LEGGERE CON I BAMBINI: indicazioni per l`uso

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LEGGERE CON I BAMBINI: indicazioni per l`uso
Molte cose ritenute necessarie possono aspettare.
Il bambino non può.
può
In questo momento le sue ossa prendono forma
e la sua mente si sviluppa.
Non possiamo dirgli domani, il suo nome è oggi.
LEGGERE CON I BAMBINI: indicazioni per l’uso
(testo tratto dalla DISPENSA PER I VOLONTARI di NPL, di N. Benati, A. Cuccurullo e A. Sila con integrazioni per le
insegnanti di L. Acciaroli)
Leggere ad alta voce
La voce è il nostro strumento personale, parte integrante del corpo, da poter usare sempre. Rappresenta noi
stessi nel modo più profondo e ci mette in relazione con gli altri attraverso le parole. E’ la modalità
espressiva più diretta. La voce si genera dal fiato che mette in vibrazione le corde vocali e si modula, come
intensità, timbro e ampiezza, nella faringe e nella bocca.
La voce ha un potere straordinario perché parla direttamente all'inconscio. Se usata bene, può generare
fiducia, empatia e complicità. Leggere molte volte in gruppo ascoltando altre persone può sviluppare meglio
la capacità di leggere con voce vibrante.
La voce è caratterizzata da tono (burbero, severo, timido, allegro, deciso, autorevole, passionale), da
volume (basso, medio, alto), da ritmo (lento, veloce).
La voce può comunicare emozioni, anche forti e, se spaventano, il lettore ha il compito di spiegare,
rassicurare e consolare il bambino. Per questo è opportuno prestare ascolto alle risposte del bambino, sia
per cogliere eventuali sentimenti negativi che per soddisfare curiosità suscitate dalla lettura
Dove?
A scuola, come in casa, è opportuno predisporre un angolo particolarmente confortevole (un tappeto per
terra, cuscini o semplicemente una zona dedicata con una piccola raccolta di libri, delle sedie per stare
comodi ecc). Stare seduti in cerchio, tutti vicini e raccolti, ci aiuta a mantenere l’attenzione, a condividere le
esperienze emotive, a creare un rituale che identifichi e caratterizzi l’ esperienza della lettura.
Quando?
E’ importante leggere frequentemente ai bambini in età prescolare iniziando precocemente.
I bambini ai quali viene letto tre o più volte alla settimana in età prescolare hanno esiti migliori di quelli ai
quali viene letto meno di tre volte per settimana. Aidan Chambers, esperto internazionale di letteratura per
ragazzi, ha sottolineato “Ogni insegnante dovrebbe leggere qualcosa ai propri allievi tutti i giorni, ed ogni
volta qualcosa di diverso. Solo le parole ascoltate riescono ad essere comprese con facilità e a sedimentarsi
nella mente, poiché hanno un suono che viene registrato dal cervello e messo nel suo archivio”.
Che cosa?
Per quanto riguarda i libri è bene che siano validi e significativi, cioè interessanti come testi correlati ad
immagini affascinanti. I contenuti devono quindi saper “agganciare” il bambino in modo che senta il
desiderio di proseguire la storia. È bene scegliere storie che permettano al bambino di attivare un processo
di identificazione con il protagonista. In breve, storie che presentano situazioni adeguate alle esperienze dei
bambini che si hanno di fronte. Storie che affrontano i problemi della crescita possono aiutare il bambino a
conoscersi e a scoprire nuovi aspetti di sé e degli altri. È consigliabile evitare storie didascaliche, intrise di
insegnamenti mascherati, quelle costruite ad hoc, che facilmente il bambino percepisce come “artificiali”.
Mentre si legge è essenziale lasciare ai bambini l’opportunità di esprimere liberamente le impressioni, le
scoperte, i dubbi, le supposizioni senza suggerire, senza negare loro la possibilità di sperimentare la gioia di
scoprire da soli. La lettura da parte dell’adulto deve evidenziare il valore del libro, ma non dimentichiamoci
che l’adulto deve essere lui stesso coinvolto dalla storia. Solo così riesce a comunicare strategicamente il
desiderio di rilettura e quello della scoperta di altri libri, attraverso il contagio entusiastico e la
condivisione. L’adulto leggendo con i bambini svolge un ruolo di mediazione tra i bambini e il testo scritto,
tra i bambini e la cultura.
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20010/11
Come?
