RIASSUNTO I probiotici vengono definiti dalla FAO e dalla WHO come
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RIASSUNTO I probiotici vengono definiti dalla FAO e dalla WHO come
RIASSUNTO I probiotici vengono definiti dalla FAO e dalla WHO come “organismi vivi che, se somministrati in quantità adeguata, apportano beneficio alla salute dell'ospite”. Per tale ragione, negli ultimi anni, essi sono stati ampiamente impiegati sia in campo biomedico sia in acquacoltura, come potenziali agenti bioterapeutici nella cura di molte malattie e al fine di migliorare lo sviluppo dell’organismo allevato. Numerose ricerche scientifiche effettuate negli ultimi decenni hanno ampliato le conoscenze sulle funzioni dell’intestino, ponendo l’attenzione, in particolare, sul microbiota intestinale, la cui composizione e la cui attività influenzano le funzioni metaboliche e l’omeostasi dell’ospite. Pertanto, il microbiota intestinale è stato definito un vero e proprio organo metabolicamente attivo, molto importante per la salute dell’organismo. Recentemente, numerosi studi hanno messo in evidenza che una composizione alterata del microbiota intestinale, caratterizzata da riduzione di batteri benefici e aumento di batteri pro-infiammatori e patogeni, può essere implicata nello sviluppo di obesità, di resistenza all'insulina e di diabete, sia nell’uomo che nei roditori; tuttavia i meccanismi sottesi a tali disordini non sono ancora del tutto noti. I risultati finora ottenuti hanno evidenziato i numerosi effetti positivi esercitati dai probiotici, i quali, grazie alla loro interazione con il microbiota intestinale e con le cellule dell’intestino e alla produzione di metaboliti derivanti dalla loro attività microbica, sono in grado di controllare l’omeostasi energetica e di migliorare il benessere dell’ospite. La presente tesi di Dottorato è volta a determinare il ruolo del probiotico Lactobacillus rhamnosus IMC 501 nella regolazione di segnali coinvolti nel metabolismo lipidico, nel metabolismo del glucosio, nel metabolismo osseo e nell’appetito, attraverso la modulazione del microbiota intestinale, in zebrafish. Zebrafish (Danio rerio) è un modello ampiamente utilizzato in ambito biomedico grazie all’alta sintenia del suo genoma con quello umano, alla presenza di patologie che si incontrano anche nell’uomo e al completo sequenziamento del suo genoma; tali caratteristiche lo rendono un eccellente modello per lo studio della genetica e dello sviluppo, per la comprensione delle malattie umane e per lo screening di farmaci terapeutici. Nel primo esperimento, embrioni di zebrafish provenienti dagli stessi parentali sono stati raccolti e mantenuti in vasche da 3 L in condizioni controllate (26-28 °C, fotoperiodo 12/12 L/D). Gli embrioni sono stati divisi in due vasche, un gruppo controllo e un gruppo trattato. Il gruppo controllo è stato alimento solo con dieta commerciale, mentre il gruppo trattato è stato alimentato con dieta commerciale e Lactobacillus rhamnosus IMC 501 alla concentrazione di 106 CFU ml-1 e successivamente, da entrambi i gruppi sperimentali sono state campionate larve a diversi stadi di sviluppo partendo da: 72 hpf (hatching), 96 hpf (hour post fertilization), 6 dpf (days post fertilization), 8 dpf. Attraverso un approccio multidisciplinare è stato possibile valutare l’effetto del probiotico L. rhamnosus sul microbiota intestinale e sulla regolazione dei pathway che regolano metabolismo lipidico, glucidico e appetito. Analisi di high-throughput sequence della regione V3 del 16s rDNA batterico effettuate sulle larve a 6 dpf e 8 dpf, hanno messo in evidenza la capacità del probiotico di indurre cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale. Infatti il probiotico ha determinato un aumento di specie benefiche appartenenti al phylum Firmicutes (prevalentemente lactobacilli and Streptococcus thermophilus) e ha ridotto l’abbondanza di specie potenzialmente patogene appartenenti al phylum Actinobacteria (in particolare Mycobacterium spp.), al phylum Proteobacteria (in particolare, Legionella, Plesiomonas and Pseudomonas) e ai phyla Fusobacteria, Planctomycetes, Bacteroides. I cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale avvenuti in seguito alla somministrazione di L. rhamnosus, hanno indotto una modulazione a livello trascrizionale di geni coinvolti nella regolazione del metabolismo lipidico, glucidico e dell’appetito. In particolare, per quanto riguarda il metabolismo lipidico, i risultati ottenuti mediante analisi biomolecolari, hanno riportato una riduzione significativa dell’espressione dei geni fit2, agpat4 e dgat2, i cui prodotti sono coinvolti nella produzione di trigliceridi ed un aumento significativo dei livelli di espressione di mgll, il cui prodotto è un enzima coinvolto nell’idrolisi dei trigliceridi. Inoltre il probiotico ha ridotto significativamente i livelli di espressione di hnf4α coinvolto nella produzione del colesterolo. Infine, nelle larve trattate con probiotico, è stato registrato un significativo aumento dei livelli di espressione di cck, coinvolto nella contrazione della cistifellea e nel rilascio di bile, implicata nell’emulsificazione dei grassi. Per quanto concerne il metabolismo glucidico, i risultati ottenuti hanno evidenziato un aumento significativo dei livelli di espressione genica di nucb2/nesftain-1 glp-1 e pre-pro-insulin coinvolti nella riduzione del glucosio nel sangue. Inoltre, i dati ottenuti hanno messo in evidenza la capacità del probiotico di modulare l’appetito. Infatti, è stata riscontrata una riduzione significativa dei livelli di espressione di geni oressizzanti come cb1, npy e goat, e un aumento significativo dei livelli di espressione di geni anoressizzanti leptin e mc4r. In aggiunta, i dati ottenuti da analisi di cromatografia in fase liquida ad elevate prestazioni (HPLC), condotte su larve a 6 dpf, hanno messo in evidenza una diminuzione significativa del contenuto totale di trigliceridi e colesterolo nei trattati con probiotico rispetto al controllo. Grazie all’utilizzo dei fluorofori BODIPY 505/515 e BODIPY D3828, che mettono rispettivamente in evidenza acidi grassi non polari e acidi grassi a catena corta, è stato osservato, nelle larve a 6 dpf trattate con probiotico, un aumento significativo del contenuto di acidi grassi non polari nella cistifellea e, nelle larve a 8 dpf trattate con probiotico, un aumento di acidi grassi a catena corta, sia nella cistifellea che nell’intestino. Le immagini di intestini di larve allo stadio di sviluppo a 6 dpf e a 8 dpf ottenute al microscopio a trasmissione (TEM) hanno rilevato la capacità del probiotico di modificare l’architettura dell’epitelio intestinale; infatti è stato riscontrato un aumento significativo della lunghezza degli enterociti e dei microvilli, che ha determinato un incremento della superficie di assorbimento intestinale e una diminuzione della quantità di gocce lipidiche. In aggiunta, a 8 dpf è stato registrato un aumento significativo della lunghezza delle larve trattate con probiotico, mentre un incremento significativo del peso è stato rilevato sia a 6 dpf che 8 dpf. Nel secondo esperimento, embrioni di zebrafish sono stati divisi in due vasche, un gruppo controllo e un gruppo trattato. Il gruppo controllo è stato alimentato solo con dieta commerciale, mentre il gruppo trattato è stato alimentato con dieta commerciale e Lactobacillus rhamnosus IMC 501 alla concentrazione di 106 CFU ml-1 e, successivamente, da entrambi i gruppi sperimentali sono state campionate larve a diversi stadi di sviluppo, partendo da 9 dpf, 16 dpf, 23 dpf. I risultati morfologici ed istochimici hanno mostrato la capacità di L. rhamnosus di accelerare la formazione delle ossa attraverso un aumento significativo dell'espressione di geni chiave coinvolti nella ossificazione, come runx2, sp7, mgp, gla e bglap, e attraverso la riduzione significativa dei livelli di espressione del sost, inibitore della formazione dell’osso. I dati ottenuti mediante analisi di Western blott hanno messo in evidenza, nelle larve trattate con il probiotico, un aumento delle MAP-chinasi 1 e 3 (Mapk1 e Mapk3), coinvolte nella differenziazione di osteoblasti e di osteociti. In particolare, si è registrato un aumento significativo di Mapk1 a partire da 16 dpf e di Mapk3 a 23 dpf. Per condurre il terzo esperimento, sono state formulate