Untitled - Est Ticino Villoresi

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Consorzio di Bonifica Est Ticino-Villoresi
F. Ticino – Conca del Panperduto : Ristrutturazione e completamento dell’opera esistente
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RELAZIONE TECNICA GENERALE
INDICE :
1
Generalità .............................................................................................................. 2
2
Il nodo di ripartizione del Panperduto. ............................................................ 4
3
2.1
Traversa sul Ticino ............................................................................................................ 5
2.2
Edificio regolatore ............................................................................................................. 7
2.3
Bacino di distribuzione ..................................................................................................... 8
2.4
Sfioratore ............................................................................................................................. 9
Conca di navigazione delle barche. ................................................................. 11
3.1
Stato attuale della conca.................................................................................................. 11
4
Intervento di progetto........................................................................................ 14
5
Manutenzione della conca. ............................................................................... 16
5.1
Risanamento delle sponde e del fondo della conca. ................................................... 16
5.1.1
Verifica al galleggiamento ............................................................................. 16
5.1.2
Intervento sulla conca..................................................................................... 20
5.2
Consolidamento delle opere murarie. .......................................................................... 21
5.3
Sostituzione delle porte vinciane ................................................................................... 22
5.4
Sistemazione dei canali di accesso................................................................................. 23
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Relazione tecnica generale
1
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F. Ticino – Conca del Panperduto : Ristrutturazione e completamento dell’opera esistente
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1
Generalità
L’intervento in oggetto si riferisce alla ristrutturazione della conca di
navigazione a servizio della diga del Panperduto. Esso si inserisce nell’ambito
dello sviluppo della navigazione turistica fluviale, previsto dalla Regione
Lombrdia, che comprende gli interventi in grado di consentire la navigabilità
turistica dal lago Maggiore al primo tratto del Ticino, fino al Canale Industriale
Enel.
La diga del Panperduto, gestita dal Consorzio Est Ticino-Villoresi, forma un
bacino nel quale sono realizzate le opere di derivazione dal Ticino, che
alimentano le utenze irrigue e regola l’accesso al Canale Industriale: a monte,
sono inseriti altri due sbarramenti.
Per l’attivazione della via navigabile, è quindi necessario procedere alla
riattivazione delle conche afferenti i seguenti sbarramenti:
•
Sbarramento della Miorina;
•
Sbarramento di Porto della Torre;
•
Sbarramento del Panperduto;
•
Sbarramento della Maddalena (accesso al Canale Industriale).
La diga di Panperduto risulta già fornita di conca di navigazione; essa
tuttavia, necessita di un intervento di ristrutturazione, essendo in cattivo stato
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di conservazione ed inadeguata ad assicurare il collegamento tra le zone di
monte e di valle del corso d’acqua.
La presente relazione illustra i criteri di intervento e le problematiche
inerenti i lavori di ripristino e completamento della conca di navigazione della
Diga di Panperduto, lungo il Fiume Ticino.
La conca è stata realizzata nei primi decenni del ‘900, in epoca successiva
alla diga che mette in comunicazione il Ticino con il Canale Villoresi ed il
Canale Industriale.
La presenza della conca quello è di consentire il transito delle imbarcazioni
con qualsiasi tipo di portata del Ticino, grazie alla vasca interna di
compensazione, che mette in comunicazione il tratto di monte del corso d’acqua
con quello di valle: essa si presenta attualmente fuori esercizio.
Pertanto, con il presente intervento di manutenzione straordinaria
finalizzata alla ristrutturazione, sarà possibile ripristinare la funzionalità della
conca, in modo da permettere alle imbarcazioni di superare l’ostacolo costituito
dal salto della Diga di Panperduto.
D’altra parte, la riattivazione della navigazione fluviale, oltre al recupero
funzionale delle conche esistenti, rappresenta anche il recupero di una rilevante
testimonianza storica. A tal fine, gli interventi previsti nel presente progetto,
sono stati volti alla salvaguardia delle opere nel contesto in cui sono state
realizzate.
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Il nodo di ripartizione del Panperduto.
Il nodo idraulico del Panperduto ha lo scopo di derivare le acque dal Fiume
Ticino verso il canale Villoresi ed il canale industriale dell’ENEL attraverso
appositi manufatti.
