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CONCRETA MAGAZINE
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PERIODICO TRIMESTRALE DI ARREDAMENTO E IMMAGINE - Anno XI - N. 3 - Dicembre 2006 - “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% DCB Sondrio”.
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Berr y’s
Lounge
Cafè
M
alberghi hotels ristoranti pizzerie rifugi residences ville res
Valerio
Gavazzi
Pregiata finitura artigianale insieme ad
alta tecnologia, design d’avanguardia
in spazi perfettamente ottimizzati, qualità e funzionalità delle strutture, 16 anni
di idee per la creazione di luoghi unici
ed irripetibili. Questa è Concreta srl,
un’azienda capace di progettare, realizzare e fornire “chiavi in mano” soluzioni
d’arredo per alberghi e strutture commerciali di ogni genere. La professionalità e l’esperienza maturate consentono
di offrire tutti i prodotti e i servizi legati
all’arredamento avvalendosi delle tecnologie più avanzate e di un’equipe di
lavoro altamente specializzata. Essere
al tempo stesso progettisti e produttori consente di ottimizzare le caratteristiche del prodotto e rispondere me-
glio alle esigenze della Clientela. Siamo qualificati per proporre un servizio
“Chiavi in mano” dove viene richiesto
un lavoro completo, un rapporto con un
unico interlocutore, che garantisca costi
definiti e tempi certi. Il concetto “Chiavi
in mano” si basa infatti sul principio di
sollevare il cliente da tutte le preoccupazioni gestionali ed avere un unico referente. Dalle esigenze del cliente alla
realizzazione del prodotto, Concreta
offre un servizio completo in grado di rispondere a desideri sempre nuovi.
Il contatto con il cliente
È in questa fase che i requisiti di un
progetto vengono raccolti in linea con i
desideri del cliente; la combinazione dei
Vostri bisogni e la nostra esperienza è il
primo passo verso il progetto.
La progettazione degli arredi e degli
impianti
Curata da importanti architetti e designer, garantisce lo sviluppo di un progetto sempre unico, che sviluppa e
arricchisce gli arredi Concreta. Primo
passo è la proposta planimetrica di layout. Seguono poi bozzetti per le parti
Concreta srl - Via Nazionale 14/a - Postalesio (SO) - Tel. ++39 0342 49 35 67 - Fax 0342 49 39 86
idenziali bar-pub nights pasticcerie gelaterie negozi uffici
Umberto
Paganoni
più significative dell’arredo. Tutto l’arredo prende poi forma in un’immagine
virtuale creata da designer con i più sofisticati strumenti di computer graphics.
La realizzazione in falegnameria
La lavorazione del legno e l’assemblaggio dell’arredamento nella nostra falegnameria (3000 mq.) unite a un gruppo
di professionisti della lavorazione dell’acciaio, della verniciatura, del vetro,
sono garanzia di un prodotto completo e inconfondibile. La falegnameria
è senz’altro uno dei punti di forza dell’azienda.
Sviluppa al proprio interno le diverse
fasi della lavorazione del legno, dalla
sezionatura alla laccatura e al premon-
taggio prima della consegna. Il tutto
sotto l’accurato controllo di architetti e
progettisti che seguono ogni lavoro in
ogni fase della produzione e del montaggio in cantiere.
La consegna e il montaggio
La consegna e il montaggio, effettuati
con personale e mezzi nostri, assicurano i tempi concordati e un servizio
di assistenza presente e puntuale nel
tempo.
Comunicazione e aggiornamento
Concreta Magazine è un trimestrale di
arredamento ed immagine, oltre a un
versatile contenitore di storia, turismo
e curiosità che viene redatto all’interno
del nostro ufficio marketing. Viene spedito in 5000 copie ad operatori commerciali, professionisti e a coloro che lo
richiedono.
Corsi professionali per gelatieri, pasticceri, albergatori, barman, pizzaioli
e cuochi, vengono proposti periodicamente nella nostra sala corsi, nella convinzione che l’aggiornamento, unito alla
tecnologia, sia la chiave per qualunque
successo imprenditoriale.
www.concretasrl.com - [email protected]
Sommario
Dicembre 2006
EDITORIALE - Roberta Bertolatti
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FRAMMENTI DI UNA VITA LUNGA UN SECOLO - Cecilia Paganoni
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UNIVALE PER UN SORRISO - Camillo Bertolini
PERIODICO TRIMESTRALE DI
ARREDAMENTO, IMMAGINE E CULTURA
Anno XI - N° 3 - Dicembre 2006
Direttore responsabile:
ROBERTA BERTOLATTI
[email protected]
Redazione:
CONCRETA s.r.l.
Via Nazionale 14 A
Postalesio (SO)
Tel. 0342/49.35.67
Fax 0342/49.39.86
www.concretasrl.com
E-mail: [email protected]
Aut. Trib. SO N° 258 del 5/12/95
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In copertina:
Berry’s Lounge Cafè - Sondrio
Foto:
Andrea Basci ● Simone Pierfelice
Giorgio De Giorgi ● Luca Salvadalena
Fadri Cazin ● Archivio Consozio Teglio
Archivio “Marco Mountain”
Grafica:
Lineagrafica s.a.s.
Stampa:
Bonazzi grafica - Sondrio
CONCRETA RINGRAZIA
PER LA COLLABORAZIONE:
LA CASA DELLA PASTA pag. 11
EDILBI
pag. 25
GEOCLIMA
pag. 37
PLOZZA
pag. 44-45
GR TENDAGGI
pag. 55
VDM
pag. 59
CREDITO VALT.
pag. 81
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VENTI DI PASTA FRESCA... UNA FAMIGLIA UNA IMPRESA - Camillo Bertolini
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L’ALPINISTA VALTELLINESE MARCO CONFORTOLA
INCORNICIA UN 2006 VERAMENTE INDIMENTICABILE- Silvio Mevio
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LA SCULTURA E LA PITTURA DI LUCA SALVADALENA: ISPIRAZIONE E FANTASIA - Donatella Micault
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“BIKE TRASALP CHALLANGE 2006”- Laura D’Amelio
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PIETRO VITALINI FIRMA UNA SIMPATICA E ACCATTIVANTE
LINEA DI ABBIGLIAMENTO SPORTIVO-INVERNALE - Attilio Piazza
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MARIO TESTORELLI E IL “SUO” MUSEO: UNA VITA PER LA VALFURVA - Silvio Mevio
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UNA PUBBLICAZIONE DELL’ACCADEMIA DEL PIZZOCCHERO DI TEGLIO
PER VALORIZZARE QUESTO PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE - Attilio Piazza
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CONSORZIO TURISTICO DI TEGLIO:
UNA STRAORDINARIA E DINAMICAREALTÀ TURISTICA VALTELLINESE - Silver
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REFERENZE
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Arredamento
ALBERGHI
Hotel Selene 4 stelle - Pomezia (RM)
Hotel Sonne - St. Moritz (Svizzera)
Albergo Vittoria - Gromo (BG)
Albergo Ristorante Bellavista - Valmadrera (LC)
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BAR
Berry’s Lounge Cafè - Sondrio
Cafè de la Gare - Tirano (SO)
Caffè Lucignolo - Tirano (SO)
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NEGOZI
Pirker Sport - Chiesa in Valmalenco (SO)
Ape Regina - Tovo di Sant’Agata (SO)
Buongustaio - Sondrio
Macelleria Giumelli - San Giacomo di Teglio (SO)
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Editoriale
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Abbiamo ancora nel cuore i ricordi dell’estate appena trascorsa, eppure
siamo già alla fine dell’anno e anche quest’anno puntuale come sempre
il Natale torna tra noi a portarci il solito carico colorato di regali, dolci,
pensieri, speranze. Puntualmente come ogni anno ritornano le solite luci
scintillanti, le vetrine straboccano di doni e decorazioni ma... sappiamo
che è Natale? O siamo tanti automi che camminiamo e corriamo a testa
bassa lungo i marciapiedi attanagliati dagli impegni di
lavoro, dagli orari, dalle scadenze? Ci si chiede qual è lo
spirito del Natale? Che cosa significa veramente fare un
regalo a Natale? Gli antichi Romani, fautori della “traditio
brevi manu”, ovvero il porre nella mani del destinatario
l’oggetto da donare, davano un senso fortissimo all’atto
del regalare che voleva rappresentare una dichiarazione
di affetto e di stima.
Oggi siamo molto lontani da ciò, basta solo pensare a
quante volte facciamo un regalo solo per ricambiare. Il
vero senso del Natale è quello che ancora oggi leggiamo
in fondo agli occhi dei nostri figli, è quella luce misteriosa
che fa sì che i nostri bimbi vivano la festa con la frenesia
e la trepidazione che solo questi giorni speciali possono far provare.
Giorni che evocano anche in noi ricordi di un’infanzia trascorsa, sensazioni, emozioni che negli anni hanno mantenuto gli stessi colori e gli
stessi sapori.
Possono cambiare i governi, le mode ma non il simpatico vecchietto un
po’ in carne che capeggia tra i vetri delle case, sui panettoni, tra le vie.
Teniamoci stretti i veri valori, quella felicità che solo le piccole, ma in
realtà enormi cose possono dare. Cerchiamo di scoprire il vero spirito
del Natale nel sorriso ingenuo e felice dei bimbi, nella carezza di un genitore o di un nonno lasciato troppe volte in disparte nel resto dell’anno.
Il Natale vuole unire, accomunare gli spiriti e le emozioni. Condividere
una serata felice con le persone care intorno ad un tavolo davanti ad un
buon piatto fumante a volte può sciogliere nodi e tensioni emotive accumulatesi durante l’anno. Recuperare la semplicità di un evento che di per
sé nasce in uno dei contesti più semplici ed umili che la storia ricordi, una
stalla con due buoi ed un bambino avvolto negli stracci. E allora che sia
un Natale semplice, senza inquinamento commerciale, recuperandone
lo spirito vero. E che sia un Natale visto con gli occhi dei nostri figli, quando quel batticuore ci faceva sobbalzare al minimo rumore, con la gioia e
la speranza di intravedere tra le luci che si accendono e si spengono la
sagoma di qualche pacco sotto l’albero. E che sia un Natale dove un gesto di solidarietà diventa un momento di grande responsabilità sociale e di impegno in aiuto ad associazioni di
volontariato , come l’Univale; associazione che vi presento in questo numero, nella speranza che coglierete
questa occasione per fare un gesto che sarà sicuramente apprezzato. Partecipare significa contribuire alla crescita di un’esperienza locale di solidarietà dal valore profondamente umano.
Ed è proprio con questo spirito che la direzione di Concreta e Confa augura a tutti i dipendenti, a Voi lettori,
giornalisti e collaboratori un sincero Buon Natale!
Roberta Bertolatti
IN RICORDO A FRANCESCO BONAZZI
Ho provato grande commozione ed orgoglio quando la proprietà di
Concreta mi ha chiesto di ricordare la figura di FRANCESCO BONAZZI sul nostro Magazine, che ha visto i Natali nella sua tipografia
ben 13 anni fa. Io che ho vissuto 23 anni alle sue dipendenze è come
ricordare un padre, un amico “grande”, ma non voglio assolutamente essere retorico. Voglio ricordarlo come industriale modello, timido
e schivo ai riflettori, attento e assorbito completamente alla sua professione e alla sua famiglia. Una professione che lo ha distinto nella
storia della stampa valtellinese; capostipite e pigmalione di quasi
tutti i tipografi operanti nel nostro capoluogo e non solo. Ora la tecnologia ha trasformato la vecchia “tipografia” in “litografia” oppure
“computergrafica”, ma Francesco Bonazzi rimarrà nell’immaginario
collettivo come: “Bonazzi grafica - La stampa”. Beppe Aldrighetti
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Testi e foto: Cecilia Paganoni
Frammenti di una
vita lunga un secolo
Le nonne Enrica
ed Elena raccontano uno dei momenti più felici
della loro infanzia
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L’anziana bisnonna si guarda attorno
con sguardo indagatore, verso le sei
di sera le strade sono sempre molto
trafficate, é il momento in cui la gente
ritorna a casa dopo una intensa gior-
nata di lavoro: é un continuo via vai di
auto, un serpentone che dalla città si
snoda lungo la strada che sale verso
i paesini arroccati sulla collina soprastante.
Osserva attentamente quelle scatole
di metallo dai colori più svariati, poi
alzando il bastone indica due auto,
ecco stanno arrivando i miei nipoti,
dice, tirando un sospiro di sollievo.
Sempre in giro per lavoro, mai un attimo di riposo, quando la sera li vedo
arrivare mi si allarga il respiro, la famiglia si ritrova tutta assieme, una grande famiglia come quella di una volta.
Anche se tutto é cambiato.....tutto!
Noi, da bambini non avevamo tutte
quelle cose che hanno i ragazzi di
oggi e la nostra vita trascorreva quasi
solo tra il paese e gli alpeggi.
Prati, vigne, boschi e i nuclei situati
sulle Orobie erano i luoghi dove trascorrevamo le nostre giornate, i mesi
e gli anni. Tra tante difficoltà avevamo
anche qualche buona possibilità, per
nostra fortuna.
Avevamo una zia straordinaria, zia
Maria, la ricordo sempre molto volentieri, una donna sempre molto sorridente con due grandi occhi verdi luminosi come due specchi d’acqua di
montagna.
Fatto piuttosto insolito era l’unica proprietaria, lei donna, di una bottega di
generi alimentari e di robe di ogni sorta, come si soleva dire allora, nel nostro paese.
La bisnonna si fa pensierosa, cerca di
richiamare alla memoria quella figura
elegante dal fisico snello, flessuoso
come un giunco, sempre pronta a
dare una mano a chi ne aveva bisogno senza pretendere nulla in cambio.
Zia Maria, come tutti la chiamavano
come se fosse la zia di tutto il paese,
era una donna molto religiosa, pregava molto, ma non era bigotta e appena
nella bottega aveva qualche caramella o qualche biscotto in più lo regalava
ai bambini che le gironzolavano intorno, e noi nipoti eravamo piuttosto gelosi di questa sua prodigalità.
Non riuscivamo a capire il perché di
certi gesti che ritenevamo sprecati.
Quei mocciosi, confabulavamo tra di
noi, non sono suoi parenti, mentre a
testa bassa e piuttosto imbronciati tornavamo alle nostre case prendendo a
calci i sassi della strada come se fossero responsabili dell’accaduto. Intanto i nostri rivali, si fa per dire, seduti su
un muretto si leccavano ripetutamente
le labbra gongolando in modo provocatorio, mentre gustavano quel succoso dolcetto. A pensarci adesso mi viene da ridere, ma allora i tempi erano
diversi e una caramella o un biscotto
non era cosa di tutti i giorni.
Talvolta quando il gruppo dei ragazzi
che aveva ricevuto l’omaggio, era a
nostro avviso troppo numeroso, ci
scappava pure qualche spintonata;
ma bastava che sulla porta della bottega si affacciasse la figura silenziosa
e autorevole di zia Maria che ci passava in rassegna ad uno a uno con
uno sguardo severo e preoccupato e
tutta quella tensione si sciogliesse
come neve al sole. No, non potevamo
recare dispiacere all’unica persona
che dava un tocco di dolcezza alle nostre giornate; lasciavamo cadere i
sassi e ritornavamo alle nostre case
seguiti dal suo sguardo e da quella
frase ormai nota: “ Solo chi si comporterà bene verrà con me alla festa di S.
Luis.”
Mancavano ormai pochi giorni al 21
giugno, dovevamo perciò impegnarci
a rispettare quelle regole di condotta
per poter andare con la zia a Sazzo,
nel comune di Ponte, ove ogni anno in
occasione della festa del santo patrono si teneva una gran fiera che richiamava visitatori da tutti i paesi vicini e
perfino dalla vicina Svizzera.
Nel frattempo ciascuno cercava di
raggranellare un piccolo gruzzolo per
poter comperare ciò che da tanto tempo costituiva l’oggetto dei nostri desideri.
Qualche soldino ci veniva dato dai genitori, noi ci impegnavamo nella raccolta di robe vecchie, stracci, pezzi di
ferro e di alluminio, ossa, etc, che vendevamo poi allo “strascé” (straccivendolo). Facevamo a gara a chi trovava
una quantità maggiore di rottami, questo significava più soldini. Alla sera
eravamo stanchi morti, ma che soddisfazione al momento della paga. Bastavano quei pochi soldi in tasca per
darci la possibilità di fantasticare,
creare castelli in aria, di sentirci in un
altro mondo. Per alcuni giorni vivevamo nel mondo delle favole...chissà se
Sazzo era davvero un paese così bello come diceva zia Maria!
La Vigilia Della Festa
I giorni precedenti alla festa eravamo
molto agitati, non riuscivamo a star
fermi tanta era l’emozione per l’avvenimento che si avvicinava.
Andare da Albosaggia fino a S. Luigi
di Sazzo sul carretto trainato da un
mulo e guidato da zia Maria era davvero straordinario. Una donna, un carro pieno di ragazzi e un mulo.....queste parole frullavano continuamente
nella nostra testa. La sera a letto ripetevamo all’infinito questo gioco cercando le combinazioni possibili... un
mulo, un carro di ragazzi, una donna,
oppure una donna, un carro pieno di
ragazzi da Albosaggia a Sazzo e così
via. Ad un certo punto la mamma con
una voce dura e per nulla amorevole
tagliava corto: “Smettetela, disii su i
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La strega rise con cattiveria e mentre
pronunciava alcune parole strampalate: “Fila filota, fila giò per quella piota”
scagliò la povera donna colpevole di
aver lavorato nel giorno di festa, nel
burrone sottostante”.
Tutti pensierosi ce ne stavamo rannicchiati nel pagliericcio odoroso di sole
e di grano fin quando stanchi morti ci
abbandonavamo tra le braccia del
sonno.
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pater, se no el Signor al manda el Castigamat!” (Smettetela, recitate le preghiere altrimenti il Signore manda i
castighi”)
E zia Celesta la vecchia saggia della
famiglia aggiungeva con voce dolente:
“Pregate il Signore che ci dia un buon
sentimento, non fate gli sciocchi!”
A questo segnale sapevamo che dovevamo smettere, anche se era molto
difficile contenere tutte quelle energie.
Poi zia Celesta per tranquillizzarci ci
raccontava una storia, ogni sera una
storia diversa.
La Storia Della Strega Giustiziera
C’era una volta, incominciava zia Celesta, una donna che passava le giornate lavorando fino a tardi.
Una sera mentre stava ancora filando
al lume di candela, una vecchietta
bussò alla sua porta offrendole il suo
aiuto per completare il lavoro. La donna accettò con soddisfazione quell’aiuto insperato, non aveva lontanamente pensato alla Magada, la terribile strega che si aggirava di notte in
paese combinando terribili misfatti.
Era la sera del sabato e la donna sapeva che era proibito filare nei giorni
di festa, la Magada era venuta apposta per controllarla!
Lavora e lavora il tempo passava,
quando la donna si accorse era ormai
troppo tardi, era già passata la mezzanotte ed era già iniziato il giorno di
festa, la poveretta si spaventò e non
sapeva più cosa fare per rimediare.
Da Albosaggia a Sazzo
La mattina del 21 giugno festa di S.
Luigi Gonzaga patrono di Sazzo ci trovavamo di buon ora davanti alla bottega di zia Maria, belli puliti, tirati a lucido come le stoviglie prima delle festività natalizie. Eravamo una decina di
cugini pronti ad affrontare l’avventura
di un tragitto di circa dieci chilometri.
