Possibile ruolo protettivo sostenuto da Lisina al codone 222 del
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Possibile ruolo protettivo sostenuto da Lisina al codone 222 del
Contributi pratici 08_agosto_2006_DEF 31-07-2006 10:28 Pagina 362 L Possibile ruolo protettivo sostenuto da isina al codone 222 del gene della PrP caprina e confronto con l’analogo umano S. Colussi M.V. Riina M.G. Maniaci S. Peletto R. Corvonato S. Trisorio M. Caramelli P.L. Acutis CEA - I.Z.S. del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Torino Le Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili (EST), o malattie da prioni, rappresentano un gruppo di malattie neurodegenerative, ad esito fatale, caratterizzate dall’accumulo nel Sistema Nervoso Centrale (SNC) di una isoforma patologica (PrPSc) della proteina prionica cellulare (PrPC). Tale proteina, definita da Prusiner prione (proteinaceus infectious particle o entità proteica infettante) costituirebbe, seconda la teoria più accreditata, l’agente eziologico di queste patologie. Le EST si presentano come stati patologici infettivi nei quali non si rilevano processi infiammatori e risposte immunitarie, sono caratterizzati da un periodo di incubazione più o meno lungo e da una lenta e progressiva neurodegenerazione. Le indagini post-mortem rivelano alterazioni spongiotiche della sostanza grigia, astrocitosi e perdita neuronale; in alcuni casi si osservano placche amiloidi per deposizio- ne di sostanza fibrillare. Le malattie da prioni possono colpire l’uomo, gli animali domestici e i selvatici. Nelle EST che colpiscono l’uomo sono presenti tre tipi eziologici: malattie infettive quali kuru, malattia di Creutzfeldt-Jakob iatrogena (CJD), nuova variante di Creutzfeldt-Jakob (nvCJD); malattie genetiche quali CJD familiare, Insonnia Familiare Fatale (IFF), malattia di Gerstmann-Straussler-Scheinker (GSS), sindrome di Alpers; malattie idiopatiche come CJD sporadica (sCJD) e IFF sporadica. Negli animali sono invece comprese la scrapie degli ovi-caprini e del muflone, l’encefalopatia trasmissibile del visone (TME), la malattia del dimagrimento cronico del cervo (CWD), l’encefalopatia spongiforme del bovino (BSE), l’encefalopatia spongiforme dei bovidi selvatici, l’encefalopatia spongiforme del gatto e dei felidi (FSE). Nell’uomo e nell’ovino la suscettibilità alle 8 / 362 08_agosto_2006_DEF 31-07-2006 10:28 Pagina 363 malattie da prioni è influenzata da polimorfismi del gene della PrP dell’ospite. Nella zona codificante del gene della PrP umana sono state trovate mutazioni puntiformi ai codoni P102L, P105L, G114V, A117V, M129V, Y145X, R148H, Q160X, D178N, V180I, T183A, T188K, E196K, F198S, E200K, V203I, R208H, V210I, E211Q, Q217R, E219K, M232R e inserzioni di varia lunghezza. Alcune di queste mutazioni sono causa di EST ad eziologia genetica mentre altre intervengono nel condizionare il fenotipo o la suscettibilità alle EST idiopatiche e infettive. Il codone più importante nell’uomo è il 129, che può presentare Metionina o Valina (M o V) e dare origine ai genotipi M/M, M/V, V/V. Nel caso della CJD sporadica, le combinazioni tra i due tipi esistenti di PrPSc ed i genotipi al codone 129 hanno permesso di differenziare la malattia in quattro entità fenotipiche. Il codone 129 interviene anche nel condizionare la suscettibilità, la quale sembra maggiore in caso di omozigosi, sia verso la sCJD che verso la CJD acquisita. Per quanto riguarda la nuova variante della CJD, tutti i casi clinici riportati si sono verificati in persone omozigoti per Metionina al 129. Rimane da verificare se i restanti genotipi comportino vera resistenza oppure un prolungamento del periodo di incubazione, che darà luogo alla comparsa di casi nel futuro più o meno prossimo: nel 2004 è stato riportato un caso di vCJD preclinica in un individuo eterozigote al codone 129. Per quanto riguarda le EST umane ereditarie, la situazione è ancora più complessa, essendo possibile