESTA
IL NODO «PARTECIPATE»
PREDISSESTI IN CORSO
Il Comune di Napoli ha chiuso il rendiconto
di bilancio del 2011 con un disavanzo di
850 milioni di euro e con un maxi debito
verso le società partecipate che ammonta a
900 milioni. I crediti più alti sono di Anm e
Asia. I dati sono stati diffusi dall’ex
assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo,
prima della sua uscita dalla giunta.
Il rettore dell’Ateneo federiciano, Massimo
Marrelli (nella foto), ha espresso remore circa
la costituzione della Città metropolitana
nell’attuale condizione delle casse pubbliche.
«Lo stato del bilancio del Comune di Napoli e
di quelli limitrofi – ha detto in un convegno–
è critico. Sommando predissesti c’è il rischio
di sfociare in un generale dissesto».
VERSO LA CITTA` METROPOLITANA
Grande Napoli, luci e ombre della riforma
Livia Iannotta
La futura Città
metropolitana sarà
guidata dal sindaco
metropolitano
coadiuvato dal
consiglio formato
da 16 membri. Non
esisterà più la
Giunta.
Le nuove cariche
istituzionali, stando
al testo normativo,
sono onorifiche e
non remunerate.
Con questo numero Chiaia
Magazine prosegue l’inchiesta
a puntate su opportunità e
criticità della costituzione
della «Città metropolitana».
Deficit della spesa pubblica:
il Belpaese ci fa i conti da un
po’. Per Napoli, forse, la situazione è più nera che altrove. L’epidemia dei “conti in
rosso”, infatti, ha “contagiato” non solo il capoluogo, ma
l’intera provincia. E così, in
un quadro generale fatto di
tinte scure, non sorprende
che proprio quel deficit sia
stata la molla che ha spinto il
Governo a ristrutturare in
chiave moderna l’assetto degli enti locali e a ripescare dal
passato il progetto di creazione delle Città metropolitane. Ma, mentre Napoli rischia di cadere nel baratro del
dissesto finanziario per la
scellerata gestione delle casse pubbliche, c’è da chiedersi: dalla rivoluzione in atto,
quale risparmio si potrà trarre?
Ovviamente al momento
l’impatto, come precisa il Governo nella relazione tecnica
al decreto legge 95 del 2012
sulla spending review, è ancora tutto da quantificare e
potrà essere stimato soltanto
al momento di attuazione
della riforma. Ma il dubbio
sorge: davvero la Città metropolitana sarà una svolta
per Napoli? E soprattutto,
l’istituzione del nuovo ente
amministrativo sarà realmente finalizzata alla riduzione dei costi della politica?
L’impressione reale è che si
stia facendo economia dando
semplicemente nuove “vesti”
e terminologie agli enti. Un
“marchio” inedito, quello appunto di Città metropolitana,
al territorio provinciale,
quando però la sostanza resta
quella di sempre.
Il gigantesco apparato amministrativo della Provincia,
infatti, dovrebbere restare
salvo e venire inglobato di-
rettamente nel neo ente, con
buona pace dei dipendenti e
degli uffici. Oggetto di tagli e
“sforbiciate” sarebbero invece il numero di consiglieri
metropolitani (che per Napoli si riducono a 16) e la loro retribuzione. In un punto
del testo normativo (legge
135 del 2012), infatti, è scritto: «La titolarità delle cariche
di consigliere metropolitano,
sindaco metropolitano e vicesindaco è a titolo esclusivamente onorifico e non
comporta la spettanza di alcuna forma di remunerazione, indennità di funzione o
gettoni di presenza».
Da Palazzo San Giacomo le
perplessità abbondano. Anche il sindaco Luigi de Magistris, che non ha risparmiato
elogi per il progetto del Governo, ammette, con una
punta di amarezza, che la legge 135 «ha più ombre che luci». Ombre che si fanno particolarmente fitte proprio in
riferimento alla situazione finanziaria partenopea. «Non
si può attuare una riforma di
questo tipo se non si mette
mano in modo serio all’autonomia finanziaria dei Comuni», dice. E in effetti il sindaco “arancione” non ha tutti i
torti. Il Comune ha chiuso il
rendiconto di bilancio del
2011 con un disavanzo di
850milioni di euro. Cifra che,
unita alla situazione altrettanto negativa della Provincia, renderebbe complicata la
gestione del territorio e fa tremare l’ex magistrato. Tant’è
che lui stesso confessa: «Tra
pochi mesi potrei diventare
sindaco della Città metropolitana, ma con l’attuale situazione di difficoltà economica
che ereditiamo dalla Provincia io non saprei come amministrare un’area di 3 milioni di abitanti». Poi ancora:
«Stiamo per realizzare una riforma epocale, in cui si parla
di elezione diretta di un rappresentante, quindi non nominato, che però non avrà
l’autonomia economico-finanziaria per poter operare.
Potrà farcela con i medesimi
tagli che subisce ora o con tagli ulteriori? La riforma deve
essere accompagnata da fondi adeguati. L’autonomia finanziaria dei Comuni è un tema condiviso anche da molti sindaci venuti a Napoli da
tutto il mondo per il World
Urban Forum. Di certo l'adeguata copertura finanziaria
non può essere costituita dall’auspicata Imu che forse dal
2013 andrà ai Comuni».
Avanza qualche timore anche
Ferdinando Pinto, docente di
diritto amministrativo alla facoltà di Giurisprudenza della
“Federico II”. «Sul dissesto dice - è evidente che se gli enti che si aggregano sono in
condizioni finanziarie disastrate tale situazione si proietterà direttamente sulla Città metropolitana. Questo è
inevitabile». Eppure una briciola di speranza c’è. Dal suo
punto di vista, infatti, la riorganizzazione dell’amministrazione locale potrebbe anche, a sorpresa, rappresentare un asso nella manica: «In
questa prospettiva la Città
metropolitana, attraverso la
razionalizzazione della spesa, potrebbe, al contrario di
quanto si dice, essere semmai
una delle ultime occasioni
per evitare il dissesto. Sia
chiaro quindi che l’eventuale dissesto non potrà mai essere addebitato alla creazione
delle Città metropolitane ma
alla cattiva, in alcuni casi pessima, gestione degli enti che
in essa finiranno per fondersi». Un eventuale “flop”,
quindi, sarebbe da addebitare solo alla classe politica attuale.
Al di là di tutto, però, l’idea di
una governance su larga scala non è un buco nell’acqua.
Già nel 2010 Giuseppe Galasso, commentando sulle pagi-
ne del “Corriere del Mezzogiorno” una manovra finanziaria appena approvata, da
cui era venuta fuori anche la
soppressione di una decina
di province italiane, si dice favorevole: «Noi crediamo che
una revisione dell’ordinamento territoriale del Sud
possa essere proficua, se si
decide di dare pieno rilievo
alla varietà di istituti (comunità, consorzi, associazioni
funzionali, aree metropolitane), senza fissarsi sulla Provincia come un’ossessione.
Sarebbe un ottimo modo per
la classe politica e amministrativa, di sganciarsi da logiche corporative, particolaristiche, clientelari ed entrare
appieno nella modernità».
Eppure le criticità della legge
135 non sono poche. E c’è il
rischio che una spinta verso
la modernità si trasformi in
una corsa alle poltrone e conduca a nuove sovrapposizioni di competenze. Proprio
quello che il governo dei
“professoroni”, ormai giunto
al termine della sua “avventura” alla guida del Paese, mirava ad estirpare.
(Le puntate precedenti sono
state pubblicate nei numeri di
Chiaia Magazine di novembre e dicembre 2012)
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(11)
SOLLECITAZIONI
FESTE RELIGIOSE, LA RIFLESSIONE
GALERA PREVENTIVA,
INDEGNA TORTURA
La carcerazione preventiva, ormai abusata
ampiamente in Italia, è tortura. Lo dice Amnesty International. Un qualsiasi individuo
prima di essere sbattuto in galera dovrebbe
subire un regolare processo e, se condannato,
essere arrestato. In Italia questo avviene raramente a causa di processi infiniti e per le
storture di una giustizia “giustizialista” che
mette i brividi. Cito un esempio recente: l’ex
deputato Paolo Del Mese, dopo otto mesi di
arresti domiciliari, è stato incarcerato nonostante l’età e le sue precarie condizioni di
salute. Una scelta rapida, contrariamente
all’iter dei normali procedimenti italiani.
Questa cosa si chiama tortura. Un paese civile
come l’Italia non dovrebbe permettere cose
del genere, e davvero sembra un accanimento
senza precedenti. In uno stato di diritto mettere in galera qualcuno prima di un regolare
processo è una cosa antidemocratica e incivile. Non entro nel merito della vicenda giudiziaria che farà il suo corso, ma mi sembra una
profonda disumanità mettere in carcere un
uomo in precarie condizioni di salute che ha
già subito mesi di arresti domiciliari. Gli altri
hanno patteggiato, avrebbe potuto farlo anche
Del Mese, ma, per un atto di profonda dignità,
ha scelto il carcere. Va tutto il mio rispetto a
questa scelta pur non avendo mai condiviso la
politica dell’ex deputato. La civiltà di un paese
si evince dalla equità della sua giustizia. Soprattutto una diversità di trattamento in base
al reato di cui si è sospettati. Lele Mora non è
come Francesco “Sandokan” Schiavone. Chi si
presuppone abbia compiuto reati di natura
finanziaria non può essere trattato preventivamente come un pluriomicida. Mesi fa nel
carcere di Fuorni (Sa) Carmine Tedesco, arrestato per aver rubato solo una bicicletta, è
morto solo come un cane in galera. In carceri
che ormai sono gabbie da zoo più che celle di
detenzione. C’è poco da fare: in Italia servirebbe una riforma seria in cui anche i magistrati
dovrebbero pagare in caso di errore. Ma questo non avviene mai. Chiedetelo ai familiari di
Enzo Tortora, chiedetelo a Massimo Carlotto,
chiedetelo a Daniele Barillà e ai tanti uomini
messi in carcere prima ancora di sapere di
cosa fossero accusati. Vorrei ancora credere in
uno Stato di diritto, ma faccio fatica a credere
che in una democrazia moderna ogni uomo
possa essere privato della propria libertà
prima di essere giudicato colpevole.
ANDREA D’AMBROSIO
regista e sceneggiatore
(12)
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
L’Atlante
delle tradizioni
Rossella Galletti
Documentare le feste tradizionali d’Italia dovrebbe essere prerogativa non solo di antropologi e storici delle tradizioni popolari, ma
anche di operatori dell’informazione (leggi giornalisti). In Campania, stando all’«Atlante delle feste
religiose della Campania» (L’ancora del Mediterraneo), si celebrano
circa 70 feste, senza contare la serie di processioni mariane che solo nei Quartieri Spagnoli di Napoli
hanno una cadenza media di una
volta la settimana nel corso di un
anno solare. Si tratta, dunque, di
manifestazioni presenti e costanti
che coinvolgono gran parte della
popolazione. Ma di cui non si parla e si conosce poco, salvo quando
sfociano in eventi di attrattiva mediatica. È il caso, ad esempio, della
rissa tra i trasportatori dei gigli
(macchine festive in legno a forma
di torre portate in spalla dai cosiddetticollatori), scatenatasi lo scorso 24 giugno a Nola. Specie nei piccoli centri urbani, in tali occasioni
gli abitanti si incontrano costituendo delle “comunità reali” che
cortocircuitano con le “comunità
immaginarie” della nostra epoca.
Documentare le feste popolari che
si dipanano numerose su tutto il
territorio nazionale, dunque, dovrebbe essere una delle priorità dei
mezzi di informazione affinché gli
italiani possano capire di che «pa-
«
Le processioni
mariane nei
Quartieri Spagnoli
hanno una
cadenza media
di una volta
la settimana
nel corso di un
anno solare
sta sono veramente fatti», dove affondano le radici della loro cultura
e in particolare delle loro devozioni. E soprattutto è fondamentale
esplorare gli universi festivi perché
nel mondo globalizzato le pratiche
rituali che vi sono legate potrebbero via via scomparire o prendere
delle direttive del tutto nuove.
Iniziamo allora quest’opera di raccolta del «patrimonio immateriale»
della Campania con la festa di Sant’Antonio Abate, celebratasi il 17
gennaio a Macerata Campania
(nella foto). La festa in onore di Sant’Antuono Abate è la festività più
sentita dal popolo di Macerata
Campania, cittadina poco distante
da Caserta. Il 17 gennaio di ogni
anno la comunità si riunisce dalle
prime ore del mattino fino a sera
inoltrata per celebrare il santo dalla lunga barba bianca al ritmo delle Battuglie di Pastellessa. Le battuglie sono dei carri addobbati con
stoffe, nastri, palme e figure in legno, trainati da trattori (molti anni
fa erano trainati da animali da soma), sui quali si suonano e cantono musiche della tradizione. La
particolarità è che ad essere suonati non sono i convenzionali strumenti musicali, ma botti e altri contenitori agricoli che vengono percossi ritmicamente con falcetti o
bastoni ricoperti di stoffa. Il nome
di Pastellessa viene da un piatto tipico che si consuma nel giorno di
San’Antonio Abate: la pasta lessa
con le castagne. Quest’anno il comitato organizzativo della festa ha
offerto gratuitamente la past’ e
‘llessa. Se in passato tutti i festeggiamenti si concentravano il 17 per
consentire ai lavoratori della terra
di non abbandonare i campi troppo a lungo, oggi si dilatano nell'arco di un’intera settimana. Quest’anno le battuglie hanno sfilato
per le vie del centro a partire dal 12
di gennaio. L’economia di Macerata Campania si è fondata in passato soprattutto sull’agricoltura. Il
lavoro nei campi costituiva il fulcro
del quotidiano, attorno ad esso si
sviluppava anche la vita associativa e si modellava la religiosità popolare. Ecco perché un ruolo preminente è attribuito agli oggetti botti, falcetti, contenitori agricoli,
trattori - e agli animali della terra.
Il maiale, ancora oggi posseduto da
molte famiglie, viene solennemente ucciso ogni anno dopo il 17, giorno che segna l’inizio del Carnevale, periodo in cui il porcello viene
mangiato in un tripudio sacrificale sotto forma di lasagne, prosciutti e sanguinacci. Il maiale e il fuoco, i simboli associati alla figura di
Antonio Abate, sono i protagonisti
indiscussi della ricorrenza. Tre fantocci che raffigurano un maiale, un
ciuccio e una donna vengono fatti
esplodere in sequenza, dopo un
gran fragore di fuochi pirotecnici, al
centro di piazza de Gasperi. A chiudere lo spettacolo è l’esplosione
della intrezziata, un alto palo in legno attorno al quale gira una catena di fuochi pirotecnici che raggiungono il loro apice con un botto finale assordante. Il rituale è tradizionalmente considerato di buon
auspicio per il raccolto. Proprio nel
mese di gennaio inizia infatti la semina dei campi.
SOLLECITAZIONI
la vignetta
di Malatesta
IL SUDISTA
Mimmo Della Corte
CERCASI
STRATEGIA
PER IL SUD
Colmo
di fulmine
Diario stupendo
DOMENICO REA
Passeggiata
napoletana
«Sono andato a
passeggio a lungo in
questi giorni. Dopo il
periodo delle feste,
Napoli mostra la
corda. Il ritmo del
commercio e del
traffico si placa e si
vedono uomini e cose
come al rallentatore.
Ora devo confessare a
me stesso che, se fossi
chiamato a
testimoniare dinanzi
ad un tribunale sullo
stato presente delle
cose, dovrei limitarmi
a dichiarazioni
imprecise. Ciò che è
vero in un punto è
falso in un altro, il
benessere di un luogo
sorge sulla miseria di
un altro, i bisogni di
una famiglia sono
inconcepibili per
un’altra. Vi sono
ragazze che, tradite e
ingannate, si
avvelenano; altre
hanno capito che
l’indipendenza e il
lavoro sono i
fondamenti della
dignità umana. Mi è
sembrato, per un
momento, di trovarmi
in una confusione di
lingue, si badi: non in
un paese straniero, ma
in una metropoli in
cui ciascun abitante si
sentiva straniero
rispetto a tutti gli altri.
Alcuni mi sono
apparsi uomini civili e
progrediti, abili in
mestieri e professioni
così specializzati da
rasentare
l’incomprensibile; altri
stavano fermi al loro
artigianato tolemaico,
calati nel mondo del
mutuo soccorso come
nelle tribù. Ma la cosa
più straordinaria da
cui sono stato colpito
in quell’attimo di
smarrimento è stata
questa: mi è sembrato
di scorgere che
ciascuno cercasse di
rubare qualche cosa
alla città invece di
darle qualche cosa
perché divenisse la
funzionale patria
comune».
(Domenico Rea,
tratto da Il re e il
lustrascarpe, 1960)
OSCAR WILDE
La verità sulla
democrazia
«Il dispotismo è
ingiusto per tutti,
incluso il despota che
probabilmente era
fatto per cose migliori.
Una volta si pensava
alla democrazia come
alla speranza del
futuro, ma la
democrazia significa
semplicemente far
bastonare il popolo dal
popolo in nome del
popolo». (Oscar Wilde,
tratto da L’anima
dell’uomo sotto il
socialismo, 1891)
di RENATO ROCCO
Erotismo: dare libertà
alle proprie mani.
Era tanto avaro da
risparmiare il fiato.
Ogni mattina
la professoressa
imboccava
la strada maestra.
Il nobile cercava
di farsi un buon nome
avendo già un buon
cognome.
Da scongiurare
che il pilota cada
dalle nuvole.
Quando la moglie
è tutta carne,
il marito è tutt'ossa.
La lussuria
è compiacersi
di essere arrivati
così in basso.
«Metodi ed obiettivi per
un uso efficace dei Fondi
Comunitari 2014-2020».
È questo il titolo del documento predisposto dai
ministeri per la Coesione
territoriale, Politiche sociali ed agricole, alimentari e forestali, per
«l’apertura del confronto
pubblico». Un documento che, certo, dal punto di
vista generale e per le finalità che si propone di
perseguire, si può anche
condividere, ma che, per
quanto attiene il Mezzogiorno, lascia tantissime
perplessità soprattutto
per quello che non c’è e
che avrebbe dovuto esserci. La verità è che, la
lettura delle 96 pagine del
provvedimento, delle 7
innovazioni di metodo,
delle tre opzioni strategiche (Mezzogiorno, città
ed aree interne) e delle 11
ipotesi operative collegate alle aree tematiche
previste dall’Ue lascia soprattutto per quanto
riguarda il Sud - nella
mente di chi lo legge, una
vaga e strana sensazione
di incompletezza. Indubbiamente è vero che l’Italia del tacco è citata tra le
opzioni strategiche ovvero quelle che, teoricamente, dovrebbero essere le tre principali priorità da affrontare, ma ciò
che serve, per ottenere
quest’obiettivo, non c’è
assolutamente.
Purtroppo, il vuoto che
neanche questo ennesimo atto si è preoccupato
di riempire è quello relativo all’assenza di un disegno strategico complessivo che indichi quale modello di sviluppo
s’intende realizzare e
quale volto si vuole dare
alla nostra area: industriale, turistico, commerciale, punto logistico
e di snodo verso il Mediterraneo; semplice mercato di vendita di prodotti provenienti da altre
zone del Paese, piuttosto
che area d’interscambio
che, a fronte di prodotti
acquistati al di fuori dei
propri confini, offra servizi e beni di sua esclusiva pertinenza: mare, turismo, cultura, ambien-
te, archeologia, agricoltura ed agroalimentare.
Ha perfettamente ragione, chi sottolinea l’esigenza di definire quali
debbano essere le priorità per il Mezzogiorno. Ma
è chiaro che occorre farlo, nell’ambito di un progetto da realizzare. Anche
perché individuarle non
è difficile, ma è chiaro
che vanno risolte tenendo conto di una strategia
di fondo e complessiva
che indichi dove si vuole
portare il Sud. Perché se
l’obiettivo è il turistico,
Matera con i suoi «Sassi»,
non può restare l’unico
capoluogo di provincia
italiano privo di terminale della Ferrovia dello Stato; il mare della Campania va disinquinato, ripulito e riqualificato, le ricchezze archeologiche
vanno ripristinate nella
loro bellezza originaria.
Allo stesso modo, se si
vuole fare del Mezzogiorno un’area destinata all’industria o all’agricoltura; uno snodo per la logistica nel bacino del Mediterraneo; un polo commerciale o di servizio, gli
interventi da mettere a
punto e le infrastrutture
da realizzare vanno finalizzati verso gli obiettivi
prefissi.
Diversamente, qualsiasi
intervento previsto ed attuato, per quanto capace
di arrivare al raggiungimento degli obiettivi, sarà sempre fine a se stesso
e non produrrà alcun
giovamento sul piano
complessivo e nessun
«presidio nazionale» che, tra l’altro, scusatemi
il cattivo pensiero, mi riporta alla mente, il vecchio fantasma del centralismo che, «forte» o
debole che sia, non potrà mai produrre l’unico
vero «risultato atteso» da
decenni e che sembra
non avere alcuna intenzione di farsi vedere da
queste bande: la crescita
del Sud.
