pontificia università urbaniana

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pontificia università urbaniana
PONTIFICIA UNIVERSITÀ URBANIANA
ISTITUTO DI CATECHESI
E
SPIRITUALITÀ MISSIONARIA
L’EDUCAZIONE ALLA FEDE DEI PREADOLESCENTI NELLA PARROCCHIA DI S. GIUDA,
ARCIDIOCESI DI YANGON, MYANMAR
Studentessa:KAI NAN Lucy
TESINA DI MAGISTERO IN SCIENZE RELIGIOSE
(CATECHESI MISSIONARIA)
Moderatore: Prof. Luciano MEDDI
Correlatore: Prof. Silvestro PALUZZI
ROMA 2009
1
RINGRAZIAMENTO
Vorrei esprimere qui la mia riconoscenza e il ringraziamento a coloro che mi hanno
aiutata a compiere questo studio. Innanzitutto vorrei ringraziare Dio Padre Onnipotente per
la Sua provvidenza, sperimentata nel mio lavoro e nella mia vita e Maria Madre di Dio e
Madre nostra che mi ha sempre accompagnato con la sua grazia il mio cammino di studio
e di lavoro.
Ringrazio la mia famiglia soprattutto il mio papa che mi hanno sostenuta con amore e
preghiere. Ringrazio la mia congregazione, che mi hanno dato amore e il coraggio per la
possibilità di approfondire la vita consacrata.
Ringrazio la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli che mi ha data la
possibilità di studiare qui all’Università Urbaniana, in modo particolare tutte le superiore
del Collegio Mater Ecclesiae: Madre Dolores, Madre Ester e Madre Rosi, e tutte le suore
della Congregazione di figlie dello Spirito Santo che mi hanno sostenuta con le loro
preghiere e incoraggiamenti.
La mia cordiale gratitudine si rivolge particolarmente al mio moderatore, il Prof.
Luciano Meddi, con la cui guida scrupolosa e paziente ho elaborato questo lavoro.
Ringrazio sinceramente al mio correlatore, il Prof. Silvestro Paluzzi che mi ha
accompagnata con tanta pazienza e con i suoi suggerimenti per completare il mio lavoro e
maturare la mia conoscenza religiosa.
Sono anche grata a tutti i professori, soprattutto Prof. Kipoy che mi ha data
conoscenze ed esperienze preziose. Inoltre ringrazio con tutto il cuore Madre Ida (Suore
della Riparazione) per la sua gentilezza e generosità mostrata nel leggere e nel correggere
questo lavoro.
Un riconoscimento sempre vivo per i miei amici, soprattutto gli studenti del quarto
anno, con i quali abbiamo condiviso gioie e dolori nel nostro cammino di studio e di vita
quotidiana al collegio Mater Ecclesiae.
Vi assicuro le mie preghiere. Ci benedica il Signore e porti a compimento questo lavoro.
SIGLE E ABBREVIAZIONE
AAS
Acta Apostolicae Sedis.
2
AG
Decreto Ad Gentes, missioni, 1965.
CCC
Catechismo della Chiesa Cattolica, 1992.
CEI
Conferenza Episcopale Italiana.
CT
GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica, Catechesi tradendae 1979.
DCG
Direttorio Catechistico Generale, 1971.
DGC
Direttorio Generale per la Catechesi, 1997.
DV
Costituzione dogmatica Dei Verbum, divina rivelazione, 1965.
EN
PAOLO VI, Esortazione Apostolica, Evangelii Nuntiandi, 1975.
GCM
CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI, Guida per i
catechisti nei territori di missione, 1994.
GE
Dichiarazione Gravissimum Educationis, educazione cristiana, 1965.
GS
Costituzione pastorale Gaudium et Spes, Chiesa-mondo, 1965.
LG
Costituzione dogmatica Lumen Gentium, Chiesa, 1964.
MPD
SINODO DEI VESCOVI, Messaggio sulla catechesi al popolo di Dio, 1977.
RdC
CEI, Il rinnovamento della catechesi, 1988.
UCD
Ufficio catechistico diocesano.
UCN
Ufficio catechistico Nazionale.
3
INDICE
RINGRAZIAMENTO…………………………………………………………....…I
SIGLE E ABBREVIAZIONE………………………………………………………..II
INDICE………………………………………………………………………..…III
INTRODUZIONE GENERALE…………………………………………………...….1
PRIMO CAPITOLO
LA SITUAZIONE UMANA, RELIGIOSA E CRISTIANA DEI PREADOLESCENTI
1.1.
La
situazione di vita ………………………………………………...…6
1.1.1. Il contesto culturale …………………………………………......6
1.1.2. La situazione dell’educazione……………………………..….…8
1.1.3. La situazione religiosa in Myanmar……………………..….…...10
1.1.4. Situazione attuale della parrocchia di S. Giuda nell’arcidiocesi
di Yangon………………………………………………………11
1.1.5. La religiosità dei preadolescenti …………………….……..…..13 1.2. La dimensione psicosociale dei preadolescenti ………………..…….16
1.2.1. La preadolescenza: età puberale…………………………..…...17
1.2.2. La vita di gruppo e amicizia ………………………..………….20
1.2.3. Le esigenze ed i bisogni generali dell’età preadolescenziale…...21
1.2.3.1. Il bisogno della progressiva scoperta di sé e della
propria identità …………………………………......…22
1.2.3.2. Esigenza di socializzazione…………………………..……23
1.2.3.3. Il bisogno d’indipendenza……………………………..….24
1.2.3.4. Il bisogno di esplorare ….....................................................24
4
1.2.3.5. Il bisogno di partecipazione e d’accettazione………….….24
1.2.3.6. Il bisogno di sicurezza …………………………………….25
1.2.4. Bisogni educativi dei preadolescenti…………………………...25
1.3.
Finalit
à dell’educazione cristiana dei preadolescenti…………………31
1.4.
Sintesi –
griglia………………………………………………………..35
SECONDO CAPITOLO
FINALITÀ DELL’EDUCAZIONE DELLA FEDE AI PREADOLESCENTI NELL’
ARCIDIOCESI DI YANGON
2.1.
Situazi
one della catechesi nella parrocchia…………………………….38
2.2.
Presentazione
dei
testi
catechistici
della
diocesi………………………41
2.2.1.
Struttu
ra dei testi…………………………………….…………43
2.2.2. Finalità educative ………………………………….…….……..45
2.2.3. Quale il contenuto? …………………………………….………47
2.2.4. Linguaggio, metodo e modalità………………………….……..49
2.3.
Valutaz
ione globale…………………………………………….……….53
5
TERZO CAPITOLO
UNA PROPOSTA PER LA PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DELLA CRESIMA DEI
PREADOLESCENTI NELLA PARROCCHIA DI S. GIUDA, ARCIDIOCESI DI YANGON,
MYANMAR
3.1.
Finalit
à………………………………………………………………….57
3.1.1.
Integrazione di fede e vita…………………………………….58
3.1.2.
Aiutarli a Maturare umanamente ……………………………..59
3.1.3.
Soste
nerli a diventare discepoli di Gesù………………..………60
3.1.4.
Inseri
mento nella comunità ecclesiale…………………..………61
3.2.
Struttura
del
itinerario
………………………………………...…….…62
3.3.
Contenuti…………………………………………….………………….
69
3.4.
Strategie
educative……………………………………………………..72
6
3.4.1. Entrare in relazione ………………………………………....…..73
3.4.2. Attenzione al tempo e soggetto…………………..……………..74
3.5.
Questioni
formative…………………………………………………….77
3.5.1.
Il
problema del apprendimento …………………………………77
3.5.2. Il problema del gruppo…………………………………………..78
3.5.3.
Il
problema del luogo……………………………………...….…79
3.5.4. Quali le maggiori sfide che oggi vengono dal contesto attuale?..79
3.5.4.1.
