novembre
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La persona giusta gode della libertà dei figli di Dio e la sua vita ne parla. Il cuore del vero giusto gode la vera libertà dei figli di Dio. Lo vidi sempre amante e fisso nel suo tesoro che ama, in qualunque evento o duro o piacevole che sia. La sua mente è rivolta al suo Tutto e, amando in tale doveroso modo, vidi come occupi ogni sua forza in servizio del suo Signore e del suo prossimo per sua gloria ed onore. D3083 Preghiera di intercessione A Dio che guida nel cammino di liberazione eleviamo la nostra preghiera: Rit. Sei libertà, sei mia liberazione. (2) In preghiera… al Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe Con Mosè… Ti ringraziamo, Padre, perché ci liberi dalle nostre paure, dal senso di insufficienza e inadeguatezza, e ci aiuti ad entrare nei fallimenti della nostra vita per farci approdare alla terra della fiducia in te. Sostieni la fede di chi vacilla. Rit. Sei libertà, sei mia liberazione. (2) Ti chiediamo Gesù di insegnare ai giovani a cogliere gli scogli dei fallimenti dove si sono arenati per rimettersi a navigare in libertà nella vita rispondendo, come gli apostoli, alla tua chiamata. Rit. Sei libertà, sei mia liberazione. (2) Ti affidiamo, o Spirito Santo, il desiderio di vivere fino in fondo la nostra vita con la Trinità. Guidaci nell’esodo dalla nostra schiavitù, rafforzaci nelle fatiche del cammino e alimentaci con il pane della vita. Padre nostro P. Preghiamo con le parole di Madre Elisabetta Onnipotente, guardaci e donaci la libertà perché possiamo volare a te! A te doniamo vita, cuore, libertà, quella libertà dell'amore che è l'essere schiavo, che è poverissimo, faticoso, infermo e gode in ciò gran signoria e gran bene. Oh, cara libertà di spirito, impossessati d'ogni cuore! chiamate alla LIBERTÀ Canone finale: Il Signor è la mia forza, e io spero in lui. Il Signor è il Salvator, in lui confido, non ho timor (2v). Adorazione vocazionale – novembre 2013 Introduzione La vocazione cristiana è una chiamata alla libertà, come ci ricorda l’Apostolo: “Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà” (Gal 5,13); essa si snoda lungo un cammino di discepolato che si realizza nel rimanere fedeli alla parola di Gesù e porta a sperimentare la verità che ci fa liberi (cf Gv 8,31-32). Con la vocazione religiosa abbiamo accolto lo sguardo di predilezione di “quel Dio, che per sue spose, ci elesse tra mille che lasciò nell’Egitto del secolo” (Istr. 45,1), e ci spinge a lasciarci amare e ad amare liberandoci dall’egoismo, dall’ “uomo vecchio” schiavo del peccato. Con questo desiderio di autentica libertà, sostiamo alla presenza di Gesù nell’Eucaristia facendoci, come Mosè, intermediarie per i giovani prigionieri di ‘valori avariati’, di false illusioni, di dipendenze che umiliano e schiavizzano, perché scoprano la libertà dei figli di Dio. Canto di esposizione: PANE VIVO (Costa-Akepsimas) PANE VIVO SPEZZATO PER NOI, A TE GLORIA, GESÙ. PANE NUOVO VIVENTE PER NOI, TU CI SALVI DA MORTE. Hai condiviso il pane che rinnova l'uomo a quelli che hanno fame tu prometti il Regno. Per chi ha vera sete cambi l'acqua in vino. Per chi si è fatto schiavo spezzi le catene. 2 Non vedi che la tua condotta ti porta a dannazione? Vuoi salvarti? Va' ai Cappuccini. Questo era un orfanotrofio di mendiche abbandonate che io non conoscevo. A tal voce, che fu per me come un fulmine, la mia natura si scosse in tal modo che subito mi fu chiesto cosa mi sentissi. Dopo essermi ripresa notevolmente da tale onnipotente voce, dissi: Signore, se siete voi che volete questo, datemi la forza per obbedirvi. In un istante più non conobbi me stessa, mi si cambiò in disgusto il mondo, lasciai lo sposo a cui ero promessa e immediatamente sospirai l'ignoto chiostro. Rit. Sei il mio Pastore, nulla mi mancherà. (2v) 3 Chiamata alla libertà personale… Voglio assolutamente darmi all'acquisto della vera libertà dello spirito col distacco da tutto e rinunziando a me stessa, cancellando ogni mio gusto e mortificando i miei sensi esterni ed ogni senso della mente e del cuore, con un continuo esame sopra le mie azioni, per non impedire in me le operazioni del Signore. Signore, glorificatevi in me in modo che ognuno vi conosca, vi benedica ed a voi si doni, e poi distruggetemi ancora che sono contenta. D1537 Rit. Sei il mio Pastore, nulla mi mancherà. (2v) … per essere segno di liberazione per le figlie. Trovandosi oggi l'anima mia in vero deserto, in una notte oscurissima, con un vuoto d'ogni spiritual bene, di noie e fastidi d'ogni creata cosa, di peso e tristezze finissime, con un bisogno sommo del solo Dio a me nascostissimo, ebbi in stato tale questa istruzione: Questo è il vero desolamento dell'anima amante di Dio. Compresi subito perché mi fu data tale istruzione, (anche se non amante del Signore in questi gradi), e