La derivazione delle acque viene effettuata tramite una traversa sul Fiume
Ticino a lato della quale, attraverso un edificio regolatore, le acque vengono
ripartite in un bacino di distribuzione. Al termine di questo bacino le acque
vengono in parte restituite al fiume e in parte vengono derivate, tramite un’altra
opera di presa, nel Canale Villoresi e nel Canale Industriale.
Il sistema prevede la possibilità di mantenere la navigabilità del corso
d’acqua attraverso dei canali e delle conche di navigazione in corrispondenza di
tutti i manufatti, che non sono al momento utilizzabili.
Il sistema è completato da uno scaricatore per le sabbie (dal bacino di
distribuzione al fiume), da uno sfioratore a raso che, quando il livello idrico nel
bacino di distribuzione supera una quota fissata, scarica parte delle acque nel
Fiume Ticino e dalla rampa di risalita dei pesci. Quest’ultimo manufatto risulta
però da tempo abbandonato attraverso la tamponatura della presa nel bacino di
distribuzione.
In sponda sinistra del Fiume Ticino, appena a valle dell’edificio regolatore,
si trova la costruzione adibita ad ufficio centrale di controllo del Nodo
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idraulico, al quale vengono trasmessi i principali dati relativi al sistema e dal
quale è possibile effettuare alcune delle manovre e dei comandi necessari.
Il funzionamento idraulico del sistema è il seguente: la traversa sul Ticino
crea il carico necessario all’efflusso della portata prevista attraverso le paratoie
dell’edificio regolatore; la portata derivata attraversa il bacino di distribuzione,
nel quale viene mantenuto un livello idrico intorno ai 186.00 m s.l.m.; da questo,
attraverso uno sfioratore e due opere di presa con paratoie regolabili, la portata
viene ripartita verso le diverse utenze: il Canale Villoresi, il Canale Industriale e
la restituzione al Fiume Ticino.
2.1
Traversa sul Ticino
La traversa sul Fiume Ticino ha una lunghezza di 289.44 m ed una quota del
ciglio finito di 185.75 m s.l.m..
La traversa è formata da un nucleo in
calcestruzzo ricoperto da un manto in granito; la sommità, orizzontale, ha una
larghezza di 1.00 m e si raccorda all’alveo a monte e a valle con due scarpe ad
arco di cerchio, con raggio di curvatura rispettivamente di 2.85 m e di 2.50 m. Il
manufatto ha complessivamente una dimensione trasversale di 23.65 m ed
un’altezza massima di 4.75 m rispetto al piano di monte dell’opera. La traversa
ha una direzione leggermente obliqua rispetto a quella del flusso in modo tale
da costituire un “invito” per la corrente verso l’edificio regolatore.
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Alla base della scarpata di valle è stato realizzato un dissipatore con blocchi
di calcestruzzo e massi ciclopici.
A monte e a valle dell’opera la fondazione è protetta da due taglioni in
calcestruzzo, di forma trapezia, profondi rispettivamente 2.5 m e 4.25 m rispetto
alle quote di fondo di monte e di valle.
La quota di sommità della traversa può essere innalzata grazie ad un tubo
flessibile, in gomma, dal diametro di 0.40, posizionato in sommità. Quando il
tubo è vuoto la traversa mantiene la quota di sommità originaria, di 185.75 m
s.l.m., quando la tubazione viene riempita d’acqua essa crea un ulteriore
sbarramento che porta la quota della traversa a 186.15 m s.l.m., in modo da
innalzare il carico sull’opera di presa.
Il setto regolabile viene utilizzato per sfiorare una certa portata sopra la
traversa, ad esempio per garantire il minimo deflusso vitale. I tre setti vengono
comunque abbattuti automaticamente quando si ha tracimazione con un carico
al di sopra dei tubi maggiore di 10 cm, in modo da evitare un aumento
eccessivo dei livelli nel fiume a monte della traversa.
Il bacino a monte dell’opera è costituito da un’ansa del fiume, dove questo
si allarga da circa 130 m a circa 350 m. Le sponde, per un’estensione di circa 500
m a monte dell’opera, sono protette da argini in muratura sia in destra che in
sinistra idrografica.