La sfida della domanda reale di vita………………………...79
3.5.4.2.
La sfida della decodificazione………………………..……..80
3.5.4.3.
La
sfida della comunicazione……………………………..…80
3.6.
Riflessione
globale…………………………………………………...…81
QUARTO CAPITOLO
L’EDUCATORE DEI PREADOLESCENTI
4.1. Educatori dei preadolescenti nella diocesi e parrocchia di S. Giuda.….85
4.1.1. Chi sono educatori?............................................................................86
7
4.1.2. La situazione della formazione attuale……………………………..86
4.1.3. I bisogni della formazione……………………………………..…..87
4.2. Prospettive per la formazione degli educatori dei preadolescenti………88
4.2.1. Importanza della formazione …………………………...………...89
4.2.2. Finalità e natura della formazione………………………………....90
4.2.2.1. La formazione alla maturità umana, cristiana e apostolica.…91
4.2.2.2.
La
formazione all’ evangelizzazione…………….……....….92
4.2.2.3. La formazione alla crescita della persona ………….….…..93
4.2.3. La figura dell’educatore……………………………………..…….93
4.2.4. Le dimensioni della formazione………………………….…….….96
4.2.4.1. Dimensione dell’essere……….……………………….….....96
4.2.4.2. Dimensione del sapere.………………………………….….97
4.2.4.3. Dimensione del sapere fare..…………………….……....….98
4.3.
Rifl
essione globale…………………………………...……........…..100
CONCLUSIONE ……………………………………………………………....…..102
BIBLIOGRAFIA………………………………………………………….….....…105
L ©2004
8
INTRODUZIONE GENERALE
Il mio studio nasce sicuramente da una forte motivazione di
pastorale dei
preadolescenti. Ormai da circa 5 anni sono occupata nella mia Diocesi di Yangon, il ruolo
come catechista per i preadolescenti. In realtà nell’Arcidiocesi di Yangon, la catechesi
parrocchiale incontra varie difficoltà, in modo particolare con i preadolescenti. Avendo
ereditato una situazione molto difficile e frammentata, da questa situazione mi sono
impegnata nello studio di catechesi dei preadolescenti. Di fronte alla situazione attuale
della parrocchia di S. Giuda, mi accorgo che uno dei contribuiti nel progetto pastorale è
quella di educazione alla fede dei preadolescenti di pastorale catechistica ben organizzata.
“L’educazione” non è sufficiente l’istruzione, cosi non è sufficiente la sola azione
sacramentale. Il catechismo è opera di conversione e di salvezza cristiana; l’istruire è
soltanto un mezzo al fine, che è formare il cristiano; la catechesi, dunque, non è una scuola,
i ragazzi non sono scolari, ma agnelli del gregge di Gesù Cristo.1 Gli obiettivi che si
vogliono perseguire sono educativi ovvero da una parte colgono la dimensione personale e
progettuale della persona;
dall’ altra vogliono sviluppare le dimensioni stabili nella
persona: l’organizzazione degli obiettivi e delle attività nascono dalla analisi del rapporto
tra mete educative (essere cristiani) e le condizioni di possibilità presenti nel destinatario;
la possibilità/ necessità di un approccio evolutivo alla personalità cristiana nella
preadolescenza, l’obbiettivo è la percezione proattiva di sé; la necessità di una metodologia
capace di sviluppare integrazione, fede e vita e interiorizzazione; centrata sulla capacità di
creare esperienze.
L’educazione alla fede, a cui la catechesi tende, è dunque educazione dell’uomo a
diventare discepolo di Cristo nella comunità. La sequela come sviluppo del rapporto
personale e di appartenenza reciproca tra la persona del cristiano e la persona di Cristo. La
vita cristiana, infatti, più che una situazione, è un cammino, in cui l’uomo è condotto
all’incontro con Cristo attraverso un’esperienza sempre più profonda del suo mistero nella
comunità ecclesiale, per farsi testimonianza della sua speranza tra gli uomini.
1
Cfr. L. MEDDI, Catechesi. Proposta e formazione della vita cristiana, Edizione Messaggero Padova,
Padova 2004,47.
9
La motivazione
Dalla mia propria osservazione sull’esperienza che ho avuto il rapporto con i
ragazzi, i “preadolescenti” di Myanmar non sono né indifferenti né tanto meno contro ad
un annuncio evangelico. In questo tempo il ragazzo/ ragazza, ricevendo il sacramento della
Confermazione, conclude il processo di iniziazione sacramentale, ma al contempo si
allontana quasi del tutto dalla pratica della fede. Perciò la iniziazione dovrebbe essere
preparata nel miglior modo possibile.
Nella parrocchia, le famiglie cristiane che hanno multi credenze e la maggioranza
delle famiglie sono le religioni misti. A causa della povertà, ci sono i ragazzi che non
hanno un’accurata attenzione educativa religiosa perché devono lavorare per la necessità
della loro famiglia. La difficoltà del contesto socio – politico, fino ad oggi non c'è ancora
la struttura ben ordinata e coerente all’educazione alla fede dei preadolescenti con un
progetto catechistico, l’esigenza di accompagnare i preadolescenti nella realtà sociale e
pastorale.
Nell’ambiente parrocchiale, che la catechesi dei preadolescenti diventa sempre più
difficile. Interessare i ragazzi da parte dei catechisti diventa impresa particolarmente
impegnativa. Si tocca con mano che l’unica molla che spinge tutti (catechisti, ragazzi,
famiglie) ad andare avanti è il sacramento della Confermazione. Perciò, vorrei proporre un
progetto catechistico alla nostra parrocchia come una proposta dell’educazione alla fede
dei preadolescenti per promuovere la maturità umana e cristiana e dobbiamo rendere
coscienza non solo teorica, ma che qualche indagine specifica possiamo aiutare.
Problematiche
In realtà, alcuni preadolescenti sono cresciuti dalle famiglie in confusione delle
credenze. Alcuni sono già battezzati, però sono ancora lontani dalla chiesa per tanti motivi.
Alcuni non sono battezzati perché i genitori non sono praticanti o dominazione dei parenti
di altre religioni e così via. Fra i ragazzi battezzati è evidente come una consistente
10
percentuale dei ragazzi, una volta concluso il cammino della iniziazione cristiana, dopo
aver ricevuto il sacramento della Cresima, abbandona il percorso catechistico.
Nel campo catechistico dell’apostolato, ci sono le difficoltà del contesto socio politico con la loro influenza sull’attività della Chiesa; a causa di non avere ben
organizzato dalla Commissione di Catechesi, perciò emerge l’attività spontanea che mira a
rispondere ai bisogni di pastorale catechistico; non ci sono i sussidi catechistici aggiornati,
per aiutare i catechisti e non ci sono sufficienti dei mezzi didattici necessari per il processo
formativo efficace. Abbiamo una
grande mancanza degli educatori ben formati,
la
didattica e delle linee direttive diocesane. Bisogna mettere in pratica la fede cristiana in
modo semplice e accessibile per esempio, saper vivere con i ragazzi d’ oggi.
Metodologia
I metodi che abbiamo usato per il nostro lavoro sull’“educazione alla fede dei
preadolescenti nella Parrocchia di S. Giuda, Arcidiocesi di Yangon, Myanmar” sono i
metodi analitico - critico e deduttivo.
Il metodo analitico ci ha fatto analizzare nel primo capitolo la situazione umana,
religiosa e cristiana dei preadolescenti e la dimensione psicosociale dei preadolescenti
nella Parrocchia di S. Giuda, Arcidiocesi di Yangon, Myanmar.
Secondo passo fa un’analisi critica sulla la situazione della catechesi nella parrocchia
di S. Giuda e
i testi catechistici della diocesi, da cui deriva una proposta per la
preparazione al sacramento della cresima dei preadolescenti nella parrocchia di S. Giuda,
Arcidiocesi di Yangon, Myanmar nel terzo capitolo.