Non era cosa da tutti, la maggior parte infatti andava a piedi, questa era
per noi un’occasione unica per conoscere altri paesi oltre Sondrio. La strada sterrata era quasi tutta pianeggiante, il nostro mulo magro e spelacchiato trotterellava che era una meraviglia
e zia Maria seduta a cassetta rivelava
una insospettabile abilità di vetturale.
Dopo Sondrio la strada era percorsa
da numerosi carri provenienti dai paesi vicini.
I maschietti incitavano la zia a non lasciarsi superare e a mantenere un’andatura più veloce, a ingaggiare insomma una specie di gara di velocità.
Noi bambine preferivamo guardarci
attorno, ammirare il paesaggio, le bellezze dei palazzi e delle dimore signorili che incontravamo lungo il percorso.
Ci sembrava di attraversare un mondo
completamente diverso e qualcuno ricordando i racconti degli emigranti
che erano tornati dalla “Merica” come
dicevano loro, speravano che il viaggio non avesse mai fine, ma continuasse fino a giungere in quei territori tanto lontani e così diversi da quelli
soliti.
Non c’era comunque posto per la noia,
ognuno poteva trovare molteplici interessi; zia Maria procedeva con andatura sostenuta, di carattere bonario
accettava con umorismo qualche
scherzetto, e il vociare eccessivo dell’allegra combriccola. Giunti alle Casacce bisognava lasciare la strada
principale e imboccare una stradina laterale che saliva ripida sulla destra per
alcune centinaia di metri tra ombrosi
castagni.
Qui purtroppo le cose cambiavano, il
povero mulo dopo aver trotterellato a
lungo e di buona lena rifiutava di affrontare la salita, inutili i vari tentativi
della zia di infondergli coraggio ed
energia con un po’ di zucchero e vino.
Non c’era niente da fare, tutto era inutile, il mulo con il suo carretto se ne
stava lì in mezzo alla strada e non
c’era verso di spostarlo; a noi si presentava un’unica soluzione, scendere
e proseguire a piedi fino alla meta, del
resto ormai vicina.
Finalmente il mulo libero dalla nostra
zavorra riprendeva il cammino e noi al
suo fianco.
I soliti permalosi borbottavano “..proprio sul più bello ci doveva lasciare a
piedi, che figura stiamo facendo..” Altri
volgevano invece lo sguardo in alto
verso il Santuario che si stagliava imponente verso il cielo. Ormai eravamo
arrivati.
Appena giunti sul sagrato zia Maria legava saldamente il mulo a una palizzata per potersi poi muovere liberamente; ci prendeva per mano, eravamo come tanti acini d’uva appiccicati
al raspo.
Il sagrato era già gremito, c’erano uomini, donne, bambini, venditori, semplici curiosi e pellegrini che erano
giunti da ogni parte per partecipare
alla solenne cerimonia. La zia ci guidava tra la ressa per poter entrare nel
Santuario ad assistere alla Messa.
Grande era il nostro stupore alla vista
di quelle splendide tele tanto maestose e imponenti.
Durante la cerimonia riuscivamo a fatica a stare fermi nonostante fossimo
stipati come sardine in scatola. Una
volta ultimata la celebrazione ci aspettava il paese dei balocchi con le sue
mille attrazioni e c’era chi tirava da
una parte e chi dall’altra. Ma il monito
della zia suonava severo “Chi non obbedisce, la prossima volta resta a
casa, state uniti non allontanatevi”.
Ognuno metteva mano alla sua sacoccia tenendo ben stretto il piccolo
gruzzolo: uno voleva comperare una
pipa di zucchero, un altro dei biscotti
e il più grande che aveva racimolato
più soldi cercava un carretto di legno.
C’era solo l’imbarazzo della scelta, zia
Maria invece pensava alla sua bottega
e alla sua casa, osservava con attenzione i pelotti le lenzuola di canapa, i
paioli in rame e in pietra ollare.
La piazza era molto rumorosa oltre al
vociare dei venditori ogni tanto qualche raglio d’asino fendeva l’aria, né
mancavano i muggiti delle mucche e i
belati delle pecore e delle capre che i
contadini avevano portato alla fiera
per vendere.
Sempre controllati dallo sguardo severo della zia giravamo ogni angolo
passando da una sorpresa all’altra,
non stavamo più nella pelle dalla felicità. Era una festa di suoni e colori
dove non era difficile perdersi, purtroppo il pomeriggio volgeva al termine rapidamente e a malincuore dovevamo abbandonare quella splendida
festa e avviarci col nostro carretto verso casa.
Ognuno aveva fatto i suoi acquisti, divertendosi un mondo in mezzo a quella folla festante e al rientro, stanchi
morti tiravamo le somme di quell’insolita giornata.
Ognuno aveva da raccontare quello
che aveva visto e udito , quante novità
potremo raccontare ai nostri amici ri-
masti a casa, ci sentivamo fortunatisssimi.
Quella gita in carretto e la partecipazione alla fiera ci avevano proiettato in
un’altra dimensione , grazie a zia Maria.E il ricordo nonostante siano passati tanti anni é ancora vivo.
Per i ragazzi di oggi i divertimenti sono
ben altri e non credo che un viaggio a
ritroso nel tempo possa renderli contenti, nonostante abbiano un’infinità di
cose, non mi sembrano più soddisfatti di noi quando eravamo piccoli e senza niente o quasi.
Ho vissuto quasi un secolo eppure
quei ricordi sono ancora nitidi nella
mia memoria, basta un attimo a spolverarli e farli conoscere ai ragazzi di
oggi.
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Txt: Camillo Bertolini
Univale per un sorriso
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Più di ottanta artisti espongono a
Sondrio a sostegno di UNIVALE.
Partecipare significa contribuire
alla crescita di
un’esperienza
locale di solidarietà dal valore profondamente
umano.
Entrati nell’ospedale di Sondrio, la segnaletica dei reparti riporta la sigla
UNIVALE accanto all’ortopedia. Il cartello di colore giallo ci dirige quindi
verso il padiglione est, meglio noto
come “ospedale vecchio”. Il vecchio
edificio nasconde però un’iniziativa
che, almeno per quanto riguarda il panorama valtellinese, rappresenta una
felice e vivace novità.
Al solo sguardo, una parte del reparto
di oncologia presenta qualcosa di insolito. Prevenuti nel ritrovare il rigore
bianco e lineare della tipica struttura
ospedialiera, i sensi sono invece accerchiati da una strana sensazione di
benessere. Qui i colori, le forme e persino gli odori non sono quelli che ci
aspettiamo. Sembrano più casalinghi,
in fondo più normali.
Questi locali, appartenenti al nuovo
ambulatorio di oncologia medica, sono
stati inaugurati poco piu’ di un anno fa
(settembre 2005), al termine della restaurazione di un’area prima adibita a
magazzino. Al di là dello stile insolito,
la novità più importante sta nel fatto
che a farsi carico delle spese necessarie non sia stata la sanità nazionale,
bensì un’associazione locale: UNIVALE appunto, ossia l’Unione Volontari
Assistenza leucemici, Emopatici e Oncologici. Ci troviamo di fronte ad un
esempio virtuoso di come le persone
appartenenti a una comunità (ristretta
come lo è la nostra) possano organizzarsi e prendere iniziativa per sostituire, o semplicemente completare, le
carenze delle strutture sociali.
A presiedere l’associazione è il dottor
Fiumanò. Lo incontro per una rapida
chiaccherata proprio nel suo Studio
ubicato nel nuovo ambulatorio oncologico.
Dottor Fiumanò, che cos’è UNIVALE e cosa si propone di realizzare?
UNIVALE è un’associazione di volontari nata nel 1990. Inizialmente ci occupavamo di dare sostegno alle famiglie e ai malati ematologici. A partire
dal 2004 si è riusciti a intervenire anche nel campo oncologico, pure per
dare sostegno al reparto di oncologia
medica, al quale forniamo personale
e siamo attivi nel miglioramento del
confort ospedaliero.
Che tipo di sostegno la sua associazione riesce a fornire?
Certe malattie rappresentano un
dramma sotto molti aspetti. Innanzitutto si cerca di dare sostegno di tipo
psicologico perchè il paziente riesca
in qualche modo a superare alcune
fasi che può risultare molto critica anche dal punto di vista mentale. Ma ciò
di cui ci occupiamo tenta di andare
molto al di là. Si cerca di trovare una
soluzione per varie difficoltà incontrate dai malati, dalla recerca di un’occupazione a un vero e proprio sostengo
finanziario. Siamo inoltre molto attivi,
grazie ad un accordo con la Croce
Rossa, nel trasporto ospedaliero verso strutture spesso lontane e non facili da raggiungere.
Come ho già detto, siamo un’associazione di volontari. Volontari che continuiamo a completare con corsi di formazione per offrire un’assistenza
sempre più adeguata e qualificata.
In che modo UNIVALE riesce a finanziare il suo operato?
I finanziamenti che riusciamo ad ottenere provengono da due campi in
qualche modo distinti. Le donazioni di
privati e le iniziative che riusciamo a
mettere in piedi. Questi locali, ad
esempio, sono stati realizzati grazie al
contributo dei Giovani Imprenditori e
di tanta altra brava gente, che ha messo a disposizione la sua abilità professionale nella loro risistemazione. Inoltre UNIVALE e’ iscritta nel registro regionale delle Onlus, e ha quindi i requisiti necessari per poter essere
destinataria del cinque per mille (codice 93004650144). Riceviamo comunque con riconoscenza qualunque
tipo di donazione volontaria. Per quanto riguarda le nostre iniziative, ne abbiamo una in programma a breve scadenza. Si tratta di una mostra che si
terrà dall’11 al 30 dicembre presso la
sala ‘Le Volte’ a Sondrio (ex enologica). Tutto è partito da un’artista che
ha voluto donare alcune opere all’as-
sociazione. Nel giro di poco tempo la
cosa si è allargata, ed ora possiamo
contare sull’adesione di ben ottantatrè
pittori e scultori. Si tratta di artisti valtellinesi di fama ormai affermata (Pelizzatti, Mainardi, Gusmeroli, Bricalli,
Gutu Pavel…), ma anche di alcuni abili “dilettanti”che si sono lanciati nell’impresa con entusiamo. I presupposti
che l’iniziativa vada bene ci sono tutti.
Per noi sarebbe importante perche’
UNIVALE potrebbe così’ continuare a
fornire i propri servizi e chissà , magari riuscire a raggiungere anche le
altre strutture ospedaliere della provincia.
Le coordinate bancarie di UNIVALE
sono: Banca Popolare di Sondrio
- C.C. 42673/90 (ABI 5696) - CAB
11000 - CIN D)
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Txt: Camillo Bertolini
Venti di pasta fresca...
una famiglia, un’impresa
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Remigio, Antonio,
Luciano e un compleanno da festeggiare. A spegnere le
venti candele è la
Casa della Pasta,
laboratorio artigiano
sondriese del primo
piatto che tutto il
mondo ci invidia.
Amore per il lavoro, iniziativa e professionalità sono gli ingredienti alla base di un
traguardo costruito giorno per giorno,
prova dopo prova, con la sveglia puntata
sempre prima dell’alba. Si perché la storia d’amore tra i fratelli Urbani e la cucina
parte da lontano, quando da ragazzini
prepararono la valigia per rincorrere la
loro passione fuori provincia, fino a raggiungere prestigiosi ristoranti europei. Si
ritroveranno poi tutti e tre nel pavese per
la gestione di un loro ristorante. Il Tabarro, dal nome di un’antica mantella che
avvolgeva completamente gli uomini, diviene in poco tempo noto per le sue bontà di pasta fresca. Però la voglia di far
ritorno tra le Alpi è sempre viva, e un’idea
inizia a farsi strada nei loro pensieri.
La Casa della Pasta nasce nel dicembre
del 1986 in Piazzale Merizzi a Sondrio.
Da subito punta al rapporto diretto con la
clientela, ma anche alla fornitura dei ristoranti della valle. – All’inizio ci furono
anni difficili – ricorda oggi Antonio con il
sorriso di chi il difficile se l’è messo alle
spalle credendo nei propri mezzi. Negli
anni novanta la pasta fresca si è fatta
strada andando al passo della riformulazione del concetto di benessere. Il mangiare sano, l’acquisto dei piatti preparati
artigianalmente da persone con le quali
è possibile rapportarsi in modo fiduciario
divengono sempre più necessità di una
popolazione ritornata cosciente che il benessere fisico non può prescindere da
un’alimentazione naturale. E la Casa della Pasta racchiude anche nel nome una
piccola realtà familiare costruita sul lavoro e sulla professionalità dei tre fratelli
Urbani e delle loro mogli.
Dal settembre 2003 la Casa della Pasta
si affaccia in via Trieste. Anche in una
piccola cittadina come Sondrio pulsano
differenti spiriti e molti cuori. Ecco che il
nuovo punto vendita sorge nella zona degli uffici e dell’amministrazione. Qui la
clientela aggiunge esigenze diverse,
come quella del pasto caldo consumato
nei pressi del luogo di lavoro. Alla pasta,
ai pizzoccheri, alle molte qualità di gnocchi e ravioli si vanno ad aggiungere piatti pronti quali lasagne, crespelle, cannelloni, polenta, fino all’offerta di pesce, carni e contorni cucinati tenendo conto della
stagionalità.
Qual è il segreto della buona pasta? La
scelta delle farine, come la limpida acqua
delle nostre vallate ricoprono un ruolo di
prim’ordine. Ma non basta. Bisogna entrare nel cuore della pasta, nel cuore di
chi fa questo lavoro da anni con la stessa
passione, nell’esperienza delle mani che
si muovono sicure nella produzione.
Sono questi gli ingredienti capaci di fare
la vera differenza.
Se i meriti del successo vanno attribuiti
all’unione familiare dei fratelli Urbani, i tre
hanno abilmente saputo differenziare il
loro lavoro secondo le loro particolarità e
le loro passioni. Se Luciano è il mago del
raviolo, Remigio si dedica abilmente e
con passione a lasagne, cannelloni e ai
piatti più fantasiosi. – Sono loro gli artefici del successo, io sono solo il banconiere – scherza Antonio con un pizzico di
modestia –. Ma entrando in via Trieste ci
si rende subito conto di quanto la vendita
sia un’arte essa stessa. Cordiale ed
estroverso, Antonio ci fa uscire con l’acquolina in bocca e col sorriso.
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Il prossimo aprile
2007 il forte “himalaysta” della Valfurva partirà per l’Himalaya con l’
12
Conquistare quasi tre “Ottomila” in un
solo anno, ovvero il 9 maggio lo
Shisha Pangma ( 8027m), il 19 maggio il Lothse (8450m) ed il 12 ottobre
l’Annapurna (8091m) 2006, è un’impresa che ogni alpinista vorrebbe effettuare. Marco Confortola, il forte alpinista della Valfurva, se durante la passata estate un principio di congelamento
alle dita dei piedi non gli avesse saggiamente consigliato di rinunciare al
Lhotse (8450m) sarebbe riuscito nell’impresa.
Ma sinceramente due e mezzo possono bastare … infatti, non ci sono stati
“ostacoli” alla sua indescrivibile voglia
di salire e di conquistare l’Annapurna
(8091m - la “Montagna Maledetta”),
Una bella immagine dell’Annapurna
obiettivo di conquistare altri due ottomila: il Broad Peak
(8047 m) ed il Cho
– You (8200 m)
una cima considerata da tutti gli alpinisti tra le più pericolose e difficili al
mondo. Infatti dal 1950 al 2005 sono
state 145 le spedizioni che hanno tentato di scalare questa vetta; meno di
un terzo è riuscito nell’intento di raggiungere la sommità dell’Annapurna.
Le quarantadue spedizioni alpinistiche
che sono arrivate in cima hanno avuto
una percentuale di successo del 40%
in estate, del 26% in autunno e del
10% in inverno. Questo importante risultato alpinistico, Marco Confortola
l’ha voluto dedicare all’amico alto – atesino, Christian Kuntner, il quale nel
2005 proprio durante la salita alla stessa montagna veniva travolto ed ucciso
da una valanga. Compagni di cordata
La salita alla cima dell’Annapurna
in questa affascinante sfida oltre gli Ottomila sono stati Silvio “Gnaro” Mondinelli (originario della di Gardone Valtrompia – Brescia, ma residente ad
Alagna - Valsesia), Marco Camandona
(valdostano), Abele Blanc (valdostano
– rientrato in Italia a causa di un lutto
in famiglia) e Fabio Iacchini (Borca Macugnaga – Valle Anzasca). Siamo
stati invitati da Marco Confortola ad
Uzza, una piccola frazioncina alle porte della Valfurva, dove lui stesso sta
ultimando la sua abitazione arredata
con gli eleganti elementi forniti da Concreta, uno dei suoi principali e più importanti sponsors che lo hanno aiutato
in queste ultime imprese himalayane;
con lui abbiamo fatto una simpatica e
proficua chiacchierata dopo le sue ultime “performance” alpinistiche in Himalaya ...
- Marco Confortola, un 2006 da incorniciare; hai conquistato, infatti,
quasi tre ottomila ma soprattutto
hai fatto “tua” la cosiddetta “montagna maledetta” … raccontaci alcune tue sensazioni …
<<Si il 2006 è stato un anno molto positivo per quanto riguarda il mio personale palmares nei confronti degli “Ottomila” anche perché se non incappavo nel problema congelamento ai piedi,
allorché mancava poco alla cima del
Lhotse (8450m), potevo chiudere la
partita attraverso la conquista di ben
tre ottomila; pazienza come dice il vecchio adagio sarà per la prossima volta>>.
- Marco tra gli “Ottomila” che hai
salito quale dei tre è stato il più impegnativo e quale quello più bello
paesaggisticamente parlando?
L’alpinista valtellinese
incornicia un 2006 ver
<<Tra i tre “Ottomila” che ho salito sicuramente quello più ostico, difficile ed
impegnativo è stato quello dell’Annapurna, ovvero la “Montagna Assassina
e Maledetta”. Comunque, nonostante
questo lugubre appellativo, con me in
particolare e con gli altri miei compagni di cordata (Silvio “Gnaro” Mondinelli, Marco Camandona e il nostro
sherpa … Fabio Iacchini non è riuscito
a salire con noi a causa di problemi di
salute) questa straordinaria cima è stata benevola: infatti durante la nostra
salita sono cadute ben 5 gigantesche
e paurose valanghe … quasi un segno
premonitore che ci ha avvertito di
quanto pericolosa sia l’Annapurna. Da
un punto di vista paesaggistico metto
sullo stesso piano la montagna più alta
della Terra, ovvero l’Everest con i suoi
8850m e la stessa Annapurna>>.
- Marco ci puoi raccontare , molto
brevemente, il “diario” della tua salita all’Annapurna?
<<Siamo partiti la notte dell’11 ottobre
2006 dal Campo Base Tre, situato a
quota 6650m, per tentare la cima in
una sola tappa; dopo due giorni di forte vento e freddo, al limite della sopportazione, abbiamo raggiunto finalmente la sommità collocata a 8091m e
lì il nostro pensiero è andato agli amici
“sfortunati” che purtroppo hanno perso
la loro vita mentre tentavano di salire
questa cima himalayana ed in particolare l’alto – atesino Christian Kuntner,
scomparso l’anno scorso durante
l’ascensione all’Annapurna proprio in
compagnia di “Gnaro” Mondinelli.