conosca nella direzione delle figlie i veri dai falsi e nocivi desolamenti che le devote decantano per trovare conforti. D2605 7 1 Chi sono io? L’amore permette di scoprire chi siamo. La conoscenza di sé rafforza la conoscenza di Dio e l’amore per lui. La contemplazione di questo amore attrae l’anima come una calamita e fa sì che il Creatore e la creatura vivano una forte reciprocità. Considerando quei detti di San Francesco: Chi sei tu e chi sono io? dopo aver visto in qualche modo questo grand'Essere, e guardando chi io sia, e ripetendo: Chi sono io? intesi: Parto dell'Amore. Qui mi interrogai: come potrebbe una madre non amare il suo parto? E qui sento (e ciò sento da qualche tempo) per il mio Creatore un trasporto vivissimo, l’impossibilità di non amarlo e di stringermi a lui; questo è una qualità di affetto marcato, perché nuovo. Il nome di Creatore mio, di Padre mio e, perché traviata, di Redentore ancora,… questi titoli sono catene per il mio cuore. Io dunque vengo da Dio!... Questa riflessione, accompagnata da vivi lumi, è per me una dolcissima calamita. D706 2 “Eccomi!” Elisabetta entra in una fase interlocutoria con il Signore e chiarita l’origine della chiamata straordinaria, avvia il suo cammino di conversione, molto simile a quello di Francesco d’Assisi. Nella risposta immediata cogliamo il carattere determinato di Elisabetta. Il 17 settembre1817, mentre mi trovavo con delle signore ed ero tutta intenta ad ascoltare il discorso su una nuova moda di acconciatura di capo, una voce, udita solo dall'anima, mi disse: 6 Salmo 146 (145) Questo inno di lode invita a celebrare Dio creatore, liberatore, re onnipotente e fedele: operando nella storia a favore dei piccoli e dei poveri, di chi è oppresso e ai margini, rivela i tratti del suo volto misericordioso e conduce a libertà. Contemplando quanto ha fatto per noi, continuiamo a riporre in Lui la nostra speranza. S. Loda il Signore, anima mia: loderò il Signore finché ho vita, canterò inni al mio Dio finché esisto. Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare. Esala lo spirito e ritorna alla terra: in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni. T. Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: la sua speranza è nel Signore suo Dio, che ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene, che rimane fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Soliste varie Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l'orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. T Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. Gloria... 3 In ascolto della Parola Dal libro dell’Esodo (2,23 - 3,12) Dio ascoltò, si ricordò, guardò, se ne diede pensiero: il cammino del popolo dalla schiavitù verso una terra di libertà inizia nel cuore di Dio, un cuore che sa chinarsi sull’uomo e coinvolgersi nei suoi percorsi di dolore e solitudine tanto da entrare nella storia “con mano potente e braccio teso”, per sciogliere le sue catene e rivelargli così il suo amore. Dio sceglie Mosè per condurre il popolo fuori e lontano dall’oppressione, ma Mosè per primo è chiamato a lasciarsi liberare dalle sue paure, dal senso di insufficienza e inadeguatezza, per approdare alla terra della fiducia in Dio, che “combatterà per noi” (cf Es 14,14). 23Dopo molto tempo il re d'Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. 24Dio ascoltò il loro lamento, Dio si ricordò della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe. 25Dio guardò la condizione degli Israeliti, Dio se ne diede pensiero. 1Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. 2L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3Mosè pensò: "Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?" 4Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: "Mosè, Mosè!". Rispose: "Eccomi!". 4 5Riprese: "Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!" 6E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe". Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. 7Il Signore disse: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8Sono sceso per liberarlo dal potere dell'Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l'Ittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo. 9Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10Perciò va'! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!". 11Mosè disse a Dio: "Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall'Egitto?". 12Rispose: "Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte". Adorazione silenziosa In ascolto di Elisabetta Elisabetta, come Mosè si pone l’interrogativo sulla sua identità: Chi sono io? La chiamata ai Cappuccini ribalta i suoi progetti ma, superata la paura, riceve la forza di dire il suo “Eccomi”. La vita le chiede di entrare nel deserto del fallimento, ma Dio la libera e la chiama e ad essere segno di liberazione. 5