La ricerca educativa in Italia. Il caso delle indagini sugli insegnanti

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La ricerca educativa in Italia. Il caso delle indagini sugli insegnanti
La ricerca educativa in Italia. Il caso delle indagini
sugli insegnanti (1960-2010)
CRISTINA LISIMBERTI*
Keywords: educational research, teachers, communication, policy making.
Abstract: This paper presents a systematic review on educational research in Italy.
The analysis focuses on teacher and teaching research (1960-2010), one of the first
and most important topic in educational research.
179 sociological, psychological and educational studies have been identified and analyzed focusing on methodological features. For each one of this studies: year, distribution channel, method or instrument, sample, geographical context, main topics and
disciplinary area where considered.
The survey shows that the number of searches increased significantly from the Sixties (8) till the first decade of 2000 (54). About the disciplinary area searches are
distributed almost evenly between psychological (28,5%), sociological (30,7%) and
pedagogical (36,3%). Educational research increased in the last decade, however, sociological research has a greater recognition.
About the topic there is a substantial restatement of the issues addressed since the
Sixties. Many researches focus on teachers status or investigate changes induced by
the reforms and teacher training. However the goal is almost always to describe not to
address decision and policy making.
Educational research in Italy requires a new approach, especially considering new
topics and a stronger connection to the international scientific community, in order to
develop and stimulate communication and exchanges between research, practice and
policy making.
Premessa
Il contributo si pone l’obiettivo di recensire in maniera sistematica lo stato
della ricerca educativa in Italia esplorando, nello specifico, quella condotta su* Università
302
Cattolica del Sacro Cuore - [email protected].
The future of the pedagogical research and its evaluation
gli insegnanti nel tentativo di comprenderne dinamiche e tendenze. La scelta
dell’ambito di approfondimento origina dal riconoscimento che gli insegnanti
e la scuola sono fra i primi e più diffusi ambiti di interesse ed applicazione
della ricerca educativa in Italia e ne costituiscono dunque una possibile esemplificazione.
Lo stato della ricerca in Italia non risulta esplorato nel dettaglio; una ricognizione critica e ragionata pare nondimeno utile per costituire una prima base
informativa a supporto di ulteriori riflessioni sul tema nonché per orientare
azioni di valutazione complessive e sistemiche. La valutazione della ricerca,
questione prioritaria e al centro del dibattito attuale, risulta strategica sia in
prospettiva amministrativa, le cui ripercussioni hanno un effetto determinante
sul futuro della ricerca accademica, sia per avviare una riflessione circostanziata nella comunità scientifica anche con riferimento all’impatto della ricerca
sulla pratica e, in particolare, sul policy making.
La rassegna assume come punto di vista prioritario e privilegiato quello
della ricerca educativa, senza trascurare la prospettiva sociologica e psicologica. Tale scelta consente di porre in luce questioni più generali sullo stato della
ricerca in Italia nell’ambito delle scienze umane, questioni che assumono particolare pregnanza nell’ambito epistemologico della pedagogia. Le tendenze
che si osservano nelle scienze umane risultano infatti acuite con riferimento
alla pedagogia ove la ricerca empirica pare ancora stentare ad assumere rilevanza sia nella comunità scientifica sia a livello di opinione pubblica e, in
misura ancora più marcata, di decision e policy making.
La disamina condotta non ambisce essere esaustiva ma prende in considerazione quelle che sono risultate disponibili fra le indagini che hanno goduto
di una seppur limitata circolazione nel territorio nazionale. Nondimeno il numero di contributi considerati, 179, permette di formulare considerazioni e
riflessioni a partire da una base informativa abbastanza ampia che può essere
considerata, seppure in termini approssimativi, sufficientemente rappresentativa della ricerca sugli insegnanti in Italia.
Non è possibile valutare quante indagini siano state escluse dalla presente
rassegna; è ragionevole ipotizzare, in ogni caso, che siano state svolte in contesti ristretti, non pubblicate o che abbiano goduto di una circolazione molto
limitata e che, di fatto, non abbiano avuto la possibilità di entrare a far parte a
tutti gli effetti della letteratura scientifica. Altrettanto poco “visibili” risultano,
in tal senso, le indagini di cui si rende conto in termini sintetici in volumi di
impostazione teorica e generale.
In tal senso il ruolo delle riviste risulta particolarmente prezioso perché
garantisce spesso una circolazione più rapida e agevole delle ricerche sia per
motivi di temporali (pubblicazione più rapida e tempestiva) ed economici sia
per l’accessibilità dei materiali anche in virtù della crescente diffusione delle
303
The future of the pedagogical research and its evaluation
riviste on-line. Da qui l’attenzione posta nella presente indagine anche al canale comunicativo utilizzato.
La questione della circolazione delle ricerche nella comunità scientifica
intercetta il tema cruciale della comunicazione, aspetto che non è in genere
annoverato tra le questioni prioritarie ma che attiene invece al cuore dello
sviluppo delle discipline e della conoscenza, inscindibilmente connesso con
la circolazione delle informazioni, con il confronto dialettico tra gli Autori e
tra il mondo della ricerca, quello degli operatori socio-educativi e quello del
decision e policy making.
