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Attualità periodico indipendente hotel • ristorante • meeting Anno XXXV - n. 4 - APRILE 2013 - distribuzione gratuita www.ilbassoadige.it - e-mail: [email protected] - 37045 Legnago (Verona) 1966-2002. CENTENARIO DELL'AIDA ALL'ARENA DI VERONA di I. G. Zanoli In questo numero presentiamo i secondi cinquant’anni di Aida in Arena. Fino al 1963 l’opera è stata rappresentata con ben 90 produzioni. Poi la sua programmazione diventa sempre più frequente sino a diventare ricorrente dal 1980. Fino a questa data Aida è in cartellone solo negli anni 1966, 1968, 1969, 1971, 1972, 1974, 1976 e 1977. Nel 1966 le scene sono di Pino Casarini, che, per la terza volta in Arena, dimostra la sua familiarità con l’Egitto dei faraoni. Spettacolare la scena del trionfo con le masse che scendono lungo un itinerario obliquo articolato in tre rampe. Interpreti principali Leyla Cenger, Carlo Bergonzi e Fiorenza Cossotto. Da ricordare di questa edizione di Aida anche le discusse danze di guerra e di caccia del 2° atto interpretate dal balletto del Teatro Kirov di Leningrado, scritturato anche per tre serate in La Bella Addormentata di Ciaikowski. A salutare gli ex connazionali russi in Arena è presente Rudolf Nureyev, il ballerino che “ha scelto la libertà ed è diventato un divo”. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Prima della sottoscrizione leggere attentamente il Fascicolo Informativo disponibile sul sito www.cattolicaprevidenza.com (Segue a pag. 5) FISCHBACHAU - CASTAGNARO "Un'esperienza indimenticabile che spero si possa ripetere la prossima stagione estiva". Termina così la lettera di Anna Iseppi, figlia di Roberto e Miresi, titolari del Castello Bevilacqua, inviataci per ringraziare l'Associazione Amici di Fischbachau, presieduta da Franco Biasio, per avere agevolato la sua recente esperienza lavorativa in Germania. Un particolare grazie per l'intervento dei sempre cortesi e, per l'occasione "genitori adottivi" Barbara e Michele, presidente dell'Associazione Amici di Castagnaro, le due associazioni che alimentano i cordiali rapporti personali, culturali e sportivi in funzione del Gemellaggio tra Fischbachau e Castagnaro, prossimo a raggiungere i 10 anni. E' importante riportare l'esperienza lavorativa di Anna per meglio comprendere quanto sia vantaggioso il rapporto con questa splendida località bavarese, non solo dal punto di vista culturale ma anche economico. Infatti a nessuno sfugge l'importanza di avere stretti rapporti con una forte nazione europea a noi vicina, per l'intensità degli scambi commerciali, per la massiccia presenza di turisti tedeschi nel nostro Veneto, dal Lago di Garda alla costa adriatica comprese le città d'arte più rinomate d'Italia e per la scelta di molti nostri giovani di trovare decoroso lavoro in questo importante paese. A facilitare inoltre i rapporti personali, la Scuola Media di Castagnaro ha inserito, ormai da anni, lo studio del tedesco come prima lingua straniera e grazie a questa oculata scelta si sono create le condizioni per un crescente interscambio di alunni presso le rispettive famiglie. Ed è proprio questo il giusto percorso per consolidare nel tempo rapporti di alto valore. BENEMERENZA AL BASSO ADIGE di G. M Pag. 3 Veneto, terra dai mille tesori di P. Braggio Pag. 4 STRATEGIE BIZANTINE di A. Costantini Pag. 5 INTITOLATA PIAZZA A ERNESTO BERRO di F. Occhi Pag. 6 NEI TELEFONINI IL DRAMMA DI UNA GUERRA di M. P. De Carli Pag. 9 MARTE di G. Viviani Pag. 14 G. Galetto GUZZO VENICIO PIANOLIBERO LEGNAGO - Via Fiume, 13 - Tel. e Fax 0442 600788 VENDITA • LEGNAGO Via Roma - Appartamento ristrutturato con una o due camere. 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Oggi non è più possibile avviare alcuna strategia e azione di sviluppo del territorio senza valutare in modo consapevole e concreto l’impatto che queste possono generare sulle risorse del patrimonio dello stesso territorio: da quelle ambientali e paesaggistiche, a quelle culturali e legate alle tradizioni, dai sistemi di relazione sociale alla qualità della vita dei cittadini in senso più ampio e generale. E’ necessario, nonostante tutto, riprendere a progettare. Perché il “progetto” sintetizza le idee di marketing territoriale, ed è volto alla valorizzazione delle risorse proprie del territorio in un momento di difficoltà in cui si prefigura una disponibilità a venire di infrastrutture e servizi in grado di elevare l’appetibilità dell’area per quelle imprese, tecnologie, servizi e, soprattutto, persone che sceglieranno di investire il proprio futuro in questo territorio. Il progetto deve anche essere il risultato dell’impegno assunto dalle Amministrazioni Comunali per interpretare le dinamiche in corso, indirizzare lo sviluppo futuro verso una crescita piena e sostenibile, promuovere la conoscenza delle opportunità di investimento in questi territori, oltre che sperimentare una nuova modalità di marketing associativo, rivolta a favorire la nascita di nuove imprese. Tra i primi risultati importanti per i Comuni deve esserci la stretta collaborazione tra categorie economiche e istituzioni, in sintonia con nuovi strumenti di programmazione territoriale. La strategia del “progettare” deve puntare alla sempre maggiore valorizzazione delle opportunità offerte dal territorio sia per le imprese già insediate, sia per quelle alla ricerca di nuove location, oltre all’incentivazione di nuova imprenditorialità. Innovativi anche gli strumenti di analisi e di comunicazione che si potranno utilizzare, a partire dalla rete, destinata a diventare una banca dati completa del territorio, in grado di offrire una panoramica approfondita della zona, illustrando le caratteristiche degli immobili, del territorio circostante, dei servizi e delle opportunità offerte dal territorio. Alla luce di quanto detto, come può fare il nostro territorio per “scegliere” la qualità dello sviluppo che intende perseguire? Va detto che non ha senso “fare da soli”: ogni riflessione, ogni lavoro, ogni progetto deve essere messo a disposizione di tutti. Infatti l’impegno vero comincia qui e deve essere di tutti. Potrebbe essere utile avviare un’analisi del territorio, individuare le strategie e scrivere un piano d’azione che risponda alle seguenti domande: • cosa si può fare concretamente? • chi lo può fare? • quando? • quanto costerà? E perché il marketing sia realmente “territoriale” sarà necessario: • promuovere incontri ad hoc con i diversi attori del territorio: istituzioni, categorie economiche, scuole, famiglie; • sensibilizzare i diversi attori del territorio, in un’ottica di indispensabile condivisione • progettare azioni di comunicazione mirate, che considerino le differenti caratteristiche dei target a cui si rivolgono • dedicare particolare attenzione ai giovani che vogliano avviare un’attività imprenditoriale, studiando un progetto che preveda la possibilità di aiuti finanziari e incentivi per l’avviamento delle imprese più innovative; il supporto all’imprenditoria giovanile rappresenta una garanzia per il futuro del territorio. Crediveneto c’è. periodico indipendente Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 BENEMERENZA A "IL BASSO ADIGE" Giovedì 21 Marzo u.s., in Sala Civica Palazzo di Vetro in Legnago, l’Associazione Insigniti di onorificenze Cavalleresche, (condotta magistralmente dal suo Presidente Comm. Mario Crocco) ha consegnato le benemerenze ad una trentina di persone ed enti ritenute particolarmente meritevoli nei vari settori. Tanti i premiati e moltissimi i presenti, tra i quali, il Comandante dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia Locale e del Genio Guastatori “Folgore”. A ricevere la Benemerenza per primo, il figlio di un disperso in Russia, guerra 40-45, Telemaco Tommasoni Sergente del Genio Pontieri. Per l’operosità: Giovanni Manani, Pio Salvatore, Roberto Mora, Idalico Venturi, Giovanni Finestra, Maria Busato e Rolando Segantini. Per il servizio alla comunità: Il Com.te dell’8° Reggimento Genio Guastatori, “Folgore”, Salvatore Tumminia, il Com.te della Polizia Locale “Basso Adige” Luigi De Ciuceis, il Luogotenente “ora in pensione”, già Comandante della Stazione Dai tecnici, tuttora in servizio permanente effettivo per la non troppo ordinaria amministrazione, ai saggi che devono stilare una sorta di promemoria delle urgenze a beneficio del prossimo Presidente della Repubblica e dell’eventuale futuro Governo, passando per i comici, di professione o per qualifica acquisita, che ambiscono ad una parte da protagonista ma su quale palcoscenico e con quale ruolo rimane al momento un’incognita. Così come altamente imprevedibile rimane lo sbocco dell’attuale stallo, che probabilmente troverà la sua definizione dopo l’elezione del nuovo Capo dello Stato, anche se qualche dubbio è lecito avanzarlo alla luce delle posizioni inconciliabili delle principali forze politiche. Qualcuno ritiene che la nomina di 10 esperti che in poco più di una settimana devono trovare dei punti di intesa su temi in merito ai quali le opinioni dei partiti divergono in modo significativo sia solo una perdita di tempo; a prescindere dal fatto che in una situazione di semestre bianco erano del tutto assenti le alternative, sarebbe già un grosso successo se dal lavoro dei saggi emergesse una scala di priorità condivise, sulle quali concentrare l’attività del prossima Esecutivo, sia che duri pochi mesi o qualche anno. La mia personale opinione è che, concordata a fatica una nuova legge elettorale magari con il ritorno a quella precedente, adottati quei provvedimenti che consentano di mantenere i conti pubblici in sicurezza e reso se possibile più lineare ed efficace il decreto sul rimborso alle imprese fornitrici dei debiti della Pubblica Amministrazione, sia di gran lunga preferibile un ritorno alle urne. Pare ormai evidente che la possibilità di una qualche intesa fra i tre schieramenti principali non è nell’ordine delle cose, vuoi perché è impensabile un accordo serio fra chi è stato costretto dall’emergenza a convivere obtorto collo per un anno in una maggioranza posticcia non avendo praticamente nulla in comune, sia in quanto il Movimento che si ritiene quantomeno il vincitore morale della consultazione di fine febbraio rifiuta a priori ipotesi di collaborazione con chicchessia. Proporre come unica opzione il sostegno di un proprio Governo di minoranza, che nei numeri rappresenterebbe un italiano su quattro, non pare richiesta francamente ricevibile. Al di là dei dinieghi e delle schermaglie tattiche, dei consueti e abusati richiami al senso di responsabilità, gli argomenti ed i toni del dibattito Carabinieri di Legnago, Ulderico Gagliardi. Per il sociale: Il Centro Diurno Anziani, Lucia Mattiazzi, alla “San Vincenzo” nella persona della sua Presidente Gabriella Zanferrari, Giovanni Gobbi per “l’Ascon” per il “Serd” Carlo Bossi dell’ULSS21, Claudio Marconi Dirigente della Comunità “L’Argine” e Don Luigi Furieri. Per la qualità: Daniele Caprara e Michele Triglione dell’ULSS 21. Per l’aiuto inviato alle popolazioni terremotate dell’Emilia: “Gli Alpini” nella persona del suo Capogruppo Maurizio Mazzocco, Alessandro Riello “Aermec”, Federico e Michele Furlani “Simen”, Steno e Alessandro Carpi “Sica”. Per le attività sociali: La Pro-Loco di Legnago nella persona del Presidente Luigino Pignatta e Carlo Menghini “3 Rondini”, infine “Il Basso Adige” con la seguente motivazione: “All'antico periodico “Il Basso Adige” per il suo singolare ruolo di informazione storico-culturale e di ricerca, grandemente apprezzato dalla Comunità del Basso Veronese”. G. M. Nella foto: il momento della premiazione. O YES... politico sembrano indirizzarsi quasi inevitabilmente verso una non troppo lontana campagna elettorale, della quale il cinico utilizzo massmediatico di tragedie individuali e familiari provocate dall’impoverimento