de`longhi consolida braun e vede il fatturato 2013 a

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de`longhi consolida braun e vede il fatturato 2013 a
DE’LONGHI CONSOLIDA BRAUN E VEDE IL FATTURATO
2013 A QUOTA 1,7 MILIARDI
“Mantenere il focus su caffè espresso, cappuccino e
preparazione
dei
cibi;
salvaguardare
posizionamento
nella
fascia
alta
del
il
mercato;
rilanciare il marchio Braun; sviluppare nuovi mercati
quali Est Europa, Asia e Nord America; consolidare le
eccellenze delle piattaforme industriali; dotarsi di un’organizzazione che sappia gestire le sempre più
frequenti crisi dei mercati”.
Sono queste, puntualizza Fabio de’ Longhi, amministratore delegato dell’omonimo gruppo, “le priorità
strategiche a cui stiamo lavorando per contrastare l’avversa congiuntura e salvaguardare quella redditività a
cui è abbinata una generazione di cassa che ci permetterà di quasi azzerare l’indebitamento entro il 2013”. Il
tutto in presenza di un mercato che lascia intravvedere anche per il medio termine trend positivi.
Fabio de’ Longhi illustra le strategie del gruppo De' Longhi
Più in particolare, ricorda il Ceo di De’ Longhi, “il consumo di caffè a livello globale è caratterizzato da un
trend di lungo termine che determina il graduale sviluppo dei consumi di qualità più elevata. Si assiste infatti
a uno spostamento dal caffè nero lungo di tipo americano o
tedesco verso caffè più corposi-cremosi e in alcuni paesi
verso il caffè espresso. Inoltre – prosegue il capo azienda - in
quasi tutti i paesi ha assunto importanza fondamentale il
consumo di cappuccino, latte macchiato e caffelatte”.
Scenario particolarmente favorevole in quanto noi, precisa il
capo azienda, “grazie anche ai brevetti messi a punto in
questi anni – tra cui il sistema IFD di cappucinatura
automatica - siamo diventati leader nelle macchine per il
caffè espresso ad uso domestico. Un vantaggio competitivo
che
vogliamo
nell’innovazione
consolidare
e
nella
continuando
ricerca
di
a
investire
nuove
soluzioni
tecnologiche anche nell’area della preparazione dei cibi; un
segmento in crescita già da diversi anni, ma che nell’ultimo biennio ha registrato un’accelerazione merito la
crescente attenzione alla salute, al mangiare sano e al mangiare bene”.
Ma c’è pure altro poiché, come sottolinea Fabio de’ Longhi, “l’accelerazione della crescita della domanda di
prodotti per la preparazione del cibo è connessa anche ad altri fattori. La crisi dei consumi e la riduzione del
reddito disponibile hanno infatti contribuito ad aumentare la propensione a consumare i pasti in casa e ciò ha
sollecitato pure l’attenzione dei media, anche televisivi, aumentando ulteriormente la visibilità dei prodotti per
la preparazione del cibo”. Ed è anche per questo che “ci aspettiamo la prosecuzione della crescita della
domanda, anche se sarà necessario accompagnare questo trend secolare con la tradizionale capacità
innovativa e l’accelerazione nell’espansione sui mercati emergenti per sostenere uno sviluppo di lungo
termine”.
E noi lavoreremo anche per “salvaguardare il posizionamento nell’alto di gamma, segmento in cui si colloca
più della metà del nostro fatturato, grazie a una precisa strategia che vede come corollari gli investimenti in
innovazione e design finalizzati a creare un portafoglio marchi sempre più forte e di alta qualità”. Scelta
vincente poiché, aggiunge de’ Longhi, “la crisi ha premiato le aziende posizionate nella fascia alta del
mercato, caratterizzata da prodotti aspirazionali e di forte desiderabilità, che hanno risentito meno della
recessione. Ed è anche per tutto ciò che noi continueremo a investire per rafforzare la posizione di high-end
player, puntando su prodotti ben identificati e all’avanguardia”.
Uffici direzionali di Treviso
C’è poi il rilancio di Braun nelle categorie della cucina, della pulizia e dello stiro, “marchio consolidato dal
gennaio 2013 e storicamente legato a design e innovazione, due principi comuni alla nostra cultura
aziendale. Dovrebbe quindi essere per noi più facile rilanciare il marchio lavorando sul rinnovamento e
ampliamento della gamma di prodotti e su un rafforzamento della distribuzione, estendendo la presenza
commerciale del marchio anche ad aree attualmente non coperte”.