Metodologia
Sul piano operativo si è proceduto a due livelli. In primo luogo sono stati
individuati i contributi di ricerca realizzati in Italia; successivamente ne sono
state prese in esame le principali caratteristiche con particolare riferimento
alla dimensione metodologica.
Sono state catalogate le indagini condotte con metodologie empiriche sugli
insegnanti italiani operanti nelle scuole di ogni ordine e grado (scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado) nei cinquant’anni compresi tra il 1960, decennio in cui iniziano a diffondersi queste ricerche in Italia,
ed il 2010, ultimo anno considerato.
L’attenzione è rivolta a contributi atti a indagare la figura dell’insegnante
in termini sia generali sia con riferimento ad aspetti peculiari, con particolare
attenzione alla loro professionalità.
Per reperire le ricerche si è proceduto con modalità differenziate. Sono
state considerate innanzitutto, con procedura di ricerca a cascata, le note bibliografiche degli studi più noti sul tema, in prevalenza sociologici1.
Una seconda fonte è costituita dalle rassegne sullo stato della ricerca sugli
insegnanti in prospettiva sociologica2,
1 Fra i primi considerati: Barbagli, M., Dei, M. (1969), Le vestali della classe media,
Bologna, Il Mulino; Cesareo, V. (1969), Insegnanti, scuola e società, Milano, Vita e Pensiero;
Livolsi M., Schizzerotto A., Porro R., Chiari G. (1974), La macchina del vuoto, Bologna, Il
Mulino; Gattullo M. (a cura di) (1981), Dal Sessantotto alla scuola. Giovani insegnanti tra
conservazione e rinnovamento, Bologna, Il Mulino.
2 Fra gli altri: Cobalti, A. (1976), «Gli insegnanti nelle ricerche sociologiche italiane»,
Formazione e cambiamento, 1, n. 2, 103-117; Besozzi, E. (1981), «Professione insegnante: le
ricerche sociologiche sugli insegnanti in Italia dal 1960 ad oggi», Studi di Sociologia, 19, n. 1,
77-92; Barbieri, A. (1982), «La ricerca sociologica e la professione di insegnante: rassegna di
studi», Scuola democratica, 5, n. 3/4, 226-251; Gattullo, M., Moscati, R. (1992), Gli insegnanti
nelle ricerche italiane e internazionali, in Cavalli, A. (a cura di), Insegnare oggi. Prima indagine IARD, Bologna, Il Mulino, 11-22; Ottaviano, C. (2001), Media, scuola e società. Insegnare
nell’età della comunicazione, Roma, Carocci, 97-104; Porcarelli, A. (2004), La professionalità
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The future of the pedagogical research and its evaluation
pedagogica3 – nel complesso meno diffuse –, e psicologica – che attengono
in genere a tematiche circoscritte.
Si è proceduto poi con lo spoglio dei data base delle biblioteche italiane in
virtù della consultazione dei cataloghi collettivi più noti4. L’interrogazione è
avvenuta per parole chiave, titoli (incrociando le parole ‘indagine’, ‘ricerca’ e
‘studio’ oppure ‘professionalità’ e ‘identità’, di volta in volta, con ‘docente/i’,
‘insegnante/i’ e ‘scuola/e’) e, in alcuni casi, autori. Altri titoli sono stati individuati visitando i siti dei Nuclei Territoriali Regionali (ex IRRE)5 e consultando i cataloghi di alcune case editrici6. È stato poi effettuato lo spoglio sistematico di alcune riviste che pubblicano o hanno pubblicato studi empirici/
sperimentali sugli insegnanti7.
La ricognizione, avvenuta in virtù dei medesimi criteri e con identiche modalità in due fasi successive tra il 20058 e il 2011, ha permesso di recensire
molteplici studi, spesso poco conosciuti, e di rendere conto di un contesto
ricco ed articolato. Per ciascuno sono state verificate le sovrapposizioni e relazioni esistenti tra i titoli.
Analisi delle indagini sugli insegnanti in Italia (1960-2010)
Per l’analisi dei 179 contributi considerati si è proceduto con la recensione
delle loro principali caratteristiche. Gli elementi considerati sono:
– anno di pubblicazione: elemento significativo, non solo formale, poiché
sancisce il momento in cui le conoscenze acquisite sono rese disponibili
docente nella letteratura scientifica, in Corradini, L. (a cura di) Insegnare perché? Orientamenti, motivazioni, valori di una professione difficile, Roma, Armando, 23-84.
3 Cfr. Lisimberti, C. (2007), Gli insegnanti nella ricerca. Le indagini su insegnanti e identità professionale nel contesto italiano ed internazionale, Milano, ISU Università Cattolica;
Vannini I. (2008), Le ricerche empiriche sugli insegnanti: prospettive storiche e problematiche
emergenti, in Balduzzi, L., Vannini, I., Nuovi insegnanti per una nuova scuola? Un’indagine tra i docenti formati alla Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario (SSIS)
dell’Università di Bologna, Bologna, CLUEB, 103-130.