Come ho già ricordato in precedenza
sulla cima siamo arrivati in tre (io, il
“Gnaro” e Marco Camandona) tranne
Fabio Iacchini che si è dovuto arrende-
re per problemi di salute. Durante la
salita abbiamo sperimentato una via
diversa di ascensione perché quella
“classica” dei Francesi risultava estremamente pericolosa. Infatti, una notte
una grossa valanga si è fermata a
poco più di duecento metri dal nostro
Campo Base 2 (5600m) e credetemi
non ho mai visto il “Gnaro” ad imprecare come in quella occasione (se ben
ricordate proprio nel 2005 lui stesso
era stato coinvolto nella tragedia dove
aveva perso la vita Christian)>>.
- Ringraziandoti per la tua squisita
ospitalità e disponibilità, l’occasione ci è gradita per complimentarci
con te per il “buon gusto” nell’arredamento della tua straordinaria
abitazione; a questo punto ti chiediamo, Marco, di svelarci i tuoi programmi che ti vedranno protagonista nel 2007 ancora sull’Himalaya…
<<Per il 2007 ho nel cassetto un paio
di sogni: in aprile – maggio la salita del
Cho – You con i suoi 8200m e, successivamente, a giugno – luglio la salita al Broad Peak (8047m), quest’ultimo in compagnia del mio grande amico e maestro Silvio “Gnaro” Mondinelli che, con la conquista di questo
“Ottomila”, entrerà a fare parte di quella stretta cerchia di alpinisti che hanno
conquistato tutte e “Quattordici” le
cime collocate oltre i fatidici “Ottomila”.
In tutta sincerità all’orizzonte esiste un
altro sogno, che spesso mi tiene desto
durante la notte, e cioè la salita “incompiuta” al K2 la seconda vetta al
mondo dopo l’Everest; ebbene, sponsors e finanziamenti permettendo, vorrei proprio ritentare a scalare questa
stupenda, difficile ed emozionante
L’elicottero che ha trasportato la spedizione...
montagna … Concludo con questa
breve considerazione: non per polemizzare, ma solo per evidenziare che
il costo di una spedizione in Himalaya
è elevato (ci vogliono all’incirca dai 15
ai 20.000 euro) e senza aiuti difficilmente si può attuare … nessuno riesce a capire che si potrebbe sfruttare
la nostra immagine sportiva ed alpinistica per promuovere l’immagine del
territorio valtellinese al di fuori dei confini provinciali, regionali e nazionali …
la mia recente e personale impresa (la
conquista dell’Annapurna) verrà sicuramente dimenticata nel giro di breve
tempo e non si tiene assolutamente
conto che proprio un valtellinese risulta essere uno dei dodici alpinisti italiani ad avere conquistato la “Montagna
Maledetta ed Assassina” … vorrei sperare tanto che questa “maledizione”,
ovvero quella di avere difficoltà a reperire fondi, prima o poi finisca in modo
da potere affrontare nei prossimi anni
e con maggiore tranquillità il mio
straordinario sogno e cioè quello di
conquistare i “Quattordici Ottomila” …
e che il Buon Dio me la mandi buona>>.
Marco Confortola
amente indimenticabile
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Situato tra i Castelli
Romani e il mare,
l’Hotel Selene offre ai
propri ospiti la comodità di soggiornare
vicino a Roma.
Immerso in un bellissimo parco di 23.000
mq, vanta l’ambiente
ideale per i vostri incontri, ospitalità genuina e comfort.
Una suggestiva oasi
dove sfuggire al caos cittadino
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Considerato il miglior polo congressuale della zona, offre anche un’offerta ristorativa molto apprezzata.
Le 14 sale possono ospitare fino a
1000 persone, il salone delle feste offerto anche per nozze può ospitare
fino a 600 persone, il “Ristorante alla
brace” esprime un’offerta ristorativa
basata sui piatti laziali ed italiani in genere e non per ultimo la carta dei vini
offre una selezione delle migliori bottiglie italiane. Il generale rinnovamento è stato concepito per rispondere
alle esigenze della clientela femminile,
un’idea di libertà trasformata in realtà,
uno spazio d’incontro unico e moderno. E’ un’opera che sveglia i sensi dell’ospite, che rompe schemi grazie all’uso di materiali e forme semplici e
lineari. Si tratta di un progetto capace
di introdurre l’ospite in spazi innovatori, audaci, diversi da quelli abituali in
questo tipo di proposte. Un albergo
unico nel suo genere dove la calda atmosfera e i colori pacati aiutano l’ospite e rilassarsi e stare bene.
HOTEL SELENE 4 stelle
PROPRIETÀ
DIRETTORE GENERALE
INDIRIZZO
TELEFONO
FAX
SITO WEB
E-MAIL
ATTIVITA’
N. CAMERE
STRUTTURE
N. RISTORANTI
ALTRO
PROGETTAZIONE:
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
Sig. Di Mario Raffaele
Sig. Piergiorgio Benfenati
Via Pontina km. 30 – 00040 Pomezia (RM)
06 - 911701
06 - 91601570
www.hotelselene.com
[email protected]
Albergo e Ristorante
196
Palestra interna - Piscina Olimpionica - 4 campi da
tennis all’aperto - Centro Wellness in costruzione
1 ristorante e sale banchetti
10 Sale per congressi
Concreta Srl - Arch. Steven Mufatti
Studio G7 Associati - Arch. Negri e
Arch. Positano - Roma
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Simone Pierfelice
15
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TIPO DI INTERVENTO:
Gli arredi delle suite al piano quarto dell’albergo sono realizzati in legno essenza
wenghè, mentre quelli delle stanze al
1°,2° e 3° piano in laminato wenghè. Le
stanze si dividono in diverse tipologie
(suite superior, suite, matrimoniale, doppia, singola, disabili) e sono tutte arredate secondo i medesimi criteri progettuali:
● testate letto costituite da pannellature di
rivestimento parete a tutta altezza, in
legno o laminato, con fresature orizzontali simil doghe passo 80mm;
● scatolato pensile a parete e a soffitto, in
cartongesso tinto avorio, con corpi luce
ad incasso e led luminosi per illuminazione scenografica della testata letto;
● armadi con ante scorrevoli rivestite interamente a specchio e parti fisse in
pannellature simil doghe come testate
letto; vani interni a ripiani, tubo appenderia e cassettiera con cassetto blindato estraibile porta pc portatile (anziché
la cassaforte di tipo tradizionale);
● mobili scrittoio con annessi vano frigobar e cassetto per cestello portabicchieri, cassettino portabrochure integra-
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to perfettamente nel top a forte spessore, con vetro a filo sul piano;
● angolo muke-up composto da boiserie
a parete con mensola sospesa e specchiera retroilluminata;
● per le suite al piano quarto, la separazione tra la zona notte e la zona salotto-ingresso avviene per mezzo di pareti divisorie composte da pannellature in
legno con fresature orizzontali simil doghe passo 80mm; le pareti contengono
un meccanismo girevole, studiato su
misura, avente lo scopo di orientare a
proprio piacimento il monitor lcd all’interno della stanza;
● le stanze sono dotate di tutti i confort e
servizi specifici per un utenza business:
accesso, anche con modalità wireless,
ad internet ed alla rete interna dell’albergo;
● Le pareti dei corridoi sono rivestite con
boiserie realizzate su misura composte
da cornici in legno essenza wenghè con
trattamento e ignifugo, e da gigantografie a colori ed in bianco e nero rappresentanti angoli specifici dell’antica
Roma.
18
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Eleganza, cura dei servizi unitamente ad una
scrupolosa attenzione
per il cliente sono i
punti di forza che
l’hotel mette a disposizione del cliente
per offrirgli un soggiorno piacevole e
rigenerante.
Accoglienza e design
all’Hotel Sonne di St. Moritz
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Un caratteristico e rinnovato ristorante
dove i clienti possono degustare innumerevoli pietanze in un ambiente elegante dove l’ottima cucina crea l’atmosfera ideale ed indimenticabile per piacevoli momenti d’incontro.
Una struttura piacevole, un luogo dove
riscoprire il piacere della conversazione
tra amici, oppure suggestivo ambiente
per incontri d’affari, aperitivo o per importanti incontri. E’ la filosofia dell’hotel
quella di coccolare l’ospite, assecondandone le aspettative e prevedendone
i desideri, seguendo uno stile che oggi
è all’avanguardia nell’hotellerie mondiale. Un nuovo hotel che si esprime attraverso l’offerta dei servizi mirati, ma anche attraverso il design.
HOTEL SONNE
INDIRIZZO
TELEFONO
FAX
SITO WEB
E-MAIL
ATTIVITA’
N. CAMERE
Via Sela, 11- 7500 St. Moritz (Svizzera)
0041-81-8330363 / 66
0041-81-8118336090
www.sonne-stmoritz.ch
[email protected]
Hotel e Ristorante
92
PROGETTAZIONE:
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
Concreta Srl - Arch. Francesco Venzi
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
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22
TIPO DI INTERVENTO:
intervento di restiling;
sono rimasti invariati gli spazi destinati alle attività
di pizzeria/ristorante, sale pranzo, zona ingresso –
reception albergo;
● a livello di arredi si sono mantenuti i controsoffitti in
legno vecchio e alcuni mobili esistenti in legno vecchio, mentre si è progettato e costruito totalmente il
banco bar, la bottigliera pensile, il forno pizza e il
banco pizza, i mobili di servizio della sala ristorante,
le luci, i serramenti, tavoli e sedie, il banco reception
e i controsoffitti in gesso della reception.
● Linee progettuali seguite: mantenere gli spazi molto simili a come erano in precedenza (sistema molto funzionale e collaudato nel tempo), linee moderne utilizzando materiali caldi e tipici dell’ambiente
alpino;
● Legno utilizzato per gli arredi: larice naturale o abete invecchiato leggermente tinto, pietra tipo Dorato
della Valmalenco per piani e zoccoli a terra, oltre
che per rivestire totalmente il banco reception, legno laminato marrone per alcune parti di servizio
del banco bar e del retro;
● Sono inoltre stati sostituiti i pavimenti, le luci in materiale metallico con finitura foglia oro e le tende
delle ampie finestre della sala ristorante.
●
●
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Situato al centro di
Spiazzi, a mt. 1200 in
una conca salubre
e soleggiata, a due
passi dagli impianti di
risalita, l’Hotel
Vittoria offre ai
suoi ospiti un ambiente familiare
ed accogliente.
La forza rude ed espressiva
del legno all’Hotel Vittoria
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Per i suoi ampi spazi ed elasticità di
gestione, si presta a soddisfare le esigenze di un turismo di gruppo e di comitive.
La zona degli Spiazzi è una bellissima
conca, ricca di distese prative, circondate da fitte abetaie in mezzo alle
quali si snodano piste di sci.
La bellezza del luogo, la cordiale ospitalità dei gestori fanno del soggiorno
l’occasione per scoprire la semplice
bellezza della natura, la suggestione
degli oggetti circostanti, per vivere
come sospesi nel tempo. Circondato
da un territorio magico, dove il tempo
sembra essersi fermato, dove l’eleganza del panorama è arricchita da
una vegetazione spettacolare e l’albergo riflette la tranquillità e la serenità di questa zona. Sembra che la forza rude ed espressiva del legno sia
stata modellata e contenuta per lasciare spazio ad ambientazioni di
charme, dove i tipici materiali si armonizzano con elementi di estrema semplicità e naturalezza.
ALBERGO VITTORIA
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TEL.
FAX
ATTIVITA’
N. CAMERE
N. RISTORANTI
PROGETTAZIONE:
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
Gestione familiare
Via Spiazzi, 136 – 24020 Gromo (BG)
0364 – 47180
0364 – 47180
Albergo e Ristorante
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1
Concreta Srl - Geom.Silvia Donini
Geom.Bruno Balzarolo
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
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TIPO DI INTERVENTO:
Nuovo progetto delle parti comuni: reception, hall,
bar, sala ristorante.
Gli spazi sono stati mantenuti come erano in precedenza.
● Sono state recuperate alcune travi in legno esistenti, trattate ed utilizzate per realizzare i controsoffitti
in legno vecchio.
● Legno utilizzato per gli arredi: legno vecchio spazzolato e trattato a cera per controsoffitti, banco bar,
rivestimenti a parete, panche e tavoli; per i mobili di
servizio larice naturale spazzolato invecchiato.
● Per gli zoccoli della reception, bar e per i rivestimenti a parete e pilastri della sala ristorante è stata
utilizzata la pietra . Per la bancalina del bancobar
e per il piano reception è stato utilizzato il porfido
fiammato della Valcamonica tipico della zona.
● I dettagli degli arredi sono stati curati nei minimi
particolari come gli incastri a coda di rondine, gli
intagli realizzati a mano sul legno vecchio, le maniglie mobili interamente in legno realizzate a mano.
● Molto suggestiva la porta antica in legno vecchio
originale inserita in un portale in vetro trasparente.
● Corpi illuminanti con design moderno
●
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Non si può non
amare il suggestivo
lago di Como,
i tramonti, e
l’atmosfera tipica
di un luogo dove
il tempo sembra
essersi fermato.
Una rinnomata proposta
sulle rive del lago di Como
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Un clima insolitamente mite, il lungo
lago offre un paesaggio elegantissimo dove passeggiare diventa relax e
divertimento, un luogo considerato
uno fra i migliori luoghi velistici sulle
leggendarie rive dell’omonimo lago:
così Valmadrera accoglie il visitatore.
In questo bellissimo ed affascinante
contesto ben si inserisce il nuovo albergo ristorante Bellavista.
L’albergo è semplice ed essenziale, è
arredato modernamente attraverso
l’impiego di materiali che garantiscono
massima solidità e durata nel tempo,
è accogliente e soprattutto rivolto ad
una vasta clientela. Un’oasi in cui rilassarsi, che concretizza l’idea di luogo di incontro in cui la proposta estremamente varia e adatta ai diversi momenti della giornata riesce a soddisfare le molteplici esigenze di una
clientela differenziata, formata tanto
da giovani quanto da turisti di passaggio.
HOTEL RISTORANTE BELLAVISTA
NOME HOTEL
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TEL.
FAX
SITO WEB
ATTIVITA’
N. CAMERE
ALTRO
HOTEL BELLAVISTA
Famiglia Rusconi Carlo
Via Parè, 87 - 23868 Valmadrera (LC)
0341 – 581335
0341 – 581335
www.hbvl.it
Alloggio e Prima Colazione
18 (camere singole con letto alla francese; provvisto di camere attrezzate
per disabili). Accessi Internet in ogni
camera.
Terrazza direttamente sul lago.
NOME RISTORANTE
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TEL.
FAX
ATTIVITA’
ALTRO
RISTORANTE BELLAVISTA
Famiglia Corti
Via Parè, 87 - 23868 Valmadrera (LC)
0341 – 583412
0341 – 583412
Ristorante e Bar
Cucina tipica lacustre e piatti tradizionali.
PROGETTAZIONE:
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
Concreta Srl - Geom.Michela Bagiotti
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
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TIPO DI INTERVENTO:
Arredo per albergo ristorante 3 stelle.
Progetto; ristrutturazione.
● Disposizione; due piani di camere e piano terra
rialzato con aree pubbliche per albergo (reception,
sbarco ascensore, sala prima colazione con piccola
cucina office).
● Fornitura chiavi in mano ( Arredi e parti tecniche
come cucina e armadiature di servizio).
● Progetto:
segue delle linee moderne mantenendo
il calore della conduzione famigliare e dell’atmosfera
creata dal paesaggio, con legno di rovere, pareti rasate
a gesso tinteggiate con toni di colore chiaro. Camere
realizzate in legno naturale abbinato a tessuti di ottima
qualità funzionale ed estetica. Ampie e funzionali per
rendere il soggiorno piacevole e riposante.
● Illuminazione;
ricercata e studiata con parte ad
incasso nel controsoffitto e parte esterna.
● Controsoffitti: Particolare attenzione ai controsoffitti
in cartongesso che delimitano le varie zone della zona
disimpegno ( ingresso, reception, disimpegno e sale
colazione).
● Cucina: Realizzata a rendere ottimale il lavoro, sono
stati utilizzate attrezzature di prima qualità e la loro
disposizione è stata studiata in collaborazione con il
cliente. Questa collaborazione ha permesso di aver
un ambiente di lavoro molto funzionale.
●
●
Via Nazionale, 70 - 23012
Castione Andevenno (SO)
Tel. 0342 567600
Fax 0342 567817
RISCALDAMENTO A IRRAGGIAMENTO
L’irraggiamento è una forma particolare di trasmissione dell’energia mediante onde elettromagnetiche (raggi infrarossi) che si trasforma in calore a contatto con qualsiasi tipo di
corpo assorbente. Viaggia alla velocità della luce, non scalda l’aria dunque i volumi, ma
solo le superfici.
Queste onde elettromagnetiche si propagano in linea retta, in tutte le direzioni e sono riflesse
solo da alcuni materiali; si propagano naturalmente nel vuoto senza bisogno di energia supplementare e sono assorbite dai corpi solidi che le trasformano immediatamente in energia
termica.
L’ irraggiamento è oggi alla base delle tecnologie di climatizzazione più evolute: non solo i recenti sistemi radianti ad uso domestico e per piccoli spazi, ma soprattutto le più consolidate
applicazioni per il riscaldamento delle grandi aree industriali.
Dove si può applicare:
- Ambienti aperti e terrazze di bar, ristoranti, alberghi, ecc.
- Costruzioni con altezze interne elevate
- Atri e tettoie esterne
- Stabilimenti con lavorazioni metallurgiche
- Serre ed ambienti agricoli
- Aree produttive parziali o posti di lavoro
Riscaldamento a convezione
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Riscaldamento a irraggiamento
- IMPIANTI SALE
FUMATORI
- ESTRAZIONE ARIA PER
IMPIANTI INDUSTRIALI
- LAME D’ARIA
- RISCALDAMENTO E
IRRAGGIAMENTO
- CONDIZIONAMENTO
- CAPPE CUCINE
INDUSTRIALI
- CONTRATTI DI
MANUTENZIONE
- VIDEOISPEZIONE E
PULIZIA CANALI
www.geo-clima.com
[email protected]
Il rispetto per l’ambiente:
- Riduce l’inquinamento ambientale
- Riduce notevolmente i consumi energetici
- Salvaguarda le risorse naturali
Riscaldamento a convezione
Riscaldamento a irraggiamento
Riduzione dei costi di mantenimento:
- Abbassa l’inerzia termica
- Riduce le dispersioni
- Diffonde correttamente il calore
- Riduce la manutenzione
Punto di forza del riscaldamento radiante è la miglior resa rispetto ad altri sistemi di pari potenzialità, con evidenti risparmi (anche più del 45%) nei consumi di combustibile.
Riduzione dei costi d’impianto:
- Non occorrono opere murarie nè centrali termiche
- Meno potenza installata
- Riduce le coibentazioni
- Dà la possibilità di potenziare progressivamente
CHIAMACI SUBITO PER UN PREVENTIVO GRATUITO!
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La
scultura
e
la
pittura
di
Luca Salvadalena: ispirazione e fantasia
Txt: Donatella Micault
Foto: Luca Salvadalena
Parto Alieno con autore
Luca Salvadalena, nato a Chiavenna
il 14 ottobre 1967, è un caso anomalo,
perché la sua vocazione per l’arte è
nata in un modo quasi fortuito verso
l’età di 33-34 anni, dopo aver conseguito un diploma di ragioneria, e avere
avuto esperienze diverse, nell’ambito
delle animazioni in vari villaggi turistici, essendo egli di natura aperta e socievole, molto comunicativa, e amante
delle relazioni sociali che lo predestinavano in primo luogo al dialogo con
il prossimo, essendo egli di un naturale entusiasta e amante della vita, da
cui cerca di trarre le maggiori soddisfazioni, anche per la sua creazione
plastica.