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2.2
Edificio regolatore
L’edificio regolatore costituisce l’opera di presa attraverso la quale le acque
vengono derivate dal fiume al bacino di distribuzione, per poi essere in parte
inviate ai diversi canali, in parte restituite al Ticino.
L’opera prende origine dalla spalla sinistra alla traversa e si sviluppa in
direzione perpendicolare al deflusso delle acque.
L’edificio ha una lunghezza complessiva (al netto delle due spalle) di 65.60
m, un’altezza di 12.80 m sulla fondazione ed una larghezza compresa tra 4 m e
7 m. Esso è formato da tre corpi avanzati (uno centrale, formato da tre archi, e
due laterali, formati da un arco ciascuno) e da due corpi rientranti composti da
una serie di archi minori.
L’edificio è costituito da 15 archi, separati da altrettante pile, ognuno dei
quali è a sua volta suddiviso in due da una pila di dimensioni minori. Si
vengono così a formare 30 luci, regolate tramite paratoie.
Le luci hanno
dimensione netta di 1.5 m per 3.0 m. Ogni luce è sormontata da un arco in
muratura, poggiato da un lato su una pila grande e da un lato su una pila
piccola. Le pile grandi sorreggono il pavimento di una loggia di manovra che
occupa il corpo superiore dell’edificio.
Questa loggia, coperta, contiene gli
organi di manovra ed i quadri elettrici delle paratoie. Le murature della loggia
sono in mattoni; sotto ogni arco, lato monte, si trova l’attuatore della singola
paratoia.
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Nel loggiato vi sono inoltre i due quadri elettrici che controllano la
movimentazione delle paratoie; da essi è possibile leggere in continuo
l’ampiezza dell’apertura di ogni paratoia e comandarne l’apertura e la chiusura;
la regolazione può essere inoltre effettuata anche dall’ufficio centrale ubicato
sulla sponda sinistra, immediatamente a valle dell’edificio regolatore.
In
gestione ordinaria, la regolazione delle paratoie avviene automaticamente, in
base alle oscillazioni del livello nel bacino di distribuzione.
Nelle pile di
monte sono presenti delle scanalature nel granito che
costituiscono i gargami delle paratoie.
A monte e a valle dell’edificio vi sono due ballatoi di servizio, con
pavimento in pietra e parapetti di ferro.
Dai ballatoi è possibile accedere alle luci di efflusso e alle paratoie. Come a
monte, anche sul paramento di valle, sotto gli archi del ballatoio, sono presenti
dei gargami in granito entro i quali è possibile inserire manualmente dei
panconi per la chiusura delle luci di efflusso.
2.3
Bacino di distribuzione
A valle dell’opera di presa si trova il bacino di distribuzione delle acque,
lungo circa 700 m e con larghezza variabile tra 65 m e 90 m.
La sponda sinistra del bacino è costituita dal terrazzo originario del Fiume
Ticino; la sponda destra è formata da un muro e, verso valle, da un doppio
argine in terra.
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Lungo il perimetro del bacino sono presenti vari manufatti idraulici; quelli
maggiormente significativi per il funzionamento del sistema di derivazione
sono lo sfioratore e le opere di presa situati all’estremo di valle del bacino.
Oltre a questi vi è uno scaricatore delle sabbie, per la restituzione nell’alveo del
Fiume Ticino del materiale solido eventualmente transitato attraverso le bocche
dell’edificio regolatore ed uno sfioratore a raso. Il primo si trova circa 70 m a
valle della traversa ed è costituito da quattro bocche, le cui paratoie sono
movimentate da motori elettrici.
Lo sfioratore a raso è invece posizionato nel tratto di sponda in terra.
In condizioni di esercizio, il livello idrico nel bacino si mantiene
costantemente
intorno alla quota di 186.02 m s.l.m., tramite un sensore
idrometrico piezoresistivo che trasmette i livelli misurati ad una centralina che
modifica di conseguenza l’apertura delle paratoie dell’edificio regolatore. Il
sensore è posizionato lungo la sponda destra del bacino, immediatamente a
monte dello sfioratore a raso.
2.4
Sfioratore
Lo sfioratore situato all’estremo di valle del bacino ha la funzione di
restituire al F. Ticino la portata che non viene derivata dal canale industriale e
dal canale Villoresi.