4 Opac Italiani: http://www.aib.it/aib/llis/opac1.htm; Opac SBN: http://sbnonline.sbn.it/
zgw/homeit/ homeit.html; Metaopac: azalai.cilea.it; http://www.bdp.it (maggio 2005); http://
www.invalsi.it/biblioteca/index.htm (gennaio 2011); http://www.indire.it/risorse/banche/catalogobdp.htm (gennaio 2011).
5 http://www.bdp.it/istituzionale/index.php?sezione=irre (gennaio 2011).
6 http://www.francoangeli.it; http://www.lascuola.it (gennaio 2011).
7 Si è proceduto con lo spoglio di Pedagogia e Vita (1960-2010), Orientamenti Pedagogici
(1960-2010), I problemi della pedagogia (1960-1994), Ricerche Pedagogiche (1966-2010),
Psicologia e Scuola (1980/81,1-2005,123), Studi di Sociologia (1963-2010), Scuola e Città
(1966-2004), Scuola democratica (1978-2000).
8 Gli esiti della prima fase dell’indagine sono riportati in Lisimberti, C. (2007), Gli insegnanti nella ricerca.
305
The future of the pedagogical research and its evaluation
–
–
–
–
–
–
e assumono consistenza. Ove disponibile è stato registrato anche l’anno
in cui sono stati raccolti i dati;
canale di diffusione: volume, articolo, contributo edito, contributo
inedito/edito in proprio, contributo diffuso esclusivamente sul web;
metodo o strumento di rilevazione impiegato;
ampiezza e tipologia di soggetti inseriti nel campione;
area geografica in cui si è svolta l’indagine;
principali aree/temi indagati;
orientamento disciplinare prevalente: sociologico, psicologico, pedagogico, amministrativo – che include le indagini condotte o commissionate dall’amministrazione scolastica per scopi interni –, altro.
Di seguito è presentata, a titolo esemplificativo, una riga della griglia di
analisi impiegata9; in allegato ne è riportato uno stralcio relativo alle indagini
più recenti (2008-2010) e la legenda.
9 Nella griglia impiegata vi è anche la colonna Note, non inserita in questa sede per non
appesantire la resa grafica.
306
N
Cavalli, A., Argentin, G. (a cura
di) (2010), Gli insegnanti italiani: come cambia il modo di fare
scuola: terza indagine dell’Istituto IARD sulle condizioni di
vita e di lavoro nella scuola italiana, Bologna, Il Mulino.
ANNO
STRUMENTO
CAMPIONE
CONT.
AREE/TEMI INDAGATI
Nazionale
Approfondire i cambiamenti che
hanno contrassegnato le opinioni e le pratiche didattiche dei
docenti delle scuole primarie e
secondarie nell’ultimo decennio.
Aree indagate:
• caratteristiche socio-demografiche;
• formazione iniziale e aggiornamento;
• immagine professione
• pratica didattica e valutazione
apprendimenti;
• fruizione culturale extra-scolastica degli insegnanti;
• impatto autonomia scolastica;
• rapporto insegnanti/ dirigenti
scolastici / genitori / studenti;
• effetti aumento studenti immigrati;
• rapporto tra didattica e IT.
3.398
el; m; s
’08
Questionario (indagini
parallele
su altri
target)
AREA
Soc
307
The future of the pedagogical research and its evaluation
178
RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO
The future of the pedagogical research and its evaluation
Le prime indagini risalgono agli inizi degli anni Sessanta (tab. 1) ove si
collocano 8 contributi (4,5%); negli anni Settanta il numero aumenta in misura notevole (30, il 16,8%) sino a raggiungere i 47 (26,3%) negli anni Ottanta. Il calo registrato anni Novanta (36 titoli, 20,1%) è seguito da una rapida
ripresa dal 2000. Nell’ultimo decennio sono infatti concentrati il 30,1% dei
contributi recensiti (54 titoli).
Tabella 1. Frequenze contributi di ricerca analizzati per anno di pubblicazione
Anno pubblicazione
N
%
% cumulate
1960-1969
8
4,5
4,5
1970-1979
30
16,8
21,3
1980-1989
47
26,3
47,6
1990-1999
36
20,1
67,7
2000-2009
54
30,1
97,8
2010
4
2,2
100,0
Totale
179
100,0
-
Per quanto concerne i canali di diffusione delle indagini, i rapporti sono
editi in prevalenza su riviste specializzate, che raccolgono quasi la metà dei
contributi censiti (87, il 48,6%), o in volumi (36,9%). Accanto ai canali di
diffusione tradizionali si osserva, negli anni recenti, la tendenza a pubblicare
su web – anche in forma parziale e provvisoria – i primi risultati delle ricerche;
quelle recensite sono tuttavia un numero limitato (7 pari al 3,9%). Il 10,6%
sono inedite oppure pubblicate in proprio e godono di conseguenza di una
circolazione limitata. È assai probabile, in realtà, che questa produzione ‘anfibia’10 sia molto superiore rispetto a quello che si è avuto modo di recensire.
Non è tuttavia possibile, a partire dai dati in nostro possesso, formulare alcuna
considerazione circa l’ammontare di questi ultimi né sulle loro caratteristiche.