Perché le insufficienze e
le arretratezze meridionali, che ci sono e sono
tante, sono note a tutti e
vanno risolte senza concessioni alla teoria ed alla retorica, ma dando
concretezza reale agli interventi. Cosa che anche
questo documento, purtroppo, non prevede.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(13)
QUARTIERISSIME
I BUONI SCONTO DEL COMUNE
Napo, in principio la moneta era virtuosa
COLLEGIO VILLALTA: AL VIA
IL CORSO DI GIORNALISMO
Laura Cocozza
N
apo o non Napo? Il dilemma shakespeariano, parafrasato, s’impone di fronte all’iniziativa lanciata
a dicembre dall’assessorato al
Commercio del Comune di Napoli. Perchè, per come era stata
pensata la sua assegnazione, occorreva che ogni cittadino dovesse porsi necessariamente questa
domanda: sono abbastanza virtuoso per riceverlo oppure no? Il
Napo, per chi non sia stato attento a cosa succede in città, è la prima banconota firmata da Luigi de
Magistris. Non si tratta di moneta
corrente (perchè non garantisce
un controvalore) ma è un buono
sconto al portatore destinato inizialmente a turisti e cittadini “virtuosi“ e che dà diritto, appunto,
ad uno sconto pari al 10% dell’importo complessivo speso negli esercizi commerciali cittadini
aderenti. E fin qui, nulla di problematico, anzi. Il Napo, nelle intenzioni, premia i turisti che arrivano in città e i consumatori che
spendono nel proprio quartiere
anzicché nella grande distribuzione extraurbana, e permette ai
commercianti di avere una carta
fedeltà (un’altra!) senza costi iniziali, in cambio dello sconto praticato sul prezzo di vendita. Gli
esercenti che raccoglieranno più
buoni, infine, (e li conserveranno
gelosamente fino al 2015!), faranno anche qualcosa per il loro
quartiere perchè il Comune concentrerà le azioni di arredo nelle
aree che restituiranno più Napo.
Si tratta, insomma, di un tentativo di sussidio comunale al com-
(14)
Il buono prevede
il 10% di sconto
sull’’importo speso nei
negozi aderenti
all’iniziativa. Ma con
quale criteri si
distribuisce? La strana
lettera ricevuta
dai componenti
delle Municipalità
mercio di vicinato, decimato dalla crisi, una sorta di spesa pubblica per sostenere la domanda locale. Una spesa virtuale però, perchè tutta l’iniziativa, finora, non è
costata nulla a Palazzo San Giacomo. Alla stampa e alla distribuzione della moneta ci ha pensato
il Banco di Napoli. E davvero stupisce la magnanimità dell’Istituto
bancario che si è fatto carico di
queste spese non indifferenti. Attualmente infatti sono stati stampati 10 milioni in Napo ed è stato
annunciato che si arriverà a 70 milioni nel 2013 per un giro di
«scambi» stimato dall’assessorato
di 640 milioni di euro. Stime che
forse sarebbe il caso di verificare,
in qualche modo.
A parte le considerazioni economiche, gli aspetti che appaiono
più confusionari sono il metodo e
il criterio di distribuzione.
In questi giorni sono arrivati pacchi di Napo ai componenti delle
Municipalità, accompagnati da
una lettera firmata dal promotore dell'operazione, l’assessore comunale al Commercio Marco
Esposito, in cui si legge «Stiamo
distribuendo ai napoletani il buono sconto al portatore destinato ai
cittadini e ai turisti che spendono
negli esercizi commerciali della
città...ti invitiamo a contribuire al-
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
la diffusione dell’iniziativa tra
commercianti e cittadini». Nella
lettera è stranamente sparito quello che era l'elemento caratterizzante del Napo secondo quanto
dichiarato dallo stesso Esposito,
ovvero «che te lo devi in qualche
modo meritare facendo qualcosa
di positivo per la città. Un turista
che viene a Napoli se lo è meritato, così come il napoletano che
paga correttamente le tasse, che fa
attività per il sociale o volontariato». Ora, invece, non una parola
sulla discriminante virtuosa. Il Comune ha semplicemente invitato
i componenti delle Municipalità
a dare i buoni sconto a chiunque
vogliano. Ci domandiamo: perchè
per ottenere i Napo non serve più
il requisito della virtù?
Si saranno resi conto che il criterio di pagare correttamente le tasse è difficile da verificare; oppure
che è difficile stabilire cosa vuol
dire fare attività per il sociale o volontariato (se alzo una vecchietta
caduta per strada ho fatto qualcosa per il sociale? e se accudisco
mia nonna malata, ho fatto volontariato? e se nessuno mi ha visto, chi glielo dice poi al Comune?); o ancora che non tutti possono permettersi di fare attività se
non quelle per portare lo stipendio a casa, pur avendone magari
la volontà? Chissà. Certo è che anche quando a dicembre ancora
predicava la virtù, il Comune ha
cominciato a distribuire i Napo, (e
lo farà fino alla fine di febbraio) ai
diciottenni. Che strano, proprio ai
diciottenni che non pagano le tasse e non lavorano ancora. Forse li
premia perchè hanno compiuto
18 anni e suppone che la vita non
abbia ancora intaccato la loro integrità. I cinici e i maligni pensano invece che i diciottenni vengono premiati perchè sono nuovi
potenziali elettori o futuri correntisti. Certo, però, i maligni non sono virtuosi.
Riparte il 9 marzo con la XIV edizione il corso
di Cultura Giornalistica “Luciano Grasso”
organizzato presso il Collegio Universitario
“Villalta” in via Martucci n.35 H. Il corso è a
numero chiuso ed è rivolto a 50 studentesse
universitarie o giovani laureate di età
compresa tra i 18 e i 28 anni. Agli incontri, che
si tengono il sabato dalle 9:30 alle 13:30,
intervengono giornalisti professionisti del
panorama partenopeo e non solo, tra cui:
Ottavio Lucarelli (presidente “Ordine dei
Giornalisti” Campania), Massimiliano de
Francesco (direttore Iuppiter Group), Giustino
Fabrizio (caporedattore “Repubblica” Napoli),
Enzo Calise, Adriano Albano e Pietro
Centomani (RAI), Dolórs Massót (direttrice
della scuola Superiore di Moda e Tendenze
dell’Università di Barcellona) e Carla Mannelli
(Scuola di Giornalismo – Università Suor
Orsola Benincasa). Nel valido percorso
formativo organizzato dal collegio “Villalta”,
un’attenzione particolare è dedicata anche
alle professioni emergenti nel campo della
comunicazione via web. Alle ragazze è data
poi l’occasione di sperimentare e migliorare le
proprie abilità tramite un piccolo laboratorio
di scrittura online. Alle due partecipanti che si
dimostreranno le migliori sarà consegnato il
premio “Luciano Grasso”, consistente
nell’opportunità di uno stage non retribuito
presso testate e aziende partner dell’evento.
Per partecipare è richiesto un contributo di
140 euro da corrispondere a titolo di rimborso
spese. Per info: [email protected]
LUCIANA RANIERI
SOLIDARIETÀ OPERATIVA
CON «MUNICIPALINSIEME»
Di poche chiacchiere e di tanta concretezza è
la solidarietà attiva che, a volte, nasce dalla
collaborazione tra istituzioni e cittadini. È il
caso dell’iniziativa «Municipalinsieme»,
firmata in solido dalla Prima Municipalità
(Chiaia, Posillipo, San Ferdinando), dal CNP
Circolo Operatori della Polizia di Stato, dalla
Parrocchia San Marco di Palazzo e da «Napoli
Sociale», società assistenziale sotto il cappello
del Comune partenopeo amministrata dal
professor Felice Marinelli.
Motori del progetto, che interviene
sull’infanzia disagiata di Chiaia e San
Ferdinando, Fabio Chiosi, presidente del
locale parlamentino municipale, e Antonella
Esposito, assessore alle Politiche sociali della
Municipalità, da sempre attenti alle realtà
socialmente «difficili» della zona.
«Municipalinsieme», dunque, mette a
disposizione di 30 ragazzini di famiglie meno
abbienti, che sono stati scelti dai Servizi
Sociali, corsi sportivi di judo, calcio e un corso
di attività teatrali. Allo sforzo partecipa la
parrocchia di San Marco mettendo a
disposizione alcuni ambienti idonei alle
attività previste che naturalmente sono tutte
gratuite. L’auspicio è che la solidarietà
operativa trovi maggiore sponda economica
da parte della Giunta De Magistris e un reale
ascolto delle esigenze delle Municipalità
cittadine, impegnate nella gestione del
«sociale».
VIVIANA GENOVESE
QUARTIERISSIME
SVILUPPO SOSTENIBILE, LINIZIATIVA
Responsabilità sociale, arriva il Salone
Livia Iannotta
Napoli diventa città responsabile. Parte l’iniziativa
«Spazio alla responsabilità»,
promossa dall’omonima
associazione, con l’obiettivo
di diffondere i principi di
responsabilità sociale condivisa in vista di uno sviluppo
sostenibile per il territorio.
Tra le attività maggiori messe
in campo, la prima edizione
del «Salone mediterraneo
della responsabilità sociale
condivisa», che la città all’ombra del Vesuvio ospiterà
dal 5 al 13 aprile. L’evento,
presentato al Pan (vedi foto),
ha visto la partecipazione di
Severino Nappi, assessore al
Lavoro della Regione Campania, Pina Tommasielli,
assessore delle Pari Opportunità Comune di Napoli,
Marilù Galdieri, assessore al
Lavoro della Provincia di
Napoli, Benedetta Francesconi in rappresentanza del
Ministero dello Sviluppo
Economico che hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa
che intende coinvolgere tutte
le parti sociali, dalle istituzioni pubbliche alle associazioni sindacali e datoriali, dagli
ordini professionali a tutte le
realtà appartenenti al terzo
settore.
Il «Salone» prevede nove
giorni di convegni, seminari,
workshop ed aree espositive
che animeranno la Mostra
d’Oltremare, per permettere
non solo alle imprese, ma
anche a organizzazioni profit
e no profit e alle istituzioni,
di agevolare l’incontro di
domanda e offerta di comportamenti responsabili e
avviare quel «contagio»
rapido e proficuo che investa
tutti gli attori del tessuto
economico, sociale e politico. E così attenzione all’ecologia, tutela della dignità dei
lavoratori e pari opportunità
saranno alcuni dei temi su
cui i vari «focus» in programma punteranno i riflettori.
Anche al settore turistico ed
energetico è richiesta una
gestione sempre più consapevole dell’impatto delle loro
attività sul territorio. Proprio
per questo «Spazio alla responsabilità” si incrocia con
altri due eventi fieristici
importanti: la sesta edizione
di «EnergyMed», l’evento
internazionale su energia,
mobilità sostenibile e riciclo
più atteso del Sud Italia, che
si svolgerà alla Mostra dall’11
al 13 aprile, e la «Borsa mediterranea del turismo», manifestazione giunta alla diciassettesima edizione che abbraccia l’intero comparto
turistico, in programma dal 5
al 7 aprile.
«Il nostro intento - ha spiegato durante la presentazione
dell’iniziativa Raffaella Papa,
presidente dell’associazione
«Spazio alla responsabilità» è contagiare gli oltre 600
espositori e i 40mila visitatori, promuovere occasioni di
business e catalizzare l’attenzione dei principali attori,
nazionali ed internazionali,
nell’ambito della responsabilità sociale».
L’evento, promosso con il
patrocinio della Regione
Campania, della Provincia di
Napoli e del Comune, vanta
partnership importanti tra
cui la fondazione Sodalitas, il
Sole 24 Ore, la fondazione
«Con il Sud» e l’Inail. Quest’ultima, in particolare,
punta a promozione della
cultura della sostenibilità e
incentivi: «Le aziende fino a
dieci dipendenti che adottano comportamenti responsabili - assicura il direttore
Emidio Silenzi - otterranno
uno sconto del 30% sul
premio assicurativo». Insomma, un «approccio vincente»,
come lo hanno definito gli
organizzatori, per la diffusione di un modello di business
basato su incontro, condivisione, valorizzazione delle
tecniche più innovative nel
campo della sostenibilità.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(15)
STORIE&TERRITORI
pagina a cura di NewMediaPress
POZZUOLI, BUONE NOTIZIE
Operazione
siti puliti
I reperti archeologici nei pressi dell’Anfiteatro
Flavio liberati dai rifiuti. Puteolani soddisfatti
Rosario Scavetta
I
l 2013 avviene con una piacevole novità per l’immagine
della città di Pozzuoli. I reperti archeologici presenti all’esterno dell’Anfiteatro Flavio
(vedi foto), infatti, sono stati ripuliti da rifiuti, sporcizia e oggetti vari. In questi giorni, invece, è avvenuta un’operazione di pulizia che ha piacevolmente sorpreso residenti e
non. All’interno del sito archeologico delimitato dalle
cancellate e dalle ringhiere, infatti, non vi è ombra di una
cartaccia, di un mozzicone di
sigaretta o di una bottiglina di
plastica. Tutto è in perfetto ordine, come dovrebbe normalmente essere un luogo di tale
importanza. Decisamente
soddisfatti i cittadini: «Crediamo che sia stato fatto un grande passo in avanti nel processo di gestione di un patrimonio storicamente tanto importante come quello che abbiamo a Pozzuoli», questa
l’opinione di marito e moglie
sulla sessantina, residenti in
via Carlo Rosini. «Un’operazione questa che apprezziamo
sicuramente e che deve fare da
esempio per il futuro. È neces-
(16)
sario infatti che tutto sia ben
curato nei minimi dettagli,
quindi a maggior ragione un
qualcosa di culturalmente così valido come questi reperti
non può essere trascurato e
abbandonato a se stesso. Sarebbe un peccato troppo grande». Troppo spesso, in passato,
era accaduto che i reperti archeologici in questione, così
come lo stesso Anfiteatro Flavio fossero «trascurati» in maniera decisamente deleteria,
senza tener conto della loro
valenza in un contesto monumentale che, almeno sulla carta, sarebbe potuto essere considerato di primissimo livello.
Invece, come gli eventi hanno
poi dimostrato, troppa poca
attenzione è stata concessa ai
due vicini beni archeologici.
Un aspetto, quest’ultimo, che
viene più volte sottolineato
proprio dalla cittadinanza
quando l’argomento in questione è la gestione delle attrattive turistiche cittadine.
«Siamo contentissimi che sia
stata fatta un po’ di pulizia, il
centro ha tutto un altro aspetto se ci si dedica assiduamente alla sua cura ed alla sua pulizia», ci dice un giovane trentenne tornato a Pozzuoli dopo
un periodo di studio all’estero.
«Però allo stesso modo occorrerebbe che fosse sempre così, in maniera tale da poter
presentare, come città di Pozzuoli ma anche come Campi
Flegrei, delle alternative turistiche che siano valide nel
tempo e soprattutto più che
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
presentabili anche ai ‘palati fini’ dei turisti stranieri, abituati giustamente ad un livello di
presentabilità di opere d’arte e
reperti archeologici che molto
spesso a Pozzuoli viene dimenticato. Tenendo sempre
puliti i siti, invece, si inizia a
praticare una riscoperta delle
bellezze di casa nostra, sperando di poter introitare maggiormente proprio a partire
dal mercato del turismo».
Al di là di quello che si fa e di
quello che si dovrebbe fare, comunque, va tenuta in considerazione una variabile piuttosto importante: oltre al lavoro delle istituzioni e degli enti
preposti alla pulizia pare infatti necessario un impegno
costante da parte dei cittadini
prima di tutto. Le cartacce, le
bottiglie e tutti gli altri rifiuti,
infatti, non si depositano certo da sole sull’asfalto e sull’erba antistante. Si vedono ancora troppo spesso fazzoletti e
pacchetti di sigarette lanciati
dai finestrini delle auto in corsa, senza alcun interesse nei
confronti dell’arredo urbano
né dell’aspetto della città.
Ad ogni modo comunque, restano più che positive le impressioni dei cittadini in merito all’intervento di pulizia della zona destinata ai reperti archeologici. Un brillante risultato che di certo non è passato inosservato ma che, piuttosto, ha risvegliato nei cittadini
la «voglia» di sentirsi parte di
una città turistica, storica e
culturale.
Report trasporti:
i disagi dei cittadini
Diciamolo subito: i
cittadini flegrei sono tutt'altro che soddisfatti delle
condizioni del trasporto
locale su gomma. Prendere
un autobus a Pozzuoli e
dintorni è un'esperienza di
cui la stragrande maggioranza dei viaggiatori farebbe volentieri a meno.
Ritardi, autobus sovraffollati
e molto spesso sporchi:
sono questi i motivi principali del malcontento generale. Le parole dei cittadini
intervistati testimoniano
pienamente il disagio quotdiadiano per chi utilizza i
mezzi pubblici.
Maria Rosaria, ventinove
anni anni, è una studentessa universitaria iscritta alla
facoltà di Ingegneria della
Federico II, quindi quasi
tutti i giorni segue i suoi
corsi presso la sede di Agnano. Vorrebbe prendere la
Cumana, che la porterebbe
a pochi metri dall'edificio,
ma dei leggeri attacchi di
claustrofobia nei mesi
scorsi le hanno fatto decidere di utilizzare l'autobus:
«Da settembre circa non
prendo più la Cumana, a
causa di uno stato di panico
che mi ha spinto verso
questo scelta. Da allora
utilizzo l'autobus quasi
cinque giorni a settimana, e
posso definirmi sicuramente tutt'altro che soddisfatta.
Per i miei orari non posso
lamentarmi dell'affollamento, visto che intorno
alle dieci di mattina siamo
in pochi, ma mi lamento,
invece, del fatto che venire
da Pozzuoli a Napoli è
un'odissea. Non sai quando
passerà il tuo pullman e
non hai alcuna indicazione
per saperlo. Le tabelle
elettroniche sono presenti
solo in pochi punti della
città di Pozzuoli, altrove ci si
affida al caso. Inoltre conclude - anche andarsene per un'idea è quantomeno assurdo. È impossibile
regolarsi, anche perché
capita che in alcune occasioni passi una volta ogni
venti minuti, in altre si può
aspettare anche un'ora. È
scandaloso tutto questo».
«Mi domando quando noi
puteolani ci ribelleremo a
questo assurdo sistema dei
trasporti». Esordisce così la
signora Rosalba, cinquantotto anni. «Perché in questa città una cosa normale
come prendere un autobus
deve diventare un'impresa
quasi da eroi? Eppure non
abbiamo il problema della
importante estensione
territoriale e dell'elevato
numero di auto, come
accade invece a Napoli.
Siamo un comune molto
popolato ma non così
grande, quindi non crediamo di chiedere tanto quando diciamo che esigiamo un
trasporto pubblico su gomma all'altezza delle nostre
esigenze». Quando la salutiamo per fare altre domande in giro, la signora Rosalba si trova alla fermata degli
autobus nei pressi di piazza
Aldo Moro, ad Arco Felice.
Dopo quasi trenta minuti la
vediamo ancora lì: «Cosa vi
dicevo? È assurdo, è assurdo». Come spesso accade
quando i disagi intaccano la
mobilità, anche in questo
caso gli anziani sono tra i
più colpiti da questa condizione di disservizio. «Per un
povero anziano aspettare il
pullman diventa difficile e
in alcuni periodi, come
l'estate, addirittura pericoloso. Sotto il sole per mezz'ora - riferisce il signor
Procolo - ad ottantuno anni
rischio seriamente la vita. E,
come me, tanti altri che non
possono usufruire di un
passaggio di un nipote, di
un figlio o di un amico e
non hanno la possibilità di
prendere un taxi». Testimonianze forti e decise, che le
istituzioni e l'azienda dei
trasporti su gomma non
possono ignorare. Soprattutto in funzione del fatto
che appare evidente quanto
l'indice di soddisfazione per
il servizio sia pari allo zero,
come si può continuare in
questo modo? Quando tutte
le pensiline saranno dotate
di panchine? Quando saranno intensificate le corse?
Quando saranno installati
ovunque i tabelloni elettronici? Quando, insomma, si
potrà avere un servizio
degno di una città normale?
ROSARIO SCAVETTA
BANCONOTE
CULTURA, LE MOSSE DELLA REGIONE
Legge sull’editoria, una goccia di fondi
la concessione di contributi finalizzati alla
realizzazione
del prodotto
finito; alla
progettazione, lo sviluppo e l’aggiornamento dei
contenuti digitali, siti web e
tecnologia internet e-commerce, di comunicazione e
di promozione multimediali; all’attività di promozione
tramite la rete libraria, alla
stampa, l’acquisto di spazi
pubblicitari su testate e
periodici d’informazione di
carattere locale, regionale o
nazionale e l’attività di
ufficio stampa; alla promozione con il sistema delle
piccole librerie, specializzate nella vendita di prodotti
editoriali a stampa ed audiovisivi e di prodotti multimediali connessi a produzioni editoriali; all’attività di
commercializzazione attraverso la distribuzione su
scala regionale e nazionale,
nonché alle ristrutturazioni
aziendale ed ammodernamento tecnologico. Verranno, inoltre, istituiti: il centro
di documentazione sull’attività editoriale e multimediale; il registro delle imprese editoriali campane e
premi per favorire e promuovere i progetti delle
imprese campane operanti
nel settore editoriale.
Le domande per la concessione dei contributi vanno
presentate entro il 31 ottobre di ogni anno, corredate
dalla documentazione a
dimostrazione del possesso
dei requisiti previsti ovvero:
imprese costituite in forma
individuale o societaria, sia
di persone che di capitali,
con sede legale e redazione
in Campania; iscrizione alla
Camera di Commercio da
almeno 3 anni, il possesso
del codice di attività Ateco
581100 edizione di libri e
del codice Isbn 13; oggetto
prevalente dell’impresa la
pubblicazione e la successiva commercializzazione di
prodotti editoriali; la produzione editoriale di almeno
30 titoli in catalogo, strutturate in collana, da cui si
evince un programma ed
una linea editoriale.