l’identificazione di gruppi e sottogruppi diversi di malattia, legati a diverse mutazioni puntiformi ed al polimorfismo al codone 129. In particolare, l’associazione tra una stessa mutazione puntiforme e i diversi alleli al codone 129 può determinare variazioni fenotipiche tali da dare origine non solo a malattie di durata e caratteristiche clinico-patologiche differenti, ma anche a differenti malattie: ne è esempio la mutazione al codone 178 (da Acido Aspartico ad Asparagina) che dà luogo a CJD se associata a Valina al 129 oppure a IFF in associazione con Metionina al 129. Tra le mutazioni causa di EST genetiche vi è la presenza di Lisina (K) al codone 219, che è invece stata invocata come unico fattore protettivo nell’uomo nei confronti della sCJD. Negli ovini il gene PrP è interessato da mutazioni puntiformi in più codoni; solo i polimorfismi dei codoni 136, 154 e 171 hanno un chiaro effetto sulla suscettibilità alla scrapie. Queste tre triplette nucleotidiche codificano per sette alleli: A136R154Q171 (ARQ), VRQ, TRQ, ARR, AHQ, ARH, ARK. Di interesse è l’allele ARR, in quanto associato a resistenza. Il genotipo ARR/ARR viene attualmente selezionato positivamente nelle popolazioni ovine degli Stati membri dell’Unione Europea, nell’ambito di un piano di selezione per la resistenza alle EST, disciplinato in Italia dal D.M. 17 dicembre 2004. Sebbene la scrapie interessi anche i caprini, con le stesse problematiche di controllo che si pongono per gli ovini, non è stato ancora possibile in questa specie determinare una forte associazione tra scrapie e genetica. Nei caprini sono stati identificati i polimorfismi ai seguenti codoni: V21A, L23P, G37V, G49S, W102G, T110N, T110P, G127S, L133Q, M137I, I142M, H143R, N146S, N146D, R151H, R154H, P168Q, R211Q, I218L, Q220H, Q222K e S240P. Un’ulteriore variante allelica della capra interessa la regione del gene che codifica per la ripetizione di sequenze octa e nona-peptidiche. Alcune mutazioni più di altre hanno destato l’interesse dei ricercatori per il possibile ruolo protettivo svolto. Goldmann et al. (1998), ad esempio, lo ipotizzano per la variante caratterizzata dalla delezione di sequenze octapeptidiche con mutazione G102. Lo stesso autore, infettando sperimentalmente capre con BSE e ceppi di scrapie CH1641, SSBP/1 e ME7, ha osservato un prolungamento del periodo di incubazione, a seguito di somministrazione per via intracerebrale, e la sopravvivenza, in caso di inoculazione sottocutanea o orale, di capi con la mutazione caratterizzata dalla presenza di Metionina al codone 142. In Grecia, l’elevata frequenza con cui l’Arginina al codone 143 e l’Istidina al 154 so8 / 363 no state individuate nelle capre greche non affette da scrapie, ha indotto a ritenere che rivestano una sorta di ruolo protettivo nei confronti della malattia. Recentemente il nostro gruppo ha pubblicato uno studio caso-controllo in cui sono stati indagati i polimorfismi del gene della PrP in 177 caprini, 25 dei quali positivi alla scrapie, provenienti da 6 focolai. Da questo studio si è rilevato che nessuna delle tre suddette mutazioni può essere associata a resistenza alla scrapie. Le mutazioni al 143 e 154 hanno mostrato un’uguale frequenza in capre sane e affette da scrapie mentre la mutazione al 142 è stata trovata ad una frequenza troppo bassa per ottenere associazioni statisticamente significative, sebbene tutti gli animali portatori di tale polimorfismo fossero soggetti sani. Lo studio ha però messo in luce un possibile ruolo protettivo dato dalla presenza di Lisina al codone 222, la quale è stata riscontrata in 25 animali (7,1%), nessuno dei quali affetto da scrapie, con distribuzione significativamente differente tra casi e controlli (Chi-quadro = 4,79; P value = 0,029). L’associazione ipotizzata tra K222 e resistenza alla scrapie nella capra si basa ancora su un numero basso di animali esaminati, ma ha destato la nostra attenzione perché essa è analoga alla mutazione