Telecom, suicida il capo della sicurezza- era stato il

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Telecom, suicida il capo della sicurezza- era stato il
Rasseg na Stampa
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Roma del 17 aprile-2014 fonte:
http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/parco_de_medici_suicidio_palazzo_telecom_inchiesta_in
tercettazioni_tavaroli/notizie/638025.shtml
Telecom, suicida il capo della sicurezza: era stato il
braccio destro di Giuliano Tavaroli
Capo della sicurezza si lancia dall'ottavo piano della sede della Telecom alla Magliana
di Marco De Risi
Lo hanno trovato davanti all'entrata dei garage del grande palazzo della Telecom, alla Magliana. Quando i
carabinieri sono arrivati sul posto, chiamati da un dipendente Telecom poco dopo le 11, non pensavano di
trovarsi di fronte a quello che da li a poco si sarebbe trasformato da un caso di suicidio a un vero e proprio
giallo.
La vittima infatti si chiama Emanuele Insinna, ha 54 anni, ma soprattutto è il capo della sicurezza della sede
della Telecom, ex collaboratore di Giuliano Tavaroli, il protagonista della nota inchiesta su spionaggio e
dossieraggio.
Dalle prime indiscrezioni Emanuele Insinna, sposato, padre di due figli, da oltre 15 anni in Telecom,
ultimamente sembra fosse molto depresso anche per motivi familiari. La procura di Roma ha aperto un
fascicolo sul suicidio. Il pm di turno ha già disposto l'autopsia.
L'inchiesta Telecom ha avuto inizio alla fine del 2005 con una prima tornata di 21 arresti. Un materiale
inedito e scottante quello che riguarda le ipotesi di reato secondo la Procura di Milano. In pratica i
magistrati sono convinti che per anni alcuni soggetti all’interno di Telecom Italia, fra i quali l’allora capo
della sicurezza Giuliano Tavaroli (che ha patteggiato la pena) ma anche investigatori privati e graduati delle
forze dell’ordine, avrebbero messo in piedi un sistema di intercettazioni illegale all’interno di Telecom
svolgendo un’attività di dossieraggio.
L’ipotesi degli investigatori è anche quella che gli spioni erano in contatto con settori dei servizi segreti.
Ecco che l’inchiesta Telecom si apre in altri rivoli fino a toccare il sequestro di persona avvenuto nel 2003 a
Milano dell'Imam di Milano Hassan Mustafa Osama Nasr. Un sequestro che sarebbe stato illegale e sarebbe
stato gestito dalla Cia ma anche da spioni italiani.
Non solo: il caso Telecom riguarda anche lo strano suicidio di Adamo Bove, l’ex poliziotto che fu messo a
capo della sicurezza della Telecom dopo lo scandalo. Il funzionario si gettò da un cavalcavia a Napoli e morì
sul colpo. Un suicidio contestato dai famigliari e che, forse, è ancora da chiarire. In questa matassa di
misteri, ora, si inserisce anche la morte di Emanuele Insinna (mai indagato nell'inchiesta).
L’uomo era stato infatti solo citato da Giuliano Tavaroli. In un passaggio dell'inchiesta, quando il gip
contesta a Tavaroli il possesso di atti riservati dei servizi segreti, lo stesso Tavaroli dichiara: «Lo escludo replica Tavaroli alle accuse del gip - Cattive interpretazioni, cattivissime... Si tratta di documenti redatti da
Emanuele Insinna, mio collaboratore nell'ufficio Telecom che si occupa del segreto di Stato».

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