Per quanto attiene, poi, alle
imprese, le cooperative e le
associazioni editoriali che
editano periodici e che
hanno sede legale e attività
produttiva in Campania,
La nuova legge
dell’editoria
prevede la
creazione del
Centro di
documentazione
sull’attività
editoriale e
multimediale
Domenico Cortese
D
i certo lo stanziamento di
fondi per l’editoria non sarà
sufficiente a risolvere «in
toto» e forse neanche in
parte i problemi degli editori campani di libri e giornali, vista l’entità della cifra
stanziata per quest’anno
(100mila euro), rapportata
al numero dei tantissimi
potenziali beneficiari. Ma,
in considerazione delle
difficoltà che affliggono
attualmente l’economia
internazionale e nazionale
che si riflettono su quella
regionale, «non si sarebbe
potuto fare di più», come ha
sottolineato il presidente
del Tavolo di partenariato
economico e sociale della
Campania e consigliere
regionale del Pdl, Luciano
Schifone.
Ciò che conta, è che la legge
per la «Promozione e sostegno dell’editoria libraria
regionale e dell’informazione locale» sia stata approvata e possa cominciare a dare
qualche frutto. Poi, magari,
a crisi globale superata sarà
possibile destinare qualcosa
di più alla sua copertura e,
quindi, al sostegno di un
settore, qual è quello dell’editoria, tanto importante
per la crescita culturale e
civile della società e della
democrazia, della circolazione delle idee e della
formazione di un’opinione
pubblica consapevole dell’importanza delle diversità
per la difesa dei principi e
dei valori. Il settore è in
difficoltà per un ventaglio di
ragioni, tra cui: la limitatezza dei fondi a propria disposizione; l’eccesso di «nanismo» imprenditoriale che
ne contraddistingue la
stragrande maggioranza; la
scarsità del gettito pubblicitario che, in un’economia in
crisi qual è quella campana,
non riesce a rappresentare
uno sgabello sufficientemente solido per garantirne
la sopravvivenza.
L’ente regionale ha
stanziato 100mila euro
per le imprese
editoriali e la
promozione del libro.
Una cifra piccola
rapportata al numero
dei tantissimi
potenziali beneficiari.
Ecco i requisiti per
accedere ai contributi
Il che fa della platea dei suoi
protagonisti, una folla di
predestinati al fallimento o
all’asservimento al padrone
di turno e ne mette in discussione il ruolo, l’indipendenza e la capacità di
contribuire alla costruzione
di una società civile in
grado di aiutare l’ex Regio
felix a crescere, a emanciparsi dal sottosviluppo
sociale-economico e culturale. Senza contare che, in
queste condizioni di difficoltà, diventa impossibile
ergere un baluardo contro
le infiltrazioni della criminalità organizzata nei gangli
vitali della nostra realtà
regionale, sia sotto il profilo
economico-finanziario e
produttivo sia a livello
istituzionale e politico.
Detto questo, proviamo ad
approfondire i contenuti
della legge. A cominciare
dagli obiettivi: il sostegno
alla stampa di informazione
periodica locale; la distribuzione locale e la diffusione
della stampa periodica di
informazione; la promozione, la definizione e l’attuazione di progetti innovativi
per la diffusione, l’analisi e
la lettura della stampa
d’informazione locale;
l’incentivazione alla diffusione del libro, attraverso il
sistema delle piccole librerie, al fine di valorizzare
anche le aree periferiche.
Va evidenziato che la suddetta legge prevede, quindi,
operano con regolarità da
almeno tre anni e sono già
iscritte al registro degli
operatori della comunicazione, possono accedere ai
contributi se le testate
editate hanno frequenza
non quotidiana ed, almeno,
settimanale; hanno periodicità regolare di almeno 40
uscite per i settimanali;
tiratura superiore alle mille
copie, di cui almeno il 50%
inviato tramite abbonamento sul territorio regionale, e diffusione nei capoluoghi provinciali o sovracomunali ed, infine, hanno
le caratteristiche proprie
dei giornali con foliazione
destinata per il 55% all’informazione locale e, per
non più del 45% destinata
ad ospitare la pubblicità su
base annua. Fin qui i punti
principali della legge. C’è da
chiedersi, però, se saranno
sufficienti i 22 articoli - per
quanto, intensi e sostanziosi - di cui si compone la
normativa appena approvata, per risolvere i problemi
del settore editoriale che in
Campania - ancora più che
altrove - sono, sì, conseguenza della limitatezza del
numero dei lettori e della
scarsità - sia qualitativa che
quantitativa - degli utenti
pubblicitari, ma anche
dell’inconsistenza dei contenuti.
Difficile perché per quanto
la fine della crisi che, prima
o poi arriverà, potrà, come
assicurato dai proponenti
della legge, far crescere gli
stanziamenti ad essa finalizzati, i contributi pro
capite resteranno, comunque, limitati, rispetto ai
costi da sostenere.
Da qui la necessità che
organi d’informazione ed
editoria si adeguino, cercando di dare quel colpo
d’ali, indispensabile a far
crescere il livello qualitativo, e quindi l’attrattività e
l’attenzione dei lettori e
degli inserzionisti pubblicitari nei loro confronti.
Se ne saranno capaci, la
normativa potrà tornare
utile, altrimenti la buona
volontà dimostrata nell’occasione dalla Regione, finirà
per essere uno sforzo inutile
e privo di significato, impossibilitato ad offrire
risultati concreti, per l’incapacità dei protagonisti
dell’informazione a mettere
sul mercato prodotti all’altezza dei tempi ed appetibili per i potenziali lettori.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(17)
(18)
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
Supplemento al numero in corso di Chiaia Magazine
SITO E-COMMERCE
IPear, giovane
realtà aziendale,
vende prodotti
di elettronica delle
migliori marche a
prezzi competitivi
sul portale
ipearshopping.it
consulta il sito
life
www.tugheder.it
Trent’anni di passione per l’arredo
Il Centro Regionale Arredamenti di Succivo, continua ad essere nel tempo un punto di riferimento per clienti
vecchi e nuovi, grazie all’impegno profuso nella ricerca dei materiali e del design, offrendo prezzi competitivi
Nata quasi come una sfida, grazie ad una meticolosa e costante ricerca della qualità e ad un controllo continuo dei costi, negli anni Settanta una
piccola bottega si è trasformata in una struttura
con diversi addetti e si è sviluppata su oltre mille
metri quadri di esposizione diventando il "Centro
Regionale Arredamenti". Questo progresso è stato un lavoro di gruppo, incessante ed omogeneo,
che ha prodotto l'affezione dei clienti e che ha generato quella che si è rivelata essere la chiave vincente di una crescita nel tempo: il passaparola. Da
oltre tre decenni alla ricerca del giusto compromesso tra stile e utilità, utilizzando colori, forme e
materiali più duraturi, il Centro ha consolidato
una filosofia aziendale incentrata sull’attenzione
al cliente, impegnandosi costantemente a non de-
CANNAVACCIUOLO,
PERSONAL ADVISER
Affidare i propri risparmi perchè producano frutti è una scelta difficile. Orientarsi tra le varie
possibilità disponibili nella gestione dei patrimoni lo è ancora
di più. Per questo è sempre bene
affidarsi a consulenti esperti ed
a società conosciute nel panorama nazionale. Tugheder oggi
consiglia Fineco che, il Personal
Financial Adviser napoletano
Salvatore Cannavacciuolo, ci
spiega essere "la prima banca
online d'Italia e quella con la più
alta percentuale di clienti soddisfatti (98%)”.
Fineco è una banca del gruppo
UniCredit ed è a Napoli con i suoi
uffici dal 1999 per dare ai clienti la più ampia possibilità di personalizzazione della propria offerta, in relazione alle esigenze di
risparmio e investimento di ciascuno. Dal BOT per le famiglie
alla gestione patrimoniale più
evoluta per clienti con grossi patrimoni, passando per il conto
corrente a vero “costo zero ” e i
piani di accumulo per costruire
capitali per i più giovani. Tutte le
informazioni sulle possibilità offerte da Fineco posso essere richieste direttamente a Salvatore
Cannavacciuolo, un consulente
finanziario d'avanguardia, nel
suo ufficio all'Isola C1 del Centro
Direzionale.
Salvatore Cannavacciuolo
Personal Financial Adviser
Tel: 335.7722433 - www.fineco.it
[email protected]
luderne le aspettative. Il Centro propone mobili
classici e moderni delle migliori marche sul mercato e una selezione rigorosa dei prodotti attraverso lo studio dei materiali, del design e della lavorazione. Dall'arredo per la casa a quello per la
propria attività commerciale, dalle cucine ai salotti, passando per le stanze da letto, il Centro offre soluzioni per tutte le esigenze a prezzi ipercompetitivi. Il Centro Regionale Arredamenti è a
disposizione per informazioni e preventivi gratuiti per qualunque esigenza
CENTRO REGIONALE ARREDAMENTI
via Mameli, 38 - Succivo (CE)
Telefono: 081-5012376
web: www.centroregionalearredamenti.it
[email protected]
Cafiero, gioielli
per clienti di gusto
Con le radici piantate
nell’oreficeria e nella gioielleria napoletana degli
anni ‘60 si afferma nel
tempo la
ditta Cafiero.
Aperta da
Pietro Cafiero, precursore nel fondare
una delle più
antiche gioiellerie
della città, la ditta
Cafiero Gioielli situata
nel cuore dell’arte orafa partenopea, il Borgo degli Orefici, propone oggi la propria passione, dedizione e conoscenza, non solo per
la gioielleria ma anche per la gemmologia.
Le conoscenze del fondatore sono
state trasferite ai suoi tre figli, Consiglia, Anna Maria e Salvatore, i
quali, con altrettanta professionalità, sostengono e coltivano l’arte
del prezioso nei punti vendita di
Napoli e Roma.
Cafiero a Napoli è sinonimo di garanzia e
affidabilità grazie
alla crescita di
un marchio rinomato
e
confermato
da ben tre
generazioni.
Uno store
Cafiero è il
luogo in cui
tradizione ed
innovazione si
incontrano, in cui
all’atmosfera armoniosa e familiare sono affiancate grande serietà e competenza nell’ambito della gioielleria,
della gemmologia e dell’orologeria,
per soddisfare con concretezza e
raffinatezza la richiesta e il gusto di
una clientela distinta.
.
CAFIERO GIOIELLI
Rua Toscana, 8 - Napoli
Tel 081. 5537260
www.cafierogioielli.it
[email protected]
Febbraio |I 2013
paginadue
consulta il sito
food & travel
www.tugheder.it
IL BORGO, TRIONFA
IL GUSTO CAMPANO
Il ristorante di Castel di Sasso
propone piatti tradizionali in una
straordinaria cornice naturale
Cantine Sabatino,
vini doc e ospitalità
Degustazioni
con prodotti
tipici dei Monti
Lattari e tanta
atmosfera
Le Cantine Mariano Sabatino
sono il luogo ideale per una visita
guidata ai "profumi" del vino in
cantina. Presso le Cantine è infatti
disponibile una raffinata sala
degustazioni dove è possibile
apprezzare oltre alla vasta gamma
dei genuini vini Sabatino, i prestigiosi prodotti tipici della meravigliosa filiera enogastronomica dei
Monti Lattari, elaborati e cucinati
da mani sapienti ed esperte nel
rispetto delle storiche usanze
locali. Punto di forza è sicuramente il “Gragnano” delle Cantine Sabatino, vino D.O.C. dal colore rubino, che il celebre sommelier Paolo Lauciani ha definito
“luminoso ed impreziosito da una
schiuma vivace. Il suo profumo
www.cantinemarianosabatino.it
[email protected]
inizialmente vinoso e silvestre,
dischiude poi delicati sentori
floreali e di piccoli frutti rossi di
bosco. L'assaggio è leggiadro,
irresistibile e scattante. Il finale
gustoso ed ammandorlato”. Nella
tradizione del valore della ospitalità, il motto storico delle cantine
"la gioia è accogliere gli amici, la
felicità è quella di rivederli presto”, rivela tutta l’atmosfera che
attende i clienti che scelgono
questo luogo per trascorrere qualche ora cullati dai sapori e dai
profumi dei buoni vini in una
atmosfera di assoluta cordialità.
Ai lettori di “Tugheder” l'Azienda
Vinicola Mariano Sabatino ha
riservato un piccolo simpatico
omaggio oltre a particolari offerte
promozionali di sicuro interesse.
CANTINE MARIANO SABATINO
via Vittorio Veneto, 21
Casola di Napoli
Tel. 081 5392540 Cell. 3202117279
Cucina tipica e territoriale. Il
tutto ambientato in un borgo
medioevale con una veduta mozzafiato che arriva a comprendere
anche il Taburno e il Monte Epomeo di Ischia. Questo è il ristorante
"Il borgo" a Castel di Sasso, suggestivo paese che sorge su uno sperone roccioso la cui parete occidentale scende a strapiombo sulla
sottostante vallata. Località impervia, ma di grande bellezza paesaggistica, situata tra i sistemi montuosi del Verna e del Friento. In
questo contesto, e con un tavolo
con vista su un panorama mozzafiato, è possibile gustare le specialità di questo caratteristico ristorante. "Paccheri al ragù di bufalo",
"Stinco di maiale al forno con
patate prezzemolate", "Tracchie
alla brace" e specialità di carne in
genere sono tra i piatti forti del
ristorante ma estremamente caratteristica è anche la pagnotta di
pane casereccio con verdura stufata che viene servita ai clienti in
modo decisamente originale. Una
volta aperta dall'alto e svuotata
della propria mollica la pagnotta
viene utilizzata come "piatto commestibile" all'interno del quale
viene calata la verdura.
Tutta la cucina comunque è strettamente legata al territorio ed alle
tradizioni tipicamente campane e
l'atmosfera ed il panorama contribuiscono, insieme alla alta qualità
dei piatti proposti, a rendere pranzi
Seguici su facebook:
facebook.com/ilborgo.casteldisasso
e cene un'esperienza davvero
piacevole e rilassante.
Particolarmente interessanti i
menu fissi che abbinano all'ottima
cena una particolare attenzione
anche al prezzo. Quando prenoterete ricordate di segnalare che "vi
manda tugheder".
IL BORGO - piazzetta San Biagio, 7
Castel di Sasso (Ce). Tel. 081 5232618
FUNICULÌ FUNICULÀ,LA PIZZA QUADRATA ECCOLA QUA
Dalla passione di due fratelli, Claudio e Salvatore Cito, che fin da bambini sognavano di
fare del loro "pallino" la propria professione,
nasce l'attività del ristorante pizzeria trattoria "Funiculì Funicolà". Alla passione di quei
bambini si sono aggiunti poi l'impegno e la
competenza che hanno trasformato il loro talento in un lavoro autentico.
Funiculì Funiculà offre un ricco itinerario di
sapori, partendo dalle appetitose pizze fino
ad arrivare ai piatti gustosi di una cucina altamente qualificata, il tutto realizzato con
prodotti di alta qualità e con i sistemi di una
tradizione di cui il nostro Paese è fiero ed orgoglioso. L'esperienza, acquisita con una lunga pratica, e una forte dedizione al lavoro si
traducono in questo ristorante in un vero e
proprio itinerario gastronomico pronto a stu-
pire anche i clienti dai gusti più esigenti. Alle
pizze tradizionali si affiancano quelle più particolari ed innovative tra cui, molto particolare, la pizza quadrata con i bordi ripiegati all'interno per custodire un saporito ripieno.
Particolare attenzione viene riposta alla genuinità delle materie prime che sono la base
per le buonissime pizze, al forno o fritte, che
compongono il ricchissimo ed originalissimo menu del ristorante. L'ampia sala ed un
personale qualificato sono pronti ad accogliervi a San Sebastiano al Vesuvio (Na) in via
Figliola 12. Buon appetito
FUNICULÌ FUNICULÀ
via Figliola, 12
S.Sebastiano al Vesuvio
Tel. 081 5742627
www.funiculifunicula.it
Febbraio I| 2013
paginatre
consulta il sito
food & travel
www.tugheder.it
Alla Tenuta Cavalier Pepe
La Tenuta Cavalier Pepe, tra le più
note in Campania, si trova a Sant’Angelo all’Esca, piccolo borgo nell’area del Taurasi dove si producono i tre celebri Docg della regione:
Taurasi, Fiano di Avellino e Greco
di Tufo. Nei 40 ettari di vigneto e 5
di oliveto vengono prodotti vini di
altissima qualità: oltre alle Docg vie-
www.tenutacavalierpepe.it
[email protected]
ne prodotto il "Bianco di Bellona Irpinia coda di volpe Doc", ben cinque "rossi" a base aglianico, una selezione di Fiano, un Taurasi Riserva,
un passito ed uno spumante.
L’azienda è sempre aperta per visite e degustazioni su prenotazione,
ed inoltre organizza con grande
passione e professionalità veri e
propri pacchetti da 1 a 3 giorni che
comprendono: la partecipazione alla vendemmia nei mesi autunnali,
la visita guidata ai vigneti e alla cantina, la degustazione dei vini in cantina e, naturalmente, il pranzo con
menu degustazione presso il ristorante della Tenuta o altri ristoranti
convenzionati.
L’azienda è attrezzata per l’accoglienza rurale in B&B, residence ed
agriturismi nelle immediate vicinanze e propone un sistema turistico perfettamente attrezzato per
ogni esigenza a poco meno di
un’ora di auto da Napoli all’uscita
autostrada Castel del Lago-Benevento della "A16 Napoli-Bari".
TENUTA CAVALIER PEPE
Sant’Angelo all’Esca (Av)
Tel. 0827-73766
Cell. 349/3172480
LO SPILLO
a cura di Annalisa Tirrito
CIRCONDATO dall’incantevole
panorama delle Dolomiti di Brenta,
patrimonio dell’umanità dal 2009,
l’Hotel Gran Baita, ai piedi delle piste di
Folgarida nel Parco Naturale Adamello,
è pronto ad offrire un soggiorno
confortevole sia che si tratti di una
vacanza invernale “settimana bianca”,
che di una vacanza estiva. Tradizione e
tipicità ne fanno una struttura calda,
accogliente e flessibile alle esigenze di
chiunque. A poca distanza dall’hotel
parte l’impianto principale di risalita per
accedere, sci ai piedi, alle piste di
Folgarida – Marilleva – Madonna di
Campiglio – Pinzolo. Gli impianti del
Passo Tonale e di Peio completano il
comprensorio sciistico. Per poter godere
della montagna anche senza essere
sportivi estremi, si può usufruire dei
percorsi per le escursioni con le ciaspole,
nordic walking, sports invernali benefici,
distensivi ed anche “poco costosi”. Il
pattinaggio completa la proposta
invernale unitamente allo sci nordico
HOTEL GRAN BAITA - Via Campiglio, 208
- 38025 Folgarida di Dimaro - Trentino
Tel +39 0463 986261 - [email protected]
Ericusa, relax super
nella magica Alicudi
Ad appena 10 metri dal mare
con 21 camere panoramiche dotate di tutti i comforts moderni ed
un ristorante specializzato nelle
ricette tipiche della cucina siciliana, l'hotel Ericusa è la scelta ideale
per un soggiorno da sogno sull'isola di Alicudi, la più occidentale
delle 7 che compongono l'arcipelago delle Eolie. Meta ideale per le
famiglie ma anche per chi vuole
trascorrere una vacanza estiva
immerso nella natura e in un mare
incontaminato, restando comunque ben collegato al "continente"
grazie alla vicinanza alle coste
palermitane ed ai numerosi collegamenti che nella stagione estiva
garantiscono corse giornaliere di
aliscafi e traghetti verso la Sicilia,
la Calabria e la Campania. Una
vacanza di vero relax se si pensa
che ad Alicudi non circolano autoveicoli, tranne in casi eccezionali e
comunque solo intorno al molo: le
merci vengono ancora oggi trasportate con bestie da soma, presenti su tutta l'isola. Alle bellezze
naturali si associa una particolare
attenzione per la buona cucina.
L'hotel Ericusa è anche un caratteristico ristorante sul mare dove è
possibile gustare la semplice ma
saporita cucina eoliana basata
principalmente sul pesce fresco
pescato intorno all'isola: aragosta,
scorfano e vari piatti a base di
totani freschissimi sono tra le
specialità della casa, oltre ovviamente alla tipica granita siciliana
al limone o al "caffè e panna" ed ai
famosissimi dolci della regione,
conosciuti in tutto il mondo.
HOTEL ERICUSA
Tel. 090 9889902
Cell. 328 7495992
www.alicudihotel.it
Le isole Eolie
a portata di click
Arcipelago delle Isole Eolie:
un mosaico che l’uomo incrocia da più di settemila anni nelle sue rotte alla scoperta di nuove terre. Vulcani attivi, spiagge
fossili, sorgenti termali testimoniano l’origine vulcanica.
Una sorprendente varietà di
paesaggi, selvaggi e indimenticabili, caratterizzano queste
isole del Mediterraneo ricche di
una varietà di flora e fauna che
qui trova un ambiente pulito e
tranquillo.
Nel 2000 le Eolie sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità e inserite nella World Heritage List. Sono una meta di villeggiatura apprezzata anche
grazie a strutture ben organizzate, come ristoranti, pub, discoteche e numerose strutture
alberghiere ed extralberghiere,
che accolgono i visitatori desi-
derosi di trascorrere una piacevole e divertente
Esistono realtà che tentano di
fondere creatività e tecnologia,
per valorizzare ed innovare l’offerta turistica tipica di quest’arcipelago nell’ambito di un
modello di sviluppo telematico.
Queste realtà sono i siti "Vulcano Vacanze" (www.vulcanovacanze.it) e "Hotel Isole Eolie"
(www.hotelisoleeolie.com) che
indirizzano i visitatori verso
l’offerta tipica delle Eolie.
Attraverso questi portali si entra direttamente in contatto
con le migliori strutture, abbreviando i tempi necessari alla
conclusione della transazione.
Le offerte vacanze last minute,
aggiornate continuamente,
consentono infine di trovare
l’occasione giusta per la propria
vacanza nelle Isole Eolie.