Obiettivi facilitati dalle caratteristiche di Braun che, come ricordano alla De’ Longhi, “è un marchio con
elevate potenzialità anche sui nuovi mercati poiché gode di una brand-awareness elevatissima in molte aree
del globo. Ed è anche per questo che noi - completa il Ceo sull’argomento - potremo rafforzare ed
espandere la presenza sui mercati promettenti dell’Est Europa, Asia-Oceania, Medio Oriente e Nord
America, ove nel futuro si concretizzeranno le più elevate prospettive di crescita".
Obiettivi facilitati “dall’eccellenza conseguita nelle piattaforme industriali poiché per noi l’ottimizzazione degli
impianti riveste una valenza strategica tanto che nel corso degli ultimi 18 mesi abbiamo totalmente rinnovato
uno degli impianti di proprietà in Cina e acquisito un nuovo stabilimento in Romania”. Due operazioni grazie
le quali “è stato possibile incrementare la capacità, differenziando al tempo stesso la produzione:
l’investimento in Cina permetterà di migliorare l’efficienza e contrastare le dinamiche inflattive tramite un
maggiore controllo diretto sulla produzione”. L’avvio della produzione in Romania è invece collegato “alla
maggiore efficienza sui costi abbinata a una riduzione del lead time per i vicini mercati dell’Europa centrale e
orientale. Il nuovo impianto di Cluj sosterrà pertanto la crescita del Gruppo, permettendo anche una minore
esposizione al dollaro, valuta in cui è espressa gran parte dei costi sostenuti in Cina”.
Kitchen machine Kenwood Cooking Chef
Una serie di interventi grazie ai quali “dovrebbe essere più agevole gestire la crisi e quindi mantenere una
redditività elevata pur in presenza di uno scenario in cui si riscontra una progressiva accelerazione dei cicli e
della frequenza con cui si manifestano situazioni di rallentamento dei consumi”. Scenario a fronte del quale
“è fondamentale investire sul prodotto, posizionare correttamente i marchi e crescere sui mercati emergenti
oltreché mantenere una struttura aziendale quanto più lean possibile per permettere adeguata redditività ed
efficace controllo dei costi in qualsiasi contesto di mercato”.
Iniziative i cui effetti emergeranno appieno nel prossimo futuro ma già presenti nei conti in esame. Il 2012 è
stato infatti un anno di crescita importante sia in termini di fatturato (+7,0%) sia di profittabilità (Ebitda
+10,4%) e tali risultati – ricordano a Treviso - sono stati possibili grazie all’ottima performance delle
macchine da caffè e degli elettrodomestici per la cucina, le due aree di punta del gruppo e quelle a più alta
marginalità.
Il tutto, però, all’interno di un percorso di crescita dei
ricavi che ha subito un rallentamento: più 10,4% nel
primo trimestre e più 4,9% nel quarto trimestre del 2012,
mentre nel primo trimestre 2013 i ricavi sono aumentati
solo dello 0,9% grazie al consolidamento di Braun
Household ma flettono del 7,1% a perimetro costante.
Tale flessione dovrebbe comunque essere recuperata
poiché le aspettative per l’intero 2013 a parità di
perimetro indicano una crescita low-single-digit grazie al
lancio di nuovi prodotti e ad alcune attività promozionali
oltreché per un meno penalizzante confronto con la
seconda metà dello scorso anno quando, dopo un
eccellente inizio anno ha fatto seguito un rallentamento
nella
seconda
parte
dell’esercizio.
I
ricavi
Braun
dovrebbero invece tendere a 170 milioni e il fatturato 2013 dovrebbe collocarsi al di sopra di 1,7 miliardi con
un progresso puntuale nell’ordine del 12 per cento. Positiva anche l’evoluzione dell’Ebitda, che dovrebbe
passare dai 224,6 milioni del 2012 ai circa 250 milioni attesi nell’esercizi in corso anche se i margini
dovrebbero confermarsi sostanzialmente stabili a circa il 14,5% lungo un percorso che dovrebbe poi portarli
al di sopra del 15% quando anche Braun sarà a regime. La neo acquisita dovrebbe infatti conseguire un
sostanziale raddoppio ad oltre 300 milioni dei ricavi entro il prossimo quinquennio quando i margini
dovrebbero collocarsi in linea con il gruppo e quindi varcare la soglia del 15 per cento.
