IL PROGETTO DI COLOR DESIGN DI ENAIP VENETO

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IL PROGETTO DI COLOR DESIGN DI ENAIP VENETO
IL PROGETTO DI COLOR DESIGN DI ENAIP VENETO : MIGLIORARE LA VITA CON IL COLORE
Come e perché utilizzeremo il colore nei nostri centri di formazione a partire dalla nuova sede di Conegliano
Veneto dedicata ad “Amalia Moretti Foggia”.
Nell’ambito delle proprie attività di comunicazione, vicine al compito specifico di attività di
formazione nei vari ambiti lavorativi, nonché culturali, ENAIP Veneto ha scelto con entusiasmo di
pensare ad un Futuro Cromatico dei propri spazi di attività, partendo da un approccio che sta nel
migliorare la vita interna della propria attività formativa con il colore.
Le superfici dipinte, grandi o piccole che siano, non sono solo un’esperienza fisica o visiva, ci
coinvolgono anche dal punto di vista emozionale.
L’edificio – sede di Conegliano - adattato a attività didattica e formativa, è costituito da tre livelli. Il
piano terra è adibita a scuola di cucina e sala. I piani superiori sono adibiti all’attività didattica
tradizionale svolta sia in aula, oltre ai laboratori diversificati dalle diverse competenze (informatica,
acconciatura, accoglienza tutistica, ecc).
La componente del colore, pensato e progettato, diventa allora elemento fondamentale.
Un ambiente educativo e formativo come quello dell’ENAIP Veneto, ha bisogno di un grado di
comfort che passa attraverso la percezione psicologico-sensoriale che solo un luogo gradevole e
personalizzato con i colori più adatti può dare. Un ambiente emotivamente e psicologicamente
stimolante contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza da parte degli studenti verso i luoghi
della scuola, che diventano parte integrante della loro identità riducendo anche la frequenza di atti
vandalici. Nel centro di formazione di Conegliano, il colore diventa una sorta di guida ed
individuazione spaziale, oltre che dai significati psico-percettivi attribuiti ad essi, così i colori
determinano la complessità visiva dello spazio. Il colore verde del logo ENAIP e il suo complementare
arancione, -già utilizzati nell’attività di comunicazione divulgativa- vengono proposti in gran parte
negli spazi di passaggio. Il colore azzurro che da senso di tranquillità è il colore delle soglie e
identifica l’ingresso alle attività didattiche. Il colore arancione individua le soglie ai servizi. Il giallo
–leggermente desaturato- posto sulla parete posteriore alla cattedra, aiuta e favorisce la
concentrazione.
Le varie tonalità di arancione all’interno dei bagni, servono a spegnere gli odori.
Il colore così pensato dà cadenza allo spazio – come ad esempio le zone di passaggio,
accompagnando il percorso ritmato dalla successione dei colori. Tale scelta di colori estroversi e
saturi – in base all’età dei ragazzi- nonché tonali e complementari, come negli spazi di passaggio
rendono i luoghi allegri aiutando i ragazzi a scaricare i loro nervosismi e le loro tensioni.
Le pareti dei corridoi, che si fronteggiano in colori opposti oltre a sembrare più grandi ne aiutano
rendendo più facile l’orientamento.
Per semplificare gli spazi esistenti, come le zone di passaggio, la linea dell’orizzonte è stata allineata
a riferimenti già esistenti come l’altezza delle porte, in modo da ridimensionare gli spazi all’altezza
dei fruitori.
L’approccio a tale intervento di color design, deriva da un modo di utilizzare il colore, della pittura
tonale della tradizione veneta, che per esempio si può osservare nel Tiepolo. Colori fra loro
dissonanti ma di pari tonalità che accostati generano un interessante effetto dinamico. I passaggi
graduali dei toni dei colori utilizzati, ricordano i pittori della scuola veneziana poiché tali pittori (es:
il Giorgione e il Tiziano) avevano notato che i colori caldi creano una sensazione di avvicinamento,
mentre quelli freddi l’effetto opposto, tale effetto dava perciò il senso della distanza.
Profetica e sempre valida è l’intuizione di Goethe: “i colori agiscono sull’anima suscitando
sensazioni, risvegliando emozioni e pensieri che ci distendono o ci agitano, che provocano gioia, o
tristezza”.
Arch. Prof. Giancarlo Sottoriva