Egli dice di essere stato interessato
dalla scultura, soprattutto su legno,
vedendo un cucchiaio di legno leggermente scolpito in un crotto dove si trovava in compagnia di amici, e di avere
avuto da questa visione fuggitiva la
scintilla necessaria per avvicinare
quest’arte difficile e cercare di approfondirla.
Dopo avere eseguito alcune copie da
grandi sculture egiziane, fra cui il bellissimo busto di profilo di Nefertiti che
si trova a Berlino, e l’imponente maschera funeraria del faraone Tutankhamon, scoperta negli anni Venti
da due grandi archeologi inglesi, lavoro eccezionale in smalti e oro, Luca si
lanciò nella prima scultura di sua ideazione. Si trattava di un’opera, scultura
in tiglio naturale, eseguita nel 2001, il
cui soggetto era “La schiava”, 60x28
cm, già di proporzioni armoniose e di
una qualità tecnica notevole.
Anche l’attitudine della giovane donna
nuda, sebbene di un pudore aggraziato, rivelava uno sfondo erotico molto
La Schiava-60x28-tiglio-2001
Uomo Testa53x21-ulivo-03
Uomo insetto-48x66-tiglio-2005
Metamorfosi -93x40-noce-2002
Disperazione-91 x 94-radice di larice-2005
Moscone-100x70-olio-maggio 06
marcato, e l’anatomia di questa figura
era resa con grande naturalezza.
Dopo questo primo incontestabile successo, Luca Salvadalena ha prodotto
altri lavori dove il virtuosismo tecnico
era molto visibile insieme allo sfoggio
di doti ornamentali ottenute con la pazienza di un lavoro lungo e tenace,
passando ai risultati eccellenti come,
del 2002, “Metamorfosi”, scolpito in
noce, dove si noterà l’increspatura eccezionale della pelle del coccodrillo
che tiene tra le sue fauci una testa
umana, lavoro, questo, che apre parecchie prospettive sull’immaginazione visionaria dell’artista, che scopre
così la drammaticità e la verità propria
di questi animali mezzo uomini, le cui
anime ambigue ed inquiete convivono
sotto le stesse spoglie.
Altra scultura da citare, quella del
“Parto alieno” (2003), in legno d’ulivo,
dove l’autore ha messo tutte le sue interrogazioni davanti al mistero eterno
della nascita. Infine, sempre nell’ambito della scultura, citeremo volentieri
i “Prigionieri” del 2006 in platano, teste massiccie chiuse nel loro enigma,
e per concludere questo rapido sguardo, ci soffermeremo ancora sull’uomoinsetto in tiglio del 2005, altra complicata simbiosi fra uomo e animale, che
lascia presagire per lo scultore altre
Asinistra: Prigionieri-79x22-platano-2006
interpretazioni sofisticate del mondo
umano e animale, strettamente legato
nei soggetti da lui preferiti.
Per quel che riguarda la pittura, l’attenzione di Salvadalena si volge verso
dei soggetti più sorridenti, ed anche
spesso ironici, come nel caso di “Che
cavolo ho fatto?”, olio su tela di cm
100x70, dipinto datato del gennaio
2006, dove l’autore visibilmente stupefatto contempla uno splendido pupo
che sorge radioso da un grosso cavolo.
Altro soggetto trattato in modo sorridente, anche se vagamente inquietante, “Il moscone”, dell’estate 2006, dove
una di quelle bianche imbarcazioni
balneari chiamate appunto “mosconi”,
che solcano i mari delle nostre spiagge leggere ed eteree, è qui come soprafatta da un’enorme mosca, che
pare volerla affondare. Il talento generoso del Salvadalena ha attirato recentemente l’attenzione del critico
Paolo RedaelIi, che, nell’occasione di
un’ esposizione collettiva alla Galleria
Camaver Kunsthaus di Sondrio, ha
notato in un suo articolo su La Provincia settimanale di Sondrio del 23 settembre 2006, le qualità compositive e
le idee originali dell’artista, che ci sembra davvero promesso ad un avvenire
di soddisfazioni artistiche e di ricono-
scimenti del suo valore accompagnato per una volta dall’umiltà propria ai
talenti importanti. Fra i suoi progetti
futuri, ricordiamo l’intenzione di estendere il suo lavoro scultoreo a diversi
tipi di pietre, da collegare eventualmente ai legni, che sono per ora la
sua passione predominante.
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Per chi volesse contattare Luca Salvadalena o visitarne in sua compagnia
lo studio, il suo indirizzo è: Luca Salvadalena, Via Tre Leghe, 7; 23022
Chiavenna; tel.: 034334744, Cell.
3284673577, [email protected] ,
www.valtellinaarte.it
Aprimi Tutta-100x70
olio-2006
Che cavolo ho fatto
100 x 70-olio-genn.06
Txt: Laura D’Amelio
Foto: Fadri Cazin
“Bike Trasalp
Challenge 2006”
La maratona
“offroad”, a tappe,
in mountain bike
attraversole Alpi
più dura al mondo
40
In otto giorni
(15 – 22 luglio),
dalla Foresta
Nera Tedesca
alla spiaggia
di Limone sul
Garda, attraverso
paesaggi
suggestivi e difficili
un’avventura
straordinaria e
mozzafiato per
i due team di
mountain bike
dell’Alta Rezia
Una “straordinaria pedalata”, con la
mountain bike, attraverso le Alpi (Germania, Austria, Svizzera ed Italia)
esclusivamente per “Ironmanbikers”
preparati e pronti a soffrire, a sudare,
a sputare “sangue” e, soprattutto, a
misurarsi con se stessi e contro i chilometri e chilometri di strade sterrate,
di mulattiere, di single trail (traccia singola) unitamente ad una serie interminabile di dure salite, salite e ancora
salite per un dislivello di migliaia e migliaia di metri: insomma, una sorta di
“tortura” giornaliera sotto il sole cocente, l’afa ed il caldo insopportabile
per tante, tante e tante ore di pedalate
in sella all’inseparabile mountain
bike.
Una passione smodata di chi in lei (la
mountain bike) vede un mezzo per allontanarsi dalla routine quotidiana ed
immergersi, completamente, in un’altra dimensione, ovvero quella naturale
di cime innevate ed incontaminate, distese di verdi prati e profumati, boschi
freschi e resinosi, azzurri laghetti alpini e torrentelli chiari, impetuosi e
chiassosi, tracce di sentiero sterrato
impagabili e mozzafiato: questa è la
vera “Bike Transalp Challenge” … provare per credere!!!
La “Bike Transalp Challenge”, targata
Pedalando in Valle Forcola verso i Pianori di Pedenolo
2006, è stata organizzata dalla tedesca “Upsolut MV”; il “deus ex machina” dell’organizzazione è lo straordinario Ulrich “Uli” Stanciu che, dopo
avere diretto con successo il magazine tedesco “Bike” negli anni dorati della mountain bike, si è dedicato anima
e corpo allo sviluppo di questa manifestazione internazionale ludico – ricreativo – sportiva; da rimarcare che
tutta la “mappatura”, tramite l’impiego
del GPS, dei percorsi ciclabili che fanno parte del comprensorio bike di “Alta
Rezia” sono proprio di Uli Stanciu a
cui va, da parte del responsabile del
progetto “Bike & Trekking” Fadri Cazin, un grazie particolare per la splendida collaborazione.
Seicento le coppie che vi hanno partecipato; otto le tappe consecutive;
settecento i chilometri percorsi e ventitremila i metri superati di dislivello in
salita: questi i quattro elementi che
hanno caratterizzato la “Bike Transalp
Challenge”, targata 2006, maratona
internazionale di mountain bike con
partenza dalla Foresta Nera Tedesca
– Baviera (Fussen) ed arrivo sulla
spiaggia italiana di Limone sul Garda,
in mezzo alle lussureggianti piantagioni di limoni, dopo avere attraversato,
in lungo ed in largo, Germania, Austria, Svizzera ed Italia.
Abbiamo avvicinato, a questo proposito, il responsabile dei due team italiani (e concorrente) di “Alta Rezia
Bike”, Silvio Mevio, fondatore e presidente del Mountain Bike Alta Valtellina
e della Scuola Mountain Bike Alta Valtellina; maestro, guida - istruttore di
mountain bike della F.C.I. e della
S.I.M.B. (appartenente allo staff di formazione della Scuola Italiana Mountain Bike – S.I.M.B.). Da più di 20 anni
(1985) impegnato a diffondere la corretta pratica della mountain bike; autore di numerose pubblicazioni (Touring Club Italiano e De Agostini) inerenti il mondo “Off - Road” delle “ruote
grasse”; profondo conoscitore delle
realtà alpine dell’intera Alta Valtellina
ed Alta Rezia per quanto concerne la
sentieristica ed i percorsi GPS. Docente teorico – pratico di diversi corsi
per la formazione di guide - istruttori
ed accompagnatori di mtb a livello lo-
Verso l’alpeggio Trela - Agriturismo Rini
I terribili tornanti verso Pedenolo
cale, provinciale, regionale e nazionale. A Silvio Mevio abbiamo chiesto di
raccontarci la storia di questa bellissima esperienza sportiva, che ha veramente dell’incredibile, oltre ad evidenziare alcuni aneddoti e colpi di scena
che hanno caratterizzato questa
straordinaria ed indimenticabile avventura ciclistica “fuoristradistica” attraverso le Alpi.
cato per sintetizzare che cosa rappresenta la “Bike Transalp”.
Gli appassionati “bikers” la conoscono
molto bene, molti la sognano come un
obiettivo che vale un’intera carriera
agonistica, tanti ci pensano come ad
un miraggio. Qualunque sia l’approccio mentale, la “Bike Transalp” rappresenta una di quelle esperienze che
ogni “biker” vorrebbe vivere almeno
una volta nella sua vita … un’avventura che lascia un segno indelebile sia
sulle gambe che sulla testa e, soprattutto, nel “cuore”! Dicevamo … “Panorami stupendi” perché la “Bike Transalp”, in otto giorni di tappe, attraversa
i più bei paesaggi delle Alpi italiane e
straniere che ogni appassionato di natura possa immaginare (alpeggi, laghetti alpini, cascate, fiumiciattoli e
- Silvio Mevio, ci può raccontare
quali sono state le tappe che hanno caratterizzato la “Bike Transalp
Challenge”, targata 2006, e quali
sono stati i chilometraggi ed i dislivelli in salita?
“Panorami stupendi, tanta fatica e
tanto sudore, ma tanto appagamento;
queste alcune parole piene di signifiPrima Tappa: Fussen – Imst – km. 90 –
dislivello in salita: 2600m
Seconda Tappa: Imst – Iscghl – km. 80
– dislivello in salita: 3250m
Terza Tappa: Iscghl – Scuol – km. 80 – dislivello in salita: 2600m
Quarta Tappa: Scuol – Livigno – km. 85
– dislivello in salita: 2700m
Quinta Tappa: Livigno – Naturno – km.
120 – dislivello in salita: 2950m
Sesta Tappa: Naturno – Malè – km. 85 –
dislivello in salita: 3450m
Settima Tappa: Malè – Madonna di Campiglio – km. 50 – dislivello in salita:2400m
Ottava Tappa: Madonna d. C. – Limone
sul Garda – km. 100 – dislivello in
salita:2700m
In fila indiana in prox. della malga Pedenolo
41
I due team di Alta Rezia
42
torrenti) con ben diciannove passi alpini, tra i più impegnativi e seducenti
al mondo. “Tanta fatica e tanto sudore” perché i numeri, qui di seguito riportati, ne sono una prova inconfutabile ... “Ma tanto appagamento” perché riuscire ad arrivare al traguardo
(quello di Limone sul lago di Garda) e
soprattutto arrivarci in qualità di “Finisher”, rappresenta una soddisfazione personale prima e poi sportiva che
non teme confronti ... Otto durissime
tappe senza un solo giorno di riposo
(dal 15 al 22 di luglio): praticamente
più o meno otto “marathon” di fila,
senza riposo intermedio … un inferno
per le gambe, per la schiena, per tutte
le articolazioni e, soprattutto, per la testa da un punto di vista mentale! Giornate straordinariamente belle, assolate e molto calde. Mediamente, ogni
giorno, almeno 2700/2800 metri di dislivello in salita, con 80/90 chilometri
di cui l’80/90 % di sterrato ed il 10/20
di asfalto; da un minimo di 6/7 ore ad
un massimo di 9 ore in sella alla propria mountain bike. Penso che quanto
in precedenza ricordato rappresenta
un “riassunto”, abbastanza chiaro, di
questa mitica e nel contempo indimenticabile “avventura” che lascia un
segno indelebile in chi per la prima
volta l’affronta. Quattro le tappe “straniere”: partenza da Fussen (in Germania) ed arrivo ad Imst; da Imst ad Ischgl (in Austria); da Ischgl a Scuol (in
Svizzera) e quattro le italiane. Da
Scuol a Livigno, in Alta Rezia - Alta
Valtellina – Lombardia. Da Livigno a
Saturno, in Valle Venosta – Bolzano:
la tappa più lunga con centoventicinque chilometri per un dislivello totale,
in salita, di quasi tremila metri. Da Naturno a Malè, in Val di Sole (Trento): la
tappa più dura, in assoluto, con quasi
tremilacinquecento metri di dislivello
in salita per un totale di novanta chilometri. Da Malè a Madonna di Campiglio, in Val Rendena (Trento) e da qui
all’arrivo in quel di Limone sul Garda:
tappa altamente spettacolare con il
passo Tremalzo ed il passo Nota
(dove si disputa la “famigerata” Bike
Extreme), ottanta chilometri per un dislivello totale in salita di duemilaottocento metri”.
- Silvio Mevio quali sono stati gli
equipaggi del team “Alta Rezia
Bike” che hanno partecipato a questo “challenge” estremo di mountain bike ed alcune considerazioni
sulla preparazione psicofisica ed
atletica che avete affrontato per sostenere una simile “maratona” di
mountain bike?
“La partecipazione alla “Bike Transalp” è rigorosamente a coppie, con un
compagno con il quale si deve avere
un ottimo “feeling”, aspetto questo non
da sottovalutare ed è assolutamente
indispensabile per affrontare, in modo
efficace, le mille e mille insidie che costellano, quotidianamente, l’intero percorso. I due “rider” devono percorrere
tutte ed otto le tappe ad una distanza
ravvicinata e passare ogni controllo
orario - “gate” (porta) – ad una distanza massima di due minuti. Il compagno di team, inoltre, rappresenta l’unica persona che può aiutare l’altro
biker in caso di difficoltà oppure di
problemi tecnico – meccanici, in quanto non sono ammesse forme di aiuto
esterno.
Ogni infrazione a queste regole è punita con severe penalizzazioni di tempo più o meno gravi: un monito, questo, molto importante se si considera
che ogni tappa deve essere portata a
termine necessariamente entro le otto
ore stabilite come “tetto massimo” …
Basta infatti un solo passo falso, una
giornata negativa oppure una tappa
particolarmente “sfortunata” … ed il
sogno di diventare uno dei pochi privilegiati “Finisher” (termine usato per
“marchiare” quelli che hanno terminato la “Bike Transalp”) svanisce in una
bolla di sapone ... Il team di “Alta Rezia Bike” ha schierato ai nastri di partenza due equipaggi: il sottoscritto in
coppia con Leonardo Brunori per il
team 1 e Guido Cardia con Fabrizio
Borghesi per il team 2. Due le categorie “man” e “masters”, al maschile, a
seconda della somma dell’età, oltre
alla categoria Femminile e Mista. 600
i team alla partenza per un totale di
circa 1200 atleti provenienti da più di
32 Paesi a livello mondiale.
Esperienza indimenticabile e molto faticosa; per arrivare alla fine di questa
massacrante maratona sportiva bisogna avere i nervi ben saldi e soprattutto un profondo spirito di sacrificio e di
adattamento a qualsiasi tipo di “ostacolo esterno ed interno” che può compromettere l’integrità psicofisica del
partecipante. Preparazione atletica e
psicofisica al 100 % con massima
concentrazione, oltre a recuperi
straordinari tra una tappa e l’altra”.
- Silvio Mevio, abbiamo saputo che
dietro a questa vostra “massacrante avventura - gara” esiste anche
un fine, ovvero quello della promozione, sul campo, del “Progetto
Alta Rezia Bike & Trekking”; a questo proposito chi bisogna ringraziare per avervi dato la possibilità
Silvio Mevio a Livigno
di aderire, con due team, alla Bike
Transalp Challenge 2006?
“La partecipazione a questa importante manifestazione sportiva, di respiro mondiale, giunta alla sua nona
edizione (nel 2007 festeggerà il decennale) da parte dei due team di
“Alta Rezia Bike” è servita a veicolare
e a pubblicizzare, nel modo migliore,
il nostro comprensorio “bike” collocato
a cavallo tra l’Italia e Svizzera, offrendo una “vera cartolina suggestiva” al
biker straniero soprattutto e, perché
no, anche italiano anche se questo ultimo risulta essere ancora abbastanza
timoroso, ma comunque in fase evolutiva per quanto riguarda il fenomeno
del “mountain biking”. Quindi una vetrina migliore non poteva essere, senza alcuna ombra di dubbio, la “Bike
Transalp Challenge” targata 2006 che
ha richiamato ai nastri di partenza più
di un migliaio di partecipanti (per lo più
tedeschi, austriaci e svizzeri) i quali,
proprio attraverso la prima tappa “italiana” che da Livigno li ha portati fino
in Valle Venosta (Naturno), hanno potuto rendersi conto di quello che l’Alta
Rezia può offrire in termini di sentieristica, di percorsi sterrati “off road” (tutti rigorosamente mappati GPS - www.
bike-gps.com e di infrastrutture siano
esse alberghiere che tecniche come il
nuovo Bike Park (Mottolino) di Livigno”. Perciò grazie infinite agli ideatori del progetto “Alta Rezia Bike &
Trekking”, ovvero agli amici Fadri e
Darko Cazin, entrambi della Valle Mu-
Superata la bocchetta di Forcola verso il
Passo Umbrail
stair – Valle Monastero (Cantone Grigioni - Svizzera), che ci hanno permesso di prendere parte a questa bellissima “maratona” in mountain bike e,
soprattutto, di conoscere nuove zone
poste a cavallo delle Alpi dove la natura conserva, ancora intatto, il suo
straordinario fascino. Non per ultimo
perché meno importante, un grazie
particolare va anche a Silvio Baroni
della Comunità Montana Alta Valtellina che ha seguito e supportato, da vicino, tutta la fase di preparazione della “spedizione” di Alta Rezia Bike. Un
ringraziamento va, inoltre, alla nostra
segretaria Laura D’Amelio, coadiuvata
da Giovanna Compagnoni, per gli
aspetti logistico – organizzativi, al medico sportivo, dott. Giulio Rossi responsabile del Centro di Medicina
Sportiva “Mario Mevio” di Sondalo per
la superba preparazione atletica e al
dott. Alberto Zoia, nutrizionista di fama
internazionale, per gli aspetti alimentari; ringraziamenti vanno anche al
pool di sponsor tecnici che, attraverso
la fornitura di indumenti intimi (Mico) e
da gara (Mem), caschi (Met), guanti
(Level), occhiali (Salice), miele (Marco
Moretti), marmellata (Vis), hanno supportato i due team di Alta Rezia
Bike”.