Notizie positive anche sul versante strutturale poiché il free cash flow 2013 dovrebbe tendere ai 90 milioni
dopo aver assorbito circa 55 milioni di investimenti, di cui circa 40 di mantenimento, e aver distribuito ai soci
43,3 milioni di dividendi. Risorse grazie le quali si può ipotizzare di centrare l’obiettivo di azzerare entro fine
anno i 92,9 milioni di debiti di fine 2012, che includono anche il potenziale pagamento, stimato in 64 milioni,
che potrebbe essere dovuto a Procter & Gamble entro il 2017 in relazione alle performance di vendita di
Braun nel primo quinquennio dalla data di acquisizione della licenza.
E i progressi nella redditività e nella generazione di cassa potrebbero caratterizzare anche il 2014,
nonostante il permanere delle difficoltà in Europa, che saranno più che bilanciate dalla crescita sui nuovi
mercati oltreché dallo sviluppo di Braun, i cui risultati nel medio termine potrebbero anche andare oltre le
prudenti attese del management.
Uffici direzionali di Treviso
Flagship store di Milano, Via Borgogna
Flagship store di Milano, Via...
Giuseppe De Longhi, Presidente del...
Fabio De' Longhi Amministratore...
Stato patrimoniale e grado di...
Conto economico e indici per azione...
Dati storici gruppo De' Longhi
Analisti - Le attese sui fondamentali spingono la maggioranza a consigliare l’acquisto
Intermonte rilancia l’outperform con target price a 14 euro perché “siamo positivi in una logica di mediolungo termine poiché apprezziamo il trend di crescita nel caffè, che dovrebbe confermarsi anche nel futuro,
oltreché le prospettive di sviluppo nella gamma di prodotti a marchio Braun recentemente acquisito”.
Equita conferma il neutral su De’ Longhi in quanto “permangono preoccupazioni sulla tenuta dei ritmi di
crescita dei ricavi in quanto la difficile congiuntura difficilmente potrà lasciare indenni i prodotti della società
veneta, che pur se eccellenti potrebbero risentire del forte calo dei consumi registrato in molti Paesi europei
come rilevato nel primo trimestre 2013”. Questo anche se, conclude l’analista, “apprezziamo il
posizionamento dei prodotti nella fascia alta del mercato, quella più protetta e redditizia, accanto alla buona
generazione di cassa riveniente da una strategia vincente messa a punto da un management capace e
proattivo”.
Mediobanca ripropone l’outperform con prezzo obiettivo a 14,14 euro poiché “è una società ben gestita e
presenta trend di crescita interessanti merito anche il posizionamento nella fascia alta del mercato con un
mix vincente e superiore a quella dei principali competitor”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista,
“riteniamo che De Longhi possa ottenere risultati superiori alle attese anche nel rilancio del marchio Braun,
che nel medio termine potrà beneficiare anche della forza della rete distributiva del gruppo veneto”.
Kepler Cheuvreux conferma il buy con target price a 14 euro perché “ci aspettiamo la prosecuzione della
crescita dei ricavi nelle macchine per caffè e nei piccoli elettrodomestici da cucina, a cui si affiancherà
l’apporto dei prodotti a marchio Braun, che sono consolidati dal gennaio 2013 e potranno beneficiare della
forza della rete distributiva internazionale del gruppo veneto”. Siamo positivi anche perché, aggiunge
l’analista, “De’ Longhi conserva un’ottima redditività e generazione di cassa grazie anche alla capacità
difensiva permessa dall’ottimo posizionamento nell’alto di gamma”.
Merrill Lynch conferma il buy con target price a 14,3 euro perché “ha registrato ricavi stabili e un
miglioramento nei margini nonostante il generale rallentamento dei consumi. Un calo che De’ Longhi ha
saputo fronteggiare grazie al posizionamento del mix prodotti nell’alto di gamma, quello più redditizio e
resistente, oltreché alla moderna piattaforma di produzione, mentre per il futuro ci attendiamo un valido
apporto dal marchio Braun, consolidato dal primo gennaio 2013”.