crescente di fasce di popolazione sempre più vaste costituisce uno degli elementi immancabili. Come interpretare altrimenti i ripetuti ricorsi alla piazza con annessa gita premio, vitto gratis e piccola mancia inclusi, a beneficio degli attempati partecipanti, che hanno come parole d’ordine le solite invettive contro i nemici della democrazia, o le rinnovate promesse di abolizione di tasse senza minimamente specificarne le modalità di copertura? A sentire certi discorsi sembra che i problemi dell’Italia siano nati tutti negli ultimi 12 mesi e che prima di allora fossimo un’isola felice. è vero che spesso le persone hanno la memoria corta, come in parte confermano gli ultimi risultati elettorali, ma i numeri al contrario delle parole lasciano pochi margini alla mistificazione; basta esaminare l’andamento dei principali indicatori economici dal 2000 ad oggi o limitarsi al conto dei miliardi di euro di spesa aggiuntiva per interessi provocata dall’impennata dello spread a fine 2011, costo a carico del bilancio pubblico e quindi di tutti noi, per smascherare gli autori del disastro in cui ci troviamo. E’ paradossale che coloro i quali nel corso degli anni hanno lasciato lievitare i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese ad oltre 100 miliardi di euro senza fare assolutamente nulla oggi pretendano di dare lezioni su tempi e modi del loro pagamento, facendo finta di ignorare che i vincoli a cui il Governo deve sottostare sono frutto degli impegni non derogabili da loro sottoscritti con le Autorità europee. Nonostante siano passati meno di due anni, in molti sembrano averlo dimenticato. A fine marzo ci ha lasciato Enzo Jannacci, uno degli artisti più bravi e originali degli ultimi 50 anni. La narrazione delle sue canzoni aveva spesso una vena surreale, con la quale le vicende politiche nostrane riescono talvolta a competere. Provo a immaginare una sua lettura canora della situazione attuale … quelli che a novembre sfiduciano il capo del Governo, a dicembre gli chiedono di capeggiare i moderati, a gennaio lo accusano delle peggiori nefandezze, a febbraio lo giudicano irrilevante, a marzo gli propongono una nuova alleanza, o yes, … quelli che sono primi ma non hanno vinto, che propongono 3 MOSTRA PITTORICA PER L'EMILIA L’eclettico Dino Barbieri, pittore e poeta, qualche mese fa esponeva le sue opere presso il Torrione di Piazza Della Libertà in Legnago. L’intento è stato per il sostegno ai terremotati dell’Emilia, infatti, il ricavato dalla vendita di circa 20 (venti) quadri è stato devoluto alla scuola dell’Infanzia (Sacro Cuore) di Finale Emilia. Il mese scorso il nostro concittadino si è recato nella cittadina Emiliana ed ha consegnato il denaro nelle mani di Monsignor Ettore Rovatti. Un applauso da, il Basso Adige, ed una benemerenza consegnatagli dall’associazione insigniti di Onorificenze Cavalleresche. G. M. Nella foto: Dino Barbieri e Monsignor Ettore Rovatti. alleanze per il cambiamento ma in cambio ricevono continui vaffa, che le grandi intese mai, no ma, né no né sì , forse, o yes,… quelli che volevano diventare l’ago della bilancia salendo in campo e sono confinati al ruolo di riserve neanche tanto apprezzate, o yes, … quelli che parlano di rivoluzione, di democrazia del web, di uno vale uno, ma poi sopprimono il dissenso, danno ordini e lanciano scomuniche, riducono i momenti di confronto interno a parodie comiche delle gite scolastiche, conoscono solo tre risposte:il silenzio, il no ed il vaffa, chiedono di formare un Governo senza indicare i nomi dei suoi componenti, o yes, o yes, o yes … Andrea Panziera periodico indipendente www.ilbassoadige.it e-mail: [email protected] FONDATO NEL 1979 Direttore responsabile:ROBERTO TIRAPELLE Direttore editoriale: GIANNI GALETTO Autor. 462 del 25.05.1979 Tribunale di Verona. Sede in Legnago (VR) - Corso della Vittoria, 36 Pubblicità tel. 349 3157148. Foto di Paolo Pravadelli. Grafica, impaginazione e stampa: Grafiche Stella s.r.l. - Legnago (VR) “Il Basso Adige” è portavoce dell’Associazione Culturale “Il Basso Adige”, fondata con atto notarile 6812 del 18.09.1984, reg. a Legnago il 20.09.1984 il cui Consiglio Direttivo è così composto: Presidente: Presidente Onorario: Vice Presidente: Segretario: Consiglieri: Gianni Galetto Alessandro Belluzzo Francesco Occhi Giuseppe Mutti Armandino Bocchi Renzo Peloso Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 4 periodico indipendente Veneto, terra dai mille tesori Rivisitare Venezia, alcune volte l’anno, significa spesso pensare, durante il viaggio da Verona, alle diverse altre meravigliose città della nostra Regione, alla naturale e variegata bellezza del suo territorio e all’impegno, in tutti i possibili settori del lavoro, delle genti che la popolano. Il Veneto - oltre diciannovemila kmq. di superficie, suddivisi in sette province, e quasi cinque milioni di abitanti - con la sua veneranda capitale, la sempre attraente Venezia, non manca di nulla, essendo presenti, sulla sua area, monti straordinari, pianure fertili, grandi fiumi, una buona fetta dell’azzurro Lago di Garda e, non ultima, ampia parte dello splendido Adriatico. Domina, fra il tutto, gente operosa, dotata d’iniziative, di volontà di fare e oggi deciso – come fu durante secoli – a superare ad ogni costo le spinose difficoltà, seminate dalla pesante crisi in corso. Tralasciando, una volta tanto, tanti numeri, va detto che il Veneto gode di prodotti agroalimentari straordinari, in grande molteplicità – verdura, frutta e vini finissimi – donati da una natura feconda e madre di vita, da un clima propizio e da un’agricoltura curatissima, grazie all’instancabile serietà ed alla sapienza d’un esperto mondo agricolo, mentre sono vive le tradizioni, tanto nel campo culinario, come in quello dei mestieri, delle arti e del comportamento stesso. Grande, radicata e sentita è la zelante dedizione alla piccola ed alla grande impresa, d’origine spesso familiare, ma aperta all’innovazione, senza della quale non vi è ricchezza. Forte è il legame, da un lontanissimo passato, alla ricerca ed allo studio. L’antico Veneto ha una lunga storia, che ci conduce dall’antichità sino ad un’abbastanza recente presente: dagli Euganei, già insediati, all’arrivo di nostri altri predecessori, forse, indoeuropei, 2000 anni prima di Cristo – in verità, si parla anche di altre provenienze, del resto, non ancora accertate –, alle numerose vicende, da quella della conquista romana, fino a giungere, nel 1866, alla cessione ai Savoia, da parte austriaca, del Veneto stesso e, quindi, alle inutili e disastrose prima e seconda guerra mondiale, quest’ultima con la sua impietosa guerra civile. Non si possono tacere – passando ad altro ed essendo pure storia – la terribile “pellagra” o mancanza di niacina, che colpì per più di un secolo le misere popolazioni agricole, da fine Settecento a tutto l’Ottocento, e l’ulteriore, pesante povertà, che schiacciò il Veneto, negli ultimi decenni dell’Ottocento stesso, sino ai primi del Novecento. Fu allora, che centinaia di migliaia di veneti abbandonarono famiglie, terre, tutto, per trasferirsi in cerca di fortuna – un pesante fenomeno, che proseguì sino a inoltratissimo 1900, portando il numero degli emigrati ad oltre tre milioni – in oltre venti Paesi del mondo. Nei quali, risuonano ancora oggi, in felici isole linguistiche – quasi veri miracoli! – gioiosi dialetti veneti e dove la costruttività, frutto d’alta capacità realizzatrice, accompagnata dal sacrificio, è all’ordine del giorno, con l’apprezzamento dei governi locali. La nostra terra è disseminata di monumenti di primaria importanza e di opere d’arte innumeri d’alto pregio; essa dispone di un tessuto culturale importantissimo ed è territorio, in cui ingegno, buona volontà, laboriosità ed artigianato hanno dato origine a quella piccola-media impresa, già citata e mai abbastanza lodata, che è l’ossatura determinante di quell’immenso fenomeno economico, che pone il Veneto fra le più produttive aree europee. Il nostro Veneto ha città straordinarie, che in fatto di storia e di cultura, parlando da sole, talché non bastano giornate, per prendere esatta e completa visione delle loro bellezze e dei loro segreti, stratificatisi lentamente nei tempi. Pensiamo all’eterna Venezia – senza dimenticare, ovviamente, tutti gli altri centri, anche piccoli – dalle mille vedute e dai travolgenti colori, che fanno tornare alla mente il millenario splendore della Serenissima Veneta Repubblica, la cui lingua era capita dalle coste adriatiche sino al Levante… I dialetti, poi, i dialetti, le vere madrelingue, contribuiscono a creare una base comune, pure mentale, della vita veneta, perché gli stessi, sebbene nelle loro diverse varietà strettamente locali, lessicali e semantiche, nascondono un che di validissimo ed unico, il quale permette di comprenderci anche a centinaia di chilometri di distanza, grazie all’antica e penetrante eredità storico-culturale, spalmata su tatta l’area veneta e lasciataci dalla somma amministratrice Città dei Dogi… Dove la stessa ha governato, infatti, tuttora viva ed incisiva è l’impronta-madre della sua lingua – sempre usata dai Dogi anche nelle relazioni ufficiali – quale substrato principale delle nostre amate parlate, esprimendoci nelle quali, ci pare di capirci meglio… Al di là di ciò, il Veneto è sempre quel Veneto, al quale dobbiamo essere grati, sentirci legati e del quale tutto dobbiamo attentamente curare, preservandone gelosamente il verde dal cemento, massimamente monitorandone il territorio in ogni particolare, anche quale elemento importantissimo d’attrazione turistica, impreziosita dalla nota e raffinata ospitalità, che contraddistingueva la cosmopolita Venezia e che ancora oggi permane e ci contraddistingue. Un complesso di pregevoli elementi e di risorse, del passato e del presente, che, bene utilizzate, quale incommensurabile ricchezza, vanno anche a beneficio dell’economia e, quindi, anche del sociale. Pierantonio Braggio PARAFARMACIA Dott.ssa Caterina Girardello Piazza Garibaldi - Angolo Via G. Matteotti - Legnago - Tel. 0442 601770 ERBORISTERIA • OMEOPATIA • SANITARIA • DERMOCOSMESI DIFFICOLTà DIGESTIVE Le difficoltà digestive sono responsabili di sintomi quali inappetenza, pesantezza di stomaco, stanchezza, sonnolenza, alitosi e gonfiori addominali. Circa il 30-40 % degli italiani soffre di questo disturbo perchè è un problema legato allo stile di vita ed alle abitudini alimentari tipiche del mondo occidentale, ma anche all'impiego di addittivi chimici e mangiare in fretta, senza masticare a lungo il cibo, è spesso causa di problemi digestivi. Inoltre, tale comportamento impedisce di assaporare gusto ed aromi dei cibi, portando inevitabilmente a mangiare più del necessario e l'eccesso calorico è proprio una delle cause d'insorgenza dei problemi digestivi. Ansia, stress, insoddisfazione e collera trattenuta influiscono senza dubbio negativamente nei processi digestivi quindi è proprio in queste situazioni che lo stomaco funge da vero e proprio accumulatore di tensione, interferendo pesantemente sulla corretta digestione. LE 5 REGOLE DELLA BUONA DIGESTIONE 1. Masticare bene e a lungo facilita l'assimilazione dei cibi; 2. E' preferibile mangiare ad orari fissi con intervalli abbastanza lunghi in modo da permettere lo svuotamento gastrico; 3. Consumare frutta e verdura al fine di favorire un corretto equilibrio acido-base; 4. Non eccedere nel consumo di grassi e zuccheri raffinati; 5. Una camminata di mezz'ora a passo veloce, ogni giorno, favorisce le funzioni gastrointestinali, l'ossigenazione dei tessuti, stimola la circolazione ed aiuta a contrastare lo stress. Per chi soffre di digestione lenta ci sono in commercio integratori alimentari che favoriscono lo svuotamento gastrico e facilitano l'assimilazione dei nutrienti senza creare disturbi intestinali. Ci sono inoltre persone che sono