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KOMITÉEN PRO VENEZIA DANIMARCA
Membro del Associazione dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia.
2. Maggio 2014. Sig.ra Manager Deborah Rossetto Artigianato del vetro di Raffaella Lamberti Fond.ta Manin 69/b -­‐ 70 It 30141 Murano Venezia Italia. Dopo il mio ritorno in Danimarca desidero ringraziare lei e gli altri partecipanti per la fruttuosa discussione che abbiamo avuto durante la cena martedì 8 aprile. Ho ascoltato con interesse e grande rispetto le diverse opinioni contro il nostro progetto del Convento di San Michele in Isola. Capisco e rispetto il suo punto di vista secondo cui gli ospiti di notte nell’Isola di San Michele non sono desiderati visto che anche io fondamentalmente condivido il fatto che un cimitero è un luogo che richiede particolare rispetto. Tutte le attività devono essere regolate in un modo che si assicuri un comportamento che non violi la pace e la serenità dei defunti. La differenza fra le nostre opinioni è che io penso che si possa utilizzare il vecchio convento anche di notte purché tutte le considerazioni necessarie e naturali per un cimitero siano rispettate. Il motivo di questa lettera è proprio per chiarire, anche in forma scritta, che il Comitato Pro Venezia di Danimarca ha concepito l’utilizzo del convento in modo tale che tutte le considerazioni necessarie e naturali per il cimitero siano rispettate. In riferimento alla sua affermazione che in realtà si tratti di un albergo, desidero fermamente dissentire. Nel convento sono ammesse solo persone che dimostrano di avere un’interesse particolare e capacità artistiche o intellettuali per un soggiorno a Venezia in un ambiente tranquillo e sereno. Sono consapevole che secondo lei la comunità, tramite la quale i membri possono esprimere il loro interesse verso San Michele, in realtà sia una scorciatoia che permette a tutti di ottenere un soggiorno. Anche in questo caso mi permetto di dissentire in quanto tale eventualità non è mai stata intesa nel significato della comunità. Essa funziona come una comunità per chi supporta ed apprezza l’iniziativa di Casa Danese. In più funziona anche come punto di riferimento per gli ospiti che, di ritorno dalla permanenza, si riuniscono scambiando esperienze sul loro soggiorno. Casa Danese è un ”rifugio” che in danese significa un posto dove tranquilità e serenità non solo sono importanti, ma anche obbligatori. L’idea è un rifugio semplice, bello ed accogliente in cui artisti, scienziati, studenti ecc. possano sentirsi parte di una comunità non lontana da quella che precedentemente era ospitata nel convento offrendo la pace per la contemplazione. Allo stesso tempo la casa offre il beneficio di un’ interazione fruttuosa e l’ispirazione unica che un soggiorno a Venezia porta sempre con sè. Negli ultimi quattro anni è stato permesso l’utilizzo del convento in via sperimentale. L’esperimento ha dimostrato che la casa e tutti gli ospiti hanno soddisfatto le aspettative e nelle osservazioni che tutti gli ospiti devono presentare al termine del loro soggiorno abbiamo notato numerosissimi ”feedback” positivi che sottolineano l’eccezionale combinazione di pace ed interazione fruttuosa riscontrate nel convento. In aggiunta ed a rinforzo della mia convinzione, la prenotazione obbligatoria, il pagamento in anticipo, la durata del soggiorno non inferiore ad una settimana e l’ appartenenza alla comunità per più di un anno prima di ottenere un soggiorno mi aiutano ad assicurarla che siamo ben lontani dal concetto di albergo che lei sostiene. Negli anni passati è stato dimostrato che tutti i nostri ospiti hanno soddisfatto i requisiti necessari per poter risiedere nella casa ed a mia conoscenza non ci è stato riportato nessun tipo di reclamo, né tantomeno indicazioni che i nostri ospiti non avessero mostrato il giusto rispetto verso il cimitero e le sue regole. A questo proposito vorrei anche fare riferimento alle nostre regole abbastanza rigorose per chi utilizza la casa che corrispondono pienamente alle regole generali per la permenenza in un luogo cimiteriale includendo che non è permesso aggirarsi nel cimitero di notte. E’ importante in questo contesto ricordare che si parla di un ristretto gruppo di persone dato che c’è posto in totale per 14 persone. Lei ha anche sostenuto che ci siano state feste più o meno rumorose. Io non penso che ci siano gli estremi per provare questa accusa. Dopo il mio ritorno in Danimarca ho controllato la lista dei nostri ospiti e sulla base della mia 2 conoscenza non posso immaginare che ci siano state feste in alcun momento. In particolare mi risulta che lei abbia informato il Dott. Arch. Bruun di una festa di Halloween. Escludo fermamente anche questa possibilità dato che il convento chiude ogni anno a partire dalla terza settimana di ottobre escludendo chiaramente il periodo di Halloween ad inzio novembre. Personalemente mi reco con mia moglie nel convento ogni anno nella terza settimana di ottobre per chiudere la casa per l’inverno. Posso rassicurarla pertanto che non ci sono state feste e la presunta celebrazione di Halloween la quale si poteva sentire da Murano, non è stata certamente la responsabilità dei nostri ospiti. Come già menzionato prima ho un grande rispetto per il suo punto di vista che non desidera ospiti di notte nell’Isola di San Michele ma è difficile per me accettare le accuse false ed infondate contro di noi. E´ la mia speranza che il dialogo continuo possa essere fondato sul rispetto reciproco dei nostri rispettivi punti di vista. E’ sempre stato, ed è ancora, il desiderio del Comitato Pro Venezia di Danimarca di realizzare un progetto che tenga pienamente conto della posizione particolare del posto e che rappresenti allo stesso tempo una possibilità per i tanti veneziani che vengono ogni giorno nell’isola di vivere un esperienza migliore vedendo un meraviglioso edificio ristrutturato piuttosto che un rudere decadente che caraterizza il posto allo stato attuale. Colgo l’occasione per inviarle i miei distinti saluti Henrik Rée Iversen Ambasciatore Presidente Comitato Pro Venezia Di Danimarca 3