Borsa - Il titolo è vicino al massimo ma la volatilità resta elevata
De' Longhi archivia giugno con una sostanziale stabilità dei prezzi (-1,63%) ricollocandosi venerdì 28 poco al
di sopra dei 12 euro in una seduta conclusa con un meno 0,58 per cento. Una stabilità che però nasconde
quel pendolo che ha caratterizzato il titolo della multinazionale veneta anche in questo non facile 2013. Le
quotazioni si sono infatti riportate in prossimità di quei 12,38 euro registrati il 12 giugno, quando è scattata
l’ennesima scivolata che ha riportato i prezzi vicini agli 11 euro prima dell’ennesimo recupero. Un andirivieni
che colloca la parte superiore della forchetta di questo 2013 vicino ai 13 euro mentre quella inferiore è posta
nell’intorno degli 11 euro e cioè con oscillazioni nell’ordine del 15 per cento.
Un movimento che viene da lontano e ripropone nella sostanza l’andamento del mercato dalla crisi dei mutui
sub-prime americani della tarda primavera del 2007 oltreché dal fallimento dell’americana Lheman nel
settembre del 2008; un punto di cesura poiché di fatto ha segnato il passaggio della crisi dalla finanza
all’economia reale. Un fenomeno esploso in Italia nell’ultimo trimestre del 2008 con il blocco degli ordini e il
crollo di ricavi e margini.
Ed ecco che De Longhi, in sintonia con il sistema, segna il minimo di questo lungo periodo di crisi vicino al 9
marzo del 2009, uno dei tanti giorni neri che si sono succeduti in questi ultimi cinque anni a quota 0,986. Da
allora il gruppo ha però inanellato un lento ma costante recupero, seppur contrastato, fino agli 8,415 euro del
30 giugno 2011; ventisette mesi nel corso dei quali De’ Longhi ha moltiplicato per oltre otto volte il proprio
valore borsistico prima di imboccare quella brusca rettifica che ha portato i prezzi a ai 5,646 euro dell’8
agosto. E l’agosto del 2011 è stato un mese veramente difficile per i mercati finanziari e per l’Italia in
particolare, che ha segnato il punto di minimo anche sul versante della credibilità del sistema e del merito di
credito del debito pubblico. Agosto 2011 è infatti passato alla storia ed ha segnato il punto di non ritorno
anche per il Governo Berlusconi, che poche settimane dopo lascerà per testimoniata incapacità ad affrontare
i problemi del Paese.
De’ Longhi, pur perdendo il 27% in una settimana, perde meno e recupera prima riportandosi al di sopra dei
10 euro il 10 marzo del 2010 prima di ridiscendere a 7,56 euro nel luglio del 2012 per poi risalire al massimo
di 13,3 euro del 12 marzo 2013; il massimo del periodo in esame. Un picco sostenuto dai fondamentali e
dalle valutazione degli analisti, che considerano De Longhi un gioiello ben gestito e con un’eccellente
strategia (vedere servizi in pagina).
Criticità - La recessione preoccupa e il calo dei consumi colpisce anche il caffè
De' Longhi è considerata dagli analisti “un gioiello gestito da un management che ha saputo reagire con proattività mettendo a punto una strategia vincente: forte attenzione alla produzione, rafforzamento della rete
distributiva e posizionamento nell’alto di gamma”. Scelte grazie le quali “ha conseguito un vantaggio
competitivo determinante per contrastare la congiuntura e conseguire un’eccellente redditività e generazione
di cassa” (vedere servizi in pagina). È quindi difficile individuare criticità connesse alla gestione o al
management, ma, nonostante ciò, c’è forte attenzione sulla congiuntura poiché lo scenario macro si
conferma pesante e potrebbe pure peggiorare con rischio di estensione della recessione ad altre aree del
Centro Nord Europa, mentrerallenta la corsa dei Paesi del BRIC. Scenario generato pure dalla sostanziale
insipienza di una classe dirigente che in Italia si colloca decisamente al di sotto delle richieste di una
situazione straordinaria che richiederebbe interventi straordinari, mentre il tono e la forma del confronto in
atto non esprime nessun guizzo che superi la barriera di una pozzanghera di fango. E forse è anche per
questo che le aziende più dinamiche si trovano nella necessità di ricercare al di fuori del Paese quelle
condizioni produttive indispensabili per restare competitivi in un mercato che non perdona. Dinamica che
però accentua il rischio di deindustrializzazione del paese.