Risulta nondimeno interessante rilevare l’esistenza di una molteplicità di contributi di ricerca, spesso legati a realtà e contesti locali e circoscritti, che da
un lato sembrano attestare la crescente diffusione di una modalità di lavoro
ancorate a criteri scientifici e metodologici, dall’altro pongono in primo piano
la questione della circolazione della ricerca.
Data la rilevanza delle riviste scientifiche come canale di diffusione delle
ricerche, è parso opportuno approfondire questo aspetto (tab. 2). La disamina
10
308
Calidoni, P. (2004), «Insegnanti e ricerca», Pedagogia e Vita, 62, n. 3, 47.
The future of the pedagogical research and its evaluation
diacronica dei contributi pubblicati su riviste mostra infatti una distribuzione
non omogenea nel corso degli anni. Escludendo gli anni Sessanta e il 2010, in
cui il numero complessivo di contributi (rispettivamente 8 e 4) è troppo basso
per prestarsi a rielaborazioni di questo genere, la percentuale di articoli sul
totale dei contributi recensiti in ciascun decennio si attesta poco sotto il 50%
negli anni Settanta (14 contributi 46,7%) e Ottanta (22 contributi, 46,8%) cui
segue uno sviluppo molto forte negli anni Novanta (30 contributi, 83,3%) e
una netta contrazione a partire dal 2000 (14 contributi, 25,9%). È utile ricordare, in tal senso, che l’ultimo decennio è quello ove si registra il numero più
alto di indagini.
Data la potenzialità comunicativa delle riviste e la maggiore rapidità garantita alla circolazione delle informazioni, potrebbero rendersi opportuni ulteriori approfondimenti interpretativi sulla contrazione del numero di articoli
nell’ultimo decennio.
Tabella 2. Frequenze contributi di ricerca pubblicati su riviste
Anno pubblicazione
N
% sul periodo
1960-1969
5
75,0
1970-1979
14
46,7
1980-1989
22
46,8
1990-1999
30
83,3
2000-2009
14
25,9
2010
1
25,0
Totale
87
-
Per la recensione degli strumenti d’indagine sono stati conteggiati tutti i
dispositivi impiegati. Nella maggior parte dei casi (110, il 61,4%) è utilizzato
un unico strumento; nel 23,5% (42) quelli censiti sono 2 e nell’8,4% (15) dei
contributi sono 3. Le ricerche che hanno fatto uso di 4 o più strumenti sono un
numero marginale (9, il 5,0%). Complessivamente, in più di un terzo dei casi
(36,9%) la raccolta dei dati integra più canali: si tratta spesso di versioni diverse del medesimo dispositivo, dedicate ai vari soggetti inclusi nell’indagine
(es. versione insegnanti e versione studenti di un questionario), altre volte le
indagini integrano strumenti diversi nelle fasi preliminari e/o di approfondimento (es. interviste esplorative che precedono un questionario)11.
11
In 3 indagini (1,7%) il dato non è indicato.
309
The future of the pedagogical research and its evaluation
Gli strumenti (tab. 3) più utilizzati sono il questionario o il test (63,1%),
seguiti dall’intervista (12,1%); per gli altri strumenti si conferma un impiego più sporadico, con ogni probabilità anche a causa della complessità e dei
tempi necessari per elaborazione, somministrazione e interpretazione dei dati.
Rispetto al focus group si rileva una diffusione crescente (6%) mentre l’osservazione (3,9%), le metodiche narrative (3,5%) e lo studio di caso sulla scuola
o su un particolare contesto sono poco comuni (2,1%).
Tabella 3. Strumenti
Strumenti
N
%
Questionario/Test
178
63,1
Intervista
34
12,1
Focus group
17
6,0
Osservazione
11
3,9
Biografia / narrazione
10
3,5
Studio caso/contesto
6
2,1
Altro
23
8,2
Dato non disponibile
Totale
3
1,1
282
100,0
Anche l’analisi dei soggetti interpellati offre spunti interessanti12. Il campione è costituito nell’80,5% (144) dei casi solo da insegnanti; nel 18,4%
(33) delle indagini sono presi in considerazione anche altri soggetti e in 2 casi
(1,1%) gli insegnanti sono studiati in forma indiretta prendendo in esame solo
l’opinione di altre categorie.
Più nel dettaglio (tab. 4) emerge che la categoria più studiata è quella degli insegnanti di scuola elementare, inclusa in più della metà delle indagini
(56,4%), seguita da quelli di scuola media (47,0%) e superiore (38,0%). Riguardo agli altri soggetti presi in esame, i più rappresentati sono studenti e genitori, inseriti rispettivamente nel 9,5% e nell’8,4% dei campioni. Solo poche
ricerche (4,5%) considerano esplicitamente direttori didattici e presidi.
12 Per rendere la categorizzazione il più possibile comprensibile ed uniforme e per facilitare il confronto diacronico è stata impiegata la terminologia in uso fino all’introduzione delle
recenti leggi di riforma, tuttora spesso in uso nel gergo corrente (scuola materna, elementare,
media, superiore, preside ecc.).