Novembre | 2012
paginaquattro
life
consulta il sito
www.tugheder.it
Cilento, ecco
il magico
movie tour
Conoscere il Cilento attraverso il cinema: nasce da
questa idea "Ciak si gira Cilento", un viaggio attraverso i segreti, gli aneddoti, le
curiosità e le location del cinema in Cilento. Un percorso nella natura incontaminata tra mare e la montagna nel verde Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
Il tour si articola in due fasi: la visione di stralci dei
film girati in queste bellissime terre con la rivelazione
dei retroscena dei vari backstage seguita da una vera e
propria visita guidata nelle
location che ne hanno fatto
da "set".
Ci si potrà immergere nella
atmosfera cinematografica
e immaginare di essere i
protagonisti delle pellicole
girate in tutto il territorio cilentano. Tra queste "C'era
una volta" di Francesco Rosi, girato nel '67 alla Certosa di Padula"; "Cavalli si nasce" dell'89, diretto da Sergio Staino e i più recenti
"Benvenuti al Sud" e "Benvenuti al Nord" di Luca Miniero.
Per i partecipanti sono previste piacevoli soste nelle
aziende enogastronomiche
di eccellenza e un breve stage per capire da vicino i
meccanismi che si nascondono dietro la realizzazione
di un film.
A guidarvi in questo magico
tour Ciro Discolo e Paola
Paradisi, A.O.S.M. dei film
"Benvenuti al Sud", "Benvenuti al Nord" e "Noi Credevamo".
Contatti:
[email protected]
tel: 366 3101276
www.ciaksigiracilento.com
ARTE SU MISURA
CON IVANA COSCO
Hai mai pensato di poter avere un
ritratto o un dipinto su commissione
realizzato da un'artista professionista?
Adesso è possibile!
Grazie ad Ivana Cosco, pittrice
napoletana, da anni impegnata negli
studi della "magica" luce
caravaggesca, non solo nella
rappresentazione di scene storiche di
vita quotidiana, ma anche nella antica
arte della ritrattistica.
La Cosco, diplomata presso l'Istituto
Statale d'arte di Napoli (nella sezione
di Arti Grafiche) e laureata in
Conservazione dei Beni Culturali,
realizza dipinti e ritratti su
commissione di straordinaria fattura.
Dalle riproduzioni a "olio su tela" di
opere d'autore del '600, '700, '800, a
dipinti e ritratti ad "olio su tela e
tavola" con soggetti a scelta del
committente, Ivana Cosco è pronta a
trasformare in arte ogni immagine
pensiero o fantasia.
E per tutti gli amici e gli associati di
"Tugheder" i prezzi sono
particolarmente convenienti. Si parte
dai soli 200 euro per ritratti o quadri
di dimensioni "50 x 70".
Un’opportunità da non perdere per
fare (o farsi) un regalo senza dubbio
originale e dal valore artistico e al
contempo, per immortalare per
sempre su tela o tavola un momento o
un'immagine cara.
Per informazioni o per ammirare
alcune tra le sue opere più interessanti
è possibile visitare il sito internet
dell’artista.
Per prenotazioni, preventivi e richieste
la si può contattare tramite email.
IVANA COSCO
www.ivanacosco.it
[email protected]
SEGUI IL MONDO «TUGHEDER»
CONTATTA LO STAFF DI TUGHEDER
Life, Food, Travel, Sport: sono i quattro assi strategici del mondo «Tugheder»,
network editoriale che contempla non solo gli strumenti tradizionali di
comunicazione e promozione come l’inserto cartaceo ma anche quelli dei
newmedia. Segui «Tugheder» sul sito ufficiale www.tugheder.it; su facebook
(www.facebook.com/tugheder) e su twitter (@tugheder).
Sei interessato a pubblicizzare la tua attività? Vuoi promozionare le tue
passioni e i tuoi eventi? Vuoi entrare a far parte del mondo «Tugheder»? Sei
pronto a darci i tuoi consigli e suggerimenti per migliorare il nostro prodotto
editoriale? Vuoi organizzare un evento insieme al nostro staff?
Contattaci. Mandaci una mail all’indirizzo: [email protected]
È online il «frutto»
della convenienza
Si chiama iPear ed è una giovane
realtà aziendale nata nel settembre
del 2010 come distributore di prodotti di elettronica e di telefonia delle migliori marche.
Dal gennaio 2011 è on-line con il
portale di e-commerce www.ipearshopping.it al fine di proporre le
proprie offerte direttamente ai consumatori finali. Ciò le permette di
fornire prodotti di alta qualità ad un
prezzo conveniente. Nel giugno
2011 inizia a lavorare come agenzia
per H3G e nel febbraio 2012 diventa anche agenzia Fastweb. È costituita da un gruppo di giovani professionisti specializzati, che vantano grande esperienza nel mercato
di riferimento e fonda la sua efficienza operativa su una struttura
snella ed efficiente. iPear opera in
tutta la regione Campania e vanta
accordi commerciali di co-marketing con grandi catene distributive
(Cislafa Sport), supermercati (Decò, Conad), Cral ed Associazioni
(Unina, Enel, Fiat, Credem, Associazione Naz. Carabinieri, Admi Ministero degli Interni, Silp Sindacato
Autonomo di Polizia, Regione Campania, Provincia di Napoli, Ospedale Cardarelli, etc). La missione di
iPear è quella di essere un nuovo
punto riferimento sul mercato regionale garantendo sempre una vasta gamma di prodotti selezionati
ed esclusivi.
Info su www.ipear.it
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(23)
MOBILITÀ
TRENI, IL CASO
La camorra
del rame
In Campania boom di furti dell’oro rosso. Ferrovie
saccheggiate, regia criminale. Si viaggia a rischio
Espedito Pistone
S
i potrebbe chiamare la corsa
all’oro rosso ed ha raggiunto
in pochissimi anni dimensioni preoccupanti. Il furto
del rame ha avuto una recrudescenza negli ultimi
anni a mano a mano che è
aumentato il prezzo della
materia prima che, solo tra il
2011 e il 2012, ha avuto
un’ulteriore crescita del
12%. Molto al di sopra della
media storica.
«Da tempo il sindacato
denuncia che non si tratta
più di un fenomeno circoscritto all'attività di ladri
improvvisati o di nomadi
ma è riconducibile alle
organizzazioni criminali che
ci fanno affari d'oro». A
parlare è Alberto Spoleto di
Uil Trasporti Campania che,
contro la sottrazione nottetempo dell'ottimo conduttore elettrico e termico,
secondo solo all'argento, sta
combattendo una lotta
senza quartiere. «Il rame è
resistente alla corrosione,
robusto e flessibile e può
essere riciclato al cento per
cento – spiega - senza perdere le sue capacità. Inoltre,
è impermeabile ai gas, è
facilmente piegabile e non
invecchia se esposto alla
radiazione solare».
In tutta Italia, lungo i 16.700
chilometri di rete ferroviaria
nazionale, si sono verificati
quasi duemila furti di rame.
Di questi, ben 480 (quasi il
25 per cento, in pratica 1 su
4) sono stati rilevati dal
compartimento di Polizia
Ferroviaria della Campania.
Il Lazio, al secondo posto, si
ferma a quota 237. Nello
specifico, le linee campane
si sono viste trafugare ben
291mila chili di metallo, per
un ammontare complessivo
che supera i 2 milioni di
(24)
Numerosi gli arresti
che, nella maggioranza
dei casi, hanno
riguardato cittadini
italiani, seguiti subito
dopo da rumeni, che
insieme rappresentano
l’85 % dei furti. Firmato
al Viminale un
protocollo per
monitorare il pericoloso
fenomeno criminale
euro. Secondo le forze dell'ordine l'area di esportazione è vastissima. Il rame è
richiesto dall’Europa dell'Est, in particolare Polonia,
Germania, Austria e Ungheria, e può raggiungere dall'Italia persino la Cina e
l'India.
«Ne sparisce troppo ogni
giorno – insiste Spoleto –
per pensare che si tratta di
piccoli ladri che rubano il
rame alle Ferrovie per poi
rivenderlo ai grossisti a
cinque euro al chilo e riciclarlo in videogiochi, telefonini di ultima generazione o
nei cavi che alimentano gli
impianti fotovoltaici di
mezzo mondo».
A fronte dell’aumento di
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
questa attività criminosa si è
registrato un incremento nel
contrasto da parte delle
forze dell'ordine. Numerosi
gli arresti che nella maggioranza dei casi hanno riguardato cittadini italiani, seguiti
subito dopo da rumeni che,
insieme, rappresentano
l’85% degli autori dei furti.
«Per rafforzare la prevenzione e il contrasto di questa
tipologia di reato – spiega il
sindacalista della Uil - recentemente è stato firmato
al Viminale il protocollo
d’intesa che istituisce l’Osservatorio nazionale sui furti
di rame tra il ministero
dell’Interno e le Ferrovie
dello Stato. Accordo che
coinvolge anche l’Agenzia
delle dogane, l’Enel, Telecom Italia e la Federazione
nazionale delle imprese
elettrotecniche ed elettroniche». I ladri di rame non
causano solo danni alle
linee ferroviarie della Campania ma, talvolta, mettono
anche in pericolo l'incolumità dei passeggeri. «Non è
la prima volta né sarà l'ultima che i cavi elettrici che
alimentano i sistemi di
controllo del traffico ferroviario vengono tagliati da
ignoti e lasciati lungo i
binari per essere trafugati in
un secondo momento.
L’incidente è sempre in
agguato».
Pendolari sull’orlo
di una crisi di nervi
Secondo il “Rapporto
Pendolaria 2012” di Legambiente continua a
crescere il numero di cittadini che ogni giorno prende il treno per andare a
lavorare o a studiare. Sono
oltre 2milioni e 903mila.
Dal 2007 ad oggi l’aumento
è di oltre il 20%. A fronte di
questo vero e proprio
boom, secondo l’Agenzia
nazionale per la sicurezza
delle ferrovie sui binari
italiani restano “aree di
criticità”, dovute ai rischi
legati alla “manutenzione
dell’infrastruttura e del
materiale rotabile”. Per
intendersi: l'infrastruttura
sono i binari e il materiale
rotabile i treni, i locomotori e i vagoni. Uno dei mali,
forse il principale, delle
Ferrovie italiane è la scarsa
manutenzione. Soprattutto
sulle linee definite secondarie, le tratte escluse dai
mille chilometri dell’Alta
velocità che poggia su
binari e strutture di concezione moderna, controllati
con una cura costante e
minuziosa. Soffrono, invece, gli altri quasi 16 mila
chilometri, collegati da
binari vecchi su cui circolano vecchi locomotori e
vecchi vagoni. In regione,
Metrocampania Nordest fa
circolare 26 treni, di cui 8
elettromotrici con oltre
cinquant'anni di vita, 15
treni con quasi trent'anni e
solo tre con poco più di
venti. Trenitalia schiera 542
treni ordinari al giorno, la
metà dei quali è stata
inaugurata trentacinque
anni fa. «Le famiglie che
vivono nelle medie e grandi città italiane pagano per
muoversi circa 1500 euro
all'anno in più rispetto alle
famiglie delle città europee», ha recentemente
denunciato l'ex assessore
ai Trasporti della Regione
Campania Ennio Cascetta.
Mentre, come sottolinea la
campagna “Pendolaria” di
Legambiente, risultano
tagli di treni, linee e aumento delle tariffe. Il 2012
è stato un ennesimo anno
difficile per la vita dei
pendolari, di sicuro quello
con più problemi negli
ultimi dieci anni, con
effetti rilevanti sulla qualità
del servizio e soprattutto
incertezza per il futuro.
Sono molte le Regioni che
hanno deciso di tagliare i
servizi (meno corse e meno
treni) e di aumentare il
costo di biglietti ed abbonamenti. Gli esempi più
drammatici – denuncia il
Rapporto di Legambiente in Campania, dove i tagli
hanno toccato il 90% dei
treni sulla Napoli-Avellino
e il 40% sulla Circumvesuviana. Il prezzo del biglietto
è aumentato in quasi tutte
le Regioni negli ultimi due
anni. In Campania già nel
2011 le tariffe erano state
incrementate del 23,4%.
Considerando l’insieme
delle Regioni l’aumento
medio è stato del 10%.
(e.p.)
SALUTE A NOI
ORDINE DEI MEDICI, FOCUS SULLOBBLIGO ASSICURATIVO
Camici bianchi, polizza sotto processo
Alvaro Mirabelli
L
a novità, già abbondantemente annunciata, ha seminato lo
sconcerto, a quanto pare ampiamente giustificato, nella
classe medica italiana. Il fatto
è che, a partire dal 13 luglio
2013, entra in vigore l’obbligo
assicurativo per tutti i camici
bianchi (così come per altri
professionisti). Lo scalpore
provocato dal provvedimento,
che appare svolta epocale nel
rapporto tra medico e paziente, ha prodotto una massiccia
levata di scudi e una buona
dose di perplessità tra i ranghi
della sanità nazionale, mobilitando tutti gli enti ordinistici
dei medici e degli odontoiatri.
Non ha esitato a scendere in
campo, ad esempio, l’organismo di categoria partenopeo
che nell’ultimo numero del
Bollettino dell’Ordine (vedi foto in alto) ha dedicato all’evento ampio spazio, intervistando numerosi esperti e
setacciando ogni possibile implicazione futura della obbligatorietà assicurativa. Il dott.
Bruno Zuccarelli (nella foto),
presidente dell’Ordine di Napoli, parla apertamente di legge-mannaia da rivedere, stigmatizzando gli eccessi assunti dalla litigiosità tra operatori
sanitari e pazienti: «Si evince
chiaramente dalle statistiche
della Procura che le denunce
penali di mal pratica contro i
medici sono in crescita esponenziale ma che ben il 99,5 %
dei procedimenti si conclude
con l’assoluzione del camice
bianco, con archiviazione del
99,8 % dei casi di lesione colposa e del 99,1 % nella fattispecie di omicidio colposo».
Cifre che rimandano senza
dubbio all’esistenza di un’industria del calcolo risarcitorio
che specula sull’evento avverso, alimentata «dall’atteggiamento d’assalto di alcuni avvocati che - dice Zuccarelli con pubblicità subdola e ingannevole solleticano il potenziale cliente». E la prospettiva che il deprecabile fenomeno dal prossimo luglio possa addirittura impennarsi
spinge ora il presidente dei
medici e degli odontoiatri a
sollecitare «la Federazione degli ordini provinciali a chiedere concreti segnali di solidarietà all’Ordine degli avvocati» per concertare adeguate
contromisure. Tutte le incognite del cambiamento le riassume poi efficacemente nell’articolo di apertura del Bollettino il dottor Antonio Di Bellucci. Prevenire con una polizza i rischi derivanti dall’attività professionale è gesto giusto
e assennato visto che è prioritaria la tutela del cittadino, riconosce Di Bellucci, ma il dubbio riguarda all’atto pratico la
metamorfosi della relazione
tra medico e malato: «Difficile
valutare quanto l’obbligo inciderà sulla proposta terapeutica del professionista, sul costo della prestazione, sull’aumento della medicina difensiva La paura di commettere
errori, anche formali, peserà
sulle decisioni: e il timore potrebbe spingere l’operatore a
scegliere cure, rigorosamente
contemplate da protocolli o linee-guida, ma poco efficaci,
piuttosto che optare per una
terapia più audace ma più
proficua». Prosegue Di Bellucci: «Tra le prevedibili ripercussioni, come è già successo per
il mercato delle pratiche automobilistiche, ci sarà una fioritura di nuove organizzazioni
di faccendieri che vedono nella novità solo una fonte di guadagno». Pesanti, in ogni caso,
le riserve sulla condotta delle
società assicurative che, confortate dall’alta litigiosità medico-paziente, potrebbero irrigidire il mercato per spuntare condizioni contrattuali più
gravose e minori garanzie:
«Sono auspicabili in tal senso
- dice la broker Luana Pepe convenzioni apposite tra gli
Ordini provinciali e compagnie specializzate nel settore
RC professionale sanitario».
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(25)
IUPPITER i libri del mese
NAPOLI: LUOGHI LETTERARI
Stradario del cuore
HO SCRITTO IL MIO NOME NEL SANGUE
La vita e il genio di Caravaggio
Autore: Mimmo Della Corte
Costo: 12 euro
Pagine: 187
Autore: Mariano Marmo
Costo: 12 euro
Pagine: 124
In questa escursione letteraria, autentica tipografia del cuore, tra le piazze
gremite, vie e vicoli «parlanti», scale chiassose e voci di dentro, impariamo
a conoscere meglio le fonti «vive» di quattro scrittori, Bernari, Incoronato,
Starnone e De Luca, ognuno dei quali presenta la sua Napoli, i suoi eroi ed
antieroi, le sue fughe verso la nostalgia, il suo smodato desiderio di ritrovare, attraverso la narrativa del sentimento, l’odore dei giorni perduti.
Da Roma a Napoli, poi a Malta e in Sicilia, tra taverne, liti, chiese, prostitute, prelati, cavalieri dell’Ordine di Malta, l’autore racconta la vita di Michelangelo Merisi detto “Caravaggio”. Una vita che appare come un turbinio di eventi, in cui creazione artistica, morte, senso di colpa e voglia di
riposo si sovrappongono, avvolgendo la storia dell’uomo in un’inestricabile ombra, la stessa che ha reso immortale le sue tele.
SUPERSUD
Quando eravamo primi
NAPOLI ULTIMA CHIAMATA
Vincitore Premio Rea 2011
Autore: Mimmo Della Corte
Costo: 12 euro
Pagine: 187
Autore: Marcello Fasolino
Costo: 18 euro
Pagine: 230
All’interno di un telaio narrativo rigorosamente documentato, si dipanano, senza revanscismo nostalgico ma certamente con l’orgoglio di recuperare un passato di gloria, le «altre verità» sulla Nazione Meridionale, fino
alla riabilitazione definitiva di un popolo.Tra primati stellari e avvenimenti taciuti dalla storiografia ufficiale, un’ampia parte del saggio è dedicata
alla storia della stampa meridionale. Prefazione di Marcello Veneziani.
Romanzo vincitore per la «sezione narrativa» del Premio Rea 2011, in cui
il protagonista è John Savarese, noto architetto italoamericano, che torna
a Napoli per un importante convegno. L’arrivo in città non sarà dei più esaltanti, tra la reticenza della moglie e le infinite problematiche partenopee,
ma John riscoprirà la potente energia soffocata di Napoli grazie a una valente violinista, figura vulnerabile a causa di una delusione sentimentale.
SULLA SOGLIA DI PICCOLE PORTE
Romanzo (Collana Storie)
IL GIARDINO DEI SILENZIOSI
Organi nelle chiese napoletane
Autore: Enza Silvestrini
Costo: 12 euro
Pagine: 160
Autore: Mauro Castaldo
Costo: 10 euro
Pagine: 68
Nuova edizione, aggiornata nella grafica e nei contenuti, del romanzo rivelazione di Enza Silvestrini, finemente illustrato da Michele Iodice e con
una lettura critica di Aldo Masullo. La storia è semplice: una bambina della provincia di Napoli raccontata, con malinconica benevolenza, dall’adulta
in cui si è trasformata. Un viaggio poetico e passionale nel mondo dell’infanzia, in una successione incalzante di immagini, ricordi e personaggi.
Inchiesta tra storia e provocazione sugli organi nelle chiese napoletane,
strumenti nobilissimi che rinnovano l’antica arte della composizione musicale. Monsignor Vincenzo De Gregorio, organista titolare e maestro di
Cappella del Duomo di Napoli così scrive nella prefazione: «È un percorso
affascinante, quello dell’Autore, che ci fa desiderare di riavere più suono,
quello dell’organo, ad accompagnare i momenti tersi o oscuri della vita».
I LIBRI IUPPITER EDIZIONI POSSONO ESSERE ACQUISTATI NELLE MIGLIORI LIBRERIE DELLA CAMPANIA TRA CUI:
Libreria L'Ateneo (Via Mezzocannone. 15 - Napoli)
Libreria Metropolitana (Piazza Cavour, 69 - Napoli)
Libreria Loffredo (Via Kerbaker 19/21 - Napoli)
Libreria Simeoli (Via San Pietro a Maiella, 5 - Napoli)
Libreria Neapolis (Via San Gregorio Armeno, 4 - Napoli)
Libreria Pisanti (Corso Umberto i 38/40 - Napoli)
Libreria Colonnese (Via San Pietro a Maiella, 32 - Napoli)
Libreria Treves (Piazza del Plebiscito 11/12 - Napoli)
Libreria Ubik (Via Benedetto Croce, 28 - Napoli)
Libreria Fiorentino (Calata Trinità Maggiore 36 - Napoli)
Guida (Via Port'Alba 20/23 - Napoli)
Guida (Via Caduti sul Lavoro 41-43 - Caserta)
Guida (Corso Vittorio Emanuele II, 101 - Avellino)
Guida (Corso Garibaldi, 142 b/c - Salerno)
Guida (Via F. Flora, 13/15 - Benevento)
Feltrinelli (Via S. Caterina a Chiaia 23 - Napoli)
Feltrinelli (Via S. Tommaso d'Aquino, 70 - Napoli)
Feltrinelli (Stazione centrale Piazza Garibaldi - Napoli)
Feltrinelli (Corso Vittorio Emanuele, 230 - Salerno)
Fnac (Via Luca Giordano, 59 - Napoli)
I LIBRI SONO ACQUISTABILI ANCHE SUL SITO WWW.IUPPITERGROUP.IT
(CLICCANDO BANNER “IUPPITERSTORE”)
E NEL CIRCUITO DELLE MIGLIORI LIBRERIE ONLINE
PER ULTERIORI INFORMAZIONI È ATTIVO IL NUMERO/SERVIZIO CLIENTI
DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ (DALLE ORE 11 ALLE 0RE 20)
081.19361500
“Leggiamo e scriviamo per sapere di non essere soli”
seguici su
www.iuppitergroup.it – [email protected]
saper vivere
CULTURA • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ
Ci vediamo «Al Sarago»
Adriano Padula
S
tavolta, per il quarantennale del
mitico ristorante «Al Sarago» di
Piazza Sannazzaro, è proprio il caso
di dire: «Ha quarant’anni e non li
dimostra». Sembra difatti ieri quel 23
febbraio del ’73 quando Nandino &
Peppino cominciarono la loro traversata nell’affollato mare della
ristorazione partenopea. Da subito
con venti favorevoli. «Ci vediamo al
Sarago» divenne così il «passaparola» per gustare la verace cucina
napoletana. Roba da campione e per
campioni.
