Spett.le REGIONE LOMBARDIA Difesa del territorio Struttura

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Spett.le REGIONE LOMBARDIA Difesa del territorio Struttura
studio associato
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Spett.le REGIONE
LOMBARDIA
Difesa del territorio
Struttura Geologia per la
pianificazione
Via Fabio Filzi, 22
20124 Milano
Alla cortese attenzione
Dott. Geol. Sergio Perdiceni
Bergamo, 30 settembre 2003
Oggetto: osservazioni inerenti le note allo studio geologico del Comune di
Cavernago (BG) - L.R. 41/1997
In merito al parere espresso dalla Regione Lombardia riguardante lo studio geologico del
Comune di Cavernago (BG) (Protocollo Z1.2003.38951 del 16/09/2003), si presentano le seguenti
controdeduzioni:
1- Carta di sintesi
E’ stata prodotta la carta di sintesi. In essa è riportata una serie di poligoni che definiscono
porzioni di territorio caratterizzati da pericolosità omogenea per la presenza di uno o più fenomeni di
dissesto idrogeologico in atto o potenziali o da vulnerabilità idrogeologica.
Nel territorio di Cavernago sono stati riconosciuti diversi ambiti di pericolosità o vulnerabilità
contrassegnati da sigle che costituiscono la legenda della carta stessa:
as: aree di pertinenza fluviale, costituite dall’alveo attuale del Fiume Serio. Corrisponde alla zona di
deflusso delle acque della portata ordinaria del fiume.
ti: aree frequentemente inondabili o ripetutamente allagate, costituite dall’unità fisiografica indicata
come “terrazzo inferiore del Serio”.
ts: aree allagate in occasione di eventi eccezionali o allagabili con minore frequenza, appartenenti
all’unità fisiografica indicata come “terrazzo superiore del Serio”.
ap: aree potenzialmente inondabili individuate con criteri geomorfologici. Si tratta di una fascia di
territorio allungata in senso nord-sud e parallela al Serio, appartenente al terrazzo superiore del
Fiume, la cui porzione sud-orientale (a S di Cascina Ursina) non è delimitata, come nella zona
settentrionale, da una netta scarpata, di altezza decrescente dai 9 m ai 2 m, che la separa dal Livello
Fondamentale della Pianura, ma da una lieve depressione dei campi.
aa: aree adiacenti ai corsi d’acqua minori e alle rogge, soggette a basso rischio di allagamento e da
mantenere libere per consentire gli interventi di manutenzione e di polizia idraulica, nonchè l’eventuale
realizzazione di opere di difesa spondale.
dis: aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico per la presenza di centri di pericolo; si tratta
dell’area in cui è stata realizzata la discarica per rifiuti speciali in località Cava Biancinella.
idis: aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico in quanto incluse nell’ambito di influenza di centri
di pericolo; costituisce una fascia di 20 m di ampiezza che perimetra l’area di discarica.
vul1: aree a medio-bassa vulnerabilità dal punto di vista idrogeologico; corrispondono alla porzione
settentrionale del territorio, appartenente al Livello Fondamentale della Pianura, costituito da terreni
ghiaioso-sabbiosi e/o sabbioso-limosi. La bassa vulnerabilità della falda freatica è dovuta alla
soggiacenza del pelo libero dell’acqua che in questa fascia è compresa tra i 30 e i 35 m, fino a un
massimo di 54 m all’estremità settentrionale del territorio comunale.
vul2: aree a medio-alta vulnerabilità degli acquiferi. Comprendono la porzione meridionale del
territorio di Cavernago, incluso anch’esso nel Livello Fondamentale della Pianura e con caratteristiche
tessiturali simili a quelle dei terreni inclusi nei poligoni vul1, nonchè le unità fisiografiche dell’alveo
attuale del Fiume Serio e del terrazzo inferiore.
L’approssimarsi della falda freatica al piano campagna, con valori di soggiacenza che decrescono fino
ad attestarsi mediamente intorno ai 25 m di profondità (e valori minimi di 20 da p.c. all’estremità
meridionale del territorio comunale), nonchè l’elevata permeabilità degli orizzonti ghiaioso-sabbiosi,
determinano un aumento del grado di vulnerabilità dell’acquifero freatico.