intolleranti solo ad alcune sostanza come il lattosio o il glutine e per questi sono stati sviluppati integratori a base di enzimi digestivi come lattasi, proteasi e lipasi che permettono di digerire anche quegli alimenti che prima creavano grossi distrurbi. A volte queste alterazioni si accompagnano a gonfiore intestinale ed è legittimo pensare che anche questo problema ha un legame con gli alimenti quindi può risultare utile fare un test delle intolleranze alimentari. Presso la PARAFARMACIA GIRARDELLO si effettua il test intolleranza alimentari gratuito fino al 30 aprile (su prenotazione). La Parafarmacia Girardello è a disposizione dei propri clienti per forniretutte le informazioni utili e per offrire sempre un consiglio professionale. periodico indipendente Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 (Continua da pag. 1) Per il “Centenario del sospirato traguardo risorgimentale delle genti venete e Centenario unione di Verona alla madre Patria” il 9 agosto viene eseguita la Messa da Requiem di Verdi, diretta da Antonino Votto, sua ultima presenza in Arena (la prima volta nel 1933, quando diresse Gli Ugonotti ed Il Trovatore). L’intera stagione ha richiamato in Arena quasi 230.000 spettatori paganti, in maggioranza stranieri. L’ Aida apre la stagione areniana del 1968. La sera dell’inaugurazione registra un tutto esaurito (chiuse persino le biglietterie) ed un incasso di oltre 33 milioni di lire. E’ diretta dal m° Gianandrea Gavazzeni, scene di Attilio Colonnello realizzate nei capannoni della Fiera di Verona da Arturo Benassi e Nino Gottardi. Il volto di una enorme sfinge dallo sguardo enigmatico e quattro colossi in trono dominano una scenografia di elementi di stile egizio che coprono tutta la gradinata retrostante il palcoscenico. La recita di domenica 28 luglio si svolge in un clima festoso in quanto è la centesima rappresentazione di Aida in Arena e viene ricordata da una cartolina che riproduce il manifesto della prima edizione del 1913. (Disegnato da Plinio Codognato, il manifesto originale misura cm 300x145 ed è conservato nel Museo Civico Luigi Bailo di Treviso). Luciano Damiani nel 1969 è lo scenografo, costumista e regista di Aida. Un obelisco alto 9 metri per l’atto del trionfo e idoli alti 12 metri, “testoni”, come li chiamano gli operai costruttori, alti 7 metri presentano la scenografia di un’Aida dove domina il colore bianco. Ambientata poi nel periodo napoleonico, è accolta freddamente dal pubblico, “abituato” alla calda scenografia egiziana alla Casarini. Debutta in Aida la trevigiana Maria Chiara, una della più grandi e longeve interpreti areniane nel ruolo. In Don Carlo e Turandot, che completano il cartellone operistico, debutta Placido Domingo. Nel 1971 e 1972 Aida ha le scene di Giulio Coltellacci. Nuovo soprintendente Carlo Alberto Cappelli. L’Aida del 1971 è programmata a ricordo della sua prima rappresentazione al Cairo del 1871. Il 18 agosto nello Stabat Mater di Rossini debutta in Arena il compianto mezzosoprano padovano Lucia Valentini Terrani, prematuramente scomparsa. Dal 1972 la “Stagione Lirica”, con la sua 50° edizione, prende il nome di “Festival dell’Opera Lirica”. Debutta in Arena Luciano Pavarotti, è Riccardo in Un Ballo in Maschera. Il legnaghese Danilo Cestari è Radames il 12 agosto. Interessante l’edizione di Aida del 1974 con la contestata scenografia del pittore Remo Brindisi. 5 E’ la prima volta che in Arena, dopo 133 edizioni, viene fischiata Aida. Si sventano anche tentativi dolosi di distruzione delle scene. Nel 1976 (centenario della nascita di Giovanni Zenatello, primo Radames in Arena), 1977, 1980, 1981 e 1990 scene e costumi di Aida sono di Vittorio Rossi, che dal 1982 al 1986 e nel 1989, cura anche la scenografia di Aida nella rievocazione di quella del 1913, dai bozzetti di Ettore Fagiuoli. Dal 1992 al 1998 l’Aida è rappresentata nella rievocazione del 1913 dai bozzetti del Fagiuoli, ma a cura di Rinaldo Olivieri, l’architetto scenografo creatore delle scene di Nabucco ancora oggi proposte in Arena, nonché ideatore della stella cometa che ad ogni Natale viene installata in Piazza Brà, in occasione della mostra dei presepi. Ancora oggi, dopo l’alternarsi di varie scenografie, da Zuffi (1987 e 1988) a Pizzi (l’Aida azzurra dal 1999 al 2001) a Zeffirelli (la grande piramide dal 2002 al 2006 e 2010), la riedizione di Aida del 1913, adattata ai bozzetti del Fagiuoli, riproposta da Gianfranco De Bosio anche negli ultimi anni dal 2008 al 2012, è la più semplice, la più spettacolare e la più ammirata dal pubblico. Anche nel Centenario che cade in questo 2013 la rivedremo, e la sera del 10 agosto sarà la programmazione N° 610 di Aida in Arena. STRATEGIE BIZANTINE Chi si è fatto l’idea che Bisanzio fosse solo il luogo dove avvenivano le discussioni fra sofisti e teologi, quelle appunto che siamo soliti chiamare con disprezzo “bizantine” (tipo il sesso degli angeli, per intenderci) la città degli intrighi di corte, delle imperatrici bellissime e crudeli, “ippodromo, bordello e nordici soldati”, come dice Guccini nell’omonima canzone, credo si ricrederà almeno in parte leggendo il bel libro di E. Luttwak La grande strategia dell’Impero bizantino, edito nella BUR, che rivaluta sorprendentemente le capacità militari e la sagacia politica dell’Impero d’Oriente. E siccome niente è più contemporaneo di un buon libro di storia, mentre lo sfogliavo mi chiedevo se quello studio contenesse qualche insegnamento valido anche per noi uomini del XXI secolo. Dati gli interessi e i trascorsi di Luttwak, famoso politologo, economista e consigliere del Center for Strategic and International Studies di Washington, direi proprio di sì. Ma perché, si dirà, occuparci di guerra? La guerra è notoriamente una brutta cosa, no? Si risponde che appunto per questo dobbiamo conoscerla, come facciamo con le malattie. Neanche i bizantini amavano la guerra, eppure passarono secoli a elaborare e studiare strategie e tattiche complesse, proprio perché la loro regola prima era di trovarsi pronti a combattere in ogni momento, ma nel contempo fare tutto il possibile per evitare la guerra, a qualunque costo. Se infatti i loro predecessori romani mettevano in campo tutte le forze disponibili e conducevano un attacco di devastante potenza al cuore del nemico, con l’obiettivo della sua eliminazione totale, i bizantini preferivano evitare lo scontro diretto e risolutivo, per la validissima considerazione che una guerra condotta ad esempio in Medio Oriente li avrebbe costretti a sguarnire la frontiera del Danubio o viceversa, con grave pericolo per la compagine dell’Impero; senza contare la possibilità, tutt’altro che remota, di una sconfitta sul campo o di perdite intollerabili. Ecco allora che pagare un tributo di qualche quintale d’oro a un re barbaro era forse meno onorevole che sconfiggerlo in battaglia e farlo sfilare in catene, ma molto più conveniente: tanto, quell’oro comunque sarebbe rientrato all’interno dei confini dell’Impero, sotto forma di ordinativi e acquisti di beni di lusso, che sicuramente non venivano prodotti nelle steppe dell’Asia centrale. Quindi, quel pagamento era in sostanza una partita di giro. E in ogni caso, costava molto meno dell’organizzazione di una campagna militare. La corruzione fra i capi nemici, la diffusione di notizie false, lo spionaggio, la distribuzione mirata di doni, una buona diplomazia, erano ottimi sistemi per evitare le guerre. Anche perché i bizantini, dopo essersi rotti le corna per un secolo o due, capirono una cosa importantissima, ossia che dietro ogni barbaro, c’era un altro barbaro ancora più barbaro del precedente: eliminati gli unni, ecco gli avari; spariti gli avari, i bulgari. E poi i russi, i magiari, i peceneghi, i cumani... Che senso aveva allora sacrificare uomini e risorse in una guerra, anche vittoriosa, solo per trovarsi a fronteggiare dopo pochi anni o addirittura mesi, un nemico ancora peggiore? Un po’ come succede nei videogiochi: eliminato un mostro, sai già che sullo schermo ne apparirà uno più grande e più veloce. Senza contare che il nemico di ieri può benissimo diventare, se non l’amico, almeno un utile avversario del tuo prossimo nemico. Proviamo a riportarci dall’alto medioevo ai nostri giorni? Colin Powell nel ’91 rifiutò di assestare il colpo definitivo a Saddam Hussein, e se fosse stato per lui, non avrebbe voluto neanche la guerra all’Iraq del 2003: nell’ottica di una politica “bizantina”, un raìs indebolito e circondato da nemici sarebbe stato più utile di un vuoto di potere, che inevitabilmente sarebbe stato colmato da qualcun altro. E infatti, dopo aver speso 812 miliardi di dollari e sacrificato 4.400 uomini, gli americani si trovano ora un Iraq controllato da Iran e Turchia, ossia un nemico dichiarato e un alleato sin troppo autonomo. Qualunque imperatore l’avrebbe giudicato un risultato del tutto insoddisfacente. La strategia però non riguarda solo la guerra, ma anche la sua sorella minore, la politica. Negli anni ’20 e ‘30 i comunisti tedeschi fecero di tutto per abbattere la socialdemocrazia di Weimar, salvo poi trovarsi un Hitler che li spedì dritti a Dachau. In Italia, i socialisti - e non solo - esultarono per la caduta di Giolitti, ed ebbero in cambio Mussolini. A Craxi vennero lanciate le monetine, ma a guadagnare dalla crisi della Prima Repubblica fu Silvio Berlusconi. Molti adesso credono che eliminando Berlusconi l’Italia diventerebbe un “Paese normale”. È possibile; ma potrebbe anche uscire qualcuno molto più “pericoloso” e con un seguito ancora maggiore. Chi può dirlo? Cancellare il nemico, insomma, non è quasi mai un affare: molto meglio trattare con lui, mediare, coinvolgerlo, accordarsi, individuare un avversario comune, degli interessi comuni, se del caso, sfibrarlo, corromperlo, rendendolo inoffensivo; paradossalmente, quando si ha un nemico che si conosce, occorre tenerselo caro, se non altro, per non doversi confrontare con uno che non conosciamo e col quale non sappiamo come rapportarci. Sperare di eliminare per sempre la conflittualità distruggendo l’avversario è un’utopia: forse la lotta è veramente la madre di tutte le cose, come diceva Eraclito, e il massimo che possiamo fare è tenerla al livello più basso possibile, senza mai arrivare a odiare il nemico, conservando un po’ di fair-play e accettando un minimo di regole, senza scatenare assurde guerre all’ultimo sangue, rifiutando la logica folle dello scorpione che avvelenò col suo pungiglione la rana che lo trasportava, pur sapendo che sarebbe annegato insieme a lei. Alberto Costantini Autoservizi - Pullman di Tavellin Angelo DITTA PREMIATA CON IL “CESARE D’ORO” GITE VIAGGI GRAN TURISMO AIR CONDITIONED COMFORT Legnago - Tel. e Fax 0442 20648 Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 6 periodico indipendente AD ERNESTO BERRO SARà INTITOLATA UNA PIAZZA A TERRANEGRA E’ stato il più appassionato ed attento ricercontrade esistenti agli inizi del nuovo secolo, delle case a corte, di come Terranegra si sia catore della storia recente, armato di pochi ampliata e di come avesse avuto mezzi ma di tanta grinta, pasun ruolo fondamentale nella stosione e sete di conoscenza, ha TERRANEGRA Topografia e ToponomasTica percorso in lungo ed in largo ria di Legnago. Così, scorrendo dal 1898 al 1940 il nostro territorio raccontandoin anteprima la pubblicazione di circa 100 pagine arricchita da lo e documentandolo con preimmagini, vediamo che il rettore cisione dando vita a collane di Terranegra racconta delle varie come “Vita Veronese” sfogliate contrade, della Contrada Paina, da tanti alunni. Più di qualcuno della Contrada Bonvincini, di si è innamorato di queste sue quelle della Calcara o Malon, e ricerche e dei libri che hanno della località Casteldonego dove messo in luce molti dei gioielli don Cecco pensava si trovasse in del Basso Veronese. antichità un castello. Poi il