- Silvio Mevio ci può raccontare
quali sono le zone su cui si “appoggia” il comprensorio ciclistico
“offroad” di Alta Rezia? Abbiamo
saputo, inoltre, che il prossimo
anno ricorre il decennale di questa
importante manifestazione sportiva internazionale (1997/2007) e che
ritenterà la partecipazione con altri
due team; sappiamo anche che,
con molta probabilità, verrà pubblicato un romanzo che narrerà la storia di questa indimenticabile avventura attraverso alcuni aneddoti,
e tanti, tanti colpi di scena … ci
può dire qualcosa in merito?
“L’Alta Rezia è un comprensorio di
straordinaria bellezza paesaggistica
che offre un incomparabile rete di sentieri (tutti mappati GPS per un totale di
2500 chilometri) adatti alla pratica del
mountain biking ed è conosciuto, anche, come l’ “Eldorado” della mountain
L’elicottero Eliwork, con da sinistra a
destra il cameramen, Maurizio Folini il
pilota, la giornalista e Maurilio Cusini
bike. Le zone che appartengono a
questo vasto territorio sono: la media
e l’alta Valtellina, ovvero Tirano, Grosotto, Grosio e Livigno, attraversando
Sondalo, la Valdisotto, la Valfurva, la
Valdidentro e Bormio; la svizzera
Valposchiavina che, valicando il passo
del Bernina ed il passo della Forcola,
porta fino alle grigionesi S.Moritz, Celerina e Pontresina; quindi tutta la
zona dell’incontaminata e suggestiva
Val Mustair (Valle Monastero – patrimonio dell’UNESCO) fino al Passo
Umbrail, per ritornare in Alta Valtellina
attraversando la Valle del Braulio e
dello Stelvio. Per quanto riguarda l’edizione del decennale (1997/2007), unitamente ai vertici di Alta Rezia “Bike
& Trekking”, stiamo lavorando per
creare due team che saranno formati,
con molta probabilità, da quattro “bike
scout” (nuova figura di guida – accompagnatore – istruttore di mountain
bike) dell’Alta Rezia (uno per zona, ovvero Alta Valtellina – con Bormio e Livigno - e la Valposchiavo con l’Engadina). Grazie all’interessamento ed
alla passione di una mia carissima
amica (Gloria Ciapponi), affermata e
nota scrittrice valtellinese di Morbegno, questa avventura ricchissima di
colpi di scena e di aneddoti diventerà
un romanzo che verrà pubblicato prossimamente. Per ulteriori informazioni
su Alta Rezia “Bike & trekking” basta
visitare i seguenti siti: www.alta-rezia.
com, www.altarezia.eu, www.bikegps-com, www.mtb.stelvio.net”.
43
44
45
Il caos cittadino
scompare appena
la porta d’ingresso
si chiude alle nostre
spalle. Un solo suono
ci accoglie e ci
accompagna durante
tutta la permanenza:
il sottofondo di una
dolce musica.
Pillole di design... a due passi
del centro storico di Sondrio
46
All’interno ogni cosa, dagli elementi
costruttivi fino all’arredo, è studiata
con cura. La suddivisione degli spazi
è fedele a quella sperata dal cliente.
Il linguaggio architettonico è riuscito a
raccogliere il carattere moderno del
tema con estrema attenzione e rigore
formale, conferendo allo stesso tempo
un tocco di sobria modernità. All’insegna di un essenziale minimalismo l’arredo gioca la sua parte nel successo
del locale. Legno wenghè, acciaio, ve-
tro e pelle color avorio rappresentano
la nota materia dominante, in una
combinazione che ne esalta il tono
moderno ed essenziale senza pregiudicarne il calore e l’accoglienza.
E’ il frutto del riuscito progetto di un
locale a due passi dal centro storico di
Sondrio, il Berry’s Lounge Cafè, che
propone fin dall’esterno un’immagine
semplice e sobria, preludio alle atmosfere fresche e frizzanti che ne connotano gli spazi interni.
BERRY’S LOUNGE CAFÈ
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TELEFONO
ATTIVITA’
Lo Pomo Alessandro - Marini Alessandro
Via V.Veneto 21° - 23100 Sondrio
0342-219193
bar tradizionale, bar per happy hour, locale adibito a
ristorante veloce per pausa pranzo e serale.
PROGETTAZIONE:
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
Arch.Francesco Venzi
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
47
48
TIPO DI INTERVENTO:
intervento di ristrutturazione totale: variazione distributiva dei vani (soprattutto per quanto riguarda il piano interrato adibito a bagni), rifacimento di pavimentazioni, di controsoffitti, impianti elettrici, idraulici, di condizionamento etcc…;
● progetto molto attuale che irrompe prepotentemente nel contesto cittadino Sondriese,
mettendo in evidenza come sia possibile coniugare il design contemporaneo al concetto
tradizionale dei locali pubblici di questo tipo, in cui confort, colore, accoglienza e calore
sono condizioni fondamentali per accogliere il cliente.
● il nuovo locale si propone non solo come bar tradizionale, ma anche come bar per l’happy hour, come locale ristorante per il momento pausa pranzo veloce e serale .
● vista la tipologia dei locali, il progetto articola le diverse zone attorno alla centralità del
banco bar, utilizzando allineamenti, volumi e colori per identificare e caratterizzare le diverse aree funzionali, senza creare separazioni fisiche o identificative molto forti, ma
legando armoniosamente tali parti ad un “tutto” molto ben organizzato e armonico nei
richiami architettonici;
● molto importanti per il concetto sopra descritto sono , oltre alle linee degli arredi, i materiali utilizzati quali il legno wenghè , il vetro e l’acciaio, la pelle color avorio per i rivestimenti e il gioco volumetrico dei controsoffitti che aiutano (anche con la differenziazione
dei colori e della tipologia dell’illuminazione) a riproporzionare il fuori scala dell’ambiente
(molto alto e stretto e lungo) con la scala a misura d’uomo degli arredi;
● elemento fondamentale per la scenografia del bar è il dipinto fatto eseguire su commissione specifica per il loco, con una dimensione che travalica quello che è il concetto solito del “quadro” (….ben 10 mq !...) ed una definizione cromatica fortissima che esalta (e
si auto-esalta) la definizione cromatica degli arredi e delle tinte a parete;
● oltre alle zone lunch, bar ed happy, di forte richiamo architettonico sono la piattaforma
elevatrice in acciaio e vetro che collega il piano bar con i servizi sottostanti, e la parete
autoportante in legno e vetro satinato che divide la zona happy dalla cucina.
●
b a r
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b a r
51
Leggero, luminoso
dove acciaio, cuoio e
wenghè sono gli assoluti protagonisti. Un
riuscito connubio che
dona all’ambiente una
felice atmosfera di eterea leggerezza e relax.
Un nuovo locale...
a tema!
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Un locale veramente multitarget dove
tutti sono accomunati dal desiderio di
passare un piacevole momento della
giornata in compagnia in un ambiente
veramente accogliente. L’esigenza di
ricavare una serie di aree funzionali
specializzate, senza penalizzare la
fruibilità, ha imposto un attento studio
delle soluzioni d’arredo. Obbiettivo primario, è stato lo sfruttamento ottimale
della superficie.
Per sottolineare il carattere multifunzionale dell’ambiente sono state create
varie zone attrezzate con panchette.
Le soluzioni d’arredo adottate si richia-
mano all’intera impostazione moderna
del locale. Acciaio, cuoio rosso per il
frontale del banco e cuoio marrone
scuro per gli imbottiti e le sedie, con un
risultato di elegante essenzialità.
Il palazzo dove trova posto al piano terra il nuovo “Cafè De La Gare” ospitava
negli anni Trenta il vecchio “Cafè De
La Gare”, vecchio ristoro vicino alla
Stazione di Tirano.
“Cafè De La Gare”, il nome del locale,
è rubato al francese e letteralmente significa “Caffè della Stazione”. Il nuovo
locale è una riesumazione del passato
in chiave moderna.
CAFE’ DE LA GARE
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TELEFONO
ATTIVITA’
ALTRO
PROGETTAZIONE:
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
Tognolini Maurizio
Viale Italia, 61 (incrocio semaforo) - 23037 Tirano (SO)
347 - 9043695
Bar Caffè, piatti freddi e caldi, paninoteca e
gelateria
Specialità strudel fatto in casa
Concreta Srl
Geom.Stefano Gavazzi - Geom.Ivana Vanoni
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
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54
b a r
TIPO INTERVENTO
Tema de locale: IL ROSSO
Si tratta di un nuovo progetto. Il locale ha subito un
cambio di destinazione d’uso, trasformandosi da negozio di lampade a Bar.
● Intervento di separazione dei locali con realizzazione
di nuovi spazi adibiti ad office, bagni, zona bar con
panche;
● Progettazione nuova terrazza esterna;
● Arredo dal taglio moderno ed essenziale;
● Rifacimento di pareti rasate a gesso, nuovi controsoffitti e studio illuminotecnico. Rifacimento tinteggiature
e tinte serramenti esterni.
● Banco bar moderno con frontale in cuoio rosso, bancalina in cristallo illuminato. Mix di alluminio, acciaio e
vetro/specchio per il retro.
● Parti in legno in rovere tino wengè;
● Panca su misura con basamento in inox e seduta di
grande spessore rivestito in tessuto marrone scuro.
● Schienale panche con richiami in cuoio rosso e legno
tinto wengè.
● Sedute moderne con struttura in tubolare di inox satinato e seduta in cuoio marrone scuro con cuciture a
vista.
●
●
55
TENDAGGI SU MISURA - TENDE D’ESTERNI - TESSUTI
IN TREVIRA C.S - TENDAGGI E TESSUTI D’ARREDO
“... ognuna delle nostre creazioni possiede
un proprio carattere unico e incondondibile...“
Auguri di Buone Feste
GR TENDAGGI - Via Industriale, 159 - Berbenno di Valtellina (So) - Tel. e Fax 0342 49 25 15 - www.grtendaggi.com
Accorgimenti, luce,
colori e materiali per
assecondare il trend
del nuovo locale
posto in una
posizione strategica
del centro storico
di Tirano.
Un nuovo locale...
nel centro storico di Tirano
56
Progettato all’insegna di un elegante
minimalismo rappresenta un ambiente raccolto che riesce a proporre atmosfere di accogliente convivialità.
Gli spazi luminosi e accoglienti sono
il risultato di un attento utilizzo di colori, forme e materiali. Tutto ciò contribuisce a creare un locale con un’immagine dall’impronta dinamica e tipicamente moderna.
L’impronta fresca del locale è stata
arricchita con un tocco di alta tecnologia molto apprezzata dalla clientela:
la nuova vetrina gelato rotante della
Ifi. La scelta dei materiali utilizzati per
gli arredi è coerente alla pulizia delle
forme che caratterizza questo locale.
Per il banco bar si è optato il legno di
mogano con inserti di vetro “cranè” e
massima linearità è stata utilizzata
anche per gli altri elementi di finitura.
Il risultato è un’ambientazione che riesce a essere intima e conviviale ma,
all’occorrenza anche fresca, dinamica
e di tendenza.
CAFFÈ LUCIGNOLO
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TELEFONO
FAX
ATTIVITA’
ALTRO
Sig.ri Morelli Valerio e Moroni Elisabetta
Piazza Marinoni, 28 – 23037 Tirano (SO)
0342 – 701876
0342 – 701876
Bar, paninoteca e gelateria.
Sala per fumatori e Terrazzo esterno.
PROGETTAZIONE:
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
Concreta Srl - Geom.Stefano Gavazzi
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
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b a r
TIPO DI INTERVENTO:
Si tratta di un nuovo progetto. Il locale è posto all’interno di un palazzo storico nel centro di piazza
Marinoni a Tirano. In posizione molto strategica, è
situato di fronte al Cinema Mignon e vicino alla Stazione Ferroviaria.
● Progettazione: avviene durante il restauro dell’intero fabbricato. Vengono quindi sostituite le pavimentazioni e riprogettata la distribuzione dei vari locali.
● Il Bar Lucignolo è il locale completo a tutti gli effetti:
- Grande terrazzo su Piazza Marinoni;
- Spazioso banco bar;
- Comoda sala fumatori;
- Office di servizio pratico e funzionale
● Materiali ed Estetica: - Design dal taglio moderno:
il legno di mogano leggermente scurito è sicuramente il materiale dominante che troviamo lungo
tutto lo sviluppo del locale. Bello il contrasto con il
pavimento dalla tonalità grigio chiaro. Forte anche
il contrasto creato mescolando inserti di vetro
“cranè” con il legno di mogano. Di forte richiamo la
vetrina “rotonda” della IFI Platinum posizionata all’entrata del locale. Donano un tocco del tutto personale i decori eseguiti a mano da una giovane artista amica della committenza.
●
Dalla natura e dalla tradizione nasce
una sana dimensione del caldo
STUFE IN MAIOLICA
di Emanuele Del Molino
������
Postalesio (SO) - Via Nazionale, 18
tel. 0342 590077 - Fax 0342 590166
www.delmolino-stufe.com
[email protected]
59
Txt: Attilio Piazza
Foto: Archivio Pietro Vitalini
quello dell’abbigliamento invernale dedicato, soprattutto, agli appassionati
degli sport della montagna. A lui abbiamo fatto alcune domande per mettere
a fuoco questa bella realtà valtellinese.
L’ex discesista
(sci alpino) azzurro
mette “in campo”
la sua lunga esperienza maturata
sui campi di gara
60
Abbiamo incontrato nella sua Valfurva,
l’ex discesista azzurro di sci alpino, Pietro Vitalini, il quale nel giro di pochi anni
(una volta appesi gli sci al chiodo) ha
ben pensato di trasferire la sua lunga
esperienza sciistico – agonistica dalle
piste innevate all’abbigliamento invernale – sportivo. Ha fondato un’azienda
giovane e dinamica (la Skixo) - unitamente a suo fratello Marco - e nel giro
di un lustro è riuscito a “sfondare” in un
ambiente non del tutto facile come
- Prima di entrare nel merito dell’intervista, Pietro ci puoi raccontare per sommi capi - la tua carriera agonistica quando appartenevi alla
squadra maschile di discesa libera
della Nazionale Italiana di sci alpino
(discipline veloci).
<<Sono rimasto in squadra nazionale
di sci alpino dal 1983 al 1999; a partire
dal 1987 fino al 1999 (anno in cui ho
smesso di gareggiare) ho fatto parte
della squadra nazionale A di discesa
libera. In questi dodici anni di intensa
attività agonistica ho ottenuto una serie
importante di piazzamenti (spesso nelle prime dieci posizioni di classifica) in
Coppa del Mondo ed in particolare
sono stato per tre volte secondo e per
due volte terzo; inoltre vorrei sottolineare che per ben due volte avrei potuto conquistare il gradino più alto del podio (ovvero vincere una gara di “libera”), invece ciò mi è stato negato per
l’annullamento delle stesse gare - per
avverse condizioni meteorologiche quando al traguardo praticamente erano arrivati diversi concorrenti; mi riferi-
sco a quelle di Kiev ftiel (Norvegia) e
Saalbach (Austria), entrambe nel 1995
… pazienza!!! Vorrei ricordare, infine,
visto e considerato che sono “passato
alla storia” - un po’ come l’amico Kristian Ghedina per l’episodio del capriolo in pista in Val Gardena durante la libera di alcuni anni addietro - per quanto mi è successo in quel di Kitzbuhel
(Austria) durante la libera del 1995 (un
anno veramente straordinario sotto ogni
aspetto) che mi ha visto protagonista
indiscusso in seguito alla caduta spettacolare poco prima del traguardo (mi
sono salvato grazie alla copiosa nevicata del giorno precedente) . Ho gareggiato il sabato sempre sullo stesso tracciato nonostante la caduta rovinosa
senza conseguenze psico-fisiche riuscendo ad agguantare un insperato
quinto posto >>.
- Ci puoi raccontare – in sintesi – la
storia della vostra azienda e quali
sono le caratteristiche che la contraddistinguono rispetto alle altre
che operano nel campo dell’abbigliamento tecnico – invernale?
<<Ufficialmente abbiamo iniziato nel
2000 importando per l’Italia il prestigioso marchio svedese della “Beyond X”,
nota azienda per l’abbigliamento tecnico – sportivo invernale da sci. Dopo circa un paio di anni, indicativamente ver-
Pietro Vitalini firma una s
linea di abbigliame
so la fine del 2002, unitamente a mio
fratello Marco abbiamo pensato bene di
avviare una nostra produzione con un
nostro marchio che ci contraddistingueva dagli altri per una particolarità, ovvero quella che riguardava la produzione
di piccoli quantitativi di capi con le relative personalizzazioni … questa scelta
a lungo andare ci sta premiando.
Attualmente collaboriamo sempre con
la casa svedese della Beyond X che ci
permette di vendere il nostro prodotto
“Pietro Vitalini” negli show room dedicati e disseminati un po’ in tutto il mondo (Svezia - Austria – Norvegia – Germania – Francia – Canada – Inghilterra
– U.S.A.); ci rivolgiamo soprattutto oltre
che agli sci club anche alle scuole di sci
(Sci Club Santa Caterina Valfurva – Sci
Club Valdidentro – Sci Club Alpine Ski
Team – Sci Club Aprica – Racing Team
G.M. – Scuola Sci Santa Caterina Valfurva e Scuola Sci Oga - Valdisotto).
Oltre a questo settore tipicamente “invernale” forniamo capi tecnico – sportivi anche al Marathon Club Livigno –
Snowboard Club Livigno e al gruppo
dei “Diversamente Abili”, ovvero l’Handysport di Livigno >>.
- Sulla base di quanto hai evidenziato possiamo affermare che siete in
grado di preparare capi come fosse
un “prét a porter”, ovvero pochi capi
e fatti su misura; ci puoi raccontare
qualcosa in proposito?
<<Proprio questa peculiare caratteristica ci contraddistingue dalle altre aziende di settore e di ciò ne andiamo fieri e
siamo veramente soddisfatti; in queste
due ultime stagioni invernali abbiamo
avuto diverse richieste di forniture le
quali sono state evase nel giro di poco
tempo. Il nostro prodotto si è dimostrato molto valido (soprattutto per il materiale impiegato e per la qualità del lavoro artigianale impiegato nel confezionamento) ed ha superato – sempre e a
pieni voti - i molteplici test a cui sono
stati sottoposti. Il marchio “Pietro Vitalini” risulta perciò essere un capo altamente tecnico e qualitativamente valido
che può essere impiegato a 360°. Infine
dobbiamo ricordare, con soddisfazione,
che al cliente proponiamo anche la possibilità di “personalizzare” la tuta da
gara, attraverso uno studio approfondito del design, del colore e dei loghi pubblicitari, con ordinativi minimi da 3/5
fino a 10 pezzi. Oltre a questi capi tecnici produciamo anche maglioni di lana,
giubbotti/gilet antivento ed antipioggia,
berretti di lana, protezioni per la pratica
dello sci alpino, giacca a vento e salopette. Insomma, assieme in modo sinergico ed appassionato, “Pietro Vitalini” e “Beyond X” rappresentano la svolta per chi è desideroso di indossare un
capo altamente tecnico e performante;
le nuove collezioni inverno 2006 –
2007, infatti, sono state studiate e realizzate per gli appassionati degli sport
invernali e della montagna. I punti di
forza che ci hanno contraddistinto e
che, mi auguro anche in un futuro molto prossimo, ci contraddistingueranno
sui diversi e molteplici mercati nazionali ed internazionali, sono così sintetizzati: la personalizzazione completa del
capo, nessuna quota minima di ordinazione, infinite combinazioni di colori,
vasta selezione di modelli, larga scelta
di taglie che vanno dal bambino taglia
120 alla XXL dell’adulto, con opzione
lungo o corto della salopette, numerosi
tessuti tecnici per rispondere al meglio
ad ogni esigenza, cuciture nastrate, ricami personalizzati oppure sublimazioni di ogni logo fornito per la promozione
e la visibilità degli sponsor, garanzia di
riordine dei modelli e dei colori nei quattro anni successivi all’ordine iniziale oltre a diverse ed elastiche date di consegna>>.