Approfondimenti - Fabio De' Longhi racconta il consolidamento del marchio Braun
“Il primo settembre 2012 abbiamo finalizzato l’acquisizione della licenza perpetua del marchio Braun nei
segmenti della cucina e della cura della casa ‘Braun Household’ e questo costituisce un elemento chiave per
la crescita futura del gruppo De’Longhi” dichiara Fabio De’ Longhi, amministratore delegato dell’omonimo
gruppo.
Braun Household, specifica il capo azienda, “è un marchio tra i più noti a livello globale, come dimostrato da
analisi di mercato indipendenti (fonte: ricerca GFK) e per noi presenta notevoli opportunità di sviluppo.
L’attuale portafoglio prodotti di Braun Household è costituito per oltre l’80% dai prodotti per la cucina, di cui
gli handblenders (il famoso “Minipimer”) rappresentano la maggioranza, facendo di Braun il leader mondiale
in questo segmento. La rimanente quota di fatturato è realizzata prevalentemente nello stiro, categoria nella
quale Braun è percepito dai consumatori come uno dei marchi leader”.
La nostra strategia di rilancio del marchio Braun, racconta Fabio De’ Longhi, “si basa essenzialmente su due
pilastri: distribuzione e prodotti. Da un lato, la distribuzione dei prodotti Braun Household, che attualmente è
limitata principalmente a Russia, a parte dell’Europa occidentale e ad alcuni mercati del medio ed estremo
oriente, può ricevere un grande impulso grazie alla presenza diretta che vantiamo nei quattro continenti
tramite oltre 30 filiali commerciali. Esiste pertanto un forte razionale per il nostro gruppo a fare leva sulla
nostra rete distributiva, non solo per ampliare la presenza internazionale del brand Braun - in primis in quegli
importanti mercati ove oggi questo marchio non è distribuito, quali UK, Francia, Nord e Sud America, ma
anche per incrementare ulteriormente e consolidare le quote di mercato nelle aree “core” dell’Est Europa, del
Medio Oriente e dell’Oceania”.
Dall’altro lato, seguita l’amministratore delegato di De’ Longhi, "verranno messe a disposizione importanti
risorse sul fronte del rinnovamento prodotti. Inoltre è doveroso sottolineare che il marchio Braun è un
marchio tedesco, storicamente considerato simbolo di design all’avanguardia abbinato ad affidabilità del
prodotto e funzionalità. Questa tradizionale vocazione di Braun troverà quindi un supporto ideale nel nostro
gruppo, da sempre contraddistinto da una forte vocazione all’innovazione e alla qualità”.
“Il nostro target è quello di arrivare ad avere una gamma di prodotti Braun Household totalmente rinnovata
nel giro di 3 / 4 anni. Un traguardo a cui cominceremo a lavorare già da quest’anno quando introdurremo le
prime novità, con due nuovi modelli di handblenders. Per il 2014, invece, è previsto il lancio di una nuova
gamma di sistemi stiranti a marchio Braun, completamente ridisegnati, che combineranno il nostro know-how
sviluppato in questi anni con un marchio che rappresenta uno dei punti di riferimento nel comparto”.
Top
Approfondimenti - Fabio de' Longhi descrive l'assetto produttivo del gruppo e la sua evoluzione
“L’assetto produttivo del Gruppo De’Longhi fino all’inizio del 2012 includeva uno stabilimento in Italia, da cui
proviene circa il 30% del fatturato totale, situato a Mignagola (Treviso), tre stabilimenti in Cina (di cui uno in
joint-venture al 50%) e uno stabilimento di minori dimensioni in Russia. Complessivamente, circa il 65% del
fatturato viene originato dalle strutture produttive interne del gruppo” illustra Fabio De’ Longhi,
amministratore delegato dell’omonimo gruppo.
Nel corso del 2012, continua Fabio De’ Longhi, “al fine di sostenere la crescita organica dei prossimi anni e il
rilancio del marchio Braun, abbiamo acquistato da Nokia un impianto situato in Romania, nell’area
industriale di Cluj. Un investimento che comporterà una modificazione dell’assetto produttivo verso un
sistema più ‘regionale’.
L’acquisizione ha infatti una forte motivazione strategica, legata principalmente alla vicinanza ad alcuni
importanti mercati di sbocco europei e a una maggiore diversificazione produttiva rispetto all’attuale
presenza nel far east”.