310
The future of the pedagogical research and its evaluation
Tabella 4. Tipologia di soggetti inclusi nel campione sul totale delle indagini (179)
Tipologia soggetti
N
%
Ins. materna
34
19,0
Ins. elementari
101
56,4
Ins. medie
84
47,0
Ins. superiori
68
38,0
Ins. in formazione iniziale
24
13,4
Insegnanti in genere
15
8,4
Alunni/Studenti
17
9,5
Genitori
15
8,4
Direttori/Presidi
8
4,5
Altro
8
4,5
Merita particolare attenzione la percentuale di indagini che includono insegnanti in formazione iniziale (13,4%). Quest’ultima categoria, infatti, risulta oggetto di attenzione dedicata nell’ultimo decennio, in corrispondenza
dell’avvio del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria (SFP) e
della Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario (SSIS)13; prendendo in considerazione esclusivamente le indagini svolte tra il 2000 e il 2010,
risulta infatti che quasi un terzo (18, il 31,0%) ha una connessione diretta con
questi due percorsi formativi per quanto concerne la tematica indagata e/o per
la composizione del campione.
Circa l’area geografica di riferimento, nel 34,6% dei casi (62) le indagini
sondano una realtà specifica e circoscritta come quella di una singola città
o provincia; numerose ricerche sono svolte su base regionale o in più città /
province (58, il 32,4%). Gli studi più ampi, sull’intero territorio nazionale o
su più regioni, sono il 19,6% (35). Alcuni studi (7, il 3,9%) attengono ad un
ambito molto ristretto come un paese, una scuola, una classe. In generale le
indagini insistono su contesti geografici circoscritti: nel 69,9% dei casi, infatti,
l’estensione geografica non supera il livello regionale; le più note, tuttavia,
sono quelle più ampie ed estensive14.
Per quanto concerne la numerosità del campione, la situazione risulta ete13 Decreto MURST 26 maggio 1998, Criteri generali per la definizione degli ordinamenti
del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria e della Scuola di Specializzazione
all’Insegnamento Secondario.
14 In 17 indagini (9,5%) il dato non è indicato o la variabile non risulta pertinente (es. analisi
di quotidiani).
311
The future of the pedagogical research and its evaluation
rogenea; prevalgono le indagini condotte su campioni di numerosità da 100 a
499 individui (64, il 35,8%) mentre quelle che hanno coinvolto da 500 a 1999
soggetti e quelle di dimensioni più ridotte, con meno di 100 rispondenti sono,
ciascuna, 40, il 22,3% del totale. Le ricerche estensive, nelle quali sono interpellati più di 2000 soggetti, sono nel complesso 24, ossia il 13,4%15.
In linea generale prevalgono dunque le indagini condotte su realtà geografiche ristrette e con campioni di medie dimensioni.
Circa l’area disciplinare che fa da sfondo alle ricerche (tab. 5) è possibile
ipotizzare una sostanziale equidistribuzione degli apporti delle diverse discipline, con una prevalenza della ricerca educativa ascrivibile, in particolare,
alla forte diffusione di questa area nell’ultimo decennio. Sommando la categoria psicologica/educativa alla psicologica e quella sociologica/educativa alla
sociologica, risulta infatti che la categoria educativa raggruppa il 36,3% dei
contributi, la psicologica il 28,5%, la sociologica il 30,7%.
Tabella 5. Area disciplinare prevalente
Area
N
%
Educativa
65
36,3
Psicologica
48
26,8
Psicologica/Educativa
3
1,7
Sociologica
46
25,7
Sociologica/Educativa
9
5,0
Amministrativa
6
3,4
Altro
2
1,1
Totale
179
100,0
Merita considerare con attenzione tale dato poiché in letteratura le indagini condotte in prospettiva sociologica hanno un rilievo del tutto peculiare.
Basti pensare, a titolo esemplificativo, alle indagini nazionali curate da alcune
fondazioni e associazioni16. La diffusione di tali lavori può essere in parte
15
In 11 indagini (6,2%) il dato non è indicato.
Fra i più recenti: Associazione Treellle (2004), Quali insegnanti per la scuola dell’autonomia?: dati, analisi e proposte per valorizzare la professione, Genova, Associazione Treellle;
Fondazione Giovanni Agnelli (2009), Rapporto sulla scuola in Italia 2009, Bari-Roma, Laterza; Cavalli, A., Argentin, G. (a cura di) (2010), Gli insegnanti italiani: come cambia il modo di
fare scuola: terza indagine dell’Istituto IARD sulle condizioni di vita e di lavoro nella scuola
italiana, Bologna, Il Mulino.
16
312
The future of the pedagogical research and its evaluation
ricondotta al piano metodologico; i dati sono raccolti in genere su campioni piuttosto ampi, con questionari strutturati autosomministrati. Le ricerche
sociologiche hanno per oggetto tematiche vaste e generali, hanno natura descrittiva e sono spesso divulgate in volumi dedicati. Tali aspetti garantiscono
riconoscibilità e diffusione. Per contro le indagini condotte in prospettiva psicologica impiegano soprattutto test, strumenti proiettivi e di osservazione che
impongono di includere un numero ristretto di soggetti. Le tematiche poste
in esame sono circoscritte e, spesso, molto specifiche e destinate ad un target
ristretto di ricercatori e specialisti. Quanto alla prospettiva educativa, questa
sconta probabilmente il prezzo dell’identità debole della pedagogia; annovera
inoltre contributi di medie dimensioni e che indagano la quotidianità delle
questioni educative. È possibile individuare anche una mancanza di specificità
metodologica dovuta all’assenza di metodi e strumenti d’indagine peculiari.