Andato in congedo l’ottimo Peppino,
gli anni ruggenti del «Sarago» portano la sigla della esuberante, cordiale
simpatia di Nandino ’o maresciallo.
Il grande ingegnere Di Nanni, storico
frequentatore e infallibile «portafortuna», diceva ironico e scherzoso, «a
occhio “crudo” tra calciatori, mister,
presidenti, giornalisti e cronisti,
procuratori e affini al Sarago è passato tutto il firmamento calcistico...». Domeniche Sportive, Novantesimo Minuto, il Calcio “patuto per
patuto”, Domenica Sprint e, da
qualche anno in qua, anche “Sabato… spread”. Memoria di ferro,
ottimismo alle stelle, merito di una
formidabile minestrina di cui non ha
mai voluto svelare gli ingredienti,
basta dire a Nandino: «Tuppe tuppe,
mariscià: arapite so’ n’amico», e lui
diventa una cascata di ricordi.
«Appena Walter Fred Novellino l’
Compie 40 anni lo storico ristorante
di piazza Sannazzaro. Nandino,
patron del locale, racconta vizi, sfizi
e menu di mister e giocatori del Napoli
ultimo allenatore del Napoli, prima
“d’’a nuttata”, provò la mia minestrina - dice - non la mollò più. Ricordava quella di “Nonna Gismonda”, che
campò quasi cent’anni». E continua:
«Vinicio, parlo della metà degli anni
Settanta, era un patito del pesce all’
acqua pazza, e un grande divoratore
di pastiere: per lui era sempre Pasqua. Un taccagno simpaticone,
invece, era Giorgio Braglia: ordinava
e consumava soltanto il primo; il
secondo, mozzarella o filetto, se lo
portava ogni giorno da casa, come se
andasse alle materne. Giorgio aveva
anche nu’ vizio curiuse: si pappava
un’arancia, ricomponeva accuratamente la carcassa, facendola apparire integra. Scoperto però da Orlandini e Landini, fu subito vendetta: una
sera si trovò davanti un piatto di
ostriche, di cui era ghiotto, totalmente vuote. Sergio Clerici, detto “el
Grinco”, impazziva per pasta e
fagioli, pasta rigorosamente mischiata: insomma “munnezzaglia”.
Aveva ragione per esserlo: da ragazzo
in Argentina, quando batteva la
fiacca, questo piatto dovette mangiarselo solo con gli occhi, mentre lo
vedeva scodellare da “Onna Rosita”,
una simpatica napoletana, vicina di
casa. Penne alla sorrentina, “purpetielle” affogati con ulive e capperi
era la serale delizia di Rudy Kroll,
l’asso olandese dell’Aiax e nostro
idolo». Mentre lo dice, gli occhi si
illuminano di un altro immenso
ricordo: «Maradona? Pur’’a tavola
era ’nu campione, tre i suoi irrinunciabili amori: spaghetti alle vongole
bianche, mozzarelle, portate espressamente da Castelvolturno un’ora
prima del pranzo, e gamberetti.
Stessi gusti per Careca e Alemao.
Canè, invece, prosciugava pentole di
pasta e patate con provola; Luciano
Marangon, terzino fluidificante, era
un ultras di pasta e piselli. Appena
gli dissi che, durante la guerra, la
“polvere di piselli” aveva sfamato
mezza Napoli, dandole forza per
continuare a lottare, mi rispose:
“Allora, Nando, da domani ne voglio
un piatto molto abbondante, così in
campo avrò più voglia di combattere”. Abbonati speciali ai rigatoni con
la mozzarella alla sorrentina, Bruno
Giordano e l’allenatore Ottavio
Bianchi. Un mio temutissimo concorrente era invece Beppe Bruscolotti con la bravissima Mary, ottima
cuoca: le loro cene esclusive per gli
amici nella casa di Posillipo mi
toglievano una preziosa clientela».
«C’era però qualcuno- incalza, sorridendo Nandino - che superava “’a
famma” del marchese napoletano
Patrizi, recordman di tavole e buffet,
il quale mangiò 24 peperoni imbottiti e due zuppiere di zucchine alla
scapece. Era lo stopper Tonino La
Palma: liquidava le mozzarelle, una
dietro altra, come se fossero cerase.
Agresti e rurali i gusti di Nando de
Napoli: la “marenna di Rambo”,
lupo irpino, era ’nu copertone di
pane, gonfio di peperoni fritti. Dopo
il lupo, tocca al bisonte, al secolo
Tarcisio Burgnich, il coriaceo terzino
di un amaro secondo posto, uno
scudetto perso per un soffio, nel
1974- 1975, allenatore Vinicio. Tarcisio per dimenticare si scolava cassette di Barbera e Trebbiolo come se
fossero crodini. Savoldi “Beppegol”,
mi diceva: “Nandino, i tuoi gnocchi
mi danno la carica”. Lo stesso piatto
non funzionò purtroppo con il figlio
Gianluca».
Nandino tace però su questi anni
difficili, ma «Al Sarago» ci diede
dentro, da par suo, l’indimenticabile
Rambone, che, disse: «Vulite sapè
pecchè ajmme perse? Pecchè dinto e
’a fore ’o campo c’erano sule gnocchi ’e patane”. Non furono da meno i
mister nei loro vezzi gastronomici:
Andrea Agostinelli mangiava “sperlunche”, “Coppe Davis” di insalata
mista con galantine di pollo e arrosto con birra. Di rigore per Lippi:
pasta al sugo di coccio e gallinelle.
Gianni Di Marzio stravedeva per
“linguine all’aragosta, baccalà e
friarielli”. “’O Napule mio- conclude
Nandino - magnava pasta e golfo.
Scusate, me scurdave l’ingegnere
Ferlaino, il presidente degli scudetti:
gamberi lessi o crudi marinati, “purpetielle” affogati e poi Pinot, tanto
Pinot». Parola anche di “Boccuccia”,
“’a vucchella”, storico cameriere del
Sarago, segretissimo come Perpetua.
NELLE FOTO IN ALTO (DA SINISTRA A DESTRA):
Nandino, patron del Sarago, sorride
nella stanza dei ricordi azzurri; Nandino «assediato» da juventini (e che
juventini...); il grande Luis Vinicio,
divoratore di pastiere.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(27)
ARTE
VISIONI
Chiese
in mostra
Valeria Puntuale
U
n giacimento di tesori misconosciuti tutto da riscoprire. Sarà
possibile grazie ad un nuovo ciclo
di incontri che ogni mese condurrà
alla scoperta dei capolavori ‘nascosti’ nella città: a svolgere le
mansioni di ciceroni sono i curatori dei monumenti inclusi nel percorso di visita. L’iniziativa è decollata il 26 gennaio con la ricognizione della chiesa di Sant’Aspreno al
porto, una delle chiese più antiche
di Napoli, oggi sotterranea ma in
origine fuori terra.
Sono previsti altri 11 itinerari,
l’ultimo sabato di ogni mese, durante i quali saranno visitate sorprendenti e incredibili piccole
chiese medievali oggi inglobate in
palazzi pubblici, chiese perfettamente restaurate ma chiuse al
pubblico per mancanza di personale laico e religioso, e inoltre
arciconfraternite vandalizzate.
Si tratta di un’operazione culturale
che nasce dalla consapevolezza
che la tutela, la conservazione e
valorizzazione del patrimonio
storico-artistico della città di Napoli sono possibili solo attraverso
la conoscenza del patrimonio
edilizio monumentale della città,
in consonanza con lo spirito innovativo che anima la Curia di Napo-
(28)
li. Su questa linea si muove l’Ufficio Tutela e Valorizzazione del
Territorio della Soprintendenza
Speciale per il Patrimonio Storico
Artistico e Etnoantropologico e per
il Polo Museale della città di Napoli
che, a consuntivo del lavoro di
censimento di tutti i luoghi nati
per il culto condotto negli ultimi
anni, vuole presentare ad un ampio pubblico, durante gli incontri/conversazione, le chiese “mai
viste” o inaccessibili da anni. Nel
contempo, vuole raccontare il
lavoro quotidiano dei curatori, il
quale investe i rapporti con gli enti
proprietari, la catalogazione e lo
studio delle opere, i restauri, le
straordinarie riscoperte e restituzioni che questo stesso lavoro
comporta. Visite, insomma, concepite come riscoperte di quei capolavori troppo spesso classificati
come “negati” ma oggetto di studio, attenzione e monitoraggio
costante. L’idea che anima, in
filigrana, questa iniziativa è la
certezza che attraverso la conoscenza si possa innestare un circolo virtuoso che coinvolga tutti (i
curatori, le istituzioni, i visitatori, i
“vicini di casa” dei monumenti),
affinchè, una volta sensibilizzati,
possano nel loro quotidiano contribuire alla salvaguardia del patrimonio storico-artistico della città
di Napoli.
Il prossimo appuntamento è per
sabato 23 febbraio: il percorso
comprenderà la chiesa di Santa
Maria Egiziaca a Forcella e la chiesa della Compagnia della Disciplina della Santa Croce, con il curatore Ida Maietta. Infotel 081.7499111.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
«Ancient Super
Heroes»: antichi
super eroi. Questo
il titolo della
mostra, non a caso
sistemata negli
ambienti del
Museo
Archeologico di
Napoli, firmata da
Celesta Bufano.
L’artista rilegge in
chiave pop i miti
dell’antica cultura
classica: ed ecco
Apollo, Venere e il
resto della
compagnia tradotti
in immagini
caleidoscopiche,
declinate col
metro
contemporaneo di
una moderna
psichedelia
urbana. Accanto ai
capolavori
classici, dunque,
nuovi, antichi eroi,
ma savolta alle
prese con
inaspettate sfide
metropolitane.
Fino al 4 marzo.
Occhio di riguardo
Cano e il capitalismo
L’attuale crisi planetaria ha rivelato
come l’impero del denaro vacilli sotto il
peso delle sue contraddizioni. E la coscienza degli artisti più «etici» non è restata insensibile. Così è probabilmente
arte civile quella espressa dal visionario
Josè Maria Cano nella sua mostra «Arrivederci capitalismo!»(al Pan in via dei
Mille fino al 23 febbraio). Osserva il curatore Maurizio Bortolotti: «La Mostra in-
grandezza naturale uomini che rappresentano il capitalismo internazionale elevandoli così al rango di icone
contemporanee, quali nuovi Dei dell'olimpo finanziario». Ed eccoli, allora, gli
enigmatici e sinistri semidei del capitale
moderno: Francois Pinault, Alan Greenspan, Bill Gates, Bernard Madoff, Sergio
Marchionne e altri. Cano ha optato per
grandi dimensioni ad alto impatto scenografico, quasi a voler ribadire la soffocante incombenza esercitata sul mondo
tende connettere l'idea di arte a quella di
capitale, focalizzando l'attenzione su un
tema di grande attualità per la realtà nazionale ed internazionale, oggi protagonista di un periodo gravido di incertezze
finanziarie. Cano, recuperando l'antica
tecnica pittorica dell'encausto, ritrae a
degli umani dagli strapotenti stregoni
della finanza.
Firmata da Cano è anche l’altra serie
presente: «Punti di vista» ovvero dipinti
di auto italiane colte da varie angolature
ed elevate a stereotipo di un’economia
semplice e quotidiana. (m.t.)
ARTE
Eventi
Anni ‘80,
Napoli
veste pop
Castel Sant’Elmo:
nel salone delle
sculture del
museo
“Novecento a
Napoli”, approda
un ciclo di eventi
dedicati alla
cultura del Pop
napoletano
ATTRAVERSO I PROTAGONISTI
DIRETTI RIVIVE A SANT’ELMO
UN’EPOCA D’ORO IN BILICO TRA
PARTENOPE E NEW YORK
Oscar Medina
A
Castel Sant’Elmo, dopo il
successo della prima edizione, riprendono gli appuntamenti con i protagonisti storici
dell’arte contemporanea nella città
di Napoli: si tratta di un capitolo
culturale della città che l’iniziativa,
intitolata “Giovedì contemporanei:
work in progress”, intende riscoprire e riscrivere attraverso le testimonianze dirette di chi ha animato in
prima persona quella movimentata
stagione creativa articolatasi nel
passato prossimo del capoluogo
campano. Gli incontri si incentrano
sugli anni ‘80, un decennio in cui la
città, grazie all’entusiasmo e all’impegno di artisti e personalità legate
Novità
Marilyn,
50 anni
di ricordi
IL MITO DELLA MONROE
RIVIVE A CASERTA
IN UNA SUGGESTIVA
ESPOSIZIONE DI CIMELI
APPARTENUTI ALLA DIVA
al mondo dell’arte, si è imposta
sulla scena nazionale e internazionale prima come centro ricettivo e
poi propulsivo del linguaggio creativo contemporaneo. Epoca, dunque, che, oltre ad esaltare le risorse
locali, richiamò a Napoli grandi
personalità internazionali che
trasformarono la città in un epicentro della cultura pop.
A dicembre si è parlato della nascita
e formazione della collezione Terrae motus, dalla storia della collezione all’esposizione della stessa
nella Reggia di Caserta.
Gli incontri sono poi ripresi a gennaio con un focus su una innovativa esperienza dei primi anni Ottanta, cioè la fondazione, nel 1979,
grazie all’impegno di Mario Marto-
Un’incursione fuori
porta, ma ne vale la
pena se siete appassionati della cultura
pop ma soprattutto
ammiratori sfegatati
del mito Marilyn. A
Caserta, negli ambienti della galleria «Art &
Co» (Via Raffaele Leonetti 8), è in pieno
svolgimento l’evento
intitolato «For ever
Marilyn bye bye», in
occasione del cinquantenario della
scomparsa della cele-
DURHAM
Nella Sala Dorica del
Palazzo Reale di Napoli,
fino al 27 febbraio,
«Wood, stone and
friends" di Jimmie
Durham, artista, saggista,
poeta ed attivista politico.
Alla base della sua pratica
artistica c'è il tentativo di
decostruire i concetti
cardine della cultura
europea lasciando
all'essenza dell'oggetto la
capacità di raccontare la
sua storia. Durham
riprende e rilancia la
critica anti-occidentale,
ricalcando vecchi sentieri.
Ma l’effetto spiazzante
ne, Andrea Renzi, Pasquale Mari,
Angelo Curti e Lino Fiorito, del
gruppo teatrale Falso Movimento.
Fu quello momento fondante per
l’aggiornamento della cultura figurativa napoletana e italiana nei
primi anni ’80. Il ciclo di incontri
con artisti, critici d’arte, giornalisti,
galleristi, curatori continuerà durante tutto il 2013 e avrà modalità
diverse: dibattiti, presentazioni,
incontri con gli artisti, visite nel
museo e proiezioni.
Nel prossimo numero di Chiaia
Magazine pubblicheremo l’agenda
degli eventi previsti. Gli appuntamenti si tengono nel salone delle
sculture del museo «Novecento a
Napoli. (1910-1980)». E l’iniziativa
costituirà anche un’ottima oppor-
non coglie nel segno.
Infotel. 848690499
TERRE DEL SUD
Al Plart (via G. Martucci
48), fino al 25 febbraio,
una insolita collettiva di
design: arti decorative e
industriali nella mostra
intitolata «Terre». Otto
designer under 35 di paesi
bre diva americana
(1962 – 2012). In esposizione alcuni "cimeli"
appartenuti a Marilyn
Monroe, provenienti da
una delle più prestigiose collezioni private, come i guanti indossati sul
set del celebre film "Come sposare un milionario" nel 1953, un abito
da sera, un beauty-case,
le sue scarpe di velluto
blu e altro ancora. I nostalgici di quel periodo
potranno così ripercorrere le fascinose atmo-
e provenienze diversi
vengono chiamati dalla
Fondazione Plart a
sviluppare il concetto di
Sud inteso come spazio
mentale più che
geografico. 8 autori, 8
opzioni di riflessione. I
nomi: Matteo Cibic,
Gionata Gatto, Giovanni
Innella, Francesca
Lanzavecchia,
Minale/Maeda,
Mischer/Traxler, Antonio
Piccirilli, Freddie Yauner.
Infotel 08119565703
SOL LEWITT
Al Museo MADRE, fino al
1 aprile, la mostra «Sol
tunità per visitare l’ambiente museale. Il Museo, infatti, che già
esibisce una location prestigiosa e
singolare, presenta le opere dei
maggiori protagonisti dell’arte a
Napoli fino al 1980 ma è al contempo una struttura in progress, quindi
aperta a successivi sviluppi.
Nel suo complesso, dunque, una
preziosa occasione non solo per
una riflessione sull’arte degli anni
‘80 a Napoli, ma anche per iniziare
una ricognizione e un approfondimento di quella storia che rese la
città, nel corso del ‘900 e fino ai
giorni nostri, una vera e propria
capitale dell’arte moderna.
L’ingresso è gratuito.
Per chi volesse saperne di più:
infotel 081 2294434
sfere che circondarono la leggendaria
star del cinema americano. A scandire
il percorso il contributo artistico di autori significativi della cultura pop tra i
quali Valentino Marra, Daniele Misani,
Ugo Nespolo, Mimmo Rotella e, soprattutto, Andy Warhol: denominatore
comune di tutti costoro, ben evidenziato nella mostra, il segno prepotente
che quella bionda icona della femminilità seppe imprimere nell’immaginario di più generazioni per rimanere
poi inalterato fino ai giorni nostri.
La mostra, curata da Gerardo Giurin, è
aperta fino 28 febbraio. Ingresso libero.
Infotel 329.8589624
LeWitt. L'artista e i suoi
artisti». É il primo
omaggio museale italiano
a questo grande
protagonista dell'arte
contemporanea
internazionale, morto a
New York nel 2007 a 78
anni. L’esposizione
illustra un percorso
artistico di quasi 50 anni,
suddiviso in 3 sezioni
tematiche, con opere
inedite progettate
dall'artista e realizzate
oggi dai suoi assistenti,
con opere mai esposte al
pubblico in precedenza, e
infine con opere di altri
artisti ma collezionate da
LeWitt. Tel 081.19313016.
LUCIANA RANIERI
ALVARO NEGRO
«Naturaleza! Estás sola?» di
Alvaro Negro è opera in
bilico tra pittura e cinema.
Un lavoro che crea una
cartografia del luogo,
mescolando differenti
linguaggi. 7 video
proiettano scenari di
paesaggi ripresi da diverse
angolazioni, con suoni e
voci della natura, in una
sala buia. Un’avventura tra
cinema, foto e installazione
concettuale. Il risultato è
un film-paesaggio per
contemplare l’ambiente
sottomesso al tempo. Al
Cervantes fino al 30 aprile.
Tel. 08119563311
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(29)
LIBRI&LIBRERIE
LIBRIDINE
Aurora Cacopardo
Saggio
Bacco,
nettare
e medicina
DEL TUFO
E IL GIALLO
NAPOLI
GUSTO, EBBREZZA E SALUTE:
FOCUS SU POTERE E MAGIA DEL VINO
IN UN VIAGGIO STORICO E LETTERARIO
DALL’ANTICHITÀ AI GIORNI NOSTRI
l’attacco di fegato e alla decima la follia. Di queste
Vincenzo Petito, appassionato di filologia
e altre ghiotte curiosità trattano gli autori,
romanza e storia di civiltà antiche, e Fulvio
partendo dall’antichità e arrivando ai giorni
Sellitto, pediatra amante di storia della medicina,
nostri. Attraverso brani tratti dai poemi omerici o
hanno unito i loro saperi per scrivere un saggio
dalla Divina Commedia, dai versi di Lorenzo De’
enologico intitolato “Padre Bacco Il vino nella
Medici o Baudelaire, o dalle liriche di Verdi,
letteratura e nella medicina“ (Iuppiter edizioni).
scopriamo il significato che il vino ha avuto nei
Il pensiero degli autori va all’uomo come
secoli e riscopriamo la forza antica e misteriosa ad
«creatura unica nella sua sostanzialità di anima e
esso attribuita da sempre. Una
corpo» ragion per cui il libro è
forza che è anche religiosa, come
diviso in due parti, la prima
dimostra la sua presenza nel culto
dedicata al vino nella
di Bacco o come simbolo liturgico
letteratura, arte che nobilita
del sangue di Cristo, e
l’animo, e la seconda ai vini
taumaturgica. L’ultimo capitolo
medicinali che curano il corpo.
del libro è infatti dedicato a
Sotto la spinta di questa
descrivere l’efficacia e l’utilità dei
comune passione gli autori
vini medicinali, lasciando la
fanno cominciare questo
letteratura per addentrarsi nella
viaggio enologico dalle leggende
storia della medicina. «Le umili
per poi narrare la storia
piante medicinali hanno qualità
all’origine della civiltà. Veniamo
preziose e per certi versi ancora a
così a scoprire che, dopo le
noi occulte» ricorda Sellitto.
prime comparse presso Sumeri,
Proprio su queste qualità c’è un
Traci ed Egizi, il vino, le cui terre
interessante approfondimento
d’origine sono il Caucaso e la
arricchito da alcune ricette di vini
Turchia, sbarca nel
“curativi”: dal vino di rosmarino,
Mediterraneo dove trova le
che risveglia l’appetito, al vino
condizioni favorevoli per la sua
PADRE
salviato, utile per le infiammazioni
grande diffusione.