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L’opera presenta una lunghezza di 72.9 m, ed è composta da 19 luci dalla
larghezza di 3 m ciascuna; al di sopra delle luci una passerella pedonale
consente il passaggio e la manovra dei panconi.
La soglia delle luci si trova a quota 184.44 m s.l.m.; a valle delle luci vi è un
salto di circa 4.70 m, per cui il fondo dell’alveo è protetto da una traversa sulla
quale sono stati realizzati dei “denti” in calcestruzzo per la dissipazione
dell’energia della corrente.
Da qui le acque confluiscono nuovamente nel
Fiume Ticino.
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Conca di navigazione delle barche.
Tra l’edificio regolatore e la sponda sinistra del Ticino è presente la conca di
navigazione per il superamento del dislivello tra i peli liberi a monte e a valle
dell’opera di presa. La conca è chiusa a monte da una doppia porta vinciana, di
cui la parte superiore viene chiusa solo in caso di piena; a valle è presente una
porta unica a due ante. L’immissione dell’acqua nella conca avviene tramite una
bocca con paratoia che si trova nel muro laterale sinistro a monte della conca; la
porta di valle è anch’essa munita di bocche. A monte ed a valle della conca vi
sono due tratti di un canale di navigazione (callone), che raccorda il Fiume
Ticino a monte con il bacino di distribuzione a valle: quello di monte ha uno
sviluppo di circa 90 m ed una larghezza intorno ai 15 m; il callone di valle si
sviluppa per una lunghezza di circa 350 m e presenta una larghezza variabile
intorno a 15 m.
3.1
Stato attuale della conca.
La conca di navigazione della Diga del Panperduto è fornita di due coppie
di porte vinciane in acciaio, incardinate ed imbasate su strutture murarie
realizzate con le tecniche in uso nel periodo di costruzione.
Il bacino di manovra presenta una lunghezza totale di 33.5 metri, con una
lunghezza utile intorno ai 25 m. La sezione traversale corrente è pari a 8 metri;
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il tirante idrico medio è generalmente superiore ai 2 m, anche se attualmente la
conca ed il canale di accesso risultano interessati da un cospicuo interrimento.
La porta vinciana di monte è costituita da un doppio ordine verticale: il
primo ordine di porte vinciane ha un’altezza di 4.10 m ed arriva alla quota di
187.60 msm; il livello superiore, che parte da tale quota, giunge sino a 190.00
msm, quota coincidente con quella del camminamento, ed ha un’altezza di 2.40
m.
La porta vinciana della conca, ubicata a valle, è costituita da un solo ordine
di paratoie, avente un’altezza di 4.10 m.
Le dimensioni ridotte della conca non consentono l’accesso a imbarcazioni
tipo peniche o a quelle delle idrovie di Ia classe. Pertanto non è stata definita
un’imbarcazione tipo, anche considerato che la via fluviale in esame, non è
interessata da traffico commerciale, per cui è destinata esclusivamente a natanti
di tipo turistico.
La conca esistente è rivestita con lastre di pietra naturale d’epoca, sulle
pareti laterali, ed è fornita di cremagliere per le manovre di apertura/chiusura
delle porte, organi di manovra manuali, canali di alimentazione e scarico
dell’acqua, scalette, gargami, ed altre opere accessorie.
Dall’esame delle opere esistenti, è emerso che lo stato di conservazione delle
porte metalliche è certamente compromesso, al punto da necessitare della sua
completa sostituzione, con i relativi battenti.
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Sono anche deteriorate, a causa dei cicli di gelo e sgelo nonchè dell'azione
dell'acqua, le sponde, in particolare nella zona di bagnasciuga dove si rilevano
distacchi di porzioni di calcestruzzo.
Per effetto del trasporto solido operato dalla corrente del Ticino, si è
deposto del limo sul fondo del canale di ingresso della conca e della conca
stessa.
Il fondo del canale di accesso alla conca dal fiume, nel tratto finale, è
rivestito con pietrame: lo stato di questo rivestimento risulta abbastanza
alterato; tuttavia, la mancanza di un rilievo diretto non consente una diagnosi
precisa delle sue effettive condizioni, per cui si ritiene necessario un intervento
di ripristino.