A ciò si aggiunge l’aumento di rischio dovuto alla presenza, immediatamente a sud di Cavernago, nel
territorio di Ghisalba, del campo pozzi a uso idropotabile che alimenta gli acquedotti di otto comuni
della provincia di Bergamo, tra cui lo stesso Cavernago. In base ai dati riportati nello “Studio
idrogeologico del campo acquifero di Ghisalba”, redatto nel 1996 dal prof. G.P. Beretta per conto del
Consorzio Servizi Bacino del Serio, risulta infatti che questi pozzi attingono per il 37% delle loro
potenzialità dalla falda superficiale.
Pur riconoscendo i limiti dovuti alla rappresentazione statica di un fenomeno dinamico (il livello di
falda), il confine tra i poligoni vul1 e vul2 è stato posto in prossimità dell’isolinea corrispondente a una
soggiacenza media di 25 m e raccordato al limite esterno del terrazzo inferiore del Serio seguendo
grossomodo l’andamento della superficie topografica.
2 - Carta di fattibilità:
•
Definizione delle classi di fattibilità 1 e 2: nella classe 1 è racchiusa la porzione settentrionale
del territorio comunale, appartenente al Livello Fondamentale della Pianura e caratterizzata da un
primo sottosuolo a composizione prevalentemente ghiaioso-sabbiosa e/o sabbioso-limosa, con
proprietà meccaniche da discrete a buone. La probabilità di alluvionamento è molto bassa. La bassa
vulnerabilità della falda freatica è dovuta alla soggiacenza del pelo libero dell’acqua che in questa
fascia è compresa tra i 30 ed i 35 m.
Nella classe 2 è racchiusa la porzione meridionale del territorio di Cavernago, appartenente al Livello
Fondamentale della Pianura. Le caratteristiche granulometriche e di comportamento meccanico,
nonché il rischio di alluvionamento, sono identiche a quelle della clase 1.
Rispetto a quest’ultima la soggiacenza della falda raggiunge valori minini di 20 m ca. e unitamente
all’elevata permeabilità ( 10 E-5 m/sec), caratteristica dei depositi fluvioglaciali a granulometria
grossolana, determina un aumento del grado di vulnerabilità del’acquifero freatico.
•
Fasce fluviali PAI del Fiume Serio e classi di fattibilità: le fasce fluviali A, B e C individuate dal
PAI lungo il Fiume Serio sono state riportate sulla Carta della Fattibilità Geologica per le azioni di
piano come richiesto; la perimetrazione delle classi di fattibilità 3 e 4 lungo la valle del Serio
corrisponde alle fasce fluviali individuate dal PAI, così come previsto dalla normativa (D.G.R. 7/6645,
allegato A, 3.3).
La porzione di terrazzo superiore del Fiume Serio esterna alla fascia C del PAI e potenzialmente
inondabile, individuata con criterio geomorfologico, è stata inserita nella classe di fattibilità 3c di nuova
istituzione.
3 – Norme relative alle classi di fattibilità
•
Le prescrizioni di fattibilità sono state aggiornate sulla base delle Vostre osservazioni, inserendo
quanto previsto relativamente al D.M. 11/03/1988, al Titolo II delle NdA del PAI e alle specifiche
costruttive per gli interventi, nonché alle modifiche seguenti a quanto sopraesposto relativamente
all’introduzione della classe 3c.
Si allegano:
•
Revisione del paragrafo “La fattibilità geologica nel territorio del Comune di Cavernago”
•
Carta di sintesi
•
Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano
La fattibilita’ geologica nel territorio del comune di Cavernago
Alle aree racchiuse all’interno dei poligoni individuati nella carta di sintesi è stata assegnata
una classe di fattibilità geologica, considerando nell’attribuzione della classe stessa, nel caso di
coesistenza all’interno di un singolo poligono di due o più fattori di pericolo, l’elemento ritenuto
maggiormente penalizzante. Per quanto riguarda i rapporti con le fasce di pertinenza fluviale definite
dal PAI, sono stati applicati i criteri di corrispondenza indicati nella D.G.R. 7/6645, allegato 1, 3.3.
CLASSE 1
In questa classe ricadono le zone dove non sono state rilevate particolari limitazioni alla
modifica delle destinazioni d’uso.
Nella classe 1 è racchiusa gran parte del territorio di Cavernago, in particolar modo la porzione
settentrionale appartenente al Livello Fondamentale della Pianura e contraddistinta da una certa
variabilità dei caratteri tessiturali del primo sottosuolo, a composizione prevalentemente ghiaiososabbiosa e/o sabbioso-limosa e da proprietà meccaniche da discrete a buone. La falda è localizzata
mediamente ad una profondità di 30-35 metri dal piano campagna.
