Un anno per vivere intensamente il reale Vivere sempre

Transcript

Un anno per vivere intensamente il reale Vivere sempre
Un anno per vivere intensamente il reale
Vivere sempre intensamente il reale, lo sguardo fisso sull’essenziale. Solo
qualcosa di esistente, cioè di reperibile nella nostra esperienza può osare sfidare
una realtà nazionale e internazionale così difficile e piena di incognite, domande e
situazioni drammatiche.
Vivere intensamente il reale ci spinge a interrogarci riguardo a che cosa sia la
consistenza dell’umano, del desiderio di felicità e pienezza che caratterizza il
cuore dell’uomo mentre vive, mentre opera mentre progetta ogni suo autentico
tentativo di vivere.
Expo 2015 per Milano e per il Paese deve essere occasione per domandarsi: “da
dove trae energia per vivere l’uomo e la società contemporanea?” (il cibo
riempie la pancia, anche con arte, ma la mente e il cuore, se non di solo pane vive
l’uomo?)
L’essenziale è ciò che è così significativo che senza non si può vivere. E l’uomo non
può vivere senza questo suo cuore, questa ragione del vivere. E’ perciò questo
che ci fa entrare in qualsiasi aspetto della realtà, in qualsiasi buio, in qualsiasi
periferia dell’esistenza come quelle di cui è disseminato il nostro oggi.
Questo è culturalmente il punto acuto: tutto ciò non distrae dalle urgenze della
realtà come invece si crede. Proprio qui sta, secondo noi, la radice della crepa cge
separa il sapere dal vivere, tra tecnica e conoscenza. La domanda e lo sguardo
fisso sull’essenziale come urgenza del vivere intensamente il reale anzi fa
appassionare alla novità, aiuta a stimare chi è diverso da noi e mette di nuovo in
movimento il nostro bisogno, oggi che la crisi lo ha reso così acuto, così delineato
nelle forme consuete del vivere, del lavorare, del generare. Una ricerca di
consistenza, personale, umana, sociale e culturale.
Un anno insieme nel tentativo di “riscrivere, ripensare e rivivere” l’esperienza del
volto umano dentro le domande e le fragilità del nostro tempo, come ci ricorda
l’Arcivescovo di Milano Cardinal Scola. Guardare il soggetto, stare di fronte
all’Essenziale, tenendo presente il punto critico della cultura contemporanea che
sta nella miopia con cui guarda ai bisogni profondi dell’uomo, non cogliendo la
portata infinita delle sue esigenze costitutive.