Per quanto concerne il sistema di alimentazione, la vasca esistente è già
dotata di acquedotti laterali che si estendono per tutta la lunghezza della conca.
Il riempimento e lo svuotamento della conca è ottenuto tramite due condotti
di alimentazione, uno per ogni lato della conca, dotati di paratoie di
intercettazione alle estremità, che sboccano nei mandracchi di monte e di valle.
Le luci hanno una sezione pari a 0.50 x 0.50 m e una distanza da imbocco a
sbocco di circa 15 m. Sono collegati alla vasca tramite 4 luci che funzionano
alternativamente nei due sensi durante le manovre di riempimento e di
svuotamento.
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La conca risulta sprovvista delle guide necessarie alla navigazione, della
segnaletica, degli ormeggi per l’attesa delle operazioni effettaute da altro
natante.
4
Intervento di progetto.
Alla luce di quanto sopra descritto, le opere di ristrutturazione e
completamento definite nel presente progetto risultano articolate in due
capitoli: le opere di impianto (elettrico, meccanico) e le opere civili afferenti alla
messa in secco ed alla ristrutturazione delle opere.
Nel proseguo vengono descritte queste ultime e si rimanda per la parte
elettrica e meccanica alle relative relazioni ed al disciplinare.
Prioritario per l'esecuzione dei lavori di ripristino della conca, risulta essere
la fornitura di due coppie di paratoie in acciaio (panconi), necessarie alla messa
a secco del bacino. Esse saranno inserite nella coppia di gargami esistenti ed
opportunamente ristrutturati, ubicati alle estremità della vasca: la prima lato
Ticino ad alcuni metri dalle porte di monte, la seconda oltre le porte di valle in
direzione del Canale Villoresi.
La soluzione consentirà di poter disporre dei gargami per l'infilaggio di
panconi di chiusura, rendendo la struttura definitiva al fine di contenere i futuri
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costi relativi alle operazioni di manutenzione della conca, che si rendereranno
necessari durante l’esercizio.
Dopo aver posizionato i panconi di chiusura e proceduto al prosciugamento
della conca, mediante aggottamento dell'acqua con apposite pompe, si
procederà alla rimozione delle porte vinciane; quindi sarà effettuata la
rimozione del deposito solido sul fondo della conca e la pulitura delle murature
per effettuare i lavori di risanamento delle sponde e della platea di fondo; dopo
tali lavori sarà possibile realizzare eseguire l’intervento vero e proprio di
rifunzionalizzazione della vasca.
L’intervento complessivo pertanto consisterà nelle seguenti fasi di lavoro:
•
fornitura e posa strutture di sostegno provvisionali (panconi) e
aggottamento della conca;
•
zavorramento della platea di fondazione con jet-grouting;
•
risanamento delle sponde e del fondo della vasca;
•
consolidamento delle opere murarie;
•
asportazione porte vinciane e meccanismi esistenti;
•
fornitura e posa di nuove porte vinciane;
•
fornitura e posa della parte elettromeccanica e dell’impianto elettrico;
•
pulizia del fondo dei canali di accesso e posa di scogli stabilizzanti;
•
opere accessorie (pontili, centraline, segnaletica, impianto videocitofonico).
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L’area d’intervento ricade in zona dichiarata non sismica ai sensi della
normativa in vigore.
5
Rifunzionalizzazione della conca.
Lo sbarramento provvisorio del canale comporta lo svolgimento delle
seguenti fasi esecutive:
•
infissione di due palancole parallele in acciaio laminato disposte
trasversalmente all’asse del canale ad una distanza di 1.50m, di
lunghezza utile complessiva 8m e altezza 5m.
•
svuotamento del tratto di canale compreso tra le due coppie di
panconi, per l’esecuzione dell’intervento di manutenzione della
conca.
5.1
Risanamento delle sponde e del fondo della conca.
La verifica al galleggiamento svolta, ha evidenziato che l’attuale stato della
conca non è in grado di contrastare la sottospinta legata al carico idrostatico in
condizione di fiume in piena coincidente con la vasca all’asciutto.