terriCosì quando Ernesto Berro è mancato nel 2009 in molti torio si allargava verso località lo hanno pianto ed in tanti lo Michelorie, l’ultimo tratto conhanno rimpianto non solo per finante con Legnago e con Ponte a cUra Di ernesTo Berro quando aveva raccontato e Fior di Rosa con il fiumicello descritto, ma anche per la sua disponibilità a Nichesola che si immette nel Bussè poco dopo il mettere a disposizione di tutti i giovani ricercacampo sportivo. “E’ curioso scoprire come allora ci fossero 11 tori, il frutto del suo lavoro. vie con varie abitazioni e le classiche “Casa a Ma grazie ai libri, ai tanti volumi da lui scritti come “Le Case a corte del legnaghese” o quelli sui Teatri a Legnago, il suo ricordo continua e anche la sua produzione libraria. Infatti la figlia Annalia dopo la sua morte, ha dato alle stampe “Legnago, un borgo una storia”, una ricerca che Ernesto aveva iniziato da tempo sui borghi più belli e caratteristici di Legnago. Per questi Il 14 marzo scorso, nella chiesa S. Giovanni meriti Legnago, o meglio Terranegra, la frazioBattista di Badia Polesine si è svolta la presenne dove abitava, tramite all’amministrazione tazione del nuovo libro sul Patrono della città comunale, ha voluto ricordarlo intitolandogli di Badia Polesine. È stato un notevole successo una piazza, appunto “Piazzetta Ernesto Berro” sia per la nutrita partecipazione sia per i conper non dimenticare un cittadino illustre. La tenuti. I fedeli hanno risposto all’invito occucerimonia è prevista per venerdì 26 aprile in pando tutti i trecento posti a sedere della chiesa occasione della tradizionale fiera del paese alle parrocchiale, assistendo così ad una video11 e vedrà le autorità, i vari assessori del comupresentazione molto coinvolgente e, per certi ne di Legnago, la figlia Annalia con il marito aspetti, spettacolare del nuovo testo che è sudAntonio Navarro, il parroco e molti cittadini, diviso in due parti. Giorgio Soffiantini ha illupartecipare alla cerimonia che porterà il nuovo strato la storia del Santo attraverso una nutrita sagrato che ingloba l’antica parrocchiale ed il serie di immagini: ha raccontato la nascita e lo Circolo Noi, ad aver il nome dello studioso. sviluppo del monaPer l’occasione verrà anche presentata una stero della Vanganuova opera postuma di Ernesto, un libro dizza, le motivazioni sul suo paese, sulle sue origini, sulle sue che hanno portato le contrade, dal titolo “Terranegra, Topografia e reliquie dell’eremita Toponomastica dal 1898 al 1940”. Teobaldo a Badia e la Un lavoro che parte dalla ricerca fatta da straordinaria, se pur don Attilio Cecco che fu per 37 anni rettore di breve, vita dello stesTerranegra curando le anime del paese. “Già dal so. La seconda parte 1995 Ernesto ne parlava ed aveva il materiale del libro contiene un’ampia documentazione pronto per pubblicare un libro - spiega la figlia storico-fotografica su quanto è riferibile a San Annalia - aveva raccolto tanto materiale grazie Teobaldo ed il risultato è: un testo che testimoall’opera di don Attilio per raccontare di questo nia, in modo completo, la storia, le tradizioni e centro, di com’era, di come si è sviluppato e di le celebrazioni, del passato e dei nostri giorni. quello che è avvenuto dagli inizi del secolo fino al 1940. Infatti don Cecco aveva censito tutte le famiglie, educandole per intere generazioni, scrivendo documenti sulla loro evoluzione e raccogliendo quadri di vita quotidiana”. Ed in effetti il libro è un vero e proprio spaccato della vita di quegli anni, che racconta delle corte” - continua Annalia - la raccolta storica contiene anche le schede di 300 famiglie con le generalità dei componenti, del mestiere e del sesso. Ma molte altre sono le particolarità presenti nel libro, come la presenza del fondo dell’Ospitale, un fondo agrario di proprietà dell’ospedale ora palazzo Ambroso con una Pietà affrescata all’esterno o Casa Rason in via Malon, che si trova a più di un metro sotto il livello stradale e che risulta essere uno dei rari casi di case non rialzate dopo la rotta dell’Adige del 1882. A distanza di tanti anni le contrade presenti a Terranegra sono rimaste le stesse, a parte una, via Calcara vicina al cimitero che è scomparsa”. Il libro è arricchito anche da cartine topografiche che aiutano nella lettura del territorio e si presenta in un elegante formato edito da Grafiche Stella. Per poter avere il libro è sufficiente fare un’offerta ed il ricavato andrà per le attività benefiche della comunità di Terranegra. Francesco Occhi NUOVO LIBRO DEI DUE AUTORI LEGNAGHESI Maria Luigia Galantin e Giorgio Soffiantini Giorgio Soffiantini Maria Luigia Galantin Laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha insegnato Francese per molti anni presso Istituti Superiori di Legnago. Appassionata di ricerche storiche, ha collaborato con Giorgio Soffiantini per la stesura dei testi Luigi Carmagnani: lettere dalla guerra e Un cattolico della prima metà del Novecento, Battista Soffiantini, al servizio di una grande idea. Successivamente, con Giorgio Soffiantini, ha pubblicato i libri: Poesie di Battista Soffiantini, San Teobaldo, la vita del Patrono di Badia Polesine raccontata ai ragazzi e quest’ultimo dedicato alle famiglie. ISBN 978-88-96930-04-5 9 788896 930045 www.grafichestella.it www.grafichestella.it T. 0442 601730 T. 0442 601730 Due sono gli autori: Giorgio Soffiantini di Badia e SAN la professoressa legnagheTEOBALDO se Maria Luigia Galantin, la stessa che ha contribuito alla stesura del libro per i bambini, l’importanza del quale è stata sottolineata dalla presidente della Provincia dottoressa Tiziana Virgili. La signora Galantin fino a due anni fa nulla sapeva di questo Santo, la cui figura la ha talmente coinvolta ed affascinata che si può dire esserne diventata uno dei maggiori conoscitori. Nel libro vengono anche presentati: un’antica Novena di San Teobaldo e un CD dove è inciso un poemetto molto piacevole da ascoltare, seguendone il testo stampato. La pubblicazione, stampata a Legnago, presso Grafiche Stella, si presenta in un’edizione elegante e prestigiosa. Le persone interessate la possono ritirare in chiesa, a Badia, presso l’altare della cappella del Santo a fronte di un’offerta pro restauro dell’antico organo della chiesa parrocchiale, oppure rivolgendosi direttamente a Grafiche Stella. G. SOFFIANTINI - M.L. GALANTIN GIORGIO SOFFIANTINI MARIA LUIGIA GALANTIN SAN TEOBALDO Ha iniziato scrivendo testi che hanno avuto come protagonisti personaggi coinvolti nella campagna di Russia: il dottor Renato Giusti, il professor Luigi Carmagnani, entrambi di Legnago e il signor Olindo Meneghin di Badia Polesine. Nel 2009 ha presentato il libro Un cattolico della prima metà del Novecento, Battista Soffiantini, al servizio di una grande idea, libro che ha fatto riemergere la straordinaria figura del nonno. L’anno successivo, in collaborazione con Maria Luigia Galantin, ha pubblicato Poesie di Battista Soffiantini, una raccolta di opere selezionate dal ricco archivio del noto sindacalista cattolico e nel 2011 ha curato: Il 25 aprile 1945, in casa mia, una serie di racconti del prof. Stellio Spiazzi. Nel 2012, nell’ambito del “Progetto san Teobaldo”, finalizzato alla rivalutazione della figura del Patrono di Badia Polesine, tra le numerose iniziative, ha presentato il libro illustrato San Teobaldo, la vita del Patrono di Badia Polesine raccontata ai ragazzi, seguito ora da questa pubblicazione dedicata alle famiglie. EREMITA CAMALDOLESE PATRONO DELLA CITTà DI BADIA POLESINE LEGNAGO - Via Matteotti, 94 - Tel. e Fax 0442 601749 periodico indipendente Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 AL PITTORE CHARLIE IL PREMIO BURLAMACCO Si è tenuta lo scorso 17 febbraio presso la sala congressi dell’hotel Esplanade di Viareggio, la 27° Rassegna d’Arte e Letteratura Città di Viareggio “Omaggio al Carnevale”. In collaborazione con Il Centro Culturale San Domenichino di Massa Carrara (vanta 53 edizioni del omonimo premio nazionale di poesia). Mentre fuori nel corso principale sfilavano oltre quattrocentomila persone, al pittore Veronese Charlie, ospite d’Onore della manifestazione, veniva consegnato il “Burlamacco di bronzo” alla carriera. Con la motivazione: “Per l’inequivocabile impronta data alla storia dell’Arte”. Il “Burlamacco” è la maschera simbolo del carnevale di Viareggio. Questo riconoscimento a Charlie è la conseguenza delle sue apprezzate apparizioni artistiche in Versilia e nel resto della Toscana. Significative sono state le sue mostre di Levanto, Montecatini Terme, Viareggio, San Marino, Cortona ecc. Il presidente del premio San Domenichino Franco Pedrinzani, in una dedica gli scrive così: Al Pittore Charlie : “…Eccellente Maestro del colore, la sua arte è un inno alla natura che saggiamente interpreta nelle sue armoniose composizioni esaltandone gli spazi metafisici e le colorazioni monocromatiche…”. Mentre il professor Manrico Testi proprio in occasione della consegna del premio, ha scritto: “…E sono appunto l’intelligenza del cuore e il respiro alato della fantasia di Charlie le stelle comete che guidano il percorso luminoso della sua arte che riluce come poche altre in questa nostra epoca che secondo Von Baltazar “Ha smarrito il linguaggio della luce”. Vive congratulazioni da tutta la redazione e dai lettori de “Il Basso Adige” al pittore Charlie. Francesco Occhi 7 NUMERI IN CRESCITA PER VINITALY 2013 La tendenza all’aumento si era manifestata già il primo giorno, ora i numeri finali lo confermano. “Abbiamo raggiunto le 148.000 presenze, delle quali 53.000 estere da 120 Paesi: è un risultato importante che per uno dei settori di rilievo del made in Italy, che ancora traina la bilancia commerciale del Paese e dà lavoro e ricchezza ai territori e all’immagine dell’Italia nel mondo. Un incremento del 6% dei visitatori totali che premia le oltre 4.200 espositrici da più di 20 Paesi che hanno investito nel Vinitaly e riconoscono la centralità internazionale della rassegna”, commenta il Presidente di Veronafiere, Ettore Riello. “Il dato in crescita del 10% sugli esteri rispetto al 2012 - evidenzia Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere - è accompagnato dalla grande qualità dei visitatori. Si tratta sempre più di operatori specializzati, di buyer esteri provenienti dai mercati tradizionali, ma anche dai Paesi emergenti, sempre più interessati al vino italiano quali Cina e Russia”. In aumento anche le presenze di giornalisti che salgono a 2.643 da 47 Paesi, contro le 2.494 da 42 nazioni del 2012. Fondamentale per questo risultato è stata l’attività di incoming realizzata da Veronafiere attraverso Vinitaly International ed i suoi rappresentanti in 60 Paesi, che ha permesso di portare a Verona rappresentanze commerciali da tutti i continenti, così come l’accordo con Ice - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’attenzione ai mercati internazionali è nella mission di Vinitaly, che ogni anno organizza iniziative mirate e stringe accordi con enti ed istituzioni allo scopo di supportare le aziende orientate all’export. OperaWine è tra queste, dedicata ai buyer esteri, ma fortemente orientata al mercato USA grazie alla collaborazione con Wine Spectator, mentre alla Cina sono stati dedicati quest’anno tre focus ed ha partecipato alla rassegna una delegazione ufficiale del Ministero del commercio della Repubblica Popolare Cinese. Già vetrina mondiale del vino, con OperaWineExpo Vinitaly diventerà, a Verona, l’evento vitivinicolo più importante del calendario di appuntamenti previsti in Italia per l’Expo di Milano nel 2015, grazie all’intesa definita con l’Amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala. Presenti a Vinitaly, anche Sace e Simest, le due realtà che sostengono lo sviluppo, la competitività e l’internazionalizzazione delle aziende italiane e che già collaborano con Veronafiere in altri