I bambini sono molto sensibili e pongono un’attenzione particolare all’espressione del volto, alla voce,
alla postura dell’adulto che legge.
Il come si legge è altrettanto importante di quanto frequentemente si legge ai bambini. Esistono modalità di
lettura che più si adattano alla lettura famigliare e altre che aiutano la lettura dei lettori rivolta a molti bambini
(bibliotecari, insegnanti ecc.)
Naturalmente chi legge ad un gruppo di bambini si trova in un contesto diverso, può non conoscere il gruppo
al quale si rivolge, ma deve, come il genitore, rappresentare per i bambini un esempio gioioso dell'amore per
la lettura, un modello, un animatore passionale, che in modo appassionato comunica una passione.
Il lettore deve saper trasformare la parola scritta in suoni, emozioni e immagini, compiere un'opera di
interpretazione del testo, facendo emergere dalla parola il suo valore sonoro e la sua capacità evocativa di
sensazioni (visive, tattili, olfattive, gustative, percettive) e di stati mentali (affetti, emozioni, ecc.); deve saper
usare la voce e il corpo, saper dialogare con i bambini, fermarsi per porre domande o ascoltare le loro
reazioni, senza però perdere il controllo della situazione.
All’inizio della lettura è importante saper creare una situazione favorevole all’ascolto (il “cerchio magico”, il
silenzio - “bocche chiuse, orecchie aperte”, il rito di entrare nel mondo magico del libro) e stipulare con i
bambini un patto riguardo alle illustrazioni (“immaginate con la fantasia le figure che poi guarderemo
assieme alla fine della storia”, oppure “ad ogni cambio pagina”, ecc.). Alcune insegnanti, con la
partecipazione dei bambini stessi, hanno definito formule per sottolineare la solennità del momento delle
storie. Ad esempio cantare insieme una canzone (anche arricchita da movimenti ecc.) le cui parole sono
collegate con l’attività di lettura; oppure recitare una formula magica; progettare un segnale da apporre sulla
parte esterna della porta dell’aula, in cui si chiede di “Non disturbare”.
Tutti questi accorgimenti contribuiscono a creare nei bambini una abitudine, a far nascere in loro il desiderio
di rivivere quel momento caldo di comunicazione autentica che nel tempo potrà diventare un porto sicuro
dove rifugiarsi nei momenti di smarrimento.
I bambini non hanno bisogno di stimoli particolari, nella loro natura è insita una curiosità che li spinge a
scoprire il mondo esterno, fin dai primi giorni di vita. Per mantenere vivo questo atteggiamento è necessario
creare un clima di accettazione e valorizzazione dei contributi dei bambini e predisporre le condizioni che
stimolino i bambini a ricavare da soli, nel loro “intimo”, i valori di cui le storie sono portatrici.
Il ritmo emotivo
Il ritmo emotivo viene espresso in base all’emozione che si prova in quel momento. L’emozione ti fa
cambiare la velocità di lettura. Se il lettore usa solo tecnica, la performance è fredda e meccanica. Il ritmo
emotivo ti fa partire dalla matrice fondamentale della storia. La voce dell’adulto che legge in modo
partecipato una storia crea una situazione magica in cui cuore e cervello sono collegati. Le storie impegnano
il bambino nella sua interezza: il pensiero logico, le risposte emotive, la capacità di osservare ecc.
Fare le pause
Le pause danno il tempo di lettura e introducono suspance e curiosità. Le pause dettate dalla punteggiatura
vanno sempre seguite ma ancor di più vanno ampliate per sottolineare un evento significativo e importante
nella storia.
Giocare con le voci
Dare ai personaggi una voce diversa diverte i bambini e li fa comprendere meglio la storia, soprattutto se
non vedono le immagini del libro. Per esempio: un personaggio cattivo dovrà avere una voce con tono
severo e basso e un ritmo piuttosto lento mentre un personaggio timido dovrà avere una voce sottile e alta
con un ritmo medio.
Mettere in risalto i suoni delle parole
Le parole che indicano i suoni e i rumori nella storia vanno lette con voci e toni appropriati per connotare
meglio l’atmosfera (crash, pluf, sbang, slurp).
Usare il corpo
Durante la lettura è importante usare la mimica, la gestualità e porgere lo sguardo ai bambini.
Ecco come viene descritto da una studentessa il grande poeta G. Perros che insegnava in una scuola superiore di
Rennes:
“…Tutte le sue letture erano dei regali….non ci chiedeva niente in cambio…e noi capivamo tutto quello che ci leggeva.