Per ulteriori informazioni:
Skixo di Pietro Vitalini & C.
Via S.Antonio, 81 - 23030 Valfurva (SO)
Tel. + 39 – 0342/94.54.53
Cell. +39 – 335/ 6062036
Cell. + 39 – 338/4286299
E - mail: [email protected]
Web site: www.pietrovitalini.com
impatica e accattivante
nto sportivo-invernale
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Sulle candide nevi di
Chiesa in Valmalenco
in serbo per voi idee e
novità per aggiungere
alla vostra vacanza
energia e divertimento,
senza dimenticare il
comfort dei servizi!
Nell’incantevole scenario
di una natura imbiancata
il nuovo centro Pircher Sport
62
Nel centro Picher sport, potrai noleggiare l’attrezzatura per lo sport che
preferisci, per un giorno, per una settimana o per l’intera stagione, scivolando piacevolmente sulle piste del relax.
Se sei un amante dello snowboard,
troverai nuove e prestigiose tavole,
con le quali mettere alla prova le tue
capacità acrobatiche e vivere bianche
emozioni da brivido. Per gli appassionati dello sci, alta qualità, completezza
della gamma e sicurezza sono garantiti, con la possibilità di utilizzare marchi rinomati. Ma la novità più accattivante che ti proponiamo per questa
stagione è il “winterwalking”: passeggiate romantiche o percorsi avventurosi nell’incantevole scenario della natura imbiancata, con le racchette da
neve, le tradizionali “ciaspole” che regaleranno emozioni anche a chi non
scia.
E da quest’anno un rinnovato e accogliente arredo studiato nei minimi particolari dove funzionalità ed estetica
vanno di pari passo: sfruttamento di
tutti gli spazi, dettagli curati, grande
importanza ai materiali , alle luci, ai
colori e alla morbidezza delle linee.
Cosa aspetti? Il centro Pircher ti aspetta!
PIRKER SPORT
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TELEFONO
FAX
ATTIVITA’
Sig.ri Pircher Matteo, Francesco e Rossano
Via Roma, 150 – 23023 Chiesa In Valmalenco (SO)
0342 – 451301
0342 – 454528
Negozio di articoli sportivi e tecnici,
abbigliamento e calzature
PROGETTAZIONE:
Concreta Srl
Arch. Isacco Brioschi - Geom. Stefano Boscacci
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
63
64
TIPO DI INTERVENTO:
Store Concept Pircher
L’idea progettuale è di rinnovare seguendo le necessità espositive del moderno marketing di un punto vendita, un negozio dotato di un carattere personale e tradizionale,
senza annullarne le caratteristiche peculiari. Nasce quindi la volontà di coniugare tradizione e modernità, memoria e attualità. La tradizione non può prescindere dai materiali tipici della montagna: il legno, materiale durabile e duttile, invecchiato all’aspetto,
utilizzato come rivestimento a parete ricorda il rivestimento delle malghe e dei fienili
che popolano le valli circostanti, la pietra locale, testimone, grazie alla elevata curabilità degli anni e degli stili che trascorrono e passano oltre. Materiali come il rame e
l’acciaio inox sono invece adatti a raffigurare la dinamicità e la sportività che animano
lo spirito del luogo: gli sport invernali su neve e ghiaccio o le attività estive di escursione o arrampicata si praticano a breve distanza dal negozio stesso. I sistemi espositivi
di display coniugano ampia versatilità modulare con un sistema adatto a promuovere
i prodotti e comunicare col cliente in maniera molto moderna. Lo stesso concetto è
ripreso nelle vetrine, che, oltre ai suddetti sistemi, utilizzano anche una base in vetro
retroilluminata per esaltare le sagome dei manichini e dell’abbigliamento, provocando
la curiosità dell’istante e invogliandolo ad entrare. Anche il rapporto tra interno ed
esterno è stato studiato per creare scorci prospettici ottimali, che vadano oltre il piano
antistante a livello della vetrina, facendo percepire lo spazio interno del negozio nella
sua profondità e complessità.
La scelta delle lampade e dei sistemi illuminanti segue il principio di valorizzare gli
oggetti esposti, rendendoli maggiormente allettanti agli occhi dei avventori, sottolineando le loro forme ed i loro colori.
Particolare attenzione è stata prestata alla zona cassa, pensata come “focal point” che
cattura l’attenzione del cliente: è il primo punto che i suoi occhi incontrano all’ingresso
e l’ultimo prima di uscire dopo aver visitato il punto vendita.
65
n e g o z i
66
67
Ancora una volta fuori
dalle solite rotte, per
farvi conoscere liberati
dal traffico, in una
posizione privilegiata
e tranquilla, un
angolo della bella
Valtellina...
Elegante, raffinato
e accogliente
68
E’ in questo contesto che si inserisce
il nuovo negozio L’ Ape Regina, che
rompe la scansione ritmica data dai
tipici locali commerciali. Il nuovo negozio offre a tutte le donne e agli uomini un vasto assortimento di creazione per la biancheria intima e per la
casa. Le richieste dei titolari sono state subito molto chiare; poter realizzare
un negozio molto lineare, semplice,
moderno e luminoso.
Nel corso della sua progettazione si è
voluto esaltare al massimo la richiesta del cliente evidenziando l’offerta
merceologica attraverso arredi ed illuminazione.
L’assemblaggio dei vari pezzi dà vita
ad uno spazio avvolgente e continuo.
Un luogo pensato minimale, caldo ed
elegante, dove la semplicità e la scelta di toni monocromatici evidenzia la
qualità del prodotto, donando all’ambiente un tono confidenziale che mette a proprio agio la clientela.
APE REGINA
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TELEFONO
FAX
ATTIVITA’
Sig.ra Armanasco Loredana
Via Roma, 44 - 23030 Tovo di Sant’Agata (SO)
0342 - 775022
0342 - 775022
Negozio di biancheria per la casa e intimo
uomo-donna-bambino
PROGETTAZIONE:
Concreta Srl
Arch.Valter De Pianto - Geom.Michela Bagiotti
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
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70
TIPO DI INTERVENTO:
Progetto:
Nuova realizzazione.
● Disposizione:
Due piani (piano terra negozio, interrato magazzino)
● Fornitura chiavi in mano:
Arredi, porte, pavimenti, controsoffitti, luci, rasature.
● Progetto:
Segue delle linee moderne, con legno di ciliegio abbinato con particolari in acciaio (zoccolino mobili,
maniglie, ringhiere), pareti rasate a gesso tinteggiate con toni di colore chiaro.
● Illuminazione:
Ricercata e studiata con parte ad incasso nel controsoffitto e parte esterna.
● Controsoffitti:
Particolare attenzione ai controsoffitti in cartongesso
che delimitano le varie zone del negozio (ingresso,
vetrine espositive verso l’esterno e zona vendita).
● Pavimenti:
Parte centrale in corrispondenza dell’ingresso in ceramica e il resto in laminato legno colore chiaro,
scale e piano interrato in ceramica.
●
n e g o z i
71
Con i prodotti del
Buongustaio c’è più gusto. Anzi buon gusto!
I migliori ingredienti e
un controllo accurato di
tutte le fasi produttive e
della qualità fanno
dei prodotti del Buongustaio un piacere
sano e genuino, adatto
per i consumatori più
attenti.
I nuovi consumatori
chiedono prodotti genuini...
il Buongustaio li prepara!
72
Il Buongustaio asseconda il desiderio di
novità e genuinità dei nuovi consumatori, ben sapendo che è spesso un dettaglio di qualità a fare la differenza.
Una cultura del mangiar bene basata
sulla bontà, la semplicità, la salute, il
rispetto dell’ambiente e la valorizzazione dei prodotti locali, indissolubilmente
legati al territorio, portando sulla vostra
tavola i sapori della cucina valtellinese.
Il successo trova la sua naturale evoluzione dietro e fuori le quinte con l’esperienza e la competenza di Claudio Bagini e Mauro Paindelli artefici del nuovo
negozio Il Buongustaio..
IL BUONGUSTAIO
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TELEFONO
ATTIVITA’
Claudio Bagini - Mauro Paindelli
Via Caimi, 54
0342 - 214774
Negozio piatti pronti, pasta fresca, carni
salumi e formaggi - Prodotti tipici valtellinesi
PROGETTAZIONE:
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
Concreta Srl
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
●
Tipo di intervento: arredo negozio gastronomia
●
Progetto: nuova realizzazione.
●
Fornitura chiavi in mano: arredo punto vendita e attrezzature cucina.
●
●
Progetto: è stato inserito il legno invecchiato per richiamare l’ambiente
montano. Per i piani di lavoro è stato utilizzato il granito cachemire white.
Cucina: per la preparazione piatti pronti realizzata per rendere ottimale il
lavoro, sono stati utilizzate attrezzature di prima qualità e la loro disposizione è stata studiata in collaborazione con il cliente per garantire la massima
funzionalità.
73
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n e g o z i
Mario Testorelli
e
il
“suo”
Museo:
una vita per la Valfurva
Txt: Silvio Mevio
Foto: Marco Andreola - Photo Flash (Bormio)
Il Museo Vallivo
della Valfurva oggi più che mai
- luogo di studio,
di occasione per
riflettere, di motivo
per ricercare,
nelle nostre origini
e nei più profondi
risvolti, la nostra
identità…
Chi era Mario Testorelli?
Il Maestro Mario Testorelli (nato a Valfurva il 30 settembre 1926 e morto il
10 dicembre 2002 ) fece parte, a pie-
no titolo, di quella stirpe di uomini della montagna, assuefatti alla fatica
quotidiana ed attaccati alle proprie radici e tradizioni, tanto da farsene una
“seconda pelle”.
Cresciuto in una numerosa famiglia
contadina ed in un periodo di tempo
non certo facile, dovette ben presto,
come del resto tanti suoi coetanei,
imparare che cosa significasse lavoro
e responsabilità.
Divenuto maestro elementare, nel
1947, iniziò ad insegnare a Montagna
in Valtellina.
Passò poi a Semogo per breve tempo
e quindi a Valfurva. Nella scuola portò
tutto il suo entusiasmo giovanile,
aprendo le porte a programmi innovativi, ricchi di attività culturali interessanti.
L’insegnamento svolto nella sua valle
gli permise anche di entrare nel vivo
dei piccoli e grandi problemi della popolazione e di affinare quella innata
sensibilità verso gli altri, che avrebbe
poi caratterizzato tutta la sua vita.
Dal 1953 al 1970 fu alla guida della
Valfurva come sindaco e si adoperò al
75
alla guida del Gruppo A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) locale.
Lasciata l’attività di insegnante ebbe,
dalla Regione Lombardia, l’incarico di
costituire il Servizio Valanghe Italiano
di cui fu il direttore fino al pensionamento avvenuto nel 1986.
Gli ultimi anni della sua vita li dedicò,
a tempo pieno, alla sua “creatura”, ovvero al Museo Vallivo della Valfurva
del quale era stato, anni prima, socio
fondatore insieme ad altri concittadini,
come lui convinti dell’importanza di
raccogliere, conservare ed esporre i
preziosi reperti del passato, ma soprattutto per lasciare ai giovani le testimonianze della storia, del proprio paese e del modo di vivere della gente.
76
fine di realizzare il sogno di vedere i
suoi valligiani operare in un mondo
nuovo, al passo con i tempi, ma con
grande attenzione a conservare le
loro ataviche origini di uomini di montagna.
Furono, infatti, di quegli anni gli interventi importanti per la Valfurva riguardanti, in particolare, la viabilità, l’edilizia, il turismo che portarono ad un notevole miglioramento socio-economico
tutta la comunità furvese (Valfurva).
Svolse l’attività politica anche come
assessore provinciale allo sport e al-
l’emigrazione, prodigandosi soprattutto per rendere meno gravose le condizioni dei molti emigranti valtellinesi,
fra i quali parecchi furvesi; molteplici
furono, infatti, gli interessi che contraddistinsero la vita di Mario Testorelli e tutti, direttamente o indirettamente,
legati all’amore per la sua gente.
Fu guida alpina e socio fondatore del
Soccorso Alpino; costituì una delle
prime Unità Cinofile; fu socio attivo
dello Sci Club S.Caterina Valfurva; per
molti anni diresse il locale Corpo Musicale (Filarmonica della Valfurva) e fu
Perché un museo?
L’idea di un museo nacque in Mario
Testorelli come risposta all’amore per
la sua Valle (Valfurva).
Avendo vissuto e soprattutto operato
negli anni del cambiamento, per molti
aspetti positivo e auspicato, ma anche
preoccupante per la rapidità nel cancellare il grande bagaglio materiale,
culturale e spirituale della comunità, si
prodigò con animo generoso e con
grande intelligenza per salvaguardare
le radici storiche della Valle, svolgendo un lavoro pionieristico nel campo
etnografico. Si può dire tranquillamente che, dopo le ricerche del bormino
Glicerio Longa agli inizi del Novecento, sia stato lui l’iniziatore di un’opera
di recupero e di valorizzazione di questo importante patrimonio. Ebbe il merito di aver intuito, per tempo, i rapidi
cambiamenti della realtà locale e di
aver sempre ancorato i suoi studi ad
un contesto ben preciso, favorendo il
collegamento con la tradizione e i rapporti con la sua gente.
Per anni il Maestro Mario Testorelli
svolse con pazienza questo lavoro di
ricerca, mettendo insieme un patrimonio etnografico di grande interesse,
che molti studiosi gli avrebbero potuto
invidiare, ma che per lui era semplicemente il frutto di un atto di rispetto e di
riconoscenza verso le generazioni
passate, verso i propri antenati, per
quanto avevano saputo tramandarci in
secoli di storia.
Nascita e sviluppo del museo
Nel 1974 si costituì l’Associazione Museo Vallivo della Valfurva per dare una
veste organica a tutto il lavoro svolto
fino ad allora e per coinvolgere nuove
forze. Occorreva trovare il modo di
rendere fruibile tutto quel patrimonio,
a cominciare dalla sede ove esporre i
numerosi reperti.
L’Oratorio dei Disciplini, a S.Nicolò
Valfurva, divenne nel 1979 la sede
del museo, alla quale si aggiunse, nel
1981, una sede staccata in quel di
S.Antonio Valfurva dove è stato sistemato il mulino ed il forno a legna.
Mentre il Museo continuava a funzionare con i suoi orari di apertura, si
pensò alla valorizzazione del materiale cine-fotografico, impiegandolo in
manifestazioni, incontri, serate, mostre. Utilizzando poi altro materiale librario ebbe inizio la pubblicazione di
monografie ed anche di prodotti audio-visivi. La provvisorietà e l’inadeguatezza delle due sedi, divenute
troppo ristrette per contenere il continuo aumento dei reperti etnografici,
rappresentavano un grosso ostacolo
ed un serio punto di domanda circa la
possibile continuità del museo.
Furono questi i motivi che portarono
alla decisione di donare il patrimonio
museale alla comunità di Valfurva,
nella persona giuridica che la rappresentava, cioè il Comune, in cambio di
una nuova adeguata sede, identificata nell’ex-municipio a S.Antonio Valfurva. Approvata la soluzione ebbe inizio la lunga fase di ristrutturazione
dello stabile comunale e della convenzione fra Comune e Associazione
per la gestione del museo; nel 2003 il
museo ebbe, finalmente, una casa
nuova in cui ricevere degnamente i
visitatori.
Scheda museo
Attualmente il Museo Vallivo della Valfurva si trova a S.Antonio Valfurva
nello stabile adibito, in passato, a sede
comunale, scuola elementare e materna, recentemente ristrutturato e
dove è sapientemente distribuito, su
più piani, l’ingente patrimonio storicoetnografico.
La storia, la cultura, la tradizione con-
tadina e artigiana della Valle sono offerte al visitatore grazie ad un allestimento che ha volutamente cercato di
ricreare l’atmosfera reale, ma che ha
nel contempo mirato ad un’attenta comunicazione didattica. Il percorso museale si snoda tra ambienti domestici,
come la stanza, la cucina e le antiche
botteghe dove lavoravano abili artigiani: falegnami, calzolai, funai, fabbri;
altri settori documentano le attività casalinghe, agricole e pastorali. Sicuramente grande fascino suscitano il mulino per la macinazione della segale
Esprimo il desiderio e l’augurio
che il Museo Vallivo
possa diventare
luogo di studio,
occasione per riflettere,
motivo per ricercare
nelle nostre origini
e nei più profondi risvolti
della nostra identità…
(Mario Testorelli)
ed il forno a legna per la cottura del
pane.
Vi sono anche i reparti dedicati al costume, alla scuola, all’arte sacra, alla
montagna, all’alpinismo, alla Prima
Guerra Mondiale (1915 - 1918), tutti
molto ricchi di reperti e testimonianze
che rievocano vicende che hanno toccato direttamente la valle ed i suoi abitanti.
Un grazie di cuore a Ilde per la splendida collaborazione.
77
Di generazione in generazione l’attaccamento al lavoro ed alla
salvaguardia del prodotto tradizionale si è
tramandato
assieme alla custodia
dei “segreti” nelle lavorazioni indispensabili
per giungere a
prodotti di massima
qualità.
Investire in sapore,
genuinità e in salute
alla nuova macelleria Giumelli
78
Lo staff della macelleria Giumelli, vanta di una notevole esperienza nel settore della carne, continua a coltivare
valori come lealtà e trasparenza, indispensabili affinchè il cliente rinnovi
continuamente la sua fiducia. Le scelte accurate sono finalizzate alla tran-
quillità di chi gusta i suoi prodotti. Da
anni garantisce le migliori carni del
territorio e tutto questo rende il prodotto di elevata qualità. Spendere con
fiducia nella macelleria Giumelli, esistente da ben 130 anni, significa investire in sapore, genuinità e in salute.
MACELLERIA GIUMELLI
PROPRIETÀ
INDIRIZZO
TELEFONO
FAX
E-MAIL
ATTIVITA’
Sig.ri Giumelli Giancarlo e Giumelli Eugenio
Via Nazionale, 56/A – 23036 San Giacomo di Teglio (SO)
0342 – 786106
0342 – 786106
[email protected]
Negozio di macelleria, produzione propria di
insaccati, specialità cacciatorini al vino Valgella.
PROGETTAZIONE:
Concreta Srl
Geom.Stefano Gavazzi
Concreta Srl
Roberta Bertolatti
Andrea Basci
REALIZZAZIONE:
TESTI:
FOTO:
79
80
n e g o z i
TIPO DI INTERVENTO:
Restyling a tempo di record
Il progetto prevedeva il cambio di destinazione d’uso di
parte della macelleria già esistente, trasformandola da
negozio a laboratorio. Sono stati riprogettati e ripartiti gli
spazi di lavoro adibiti a stoccaggio, celle, sezionamento,
insaccati e vendita. In meno di una settimana lavorativa
sono stati realizzati i seguenti interventi:
● Demolizioni arredi esistenti e scrostamento muri;
● Demolizioni pavimentazioni;
● Demolizione impianto elettrico, idraulico e di riscaldamento. Rimozione dei vecchi serramenti;
● Rifacimento nuovi impianti a norma e getto del nuovo
sottofondo;
● Nuova pavimentazione antiscivolo con formati di design
cm. 40x40 rettificati;
● Nuovi rivestimenti a parete con piastrelle a mosaico;
● Nuovo banco carni refrigerato;
● Nuovi controsoffitti, serramenti e arredi;
● Nuovo banco cassa in legno vecchio e pietra dorata
della Valmalenco.