Dopo la proposta abbiamo dimostrato nel quarto capitolo la formazione degli
educatori che possano coinvolgere efficacemente nella catechesi per i preadolescenti.
Idea di fondo
11
Nella diocesi di Yangon,
non c'è ancora la struttura ben ordinata e coerente
all’educazione alla fede dei preadolescenti come un progetto catechistico, per la necessità
della Chiesa di Myanmar nell'ambito dell'evangelizzazione. Perciò l’educazione della fede
ai preadolescenti nella Parrocchia di S. Giuda che è una autentica spiritualità cristiana con
un’azione educativa globale di tutta la Comunità parrocchiale. Quindi, vorremmo proporre
una proposta dell’educazione della fede per una preparazione del Sacramento della
Cresima ai preadolescenti nella Parrocchia di S. Giuda, diocesi di Yangon, Myanmar.
Ci sono le linee da tener presente nel progetto catechistico della nostra ricerca:
¾ Avere con i preadolescenti un profondo, vero rapporto di amicizia; Costruire una
bella relazione educativa.
¾ Il gruppo è un luogo educativo. Il gruppo sia una fraternità. Educare preadolescenti
al coraggio della correzione fraterna, alla revisione di vita comunitaria, alla
limpidezza dei rapporti interpersonali.
¾ Il gruppo sappia farsi ascoltare e abbia la capacità di agire. Educare a sapersi far
ascoltare dal mondo degli adulti e li abiliti ad imparare a dire cose significative.
Occorre educare i preadolescenti a conoscere altre esperienze, a mettersi in
discussione.
¾ L’educatore segua personalmente ciascun ragazzo e non termini la sua azione
educativa quando il ragazzo ha smesso di venire al gruppo.
¾ L’educatore sappia valutare la strada quale luogo educativo e l’educatore proponga
ai preadolescenti una vita interiore bella. Li educhi al gusto del vivere sempre in
comunione con Dio, all’essere sempre in grazia di Dio.
Struttura del lavoro
12
Il lavoro è strutturato in quattro nuclei o capitoli fondamentali, preceduto da una
Presentazione generale.
Il capitolo primo presenta della situazione umana, religiosa, cristiana e la dimensione
psicosociale dei preadolescenti nella Parrocchia di S. Giuda, Arcidiocesi di Yangon,
Myanmar. Particolarmente nel capitolo si sottolinea la finalità dell’educazione cristiana dei
preadolescenti.
Il capitolo secondo presenta una riflessione e un chiarimento intorno alla situazione
della catechesi nella parrocchia e la presentazione dei testi catechistici dell’Arcidiocesi di
Yangon, con la struttura dei testi, finalità educative, i contenuti,il linguaggio, metodo,
modalità.
Il capitolo terzo alla luce dei diversi elementi richiamati nei precedenti capitoli, viene
presentata una proposta per la preparazione al sacramento della cresima dei preadolescenti
nella parrocchia di S. Giuda, Arcidiocesi di Yangon, Myanmar; viene offerta una proposta
d’itinerario formativo per i preadolescenti attraverso le tappe.
Nell’ultimo capitolo, è prospettiva la formazione degli educatori dei preadolescenti
per l’Arcidiocesi di Yangon; viene cosi delineata la figura dell’educatore; successivamente
la finalità e natura della formazione degli educatori stessi; alla fine l’attenzione delle
dimensioni della formazione degli educatori dei preadolescenti nella diocesi e parrocchia
di S. Giuda.
Limiti del lavoro
Questo lavoro è limitato per vari motivi. Prima di tutto non sono stati trovati elementi
sufficienti per una completa formazione ai ragazzi e l’insufficienti di fonti attuali della
Chiesa di Myanmar e della mia diocesi stessa, che impediscono di raggiungere lo scopo
per una preparazione completa. Sarebbe meglio un ampio lavoro, dove toccare molti altri
aspetti con fonti attuali.
PRIMO CAPITOLO
13
LA SITUAZIONE UMANA, RELIGIOSA E CRISTIANA DEI PREADOLESCENTI
1.1.
Situazione di vita
1.1.1. Il contesto culturale
Myanmar è un paese Buddista dominato dalla cultura Buddista e da altre religioni. In
Myanmar è anche possibile incontrare una grande varietà etnica formata da oltre 135
diversi gruppi che mantengono ancora le loro proprie culture caratteristiche più che di
essere Birmani. Possiamo dire che Birmani sono multietiniche-mutliculturali-multi
credenziali. Infatti secondo le recenti statistiche (Stima 2004) su circa 51.47 milioni di
abitanti 4.9 % è composto da cristiani ( battisti 3% , cattolici 1% e altri ) buddisti 89.5%;
musulmani 3.8%; animasti 1.3%; induisti 0.05%. I gruppi etnici sono birmani 69%, shan
8.5%, karen 6.2%, rachine 4.5%, mon 2.4%, chin 2.2%, kachin 1.4%, altri tribù minori
5.8%.2
Nella storia di Myanmar l'arte è sempre stata fortemente legata alla religione e alla
famiglia reale. Templi, pagode e palazzi facevano sfoggio delle capacità artistiche di
pittori, intagliatori e scultori. I templi e le pagode, molti dei quali ancora in piedi, venivano
tradizionalmente costruiti con mattoni. I grandi palazzi, invece, erano di legno, e soltanto
una di queste magnifiche strutture intagliate sopravvive, in totale stato di abbandono. L'arte
e l'architettura, finanziate dalla famiglia reale, scomparvero con la caduta dell'ultimo
regno. Il birmano è la lingua più diffusa, con un alfabeto e un sistema di scrittura propria.
I Buddisti di Myanmar credono che la natura doni il piacere, la pace e possa
condurre a Nirvana, e danno omaggio e grande rispetto ai motivi religiosi e luoghi
dell'adorazione, che sono considerati come luoghi santi, ci entrano a piedi nudi. Le
persone di Myanmar, godono molte feste.
L'idea della reale professione di fede dei
birmani è essere buddisti ma, nello stesso tempo, di temere i “nats”. I “nats” sono spiriti
2
PUBLIC RELATIONS AND INFORMATION DIVISION, Basic Facts On The Union Of Myanmar, Ministry of
foreign affairs, Yangon , 2004.
14
considerata nella totalità delle sue funzioni, nella concretezza dei suoi processi evolutivi e
nell’attualità del suo radicamento sociale.70
L’educazione è anche considerata come una delle attività formative. Educare una
persona significa aiutarla a crescere in umanità: cioè nella sua totalità, nella sua storicità,
nella sua capacità di autoeducazione, e di vivere con la responsabilità il proprio mestiere di
essere umano. Una visione dell’educazione come processo, in cui si sviluppano
potenzialità che sono già dentro l’uomo e che aspettano di essere messe in luce attraverso
un intervento educativo71. Educazione esprime invece lo sforzo attraverso cui l'uomo aiuta
sé e gli altri a costruirsi progressivamente.
L’educazione ha il compito di facilitare la formazione di un bambino: in lui ciò che è
senza forma deve prendere forma, ciò che è in germe deve essere sviluppato.72 Ogni
educazione procede da due postulati: l’uomo è un essere, il quale, finché esiste, non ha mai
esaurito tutte le sue possibilità e quindi può sempre venire educato; educazione è aiuto per
essere e per diventare
veramente uomini. L’idea di uomo, di umanità influisce
sull’educazione. 73
2.1.