settori e paesi, quali il Brasile. Nel corso della manifestazione Sace ha presentato l’ultimo rapporto sull’export e la guida ai mercati ad alto potenziale 2013-2016 per il comparto del vino, con un focus sul Veneto. Simest, con il suo amministratore delegato Massimo D’Aiuto, ha illustrato invece un progetto di promozione del moscato italiano sui mercati stranieri. Vinitaly è stata inoltre la sede prescelta per la firma tra UniCredit, Coldiretti, Cia e Confagricoltura dell’accordo per il sostegno del settore vitivinicolo e della presentazione di "UniCredit International per il Vino", il progetto che mette a disposizione delle pmi del settore vitivinicolo un'offerta dedicata di servizi a supporto dell’export. A Vinitaly 2013 è nato anche il primo Osservatorio su energia e settore vitivinicolo, per fare il punto sullo stato attuale e prevedere gli sviluppi futuri nel campo di sostenibilità, best practice e applicazioni “smart” nel ciclo produttivo, dalla vigna alla bottiglia. Nel corso della manifestazione, durante il convegno “Wine and Energy”, sono stati presentati i risultati preliminari della ricerca condotta dal team di Smart Energy Expo, la nuova rassegna di Veronafiere sull’efficienza energetica in programma dal 9 all’11 ottobre 2013. Attenta al mercato internazionale, Vinitaly non ha trascurato il mercato interno, analizzato in questa edizione con la presentazione di due ricerche: quella tradizionale sulle vendite di vino nella gdo, con quest’anno un approfondimento sul ruolo della grande distribuzione nell’export di vino italiano, e una sulle tendenze di consumo di vino in Italia per fasce di età, preferenze di gusto e luogo di consumo. Vinitaly chiude oggi, ma l’attività continua: con la nuova iniziativa di e-commerce VinitalyWineClub presentata alla vigilia della manifestazione, con le tappe in Russia, Usa e Hong Kong di Vinitaly International. E già si pensa all’edizione 2014, in programma dal 6 al 9 aprile, che vedrà l’esordio di VinitalyBio, il nuovo salone dedicato ai vini certificati biologici organizzato in partnership con FederBio. Assemblea soci "Gabbia - No" Onlus A fine febbraio di quest’anno s’è tenuta l’assemblea ordinaria dei soci dell’Associazione Gabbia . No Onlus di Legnago. La relazione è stata tenuta dal presidente dottor Paolo Bertassello che dopo aver ringraziato i soci presenti, ha fatto una riesamina dell’attività svolta dall’associazione nell’anno 2012. Prima di tutto ha ricordato le difficoltà incontrate dall’associazione nel riuscire a introdursi nell’ambiente circostante, nel divulgare le proprie attività a favore della disabilità e quanto sia difficile, come volontari poter dare servizi a persone disabili. Poi dopo uno scambio di opinioni tra i vari soci si è parlato del tanto agognato progetto che finalmente si è riusciti a realizzare e da subito rendere operativo cioè quello di dare un’opportunità di vivere, ricercare e creare nuove occasioni di autonomia per le persone diversamente abili nella loro sfera sociale. L’acquisto di un camper attrezzato per dare una risposta a quelle situazioni in cui una persona disabile necessiti di spostarsi, o voglia spostarsi, con la garanzia di un mezzo che offra autonomia e sicurezza. L’acquisto di una speciale carrozzella monoruota denominata joelette che permette di avere accesso a luoghi e ambienti naturali come la montagna, o località palustri o centri abitati con barriere architettoniche insuperabili per una normale carrozzina in modo da poterlo finalmente vivere. Si è fatto l’elenco delle attività svolte con questi due mezzi ricordando quanto sia stato importante la nostra presenza durante il terremoto avvenuto di recente in Emilia. Giovedì 05 febbraio 2012. Presentazione ufficiale del camper presso il Castello di Bevilacqua. Da giovedì a domenica 22/25 marzo a Fiera Vicenza Gitando dove la presenza del camper serviva a far conoscere la nostra attività e serviva come servizio WC per disabili. Domenica 15 aprile, sotto un’insistente pioggia, abbiamo partecipato alla manifestazione Vivicittà ad Arco di Trento, invitati dalla sezione SAT – Cai di Arco, con la presenza del camper e della joelette. Mercoledì 25 aprile, Festa del tesseramento Gabbia-No, con la partecipazione dei volontari e dei simpatizzanti al pranzo dove c’è stata una presentazione dell’associazione in vista delle future attività. Domenica 22 aprile partecipazione alla manifestazione Diversamente motori a Soave con il camper che serviva di supporto come WC per disabili gravi. Da sabato 28, a lunedì 30 aprile, prima uscita del camper senza la presenza di soci dell’associazione e i primi temerari sono stati Paola e Paolo con i figli che da Rovereto (TN) sono andati a trovare degli amici in Veneto senza dover dipendere da strutture accessibili a disabili ma in completa libertà di tempo e di movimento. Sabato 05 maggio, incontro con l’Associazione MILK_ARCIGAY di Verona e presentazione delle nostre attività oltre che dei mezzi che Gabbia-No mette a disposizione. Domenica 27 aprile Festa dei Popoli a Villa Buri e anche qui, il camper è servito come servizio WC per disabili, avendo al suo interno un bagno attrezzato e un paranco per lo spostamento di persone tetraplegiche. Non resta che fare una piccola riflessione; l’associazione ha bisogno di più soci, e di poter dare nuove occasioni d’autonomia a chi ne ha o ne sente la necessità, senza perdere l’obbiettivo del servizio per cui è nata l’Associazione Gabbia-No Onlus, che ha da poco inaugurato il nuovo sito. L’indirizzo per accedervi è il seguente: www.gabbia-no.org e li si può trovare tutto quello che fa e propone l’associazione. Augusto Garau Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 8 Circolo del 72 associazione di cultura aeronautica www.quellidel72.it 16 GIUGNO 2013 ORGANIZZA UNA USCITA STORICO CULTURALE NEI LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA E DELLA GUERRA FREDDA Partenza da Bovolone (VR) con mezzi propri o per chi fosse più comodo, ritrovo all’uscita della A31 Piovene Rocchette (VI) Visita al Sacrario e alle trincee restaurate del Monte Cimone (mt.1000) Tonezza del Cimone Visita al cimitero Austro Ungarico Pranzo individuale al sacco o per chi lo preferisce presso uno dei tanti ristoranti di Tonezza Visita al museo della Guerra Fredda “Base Tuono” di Passo Coe (mt.1600) - ingresso € 5 con guida del Circolo Per informazioni e adesioni: [email protected] 349 0813111 - 347 5028040 è richiesto un numero di telefono cellulare e un indirizzo mail per gli aggiornamenti Tranquilli, protetti, sicuri. Progettiamo soluzioni per la sicurezza. Efficienza e qualità sono i nostri valori chiave da oltre vent’anni: garantiamo ad aziende e privati concrete soluzioni per la sicurezza con avanzati impianti di allarme realizzati per la salvaguardia di persone e beni. Perchè il nostro lavoro è proteggere la vostra tranquillità. ANTINTRUSIONE • ANTIFURTO • VIDEOSORVEGLIANZA • RIVELAZIONE CAT s.r.l. • Via Garibaldi, 5/6 • 37057 San Giovanni Lupatoto (Verona) INCENDIO • • Fax 045• 8750271 • E-mail:• [email protected] • www.catsistemisicurezza.it CATTel. S.r.l.045• 545663 Tel. 045 545663 Fax 045 8750271 E-mail [email protected] www.catsistemisicurezza.it periodico indipendente periodico indipendente Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 NEI NOSTRI TELEFONINI IL DRAMMA DI UNA GUERRA CIVILE IN CONGO Gli italiani sono tra i maggiori appassionati di telefonini al mondo, in Europa sicuramente i più grandi, dei veri maniaci che possiedono anche più di un cellulare procapite. Nonostante la crisi si fa la fila per l'uscita dell'ultimo smartphone, si rinuncia a beni essenziali pur di avere l'ultimo ritrovato della telefonia digitale. Questa tendenza si configura come mania consumistica di per sè già molto dannosa. Ma dietro l'utilizzo del telefonino si cela un dramma ancor più grave. Per funzionare a lungo senza costringerci a ricaricare spesso la batteria i nostri “cell phones” hanno bisogno di un raro minerale, la tantalite, che viene sfruttato per ottimizzare l'efficacia di minuscoli condensatori. La tantalite viene estratta da un mix di minerali noto come coltan (Columbite - Tantalite), una polvere nera di ossidi estratti dalla rossa terra della Repubblica Democratica del Congo, specialmente nella regione del Kivu, al confine con Ruanda e Uganda. In Congo è in corso una guerra civile che, a fasi alterne, si protrae dal 1997. Quattro milioni di morti. Una strage avvenuta con i tipici pretesti delle guerre africane: tribalismi e rivalità “politica” di fazioni in lotta per il “bene del Paese”. In realtà, come accade spesso, si tratta di guerre per la gestione, o meglio, lo sfruttamento delle risorse di una Nazione ricca di materie prime. Tra queste il coltan è, attualmente, il più ambito. Con l'esplosione del mercato hi-tech a livello globale un chilo di polvere nera è passato da 10 dollari a picchi di 600, subendo grandi oscillazioni legate all'instabilità dei mercati ma anche delle zone da cui proviene (oggi costa circa 100 dollari al chilo). Dal Congo esce circa l'80% della tantalite impiegata a livello globale. Va da sè che le fazioni che si sterminano a colpi di kalashnikov e machete (uccidendo migliaia di civili) siano in lotta per il possesso dei giacimenti. Inoltre quando il prezzo scende troppo i “signori della guerra” fermano l'estrazione aumentandone il costo. Il coltan esce dal Paese anche di contrabbando attraverso Uganda e Ruanda, parti non ufficialmente in guerra, per poi finire nei prodotti delle multinazionali dell'hi-tech. Nelle fangose cave di sabbia nere lavorano migliaia di schiavi pagati pochi centesimi al giorno. Oltre al dramma umanitario, la raccolta del coltan distrugge la preziosa foresta della Repubblica Democratica del Congo e provoca il massacro dei gorilla. Quest'ultimi vengono venduti come “bush meat” (carne di foresta) a soldati e schiavi che, a migliaia, si trovano nella regione del Kivu. I pacifici bestioni vengono ammazzati a colpi di mitra, macellati e mangiati. Il traffico illegale di coltan e altre materie prime (come legno e diamanti) è diventato un caso talmente grave da interessare l'Onu. Tale organismo internazionale ha definito l'attività dei Paesi sviluppati in Congo come un “saccheggio sistematico” delle risorse a discapito di popolazioni e ambiente, a favore dell'economia globale e dei signori della guerra locale. Il problema è tanto grave e globale che sarebbe auspicabile l'intervento deciso di taluni organi mondiali. Sicuramente rinunciare alla consolle o al cellulare non basterebbe a fermare lo scempio congolese ma almeno la prossima volta che starete per acquistare un telefonino vi fermerete a riflettere su quanto sopra riportato. Mariapia De Carli Se volete esprimere il vostro parere su questo o altri argomenti trattati in precedenza mandatemi una e-mail a: [email protected] 9 Gli "Amici del cotta" incontrano BONFANTE e MAURESING Nell’ambito delle iniziative culturali degli “Amici del Cotta”, nella biblioteca del Liceo di Stato “G.Cotta”, sono stati ospitati gli scrittori Paolo Maurensig e Mario Bonfante, disposti a confrontarsi sul tema “Mestiere di scrivere”. L’evento si è svolto il 23 marzo, in un clima di attenta partecipazione e seguito da un folto gruppo di studenti, docenti e cittadini interessati alla tematica. La conversazione, protrattasi per quasi due ore, è stata ricca di spunti interessanti svolti con perizia da Paolo Maurensig e da Mario Bonfante. Maurensig, autore insigne di opere come “La variante di Lünenburg” e “Canone inverso”, ha rivelato una straordinaria capacità di affabulazione, opportunamente stimolato da Mario Bonfante, cui si deve il bel libro “La discarica degli angeli”. Nodali le considerazioni rivolte alla differente vocazione di scrittore quale inventori di stile linguistico e di narratore, come inventore di storie di trame, giacché non sempre i