Noi lo sentivamo. Non c’era spiegazione del testo più luminosa del suono della sua voce quando anticipava le intenzioni
dell’autore, rivelava un sottinteso, svelava un’allusione…rendeva impossibile il fraintendimento.”
da D. Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli, 1993, pp. 72-73.
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Altri suggerimenti utili
- Prima di leggere ascoltare se stessi e l’ambiente; aspettare se le condizioni non sono favorevoli;
- allenare la voce e leggere molto, conoscere i testi, aiuta il lettore ad acquisire sicurezza;
- farsi ascoltare da altre persone;
- non leggere storie che non piacciono;
- non leggere storie che non piacciono all’ascoltatore;
- leggere storie adeguate alle capacità dell’ascoltatore;
- leggere in modo adeguato all’età dell’ascoltatore;
- leggere attentamente per permettere la formazione di immagini mentali nell’ascoltatore;
- leggere con chiarezza e partecipazione;
- non sentirsi inadeguati: ricordarsi che la lettura è innanzitutto un’esperienza affettiva, non occorre essere
attori professionisti, basta leggere con amore;
- mentre si legge si fornisce un modello di comportamento (quindi mostrare entusiasmo e partecipazione).
APPROFONDIMENTI
Caratteristiche della lettura ad alta voce
Coinvolge il lettore e l’ascoltatore. Il lettore legge il testo con partecipazione, ne veicola il senso e la bellezza
al bambino. Trasmette una forma letteraria con struttura e sintassi molto diversa dal parlato.
Nell’ascolto il bambino non è passivo, ma ha la possibilità di costruirsi le proprie immagini mentali, è artefice
di mondi nuovi, sperimenta la lingua e le sue potenzialità foniche, ritmiche.
Segnala il suo vissuto rispetto al testo, attraverso le espressioni facciali, la tensione corporea, gli interventi
verbali, le domande.
Apriamo una parentesi sul racconto che coinvolge il narratore e l’ascoltatore.
Si tratta di una comunicazione molto più diretta senza l’uso del libro, nella quale il narratore assume un
ruolo preponderante in quanto è impegnato ad offrire la sua versione della storia oggetto del racconto.
Il narratore è libero di interpretare: può accentuare la caratterizzazione dei personaggi a suo piacere e può
conformare il racconto all’uditorio.
Il linguaggio usato nel racconto è più vicino al parlato e meno preciso di quello dei testi di un buon
libro. Non sarà mai lo stesso perché ogni volta il narratore può modificarlo e quindi non è adatto al ruolo
del lettore volontario.
I bambini amano risentire la stessa storia nello stesso modo, anzi correggono gli adulti se cambiano il testo.
Tipologie di lettura
Lettura espressiva
Stimola la comunicazione, la relazione con l’altro, l’appropriazione del testo, l’assegnazione di valori ai
contenuti. Può essere
• descrittiva (fa nascere nell’ascoltatore l’immagine che si sta leggendo),
• d’azione (la voce si adegua ai movimenti, assecondando le immagini descrittive),
• d’atmosfera (la voce si adegua al clima).
Lettura animata
La lettura e il libro sono al centro di una serie di attività formative ludiformi. Si può partire dal libro per
organizzare giochi (ricerca di significati, frasi da completare, quale personaggio ha detto una certa frase,
raccontare la storia ripercorrendo le immagini, insalata di storie ecc.).
Lavorare sulla storia per smontarla e rimontarla: cambiare il finale, proseguire la storia (che cosa successe a
Cappuccetto Rosso quando tornò a casa e raccontò la sua avventura…).
Disegnare i personaggi per preparare dei burattini, drammatizzare la storia.
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Lettura dialogica
a) con i bambini molto piccoli (rapporto 1:1)
La lettura dialogica coinvolge il narratore e trasforma l’ascoltatore in partecipante alla lettura. Nasce con
l’albo illustrato che richiede al lettore e all’ascoltatore una vicinanza fisica per comunicare direttamente
attraverso il libro.
Invitare il bambino a notare particolari nascosti nelle immagini, sollecitandolo a collegare quanto sta
ascoltando a storie già note o alla sua esperienza. Permettere al bambino di girare le pagine del libro e di
soffermarsi quanto più gli piace su un'immagine o su singolo particolare. Non è sempre necessario leggere il
testo parola per parola. Può essere molto utile personalizzare le storie inserendo nella lettura riferimenti
famigliari al bambino: il suo stesso nome, il nome dei luoghi o delle persone che conosce, piccoli eventi che
invitano il bambino a “entrare” dentro la storia come protagonista o a modificarla. L’adulto sollecita
l’esplorazione con domande aperte, partecipate e calme. Dovrebbe sostenere il bambino nel processo di
definire, dare etichetta verbale a oggetti o eventi, stabilire relazioni causali, di appartenenza, di tempo e di
spazio.