Situazione della catechesi nella parrocchia
La parrocchia è, senza dubbio, il luogo più significativo
in cui si forma e si
manifesta la comunità cristiana. Essa è chiamata ad essere una casa di famiglia, fraterna e
accogliente, dove i cristiani diventano consapevoli di essere popolo di Dio.74 Anche la
pastorale, come servizio della Chiesa al Regno di Dio, dovrebbe divenire il luogo dove per
mezzo dell’iniziazione, i battezzati prendono chiara coscienza del dono della fede e della
propria responsabilità nella crescita in una vita di fede. Compito specifico della pastorale è
70
71
72
73
74
Cfr. L. CAIMI, “Personalismo Pedagogico”, in Dizionario di scienze dell’educazione, Elle di ci, Leumann
(Torino) 1997, 815-819.
P. MORETTI, Sussidi per la catechesi. Strumento di animazione pastorale per l’insegnamento di religione
e la Catechesi, Centro Catechistico Lasallino, n.6, novenbre-decembre 2008, 20.
O. BETZA, in Dizionario teologico, Queriniana, Brescia, 1966, 34.
C. NANNI, «Educazione» , in Dizionario di pastorale giovanile, Elledici, Leumann( Torino) 1992,
320-322.
Cfr. CT 67c.
46
quello di favorire un’educazione alla fede per condurre tutti i battezzati a vivere in
pienezza la vita di Cristo nella Chiesa.75
La catechesi è un momento essenziale dell’attività pastorale della Chiesa di
Myanmar. La Chiesa di Myanmar vuole che i tutti cattolici diventino autentici testimoni e
restino fedeli alla Chiesa cattolica.76 Però nella realtà dell’arcidiocesi di Yangon, emergono
i seguenti problemi nel campo catechistico dell’apostolato: le difficoltà del contesto socio politico con la loro influenza sull’attività della Chiesa; ambienti, persone, obiettivi da
raggiungere e contenuti da comunicare, modalità da utilizzare; non ci sono aule utilizzate
per la propria opera catechistica, ma per diverse attività; molte carenze per non avere ben
organizzato la Commissione di Catechesi. Emerge un’attività spontanea che mira a
rispondere ai bisogni della pastorale catechistica.
In realtà ad ogni parrocchia nell’arcidiocesi di Yangon, il progetto catechistico è
programmato dal parroco. Nella formazione dei catechisti, i parroci e i religiosi della
congregazione di S.F.X (la mia congregazione) evidentemente diventano i formatori dei
catechisti. Poi, alcuni religiosi, catechisti e seminaristi sono coloro che contribuiscono alla
pastorale catechistica nelle parrocchie. Riguardando al catechismo della domenica, si fa
solo un’ora di catechesi. Ci preoccupa di far ricevere i sacramenti: la prima confessione, la
prima comunione e la cresima. In questa fasi si fanno anche imparare a memoria le
preghiere ed alcuni versetti importanti della Bibbia.
Ci sono alcuni problemi che riguardano l’apostolato nel campo catechistico: Un
problema è che non ci sono i sussidi catechistici aggiornati, per aiutare i catechisti che
fanno la catechesi a persone di tutte le età nelle parrocchie. Non ci sono sufficienti mezzi
didattici necessari ( lavagna bianca, computer ecc…), dei mezzi comunicativi (massmedia, group media, nuove tecnologie), ecc. per un processo formativo efficace. Oltre alla
mancanza di formazione degli educatori (un educatore assume dei corsi diversi) è presente
la mancanza di libri d’indirizzo catechistico diocesano.
75
Cfr. U. GIANETTO, “Pastorale catechistica”, in Dizionario di catechetica, Elle di ci, Leumann, (Torino)
1987, 482.
76
CATHOLIC BISHOP’S CONFERENCE OF MYANMAR, The Catholic Directory of Myanmar, St. Xavier
presss, Yangon 2008.
47
Parlando dalla mia propria esperienza nella diocesi di Yangon, in genere i catechisti
hanno ricevuto un processo formativo insufficiente (il breve tempo di formazione) e che
non corrisponde alle esigenze del fare catechesi. Le religiose (soprattutto nella nostra
congregazione) non sono abbastanza preparate nella fase iniziale della formazione, a causa
della mancanza di approfondimento nello studio teologico, catechistico e nella prassi
pastorale.
La catechesi viene a configurarsi come cammino che progressivamente vuole
iniziare, educare e sviluppare una conoscenza-accoglienza della fede, che si nutre della
Parola di Dio e si apre alla celebrazione sacramentale e all’annuncio della vita. Nella
nostra parrocchia, in genere si cura bene la preparazione per ricevere i sacramenti
dell’iniziazione cristiana per i ragazzi di età 9-12 anni. Perciò ci sono i ragazzi che sono
stati accolti nella comunità cristiana per l’iniziazione ai sacramenti, frequentano il
catechismo ma forse non hanno ancora un preciso posto per loro nella attività della
comunità cristiana.
È necessario assicurare loro questo spazio, per favorire il senso di appartenenza alla
Chiesa. Occorre poter educare alla fede e nella fede in modo efficace, con l’obbiettivo
primario di fornire ogni servizio per la crescita, da parte degli adulti cristiani e dalla
comunità,
verso
le
nuove
generazione.
Questo
è
irrinunciabile.
L’obbiettivo
dell’educazione alla fede è quello di accrescere la libertà effettiva della persona concreta
perché possa dare una risposta più piena al dono di Dio, collaborare più docilmente
all’iniziativa prioritaria di Dio.77
È la comunità cristiana il “luogo” vitale della catechesi in cui la salvezza di Dio
giunge all’uomo concreto in uno spazio preciso della storia e in situazioni esistenziali,
sempre singolari. In essa si ascolta e si annuncia la Parola, si celebrano i sacramenti della
fede in cui Cristo si dona e, nella potenza dello Spirito edifica il suo corpo, si vive la vita
nuova nella carità e nella missione.
77
G. SOVERNIGO, Educare alla fede. Come elaborare un progetto, Edizioni Dehoniane, Bologna 2002, 11.
48
2.2.
Presentazione dei testi catechistici della diocesi
Il Myanmar è uno dei pochi paesi cattolici in Asia del Sud- Est ed è un paese che è
sotto il domino del governo militare, perciò tutte le attività religiose della Chiesa del
Myanmar sono limitate e proibite. Per questo motivo nella mia diocesi non ci sono tanti
testi catechistici diocesani. Nel 2001, il Padre Ignino Mattarucco (PIME) ha curato i
catechismi per i fanciulli e ragazzi (MYAT THAW AYU WARDA 1, MYAT THAW AYU
WARDA 2, MYAT THAW AYU WARDA 4) e U William AUNG SOE MYINT (Commissione
della letteratura) ha tradotto il libro scritto da Fr. M. GUZMAN, nella lingua birmana e lo
ha titolato “CATHOLIC BARTHAR EI THUN THIN CHAT MYAR” (l’insegnamento della Chiesa
Cattolica). Il vescovo Sotero PHAMO (il presidente di Commissione di letteratura) ha
pubblicato i testi catechistici per tutta la chiesa di Myanmar soprattutto per la diocesi di
Loikaw.
I catechisti propongono un itinerario di crescita nella fede, con precise mete e
obiettivi, da conseguire gradualmente e progressivamente, in riferimento ai soggetti della
catechesi e alle loro situazioni di vita. L’itinerario di ogni catechismo si può dire che è
l’itinerario per la vita cristiana; esso tende a nutrire e a educare una mentalità di fede,
affinché si promuova un itinerario di permanente ascolto della Parola, di celebrazione dei
sacramenti e di testimonianza di vita. L’educazione alla fede, cui la catechesi tende, è
dunque educazione dell’uomo a diventare discepolo di Cristo nella comunità.78
¾ Primo libro è
il
catechismo per l'infanzia (MYAT THAW AYU WARDA-1): Il
catechismo dei bambini chiede alle famiglie e ai catechisti di favorire l’incontro
con Gesù, attraverso un ambiente di vita, dove si assimila più per esperienza che
per ragionamento.