due talenti coincidono. Li accomuna, comunque sempre, la fatica di “liberarsi” dalla possessione dei personaggi, finché questi ultimi possano iniziare a vivere di una vita propria, tante volte assai più longeva di quella dell’autore: l’unica immortalità minore che gli è concessa. Fabio Romano BIBLIO FILIA - ALLA SCOPERTA DEI LIBRI di Sergio Bissoli - Parte 26 GIAN BRUTO CASTELFRANCHI (Milano 1893 - Roma 1955) Fabbricante di materiale elettronico, apparecchi radio GBC, cineprese, fonoregistratori, eccetera. Nel tempo libero era anche scrittore. Dalla fiaba CANDELINA, stampata dalla Cromotipo (1945 e 1952): Inizio questo libro la notte del 17 aprile 1943, esattamente nella ricorrenza del mio 50° anno di vita. Mezzo secolo! Quanti anni!... Mi sembran molti, moltissimi. Eppure qualcuno osa ancora dirmi che son giovane. Non son mai riuscito a comprendere quando è che l'uomo inizia la sua vecchiaia. Qualche anno fa, chissà il perchè, si lanciò il grido che la vita comincia a 40 anni, ma non è vero. A parer mia la vita comincia all'atto del nostro concepimento; ossia ancor prima di vedere la luce. Ma se per inizio della vita si vuol intendere l'età in cui l'uomo crede di avere acquistato sufficiente esperienza, allora io dico che la vita comincia ventiquattro ore prima di morire. Comunque, nella loro lentezza, i miei anni son trascorsi rapidamente. La nostra vita è lunga e breve insieme. Nel tragico passaggio ognuno di noi lascia le proprie orme più o meno profonde, più o meno belle, quand'anche non I GRANDI SCRITTORI ITALIANI DIMENTICATI abbiano tutte il privilegio di essere ricordate o tramandate ai posteri. In questi 50 anni, che vanno dal 1893 al 1943, vissi in un'atmosfera di guerre, di grandi e meravigliose invenzioni, di fanatico dinamismo e di vergognose ed irreparabili distruzioni. Attualmente l'Italia nostra trovasi impegnata in una durissima e titanica lotta di cui la storia parlerà ancora fra mille anni, e per mille e più anni rimarranno indelebili i segni evidenti degli odii fra popoli e popoli, fra partito e partito, fra razze e religioni. Ma non dovrebbe essere questo il mio principale argomento, benchè l'atmosfera nazionale ed internazionale sia così pregna di intrighi e di enigmi, che distolgono facilmente da ogni altra volontà umana, sì che mi sarà dato facilmente lo scivolare o intrattenermi in dati o fatti storico- politici di questa angosciosa epoca che noi tutti attraversiamo. Il mio desiderio è di scrivere una fiaba mentre fiumi di sangue e di lacrime irrigano ignominiosamente la nostra travagliata e turbolenta Terra. Intendo scrivere una fiaba che differisca da tutte le fiabe e vagare con la fantasia per obliare il più possibile le madornalità e le mostruosità dell'epoca nostra e per lenire, infine, le sofferenze fisiche e morali assegnateci dal destino. Or dunque, utilizzando le ore insonni della notte, seduto sulla sponda sinistra del mio amaro e dolce letto, coi gomiti adagiati sopra un tavolino, traccio ad occhi aperti il mio sogno senza indagare che cosa sarà di esso, nè quante notti durerà: nè dove mi porterà la fantasia. Solamente mi propongo di riuscire interessante, elementarmente istruttivo e forse anche morale. Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 10 Un linguaggio che comunica perfettamente con il nostro io più profondo, scatenando emozione e riflessione… Sui mille volti della contemporaneità pittorica, Giovanna Andreassi apre il focus di un terzo occhio che principia dal ‘framing’ (il soggetto scelto), rinnovandolo in successivo fissaggio iperrealista per infine concluderlo in evocativo surrealismo… Giovanna, anima del mondo, appartiene solo a se stessa… Consapevole della vertigine fascinatoria delle capitali europee ne fissa con l’obbiettivo della mente e del cuore l’essenza vitale, aprendo a molteplici sfaccettature cromatiche… Il passaggio della Swinging London, viva voce dei nuovi trend, in affianco alla nostalgia degli omnibus a due piani e delle rosse cabine telefoniche; la Parigi dei p’tites cafés affacciati su piazzette e boulevards, o, ancora, la solarità mediterranea e la frenetica movida di Ibiza e Barcellona… Sono specchi concavi del riflettere notazioni emozionali, sfogliando via via le pagine di un carnet de voyage: pagine e pagine, il passato, quella scala infinita appesa solo apparentemente nel vuoto che forse toglie spazio al presente ma indica una traccia fremente per il futuro… Opere, anni di un’esistenza nel vento del ricordo… Il soffermarsi a comporne i frammenti, nella luce di una metafora… Colpisce GIOVANNA ANDREASSI e continua a sorprendere la forza creativa di questa donna minuta, ballerina e atleta, che traspone fragilità pensose ad artistica sensibilità. Mi ricorda la grande Yvonde Cumbers, la fotografa inglese dei primi ‘900, che seppe cogliere il passaggio dei tempi con una vena di incisivo, elegante anticonformismo… I suoi modelli femminili, talvolta trasfigurati in chiave mitologica (celebri, le 23 Dee…), altre volte plasmati sui modelli dell’arte antica e moderna, per giungere, negli anni ’20 e ’30, al Surrealismo di Man Ray. Si ritrova un’eco potente di questa traslitterazione iconografica anticonvenzionale nelle opere ‘backstage’ di Giovanna Andreassi, sequenza cinematografia vera e propria (sulla scia del “Chorus Line” di Attenborough - giocata sul polinomio perfezione, somma di sudore, lacrime, speranza, disillusione…). Il librarsi di stati d’animo con lo straordinario alleato, il colore. Denso, pirotecnico, scaturito secondo simbologie culturali a prima vista divergenti - tra umorismo velato, irrisione trattenuta e allusiva sessualità che, soprattutto oggi, appaiono il manifesto di un’epoca che tutto sembra permettere e, forse, nulla concede… Ma, calcando periodico indipendente le scene oltre Atlantico, Giovanna approda a New York, calandosi con vigile aspettativa in quell’universo melting pot soggetto a perenne mutamento. New York, bella e dannata, mai uguale a se stessa, ricca di scorci stupefacenti e di oscuri anfratti colmi di denuncia sociale che apre, nella produzione di Andreassi, all’ispirazione più fertile, Non quella trionfalistica con stelle e strisce ma un angolo di memoria vibrante che Giovanna sviluppa con sensibilità musicale, cogliendone le note estreme, e forse apparentemente ‘scomode’ che furono di Warhol, Basquiat e Keith Haring. Sono le tessere sul mosaico di una quotidianità lacerante, piccoli magneti esplosivi che si aggrappano con moto ascensionale lungo innumerevoli pareti di luce, nell’illusione ottica dello skyline… Un’artista che qui dovrebbe tornare per sempre, perché sa ignorare nel lampo della mente e del cuore la doppiezza malsana dei luoghi del trionfalismo Midtown stars&stripes, (“ Manhattan Transfer” di Dos Passos), per ritrovarsi libera in un volo di gabbiani sull’imbarcadero per Staten Island. That’s the End…Danza, Giovanna…La musica di Bernstein è nell’aria, porta il profumo delle onde e il sole illumina il truck giallo degli operatori ecologici (“Un giorno a New York” ma ancor più “Fronte del Porto”)… Caterina Berardi 66° Festival di Cannes (15/26 maggio 2013) - IL manifesto ufficiale Il Festival di Cannes ha scelto per la sua 66a edizione di visualizzare una coppia che incarna perfettamente lo spirito del festival per i miti e le coppie del cinema: Joanne Woodward e Paul Newman, foto scattata sul set del film “Il mio amore con Samantha” di Melville Shavelson (1963). Questa è un'opportunità per Cannes per onorare la memoria di Paul Newman, morto nel 2008, e rendere omaggio a Joanne Woodward, sua moglie e sua musa. Il Festival di Cannes li ha accolti nel 1958 - anno del loro matrimonio - selezionando “La lunga estate calda” di Martin Ritt, il primo film insieme. La loro storia continua ad essere associata con i film pre- sentati al festival e diretti da Paul Newman, che affida indimenticabile ruoli a Joanne Woodward in “Gli effetti dei raggi gamma sui fiori di Matilda” (in concorso - 1973) e “Lo zoo di vetro” (in concorso - 1987). Il servizio fotografico è stato isolato e poi realizzato dall’agenzia Bronx , che ha costruito una scenografia cinetica, giocando l'impressione del movimento e della profondità per rendere l'effetto cinematografico. Un preludio al Festival graficamente vertiginoso ma di grande richiamo a vivere il cinema come un desiderio senza fine. Roberto Tirapelle Ristorante - Pizzeria iacere di servirvi L'alternativa al solito... Sabato sera Sabato 20 aprile SERATA WESTERN Sabato 27 aprile GRAN BUFFET con piatti tipici italiani e brasiliani Le serate saranno allietate dal Duo Paolo e Mery Mercoledì 1 maggio FESTA DEL LAVORO Pranzo a mezzogiorno con gran buffet Si pranza, si gioca e si balla con Paolo e Mery Costo del pranzo euro 20,00 Via Rovigo, 50 - Vigo di Legnago - Tel. 0442 601299 - www.zonaroristorante.it periodico indipendente Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 11 PIETRO BEMBO E L'INVENZIONE DEL RINASCIMENTO Letterato, mecenate e creatore della lingua italiana attuale, Pietro Bembo fu inventore, con Aldo Manuzio, dei libri di tascabili piccolo formato che, lontani dagli ingombranti tomi universitari, diventarono dei veri oggetti di "design" ambitissimi dai giovani alla moda dell’epoca. Dopo 500 anni saranno riuniti per la prima volta le opere meravigliose degli artisti amici del cardinale veneziano che trovarono prima collocazione nella dimora di Padova, quel Palazzo Camerini di via Altinate, creando così il primo "museum" Rinascimentale. Varchi la definì "Un sacro tempio consacrato a Minerva", dea della Sapienza. L’Aretino, ammirate le collezioni, esclamò: "Sembra proprio che Roma si sia trasferita in Padova". Attualmente sede del Museo della Terza Armata, fu identificata nel 1924 dallo studioso padovano Oliviero Ronchi. La dimora scelta da Bembo divenne scrigno prezioso delle collezioni d’arte e della biblioteca, i giardini fondali per statue, ma anche luoghi per piante rare e preziose, persino per un orto botanico in anticipo su quello di cui si doterà l’Università di Padova dal 1546. Il percorso visivo della mostra inizia nella Venezia tardo Quattrocen- tesca, con le opere di Bellini, Giorgione e Aldo Manuzio. Poi si sposta a Ferrara, dove Bembo amò Lucrezia Borgia; nella Mantova di Isabella D’Este - dove Bembo scoprì il genio di Mantegna; ad Urbino, patria artistica del giovane Raffaello, Perugino, Gian Cristoforo Romano. Una carrellata affascinante che approda a Roma, la Roma dei Papi, dominata dal maturo Raffaello, con Valerio Belli e Giulio Romano. Per infine giungere a Padova, la città dove Bembo scelse di vivere conservando i propri tesori nella casa di via Altinate. Ma il viaggio iconografico si chiude nella Roma di Paolo III Farnese, con Bembo ritratto da Tiziano in veste cardinalizia, accanto ad opere stupende di Michelangelo e Sebastiano del Piombo, mentre i legami con il Veneto sono evocati attraverso le opere di Sansovino, Giulio Clovio, Bartolomeo Ammannati, Danese Cataneo. In esposizione, un monumentale dipinto di Mantegna, un disegno di Michelangelo, due tavole di Hans Memling, quattro dipinti di Giorgione, tre di Tiziano, due di Raffaello, Giovanni Bellini e Giulio Romano, oltre a capolavori del Perugino, Francesco Francia, Lorenzo Costa, Sebastiano del Piombo, provenienti dai più importanti musei europei e degli Stati Uniti e molti dei quali esposti per la prima volta in Italia. Una mostra che fa rivivere un mondo. Tanti dipinti, ma anche sculture raffinatissime in marmo e terracotta, un maestoso arazzo dalla Cappella Sistina, strumenti musicali unici, squisiti manoscritti minati, libri a stampa fra i più preziosi del mondo, gemme incise, sculture romane in marmo e in bronzo come l’Antinoo Farnese o l’Idolino di Pesaro, capolavori dall’antico Egitto come l’arcana Mensa Isiaca. Alla fine del viaggio sembrerà di avere assistito, accanto a Bembo, alla nascita del Rinascimento. Un’arte che ancora oggi è celebrata nel mondo ed anche una certa un'idea di Italia, che ora più che mai dobbiamo conoscere e difendere. Federica Tirapelle Padova, Palazzo del Monte di Pietà. Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento. Fino al 19 Maggio 2013. www.mostrabembo.it SWANS - THE SEER Torna la leggendaria band americana che con le sue atmosfere apocalittiche e dissonanti fu tra i nomi di punta della scena no-wave di New York e precursore dell’industrial music assieme ai Throbbing Gristle ed Einsturzende Neubauten. Un doppio disco (il dodicesimo della carriera e il secondo dalla loro reunion avvenuta tre anni fa) in cui la band guidata dal principe delle tenebre Micheal Gira (unico membro fisso assieme al chitarrista Norman Westberg) si avvale di collaborazioni eccellenti del panorama “alternative” d’oltreoceano come i Low, gli Akron/ Family e i Mercury Rev. L’apertura del primo disco è affidata a Lunacy, con i primi 4 minuti che rimandano ai fasti lugubri di Greed, con la voce inquietante di Gira contrapposta a quelle più “pulite” dei Low; dopodiché il brano si perde in una strana piattezza. Ma è nei 32 minuti della title track The Seer, dove la band mostra tutta la sua classe: apertura di bordoni sonori e straordinario susseguirsi di crescendi ed improvvisazioni, a metà strada tra gli Ash Ra Tempel, i Faust di Ravvivando e i Bardo Pond, e poi 93 Ave. B Blues, strumentale con 5 minuti di esplosioni soniche, è quasi un omaggio a chi ha nostalgia dei vecchi oscuri tempi. Ancora migliore è il secondo disco, nonostante un brano d’apertura di solo piano che lascia a desiderare (Song for a warrior) nonostante la presenza di Karen O, la cantante degli Yeah Yeah Yeahs. Avatar è una superba danza tribale in crescita che culmina poi alla fine con una straordinaria cavalcata di batteria e chitarra verso gli ultimi due minuti, A Piece of Sky è una prova di sopravvivenza lunga 19 minuti, in cui l’ascoltatore-esploratore si trova per 9 minuti intrappolato in una grotta di echi finchè al minuto 9:37 non intravede la luce e riemerge in una sinfonia floydiana dove appaiono come guida assieme a Gira anche gli Akron/Family. La chiusura è The Apostate, brano lungo anche questo (23 minuti), sulla falsa riga della title track che finisce con una martellata di tamburi che sembrano pietre che cadono dal cielo. Un doppio disco di gran classe per una grande band che il 23 marzo si è esibita a Verona all’Interzona. Carlo Polo CRISI ECONOMICA: UN'OPPORTUNITà? Ho letto volentieri, in questo periodo di pessimismo, alcune citazioni di personaggi celebri: Le crisi e le avversità, spesso diventano occasione di crescita interiore. Isabel Allende, su L'espresso, 2002. I momenti di crisi raddoppiano la vitalità negli uomini. O forse, più in soldoni: gli uomini cominciano a vivere appieno solo quando si trovano con le spalle al muro. Paul Auster, Il libro delle illusioni, 2002. Qualsiasi idiota può superare una crisi; è il quotidiano che ti logora. Anton Cechov, Quaderni, 1891-1904. La parola crisi, scritta in cinese, è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l'altro rappresenta l'opportunità. John Fitzgerald Kennedy, Discorso a Indianapolis, 1959. Nella vita le cose capitano a casaccio, e così devono capitare in un romanzo; esse non conducono ad alcuna crisi risolutiva - che è un oltraggio alla legge delle probabilità - continuano ad accadere e basta. William Somerset Maugham, Ashenden, 1928. Tutte citazioni straniere, purtroppo. Ma anche noi, perbacco, stiamo tirando fuori la nostra italianità, la nostra forza, i nostri valori, che nell’opulenza si stavano un po’ soffocando. Tutto passa a questo mondo; l’importante è non smarrire il senso dei valori più importanti, e se - per recuperarli - si deve passare attraverso un periodo di maggiore morigeratezza e difficoltà, diciamocelo: ben venga. Avv. Emanuela Bellini - ADUSBEF- Verona La “Lessinia” in Bra, al “Listón 12” “Lessinia”: territorio incantevole, per lo più veronese, poco conosciuto a Verona e sconosciuto, di massima, al di fuori della nostra provincia. Si aggiunga, poi, il fatto che se il termine “Lessinia” significa “terra per il pascolo”, tale grande area s’identifica, per molti, solo in monti, imponenti ed attraenti, del resto, in legname e, d’inverno, in piste da sci. Ma questo, invece, non è tutto. “Lessinia” significa, infatti, anche altri importanti aspetti – grande risorsa per il Veronese – che meritano maggiore valorizzazione e migliore conoscenza. Si tratta di diversi prodotti agroalimentari di qualità, che, attraverso il lavoro dell’uomo, Lessinia offre. Prodotti caratteristici del luogo, tradizionali, dai sapori particolari – creati in base a ricette antiche e, quindi, preziose – che portano in se, il profumo dell’ambiente naturale, nel quale essi hanno origine. A mettere nella dovuta luce la produzione ed il paesaggio di Lessinia, a farli conoscere da vicino, è stato, la sera del 22 marzo 2013, il Bar-Ristorande “Listón 12” di Claudio Cedro, attivo in “Bra” da oltre vent’anni, con la lectio magistralis dell’esperto in assaggi e degustazioni, Giovanni Bonvicini. Un’iniziativa sentita e necessaria, per fare apprezzare quanto di meglio i nostri monti sanno dare in fatto di formaggi, di salumi, di olio d’oliva, di miele d’acacia, di marmellate e di ottimi vini, dal “Durello spumante” al “Valpolicella”, nelle varietà “classico”, “superiore” e – come poteva mancare? – “ripasso”, nonché il “Bardolino rosato”. Hanno ottimamente figurato, per accompagnare particolari formaggi, anche il “Custoza fermo” ed il “Lambrusco frizzante secco”, mentre ha chiuso festosamente la serata il dolce ed ambrato “Reciòto Soave”. Molte le verdure e, fra queste, il Radicchio rosso di Verona, il prodotto di nicchia dalle eburnee venature e dalla delicata crocantezza, proposto da Luca Lora, Roveredo di Guà, e da Campofino Group srl, Sommacampagna. Un vegetale, che, ottimamente preparato, ha destato l’attenzione di molti. Una manifestazione, quella voluta da “Listón 12“, da definirsi “Lessinia in festa”, “Lessinia viva, in mostra”, “Lessinia, che si presenta in tutte le sue caratteristiche”, come evento da ripetersi, per un territorio, che diventi meta, per la conoscenza di “saperi e sapori” da scoprire e da gustare, territorio, impreziosito anche dal verde di estesi prati e di folti boschi e dall’azzurro del suo limpido cielo. Pierantonio Braggio Il mistero aleggia sul Castello Bevilacqua Anno XXXI - n. 9 - Settembre 2009 Il Castello Bevilacqua accoglie la bella stagione con l’imperdibile appuntamento con il mistero. Per chi ama l’intrigo e la suspense da non perdere è la serata di Venerdì 24 Maggio, alle ore 20.30, con la “Cena con Delitto”- Ultimo Atto (prezzo a persona € 49,00 bevande incluse, su prenotazione). Una straordinaria occasione per diventare detective per una notte, mettendo alla prova il proprio intuito e le proprie capacità investigative per riuscire a smascherare il colpevole. La serata sarà ambientata nell’affascinante e suggestivo castello, dove sarete deliziati da una cena che, sicuramente, conquisterà i palati più sopraffini. Venerdì 24 maggio 2013 ore 20.30 Antipasto Magatello di vitello al punto rosa con salsa monferrina e olio aromatizzato al tartufo nero Primo piatto Risotto all’amatriciana con guanciale mantecato con pecorino romano Secondo piatto Quaglietta farcita con vitello e nocciole agiato su zoccolo di patate affumicate glassato al porto con i porri fritti Dessert Panna cotta after eight Caffè Acqua gassata e naturale Vino in bottiglia Costo a persona € 49,00 Compresi acqua e vino (su prenotazione) MAGGIO D'AUTORE Per tutto il mese di maggio l’Associazione Culturale Aletheia, con il patrocinio del comune di Bevilacqua e la collaborazione di Simem Minerbe organizzerà presso il Castello Bevilacqua “Maggio d’Autore”: una serie di imperdibili incontri con la letteratura, dove si alterneranno, nei giovedì del mese, quattro grandi scrittori italiani. Giovedì 2 Maggio sarà ospite Gianni Fantoni, imitatore del “Maurizio Costanzo Show”, che in seguito si è cimentato nei vari ruoli di conduttore radiofonico e attore per arrivare a rivestire i panni dello scrittore. Nel corso della serata ci introdurrà con la sua ironia e comicità uno dei suoi lavori letterari “ La casa dalle finestre che spifferano”, romanzo divertente incentrato sul ruolo fondamentale che il focolare domestico ha per molti italiani. Giovedì 16 Maggio invece sarà presente Mattia Signorini, vincitore del Premio Tropea 2010 con il romanzo “La sinfonia del tempo breve”. In questa occasione presenterà il suo ultimo romanzo “Ora”, dove si presentano due generazioni a confronto non prive però di problemi comuni. Il giovedì seguente sarà la volta del veneziano Andrea Molesini, premio Campiello 2011 con “Non tutti i bastardi sono di Vienna”. Presenterà il romanzo, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, “La primavera del lupo”. L’ultimo giovedì del mese si finisce in grande stile con Paolo di Paolo e il suo romanzo “Mandami tanta vita”. Scrittore romano molto giovane (classe 1983), ma molto apprezzato in tutta Italia, tanto da ricevere il Premio Mondello e il Premio Vittorini. Durante la serata del 30 maggio esporrà i suoi acquerelli Greta Bordoni. Tutti gli incontri inizieranno alle ore 21 e saranno a ingresso libero fino a esaurimento posti. Il Relais Castello Bevilacqua è la vostra nuova destinazione nel cuore della storia. Regalatevi un soggiorno in una delle 7 splendide junior suite, e scoprite i nostri pacchetti Classic, Romance, Wellness e Gourmet. Il ristorante “All’Antica Ala” vi aspetta tutti i giorni dal lunedì sera alla domenica, per un viaggio nel gusto attraverso i sapori e le tipicità della tradizione locale, in un’ottica di valorizzazione dei prodotti del territorio. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0442 93655 – [email protected] – www.castellobevilacqua.com periodico indipendente Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 13 IL PROGETTO LETTURE ANIMATE IN BIBLIOTECA A VILLA BARTOLOMEA Si è tenuto da gennaio a marzo per gli studenti dell’Istituto comprensivo presso la biblioteca comunale di Villa Bartolomea, un progetto legato a delle letture animate. L’iniziativa rientrava nel programma volto a promuovere la biblioteca come centro di aggregazione, luogo aperto alla crescita culturale del territorio e al libero incontro fra bambini, genitori, nonni, animatori e associazioni. “E’ vero - spiegano gli organizzatori - l’idea è stata proprio quella di promuovere, consolidare, potenziare e sviluppare l'amore per la lettura conducendo i partecipanti in un percorso alla scoperta della lettura come attività piacevole di intrattenimento, con riscontri sul piano affettivo, educativo e sociale. Per questo è stato elaborato un percorso per promuovere un atteggiamento positivo nei confronti della lettura, per favorire l'avvicinamento affettivo ed emozionale del bambino al libro, fornire al bambino le competenze necessarie per realizzare un rapporto cre-attivo (creativo e attivo) e costruttivo con il libro, educare all'ascolto e alla comunicazione con gli altri, imparare a relazionarsi con gli altri rispettando le regole stabilite ed arric- chire il lessico”. L’iniziativa ha coinvolto i bambini di 5 anni delle scuole dell’Infanzia di Villa Bartolomea e Spinimbecco, e le classi prime delle scuole primarie di Villa Bartolomea e Carpi per le quali è stato scelto il brano “Il viaggio di Lucia” tratto dal libro “Il corpo canterino” di David Conati e la lettura si è svolta presso le singole classi. Per gli alunni dalla seconda alla quinta delle scuole primarie di Carpi e Villa Bartolomea e le prime della scuola secondaria di primo grado di Villa Bartolomea, le letture sono state invece effettuate presso la biblioteca con i seguenti brani: per le classi seconde la favola “Il leone e il topo”, per le classi terze e quarte la fiaba classica “Hansel e Gretel”, per le classi quinte il capitolo “Il racconto del viaggio” tratto dal libro O.D.I.S.S.E.A. di David Conati. Invece per le prime della scuola secondaria, capitolo “La strage” tratto da “Odissea” di Omero . Le attività sono state svolte dai lettori Daniele Bolan e Laura Zanetti dell’Associazione di promozione sociale Kormetea Artis, un’associazione di Villa Bartolomea che si propone di diffondere la cultura teatrale, letteraria, ludica ed artistica nel territorio proponendo attività presso luoghi di incontro abituali già esistenti di varia natura promuovendo varie iniziative coinvolgendo le scuole di qualsiasi grado e gli enti, i comuni, le biblioteche, le associazioni locali, le pro-loco ed i circoli. “L’iniziativa ha incontrato un grande successo per i giovani partecipanti - è stato il commento finale degli organizzatori - un’esperienza senz’altro da ripetere anche in futuro per avvicinare i giovani alla lettura”. Francesco Occhi CONCLUSA LA SECONDA EDIZIONE DEL CONCORSO SULLA PACE PER LE CLASSI DELLE SCUOLE DI CASTAGNARO E MENà Si è tenuta sabato 6 aprile nella sala civica di via Stazione con inizio alle ore 10,30, la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Concorso sulla pace a cui hanno partecipato ben 140 alunni. Un’edizione molto partecipata alla quale hanno risposto ben 9 classi: (terze, quarte e quinte della primaria di Castagnaro e Menà e prime e seconda B della secondaria di Castagnaro) che aveva come slogan "Facciamo pace". Gli elaborati prodotti erano composti da disegni a cartelloni, da manufatti a video, da testi scritti ad opere artistiche, per un totale di 19 produzioni. Alla cerimonia era presente anche il Consiglio comunale dei ragazzi di Castagnaro con degli ospiti d’eccezione: gli alunni del Consiglio comunale dei ragazzi di Medolla. Presidente della giuria era il professor Dante Clementi, docente del Liceo Cotta, poeta e scrittore e presidente di varie commissioni di concorsi poetici. L’evento si è tenuto con il coordinamento dell'amministrazione comunale di Castagnaro presente alla cerimonia con il sindaco Andrea Trivellato e con la dirigente scolastica Patrizia Girardi che ha avuto parole di elogio sia verso gli studenti, sia verso l’iniziativa grazie al messaggio da essa trasmesso. Erano presenti pure gli altri rappresentanti della commissione giudicatrice. Al termine della cerimonia è stato consegnato un attestato-premio alle classi/ scuole vincitrici (1°.2° e 3° classificate, come da "Regolamento"). “La cosa bella è stata la presenza del consiglio comunale dei ragazzi di Medolla che abbiamo voluto invitare - spiega la maestra Ginea De Grandis - sono i ragazzi e gli insegnanti che abbiamo incontrato e con cui abbiamo attivato una specie di gemellaggio in occasione della consegna di 1.500 euro avvenuta il 13 dicembre scorso proprio nella scuola secondaria di Medolla, una delle zone colpite dal recente terremoto in Emilia e in Lombardia. La raccolta era stata promossa dai 2 CCR del nostro Istituto e realizzata dopo i tragici eventi del maggio scorso”. Le classi a cui era rivolto il concorso sono le terze, quarte e quinte delle scuole primarie del comune (come indicato nel regolamento) e quelle della secondaria. Hanno aderito tutte le classi delle primarie e le classi prime e la seconda B della secondaria. “I ragazzi che hanno aderito a questa seconda edizione si sono dimostrati molto interessati e propositivi –precisa la coordinatrice del progetto, l’insegnante De Grandis- e allo stesso modo la Giuria ha evidenziato sensibilità e attenzione da parte dei giovani allievi partecipanti”. A questa seconda edizione sono risultati vincitori: prima classificata la classe quinta primaria di Castagnaro, con una presentazione in power point di foto e testi sulla pace; seconda classificata la 1B secondaria di Castagnaro, con un opera in cartapesta raffigurante due colombe portatrici di pace; terza classificata la classe quinta primaria di Menà con un’altra presentazione in power point di immagini e frasi sulla pace. Tutti i lavori prodotti sono stati allestiti nello spazio sottostante la sala civica ed erano visibili a partire dal pomeriggio del 4 aprile mentre, dopo la cerimonia, gli elaborati sono stati trasferiti nella parrocchiale di Castagnaro per essere presentati a tutta la comunità e per poi essere trasferiti a Menà. Francesco Occhi AMBULATORIO PEDIATRICO DI VILLABARTOLOMEA In un momento di sempre più diffusi tagli e ridimensionamenti, arrivano buone notizie sul fronte della sanità nel Basso Veronese: l’Ulss 21 ha deciso di ampliare i propri servizi a favore della cittadinanza, istituendo a Villa Bartolomea un nuovo ambulatorio per la pediatria di famiglia. L’incarico è stato affidato alla dott.ssa Barbara Boseggia, medico chirurgo specializzatosi in pediatria nel 2007 presso l’Università degli Studi di Verona, già da diversi anni assegnataria di numerosi incarichi provvisori all'interno del territorio scaligero. Il nuovo servizio, attivo dallo scorso settembre, garantisce una copertura di cinque giorni la settimana (dal lunedì al venerdì) previo appuntamento e offre ai genitori dei bambini residenti nei Comuni del Legnaghese (Minerbe, Legnago, Roverchiara, Bonavigo, Angiari, Villa Bartolomea, Terrazzo, Bevilacqua e Castagnaro) la possibilità di usufruire di una struttura sanitaria con prestazioni ambulatoriali affidate ad una figura professionale specializzata. L'apertura del nuovo ambulatorio si pone in linea con una delle caratteristiche distintive della pediatria di famiglia, vale a dire assicurare la capillarità del servizio sul territorio e va incontro alla necessità di offrire una reale fruizione delle prestazioni mediche da parte dei genitori dei piccoli pazienti. “A differenza di quanto accade nella maggior parte degli altri Paesi” come sottolinea la dott.ssa Boseggia “in Italia la pediatria di famiglia non è affidata ad un medico generico ma ad uno specialista e questo rivela l'importanza e l'attenzione che vengono poste in essere nella cura dei bambini dagli 0 ai 14 anni. È fondamentale, tuttavia, diffondere anche in tale ambito medico la cultura della prevenzione, affinché i genitori si rivolgano al pediatra di famiglia non solo nella fase acuta e per la cura della malattia, ma soprattutto per tenere sotto controllo l'andamento dello sviluppo del bambino durante le varie fasi della sua crescita. Questo è necessario per prevenire molte patologie croniche che, al giorno d'oggi, si registrano con crescente frequenza negli adulti”. Sara Tabacchiera Nella foto: la dottoressa Barbara Boseggia Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 14 MARTE Eccoci giunti alla quinta puntata della nuova rubrica di AstroMitologia del Basso Adige. Dopo aver parlato del dio Mercurio e della dea Venere, oggi parleremo del dio Marte. Marte (in latino Mars) è il dio della guerra intesa nei suoi aspetti più violenti, come la lotta e lo spargimento di sangue, ma nella religione romana più antica era anche il dio della fertilità, della natura, della pioggia e delle tempeste. Anche la dea Minerva è la divinità della guerra, ma di quella strategica ovvero dove si usa l’astuzia applicata alle battaglie per vincere. I simboli di Marte erano il cane, il cavallo, il lupo, il toro, l’avvoltoio, il barbagianni, il picchio, il gufo reale ed il dio è spesso raffigurato con indosso l’elmo, lo scudo e la lancia o la spada. Secondo la mitologia greco/romana Marte era figlio di Giove e Giunone, il re e la regina degli dei. Nel mito Giunone, invidiosa del fatto che Giove avesse concepito da solo Minerva, riuscì a generare da sola Marte toccando solo un biancospino, indicato dalla dea della primavera Flora. Per i greci il luogo della nascita e la vera residenza di Marte si trovavano in Tracia, ai limiti estremi della Grecia. Fratello di Marte era Vulcano (il dio del fuoco e della metallurgia), le sue sorelle erano Ebe (dea della gioventù) ed Ilizia (dea del parto) e, secondo alcuni poeti classici, anche la dea del caos Eris. Inoltre erano suoi fratelli tutti gli altri dei figli di Giove tra cui Febo, Minerva, Mercurio e Diana. In Grecia l’equivalente di Marte era Ares. Il culto di Ares non era molto diffuso nell’antica Grecia, tranne che a Sparta, la famosa bellicosa polis greca dove era custodita una statua del dio della guerra incatenato, ad indicare che lo spirito della guerra non avrebbero mai potuto lasciare la città. Il culto di Marte a Roma invece era molto più diffuso perché era considerato il padre del popolo romano e di tutti gli italici in generale. Infatti secondo il mito era il padre di Romolo e Remo, i fondatori di Roma, avuti con la sacerdotessa Rea Silvia. A Roma in onore del dio della guerra vi era un tempio, una fontana consacrata e il Campo Marzio. Marte veniva venerato soprattutto durante marzo, mese primaverile che porta il suo nome, periodo nel quale si tenevano le principali celebrazioni e periodo in cui iniziavano le guerre. A Marte si offrivano come vittime sacrificali vari tipi di animali tra cui principalmente tori, maiali e pecore. Oltre che il mese marzo, dal suo nome derivano anche il giorno martedì e i nomi Marco, Marcello e Martino. Inoltre il pianeta Marte porta il nome del dio della guerra per il colore rosso, rosso come periodico indipendente il sangue che si spargeva durante le guerre. Nella sua discesa in battaglia spesso viene accompagnato da Deimos e Fobos, figli che ha avuto con la dea dell’amore Venere (personificazioni degli spiriti del terrore e della paura), Enio (personificazione degli spargimenti di sangue), Bai (personificazione della violenza ) e Cratos (personificazione della forza bruta). Anche se Marte è il dio della guerra, raramente risultava vincitore; per esempio nell’Iliade viene sconfitto più volte durante la guerra di Troia dall’astuzia della dea Minerva, sua rivale, e ferito si ritira vergognosamente sull’Olimpo. Altre vicende mitologiche dove il dio è presente è la fondazione di Tebe in Beozia e i suoi continui tradimenti con la dea Venere, sposa di Vulcano. Per quest’ultima vicenda mitologica, una delle poche di Marte, entrano in gioco altri dei: un giorno il dio del sole Elio pizzicò i due amanti in intimità e andò subito a riferire a Vulcano che la moglie lo tradiva con suo fratello Marte. Perciò Vulcano, il fabbro degli dei, fabbricò una rete dorata e intrappolò i due amanti durante un loro incontro compromettente. Poi Vulcano, non ancora contento, chiamò gli altri dei per mostrare a tutti il tradimento. Le dee per umiltà si rifiutarono di andare, ma gli dei si recarono senza indugio. Qui gli amanti vennero sbeffeggiati e Marte, una volta liberato, imbarazzato e pieno di vergogna se ne tornò nella sua terra natia, la Tracia. Nel prossimo numero della rubrica parleremo del re degli dei, Giove. Arrivederci al prossimo mitologico numero!! Gianluigi Viviani Una grande azienda italiana, una grande produzione di oli vegetali www.topagri.it ITALIA ITALIA ROMANIA MAROCCO periodico indipendente Anno XXXV - n. 4 - Aprile 2013 15 ...entra e scoprici! Specialtà mare e grigliate Specialtàpesce pesce didi mare e grigliate di carne di c Dalla terra alla tavola qui si possono gustare i radicchi freschi della cooperativa Agricola Geofur www.froggraphic.it All’interno di un antico edificio del 1400, il ristorante “La Colombara” accoglie i suoi ospiti in un ambiente caldo e confortevole in cui propone squisiti piatti tipici veneti accompagnati da ottimi vini selezionati. Piatti semplici realizzati con prodotti locali, come il radicchio IGP di Verona, uno dei gioielli della terra veneta. La sala banchetti e l’ampio giardino insieme al porticato esterno costituiscono una suggestiva location ideale per banchetti di nozze, aperitivi e balli d’estate. 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