BACCO
gengivali, al vino “all’oro spento”,
Diventa cosi il protagonista dei
cardiotonico e depurativo o al vino
simposi nella civiltà classica,
Vincenzo Petitto
enantino, per i deboli di stomaco.
dove però la parola d’ordine era
Fulvio Sellitto
“Padre Bacco” è dunque davvero
moderazione: le coppe
Iuppiter Edizioni
un libro “da bere”, non solo per
ammesse erano solo tre, una
106 pagine
soddisfare la sete di conoscenza,
per il brindisi, una per l’amore
ma anche per imparare a ottenere
e una per il sonno. È proprio
il miglior beneficio dal nettare
Dioniso a mettere in guardia gli
degli dei. Perchè, se è vero, come scrisse Orazio,
esseri umani dal superare le “dosi” consigliate,
che “Agli astemi Bacco rende ogni cosa penosa”, è
stilando una sorta di “protocollo” che attribuisce
anche vero che nel bere il vino non bisogna mai
alla quarta coppa la violenza, alla quinta il
dimenticare il suo “protocollo”.
chiasso, alla sesta l’allegria dell’ubriachezza, alla
settima la rissa, all’ottava il tribunale, alla nona
VIVIANA GENOVESE
Fra indizi, che richiamano il mondo delle
sette sataniche e
fantasiose dicerie che
rivelano verità imbarazzanti, l’indagine del
giornalista Andrea
Moussanet tra inquietanti sospetti, crisi di
identità, annotazioni
psicologiche, raggiunge il suo acme risolutivo nello spiazzante
svelamento finale.
Finale che ha come
appendice proprio la
morte del professor
Piergiorgio Sarubi,
ordinario di chimica
all’Università di Milano, già preannunciata
in apertura del libro.
Con la padronanza di
costruzione del plot
narrativo, in “Verrà
cantando il sangue”
(Rogiosi Editore),
Vittorio Del Tufo tesse
una storia densa di
ramificazioni e di
robuste ambientazioni
di cronaca, servendosi,
inoltre, del doppio
registro narrativo del
racconto primario e
del documento giornalistico, in un interessante contrappunto di
stili e prospettive
costantemente interagenti.
Apprezzabile il dettato
per il piglio ironico e
commosso, per la
disinvolta genuinità
dello stile spontaneo e
sorvegliato al tempo
stesso. C’è uno sforzo
di mettere insieme il
visibile e l’invisibile,
intrighi internazionali
della storia di Napoli
che coinvolgono la
Chiesa di Roma. Ed il
passato, glorioso o
decadente, si tramuta
in un profetico presente. Interessante è la
narrazione dei delitti
efficacemente disegnata perché la scrittura dell’autore tende
alla concisione ed alla
rapidità, che restano
due dei suoi pregi,
insieme alla vivacità
dei dialoghi che danno
carattere e tono ai
personaggi della trama.
Nella guerra sotterranea che si scatena per
portare alla cattedra di
Pietro questo o quel
cardinale e conquistare il supremo potere
Vaticano, le alte gerarchie ecclesiastiche
spalleggiate dalle
grandi potenze ora la
Francia, ora la Spagna,
organizzano complesse macchinazioni che
fanno uso d’ogni
mezzo lecito ed illecito.
Un filo rosso, partendo
dagli ultimi anni del
‘300 giunge fino agli
anni ’80 e ci conduce
presso la tomba di un
celebre e grande re:
Ladislao Durazzo.
Sembra che nella
tomba accanto al re ci
sia una pergamena che
contenga la formula
chimica di una liquefazione, grazie alla quale
il sangue del nostro
santo patrono tre volte
l’anno riprende vita.
Un sepolcro che sembra aver protetto la
città ed il mondo da
una verità sconvolgente. Verità su ciò che
accadde un caldo
pomeriggio d’agosto
del 1389.
Altri libri
LA DISCIPLINA DEL
CORPO
MANGIAMO
COSÌ
‘A
MARÈNNA
Aurelio Musi
Guida Edizioni
Settimia Cicinnati
Edizioni del Delfino
Irene Salinas
Adriano Gallina Editore
Le arti mediche e
paramediche nel
Mezzogiorno moderno
sono il tema dell’agile e
intenso saggio firmato
dallo storico Aurelio
Musi sulla storia e
l’evoluzione della
medicina e della sanità nel Meridione d’Italia.
Nel contesto del Regno di Napoli Musi
ricostruisce una via partenopea alla salute
attraverso i profili umani, culturali,
professionali dei medici, autentici protagonisti
della narrazione. (a.m..)
(30)
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
Vulcanica, poliedrica,
giornalista, insegnante
di lettere, agitata da
mille interessi tra cui
l’amore per gli animali
che si traduce in
impegno contro la
vivisezione e la caccia,
Settimia Cicinnati si cimenta stavolta con la
pagina scritta. E in questo saggio gastronomico
sforna un gustoso e robusto repertorio di
ricette nel segno della cucina napoletana e
campana, declinate secondo tradizione e un
pizzico di fantasia. (a.m.)
In questo suggestivo
vademecum di cucina
napoletana, l’autrice,
Irene Salinas, svela un
aspetto poco noto della
tradizione culinaria
partenopea: la
«marènna», infatti, è
capitolo cruciale del rapporto tra il napoletano e
il cibo. La chiave di tutto è nell’introduzione: «’A
marènna (da non confondere con quella del
pomeriggio e con la colazione) è un pasto
completo per il napoletano». Bastano pane e
companatico. Il come lo racconta l’autrice. (l.r.)
LIBRI&LIBRERIE
Eventi
Novità
Intrighi
e amori
in Grecia
Il concorso
IL ROMANZO «LA CASA DI ASSOS,
OPERA PRIMA DI RUSSO KRAUSS,
RACCONTA LA STORIA DI UNA
FAMIGLIA E DI UN LUOGO CONTESO
classica, solare isola greca (CefaloTante ragioni e tutte buone per
nia e il paese di Assos) e l’ancor più
leggersi d’un fiato «La casa di Asclassica casa mediterranea, azzurra,
sos», opera prima di Gerardo Russo
luminosa, fiorita (splendidamente
Krauss, professionista prestato alla
riprodotta in coperletteratura. Se amatina dall’artista
te la Grecia, le sue
Giacomo Di Como).
atmosfere sognanti,
Ma l’idillio naturale
il Mediterraneo, se
è solo il velo edulcoperò apprezzate
rante e ingannevole
anche il «noir» e il
di un intreccio
mistero, se vi appasumano aspro, ruvisionano le storie dal
do e accidentato di
ritmo scarno e
passioni e di eventi.
tagliente, sapienteÈ ovviamente il
mente mitigate da
fattore umano a
moderate concessparigliare le carte
sioni poetiche, se vi
della vicenda, conpiace restare incolducendola progreslati ad un romanzo
sivamente ad uno
fino all’ultimo rigo,
scioglimento finale
allora «La casa di
inatteso, secondo il
Assos» (Iuppiter
più classico dei
edizioni) fa al caso
La casa di Assos
canoni tragici che
vostro. I cardini
in Grecia sono di
della storia? Krauss
Gerardo Russo Krauss
regola governati dal
li consegna in parIuppiter Edizioni
tenza al lettore: la
fato e dall’inelutta76 pagine
bile. Annidati tra le pieghe di questa
apparente elegia, galleggiante nel
blu cobalto del mare, si agitano
infatti tre personaggi a tinte forti,
ciascuno a suo modo naturalmente.
Kristina Christacopoulos, ormai
sola tra le mura della casa avita, a
picco sul mare, «di un giallo sbiadito con le persiane azzurre», per
generazioni perno della propria
famiglia. Kate, una sorella che Christina non sapeva di avere, e che
sbarca ad Assos perché la casa,
ereditata dal padre che lei ha avuto
in comune con Christina, ormai è
anche sua. E Dimitri, 40 anni, paesano bruno e piacente, legato alle
due sorelle in una parabola di amore, perfidia, innocenza e delitto, e
destinato all’espiazione finale, in
una sorta di nemesi. È il gioco delle
parti, degli amori impossibili: una
trappola, degna di Tantalo, scatta
intorno a Kristina, Kate e Dimitri,
condannati a non ottenere il proprio oggetto del desiderio.
VIVIANA GENOVESE
Decolla, come ogni anno, il concorso letterario «Una piazza, un
racconto», organizzato dalla Comunità Evangelica Luterana di
Napoli e approdato alla sua
15esima edizione. La manifestazione si apre con un bando che invita gli aspiranti-partecipanti ad
inviare i propri elaborati entro il 30
giugno alla segreteria del Concorso. Alla sfida letteraria possono partecipare dilettanti e
professionisti, italiani e stranieri,
senza limiti d’età. Il tema prescelto è il seguente: «Cosa sarebbe la vita senza il colore
rosso? Una vita senza passione,
amore, fuoco, rivoluzione, spericolatezza, seduzione. Il concorrente scriva una storia in cui il
rosso, considerato il più stimolante e coinvolgente tra i colori
dello spettro, sia l’elemento decisivo del racconto. Nel bene e nel
male…». La forma letteraria richiesta è quella del racconto
breve: è ammesso un solo racconto, inedito e in lingua italiana.
La partecipazione è gratuita. Tutte
le modalità di partecipazione sono
reperibili sul sito www.lutero.org
Coronamento dell’iniziativa saranno la proclamazione e la premiazione dei vincitori, previste il
20 novembre nella Chiesa Luterana di Napoli, nell’ambito della
rassegna «Concerti d’autunno». I
racconti finalisti saranno raccolti
in un libro, curato e pubblicato
dalla Iuppiter Edizioni. (m.t.)
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(31)
SOCIETÀ&COSTUME
Artisti
Dom Barra
RFC, la band dei sogni
A. Alfredo Capuano
Nel mese di gennaio è uscito, per
«La Canzonetta Records», il loro
quarto album intitolato «Ritieniti
Fortemente Coinvolto».
In occasione della data zero del
loro tour, abbiamo fatto quattro
chiacchiere con gli RFC (nelle foto
in alto), storica band Ska-Core
che, da più di un decennio, calca i
palchi italiani, in un tour semipermanente da far invidia ai mostri sacri del rock.
In maniera del tutto informale,
nell'ottica oltretutto del leitmotiv
di tutta la loro produzione, abbiamo chiesto alla band qualche
curiosità sul loro passato e qualche opinione sulla mondo della
musica odierna.
Come e quando nasce il progetto
RFC?
Gli RFC nascono nel lontano 1999,
amici con la stessa passione per la
musica che si ritrovano e strimpellano in un piccolo garage della
provincia di Caserta. Quasi subito
arriva il primo concerto in un
piccolo pub della cittadina nella
quale vivevamo. E da lì in poi non
ci siamo più fermati. Da quel
primo live ad oggi siamo rimasti
solo in 2 su 5 componenti.
Cosa pensate che sia cambiato
dalla prima volta che avete calcato un palco ai giorni d’oggi?
Le cose cambiano e spesso in
meglio ma ora abbiamo 13 anni di
esperienza sul groppone, nei quali
abbiamo conosciuto e suonato
con decine e decine di musicisti,
fatto 4 album, centinaia di concerti in tutta Italia. Però l’approccio
con il palco è sempre lo stesso:
tanta tensione prima, tanta adrenalina quando ci si sta su.
C'è stato per voi un evento “spartiacque” che ha segnato la vostra
evoluzione artistica?
In tutti questi anni abbiamo sempre deciso di sbatterci nel suonare
il più possibile, lo facevamo anche
durante le riprese in studio, così
mentre stavamo registrando il
2°Album «Ama e Difendi» fummo
notati da un rappresentante della
«La Canzonetta Records» che,
apprezzando il nostro sound e la
nostra musica, non perse un secondo e ci mise sotto contratto. Ed
ora eccoci qui, alla nostra quarta
avventura (la terza sotto contratto
per «La Canzonetta»)
Gli RFC sono l'esempio di quanto
la gavetta paghi. Difficile credere
a qualcosa di così puro, in un
universo musicale, purtroppo,
dominato dai sottoprodotti dei
Seminari di storia greca
IL CICLO DI INCONTRI SI CONCLUDERÀ
IL 22 MARZO CON IL TEMA DELL’OLIGARCHIA
Proseguono i Seminari
Napoletani di Storia
Greca ideati e organizzati da un gruppo di studiosi della materia che si
riunisce intorno alla
rivista scientifica «Incidenza dell’Antico. Dialoghi di storia greca» nata
a Napoli nel 2003. Gli
incontri sono promossi
da tre atenei partenopei:
(32)
l’Università degli studi di
Napoli «Federico II»,
l’Università degli Studi
«Suor Orsola Benincasa»
e la Seconda Università
degli Studi di Napoli, con
il sostegno dell’Associazione «Incidenza dell’Antico» ed il patrocinio
inoltre del Comune di
Napoli, del Consiglio
Regionale della Campa-
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
nia, Luciano Editore, e
dell’Associazione «Oltre
il Chiostro». Seguitissimo l’appuntamento dal
titolo «Lo studio della
letteratura tràdita in
frammenti: questioni
metodologiche”, del 19
febbraio scorso, tenutosi
a Napoli presso il complesso di Santa Caterina
da Siena (via Santa
Caterina da Siena 37).
All’incontro, dopo l’introduzione ai lavori
curata da Amedeo Vi-
talent show. Se doveste dare un
consiglio a qualcuno che ha abbracciato questo sogno da poco,
cosa gli direste?
Gli diremmo di inseguire quel
sogno, di farlo parte di se stessi,
della propria vita a 360 gradi,
senza mai tralasciare nulla. Non è
solo la gavetta, ma anche la costanza con la quale insegui un
sogno che ti mette nelle condizioni di realizzarlo o meno.
Il 14 gennaio è uscito il vostro
ultimo album: «Ritieniti Fortemente Coinvolto». In cosa bisogna essere coinvolti, secondo voi?
Riuscireste a condensare tutta
l'essenza del nuovo album in una
semplice frase, che non sia ovviamente il titolo stesso?
La collettività: «tutto è di tutti» e
tutti devono assumersi le proprie
responsabilità, coinvolti nel benessere del mondo stesso... essere
partecipi, sostenendosi sempre a
vicenda.
Ultima domanda: avete a disposizione cinque minuti per scegliere
l'album da salvare da una nuova
(e ancor più improbabile) apocalisse Maya. Cosa inserite al sicuro
nella capsula del tempo?
Non c'è bisogno di pensarci più di
tanto! «London Calling» dei The
Clash assolutamente!
Ha iniziato con gli “scarabocchi sui banchi di scuola”. Oggi, a distanza di più di
un decennio, Domenico “Dom” Barra può
essere considerato a tutti gli effetti uno
dei più promettenti artisti di casa nostra.
Giovane talento di origini napoletane (con
formazione artistica in Gran Bretagna),
Dom Barra è apprezzata in tutto il mondo,
come dimostrano le esposizioni non soltanto in Campania, ma anche a Roma,
Leeds, in California e New York. La sua
produzione creativa interessa varie forme
di visual art, ovvero installazioni, digital
art e quadri di tecnica mista con tematiche sia politico-sociali che introspettive.
Le opere sono caratterizzate da un eccentrico uso di colori, particolare questo
che le arricchisce di un notevole impatto
visivo. Oltre alle mostre, personali e collettive, Dom Barra collabora con l'etichetta discografica «Subcava Sonora», è
Graphic Designer per la ONG «Sensacional», è co-fondatore di «Raze Excessories» ed è anche membro di "Urto!”,
collettivo di artisti, critici, operatori e progettisti culturali partenopei che nel 2011
ha invaso simbolicamente il Pan, prima di
essere riconosciuto e patrocinato dall’ente comunale di Napoli. Attualmente
lavora ai progetti «Sociopolikatastrofika»
e «Biutifool Beastard»: il primo è una collezione di immagini satiriche pseudo pubblicitarie sulla realtà, il secondo è un
tributo alla storia dell'arte, una versione
remixata dei grandi maestri. Biutifool
Beastard, inoltre, è anche una campagna
in supporto della free culture e delle licenze Creative Commons in materia di diritto d'autore, il quale è stato presentato
al RE/Mixed Media Festival 2012 di Brooklyn, New York.
«Il mondo visionario surrealista e la stravaganza - racconta - hanno ispirato le
prime opere che oggi fanno parte del mio
progetto ‘The lab of anomalies (Humble
beginning)’. Gli albori della mia formazione artistica accompagnarono le mie
prime importanti esperienze in società, e
ciò ha avuto un forte riverbero sulla mia
produzione. In me maturava la voglia di
sperimentare l'irreale, ma non riuscivo
più a tacere dinanzi a una crescente preoccupazione verso la società».
Roberto Basile
sconti, hanno preso
parte Virgilio Costa
(Università di Roma «Tor
Vergata») e Maurizio
Sonnino (Università di
Roma «La Sapienza»). Il
quinto appuntamento
del ciclo dal titolo «Oligarchie greche arcaiche.
La costruzione di una
forma di governo nella
storiografia moderna»,
diretto da Maurizio
Giangiulio (Università di
Trento), si terrà, invece, il
22 marzo, alle 15, a Santa
Maria Capua Vetere
presso il complesso di
San Francesco (piazza
San Francesco). Il ciclo
di seminari, giunto
quest’anno alla seconda
edizione, è aperto a
studenti, appassionati di
storia greca, e docenti,
insomma a chiunque sia
interessato ad approfondire la propria conoscenza del mondo antico. Per ulteriori informazioni è possibile contattare Eduardo Federico
([email protected] ), Marcello Lupi
([email protected])
o Amedeo Visconti
([email protected]).
LUCIANA RANIERI
SOCIETÀ&COSTUME
I mille
battiti
di Finizio
Alessandro Mantico
«Il poeta»: è così che lo
definiscono le sue migliaia di
fan. Umiltà, anima e arte: tre
ingredienti che formano il
mondo musicale ed umano
di uno dei cantautori napoletani più amati e apprezzati
del panorama nazionale:
Gigi Finizio, classe 1965, si
racconta e svela che è in
corso la preparazione del suo
nuovo disco.
Una voce la cui estensione
tocca le corde più intime, la
cui interpretazione teletrasporta il pubblico in una
dimensione dove la poesia
racchiusa nei testi e la sensibilità degli arrangiamenti,
creano un vero e proprio
mondo parallelo incantato
fatto di emozioni, storie,
tematiche sociali e soprattutto amore.
Nei suoi testi spesso traspare un forte sentimento di
amore per la sua città e
voglia di riscatto.
Sì, perchè mi fa male sentire
parlare e leggere solo in
chiave negativa di Napoli,
una delle città più belle del
mondo dal punto di vista
paesaggistico e artistico. Non
esiste solo la Napoli criminale ma anche quella che vive
nella legalità e nell’onestà.
Qual è il messaggio che le
piacerebbe trasmettere ai
suoi numerosi fan?
Coltivate i vostri sogni, le
vostre passioni. Vivete le
giornate in maniera intensa e
con tanta emozione. Ascoltate tanta musica…Fa bene
all’anima.
Quando ha capito che la
passione per la musica
sarebbe diventata un lavoro?
Sin da piccolo ho “giocato”
con gli strumenti. Mentre gli
altri ragazzini della mia età
giocavano al pallone, io
andavo a lezione di pianoforte. La prima volta che mi
sono esibito in pubblico
avevo 9 anni e ho eseguito
una canzone dedicata a mio
padre “Lettera a papà”, con
cui ho aperto “1000 battiti di
cuore”, il mio spettacolo
teatrale natalizio al teatro
Cilea.
Cosa consiglierebbe a chi
sogna di fare dell’arte il
proprio lavoro?
La carriera artistica è fatta di
sacrifici. In qualunque angolo del mondo e non solo nel
nostro paese. Ci vogliono
impegno, studio, dedizione
oltre che una grande passione e, ovviamente doti naturali sulle quali poi lavorare.
Come nasce una sua canzone?
Io racconto storie d’amore.
In me c’è stata un’evoluzione
artistica che ho raccontato e
Gigi Finizio in una
delle sue ultime
esibizioni.
Tra i sogni nel
cassetto del
cantautore
napoletano c’è
quello di cantare
insieme a Mina.
mostrato al pubblico con
“1000 battiti di cuore”, attraverso le mie canzoni. Ma
l’amore è rimasto una costante nel tempo. Una grande fonte di ispirazione.
La canzone in assoluto che
avrebbe voluto scrivere?
“Caruso” del grande Lucio
Dalla.
I suoi artisti di riferimento?
Ce ne sono tanti: un nome su
tutti, Eduardo De Crescenzo.
L’artista con cui vorrebbe
duettare?
Con Mina, la signora della
musica italiana. Sarebbe
favoloso sentirla intonare la
mia “Più che posso” o “Basterebbe”.
Esiste una canzone a cui è
più legato e per la quale
avrebbe desiderato un
maggior successo?
No, non esiste una canzone a
cui sono più legato. Le canzoni sono tutte come figli: le
fai nascere, crescere, le accompagni per mano in giro.
Ho un pubblico che, per
fortuna, mi ama e mi segue
da tanto e che non ha permesso a nessuna delle mie
canzoni di cadere nel silenzio.
I suoi prossimi progetti?
Sto lavorando a un disco che
uscirà a breve ma non anticipo niente. Ne parleremo con
piacere quando arriverà sul
mercato discografico.