¾ Secondo libro è il catechismo per i fanciulli (MYAT THAW AYU WARDA-2,
«preparazione per la prima comunione»); Il catechismo dei fanciulli propone ai
fanciulli l’amicizia di Gesù, l’imitazione di Gesù, l’adesione a Cristo attraverso il
78
Cfr. Introduzione del vescovo SOTERO PHAMO (presidente di Commissione di letteratura), U Yaw Zin , in
MYAT THAW AYU WARDA- 4, S F X press, Yangon 2001, 13.
49
sacramento dell’Eucaristia e, nello stesso tempo fa scoprire l’amore di Dio
mediante il popolo di Dio, nell’Antico Testamento.
¾ Terzo libro è il catechismo per i ragazzi
(MYAT THAW AYU WARDA -4): Il
catechismo dei ragazzi propone la scoperta, l’incontro e la sequela di Gesù nel
nuovo popolo di Dio, cioè comunità cristiana, perché i ragazzi si sentano
protagonisti della missione e della testimonianza della Chiesa nel mondo.
¾ Quarto libro è
il “ CATHOLIC BARTHAR EI THUN THIN CHAT MYAR”.
(l’insegnamento della Chiesa Cattolica delle domande e risposte sulla fede e
morale): si offre a tutti i fedeli ed a ogni uomo che ha voglia di conoscere che cosa
è la fede cristiana profonda.
I testi dei “MYAT THAW AYU WARDA-1” e “MYAT THAW AYU WARDA-2” sono fatta
di disegni e immagini da raccontare, e con specificati i significati delle immagini. Si usa
un approccio antropologico – biblico per partire dalla creazione di Dio che si presenta,
come storia tra Dio e l’uomo. Poi alla fine di ogni capitolo, si scrive una istruzione per i
bambini, affinché si possano aiutare i
genitori per vivere cristianamente nella vita
quotidiana. Possiamo dire che è facile capire il messaggio cristiano, ed è in funzione
della crescita del bambino d’oggi.
Invece nei testi di “MYAT THAW AYU WARDA-4” e Il “ CATHOLIC BARTHAR EI
THUN THIN CHAT MYAR”
sono presenti delle risposte chiare alle domande sulla
professione di fede, la liturgia, la morale evangelica e la preghiera. Si presenta una sintesi
attualizzata della fede, che incorpora la dottrina del Concilio Vaticano II e gli interrogativi
religiosi e morali della nostra epoca.
Ogni catechismo riguarda la fede e la morale, ma cambia solo il metodo pedagogico
a secondo del livello dell'età. La preoccupazione fondamentale dei catechismi è l’annuncio
ai ragazzi del messaggio cristiano, con lo sforzo di rispondere alle attese più profonde
insite nel cuore dell’uomo (del ragazzo in particolare). La catechesi tende a favorire
l’approfondimento dei contenuti del credo professato, con la finalità di creare una
mentalità e una condotta, che coinvolgano la globalità della persona per far acquisire uno
stile di vita propria del cristiano.
50
2.2.1. Struttura dei testi
La struttura dei testi sono come il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992). Si
articola attorno a quattro dimensioni fondamentali della vita cristiana: la professione della
fede, la celebrazione liturgica, la morale evangelica e la preghiera. Si sviluppano gli aspetti
essenziali della fede:
• Credere in Dio creatore, Uno e Trino, e nel suo disegno salvifico;
•
Essere santificati da Lui nella vita sacramentale;
•
Amarlo con tutto il cuore e amare il prossimo come se stessi;
• Pregare nell'attesa della venuta del suo Regno e dell'incontro a faccia a faccia con
Lui.
Nel testo del catechismo per i ragazzi (“MYAT THAW AYU WARDA 4”) si possono
vedere le quattro parti del catechismo come ripartite in un dittico: le prime due presentano i
misteri della fede, l’azione salvifica di Dio; le altre due, l’esistenza umana secondo la fede,
che si esprime attraverso una regola di vita (il decalogo) e la preghiera filiale (il Padre
Nostro).
51
Le fonti sono la Bibbia, la Tradizione, la Liturgia, il Magistero e la vita della
chiesa. L’aspetto biblico – storico, è la dimensione attraverso cui si conoscono le verità
52
della fede. È una catechesi intesa come educazione alla fede, attraverso la corretta
trasmissione della dottrina della Chiesa.
Possiamo dire che è il primo cammino e unico modello del catechismo per
accompagnare i ragazzi della Chiesa di Myanmar, scoprire e dare significato di che cosa
stanno vivendo e dar loro gli elementi per una lettura di fede, gli interrogativi sul rapporto
con la famiglia e gli amici, i compagni della scuola, sulla morale e le relazioni con l’altro
sesso, sul proprio credo, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, sulla liturgia, i
sacramenti e la preghiera, la storia dei santi e infine sulle esigenze inerenti ai discepoli di
Cristo.
La catechesi, si orienta in due direzioni: verso Dio e verso la persona umana. Si
riferisce alla fede creduta, celebrata, vissuta e pregata e costituisce una chiamata
all'educazione cristiana integrale.
2.2.2. Finalità educative
La catechesi è definita azione ecclesiale per la maturità della fede.79 È una delle vie
dell’evangelizzazione che viene appresa mediante un insegnamento religioso sistematico
dato in Chiesa, nelle scuole e nella famiglia. La qualifica della catechesi, come educazione
della fede, costituisce pertanto una via di accesso privilegiata alla comprensione della sua
identità e del suo significato nella prassi ecclesiale. Allo stesso tempo però, tale
denominazione e l’attività pratica che ne derivano appaiono intrise di aspetti problematici
e di difficoltà, che sollecitano uno sforzo di chiarificazione.80
Il vescovo Sotero PHAMO (presidente della Commissione di
letteratura) ha
pubblicato i testi catechistici prima di tutto per i catechisti e i catechizzandi poi, per tutta
la comunità cristiana di Myanmar a vivere la propria fede e testimoniare con la vita nella
vita quotidiana. Questi libri vengono utilizzati non soltanto per il catechismo, ma anche per
gli altri insegnamenti nella comunità cristiana. L’ obbiettivo del Vescovo è di far vivere in
tutti i cristiani cattolici di Myanmar la carità in modo più autentico e diventare costruttori
79
80
Cfr. DCG 17.
Cfr. Messaggio Sidino’77,« Enchiridion CEI».
53
di comunità, affinché possano essere coerenti in tutti gli ambiti della vita e testimonino la
loro fede in famiglia, nella Chiesa e nella società. L'obiettivo della catechesi per i ragazzi è
educare l'approfondimento della mentalità di fede e formare il buon cristiano.
L’obbiettivo della catechesi può essere individuato nell’integrazione di fede e vita.
Non solo per conoscere e credere in Gesù Cristo, figlio di Dio, ma anche incontrare
intimamente il Signore e vivere nella vita quotidiana con la carità. Esprimere l’amore di
Dio attraverso la fede, la speranza e la carità.81 Durante questo cammino, i ragazzi sono
chiamati a scoprire la vita come un dono da accogliere e con responsabilità per l’esistenza,
un modo per aiutare i ragazzi a maturare umanamente. Dunque, ricercare se stesso, gli altri
e infine i valori per crescere umanamente e cristianamente.
Durante quest’età normalmente i ragazzi ricevono la cresima, quindi è da curare
diligentemente l’itinerario catechistico sulla confermazione e la realtà dello Spirito Santo;
accompagnarli alla riscoperta della consacrazione battesimale, iniziarli alla lectio divina,
preghiera, ascolto, meditazione e contemplazione della Parola di Dio, mostrare il genuino
volto della Chiesa, fare capire gli impegni di vita cristiana, sacramentali e la competenza di
implementare la pastorale giovanile.
Altro l’obbietto è “Questo è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui
che tu ha mandato, Gesù cristo.” ( Gio 17,3) Conoscere solo Gesù è la vita eterna, vero Dio
e figlio di Dio.82 Il mistero cristiano è il mistero di una persona vivente, Gesù Cristo: ecco
perché la catechesi deve essere necessariamente cristocentrica.