5.1.1 Verifica al galleggiamento.
La conca di navigazione ha una larghezza di 8 m, una lunghezza nel senso
del moto di 33.5 m e lo spessore della piastra di fondazione è pari a circa 1 m; lo
schema della vasca è riportato nella figura successiva.
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La conca può essere schematizzata come una piastra rigida di spessore pari
a 1 m, soggetta ad una sottospinta S dovuta alla colonna d’acqua agente a
monte e a valle della conca stessa.
In condizione di conca vuota, per l’esecuzione della manutenzione
necessaria, e considerando che il livello a monte e a valle sia lo stesso,
circostanza che si verifica effettivamente durante le piene, per effetto
dell’apertura delle paratoie della traversa, si ottiene un dislivello tra il livello
idrico e la quota del fondo vasca di 5 m; rispetto all’intradosso della piastra di
fondazione quindi il battente idrico è pari a 6m: in tali condizioni, la piastra è
soggetta ad un carico uniformemente distribuito, espresso da:
q = γa x h = 6 T/m2 = 60 KN/m2
con γa peso specifico dell’acqua ed h altezza della colonna d’acqua (6 m).
La sottospinta S, agente sulla striscia unitaria, con una forza diretta verso
l’alto, è pari a:
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S= q x B x 1= 6 x 33.5 x 1= 201 T/m = 2010 KN/m.
Considerato lo spessore della piastra pari a 1 m, il peso della striscia
unitaria risulta, considerando il peso specifico del γcls = 2,5 T/m3 :
P=D x B x γcls = 83.8 T/m = 838 KN/m
La verifica a galleggiamento della conca viene effettuata valutando il
coefficiente di sicurezza Ks, pari al rapporto tra le forze resistenti, in questo caso
la forza peso P, e le forze che provocano il galleggiamento, ossia la sottospinta
S.
Tale coefficiente è pari a:
Ks= P/S= 838/2010 = 0.42
Evidentemente la verifica a galleggiamento non è soddisfatta essendo il
coefficiente di sicurezza Ks inferiore all’unità; risulta allora necessario operare
un intervento che garantisca un coefficiente di sicurezza che superi l’unità.
L’intervento di progetto prevede di adeguare la struttura della platea al
carico legato alla sottospinta, nelle condizioni di manutenzione, rendendola
solidale con il terreno di fondazione. L’intervento prevede il consolidamento
del terreno, eseguito con iniezioni di miscele cementizie ad alta pressione (jetgrounting) e la posa di barre di acciaio al fine di garantire il collegamento fra il
fondo della vasca ed il terreno così consolidato.
L’esecuzione di pali di jet-grounting prevede la loro sovrapposizione, al fine
di assicurare il completo riempimento del terreno sottostante.
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L’effetto del jet-grounting è , infatti, quello di dotare il terreno sottostante di
una forza capace di controbilanciare le spinta di galleggiamento: il terreno
reagisce con un carico uniformemente distribuito agente sulla base della piastra
e pari a:
q = γg x hg
dove γg è il peso specifico del terreno dotato di elevato grado di
consolidazione, assunto pari a 2.0 T /m3, e hg è lo spessore di terreno nel quale
sono inseriti i pali, pari alla lunghezza dei pali di progetto, pari a 3,6 m.
La forza Pg agente sulla striscia unitaria, considerando uno spessore di jetgrounting di hg, è pari a:
Pg = B x γg x hg =33.5 x 2 x 3.6 = 241.2 T/m= 2412 KN/m.
Da quanto sopra discende che il coefficiente di sicurezza della struttura a
seguito dell’intervento di consolidamento del terreno, è pari a:
Ks = (P + Pg )/ S = (838 + 2412)/ 201=1.61.
Essendo quindi il coefficiente di sicurezza superiore all’unità, la verifica a
galleggiamento risulta soddisfatta.
Per limitare il numero di fori nella platea si prevede l’esecuzione di fori con
diametro di 1.80 mt eseguiti ad interasse di 1.20 mt con una lunghezza di 3.6 mt.
L’ancoraggio fra la platea e lo strato di terreno trattato, sarà ottenuto mediante
la posa in asse di ciascun palo e per tutta la sua lunghezza, di un tubolare di
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acciaio Fe 360, a sezione circolare del diametro di 42.2 mm e di 5 mm di
spessore, ancorato per 90÷95 cm nella platea.