diete contenti diverse percentuali di lipidi (15%, 10% e 5%). La dieta con il 15% di lipidi supera la quantità di grassi necessaria a soddisfare i requisiti energetici del pesce, mentre la dieta con il 10% di lipidi è isocalorica e fornisce la giusta quantità di lipidi necessari a soddisfare il fabbisogno energetico; la dieta con 5% di lipidi, infine, rappresenta una dieta ipocalorica con percentuale di lipidi minore rispetto a quella sufficiente a garantire il corretto fabbisogno energetico. Ad ogni dieta è stato aggiunto il probiotico L. rhamnosus, in questo modo sono state ottenute sei diete differenti (15%, 10%, 5% e 15% + L. rhamnosus, 10% + L. rhamnosus, 5% + L. rhamnosus). Adulti di zebrafish sono stati alimentati ad libitum due volte al giorno per un mese, quindi sono stati campionati. Attraverso uno studio multidisciplinare è stato possibile valutare le proprietà ipolipidemiche del probiotico L. rhamnosus su zebrafish alimentato con diete contenenti diversa percentuale lipidica, e valutare come il diverso contenuto lipidico nelle diete influenza il microbiota intestinale. I risultati ottenuti da analisi biomolecolari hanno dimostrato la capacità del probiotico di modulare significativamente i livelli di espressione di geni coinvolti nella regolazione del metabolismo lipidico e dell’appetito. Infatti, il probiotico, nei pesci alimentati con 15%, 10% e 5% di lipidi, ha indotto riduzioni significative a livello trascrizionale di hnf4α e npcl1a1, il primo coinvolto nella produzione di colesterolo e il secondo coinvolto nell’uptake di lipidi da parte degli enterociti. Inoltre, L. rhamnosus, nei pesci alimentati con il 15% e il 10% di lipidi, ha agito determinando un aumento significativo dei livelli di espressione di geni anoressigenici come nucb2/nesfatin-1, glp-1 e diminuendo significativamente il gene oressizante npy, suggerendo un ruolo importante del probiotico nel controllo dell’appetito. Immagini, ottenute al TEM, di intestini di zebrafish alimentati con diete contenenti il 15% e 10% di lipidi, hanno messo in evidenza che un eccessivo contenuto di lipidi nella dieta determina un grave stato di infiammazione intestinale che aumenta l’infiltrazione di popolazioni di granulociti e macrofagi nell’epitelio dell’intestino. Tuttavia, attraverso l’analisi di ulteriori immagini al TEM, relative ad intestini di zebrafish alimentati con le stesse diete (15% e 10%) arricchite con il probiotico, è stata evidenziata una minor presenza di granulociti e macrofagi, e ciò ha consentito di mettere in luce la capacità del probiotico di attenuare lo stato infiammatorio nell’intestino, causato dall’elevato contenuto di grassi nelle diete. Infine, è stata registrata una diminuzione significativa del peso di zebrafish alimentati con le diete contenti 15% e 10% di lipidi arricchite con il probiotico, rispetto ai gruppi alimentati con diete prive di probiotico, mentre il probiotico non ha determinato nessun effetto significativo sul peso di zebrafish alimentati con il 5% di lipidi. Sono state inoltre effettuate analisi high-throughput sequence e di HPLC, le prime al fine di valutare il cambiamento del microbiota intestinale, le seconde affinché possano essere valutate le differenze in contenuto di trigliceridi e colesterolo nei pesci i quali sono stati alimentati con diete a diverso profilo lipidico e ai quali è stato somministrato probiotico. I risultati ottenuti nella presente tesi di Dottorato contribuiscono a chiarire il ruolo svolto dai probiotici sul microbiota intestinale di zebrafish, mettendo in luce un nuovo network di geni attraverso il quale il probiotico espleta una funzione ipolipidemica e ipoglicemica e di riduzione dell’appetito, nonché di accelerazione della formazione delle ossa. I risultati qui descritti potrebbero avere validità scientifica diversa: se da un lato rappresentano un punto di partenza per futuri studi sul metabolismo e potrebbero evidenziare un nuovo ruolo potenziale per il probiotico nel trattamento di disturbi metabolici, dall'altro essi forniscono una visione utile per biotecnologie sostenibili, applicabili per un aumento della produttività del settore dell'acquacoltura e maricoltura.