83
Attorno al mistero di
Cristo, secondo un criterio di gerarchizzazione e in una prospettiva storico-salvifica,
vengono presentate le verità della fede: Cristo propone di partecipare alla costruzione del
suo Regno.
L’obbiettivo del catechismo è vivere la carità in modo più autentico e diventare
costruttori di comunità e testimoniare con la vita nella quotidianità. Ci pare che
l’educazione, in primo luogo, dovrebbe cercare di rendere il preadolescente un attivo
81
Cfr. Introduzione del vescovo SOTERO PHAMO (presidente di Commissione di letteratura), U Yaw Zin ,
in MYAT THAW AYU WARDA- 4, S F X press, Yangon 2001, 12.
82
Cfr. Introduzione del vescovo SOTERO PHAMO (presidente di Commissione di letteratura), U Yaw Zin , in
MYAT THAW AYU WARDA- 1, MYAT THAW AYU WARDA- 2, MYAT THAW AYU WARDA-4, S F X
press, Yangon 2001.
83
Cfr. SACRA CONGREGAZIONE DEL CLERO, Direttorio catechistico generale (11 aprile 1971), 40;
CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la catechesi (15 agosto 1997), 98.
54
costruttore di nuove esperienze di solidarietà. In situazioni di vita sempre più collettive,
egli può contribuire ad elaborare un «vissuto comune», arricchito di ulteriori
consapevolezze interne e di nuovi linguaggi esterni. Lo scopo centrale dell’educazione, a
livello di preadolescenza, sembra fondamentalmente quello di coltivare nei soggetti il
gusto e il bisogno “esplosivo” di nuove esperienze di vita, in una situazione di «cambio»
evolutivo caratterizzata da una domanda diffusa ma ancora fragile di protagonismo.84
Il rinnovamento della catechesi o documento di base, che presenta la catechesi come
«momento essenziale dell’attività pastorale».85 La realtà della catechesi e la sua
competenza vengono definite a partire dalla natura e dall’identità della missione ecclesiale.
«La catechesi è un atto essenzialmente ecclesiale. Il vero soggetto della catechesi è la
Chiesa che, continuatrice della missione di Gesù Maestro e animata dallo Spirito, è stata
inviata per essere maestra della fede»
86
. La catechesi deve aiutare i singoli credenti a
riscoprire in modo proprio, a porre nuovi accenti e a tradurre nella realtà di vita tutto ciò
che concerne la vita della Chiesa. Ciò riveste oggi un'urgenza speciale nel lavoro con i
ragazzi, giovani e adulti, che devono nutrire atteggiamenti di fedeltà, non solo alla Chiesa
del passato e del presente, ma anche alla Chiesa del futuro, vale a dire, al progetto di
Chiesa che lo Spirito invita a promuovere.
2.2.3. Quale il contenuto?
Una via dell’evangelizzazione è l’insegnamento catechistico. L’intelligenza dei
ragazzi ha bisogno di apprendere attraverso un insegnamento sistematico i dati
fondamentali, il contenuti vivi della verità di Dio. Questo insegnamento deve essere
impartito per formare attitudini di vita cristiana. I metodi devono essere adattati all’età, alla
cultura, alla capacità delle persone, per fissare nella memoria, nell’intelligenza e nel cuore
le verità essenziale che devono impregnare la vita intera. 87
84
85
86
87
M. DELPIANO, Preadolescenza. Obiettivi educativi nella preadolescenza, Armando Editore, Roma 1990,
281.
RdC 142.
DGC 78.
EN 44.
55
“Contenuto della catechesi” verrebbe a significare l’insieme delle realtà attraverso
cui il soggetto o il gruppo di apprendimento raggiunge il proprio obiettivo.88 Il mistero
catechistico, dunque non può ridursi alla semplice presentazione contenutistica di una
dottrina, al contrario deve impegnarsi con saggia competenza ad implementare percorsi
adatti alle diverse realtà dei destinatari, affinché essi facciano esperienza di incontro,
d’interiorità e di adesione alla persona di Cristo e del suo progetto di vita. I contenuti della
catechesi devono rispettare da una parte, la dinamica propria del messaggio cristiano e,
dall’altra, la capacità di comprensione, d’assimilazione e d’interiorizzazione dei
destinatari.
La trasmissione dei contenuti non può rimanere una mera elencazione di nozioni, ma
deve penetrare nella vita per trasformarla, per diventare esperienza che si realizza, che si
«vede» e che possa essere eventualmente trasferita in altre realtà. Qualsiasi contenuto,
infatti, che non abbia già modificato l’esperienza e il cuore di chi insegna, non potrà mai
essere esposto o comunicato all’altro.89 Questo significa che prima di ogni ricerca delle
parole adatte, del linguaggio o della forma della comunicazione interpersonale, vi è l’uomo
nella sua realtà concreta, con le sue attese e le sue speranze. La vita di ogni persona umana
si sviluppa in un continuo rinnovamento in rapporto alla realtà sociale, culturale e
valoriale, perché l’uomo è intrinsecamente sempre proiettato al futuro, ma a un futuro che
vuole comprendere e dominare, per il quale è necessario imparare a leggere, con sempre
nuova sapienza altri contenuti e altri messaggi, rispetto a quelli che già si conoscono o si
vivono.
Nel catechismo per i bambini, “MYAT THAW AYU WARDA -1”, il contenuto è la
Parola di Dio. Presentare la realtà di Dio, partire dalla creazione fino alla risurrezione di
Cristo e tutte le preghiere da memorizzare. Tipicamente evangelica, presenta ai bambini
quella condizione per entrare nel regno dei cieli, in quanto stile di vita,
non tanto
nell’ordine della forza e del potere, ma piuttosto in quello del riferimento umile e semplice
a Dio, aiutare gli altri nel servizio, agli altri «per amore» e per la carità.
88
89
L. MEDDI, Educare la fede. Lineamenti di teoria ..op. cit., 220.
Cfr. P. BABIN, La catechesi nell’era della comunicazione, Elledici, Leumann (Torino) 1989.
56
Nel catechismo per i fanciulli, “MYAT THAW AYU WARDA -2”, il contenuto è la
Parola di Dio. Presentare la realtà di Dio: partire dal mistero di Cristo (la nascita, la vita
pubblica, lo Spirito Santo, la Pasqua); la santificazione nella preghiera, e nella
sollecitudine amorevole verso tutte le persone; Sacramentale: preghiera, contemplazione,
adorazione, gratitudine, comprensione dei segni, simboli, gestualità corporale e
intelligenza integrale del significati dei sacramenti.
Il catechismo per i ragazzi si presenta con domande e risposte. I contenuti sono:
• Prima parte "La professione della fede",
• Seconda parte "La celebrazione del mistero cristiano « Il mistero della Trinità» (La
celebrazione e la liturgia e i 7 Sacramenti),
• Terza Parte : "Morale o La vita in Xto" Dottrina Cattolica o La vita Morale
• Quarta parte " La preghiera Cristiana".
Nel catechismo per i ragazzi “ CATHOLIC BARTHAR EI THUN THIN CHAT MYAR”, i
contenuti sono l’esperienza biblica (S. Scrittura), le diverse esperienze ecclesiali (Storia,
Liturgia, Magistero, Padri, Teologia, Santi, ecc,), le esperienze dei cristiani di oggi, in
rapporto con i problemi, le situazioni e le istanze dell’esistenza nel mondo attuale.