Per le caratteristiche di impiego del jet-grouting, si rinvia alle disposizioni
riportate nell’allegato “ Disciplinare tecnico”.
5.1.2 Intervento sulla conca.
In definitiva, l’intervento di sistemazione della platea e delle sponde, una
volta portato all’asciutto la conca e rimosso il sedimento depositato sul fondo,
prevede le seguenti fasi:
•
preparazione
della
superficie
ammalorata
della
soletta
in
conglomerato cementizio delle sponde e del fondo, mediante
scarificatura e idrolavaggio;
•
zavorramento della platea di fondazione mediante un intervento di
consolidamento del terreno sottostante con ancoraggio dei jetgrouting alla platea;
•
ripristino della superficie dei muri spondali e del fondo in
calcestruzzo ammalorato, mediante l'utilizzo di apposite malte
tixotropiche, per la riparazione delle zone degradate;
•
ripristino delle lastre di pietra lungo i muri, mediante fissaggio degli
elementi con utilizzo di malte idonee.
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Le lavorazioni sulla muratura verranno completate mediante il ripristino
e/o la fornitura e posa in opera di blocchi in pietra naturale per il rifacimento
delle parti deteriorate e il restauro del faccia vista mediante pulitura e
stuccatura dei ricorsi.
5.2
Consolidamento delle opere murarie.
L’intervento di ripristino dei manufatti in muratura verrà eseguito una volta
smontate le porte vinciane esistenti. Si procederà al consolidamento della massa
muraria tramite l'iniezione di miscela legante al fine di restituire il corretto
grado di consolidazione estendendo tale intervento all'intero spessore.
In particolare sono previste iniezioni di miscela di boiacca cementizia con
additivo antiritiro armate con barre di acciaio φ 16 mm, in corrispondenza delle
zone di battuta delle porte e sulla parte superiore per permettere una resistenza
a trazione della zona interessata dalle sollecitazioni prodotte dai supporti
metallici di testa; tale opera di cucitura consentirà di ancorare efficacemente i
perni delle nuove porte.
Inoltre nelle zone di ancoraggio delle porte, bisognerà in accordo con la
D.L., procedere a:
•
rimozione delle eventuali parti disconnesse;
•
nuovo getto di calcestruzzo per il ripristino della monoliticità del
blocco di fondazione;
•
inghisaggio con malte espansive delle nuove zanche;
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•
collocamento (mantenendo invariato l’asse delle cerniere) dei perni
realizzati in officina.
Alle due estremità della conca saranno ricostituiti i gargami per la posa del
palancolato necessario alla manutenzione della conca, mantenendo in esercizio
la traversa ed il bacino di distribuzione. All’uopo, saranno utilizzati profilati in
acciaio tipo UPN220, alloggiati in appositi cordoli di calcestruzzo di cemento
armato, ricavati mediante parziale demolizione della muratura e del fondo.
I cordoli saranno collocati in sede mediante tagli laterali dei manufatti
eseguiti con apposite macchine e demolizione con martelli pneumatici.
I cordoli saranno uniti al manufatto esistente mediante ancoraggi costituiti
da barre in acciaio φ 20 per c.a. ad aderenza migliorata, opportunamente
inghisati con malta per ancoraggi in fori da 40 mm, profondità 500 mm, ad
interasse di 80 cm.
Per le parti rimanenti della struttura, è previsto invece il consolidamento
mediante iniezioni non armate, essendo prevalenti gli sforzi di compressione;
sarà quindi sufficiente a ripristinare ed assicurare la monoliticità del corpo
murario.
5.3
Sostituzione delle porte vinciane
L’intervento di sostituzione delle porte vinciane si rende necessario a
seguito del cattivo stato delle attuali strutture.
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Ciascun elemento della coppia di porte vinciane lato monte, costituita su
due ordini di paratoie disposte verticalmente, avrà un’altezza di 4.10 m, e
larghezza 4.35 m (paratoia inferiore), mentre quella superiore avrà un’altezza di
2.40 m.
La coppia di porte vinciane lato valle sarà provvista delle due paratoie
inferiori, aventi un’altezza di 4.10 m, e larghezza 4.35 m.