Lo stimolo che cattura più facilmente l’attenzione del bambino è quello visivo. Il suo desiderio di interpretare
e dare significato aumenterà se l’adulto non anticiperà le risposte ma solleciterà i processi. Questo tipo di
lettura interattiva necessita di un rapporto 1:1.
b) con i bambini più grandi (dai 3 anni, in gruppo)
È opportuno che il lettore (l’insegnante, il bibliotecario, l’animatore ecc.) conosca molto bene il testo da
leggere. Il testo va analizzato per individuare i suoi contenuti essenziali, i rapporti di causa ed effetto, la
concatenazione fra gli eventi, le risposte emotive dei personaggi ecc. Dopo questa prima analisi è
importante rileggere il testo mettendosi dalla parte dei bambini, per individuare i punti che potrebbero
costituire per loro un ostacolo alla comprensione: parole da esplorare, esperienze di vita che è necessario
richiamare per riempire di senso il testo. Non dimentichiamo che il piacere di leggere non può nascere se
non c’è la comprensione: “è il nostro sforzo di afferrare il senso che si trasforma in piacere” (D. Pennac,
Come un romanzo, Feltrinelli). Per preparare la lettura dialogica è fondamentale individuare i punti chiave
dove fermare la lettura per stimolare i bambini ad immaginare “che cosa succederà dopo” sulla base delle
informazioni ricevute.
Prima di iniziare a leggere è importante contestualizzare la storia, richiamando il vissuto dei bambini, con
una premessa (es. “Vi è mai capitato di…”, oppure “Una volta un bambino mi ha raccontato…”, “Quando ero
bambina …”).
Poi si può partire dall’esplorazione del titolo della storia. Il titolo è un topic significativo che al lettore
esperto suggerisce già qualcosa sulla storia, ma i bambini che non hanno una sufficiente esperienza di
ascolto devono essere aiutati a scoprire il rapporto tra il titolo e il contenuto: ad es. si può chiedere “Che
cosa ci sarà nel libro? Di che cosa parlerà questa storia secondo voi?” per stimolare i bambini a fare delle
anticipazioni, ad attivare i loro schemi di interpretazione.
Mostrare poi la copertina e invitare i bambini ad esplorare l’immagine continuando a stimolare la
formulazione di anticipazioni sulla storia. È fondamentale in chi conduce un atteggiamento non valutativo:
ascoltare e accettare tutte le ipotesi, valorizzare i contributi dei bambini senza intervenire con spiegazioni e
suggerimenti che sottraggono loro il piacere di interrogarsi, di ricercare. Rimandare alla lettura del testo la
verifica delle ipotesi (“Allora continuiamo a leggere per scoprire chi di voi ha ragione”). Inoltre risulta
opportuno sollecitare i bambini a collegare quanto stanno ascoltando a storie già note o alla loro esperienza
per guidarli a fare le inferenze necessarie per la comprensione del testo.
Se il testo contiene parole 'difficili' NON sostituirle con parole più semplici: leggere il termine e
parafrasarlo o utilizzarlo insieme al suo sinonimo, ma non eliminare la parola nuova. Uno degli scopi della
lettura con i bambini è proprio quello di arricchire il bagaglio di parole conosciute: l’ascolto di una storia
proprio perché coinvolge il bambino nella sua interezza è un’occasione privilegiata per l’apprendimento.
Impostare la lettura di una storia come un’esperienza di problem solving (come un viaggio collettivo
avventuroso in un pianeta da scoprire) può aiutare i bambini a costruire quel bagaglio di strategie
necessarie per comprendere il testo scritto, ancor prima di iniziare l’apprendimento del codice alfabetico.
Vale la pena di sottolineare che, in vista dell’apprendimento della lettura e della scrittura, la
capacità di gestire le strategie utili per la comprensione dei testi costituisce un prerequisito
essenziale, quanto le competenze fonologiche (segmentazione fonetica, identificazione dei
fonemi, corrispondenza tra fonemi e grafemi ecc.) e la padronanza del segno grafico.
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