Il Catechismo è un'esposizione organica e sintetica dei contenuti essenziali e
fondamenti della dottrina cattolica sulla fede e sulla morale. Il contenuto della catechesi,
allora, non è solo l’esperienza biblica, ma anche l’esperienza della vita quotidiana,
personale e comunitaria, interpretata alla luce dell’esperienza biblica. A livello di contenuti
è necessario sceglierli, articolarli, guadarli secondo il livello di crescita delle persone. A
livello dei destinatari è importante rispettare la loro età, le loro caratteristiche personali,
conoscere la realtà sociale e culturale, la storia famigliare, in sintesi per scegliere è
importante conoscere tutto quanto è possibile dei destinatari e cosi si potrà adeguare la
proposta e utilizzare il metodo più adatto per la crescita integrale dei soggetti.90
2.2.4. Linguaggio, metodo e modalità
La fede cristiana è rivelazione della storia di Dio, è esperienza di relazioni nuove e
liberanti con sé, con gli altri, con l’Altro, che si esprime in avvenimenti da ricordare e da
90
Dispensa di Prof. R. PERALTA, Metodologia catechistica generale, Roma 2006-2007.
57
raccontare perché altri a loro volta, sperimentino, ricordino, raccontino.91 I testi hanno
usato tanti linguaggi. Nel catechismo “MYAT THAW AYU WARDA -1 e 2 ”, si usa•
linguaggio narrativo . • il linguaggio iconica o grafico.
• le fotografie, l’immagini colorate di varie scelte.
•
il linguaggio del disegno. Il disegno del testo è abbastanza sistematico e presentabile perché attira il lettore,
con la chiarezza e la semplicità della presentazione dei messaggi, usando le foto, le
indicazioni, i vocabolari. Il disegno è uno strumento «povero», facilmente disponibile
ovunque, utilizzabile sia dal catechista che dal catechizzando. Ognuno poi deve trovare il
metodo adatto per i soggetti, la situazione e per l’educatore stesso. I libri aiutano con
ipotesi, a grandi tratti; mostrano quali passi bisogna fare; però ciascuno deve «trovare la
strada» per quella situazione concreta.92 In questo testo vengono affrontati alcuni momenti
metodologici cosicche ciascuno possa essere facilitato nel trovare un metodo adatto a sé e
alla situazione.
Il linguaggio utilizzato nel Catechismo per i ragazzi “MYAT THAW AYU WARDA-4”
e “CATHOLIC BARTHAR EI THUN THIN CHAT MYAR” è il seguente:
¾ I parte:
linguaggio Biblico.
¾ II parte:
linguaggio dottrinale.
¾ III parte:
linguaggio discorsivo.
¾ IV parte: linguaggio narrativo.
La Bibbia, quindi, viene utilizzata come alimento sostanzioso della fede del popolo
cristiano per promuovere un contatto diretto con la Scrittura e presentare la sua ampiezza e
comprensione, affinché la personalità del credente si possa formare nella mentalità,
linguaggio e atteggiamento biblico. Il linguaggio utilizzato è quello della fede vissuta e
confessata.
91
Cfr. A. RUBERTI, «La pazienza dell’annuncio come tessitura di racconti» , in Atti del convegno diocesano
catechisti della diocesi di Lucca 2000, in Educare alla fede ciclostilato in proprio 15(2000)9, 16.
92
G. SOVERNIGO, Educare alla fede. Come elaborare un progetto, Edizioni Dehoniane, Bologna 2002, 17.
58
Per quanta riguarda il linguaggio da utilizzare nella comunicazione della fede esso
deve essere esistenziale, perché ancora non hanno sviluppato la capacità logica e discorsiva
del pensiero. Per questo motivo è importante narrare gli eventi biblici, la vita della Chiesa,
la testimonianza dei santi e i fatti dell’odierna società usando un lessico concreto, in modo
tale che i ragazzi possano avvertire la presenza e l’azione di Dio nelle contingenze
storiche. Il racconto nella catechesi è un particolare linguaggio per mezzo del quale i
termini e le categorie fondamentali della fede trovano espressività concreta e significante.
Il linguaggio narrativo è come via per incontrare la vita e la fede per i ragazzi. È
recente l’attenzione portata sulla narrazione, come via privilegiata per la comunicazione
umana e per la comunicazione della fede. Da più parti si fa sentire l’urgenza di passare da
forme di annuncio impostate sui registri dell’insegnamento e della spiegazione a forme di
racconto della fede. Raccontarsi è un modo prezioso di prendersi cura di sé, è un atto
eminentemente formativo. Raccontarsi è uno dei più alti atti formativi. È l’aiuto
reciprocamente offerto a dare volto alle nostre identità narrative.
Dentro un contesto debole e frantumato la narrazione diventa una scelta che ricuce il
tessuto umano e lo apre a racconti di senso. Per attraversare questo tempo tra i tempi, può
essere di grande aiuto la capacità di narrare, di narrarsi. Questo è una strada per
comunicare la fede, seguendo nella tempesta e nel cielo oscuro del nostro tempo le tre
stelle: quella del cuore, della debolezza e dell’altro.93 La narrazione è il linguaggio del
cuore dove i contenuti sono trasmessi attraverso i sentimenti e le emozioni che suscita; è
un linguaggio debole che non ha la forza dell’argomentazione razionale, è fine anche un
linguaggio dell’alterità perché una storia si racconta sempre a qualcuno che ci sta di fronte,
perché narrare è cercare di far entrare l’altro nella storia raccontata.94
La parola «metodo» è un termine greco che significa «strada». Metodo è una via, un
itinerario scelto per intervenire nel processo educativo della fede dei soggetti tenendo
conto della loro età, cultura, possibilità e ambiente.95 Metodo s’intende la modalità con la
quale si svolge un percorso formativo, in catechesi la metodologia è intrinsecamente
93
UCD LUCCA (ed.), Catechista a tre stelle, Edizioni Dehoniane , Bologna 2001.
Cfr. H. WEINRICH, «Teologia narrativa», in Concilium 9(1973), 859.
95
Dispensa di Prof. R. PERALTA , Metodologia catechistica generale, Roma 2006-2007.
94
59
connessa agli obiettivi da raggiungere e ai contenuti da trasmettere, dunque il metodo
catechistico è parte fondamentale dell’intera azione educativa alla fede.
Il DGC afferma che «Nella trasmissione della fede, la Chiesa non ha per sé un
metodo proprio né un metodo unico, bensì, alla luce della pedagogia di Dio, discerne i
metodi del tempo, assume con libertà di spirito “tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro,
amabile, onorato e merita lode” (Fil 4,8), in sintesi tutti gli elementi che non sono in
contrasto con il Vangelo e li pone al servizio di esso. [...] In questo modo “la varietà
di metodi è un segno di vita ed una ricchezza”, e insieme dimostrazione di rispetto verso i
destinatari»96.
Per arrivare ad un determinato obbiettivo catechistico bisogna percorre un
determinato itinerario, per questo non è indifferente la scelta del metodo. La scelta del
metodo aiuta a creare un clima e un ambiente favorevole al rapporto tra il gruppo e tutta la
comunità ecclesiale. Il metodo come modo di coordinare i diversi fattori che compongono
l’azione catechistica i destinatari, i contenuti, gli obbiettivi, il catechista, la comunità
cristiana, il modo di presentare il messaggio di fede e i sussidi catechistici.97
La catechesi è un momento fortemente qualificato nel senso di coraggio e creatività.
E' un metodo per saper intervenire. Saper intervenire con il lignaggio giusto. L’emittente
deve usare un codice affinché il messaggio possa essere decodificato dal destinatario. Fra
emittente e destinatario c'è un rumore e si ha bisogno di un feedback, ossia di una verifica,
di un ritorna del messaggio. Il metodo è la strada per arrivare all'obiettivo della fede, un
modo per coordinare i diversi fattori che compongono l'azione catechistica, i destinatari, i
contenuti, gli obiettivi, il catechista, la comunità cristiana, il modo di pensare il messaggio
di fede e i sussidi catechistici. È un modo per organizzare e comunicare il messaggio di
fede secondo la finalità propria della catechesi, non solo ad una conoscenza di fede, ma
soprattutto alla maturazione di una mentalità e di un atteggiamento di fede. I metodi sono
stati creati dai catechisti secondo la realtà dei luoghi diversi.
