contabilità analitica e costi standard nella programmazione e
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contabilità analitica e costi standard nella programmazione e
Arcieri Thomas (Matricola 1011215) A.A. 2014/2015 Relatore: Cristiana Cattaneo CONTABILITÀ ANALITICA E COSTI STANDARD NELLA PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO DELLA PRODUZIONE. IL CASO ABB ITALIA Il presente elaborato nasce dall’esperienza di Internship che ho avuto il piacere di svolgere all’interno della funzione Controlling per la divisione Electrification Products di ABB Spa, azienda leader nel settore delle tecnologie per l’energia e dell’automazione. Durante il percorso in azienda mi è stato affidato, tra le altre cose, il compito di partecipare attivamente, insieme ad altri componenti del team, al processo di ridefinizione del modello di controllo che guida la realtà aziendale a livello nazionale. Il risultato finale ricercato attraverso la stesura di questo elaborato, grazie ad un approccio che si avvale sia di un contributo teorico sia di un caso pratico, è proprio quello di esaminare, in modo approfondito e soprattutto critico, l’iniziativa intrapresa da ABB Italia relativa all’applicazione di un nuovo modello di Controlling e di Costing. A fronte di un mercato sempre più instabile e di profitti sempre più incerti, chiaramente le necessità informative della capogruppo e degli organi decisionali locali si fanno sempre più specifiche. In seguito, peraltro, alla scelta da parte della casa-madre di ridefinire gli obiettivi per il futuro e di riorganizzare strategicamente il business, il management di ABB Italia ritiene necessario rinvigorire il proprio modello di controllo di gestione. Uno dei fini perseguiti e raggiunti da ABB è così quello di ottenere una maggiore granularità dell’informazione e una maggiore leggibilità del Conto Economico, presupposto affinché il Controller possa disporre in ogni momento delle informazioni desiderate nel modo più accurato e dettagliato possibile, arrivando egli a giocare un ruolo di fondamentale importanza in qualità di partner a supporto strategico degli organi decisori. In altri termini, un importante traguardo conquistato, riguarda la stratificazione delle voci di C.E., ove si ricerca in particolare di evidenziare la contribuzione delle diverse categorie di costo alla generazione del costo complessivo, per ogni ‘oggetto di costo’. Il controllo dei costi è in effetti un momento fondamentale del controllo di gestione con riferimento alla divisione EP, in virtù di un’intensa attività produttiva, generatrice di costi che impattano fortemente sulla redditività complessiva del business. Si tratta di un sistema di controllo dei costi incentrato sull’analisi dei centri di costo (aree di responsabilità e unità della struttura organizzativa), che alimentano la struttura del costo del prodotto lungo tutta la sua filiera di acquisto, trasformazione e vendita. È evidente dunque, l’esigenza del Controller d’indagare la gestione con maggiore attenzione dedicata non solo alle aggregazioni di costo riferite ai suddetti centri, ma in maniera più approfondita, alle specifiche unità di prodotto. A questo scopo, il team coinvolto nel progetto, ha optato per introdurre, parallelamente ad un sistema di Contabilità Analitica che ragiona a consuntivo, un sistema che fa perno sugli standard produttivi e che funziona con le stesse logiche del primo, così da rendere i dati del tutto confrontabili e permettere al Controller un’ottimale analisi delle varianze direttamente a Conto Economico. Uno dei vantaggi è quello di poter definire a priori un desiderato ma verosimilmente raggiungibile livello di efficienza produttiva da confrontare in itinere con l’efficienza che l’impresa effettivamente è in grado di raggiungere, rilevando con estrema tempestività la causa di eventuali scostamenti tra la situazione ‘ideale’ e quella effettiva. L’impresa si garantisce così la possibilità di tenere sotto controllo i propri costi industriali e di minimizzare le inefficienze di processo, a fronte di una produzione che si caratterizza per un livello di qualità massimo. Il risultato è notevole. A partire da un complesso modello di calcolo inserito nel sistema amministrativo integrato (SAP), l’analista può interrogare il sistema da diverse prospettive, con possibilità di pervenire ad un Direct Cost e simultaneamente ad un Full Cost industriale, il più possibile accurati, per ogni singolo oggetto di analisi (che può essere nel dettaglio massimo l’univoca combinazione codice materiale – codice cliente, o addirittura il singolo ordine di vendita). La strutturazione per centri di costo senza dubbio facilita l’applicazione di un Activity Based Model come metodologia di costing adeguata alle necessità. Va detto però che la tendenza dell’ABC, diffusa in campo accademico, di superare i limiti dei tradizionali modelli di costing, nell’ottica di spiegare tutti i costi aziendali riconducendoli ai prodotti, non viene massimamente sfruttata nel progetto. È comprensibile, tuttavia, che questi ultimi possano non esser ritenuti responsabili di tutti i costi aziendali ed è perciò giustificabile la scelta, compatibile con le intenzioni analitiche individuate e con una visione contemporanea del controllo di gestione, di applicare un Activity Based Model che non coinvolga tutte le attività aziendali nel calcolo del costo dei prodotti, ma solo quelle contestualizzate nell’ambiente produttivo.