Il banco cassa e le scaffalature in legno vecchio combinate al taglio moderno della pavimentazione e al tecnologico banco carni creano un mix rustico-moderno molto
accogliente.
81
Txt: Attilio Piazza
Foto: Archivio Consorzio di Teglio
Giorgio De Giorgi
Una pubblicazione dell’Accad
per valorizzare questo patri
82
Nostra intervista,
in esclusiva
al magazine
“Concreta”, al
dott. Gianfranco
Avella Procuratore
della Repubblica
Bormio: reparto Buglio
presso il Tribunale
di Sondrio in
occasione della
presentazione del
volume “Fontane
di Valtellina e di
Valchiavenna”
Abbiamo incontrato il dott. Gianfranco
Avella che, quale socio onorario dell’Accademia del Pizzocchero di Teglio, ha
curato, unitamente al Presidente della
stessa Rezio Donchi, le note introduttive
del volume “Fontane di Valtellina e di
Valchiavenna” recentemente presentato
alla stampa presso la sala delle Acque
di palazzo Sertoli Guicciardi in Sondrio,
sede del B.I.M. (Bacino Imbrifero Montano) dell’Adda; a lui abbiamo chiesto
alcune impressioni su questo pregevolissimo lavoro editoriale che ha colmato
una lacuna editoriale in ambito provinciale. Prima di dare la parola al dott.
Gianfranco Avella vorremmo sottolineare una frase utilizzata in occasione della
festa per celebrare i cinquanta anni della fondazione del B.I.M dell’Adda sul
tema “acqua” che ben si addice a questa presentazione: “L’acqua è vita.
Molti sono lieti perché nelle loro terre sgorga il petrolio. Ma ricordiamoci
che il bene più prezioso al mondo è
l’acqua. E la Valtellina è patria dell’acqua. Amiamola, difendiamola:
l’acqua è vita.”.
Così Avella:
“L’Accademia tratta non solo di pizzoccheri e gastronomia … ma anche e soprattutto della cultura e delle tradizioni
locali in un’ ottica promozionale di Teglio, della Valtellina e della Valchiavenna. In questa prospettiva è nata la felice
idea di una documentazione fotografica
dell’importante patrimonio artistico costituito dalle fontane storiche della nostra provincia. Tutto è iniziato da una intuizione avuta, unitamente a Rezio Donchi, Presidente dell’Accademia del Pizzocchero di Teglio, davanti alla stupenda
fontana in pietra ollare collocata nella
piazzetta di S.Pietro, in quel di Chiaven-
emia del Pizzocchero di Teglio
monio artistico e culturale
na. Anche il bravissimo fotografo Giorgio De Giorgi stava maturando l’intenzione di pubblicare un volume sulle fontane: le due idee si sono così unite dando vita al nostro libro. Comunque colui
che ha dato corpo e piedi a questa iniziativa editoriale, trasformandola in una
bella realtà, è stato proprio il nostro Presidente Rezio Donchi, infaticabile trascinatore dell’intera associazione dell’Accademia del Pizzocchero di Teglio. Da
questa prima idea, come recita il vecchio adagio “l’appetito vien mangiando”,
quasi per partenogenesi, è nato il pensiero di sviluppare un percorso più complesso, quasi una “tetralogia”: secondo
le nostre speranze e semprechè Dio ci
conceda vita e salute, l’anno prossimo
(2007) l’Accademia pubblicherà, ancora
in bianco/nero, il volume dal titolo “Porte e Portali della Valtellina e della Valchiavenna”; come è noto di questi manufatti ne esistono di veramente splendidi in tutta la provincia di Sondrio, per
es. a Bormio, a Teglio, a Ponte in Valtellina, a Sondrio, a Morbegno, a Chiavenna ed in altri comuni. L’anno successivo
(2008), e questo sarà oggetto di un impegno veramente importante in collaborazione con gli amici dei Grigioni Italiani
(Svizzera), l’Accademia è intenzionata a
pubblicare un altro libro fotografico riguardante gli “Antichi Ambienti Lignei e
le Stue della Rezia Italiana”: Valtellina,
Valchiavenna, Val Bregaglia e Valposchiavo, questo interamente a colori per
meglio esaltare i colori e le sfumature
del legno. Infine, “dulcis in fundo”, nell’anno 2009, a conclusione di questa importante percorso culturale ed editoriale,
sempre mentore l’infaticabile Presidente
Rezio Donchi, il libro fotografico, anch’esso a colori, dal titolo “Gioielli popolari dell’Alto Lago, della Valtellina e del-
Grosio: impianto idroelettrico AEM
Valdisotto: Piatta
la Valchiavenna” nel quale, tra gli altri,
troveranno una giusta rappresentazione
gli splendidi orecchini di Grosio, di Sondalo, della costiera dei Cech e dell’Alto
Lago. Tutto questo, e speriamo altro ancora, nella prospettiva di illustrare materie, oggetti ed anche opere d’arte che
riguardano la tradizione e la storia del
nostro territorio, nella salvaguardia della
cultura locale ma senza alcun intento localistico”.
come sottolinea l’Editore, si è scelto in
questo volume di seguire un criterio differente dall’elencazione di luoghi e soggetti. Il titolo “Fontane di Valtellina e Valchiavenna” sembra ridurre l’indagine alle
sole direttrici geografiche principali di
una realtà assai più vasta e complessa
che comprende zone altrettanto famose,
importanti e belle. Tante e troppe e certamente impossibili da contenere in un
titolo che riportasse in modo immediato
a luoghi noti ed ai manufatti riconoscibi-
Il volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”
Nella introduzione, a cura dell’Editore
(Gerardo Monizza - Nodolibri - Como),
si legge che il territorio attuale della provincia di Sondrio comprende settantotto
comuni ed una quantità indefinita di piccole frazioni; imprecisato anche il numero delle valli e vallette che si “allungano”
partendo dalle Alpi Retiche e dalle
Prealpi Orobiche. Da quanto sopra
esposto si evince che il tutto appartiene
ad un fittissimo “reticolo” di informazioni
storiche ed umane che sono quasi impossibili da tradurre per una facile ed
immediata lettura. Per queste ragioni,
Ponte in Valtellina: via Pozzaglio
83
84
Tirano: Palazzo Merizzi
Bema
li. Giorgio De Giorgi, il fotografo che ha
curato l’intera indagine fotografica di tutte le fontane di Valtellina e Valchiavenna
riportate nella pubblicazione, rappresenta il solo ed unico “giudice” per
quanto riguarda la scelta di questa o
quella fontana da “immortalare” … a lui
ed alla sua sensibilità, di vero artista
della fotografia, è stato affidato il compito di “scegliere” e di individuare quei
soggetti che meglio si prestavano alla
pubblicazione. De Giorgi da molti anni
coltivava l’idea di fotografare un patrimonio immenso (si calcola, infatti, che
siano quasi duemila le fontane dell’intera provincia di Sondrio) senza però volerlo rilevare nella sua interezza, ma
solo cogliendone le emozioni formali, le
caratteristiche ambientali e/o anche i
“suoni” gorgoglianti dell’acqua che scorre. Il volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna” è diviso in sette parti: le prime cinque raggruppano le rispettive
fontane appartenenti alle attuali comunità montane, ovvero quella dell’Alta
Valtellina - Bormio, di Tirano, di Sondrio,
di Morbegno e di Chiavenna che ricalcano le divisioni amministrative storiche;
tutto ciò consentirà al lettore attento –
come sottolinea l’Editore – di ritrovare
con facilità i luoghi, di verificare uguaglianze nei modelli, le diversità dei materiali impiegati per la costruzione ed
una eventuale omogeneità nelle disposizioni. La penultima parte (la sesta) è
dedicata alle fontane contemporanee;
questa separazione dagli altri manufatti
indica anche una svolta riconoscibile nel
ruolo storico della fontana: da un punto
di incontro, di utilità e di comunicazione
sociale, a punto di vista osservato come
monumento, spesso solo celebrativo.
L’ultima parte (la settima) raggruppa alcuni contributi storici stesi da esperti ricercatori ed attenti osservatori della
realtà locale, della mentalità di questi
territori, della linguistica e della storia
(Remo Bracchi, Bruno Ciapponi Landi,
Graziano Tognini, Michela Pedrana,
Guido Scaramellini e Nella Porta Credaro). Bella, ricca di significato e molto didascalica la prefazione di Guglielmo
Scaramellini il quale sottolinea che: “fontane che hanno marcato... il territorio,
ma che... ancora marcano, nel tempo
che scorre, come l’acqua, la vita di tutti
noi”. Gerardo Monizza, l’Editore (Nodolibri -Como), evidenzia che ogni settore
è preceduto da un testo per così dire
evocativo e poetico che riporta “le azioni” dell’acqua: il suo scorrere, il suo fer-
marsi, il suo dissetare, il suo lavorare, il
suo riunire, etc. Si parte con lo “scorrere” … l’acqua che sgorga dalle sorgenti,
scorre e scivola via dalle vallate, portando fertilità alla terra, alla natura ed all’uomo; poi l’acqua si ferma, costretta
all’interno di una torretta di pietra oppure in metallo; esiste, inoltre, l’acqua che
nutre e disseta uomini ed animali, lasciando sempre un senso di benessere,
di appagamento e di freschezza; infine
l’acqua come bene e risorsa insostituibile per il lavoro, un tempo a braccia nei
lavatoi, in seguito meccanica nei laboratori e nelle industrie. Senza dimenticare
la funzione prima delle fontane che era
quella di riunire le genti a lavorare, a dissetarsi, a discutere ed alcune volte anche a litigare.
Non da ultimo, perché meno importante,
l’elogio al volume “Fontane di Valtellina
e di Valchiavenna” arrivato, tramite e –
mail, all’attenzione del dott. Gianfranco
Avella (Procuratore della Repubblica Italiana al Tribunale di Sondrio) ed al presidente dell’Accademia del Pizzocchero
di Teglio, Rezio Donchi, da parte del socio onorario della stessa accademia, Ernesto Ferrero (direttore della Fiera del
Libro di Torino e Premio Stega 2000) …
“Un omaggio molto felice e opportuno
ad una civiltà austera che sa toccare le
vette della poesia attraverso la toccante
sobrietà dello stile. Ed è l’occasione di
ripercorrere il significato di tante opere
bellissime, che magari non riusciamo a
vedere proprio perché le abbiamo sotto
gli occhi”.
La scheda del volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”
(240 pagine + sovraccoperta e custodia – formato 25X25 cm – stampa delle immagini in
bicromia – carta patinata opaca – cucito a filo refe – custodia in cartoncino nero)
Edizioni: Nodolibri – Como
Produzione: Accademia del Pizzocchero di Teglio
Realizzazione: Gerardo Monizza e Rezio Donchi
Fotografie: Giorgio De Giorgi
Introduzione: Rezio Donchi e Gianfranco Avella
Prefazione: Guglielmo Scaramellini (Paesaggio, acqua e fontane)
Testo: Gerardo Monizza (Forme, materia e rumori d’acqua)
Contributi: Remo Bracchi (Parole d’acqua) - Bruno Ciapponi Landi (Gente
alla fonte) – Graziano Tognini (Architetture d’acqua) – Michela Pedrana (Fontane nella storia) – Guido Scaramellini (Fontane nei documenti) – Nella Porta
Credaro (Fontane nei ricordi)
Stampa: Tipografia Ramponi - Sondrio
Txt: Silver
Foto: Archivio Consorzio Teglio Turismo
Giorgio De Giorgi
Consorzio Teglio Turismo: una straordinaria
e dinamica realtà turisticaValtellinese
… Sapori (il
Pizzocchero) e
Sapere (il Palazzo
Besta) … di
Valtellina: questo
il motto di Teglio, il
ridente “borgo” che
ha dato le origini al
nome della nostra
“Magnifica Vallata”
La reception dell’ufficio “Teglio Turismo”
Teglio
E’ collocata nel cuore della Valtellina, adagiata sopra ad un ampio “terrazzo” soleggiato sul versante retico
e posta a 900 m di altitudine; fu nei
secoli passati il borgo più importante dell’intera “Vallata” a cui diede il
nome; anticamente fu prescelta dai
Romani, dopo l’occupazione della
Rezia nel 15 a.C., come sede di una
torre di vedetta e di difesa sul dosso
a sud del paese; durante la dominazione bizantina Teglio si affermò
come perno insostituibile nella difesa della valle e quale luogo principale della stessa; castello e castellanza non ebbero, però, vita facile poiché era troppo ambito il possesso
del territorio “tellino” conteso continuamente tra Como e Milano.
Teglio non è un anonimo insediamento di montagna, ma presenta una sua
“particolare e profonda anima” che si
salda ad un passato facile da ritrovare
e riscoprire nelle sue anguste e caratteristiche vie e nelle sue contrade.
Grazie al clima dolce ed asciutto, alla
pace, alle bellezze naturali, al verde
incontaminato dei boschi e dei prati,
ed alle testimonianze di un vivo e sentito passato, il ridente “borgo” valtellinese rappresenta un luogo ideale di
vacanza per qualsiasi età ed in ogni
stagione. Teglio, infatti, consente di
praticare numerosi sport sia in inverno
come lo sci alpino, lo sci di fondo, lo
sci alpinismo, il pattinaggio su ghiaccio e sia d’estate come il trekking a
piedi, la mountain bike, il tennis, il tiro
con l’arco, l’equitazione, la pesca
85
importante opportunità e fonda “Teglio
Turismo”.
Un anno dopo (2000) inizia, così, ad
essere completamente operativo”.
L’ingresso dell’ufficio “Teglio Turismo”
86
sportiva presso il ridente laghetto di
Somasassa. Chi sceglie Teglio, per le
sue vacanze, oltre alla squisita ospitalità potrà deliziarsi nell’assaggiare e
gustare i suoi prelibati piatti gastronomici come i pizzoccheri (originari proprio di Teglio), a base di farina di grano saraceno, gli sciatt e la polenta
taragna, accompagnati da bresaola,
salumi e formaggi di montagna, oltre
a degustare un ottimo Valgella, il generoso vino rosso prodotto dalle locali aziende vitivinicole locali. Teglio è
anche storia, arte e cultura con la torre “De Li Beli Miri”, il Palazzo Besta
(museo nazionale e la più bella dimora cinquecentesca valtellinese) e la
Collegiata di S. Eufemia.
Luciano Andreoli
A conclusione di un’estate 2006 ricca
di appuntamenti di cartello, sapientemente organizzati dal Consorzio “Teglio Turismo” e dall’Accademia del
Pizzocchero, unitamente al Centro
Tellino di Cultura e alla Parrocchia,
con la stagione invernale (2006/2007)
oramai decollata ufficialmente, siamo
riusciti ad incontrare - in quel di Teglio
- il presidente del locale consorzio turistico, Luciano Andreoli, noto imprenditore di Teglio e vice presidente (con
Vittorio Pola) dell’Accademia del Pizzocchero, per farci raccontare la storia
di questo prestigioso consorzio e le
iniziative che verranno proposte durante il prossimo inverno.
- Luciano Andreoli ci può tracciare,
molto brevemente, un profilo del
vostro consorzio?
“Ufficialmente il nostro consorzio (Teglio Turismo) nasce nel 1999 ed allora
fu uno dei primi in Valtellina ad essere creato in considerazione del fatto
che la regione Lombardia, in una sua
precisa “nota”, disponeva proprio la
creazione di consorzi turistici “ad hoc”
in tutte le località a vocazione turistica
disseminate sul territorio lombardo in
sostituzione delle “obsolete” A.P.T.
(Aziende di Promozione Turistica). In
relazione a ciò un gruppo nutrito di
operatori tellini, con il testa il sottoscritto e a fianco l’amico Fabio Valli,
unitamente all’amministrazione comunale di Teglio, coglie al volo questa
- Quali sono le manifestazioni turistiche di spicco che siete stati in
grado di proporre in questi ultimi
anni?
“Tra le manifestazioni di spicco organizzate ultimamente, in collaborazione
con l’attuale amministrazione comunale con in testa il “borgomastro” e
primo cittadino, Giorgio Grolli, vorrei
ricordare quelle degli ultimi due anni;
mi riferisco, in particolare, al 2005 con
“Volumi in equilibrio” e al 2006 con
“Superfici in equilibrio”, entrambe presentate dal critico d’arte Vittorio Sgarbi. Per il prossimo anno (2007) proporremo una sorpresa “in equilibrio”
… Invece, per quanto riguarda l’estate
2006, abbiamo proposto un ricco calendario di eventi (in stretta collaborazione con l’Accademia del Pizzocchero, il Centro Tellino di Cultura e l’Amministrazione Comunale) che hanno
spaziato dall’arte, alla cultura, all’enogastronomia, musica e poesia. Un carosello di iniziative che non trovano,
sicuramente, riscontro in nessun altra
località della provincia di Sondrio nonostante la nostra sia una piccola
identità comunale. Il nostro ufficio,
collocato accanto alla casa comunale,
è stato per quasi tre mesi un “crocevia
privilegiato”: mi riferisco, in particolare, alle molteplici informazioni fornite
ai turisti che hanno scelto, quale momento di ferie e di relax, la nostra cittadina attraverso la consegna di materiale divulgativo come cartine del
comune, depliant illustrativi delle diverse manifestazioni estive, ricerca di
locazioni e tanti “sorrisi e aiuti” a tutti
quelli che hanno frequentato l’ufficio
di “Teglio Turismo”.
Le “bizze” del tempo hanno alcune
volte bagnato i nostri prati, ma non
hanno scalfito in nessun modo i grandi eventi che abbiamo organizzato
magistralmente. Un lavoro silenzioso
quello del consorzio proprio nell’ottica
del nostro essere valtellinesi (fatti e
non parole … ); lavoro, lavoro e ancora lavoro con molta sobrietà e concre-
tezza, con la certezza di avere contribuito a rendere la mia, la nostra e la
vostra Teglio diversa, godibile e allegra”.
- Sappiamo che lei, oltre ad essere
presidente del Consorzio Teglio Turismo, è anche vice presidente di
una prestigiosa (istituzione) associazione, ovvero l’Accademia del
Pizzochero di Teglio; ci può raccontare come è nata l’idea di raggruppare, in una “ristretta” cerchia,
gli estimatori del “Re Pizzocchero”?