K219 presente nell’uomo (la PrP caprina presenta infatti uno sfasamento di 3 aminoacidi in più rispetto alla PrP umana). Come già detto, tale mutazione sembra conferire protezione nei confronti della sCJD, come emerso da studi effettuati sulla popolazione umana giapponese e coreana. Nella popolazione giapponese sana è stata stimata una frequenza di K219 del 6%. L’analisi di 20 pazienti affetti da sCJD certa e di altri 65 affetti da sCJD probabile non ha mai messo in evidenza la presenza di Lisina al codone 219; l’elaborazione dei dati mostra che tale distribuzione differente di K219 tra soggetti sani e malati risulta statisticamente significativa. Soggetti sani e affetti da malattie neurodegenerative non CJD mostrano invece un’analoga distribuzione della mutazione. Stesso risultato si è ottenuto da uno studio su 150 pazienti coreani affetti da sCJD risultati tutti omozigoti per Acido Glutam- 08_agosto_2006_DEF 31-07-2006 10:28 Pagina 364 Contributi pratici mico (E219). Tale mutazione è stata ricercata anche nella popolazione italiana mediante uno studio caso-controllo che ha fornito però esito negativo, in quanto tale polimorfismo non è stato rilevato né nei casi né nei controlli. Indicazioni sul possibile ruolo protettivo della mutazione K219 derivano anche da studi effettuati in vitro su colture cellulari, dai quali è risultata una maggiore resistenza alla conversione in PrPSc della PrPC mutata rispetto alla forma fisiologica non mutata. L’associazione a resistenza della mutazione al codone 219, sebbene al momento circoscritta alla popolazione giapponese e coreana, costituisce quindi un rilevante supporto al ruolo protettivo della mutazione K222 caprina. Studi biomolecolari intervengono a fornire una possibile spiegazione del meccanismo con cui avverrebbe la mancata conversione della PrPC con Lisina al 219/222 in PrPSc. Tali posizioni aminoacidiche sono parte del sito di interazione tra PrPC ed un fattore non ancora ben definito, denominato proteina X, che interverrebbe in modo fondamentale nel meccanismo di conversione modificando la struttura secondaria della PrPC. Si formerebbe infatti inizialmente un legame tra PrPC e proteina X a cui successivamente si legherebbe la PrPSc determinando così la formazione di un trimero e la conversione della proteina prionica cellulare in patologica. A conversione avvenuta la proteina X verrebbe resa nuovamente disponibile per ulteriori conversioni. La presenza di Lisina sembrerebbe determinare una fortissima affinità di legame tra PrPC e proteina X tale da competere con succes- so, in un individuo eterozigote, con l’interazione tra proteina X e PrPC non mutata. Questa interazione/competizione comporta due effetti: il primo effetto consta nell’indisponibilità della proteina X alla formazione di un legame con la proteina non mutata a cui consegue assenza di conversione. Il secondo effetto determina l’interazione tra PrPC mutata / proteina X / PrPSc con formazione del complesso ternario all’interno del quale la proteina X rimarrebbe legata e non più disponibile per ulteriori cicli di replicazione del prione; questa modalità d’azione viene definita come dominante negativa. I polimorfismi ai codoni 219 umano e 222 caprino potrebbero quindi inibire la conversione della PrPC conferendo completa resistenza alla sCJD e alla scrapie o aumentando il periodo di incubazione al punto da impedire la manifestazione della malattia durante l’intera vita dei soggetti che presentano queste mutazioni. La conferma dell’associazione a resistenza alla scrapie di K222 nella capra sarebbe di notevole importanza ai fini dell’implementazione di un piano di selezione analogo a quello attuato per gli ovini. Attualmente abbiamo in corso ulteriori studi volti ad indagare tale associazione mediante prove di conversione proteica in vitro e con la raccolta di ulteriori dati in focolai di scrapie caprina. La bibliografia è disponibile sul sito www.ilprogressoveterinario.it 8 / 364