Nei catechismi il “MYAT THAW AYU WARDA 1, MYAT THAW AYU WARDA 2,
E
MYAT THAW AYU WARDA 4” si usa il metodo induttivo e deduttivo; consiste nella
96
97
DGC 148.
Dispensa di Prof. R. PERALTA , Metodologia catechistica generale, Roma 2006-2007.
60
presentazione di fatti (avvenimenti biblici, atti liturgici, eventi della vita della Chiesa e
della vita quotidiana ecc...) allo scopo di discernere il significato che essi possono avere
nella divina rivelazione. Si spiegano e si descrivono i fatti procedendo delle loro cause.98
Anche Kerigmatico: quando prende avvio dall’annuncio del messaggio, espresso nei
principali documenti della fede (Bibbia, liturgia, dottrina ecc...) ne fa applicazione alla vita.
L’ esistenziale: quando si muove da problemi e situazioni umane e li illumina con la luce
della Parola di Dio. 99
Nel “ CATHOLIC BARTHAR EI THUN THIN CHAT MYAR” si usano le domande e le
risposte sui problemi teologici e morali di oggi. Si usa il metodo della correlazione; si
esprime fondamentalmente come messa in confronto tra l’uomo e la sua esistenza e la sua
esperienza della fede. Si realizza attraverso una didattica della domanda e della risposta.100
I metodi nella catechesi sono stimoli per arrivare alla comprensione e all’interiorizzazione
della fede. Il metodo è un modo di organizzare e comunicare il messaggio di fede in vista
di una maturazione di una mentalità e dell’atteggiamento di fede.101
In genere, un modello è un qualcosa da imitare. Il modello catechistico è un modo di
presentare il contenuto della fede rispettando il processo evolutivo dei soggetti.
2.3.Valutazione globale
In realtà possiamo dire che questi testi catechistici sono una nuova novità che
diventa una forza per la chiesa di Myanmar, dove non c’era ancora nessuna letteratura
catechistica che interessava i preadolescenti. I contenuti di questi testi vengono ben
sistemati e attirano il lettore con chiarezza e semplicità nella trasmissione dei messaggi,
usando le foto, le indicazioni, i vocabolari. Possiamo dire che questi testi sono una serie di
iniziative per i ragazzi di oggi. In modo particolare questa novità emerge vistosamente per
educatori, animatori
catechisti, genitori ed per tutti coloro che operano con i
preadolescenti.
98
DGC 150.
Ibidem, 151.
100
L. MEDDI, Educare la fede. Lineamenti di teoria..op. cit., 134.
101
Dispensa di Prof. R. PERALTA , Metodologia catechistica...op. cit.
99
61
Nei testi per i fanciulli, fatti di disegni e immagini da raccontare, e poi scritti i
significati delle immagini, alla fine di ogni capitolo si insegna come vivere cristianamente
nella vita quotidiana. Nei testi per i ragazzi si presentano i contenuti significativi sulla
fede, la liturgia, la morale, però sappiamo che non si può imporre al preadolescente un
contenuto significativo, se questo non scaturisce dalle sue reali domande di vita e di
significato. Solo dopo il conseguimento di un rapporto con la Parola di Dio è possibile
partire da questa per la catechesi. Fare pastorale significa agire sulla «vita» e sulla «fede»
per favorirne l’«integrazione». Significa aiutare a coinvolgere la propria crescita in
umanità in una risposta libera e responsabile al dono del Padre che chiama alla salvezza.102
Una rinnovata pedagogia della fede per gli uomini del nostro tempo è una delle
esigenze per rispondere alla mentalità contemporanea. Un itinerario che alla luce della
pedagogia di Dio è nella gradualità e condiscendenza è l’itinerario della vita cristiana. La
finalità è: 1) condurre a una conoscenza di Dio ed a una mentalità di fede che si raggiunge
mediante la conoscenza sempre più profonda e personale della fede e l’iniziazione alla vita
della Chiesa; 2) spingere lo zelo apostolico alla testimonianza e al servizio di amore
soprattutto all’attenzione verso le nuove forme di emarginazione e verso i poveri.103 Fare
pastorale significa abilitare a compiere atti di fede- speranza- carità nelle situazioni di vita.
Tuttavia non basterebbe utilizzare solo questi testi ma l’educatore deve trovare
nuove vie, nuovi metodi per educare i preadolescenti in modo più significativo, cioè
sarebbe meglio produrre i sussidi catechistici, aiutare i catechisti che fanno la catechesi
nelle parrocchie e tradurre dei testi nella propria lingua secondo le culture in cui si vive.
Per fare il processo educativo efficace sono necessari non solo i testi ma anche i mezzi
didattici (lavagna, computer ecc…), i mezzi comunicativi (mass-media, nuove tecnologie).
Per favorire l’efficacia dell’atto catechistico, è possibile ricorrere anche a tecniche e
strumenti che facilitano l’evocazione e l’approfondimento dell’esperienza religiosa (storie,
grafica, domande, dialogo-dibattito, foto-parola, montaggi, audiovisivi) che aiutano a
trasmettere ed interiorizzare il messaggio o che facilitano l’espressione della fede. Ogni
102
CENTRO SALESIANO PASTORALE GIOVANILE, Fare pastorale giovanile oggi, Elledici, Leumann (Torino)
1975, 22.
103
ARCHDIOCESE OF YANGON DIRECTORY & TENTATIVE PROGRAM OF THE ARCHBISHOP, St. Xavier
presss, Yangon 2008.
62
momento dell’incontro può essere facilitato con l’aiuto di sussidi e tecniche adeguate.104
“È auspicabile che si avvalgano di strumenti appropriati come opuscoli e materiale
audiovisivo per integrare l'istruzione orale e fornire punti di riferimento comuni per la
dottrina autentica della Chiesa.”105
Alla luce di questi «testi », c’è una consistenza e sicurezza nel cammino verso una
pastorale giovanile, per i preadolescenti d’oggi, però bisogna sempre farne partecipe tutta
la comunità, perché il preadolescente ha bisogno di protezione, specialmente nei confronti
delle istituzioni e nei confronti dei compagni prepotenti; mentre la vita in lui sta crescendo,
ha bisogno di sentirsi che la comunità non lo chiama a chiudersi, ma a vivere un’avventura
esaltante. È necessario assicurare loro questo spazio e la comunità ecclesiale deve offrire
al preadolescente lo spazio per realizzarsi come protagonista della sua storia; dell’azione e
della storia del suo gruppo: biblico, liturgico, caritativo, missionario, sportivo, ricreativo,
culturale ecc… solo in questo modo il preadolescente riuscirà a capire di essere «chiesa».
“Anche programmi efficaci di evangelizzazione e catechesi devono essere ben
elaborati e organizzati se devono raggiungere il fine desiderato di insegnare la verità
cristiana e di portare le persone all'amore di Cristo.”106 È auspicabile che si avvalgano di
strumenti appropriati come opuscoli e materiale audiovisivo per integrare l'istruzione orale
e fornire punti di riferimento comuni per la dottrina autentica della Chiesa.107 Quindi è
necessario avere la collaborazione reciproca di tutti coloro che sono coinvolti nell’attività
catechistica, perché si possa gradualmente rispondere efficacemente ai bisogni attuali
dell’educazione dei preadolescenti nella nostra diocesi.
104
Dispensa di Prof. R. PERALTA , Metodologia catechistica generale, Roma 2006-2007.
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL
MYANMAR IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM", Al servizio di Dio e del prossimo,
(Venerdì, 30 maggio 2008).
106
Ibidem.
107 Ibidem.
105
63
BIBLIOGRAFIA
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