“Nel 2002 nasce l’idea di fondare l’attuale accademia del pizzocchero, presieduta dal Rezio Donchi; questa associazione ha lo scopo di tutelare,
promuovere e diffondere il “Pizzocchero fresco di Teglio” e tutte le
espressioni tipiche dell’enogastronomia della provincia di Sondrio. Ha il
compito, quindi, di intraprendere ed incoraggiare tutte le iniziative che possono contribuire a valorizzare ed accrescere la conoscenza della stessa
enogastronomia valtellinese anche
come espressione di costume, di civiltà, di cultura e di scienza. Quindi promozione, organizzazione e partecipazione a studi, convegni, dibattiti … l’informazione attraverso i media … la
pubblicazione di notiziari periodici
(vedi “La Voce dell’Accademia del Pizzocchero”) … promozione e partecipazione attiva a manifestazioni enogastronomiche …scambi con manifestazioni di altri Paesi … registrazione
di denominazione di origine protetta
oppure di indicazione geografica protetta. Diversi sono i soci fondatori (circa una trentina) e molteplici quelli onorari tra i quali ricordiamo: il Procuratore della Repubblica del Tribunale di
Sondrio, Gianfranco Avella, l’ex azzurro dell’atletica leggera Livio Berruti, il
cantautore Massimo Bubola, la presentatrice televisiva e conduttrice Gabriella Carlucci, l’ex azzurra di sci alpino ed olimpionica Deborah Compagnoni, Gianfranco De Laurentis, l’ex
azzurra di sci di fondo ed olimpionica
Manuela Di Centa, l’alpinista Fabio
Meraldi, lo scrittore Ernesto Ferrero,
l’onorevole Franco Frattini, l’attrice
Don Antonio Mazzi con
Luciano Andreoli
Luciano Andreoli con da sinistra a destra,
Fabio Valli, Don Mazzi e Rezio Donchi
Claudia Kohl, il sacerdote Don Antonio Mazzi, l’attrice Ottavia Piccolo, l’ex
tele - radio cronista sportivo Bruno
Pizzul, il pittore Aldo Pogliani, l’azzurro di sci ed olimpionico Giorgio Rocca,
il conduttore televisivo Jerry Scotti,
l’onorevole e critico d’arte Vittorio
Sgarbi, tanto per citarne alcuni … Ringrazio, infine e vivamente la redazione
del magazine “Concreta” per lo spazio
concessomi; a questo punto vorrei
concludere, questa simpatica chiacchierata, con una frase che ritengo
emblematica per definire quanto sia
suggestiva la “mia” Teglio: “Esiste un
sommesso rigore d’arte in ogni testimonianza dell’illustre passato di
Teglio; ne nasce, così, il senso di
un’armonia compiuta e raccolta che
felicemente si sposa alla dolcezza
serena del paesaggio circostante.
Tra le innumerevoli sorprese di Teglio esiste, come motivo ricorrente,
la continua scoperta di elementi
nobilissimi inseriti nella trama della più semplice ed umile realtà. Non
di rado, la modesta abitazione di un
contadino è affrescata ed istoriata
come un palazzo antico. E l’incuria
degli uomini e le offese del tempo
non hanno fatto altro che coprire di
una patina affascinante queste lontane memorie, conferendo loro un
patetico accento che colma di commozione anche il più distratto degli
osservatori … ” .
Da sinistra a destra Luciano Andreoli, Rezio Donchi, Lorenza Maffescioni, Gabriella
Carlucci, il prefetto di Sondrio Sante Frantellizzi e la giornalista Daniela Cuzzolin
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LIVIGNO (SO)
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BELLAGIO (CO)
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LIVIGNO (SO)
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LUGANO (CH)
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COSIO (SO)
VALDISOTTO (SO)
SONDRIO (SO)
TRESIVIO (SO)
CHIAVENNA (SO)
COMO (CO)
INTROBIO (LC)
VALDIDENTRO (SO)
LUGANO (CH)
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LUGANO (CH)
SONDALO (SO)
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TEGLIO (SO)
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LE BETULLE
LE COLONNE
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SOC. APRICA
STELVIO
VESUVIO
VIGILI FUOCO
GROSIO (SO)
TIRANO (SO)
PIATEDA (SO)
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RIVA DEL GARDA (TN)
VAL DIDENTRO (SO)
COMO(CO)
COMO (CO)
SONDRIO (SO)
SONDRIO (SO)
COLICO (LC)
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COLICO (LC)
LIVIGNO (SO)
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COMO (CO)
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MORBEGNO (SO)
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LIVIGNO (SO)
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VILLA DI TIRANO (SO)
VILLA DI TIRANO (SO)
COMO (CO)
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LUGANO (CH)
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VILLA DI TIRANO (SO)
MANNO (CH)
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BAR
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ALÈS BAR
ALIBI
ANTICO BORGO
ARGENTINO
AUTO PFISTER
BARBABLU
BERSAGLIO
ALBOSAGGIA (SO)
SONDRIO
MANERBA (BS)
CAMPODOLCINO (SO)
COMO (CO)
SAMADEN (CH)
S. PELLEGRINO
MORBEGNO (SO)
BAR CENTRO SPORTIVO
BAR PAST. DE GIANNI
BAR SAN MARTINO
BAR ORATORIO
BASILICA
BAZZONI
BELLAVISTA
BERTINI CAFFE’
BAR TRILLO
BATTELLO
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BLACK & WHITE
BLISS
BOCC
BONFRISCO
BORMOLINI
BIVIO
BRIANTEI
BUCA DI BACCO
BUFFET STAZIONE
CAMPANILE
CAMP. BOOMERANG
CARDUCCI
CARDUCCI
CAROSELLO 3000
CENTRO SPORTIVO
CENTRO SPORTIVO
CENTRO
CENTRO SP. COMUNE
CEREGHINI STE. ALP.
CHALET
CHALET LA ROCCA
CHICCO D’ORO
CIAK
CIOCA
CIRCOLO ACLI
CLERICI BAR TAB.
COMPAGNONI N.
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DA LEONE SNACK
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EGO
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K2
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LADY CAFFE’
LA ROSA
LA PUNTA
LE COLONNE
LE PRESE
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TRAONA (SO)
TIRANO (SO)
GROSIO (SO)
TIRANO (SO)
TREMEZZO (CO)
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SONDRIO (SO)
DERVIO (LC)
DERVIO (LC)
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SONDRIO (SO)
SONDRIO (SO)
LUGANO (CH)
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LIVIGNO (SO)
OGGIONO (CO)
SONDRIO (SO)
SONDRIO (SO)
SONDRIO (SO)
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COMO (CO)
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LIVIGNO (SO)
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MADESIMO (SO)
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COMO (CO)
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LIVIGNO (SO)
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LIVIGNO (SO)
LUGANO (CH)
LIVIGNO (SO)
BORMIO 2000 (SO)
VILLA DI TIRANO (SO)
DUBINO (SO)
DOLZAGO (CO)
COMO (CO)
COMO (CO)
TIRANO (SO)
VALDOBBIADENE
SONDRIO (SO)
TIRANO (SO)
GERA LARIO (CO)
MILANO (MI)
ARDENNO (SO)
SONDALO (SO)
CHIURO (SO)
CHIESA VALM. (SO)
SORICO (CO)
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LE PRESE (CH)
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TIRANO (SO)
LUGANO (CH)
S. G. DI TEGLIO (SO)
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SEMADEN
COMO (CO)
BERBENNO (SO)
CA’ BIANCA (SO)
AROGNO (CH)
SONDRIO (SO)
SONDRIO (SO)
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VILLAGUARDIA
CAIOLO (SO)
BERBENGO (CH)
SONDRIO (SO)
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FRIBURGO
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CHIESA VALM. (SO)
TIRANO (SO)
BORMIO (SO)
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MORBEGNO (SO)
TIRANO (SO)
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MALE’ (TN)
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PREMANA (LC)
TIRANO (SO)
BERBENNO (SO)
CAMPODOLCINO (SO)
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NIBIONNO (CO)
LIVIGNO (SO)
SONDRIO (SO)
COMO (CO)
LUGANO (CH)
DERVIO( LC)
MARCOTE (CH)
LUGANO (CH)
TIRANO (SO)
MORBEGNO (SO)
SONDRIO (SO)
TIRANO (SO)
LUGANO (CH)
BORMIO (SO)
LUGANO (CH)
PUB
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BACCHUS
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CAVAL BIANCO
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DIVINA COMMEDIA
DIVINA COMMEDIA
DIVINA COMMEDIA
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TIRANO (SO)
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LUGANO (CH)
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Concreta srl - Via Nazionale 14/a - Postalesio (SO) - Tel. ++39 0342 49 35 67 - Fax 0342 49 39 86
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FUNANA
GEORGE & DRAGON
GORDY’S
LA GROLLA
LE STREGHE
LE TORRI
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MARIO’S
MC FARLAND
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ALBOSAGGIA (SO)
POSCHIAVO (CH)
DELEBIO (SO)
GERMIGNAGA (VA)
COLICO (CO)
ALBOSAGGIA (SO)
DISCOTECHE - NIGHTS
ABSOLUT
BARRACUDA NIGHT
CAPRICE NIGHT C.
MEGA SHOW D. PUB
MINNIE’S NIGHT C.
PARADISE NIGHT C.
RITUAL NIGHT C.
VOGUE
ST. MORITZ (CH)
ST. MORITZ (CH)
MORBEGNO (SO)
FORCOLA (SO)
GROSIO (SO)
POGGIRIDENTI (SO)
ST. MORITZ (CH)
ROGOLO (SO)
RIFUGI
BLEIS
BORMIO 3000
FREEDOM
MONTAGNA
MOTTOLINO
PALABIONE NUOVO
PIANONI BASSI
SAN COLOMBANO
SPLUGA DOMANI
VAL FRAELE
VILLA VALANJA
P.SSO TONALE (TN)
BORMIO (SO)
ROCCARASO (AQ)
ST.CATERINA (SO)
LIVIGNO (SO)
APRICA (SO)
LIVIGNO (SO)
VALDIDENTRO (SO)
CAMPODOLCINO (SO)
CANCANO (SO)
CANCANO (SO)
GELATERIE – PASTICCERIE
ANGELI DEL GELATO
ARTE DOLCE
BELLAGIO ICE
BELLI
BERTA PAST.
BOTTEON PAST.
CAVOUR GEL
EROS GEL.
EX CECCATO
FOLINI ANTONIO
GIACOMELLI R.
K2 GELATERIA
KISS ITALIANO
LA MILANESE
LIBERA PAST.
LIDO GEL.
LOLLYPOP GEL.
MOSCONI M.
PEDROTTI PAST.
PLAZOLA PAST.
POZZI PAST.
ROMA PAST.
SCARINZI
SECCHI
SEMADENI
STELVIO
SUMMER TIME
TAVELLI PAST.
SONDRIO (SO)
COMO (CO)
BELLAGIO (CO)
COMO (CO)
MORBEGNO (SO)
PORLEZZA (CO)
COMO (CO)
TIRANO (SO)
COMO (CO)
CHIAVENNA (SO)
BORMIO (SO)
SONDRIO (SO)
CANARIE
SONDRIO (SO)
BERBENNO (SO)
BELLAGIO (CO)
TIRANO (SO)
VILLA DI TIRANO (SO)
TIRANO (SO)
POSCHIAVO (CH)
BORMIO (SO)
GROSIO (SO)
ARDENNO (SO)
BORMIO (SO)
POSCHIAVO (CH)
BORMIO (SO)
VALMASINO (SO)
SONDRIO (SO)
TOLDO GEL.
TOGNOLINI
TOGNOLINI S.
VOGLIA DI GELATO
ZULIAN CREPERIE
SONDRIO (SO)
APRICA (SO)
TIRANO (SO)
COLICO (LC)
BORMIO (SO)
NEGOZI ALIMENTARI
ALPIFOOD
ALPIFOOD
BACHIOCCHI S.
BARAIOLO D.
BED & BREAKFAST DA PRADA
BELOTTI PIERA
BIANCOTTI
BONDIO SILVANO
BONDIO E SOTTOVIA
BOTTEGA DEL PANE
CASA DELLA PASTA
CASA VINICOLA PLOZZA
CANTONI RENATO
CERVERI ALIM.
COOP. CONSUMO
COOP. CASTIONETTO
C. FRUTTICOLTORI
DA BICE MAC.
DEL CURTO A.
DEMETRA DEGUSTAZIONE
EL TRIGO ROSTICC.
FAM. C. CONSUMO
F.LLI DELLA PONA
GAST. DELIZIE DEL PORTO
GAST. IL PASTAIO
GAST. METALLI
GAST. RAMA
GASTRONOMIA PAINDELLI
GASTRONOMIA RUGGERO
GIUGNI ALIMENTARI
G. TEAM SAS – PAN.
GURINI F.lli SNACK
GUSMEROLI
IL FORNO PANIFICIO
IL MAGNOLTINO
L’APE REGINA
LA BOTT. DEL PANE
LIBERA PIERANGELO
LONGA CARNI MAC.
MAC. FRATELLI GIMELLI
MACELLERIA NOBINI
MACELLERIA FRANCHI FLAVIO
MARANTELLI ALIM.
MARGHERITA
MERCATO CARNI
MINIMARKET GL
PAINI DIEGO
PANIFICIO RIGAMONTI
PAGANONI ALIM.
POLA PANIFICIO
POLA PANIFICIO
RAMPOLDI FORM.
RODELLI GIORGIO
SANDRETTI ELISA
TAKE WAY ROSTICC.
TIRANESE ORT.
ZANGA MACELLERIA
TIRANO (SO)
SONDRIO (SO)
SONDALO (SO)
MELLO (SO)
GROSOTTO (SO)
TRAONA (SO)
VILLA DI TIRANO (SO)
TRESIVIO (SO)
TRESIVIO (SO)
DELEBIO (SO)
SONDRIO (SO)
BRUSIO
CHIURO (SO)
VILLA DI TIRANO (SO)
TREPALLE (SO)
CHIURO (SO)
VILLA DI TIRANO (SO)
LIVIGNO (SO)
CHIAVENNA (SO)
TALAMONA (SO)
TIRANO (SO)
LIVIGNO (SO)
TIRANO (SO)
LA CALETTA -SARDEGNA
EDOLO (BS)
MORBEGNO (SO)
CHIESA VALM. (SO)
SONDRIO (SO)
PONTE DI LEGNO (BS)
SONDRIO (SO)
CERNOBBIO (CO)
ISOLACCIA (SO)
SONDRIO (SO)
S. CATERINA (SO)
APRICA (SO)
TOVO S.AGATA
MORBEGNO (SO)
BERBENNO (SO)
LIVIGNO (SO)
TRESENDA (SO)
POGGIRIDENTI (SO)
SONDRIO
CAMPOCOLOGNO
MORBEGNO (SO)
PIATEDA (SO)
CARLAZZO (CO)
MONTAGNA (SO)
SONDRIO (SO)
SONDRIO (SO)
CHIESA VALM. (SO)
SONDRIO (SO)
DONGO (CO)
VALMASINO (SO)
TRAONA (SO)
SONDRIO (SO)
VILLA DI TIRANO (SO)
TIRANO (SO)
NEGOZI VARI
AILI ROBERTO TAB.
ANIMAL HOUSE
ATMOSFERE ABB.
SONDRIO (SO)
TIRANO (SO)
LIVIGNO (SO)
BALSAMO S. PARR.
SONDALO (SO)
BLUE LINE ABB.
VILLA DI TIRANO (SO)
BOTTERO SKY
CUNEO (CN)
BOTIA CANTONI
LIVIGNO (SO)
BOUTIQUE CONNATION
LIVIGNO (SO)
CART. LIBRERIA LA MATITA MORBEGNO (SO)
CARTOLERIA SIMONINI EDI SONDRIO (SO)
CASA DELLA BOMB.
TIRANO (SO)
CASA MIA
SONDRIO (SO)
CODEGA MARIO
SONDRIO (SO)
CENCINI SPORT
LIVIGNO (SO)
CENTRO ESTETICO PAPILLON BORMIO (SO)
CENTRO M. MASPES
SONDRIO (SO)
CENTRO VIDEO CLUB
SONDRIO (SO)
CONFORTOLA MARCELLO LIVIGNO (SO)
COTONELLA INTIMO
MOLANNO (BS)
CRIS DI RODELLI
MORBEGNO (SO)
DANGEL FURS PELL.
DUBINO (SO)
DELIZIE DEL PORTO ROST. LA CALETTA (NU)
EDICOLA CURTI
SONDRIO (SO)
DOMUS FOTO
SONDRIO (SO)
ENOTECA V. NEGRI
CHIURO (SO)
FAGIOLI SNC ABB.
TIRANO (SO)
FOLINI SILVIA CONF.
CHIAVENNA (SO)
F.lli RAGAZZI SNC
CHIESA VALM. (SO)
F.lli ZANOLARI HI-FI
ZALENDE (CH)
FOTO HOBBY
MORBEGNO (SO)
GIOIELLERIA LONGA
LIVIGNO (SO)
GL GALLI ABB.
LECCO (LC)
GULLIVER SHOP ABB.
SONDRIO (SO)
I DUE POLI A. VIAGGI
SONDRIO (SO)
IL PACIUGO ABB.
MORBEGNO (SO)
L’ARCATA PROF.
P. DI LEGNO (BS)
L’ARCOBALENO
DELEBIO (SO)
LA GALL. DEL FIORE
MORBEGNO (SO)
LA PASTORELLA
LIVIGNO (SO)
LA P. RINASCENTE
LIVIGNO (SO)
LA SORGENTE
LIVIGNO (SO)
LIBERA OGG.
TIRANO (SO)
MARINELLA ABB.
TIRANO (SO)
MARTINELLI FERR.
MORBEGNO (SO)
MEN’S WEAR
TIRANO (SO)
MOSCONI CAS.
TIRANO (SO)
MUSCETTI OREF.
BARZANO’ (CO)
NEG. SABRINA E ROBERTA TIRANO (SO)
NEGOZIO TANCINI
TIRANO (SO)
NERO DI CHINA HI-FI
TIRANO (SO)
NOGHEREDO BRUNA
POSCHIAVO (CH)
NEGOZIO ENJOY
CHIAVENNA (SO)
NEGOZIO PIANETA BIMBO SONDRIO (SO)
NOTTE E GIORNO
APRICA (SO)
ORECO GUANA
LIVIGNO (SO)
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PAYD - VIDEO
BORMIO (SO)
PECCEDI MARIO FIOR.
BORMIO (SO)
PEREGO AUTO
BIANZONE (SO)
PHOTOMANIA
SONDRIO (SO)
PIANETA GIOVANE
APRICA (SO)
SPORT PIRKER
CHIESA VALM. (SO)
PLASTIGOMMA SNC
TIRANO (SO)
PLOZZA VINI DEGUSTAZIONE BRUSIO (CH)
PROF. CUSINI BARBARA
LIVIGNO (SO)
PORTA ROSSANO
GRAVEDONA (CO)
PUNTO SPORT 1
SONICO (BS)
PUNTO SPORT 2
EDOLO (BS)
RODIGARI M.R.
LIVIGNO (SO)
SANDRINI CAS.
DUBINO (SO)
SANITARI BETTINI
SCIUCCHETTI
SICON NON FOOD
STAGIONI FLOREALI
SPORT 3000
SPORT SILVESTRI
1ST CLASS
TARABINI ERB.
TOGNOLI BRUNO
TONI/KECO SPORT
THEOREMA CAS.
VALBUZZI CASALINGHI
VEMAR SRL NUOVO BATTELLO
SONDRIO (SO)
CHIAVENNA (SO)
TIRANO (SO)
SONDRIO (SO)
LIVIGNO (SO)
LIVIGNO (SO)
SONDRIO (SO)
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VILLA DI TIRANO (SO)
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UFFICI
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AMM. PROVINCIALE
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ASS. ALBERGATORI
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ASSICURAZIONE INA
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VILLA DI TIRANO (SO)
UFFICI AVV.SAVA
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BRESAOLE PINI
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CLINICA PRIVATA
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COM. MONTANA
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COM. MONTANA
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COMUNITA’ MONTANA DI SONDRIO
COMUNITA’ MONTANA DI MORBEGNO
CONS. COMUNI BIM
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CREDITO ARTIGIANO
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CREDITO VALT.
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DELLA FRANCA
SORICO (CO)
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ELELONGA
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EMILIO GIACOMELLI
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FINMOBIL
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FREE-WORK S.
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IMPRESA BERANDI
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IMPRESA CUSINI
LIVIGNO (SO)
IMPRESA POLA
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INA ASSITALIA
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LANDSCAPE SRL
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LANZI
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MARIENI GEOM
PAGGI CERAMICHE
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POPOLARE SONDRIO
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PRIULI DAMIANO
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