Tali aspetti potrebbero concorrere a spiegare lo scarso riconoscimento attribuito agli apporti della ricerca pedagogica e, di conseguenza, all’impatto ridotto
sul decision e policy making.
Dal punto di vista contenutistico, le indagini vertono su tematiche diversificate, il più delle volte generali e complessive (es. descrivere il profilo degli insegnanti; valutare la formazione iniziale) altre volte più circoscritte e delimitate (es. trasformazioni dell’identità professionale; portfolio come strumento per
lo sviluppo di atteggiamento riflessivo ecc). Gli studi descrittivi che indagano
in termini generali e complessivi le caratteristiche degli insegnanti sono, come
accennato, molto diffusi e risultano disseminati nell’intero periodo considerato a partire dalle prime indagini di V. Cesareo17 e di M. Barbagli e M. Dei18
negli anni Sessanta sino, per esempio, alle già citate indagini IARD degli anni
novanta e 2000. Tali contributi sono un punto di riferimento fondamentale per
posizionare il tema e per cogliere la situazione complessiva a livello nazionale. Nella pratica però si osserva una sostanziale riproposizione delle questioni
e delle aree indagate in prospettiva sociologica e, in parallelo, uno sviluppo
limitato di piste di ricerca originali. Si rileva altresì una limitata attenzione alla
letteratura internazionale, in particolare per quanto concerne l’avvio di nuovi
filoni d’indagine specifici ed originali; ciò rendere difficoltoso l’affondo sulle
varie questioni, che si mantengono spesso ad un livello di indagine generale
ed esplorativo, il che frena di fatto lo sviluppo della ricerca.
Oltre ai contributi che mirano a descrivere gli insegnanti e la loro condizione, nel cinquantennio considerato è possibile individuare due aree tematiche
17 Baglioni, G., Cesareo, V. (1964), «Una ricerca sugli insegnanti di scuole elementari e
medie di una provincia lombarda», Studi di Sociologia, 2, n. 4, 321-346; Cesareo, V. (1969),
Insegnanti, scuola e società, Milano, Vita e Pensiero.
18 Barbagli, M., Dei, M. (1969), Le vestali della classe media, Bologna, Il Mulino.
313
The future of the pedagogical research and its evaluation
ricorrenti, affrontate in maniera esclusiva o prevalente da numerose indagini.
L’introduzione o l’ipotesi di riforme circa le politiche scolastiche ha indotto
sin dagli anni Sessanta a riflettere sugli insegnanti e sulla scuola: più di un
quarto delle indagini censite (48, il 26,8%) vi rivolge un’attenzione specifica19. Altra tematica cruciale, oggetto di particolare attenzione soprattutto in
prospettiva pedagogica, è la formazione sulla quale vertono circa un quarto
delle ricerche (45, il 25,1%) e che ha conosciuto, come accennato, un particolare sviluppo nell’ultimo decennio20. L’indagine su questi temi, tuttavia,
origina e si limita quasi sempre dall’analisi dei cambiamenti indotti/introdotti
dalle varie riforme o dalla disamina dei modelli formativi in corso (esemplificativa in tal senso l’intensa attività di studio originata dalle SSIS e da SFP),
mentre meriterebbero ulteriore impulso anche gli studi volti a fornire elementi
informativi e interpretativi utili per delineare le nuove politiche scolastiche e
formative21.
Conclusioni
L’analisi dei dati raccolti induce a riflettere sulle ricadute e sulla significatività della ricerca, con particolare riferimento alla funzione propositiva e
orientativa per le politiche scolastiche. La ricerca infatti dovrebbe sostanziare
e orientare le politiche scolastiche ed educative fornendo elementi e dati informativi a decisori politici ed amministratori. La ricognizione effettuata mostra
invece che la ricerca nel nostro Paese pare inseguire il cambiamento anziché
anticiparlo e sostanziarlo.
Dalla disamina critica dello sviluppo della ricerca emerge, in linea generale, un complessivo ritardo delle diverse discipline di riferimento22 che, come
accennato, non pare scollegato dalle limitate connessioni con la letteratura
internazionale. Merita richiamare che tale scollamento attiene sia al ritardo
con cui avviene il contatto e la circolazione della letteratura internazionale nel
nostro Paese sia alla scarsa circolazione della ricerca italiana all’estero.
19 Fra gli altri: IREF (1976), Colpiti dalla riforma, Roma, Coines, 1976; Lanzetti, C. (a cura
di) (1984), L’esame di licenza media: indagine sociologica sugli insegnanti della Lombardia,
Milano, IRRSAE Lombardia; Di Nuovo, S., La Marca, A. (2006), La riforma della scuola primaria: il parere di genitori e docenti: una ricerca sul territorio siciliano, Roma, Armando.