Sul primo fronte, descrivono alla sede trevigiana, “la Romania ha una posizione geografica strategica che la
pone a un passo sia dai mercati dell’Europa Occidentale (che rappresentano ancora oltre il 50% del fatturato
di Gruppo) sia dai mercati dell’Europa dell’Est e della Russia, in forte ascesa. Rappresenta pertanto una
combinazione molto efficiente in termini di prossimità ai mercati finali, con conseguente riduzione del time-tomarket. Inoltre, l’attuale forte presenza produttiva in Cina, che determina una base di costi legata al dollaro
americano, fa sì che abbiamo una dipendenza dalla valuta statunitense ritenuta eccessiva nel lungo termine.
Tramite l’investimento in Romania vedremo pertanto anche ridursi il peso dell’esposizione complessiva al
dollaro con una conseguente minore fluttuazione del costo del prodotto”.
Approfondimenti - Fabio de' Longhi illustra la strategia di espansione nei mercati emergenti
“A fronte del generale rallentamento che ha caratterizzato la crescita dei mercati tradizionali e più maturi
negli ultimi trimestri, l’espansione nei mercati emergenti è un obiettivo ancor più sensibile. Nel corso degli
anni abbiamo registrato una costante crescita del peso del fatturato generato negli emerging markets sul
totale del business, fino a raggiungere il 34% nel 2012” annuncia Fabio De’ Longhi, amministratore delegato
dell’omonimo gruppo.
La nostra strategia nei mercati extra-europei ed emergenti, specificano al quartier generale di Treviso, “è
basata in primis sulla crescita per vie interne, piuttosto che sull’espansione per acquisizioni, grazie alla rete
distributiva costituita dalla proprie filiali commerciali, che rappresentano tipicamente il perno su cui viene
avviata la penetrazione dei nuovi mercati.
Questo tipo di approccio permette il pieno controllo delle dinamiche commerciali sui singoli mercati, tra cui
fondamentale è il posizionamento dei marchi nei segmenti più premium”.
“La nostra presenza nelle due categorie di prodotto che costituiscono i principali drivers della crescita, quali
le macchine per il caffè espresso e i prodotti per la preparazione dei cibi e la cottura, è legata all’esistenza
di trend secolari che contraddistinguono questi due segmenti. In relazione alle macchine per il caffè
espresso – approfondisce il capo azienda - le dinamiche principali interessano da un lato l’ampliamento
della base dei consumatori (la migrazione dal the al caffè) e dall’altro la diffusione di più alti standard
qualitativi nel consumo domestico di caffè”.
Il primo trend, seguita l’amministratore delegato, “contraddistingue quelle aree del mondo in cui i
consumatori sono tradizionalmente bevitori di the, quali ad esempio il Medio Oriente, la Russia, l’Asia. C’è
una crescente evidenza che le nuove generazioni, più influenzate dallo stile di vita occidentale, stiano
gradualmente sostituendo la bevanda tradizionale dei loro padri e nonni, il the, con il caffè. Il secondo trend
è tipico di mercati legati a un consumo di caffè tradizionale, come il caffè lungo americano; in questi mercati
si sta sperimentando una crescente migrazione dei consumatori da caffè di più bassa qualità verso caffè di
qualità più elevata, quali single-serve ed espresso.
Negli Stati Uniti, ad esempio, il mercato delle macchine da caffé single-serve ed espresso è in forte crescita,
a discapito delle più tradizionali drip coffee makers”.
Il segmento della cucina invece, puntualizzano alla sede, “beneficia di una crescente attenzione del
consumatore verso il coinvolgimento personale nella preparazione dei cibi e di una nuova sensibilità rispetto
alle tematiche della salute, testimoniate dalla proliferazione di show televisivi dedicati alla cucina e al mondo
gourmet. In questo senso, il marchio Kenwood presenta un potenziale molto interessante. Pur essendo
infatti il brand leader in Europa, ma con un posizionamento molto forte anche in Medio Oriente e Russia, a
partire da fine 2012 Kenwood è stato introdotto anche in Canada per essere poi lanciato a seguire negli Stati
Uniti e Brasile nella seconda metà di quest’anno, iniziando quindi un percorso di penetrazione commerciale
di questi promettenti mercati”.
08 luglio 2013 - 09:00:00