A lezione alla Factory Pittoresque
Voyage Pittoresque Factory
inaugura il primo corso di
disegno e pittura per neofiti
ed appassionati: 10 lezioni
per conoscere altrettante
tecniche artistiche, per
carpire i segreti dei grandi
maestri, per imparare a
destreggiarsi tra tele e
pennelli, vernici e pigmenti.
La sede del corso è presso la
Factory, nata da un’idea di
Gennaro Regina, al corso
Vittorio Emanuele, 682. A
svelare i segreti della pittura
sarà il maestro Alessandro
Papari, artista che sta
segnando lo scenario
pittorico del panorama
italiano. Le lezioni si terranno
ogni giovedì, a partire dal 7
marzo e saranno della durata
di 2 ore, dalle 20 alle 22. Costo
350 euro a persona, inclusi i
materiali necessari e per ogni
serata un piccolo aperitivo di
benvenuto. Le opere
realizzate durante le lezioni
saranno oggetto di una
mostra e di una successiva
vendita all’asta il cui ricavato
sarà devoluto in beneficenza.
SFIZI&NOTE
Massimo Lo Iacono
DE’ ROGATIS,
IL TRIBUTO
DI MAISTO
Merita una nota tutta per
sé l’attività del «Centro di
musica antica - Pietà dei
turchini», operosissimo
già dalla metà di gennaio:
primo appuntamento è
stato alla Feltrinelli di
Piazza dei Martiri la
presentazione del cd
registrato da Salvatore
Morra e Marcello Nardis
dedicato a musiche di
Luis de Milan, in
collaborazione con «Altre
corde», sodalizio con cui il
«Centro» ha messo in
cartellone altri due
appuntamenti, il 5 aprile
con performance live del
cd e prima l’8 marzo con
un recital dedicato dal
giovane di bellissime
speranze Umberto Maisto
(nella foto) alla musica di
Teresa de’ Rogatis. È
comunque un modo per
festeggiare la donna,
riproporre l’opera della
compositrice,
ampiamente dimenticata
dai più. Ma già il primo
concerto del «Centro» in
gennaio era stato
organizzato con «Altre
corde», con un tutto
esaurito e trionfale
successo: è stato un recital
di Stefano Grondona,
solista raffinatissimo, mai
presente a Napoli,
nonostante la fama
preclara. Anche in questo
caso come nel primo
concerto fatto in
collaborazione con il
sodalizio chitarristico
presieduto da Stefano
Aruta, è stata suonata una
chitarra Antonio de
Torres, motivo in più di
attrazione per i fans dello
strumento. Degli altri
importanti concerti, due
in collaborazione con
«Food, Art and Music»
uno con «Pro Helvetia» il
primo nel «Giorno della
memoria», ed anche
compleanno di Mozart, è
stato accolto con
grandissimo successo,
poiché era l’attesa
esecuzione prima in
Napoli, verosimilmente, di
una trascrizione per
quartetto d’archi del
«Requiem» di Mozart,
fatta da Peter Lichtenthal
nel 1803, seguita dal
prezioso bis di Puccini,
curata da quartetto
«Gagliano».
Il suo primo violino, Carlo
Dumont, terrà intanto il 1
marzo un recital dedicato
a Bach, e Bach è pure al
centro del concerto del 20
Febbraio. Tutte le squisite,
coltissime locandine
ottengono sempre
unanime consenso dal
pubblico assai soddisfatto
dalla programmazione
classica certo ma mai
ovvia.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(33)
SOCIETÀ&COSTUME
Presentato a Napoli l’ultimo cd del musicista Salvatore Morra dedicato all’opera
del compositoreLuisMilán.I sonetti di Petrarca cantati dal tenore Marcello Nardis
Vihuela,
musica reale
Luciana Ranieri
Sulle note della vihuela, la
Feltrinelli di via S. Caterina a
Chiaia ha ospitato recentemente la presentazione dell’ultimo lavoro di Salvatore
Morra. L’evento nato dalla
collaborazione con il Centro
di Musica Antica Pietà de’
Turchini, ha visto inoltre la
partecipazione di Stefano
Aruta e Massimo Lo Iacono.
Dall’opera di Luis Milán, Libro de musica de vihuela de
mano, intitulado El maestro
(Valencia 1535-1536), dedicata al Re di Portogallo Don
Juan III, Morra ha registrato
trascrizioni per chitarra di
Pavane (una forma di danza
dall’incedere maestoso,
d’uso nella corte di Spagna),
Fantasie, e 6 sonetti in italiano con il tenore Marcello
Nardis, per la casa discografica inglese Draft Audio Pro-
duction. In una sala gremita,
Lo Iacono ha regalato al pubblico un breve excursus sul
tempo in cui visse Luis Milán, figura per certi aspetti
misteriosa. Morra invece, si
è esibito in alcune fantasie
tratte dal cd.
Aruta poi ha fornito interessanti informazioni sulla nascita e lo sviluppo di questo
particolare strumento musicale della famiglia dei liuti.
Nella Spagna del XVI secolo,
periodo ricordato come el siglo de oro, la vihuela rappresentò l’espressione più completa e significativa della
musica strumentale, assolvendo lo stesso compito che
il liuto già svolgeva in altri
paesi d’Europa. Diffusosi
verso la fine del ‘400 presso
gli strati più elevati della società spagnola, dove si affermò come strumento dotto,
Quattro
muri e un
telescopio
«Le 4 Pareti», spazio
underground in via Fiorelli, 12
dedicato all’arte contemporanea,
sarà anche minuscolo ma si è
ormai ritagliato un ruolo
d’avanguardia nel circuito della
creatività cittadina. A far girare a
pieno regime questa combattiva
factory delle idee ci pensa
l’animatrice Maria Giovanna
Villari. Che dal suo cilindro ha
(34)
oggi non ne rimane quasi
nessun esemplare integro. Il
termine vihuela identifica in
particolare la cosiddetta vihuela de mano distinta dalla vihuela de arco, sinonimo
della viola da gamba o della
viella medievale. Analogamente alla chitarra, alla quale assomiglia, si suona pizzicando le corde con le dita.
Luis de Milán fu uno dei
principali autori di musica
per vihuela, il primo in Europa a comporre per questo
strumento, e scrisse il suo Libro de musica per scopi didattici. Oggi la sua opera ritorna viva più che mai nel
disco che ha per interpreti
Morra e Nardis, acquistabile
online, inciso a Napoli nella
chiesa di S. Caterina da Siena, e la cui presentazione al
pubblico, dal vivo, è prevista
per il prossimo aprile.
appena estratto l’esposizione
«Dal telescopio al mondo»,
assegnando a tre artisti una
traccia: quella di «zoommare» sul
mondo, come da un telescopio,
«da molto vicino o da molto
lontano», spiega la gallerista.
Ed è stato così che la
giovanissima Giorgia Garzilli,
l’esperto decano Antonio
Montano e il raffinato giramondo
Andrew Mezvinsky (cognato di
Chelsea Clinton), hanno
prodotto una selezionata batteria
di collage, rileggendo il pianeta
secondo il proprio talento e la
propria tecnica.
Fino al 31 marzo.
Per info e notizie 081665870
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
POST-IT
Successo del ciclo
di conversazioni iniziato nel
settembre 2012 dal titolo «Per
giardini, per selve
e per campagne»,
dedicato al tema
dell’Arcadia in
ambito musicale e
teatrale.
Location degli
incontri il Museo
Duca di Martina
in Villa Floridiana
che è divenuto
l’epicentro
culturale di
giornate tra arte,
letteratura e
musica che ha
visto come
protagonisti
accademici e
musicologi.
L’ultimo incontro
del ciclo, previsto
per sabato 9 marzo
alle ore 11.00, è
intitolato «Verzura,
ninfe e amori nella
letteratura teatrale
italiana» e sarà
caratterizzato
dall’intervento di
Antonia Lezza,
professore
associato di
letteratura italiana
e teatrale,
Università degli
Studi di Salerno.
La partecipazione
è gratuita fino ad
esaurimento posti
Per informazioni:
tel. 081 5788418;
www.polomuseal
enapoli.benicultur
ali.it/
facebook.com/mus
eoducadimartina
Da Londra a Napoli
il ritmo di «Tie Time»
Contaminazione di settori, da Napoli a Londra
passando per Gragnano. L'alta moda sartoriale
delle cravatte di Marinella incontra la musica
in un cd dal valore solidale. «L'idea è nata in
occasione dell'inaugurazione del nostro punto
vendita a Londra, nel 2011, e si è trasformata
presto in un’occasione per fare solidarietà».
Così Maurizio Marinella spiega il progetto "Tie
time": un cd musicale prodotto in
collaborazione con il noto dj Alfonso Russo,
per consolidare il legame tra il "brand"
partenopeo e la capitale britannica e, al
contempo, sostenere l'associazione "Anema
onlus" per la ricerca nel campo della
neurochirurgia e chirurgia maxillo facciale. Il
ricavato della vendita delle 800 copie prodotte,
sarà infatti devoluto alla Onlus fondata dai
professori Paolo Cappabianca e Luigi Califano.
Nel corso della presentazione, tenutasi a
palazzo San Teodoro lo scorso 16 gennaio, il
"made in Naples" di qualità l'ha fatta da
padrone. Tra gli ospiti della serata Peppino Di
Capri, che ha sottolineato l'importanza della
«napoletanità d'eccellenza spesso espressa,
come in questo caso, nel binomio musica e
moda, che bisogna sempre saper cogliere e
valorizzare». Un binomio ideale che, per una
sera ha unito Napoli e Londra. Il legame tra la
city britannica e Napoli è evidenziato dalla
copertina dell'album, in cui una cravatta è
annodata a mo’ di tazza su un piattino,
sottolineando il gioco di parole tra l’ora del té e
quella della “tie" (cravatta). Ma la serata ha
avuto per protagonista anche un'altra iniziativa
del brand napoletano che riguarda, invece, il
“food” made in Naples. Ad ogni invitato è stato
dato in omaggio un pacco di pasta. Cosa
c’entrano le cravatte con la pasta? «C'era a
Gragnano un pastificio che stava morendo spiega Maurizio Marinella - e da innamorato di
tutto ciò che è napoletano ho deciso di
intervenire per provare a salvarlo». È nata così
l'idea di investire in un campo diverso da
quello della moda e rilevare il pastificio
"Gentile". «Il pastificio rappresentava una
realtà familiare e artigianale profondamente
legata a Napoli, proprio come la mia, e non
sopportavo l’idea che finisse. E poi il food
targato Napoli è molto apprezzato, in Italia e
all’estero». Una buona causa che si è
trasformata dunque anche in un buon affare:
«A Natale ho venduto a Milano più panettoni di
Gragnano che cravatte» - confida Marinella. Il
messaggio? Puntando sulla napoletanità, la
città può crescere. E a giudicare dalla dicitura
"volume 1" sul cd “Tie time” le contaminazioni
di settore non finiranno qui.
ARMANDO YARI SIPORSO
IL RICORDO
SGUARDI LONTANI
Francesco Iodice
LA SCOMPARSA DI CARLO IULIANO
L’ultima
partita
Carlo Iuliano, per
tutti “Carletto”,
giornalista dell’Ansa
e storico addetto
stampa della
Società Calcio
Napoli, dal 1969 al
1999, ai tempi di
Lauro e di Ferlaino.
Il Comune di Napoli
ha deciso, dopo la
sua recente
scomparsa, di
intitolargli la tribuna
stampa dello stadio
San Paolo.
Francesco Iodice
È
stato collaboratore dell’ingegnere Corrado Ferlaino (che
lo chiamava “dottor Carlo”
per distinguerlo dall’omonimo giocatore) nel Calcio
Napoli dal 1969 al 1999, un
record assoluto; Maradona,
scappando nottetempo in
Argentina nel 1991, gli disse
senza giri di parole: «Sei
l’unico amico che mi è rimasto»; aveva un intercalare
caratteristico, noto a tutti:
«Oh, oh, per l’anima mia!»;
non era altissimo, ma in
compenso aveva un’intelligenza straordinaria e una
saggezza proverbiale che gli
consentivano rapporti umani
sempre eccellenti; eravamo
amici da oltre sessanta anni
(praticamente dalle elementari nella scuola delle Suore
Catechiste del Sacro Cuore di
Casoria); è morto in pochi
giorni per un susseguirsi
sciaguratissimo e casuale di
eventi avversi.
Crediamo che tutti abbiano
capito che stiamo parlando di
Carlo Iuliano, giornalista
dell’Ansa e storico addetto
stampa della S.S.C.Napoli di
Lauro e di Ferlaino. I media gli
hanno dedicato post-mortem
articoli, pagine intere e servizi
speciali, ma pochi hanno
sottolineato il suo rammarico
(ma è la vita che va così) di
essere stato messo un po’ da
parte dopo la conclusione
della sua vicenda con la squadra e con Ferlaino. La nostra
fraterna consuetudine di
lunghissimo corso - avevamo
iniziato assieme, lui al «Roma», io a «Il Mattino» - spesso
ci faceva chiacchierare a
lungo e scambiare i nostri
punti di vista. In una delle
ultime volte, mi confidò che
bisognava ormai contentarsi
(sono sue parole) «di qualche
comparsata in TV»; e, dopo la
sospensione di «Goal di notte»
su Canale 21, commentò
amaramente: «Quando si
perde, bisogna farsi da parte».
Eppure, in trenta anni avrà
dispensato più biglietti lui che
gli impiegati al botteghino.
Era sempre gentile, generoso
e disponibile, senza mai
QUEL RITORNO
A CASA DI
GENNARO JOVINE
In fondo ad una delle traverse
di via Foria - ora intitolata a
Peppino De Filippo, è ubicata,
nel centro della sezione Vicaria,
piazza Eduardo De Filippo,
dominata dalla bella facciata
del teatro San Ferdinando,
rinato per merito proprio del
grande Eduardo che lo acquistò
nel 1948 per tre milioni di lire e
lo restaurò. Per ricordarlo
degnamente abbiamo scelto
nella sua produzione artistica
sconfinata la gestazione e il
significato di uno dei suoi
assoluti capolavori e cioè
“Napoli milionaria”. Lo stesso
Eduardo ne ricorda l’origine:
“Poche settimane dopo la
liberazione, dal balcone della
mia casa al parco Grifeo
osservai il panorama di questa
città martoriata e concepii in
embrione la commedia”. Le
prime parole scritte furono:”’O
vascio ‘e donn’Amalia Jovine”:
un luogo dominato da una
donna, situato in mezzo ad una
strada e non più in un
appartamento borghese. Il 25
marzo 1945, domenica delle
Palme, ebbe luogo la prima
rappresentazione per l’Italia
della celebre commedia.
Eduardo si era già separato da
Peppino e cominciava a correre
un’avventura diversa. Napoli
milionaria è una storia di poveri
che fanno i soldi con la borsa
mostrare insofferenza. Luca
Ferlaino ha ricordato in un
necrologio che la sua fanciullezza è stata scandita dalle
telefonate di Carlo a casa
Ferlaino: sarà bene ricordargli
che le telefonate del padre
hanno scandito, viceversa, la
vita di Carlo che spesso,
veniva tirato giù dal letto in
piena notte o per discutere
un’idea improvvisa partorita
dal Presidente o per redigere
l’ennesimo comunicato
stampa. In occasione di un
Non fu affatto un
semplice addetto
stampa, ma molto di
più: un personaggio
indispensabile
nell’equilibrio di tutto
l’ambiente.
Dotato della massima
discrezione, per lui
i segreti dello
spogliatoio rimasero
sempre tali
nera, cioè con il contrabbando,
prima in tempo di guerra (I
atto) e poi durante
l’occupazione angloamericana
(II atto). Tutta la vicenda si
svolge nel basso di donna
Amalia Jovine dotata di grande
carattere (e cattiveria) che le
permette di moltiplicare le
merci e il guadagno. All’inizio
del II atto arriva dalla prigionia
il marito Gennaro Jovine,
tranviere, mite, onesto,
remissivo. L’ex deportato questo il colpo di genio di
Eduardo - tornato a casa, non
trova nessuno disposto ad
ascoltare il racconto degli orrori
che aveva visto: gli amici, la
moglie, i figli, tutti gli voltano le
spalle. Inoltre, si rende conto
che la sua famiglia è rovinata da
una ricchezza improvvisa e
disonesta: il basso in cui pur
ancora si trovano, ha gli stucchi
dorati e il soffitto a volta; la sua
camera è scomparsa, la moglie
ha un amante, la figlia è incinta
di uno sconosciuto militare
americano e il figlio è un ladro.
Avvilito e sorpreso Gennaro
chiude con quella frase (“Adda
passà…). Napoli milionaria
mostra l’arte di vivere di una
città sempre renitente alla
storia. Dopo quell’unica
rappresentazione napoletana,
anche il pubblico di oggi ha il
compito di accogliere il
racconto di Gennaro Jovine, la
cui intensità è una delle poche
prove che questo paese forse è
capace di farsi adulto. Anche se
la nottata non è ancora passata.
Napoli-Iuve da tutto esaurito,
incurante del caos e malgrado
i suoi impegni di rappresentanza nella Tribuna Autorità,
Carletto (come tutti lo chiamavano) corse presso uno dei
cancelli d’ingresso e, chiarito
tutto sul mio biglietto con un
sorriso all’addetto, mi consentì agevolmente di accedere
alle tribuna. Ai funerali svoltisi con partecipazione
straordinaria di popolo, amici
e tifosi - il Napoli di De Laurentis non ha brillato per
presenza: non un labaro, non
una rappresentativa giovanile.
Eppure Carlo aveva dato tanto
alla società: non fu affatto un
semplice addetto stampa, ma
molto di più: un personaggio
indispensabile nell’equilibrio
di tutto l’ambiente. Dotato
della massima discrezione,
per lui i segreti dello spogliatoio rimasero tali; aveva doti
naturali di diplomatico che si
rivelarono decisive in tanti
frangenti difficili (alzi la mano
chi avrebbe resistito tanto
tempo con un uomo estroso e
complicato come Ferlaino):
incomprensioni fra giocatori,
fra dirigenti e atleti e forse
anche fra dirigenti. Aveva un
sacro concetto dell’Amicizia
(con la A maiuscola): fino alla
fine è rimasto fedelmente
amico di Ferlaino e di Luciano
Moggi, le cui alterne vicende
in niente avevano modificato
l’intensità del suo affetto.
Carissimo Amico, fatti rubare
la battuta anche da noi: «Oh,
oh, per l’anima mia, non credi
che dalla società e dalla vita
(tu sai perché) avresti meritato qualcosa in più». Honny
soit qui mal y pense, detestato
sia chi pensa a male. Grazie
della lezione di vita, non ti
dimenticheremo mai.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(35)
LAPILLI
Terni&Favole. A Largo Ferrandina a Chiaia
nella tabaccheria Postiglione c’è un via vai di gente.
Tra gratta e vinci e sigarette, una giostra di
argomenti gira senza sosta: dalle dimissioni del
Papa al futuro premier del Paese, dalle maledette
tasse alle strade napoletane piene di buche.
Nell’attesa della festa delle donne (da giocare il
terno 8 - 20 - 21) e di quella del papà (puntare su 9 19 - 20 ), Alberto Postiglione smista le combinazioni
per il gioco del lotto ispirate ai temi caldi
dell’attualità. «Prima di tutto - sostiene Postiglione dobbiamo puntare sui numeri del nuovo governo
che sono: 90 (il popolo) - 25 (il voto) - 57 (la
speranza ritrovata) - 83 (la speranza perduta).
Questa quaterna va giocata sulla ruota Nazionale e
su quelle di Roma, Napoli e Milano almeno fino a
metà marzo. Un altro treno di numeri da inseguire
è quello dedicato alle tasse: 46 (i soldi) - 36 (le tasse)
- 57 (la speranza ritrovata). Questo terno va giocato
per 9 estrazioni sulle ruote di Napoli e Roma. Infine,
non possono mancare i numeri di Benedetto XVI, il
papa dimissionario che ha catalizzato su di sé
l’attenzione del mondo. Bisogna puntare su 32 (il
papa) - 90 (il popolo) 28 (l’ultimo giorno del di
papa Ratzinger) - 65 (il pianto). Numeri da giocare,
rigorosamente, sulla ruota di Roma».
Quel gusto «a vapore» del mare
MASTERCHEF. LA TECNICA DEL CESTELLO PER
ESALTARE IL SAPORE DEL PESCE CON VERDURE
Pippo Schiano
SALMONE (O SPIGOLE)
AL VAPORE CON VERDURE
2 spigole di medie dimensioni
o 2 fette di salmone,
2 patate, 2 carote, 1 zucchina,
1 spicchio d’aglio, 1 limone,
prezzemolo q.b.
Ci mancavano solo le
meteoriti. Non bastava
questa campagna elettorale che da sola riesce a
deprimerci in modo
tombale. Non bastava la
bomba delle dimissioni,
del Papa. E non bastavano
neanche gli scandali, gli
arresti, le condanne di
una intera classe dirigente
politico-economica. E
non sono neanche bastati, per noi poveri napoletani, gli autobus fermi ed i
trasporti quasi cancellati.
Ci voleva anche la pioggia
di meteoriti per dirci che i
tempi che corrono non
sono i migliori. Nel frattempo, però, consoliamoci con un piatto saporito
e facile da preparare:
il pesce al vapore con
verdure. Per prepararlo
avremo bisogno anche di
un cestello per la cottura a
vapore nella pentola a
pressione. Si tratta di un
arnese che si trova in tutti
i negozi di casalinghi, oltre
che da IKEA, costa poco e
ci permette di cuocere a
vapore una gran quantità
di cibo. Le spigole devono
essere liberate delle visce-
re, squamate e pulite. Nel
caso scegliate il salmone a
fette, sarà più semplice,
visto che non necessita di
questa operazione. Sbucciate le patate e tagliatele a
dadi di medie dimensioni.