20 Fra i più recenti: Torre, E. M., Ricchiardi, P. (2007), Le competenze dell’insegnante.
Strumenti e percorsi di autovalutazione, Gardolo, Erikson; Ferrari, M. (2009), A scuola: un’indagine sui docenti formati presso la SSIS di Cagliari, Cagliari, CUEC.
21 Fra le ulteriori tematiche indagate si segnala, dalla fine degli anni Settanta, lo stress lavorativo e il burnout negli insegnanti, con il 12,8% dei contributi (23).
22 Cfr. Ribolzi, L. (1991), «Ricerca sociale e processi decisionali: i sociologi dell’educazione e le politiche educative», Studi di sociologia, 29, n. 3, pp. 243-258; Viganò, R. (1997),
Ricerca educativa e pedagogia della famiglia, Milano, Vita e Pensiero, 5.
314
The future of the pedagogical research and its evaluation
Sul piano quantitativo, la recensione effettuata, sebbene non esaustiva, ha
consentito di individuare un numero abbastanza ampio di indagini. Per quanto
la ricerca sulle tematiche educative sia meritevole di ulteriori incrementi e
sviluppi, è opportuno sottolineare che la mole di contributi, soprattutto per
quanto concerne la ricerca educativa, è meno limitata di quanto si potrebbe
supporre. È possibile ipotizzare, in tal senso, una connessione tra la circolazione delle ricerche e il riconoscimento e l’autorevolezza di cui gode la disciplina di riferimento nella comunità scientifica e nel contesto sociale. Tale
questione attiene ai vari ambiti della ricerca sociale ma pare assumere particolare pregnanza con riferimento alla ricerca educativa. Risulta esemplificativo,
in tal senso, il diverso riconoscimento attribuito alle indagini sociologiche e a
quelle educative che non corrisponde ad una assenza/limitatezza di contributi
empirici di matrice pedagogica ma che potrebbero essere ascrivibili alla già
citata mancanza di specificità metodologica e alle tematiche indagate. Rispetto a queste ultime si osserva, in linea generale, una sostanziale riproposizione
delle aree di indagine poste a tema sin dagli anni Sessanta e una scarsa innovatività connessa sia con la già richiamata scarsità di collegamenti con la
ricerca internazionale sia con la difficoltà ad individuare prospettive di ricerca
peculiari e inesplorate circa le quali inaugurare nuovi filoni di studio. Merita
tuttavia rilevare che nell’ultimo decennio si osserva una progressiva apertura
a temi nuovi e più direttamente connessi con le caratteristiche dell’insegnante - sono un esempio le ricerche che pongono a tema come oggetto specifico
l’identità professionale23 e la riflessività24 – e, in generale, un graduale incremento della ricerca educativa.
La questione della rilevanza politica e sociale dei temi affrontati e della
loro riconoscibilità resta sullo sfondo come questione cruciale, meritevole di
approfondimenti e riflessioni che in questa sede non è possibile sviluppare. È
indubbio tuttavia che tra ricerca e stakeholders, policy e decision makers si
debbano avviare nuove modalità di dialogo, collaborazione e confronto per
consentire una maggiore sinergia tra due ambiti (quello della ricerca e quello
del policy making) che paiono sovente distanti, incapaci di comunicare e di
trarre benefici reciproci.
23 Lisimberti, C. (2006), L’identità professionale come progetto. Una ricerca su insegnanti
e formazione, Milano, Vita e Pensiero.
24 Montalbetti, K. (2005), La pratica riflessiva come ricerca educativa dell’insegnante,
Milano, Vita e Pensiero; Baldassarre, M. (2009), Imparare a insegnare: la pratica riflessiva
nella professione docente, Roma, Carocci.
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The future of the pedagogical research and its evaluation
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CLUEB.
316
The future of the pedagogical research and its evaluation
Allegato
Legenda
Sigla
Tipologia soggetti
Ma
insegnanti di scuola maternal
El
insegnanti di scuola elementare
M
insegnanti di scuola media
S
insegnanti di scuola superior
IM
iscritti all’Istituto Magistrale
SFP
iscritti al CdL in Scienze della Formazione Primaria
SSIS
iscritti alla Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento nella Secondaria
Tutti
insegnanti di scuola materna; elementare; media; superiore
Fp
Centri di Fomazione Professionale
F
Donne
M
Uomini
Ds
presidi, direttori, dirigenti scolastici
Gen
Genitori
Stud
Student
Sigla
Area disciplinare prevalente
Am
Amministrativa
Ed
Educativa
Ps
Psicologica
Soc
Sociologica
Altro
Altro
Stralcio griglia di analisi metodologica indagini (2008-2010)
N*
RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO
ANNO
**
STRUMENTO
CAMPIONE
162
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1, pp. 39-55.
‘02‘03
Intervista
semi-strutturata
43 tutti
CON-
PAROLE
TESTO
CHIAVE***
PC
Teorie
implicite
insegnamento
AREA
Ed
317
The future of the pedagogical research and its evaluation
163
BAGNATO, K. (2008), “La percezione dell’identità professionale negli
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‘99?