Nel caso di variazioni di destinazioni d’uso, l’esecuzione delle indagini geognostiche, necessarie alla
progettazione esecutiva delle opere, deve seguire quanto prescritto dal D.M. 11 marzo 1988 e dalla
successiva C.M. 30483 del 24 settembre 1988.
CLASSE 2
In questa classe ricadono le zone dove sono state rilevate modeste limitazioni alla modifica
delle destinazioni d’uso.
Nella classe 2 è racchiusa la porzione meridionale del territorio di Cavernago, inclusa anch’essa nel
Livello Fondamentale della Pianura e con caratteristiche tessiturali e meccaniche del primo sottosuolo
simili a quelle della classe 1.
La diminuzione della soggiacenza, che raggiunge il valore minimo di 23 m, unitamente all’elevata
permeabilità ( 10 E-5 m/sec) caratteristica dei depositi fluvioglaciali a granulometria grossolana,
determina un aumento di vulnerabilità dell’acquifero freatico, che passa da medio-bassa a medio-alta.
Al fine di proteggere l’acquifero da agenti inquinanti e dall’impatto antropico si consiglia di far seguire
alle richieste di concessione edilizia:
•
un’indicazione quantitativa e qualitativa degli scarichi liquidi prodotti dal fabbricato o dal
complesso di cui si richiede la costruzione;
•
un’indicazione progettuale dei sistemi di depurazione corrispondenti e/o dei sistemi adottati per
l'eliminazione dei materiali residui e la salvaguardia idrogeologica e relativi criteri costruttivi.
Vale inoltre quanto previsto per la classe 1 in merito alla caratterizzazione geotecnica del primo
sottosuolo.
CLASSE 3
In questa classe ricadono le zone dove sono state rilevate consistenti limitazioni alla modifica
delle destinazioni d’uso.
In relazione alle condizioni di rischio riscontrate sono state individuate tre sottoclassi:
- 3a
In questa sottoclasse è inserita la fascia di rispetto della discarica di rifiuti speciali di II
categoria, tibo B, in località Cava Biancinella, corrispondente ad una fascia ampia 20 m esterna al
perimetro della discarica.
L’utilizzo di quest’area è subordinato alla realizzazione di supplementi di indagine che consentano di
approfondire in maniera puntuale la conoscenza della struttura idrogeologica locale nonché
individuare le principali possibili interferenze sulle principali matrici ambientali del vicino corpo
discarica (qualità delle acque sotterranee e superficiali e aria).
Si applicano altresì le prescrizioni della classe 2.
- 3b
Comprende la maggior parte del terrazzo superiore del Fiume Serio e coincide con la fascia C
del PAI (area di esondazione per piena catastrofica). E' caratterizzata da un rischio di esondazione
alto e, mediamente, da terreni con buone caratteristiche geomeccaniche.
A seguito di quanto previsto dall art. 31, comma 4, delle NdA del PAI, sono vietati interventi che
modifichino i fenomeni idraulici naturali che possono aver luogo in questa fascia, e costituiscano
significativo ostacolo al deflusso e/o limitino in modo significativo la capacità di invaso. A tal fine, oltre
alle prescrizioni di cui alla classe 2, i progetti dovranno essere corredati da uno studio di compatibilità
idraulica che, mediante la stima delle portate di massima piena, documenti l’assenza delle suddette
interferenze.
- 3c
Corrisponde alla fascia di territorio esterna alla fascia C del PAI e compresa all’interno del
terrazzo superiore del Serio, potenzialmente inondabile con una possibilità di alluvionamento
mediamente bassa e comunque inferiore alla fascia C.
E' caratterizzata da terreni con buone caratteristiche geomeccaniche. Valgono le medesime
prescrizioni per la classe 3a, comprese quelle della classe 2.
CLASSE 4
In questa classe ricadono le zone dove sono state rilevate consistenti limitazioni alla modifica
delle destinazioni d’uso; dovrà essere esclusa qualsiasi edificazione, se non opere tese al
consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici
esistenti
saranno
consentiti
esclusivamente
interventi
di
demolizione
senza
ricostruzione,
manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo così come definito all’art.
31, lettere a), b) e c) della legge 457/1978.
Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico potranno essere realizzate solo se non
altrimenti localizzabili e dovranno comunque essere puntualmente valutate in funzione della tipologia
di dissesto e del grado di rischio che determinano. A tal fine, alle istanze per l’approvazione da parte
dell’autorità comunale, dovrà essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri
la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico.
In relazione alle condizioni di rischio riscontrate sono state individuate quattro sottoclassi:
- 4a
Sono inserite in classe 4a le fasce di rispetto delle rogge principali, 10 metri per le maggiori e
5 metri per le secondarie; per quanto riguarda le rogge si ricorda che per queste vige il vincolo di
inedificabilità dei 10 metri di cui al R.D. 523/1904, fino all’assunzione da parte dei Comuni di apposito
provvedimento ai sensi della D.G.R. n. 7/7868 del 25.1.2002, pubblicato sul B.U.R.L. del 15.2.2002.
Per tale vincolo dovrà valere la seguente prescrizione: “su tutte le acque pubbliche, così come definite
dalla legge 36/94 e relativo regolamento valgono le disposizioni di cui al R.D. 523/1904 e in
particolare il divieto di edificazione ad una distanza inferiore ai 10 metri, fino all’assunzione da parte
dei Comuni del provvedimento di cui ai punti 3 e 5.1. della D.G.R. 7/7868 del 25.1.2002”. Si fa inoltre
presente che ai sensi dell’art. 41 del D.LGS 152/99 e/o art. 21 delle N.d.A. del P.A.I., è vietata la
tombinatura di qualsiasi corso d’acqua.
- 4b
La sottoclasse 4b coincide con la fascia A del PAI (fascia di deflusso della piena) e
comprende l’alveo attuale del Fiume Serio e parte del terrazzo inferiore; in ottemperanza all’art. 29
delle NdA del PAI sono vietate:
-
attività di trasformazione dello stato dei luoghi che modifichino l’assetto morfologico, idraulico e
infrastrutturale esistente,
-
la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento rifiuti e di trattamento di acque reflue, nonché
l’ampliamento degli esistenti,
-
le coltivazioni erbacee non permanenti, fatta eccezione per gli interventi di ingegneria naturalistica
e la piantumazione con specie autoctone, per una ampiezza di almeno 10 m dal ciglio di sponda,
-
la realizzazione di complessi ricettivi all’aperto,
-
il deposito a cielo aperti di materiali di qualsiasi genere.
Qualsiasi intervento ricadente nella fascia A deve assicurare inoltre il deflusso della piena di
riferimento, il mantenimento delle condizioni di equilibrio dinamico dell’alveo e l’evoluzione naturale
del fiume.
Inoltre qualsiasi intervento ricadente nella fascia B del PAI è comunque soggetto a quanto previsto
dagli articoli 32, 38, 38bis, 39 e 41 delle NdA del PAI stesso.
- 4c
La sottoclasse 4c coincide con la fascia B del PAI (fascia di esondazione): racchiude parte del
terrazzo inferiore del Serio, caratterizzato da alto rischio di inondazione, e parte del terrazzo
superiore. All’interno di queste aree vale quanto previsto dall’art. 30 delle NdA del PAI: gli interventi
consentiti devono assicurare il mantenimento o il miglioramento delle condizioni di drenaggio
superficiale dell’area e della funzionalità idraulica dell’alveo al fine della laminazione dei fenomeni di
piena, nonché l’assenza di interferenze con il regime delle falde freatiche presenti.
Inoltre qualsiasi intervento ricadente nella fascia B del PAI è comunque soggetto a quanto previsto
dagli articoli 32, 38, 38bis, 39 e 41 delle NdA del PAI stesso.
- 4d
Rientra nella sottoclasse 4d il corpo discarica e le aree immediatamente adiacenti in località
Cava Biancinella; fatta salva l’inedificabilità assoluta del corpo discarica vero e proprio, nella
sottoclasse 4d una qualsiasi modifica della destinazione d’uso dovrà essere preceduta da una
campagna di indagini geognostiche/geofisiche, nonché analisi di laboratorio, atte ad accertere
l’eventuale estensione del sito contaminato ed eventuali dispersioni di reflui nel sottosuolo, in
applicazione del D.M. 471/1999, recante criteri, procedure e metodi per la messa in sicurezza, la
bonifica e il ripristino ambentale dei siti contaminati.