L’angolo di inclinazione della singola porta rispetto all’asse del canale sarà
pari a 67,5°.
Per la movimentazione delle paratoie a battente, è previsto l’utilizzo di
motori elettrici asincroni trifase, accoppiate ad un sistema a cremagliera saldato
alla porta: questo sistema è identico a quello esistente (ad azionamento
manuale), per il quale, per motivi di tutela ambientale, è stata prevista la
semplice sostituzione. Ovviamente, il meccanismo di movimentazione manuale
esistente, sarà sostituito da un sistema azionato da motori elettrici. Sarà inoltre
inserita una idonea copertura mediante profilati in acciaio per la protezione
della ghiera, attualmente sprovvista di un sistema che eviti il contatto
accidentale con organi in movimento.
5.4
Sistemazione dei canali di accesso.
Attualmente il fondo dei canali di accesso alla conca presenta un cospicuo
interrimento, che riduce il tirante idrico disponibile per la navigazione.
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Pertanto, ai fini della disponibilità di un fondale adeguato, è necessario un
intervento di pulizia del fondale mediante scavo e trasporto a discarica del
materiale.
Nei tratti adiacenti la vasca, il fondo del canale di accesso di monte,
delimitato dall’arginello lungo la sponda sinistra del Ticino, è rivestito con
pietrame, parzialmente deteriorato.
L’intervento di ripristino consisterà nella posa in opera di pietrame di
pezzatura idonea, costituito da massi naturali fino a 500 kg, collocati sul fondo
del canale e sistemati in modo da evitare l’erosione dei terreni fini cosituenti il
fondo a seguito del movimento indotto dalle eliche.
Anche per il canale di valle è previsto un intervento analogo di pulizia e
posa in opera di massi naturali, anche se lo spesso re dei depositi è inferiore
rispetto a quello di monte.
Per quanto concerne le opere accessorie, l’intervento di progetto comprende
i pali guida in prosecuzione dell’arginello del canale di accesso, che fungerà da
guida per l’imbarcazione in arrivo alla conca, e costituirà al contempo un
presidio per evitare che i natanti in avvicinamento, per errori di manovra o
avarie, possano essere trascinate verso lo sbarramento.
L’opera guida sarà realizzata in legno, con briccole posate ad intervallo di
circa 5 m. A valle non vi sono problemi per l’approccio allo sbarramento e le
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briccole previste hanno solo la funzione di delimitare il canale navigabile e
favorire la manovra di approccio alla conca.
Sia a monte che a valle, vi sarà necessità di sbarco da parte degli utenti, per
accedere ai quadri di comando e avviare direttamente l’operazione di concata in
caso di gestione automatizzata o quanto meno per interagire con gli operatori di
conca in caso di telecontrollo.
A questo scopo, sulla sponda sinistra del fiume (sia a monte che a valle),
verranno attrezzati due appositi pontili per consentire l’attracco delle
imbarcazioni in attesa di effettuare la concata. I pontili saranno del tipo
galleggiante, per svincolare la struttura dall’escursione del livello idrico
fluviale. I pontili avranno dimensioni 12,0x2,5, con un affondamento di 20-25
cm, mentre la parte fuori acqua emergerà per circa 60-70 cm. Il fissaggio delle
cime di ormeggio del natante al modulo galleggiante sarà realizzato mediante
anelli, costruiti in acciaio stampato a caldo ed assemblati al telaio mediante
bulloneria inox.
Lo scorrimento del pontile alle escursioni del livello idrico fluviale, sarà
garantito da un sistema di pali scorrevoli in apposite guide. I pali di ormeggio
avranno diametro 300 mm, e saranno realizzati in acciaio zincato a caldo
verniciato.
L’ancoraggio del pontile al palo di ormeggio sarà costituito da anello di
guida in acciaio zincato completo di cuscinetti silenziatori antifrizione.
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I pontili inoltre, verranno dotati di idonee passerelle per consentire lo
sbarco.
Nella vasca saranno alloggiate n°4 anelli in acciaio stampato a caldo, per
assicurare la stabilità del natante. Sempre nella vasca, è previsto l’inserimento
di 2 scalette in acciaio per l’accesso al fondo, con possibilità di utilizzo in
condizionidi emergenza per l’abbandono del natante.
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