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CSSC (2008), Il ruolo degli insegnanti nella scuola cattolica.
Scuola Cattolica in Italia - Ottavo
rapporto, Brescia, La Scuola.
‘05’06
Questionario
80 s
Questionario
2999
tutti + fp
Focus
group
Siracusa
Identità
professionale
e ambito
insegnamento
Ed
Italia
Docente di
scuola cattolica
Soc/
Ed
Costruzione
dell’identità professionale e
formazione
on line
(SFP)
Ps/
Ed
BO
Adeguatezza SSIS
Atteggiamenti
educativi
“Buon insegnante”
Ed
Ins, gen;
ds
165
GRION, V., VARISCO, B.M., LUCHI,
F., RAINERI, M. S., MAZZONI, E.,
“Building and sharing teacher professional identity in virtual community”, in Varisco, B. M. (ed)
(2008), Psychological, pedagogical and sociological models for
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Nuovi insegnanti per una scuola
nuova?: Un’indagine tra i docenti
formati alla Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario (SSIS) dell’Università di
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‘01’06)
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GIANFERRARI, L. (2008), Profilo
professionale e competenze dei
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2007/08, http://www.docentineoassunti.it/profili-e-motivazionidei-docenti-neoassunti.asp
(14.01.2011)
‘08
Questionario
9047
tutti
Più
regioni
Neoassunti
in ruolo
Soc
168
PINELLI, G. (2009), “Il «cattivo insegnate» nelle rappresentazioni di
aspiranti docenti”, in Orientamenti
Pedagogici, 56, n 3, pp. 477-492.
‘06‘07
Studio di
documenti
59 SSIS
BO
“Cattivo
insegnante”
Ed
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BAZZANELLA, A., BUZZI, C. (a cura
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seconda indagine Istituto IARD e
IPRASE sui docenti della scuola
trentina, Trento, Provincia Autonoma di Trento.
‘08
Questionario
1306: el;
m; s
TN
Insegnante
trentino
Soc
‘05‘07
Questionari
Focus
group
Interviste
Lombardia
Formazione,
sviluppo
professionale e ricaduta nella
pratica
didattica
Ed
170
318
CATTANEO, A. (2009), L’altra
formazione. Un’indagine sullo
sviluppo professionale degli insegnanti, Milano, Vita e Pensiero.
‘05‘07
Studio
documenti
Questionario
Focus
Group
65 ma; el
+ SFP
384 SSIS
12 //
150 m, s
The future of the pedagogical research and its evaluation
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FAVRETTO, G., RAPPAGLIOSI, C. M.
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FERRARI, M. (2009), A scuola:
un’indagine sui docenti formati
presso la SSIS di Cagliari, Cagliari, CUEC.
Veneto
Fonti disagio/stress/
burnout e
motivazione/soddisfazione
Ps
Sardegna
SSIS
Ed
Questionario
2000 el;
m;s
Questionario
403 SSIS
Interviste
narrative
52
173
SMERIGLIO, D. (2009), La didattica
tra innovazione e tradizione: indagine conoscitiva sulle convinzioni
e sugli atteggiamenti degli insegnanti nei riguardi delle tecnologie digitali, Perugia, Morlacchi.
Questionario
El
“n° limitato”
Non
indicato
Tecnologie
informatiche e
funzione
educativa
Ed
174
AA. VV., Progetto Link. Progetto
Europeo per lo sviluppo delle
competenze relazionali dei docenti, http://www.linkproject.eu/
(07/01/2011)
Focus
group –
racconti
autobiografici
Questionario
S (5
scuole)
PI
Fabbisogni
formative
Ed
175
BALDASSARRE, M. (2009), Imparare
a insegnare: la pratica riflessiva
nella professione docente, Roma,
Carocci.
‘0506
Analisi
testuale e
con T-lab
150 SFP
Puglia
Portfolio e
riflessività
Ps
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GIANFERRARI, L., I docenti neoassunti nella scuola che deve affrontare i mutamenti epocali. Esiti di
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(14.01.2011)
‘09
15.071
tutti
Più
regioni
Neoassunti
Soc
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“Lo stress e l’insegnante: da
un’indagine quantitativa a una
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Questionario
40 ma
(F)
Roma
Agenti
stressogeni
Ps
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Gli insegnanti italiani: come
cambia il modo di fare scuola:
terza indagine dell’Istituto IARD
sulle condizioni di vita e di lavoro
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Mulino.
Questionario
3.398 el;
m; s
Nazionale
Cambiamenti di
opinioni
e pratiche
didattiche
Soc
‘07’08
‘08
319
The future of the pedagogical research and its evaluation
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dettaglio-documento/article/insegnanti-neoassunti-a-fort-alamo252.html (14.01.2011)
‘10
Questionario
7700
tutti
Nazionale
Neoassunti
Soc
* La numerazione riportata corrisponde a quella complessiva (1-179)
** Anno in cui sono stati raccolti i dati
*** Per renderne più rapida la lettura, nella versione di griglia quei riportata sono inserite le parole-chiave
anziché le indicazioni sulle tematiche e aree indagate come nella versione originale.
320