Grattate le carote e tagliatele a pezzetti. Tagliate le
estremità della zucchina e
fatela a dadi piuttosto
grandi. Se volete potete
aggiungere anche altre
verdure. Ad esempio è
buonissima la zucca che
va tagliata abbastanza
spessa. Nella pentola a
pressione mettete 3 dita
d’acqua (che non deve in
nessun caso toccare la
base del cestello) lo spicchio d’aglio sbucciato,
mezzo limone e del prez-
zemolo. Ponete il cestello
sul fondo ed adagiate le
verdure ponendo quelle
che necessitano di una
cottura maggiore per
prime. Le carote, poi le
patate ed ancora le zucchine ed infine, se vi va, la
zucca. Sopra le verdure
ponete il pesce. Chiudete
la pentola e portatela ad
ebollizione usando una
fiamma piuttosto vivace.
Al primo fischio riducete
al minimo la fiamma e
fate cuocere per 3 -4
minuti. Levate dal fuoco e
fate uscire tutto il vapore
sollevando la valvola del
fischio. Quando la pressione sarà finita e la valvola
di sicurezza abbassata,
aprite la pentola.
Facenight, il calendario tra movida e solidarietà
È diventato ormai un cult delle
notti napoletane il calendario «Facenight», prodotto di alta qualità che
fotografa e «ferma» la movida in un
trionfo di colori e divertimento. 12
mesi, 12 professioni, 12 scatti. Per
emozionare e far riflettere, ma anche
per ironizzare sulle abitudini della
nostra società, ritrovarsi tra gli aspetti più superficiali del mondo del by
night ed estremizzare i loro comportamenti per puro piacere artistico. Il
calendario «Facenight» è la risposta
dei talenti che non si arrendono e lo
urlano ai giovani.
Una giovane fotografa, vincitrice del
premio facenight 2012 Romina Romano, è la protagonista del mese di
gennaio. Marco Esposito, il vincitore
del premio security si è messo in gioco nello scatto del mese di febbraio.
Nel mese di marzo, Antonio Parnoffi, uno dei personaggi più noti del by
night partenopeo, a cui è andato il
premio alla carriera Facenight 2012,
è stato immortalato in un eterno Peter Pan. E così via via hanno riempito le pagine gli altri interpreti del divertimento. Nel mese di aprile Christian Key dice stop alla violenza nel-
(36)
le carceri. Nello scatto di maggio lo
speaker radiofonico Gianni Simioli,
anche lui, vincitore per la categoria
del premio facenight , grida ad un’informazione libera. Giugno incoraggia i giovani a non mettersi al volante ubriachi, luglio è espressione del
gioco e del divertimento, agosto con
Gigi Soriani e Alex Colle propone una
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
sfida musicale. Settembre incontra i
giovani di talento dell’Arenile, scenario di primo piano delle notti napoletane, ottobre racconta la storia
con la vincitrice del premio flyers storico Monica Fattorusso e la sua immedesimazione nel mondo dei no
global, novembre testimonia il talento dei giovani con l’organizzazio-
ne Nice to be, dicembre immortala la
pr Klaudia Visconti e i costumi della
nostra società.
Ma il calendario facenight ha in serbo sorprese, non solo altre immagini e racconti per completare l’ambizioso progetto, ma anche uno scopo
concreto e pratico per dare vita all’intera iniziativa. Oltre all’arte e all’espressione del talento c’è anche la
voglia di donare se stessi nel calendario facenight 2013. Perché ognuno sceglie di fare beneficenza secondo le proprie possibilità. Ed è per
questo che facenight devolverà il ricavato del prezzo del calendario trasformandolo in una consolle professionale, all’associazione Volo Libero
di Piscinola, da anni impegnata nella creazione di nuovi percorsi di vita
per le persone più svantaggiate attraverso produzioni artistiche e culturali. Facenight ci crede.
L'autore degli scatti è il giovane napoletano Nenne Martongelli, da anni impegnato nel movimento «Save
the vinyl». A curare l'impaginazione
e la stampa del calendario è stato
Alessandro Esposito di Eurograph.
TOMMY TOTARO
LAPILLI
Sfida
all’ultimo
vocabolo
Disponibile sia gratuitamente che a pagamento,
Ruzzle è una delle app più
scaricate fra quelle relative
ai giochi basati sulle parole.
Nella versione gratuita è
presente un minuscolo
banner pubblicitario nella
parte bassa dello schermo,
e mancano le statistiche e
la classifica online, disponibili invece nella versione
premium al costo di 2,50
Euro. La possibilità di
giocare in multiplayer
online costituisce una
caratteristica allettante che
permette di trovare gli
avversari anche fra gli amici
di Facebook o i follower su
Twitter. Conviene però
allenarsi offline, da soli, per
«RUZZLE» È L’APPLICAZIONE PIÙ
SCARICATA TRA QUELLE CHE
RIGUARDANO I GIOCHI
BASATI SULLE PAROLE
ricalca quello di altre applicazioni simili. In ogni
partita ci si trova di fronte
ad una tabella formata da
sedici caselle (quattro per
prendere confidenza con le
meccaniche di gioco prima
di lanciarsi online in un
vortice di sfide all’ultima
parola. Il sistema di gioco
quattro), ognuna con una
lettera dell'alfabeto e un
valore numerico differente.
Nell'arco di tre round da 2
minuti ciascuno, il compito
è toccare tali caselle e
formare il maggior numero
possibile di parole, ottenendo un punteggio maggiore se si utilizzano le
lettere evidenziate da
bonus che raddoppiano o
triplicano il valore della
singola lettera o dell'intera
parola. Al termine di ogni
round, il punteggio ottenuto viene confrontato con
quello dell'avversario, e alla
fine delle tre riprese vince
chi è riuscito a ottenere più
punti.
FABRIZIO TAVASSI
L’ORA LEGALE
Adelaide Caravaglios
È NULLA LA SCHEDA
ELETTORALE A PUNTINI
Siamo in piena campagna elettorale e i
media sono impegnati ad informare
l’elettorato sulle modalità di voto, onde
consentire un loro corretto svolgimento.
Su un tema caldo come questo, di recente, è
intervenuto il Consiglio di Stato, il quale –
con la sentenza n. 12/2013 – ha sancito la
nullità di una scheda elettorale nella quale
erano stati aggiunti dei puntini: a parere del
collegio giudicante si sarebbe trattato di
«ingiustificabile anomalia», con «sicuro
segno di riconoscimento».
Cosa era successo: durante le elezioni
amministrative di un piccolo Comune del
calabrese, i due candidati a primo cittadino
avevano riportato uno scarto di circa 4 voti.
L’aspirante sindaco, arrivato secondo,
aveva, quindi, deciso di impugnare dinnanzi
al T.A.R. le operazioni elettorali, ma non
ottenendo ragione dal momento che lo
stesso T.A.R. aveva respinto il ricorso
principale e dichiarato – di riflesso –
improcedibile quello incidentale, di
proporre appello, «criticando» – si legge
espressamente nella sentenza – la
pronuncia impugnata per aver respinto le
proprie doglianze e disatteso la propria
richiesta istruttoria.
Neanche a parere dell’organo di vertice della
giustizia amministrativa, però, l’appello
andava accolto: l’art. 64 del D.P.R. 16 maggio
1960, n. 570, che sancisce la nullità del voto
contenuto in schede che presentino
scritture o segni tali da far ritenere in modo
inoppugnabile la volontà dell’elettore di
farsi riconoscere – spiegano i giudici – «deve
essere inteso in senso oggettivo, ossia
considerando nulle quelle schede che
rechino scritte o segni estranei alle esigenze
di espressione del voto, e che non trovino
ragionevoli spiegazioni nelle modalità con
cui l’elettore ha inteso esprimere il voto
stesso». Il caso di specie andava, dunque,
regolato in questo modo proprio perché
dopo avere marcato nella forma consueta il
contrassegno prescelto ed aver
regolarmente espresso una preferenza, il
votante, «per imperscrutabili ragioni», aveva
ritenuto di aggiungere sulla scheda anche
una serie di puntini, «presenza del tutto
anomala e priva di qualsivoglia
giustificazione» che è stata giustamente
sanzionata dall’Ufficio elettorale con la
nullità.
Seminario
sui disturbi
d’ansia
ORGANIZZATO DA S.A.M.
PSICOLOGHE IN RETE,
L’EVENTO SI TERRÀ
IL 6 APRILE A NAPOLI
CAFÈ CHANTANT, AL SANNAZARO
TRIONFA LA BELLE ÉPOQUE
Tra le certezze del carnet culturale e teatrale di Napoli c’è
sicuramente il Cafè Chantant del Teatro Sannazaro, la cui
platea, con felice frequenza, si trasforma in una vera sala
da caffè concerto belle époque. In ogni spettacolo si
rinnova, grazie alla verve e al talento di Lara Sansone, quel
senso infinito di napoletanità attraverso la riproposizione
dei grandi capolavori della canzone partenopea, con
qualche excursus nella prosa dei celebri autori napoletani
e alcune convincenti rivisitazioni di brani della musica
internazionale. E capitano, tra canzoni, sciantose, balli e
degustazioni, serate che offrono anche degli spassosi fuori
programma. In uno degli ultimi appuntamenti del Cafè
Chantant, ad esempio, la Sansone ha coinvolto tra il
pubblico in sala l’imprenditore Nuccio Apolito (vedi foto)
che, colto di sorpresa, ha improvvisato sul palco uno
sketch, conquistando la platea con la consueta simpatia.
Il 6 aprile 2013, dalle
ore 9 alle 13, presso
l’auditorium dell’Ordine
dei Medici Chirurghi e
Odontoiatri della Provincia di Napoli, (Via Riviera
di Chiaia 9/C a Napoli, si
terrà il seminario «Disturbi d'ansia: un approccio integrato. Quando la medicina e la psicologia collaborano».
L’incontro, certamente di
grande attualità, prevede
un seminario di approfondimento sul tema dei
disturbi d'ansia visti
attraverso un modello di
intervento integrato tra
medicina e psicologia
per la diagnosi e il tratta-
mento in alternativa
all’uso esclusivo di farmaci. L’evento formativo
è stato ideato ed organizzato da S.A.M. Psicologhe
in Rete, un gruppo di
lavoro che ha l'obiettivo
di creare sul territorio
campano una rete di
collaborazione tra gli
operatori della salute.
Ecco i punti salienti del
programma:
- l’importanza della
collaborazione tra medico e psicologo: due professionalità che lavorano
insieme per migliorare la
qualità della vita e prevenire la cronicizzazione;
- Diverse teorie psicolo-
giche sull'ansia;
- l’efficacia della collaborazione tra medici e
psicologi nella gestione
dei disturbi d'ansia;
- i metodi di intervento
psicologico;
- i metodi di intervento
farmacologico per l'ansia;
- come collaborare.
Il seminario è rivolto a
medici di ogni specializzazione; la partecipazione è a titolo gratuito ma
necessita di iscrizione
scrivendo a
psicologheinrete@gmail.
com o telefonando
al 3476293654.
MASSIMILIANO TURCO
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(37)
MOVIDA&RELAX
NIGHT STORM
Fabio Tempesta
MARSHALL,
ALLA CONSOLE
BELLEDONNE
Carlo Fischetti,
artisticamente
conosciuto come Alex
Belledonne, è nato a
Napoli il 3 settembre
1985 sotto il segno
della vergine. Il suo
approccio al mondo
della musica risale
all’età di 7 anni,
quando i suoi genitori
gli regalano la prima
tastiera elettronica,
con la quale già
riusciva a riprodurre
ad orecchio le hit
dell’epoca. Crescendo,
in compagnia di un
suo amico d’infanzia,
inizia a maneggiare le
vecchie musicassette e
i dischi in vinile,
organizzando party
privati nelle case e nei
garage degli amici. Le
influenze musicali che
determinano il suo
stile sono tante: si
parte dalla musica
classica, passando per
la disco ’70 e ‘80, la
dance ‘90 arrivando
fino ad oggi alle più
complesse produzioni
house/ deep/ techno/
nu-disco/elettroniche.
All’età di 20 anni inizia
ad esibirsi realmente
in piccoli e grandi club
quali il Disco
Metropolis, il Mood, il
Virgilio, la Cachaça, il
Matì, il Tag, il
Sunhama, il Rise, e
molti altri. Nel
frattempo fa molta
pratica sulle DAW
(Digital Audio
Workstation) ed inizia
anche un cammino
come producer/
remixer. La sua pagina
Soundcloud sta
riscuotendo un
discreto successo
grazie al suo ultimo
remix in chiave Nu
Disco del celebre
brano firmato da
Calvin Harris feat. NeYo, “Let’s Go”. Inoltre
ha partecipato ad un
contest di livello
internazionale
remixando il brano
della popstar Beyoncé,
“End of time”.
Ad oggi è il dj del
gruppo del Marshal
Clubbing, noto baretto
della zona di Chiaia.
Eclettico, versatile,
geniale e fantasioso,
riscuote sempre
ottime critiche da
parte del pubblico per
i suoi set variopinti,
che spaziano tra
generi diversi tra loro
fusi ad arte in
un’unica e piacevole
linea sonora.
Bella gente
Malatja, hard rock
a cuore aperto
Sebbene sia registrato con tutti i crismi del
caso, Stracciacore, nuovo album dei Malatja,
suona verace e passionale come se si
trattasse di un prodotto artistico “fatto in
casa”, laddove con tale definizione si
garantisce la purezza e la genuinità dei
contenuti e degli interpreti.
Per utilizzare un paragone prettamente
gastronomico, “sa” più di “pane cafone” che
non di fette di pan carrè ugualmente
costituite ed imbustate in larga scala.
La band salernitana, sulle scene da ben
diciannove anni con Paolo Sessa (voce e
chitarra) e Camillo Mascolo (batteria), cui si è
aggiunta da un anno Daniela De Martino
(basso) ha realizzato un disco (su etichetta
Diavoletto netlabel e distribuito da Good
Fellas) in cui «decadenza culturale e perdita
dei veri e genuini valori della società sono il
comune denominatore».
L’album di chi, a distanza di quattro anni dal
precedente lavoro, “48”, ha ancora i piedi
ben piantati nella realtà, in quella vita dura
ma sicuramente tutt’altro che artificiale (e
artificiosa).
Un lavoro in cui hard rock e punk si
mescolano alla perfezione creando un sound
(38)
SIMONE
L’ANGELO
Simone D'Angelo, meglio
conosciuto come "Simone
l'Angelo", vive la fotografia
come ricerca personale: la
sua arte è ritrarre le
emozioni delle persone,
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
ROBERTO BASILE
di Tommy Totaro
LELLO
PADIGLIONE
In questo periodo alla
domanda, “Qual è il party
anticrisi?”, in molti vi
risponderanno “Padiglione
Party su casa galleggiante il
4 maggio prossimo”. L’idea
dell’evento su facebook ha
già 258 partecipanti con
l’esibizione (immaginaria)
di: Dario Guida e Erick
Morillo (sulla plancia),
Imma Allozzi e David Bowie
(al karaoke), nientepopò
dimenoche Gianfranco
Vissani al buffet di prua.
ruvido con testi intelligenti e ironici (“Rock’&
Roll star ‘a casa ‘e mammà” su tutti), come
nella migliore tradizione della band
salernitana.
Un progetto maturo, insomma, e non
potrebbe essere altrimenti scorrendo l’elenco
di quelli che ne hanno preso parte: da Fabio
Musta (noto anche per le collaborazioni con
Clementino e Svez) nel cui studio (il Different
Lab) “Stracciacore” è stato registrato, a
Giuseppe Fontanella (24 Grana) che nel suo
Key Lab lo ha missato e masterizzato,
passando per i Low-Fi e Daniele Mazzotta,
presente con alcune “intrusioni” al
pianoforte e ai sintetizzatori.
Dopo il primo singolo (“Nun Sia Maje Dio”),
dato alla luce oltre un anno e mezzo fa, i
Malatja hanno inoltre presentato, quasi in
concomitanza con l’uscita dell’album, il
videoclip di “‘O Sens Do’ Pudore”, realizzato
dalla Hobos Factory.
I Malatja, in sintesi, possono essere
considerati come una delle più fervide
testimonianze dell’ottimo stato di salute
della scena musicale indipendente
salernitana: difficile restarne indifferenti.
elaborando ritratti
fotografici che ri-creano
una realtà temporale
astratta. Provocatorio e
non convenzionale ama
esplorare, con la sua reflex,
l'intreccio di forme, luci e
ombre, con una forte
preoccupazione estetica,
ispirandosi in modo
particolare alla vita
notturna e alla moda.
MARCELLA
TRAPANI
Capita raramente che una
grafica, racconti il proprio
lavoro con le creazioni,
oltre che con le intuizioni.
Ma Marcella Trapani non è
una grafica qualunque.
Non ha mai perso la
curiosità verso le cose: per
questo riesce, anche
partendo dal consueto, a
trasformare i suoi disegni
in innovative elaborazioni
grafiche.
SALVATORE
D’ANNA
È l’ideatore del progetto
Meet the Mixologist che
punta ad ampliare la
cultura del bere bene e
responsabilmente.
Trasmette la passione
verso il mondo del
beverage servendo
cocktails classici, originali,
intriganti e di tendenza; e
utilizzando diverse
tecniche di miscelazione.
EXIT
Diamo i numeri
Elezioni
In questo numero hanno scritto
Roberto
Basile
Aurora
Cacopardo
Alfredo
Alph
Capuano
Adelaide
Caravaglios
Maurizio
Crivello
Aldo
De
Francesco
Nino
De Nicola
Mimmo
Della Corte
Rossella
Galletti
Viviana
Genovese
Livia
Iannotta
Francesco
Iodice
Massimo
Lo Iacono
Alessandro
Mantico
Carmine
Mastantuoni
Espedito
Pistone
Luciana
Ranieri
Renato
Rocco
Rosario
Scavetta
Pippo
Schiano
Armando Yari
Siporso
Fabrizio
Tavassi
Fabio
Tempesta
Tommy
Totaro
169
le liste ammesse
dal Ministero
dell’Interno per le
elezioni politiche
di febbraio.
Erano stati
presentati 219
contrassegni,
di cui 34 ricusati
Lungomare
55
la percentuale
di cittadini
napoletani
che, secondo
un sondaggio di
Repubblica.it, è
favorevole alla
pedonalizzazione
di via Caracciolo
Carabinieri
10
gli esponenti
dell’estrema
destra partenopea
arrestati dai
carabinieri del
Ros. Sono accusati
di banda armata
e attentati
incendiari.
A CHIAIA MAGAZINE
• ABBONATI
È in corso la campagna abbonamenti di Chiaia Magazine. Chi decide di abbonarsi, non
solo riceverà direttamente a casa il giornale, ma entra nel Club di Chiaia Magazine in
cui ha diritto allo sconto del 30% sui libri di Iuppiter Edizioni e su altre opere dedicate
alla storia e alle tradizioni napoletane. Due le tipologie di abbonamento: ordinario (20
euro all’anno) e sostenitore (50 euro all’anno). Per saperne di più basta telefonare al
numero 081.19361500, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11.00 alle 18.00.
Vincite
PUOI TROVARCI
• DOVE
In oltre 500 punti selezionati: negozi, teatri, cinema, bar, discoteche, banche, bouti-
129
Disoccupazione
44,4
la percentuale di
disoccupazione
giovanile
secondo i dati
diffusi dalla
Caritas. Maglia
nera per la
Campania, ultima
in Italia
la BACHECA
mila euro vinti
a Tufino, in
provincia di
Napoli,
al Lotto con una
giocata da 3 euro.
È la vincita più
alta d’Italia in
questo concorso.
que, studi professionali, gallerie d’arte, ristoranti, circoli sportivi e in tutti gli eventi culturali e mondani. Distribuzione capillare palazzo per palazzo; gazebo nei punti strategici della città per la presentazione del numero e delle iniziative del mensile.
SOS CITY: ISTRUZIONI PER L’USO
• Ringraziamo
i nostri lettori per le segnalazioni (da inviare a [email protected] o all’indirizzo della redazione, via Dei Mille, 59 - 80121 NA) sulle emergenze e problemi della città. Una raccomandazione: lettere brevi (max 1000 battute).
ON LINE
• CONSULTACI
Chiaia Magazine è gratuitamente scaricabile in formato pdf sul sito www.chiaiamagazine.it.
DIVENTA NOSTRO FAN
• FACEBOOK/TWITTER:
Il mensile Chiaia Magazine ora è anche su Facebook e Twitter. Puoi diventare nostro
fan cliccando “mi piace” sulla pagina ufficiale oppure iscriverti al gruppo Chiaia Magazine su Facebook e segnalarci eventi e curiosità. Diventa follower dell’account Chiaia Magazine su Twitter e cinguetta con noi.
DEL MESE
• INSERZIONISTI
Chiaia Magazine vive solo grazie alle inserzioni pubblicitarie. Non è il foglio di nessun partito o movimento, ma una libera tribuna che resta aperta grazie alla passione estrema e
alla tenacia di un gruppo di giornalisti. Questo numero è stato possibile grazie a: I Pini
Centro Commerciale, Gruppo Europeo Immobiliare, Napoletana Parcheggi, Io Promoter,
App Medical.
CHIAIA MAGAZINE • GENNAIO/FEBBRAIO 2013
(39)
SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI
Sette anni di storie, inchieste,
verità e cultura, nel segno della
indipendenza, senza aver mai
ricevuto un solo centesimo di
finanziamento pubblico.
Chiaia Magazine anche nel 2013
continuerà ad essere una libera
tribuna che resta aperta grazie
alla passione estrema e alla
tenacia di un gruppo di giornalisti.
CHIAIA MAGAZINE
per vederci chiaro
www.chiaiamagazine.it
SEGUICI SU