Adriangela - Arte Mediterranea
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Adriangela - Arte Mediterranea
Adriangela di Jolanda Pietrobelli Sotto etichetta <Azzurro Terra>, si sviluppa il nuovo progetto artistico di Adriangela. Artista completa per aver scandagliato negli anni 80, il generoso mondo del visivo, Adriangela, dopo essersi dissetata alla fonte di mirate correnti contemporanee, con intellettualità e intelligenza, ha creato un suo nuovo modo di esprimersi, non dimenticando le esperienze di trentatré anni di arte, la sua. Lasciati nel tempo i vecchi strumenti, oggi la scopriamo nella sua nuova veste di artista che lei agevola seguendo l'impulso delle nuove emozioni. Proponiamo dal suo sito: <La linea di “bijoux” Azzurro Terra nasce dall’idea di una pittrice, che ha voluto soddisfare l’esigenza di alcune sue amiche, stufe di indossare il tradizionale e scontato filo di perle e desiderose di qualcosa di più giovane, spiritoso e meno impegnativo . Abbinando la sua esperienza di collagista e la sua passione per il recupero ha cominciato a creare dei girocollo su basi lavorate all’uncinetto, con l’utilizzo di pietre semipreziose, bottoni vintage e swarowski. Messe in vendita presso il negozio di Lucia Toniolo, in borgo Stretto a Pisa, questi “bijoux hanno avuto un successo immediato. Le collane sono state notate e richieste per servizi di moda (Pitti Mare) e collezioni (Milano). Si è reso necessario allora creare un sito web per rispondere alle richieste provenienti dall’Italia e dall’estero e organizzare le vendite in Italia, Spagna, Svezia e USA. Un noto stilista ha detto che queste collane non copiano nessuno e hanno una vita propria e questo giudizio è condiviso da tutte le donne che le indossano con disinvoltura su qualunque tipo di abbigliamento e a qualunque ora del giorno. Nati quasi per gioco dal felice abbinamento della tecnica dell’assemblaggio con l’antica arte del crochet questi “bijoux” si sono perfezionati nel tempo riflettendo sempre di più il gusto e la passione del recupero. La selezione, sempre più raffinata dei materiali, cercati prevalentemente nei mercatini antiquari, l’affinamento delle tecniche e soprattutto la creatività, fanno di ognuno di questi oggetti un esemplare unico in cui sono talvolta evidenti e volute le imperfezioni caratteristiche di una lavorazione diversificata e originale di ogni singolo pezzo. Preziosi in viaggio, ammirati in occasioni importanti, come pure indossati con disinvoltura e ironia in ogni ora del giorno, impreziosiscono qualunque abito e diventano accessori preferenziali in ogni occasione>. Da una nota di Adriangela <Nelle scuole degli anni ’50 si insegnava il “disegno” che consisteva nel copiare “dal vero” degli oggetti posti su un piedistallo… Una piramide, un vaso e cose simili con l’ utilizzo di matite colorate o, al massimo, di gessetti. Nessun spazio a tecniche diverse, né tanto meno alla fantasia. Più i disegni erano vicini al “vero” più andavano bene! Fu dunque una vera rivelazione per me la scoperta fatta nei musei d’arte moderna a Parigi, dei “collages” di Picasso e di Braque. Ricordo ancora che mi avvicinai incuriosita e “li toccai” (cosa che allora non era considerata, come giustamente oggi, un vero crimine.) Quando poi mi trovai ad insegnare lettere in una scuola media di provincia dove uno scultore del livello di Rolando Filidei insegnava “educazione artistica” facendo uso frequente del “collage” capii che la rivoluzione di Picasso aveva veramente rinnovato l’approccio con l’espressione artistica e capii, affascinata, che tutti potevano esprimersi, anche quelli che non avevano il dono del segno e che bastava solo trovare il modo di farlo. Iniziai così a fare collages stupita di come dal recupero di pezzi di carta, tagliati, o meglio ancora “strappati”, potesse da sé crearsi una composizione di gradevole effetto. Il collage mi ha appassionato per anni, finché non mi è stato impossibile lavorare in un ambiente che consentisse l’accumulo di tanto materiale e di lavori di vaste proporzioni. Ma, come la carta, altri materiali mi appassionavano. Soprattutto le cose che venivano gettate via, spille, bottoni, chicchi di legumi, chiodi…. di cui vedevo l’oggettiva bellezza. Le opere di Burri e di Baj mi hanno spinto a recuperare e assemblare piccoli oggetti finché un’amica mi chiese di provare a farle una collana che …camuffasse le rughe ormai incipienti. Nacque così l’idea di preparare una base all’uncinetto su cui incollare un po’ di tutto. Sono nati così i <bijoux Azzurro Terra>, dei pezzi unici, ognuno con una sua piccola storia. E sempre più è diventato appassionante ricercare in fondo ai cassetti, nei mercatini antiquari, nelle vecchie mercerie, orecchini dismessi, vecchie catene, bottoni di tutti i tipi e cotoni da mescolare per creare ogni volta una cosa diversa che possa essere indossata con disinvoltura in ogni occasione con qualunque abbigliamento e ad ogni età. La ricerca si è estesa a mia figlia e alle amiche e mi ha consentito di disporre di materiali di ogni tipo, cosicché creare bijoux è diventata per me l’occupazione di fondo che accompagna tutte le mie giornate e mi solleva dal peso della vita. Il successo ottenuto, le sfilate di moda, gli articoli sui giornali specializzati, il sito web hanno incentivato questa mia attività nella quale finalmente riesco a esprimere il mio desiderio della bellezza e dell’armonia, unito a quello del recupero che deriva dalla scoperta che ogni cosa è bella se la si guarda con occhi attenti>. Se la <Patafisica> non fosse oggi un fenomeno in disuso, per certi versi corrente dimenticata di coi Baj è stato esponente, potremmo azzardare un avvicinamento ad essa, dato che Adriangela, per sua ammissione, ha strizzato l'occhio all'artista scomparso nel 2003. se il <Vintage> non fosse un po' troppo inflazionato e raccoglitore anche di cattivi gusti, potremmo accostarla al vintage...ma accostare a questo, a quello, questo bel personaggio può essere ingiustamente mortificato, piuttosto mi piace concludere che Adriangela, sorprendente e raffinata, in un epoca dove il kistch impera, fa arte pura, sganciata da tutto!