Comunicato stampa Vanitas contemporanee

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Comunicato stampa Vanitas contemporanee
GALLERIA MAReLIA
arte moderna e contemporanea
VANITAS SE-DUCERE
Vanitas contemporanee di:
LUCA BEOLCHI - GIUSEPPE BOMBACI - GIANLUCA CHIODI - GIANNI CUOMO - CLAUDIO DESTITO MARGHERITA LEONI - DANILO MARCHI - STEFANIA MIGLIORATI
Inaugurazione:
sabato 19 marzo 2011, ore 18.00
Sede:
Galleria Marelia arte moderna e contemporanea
Via Guglielmo d’Alzano 2b – 24122 Bergamo – Ingresso libero
Tel. +39 035 0603115 – cell. +39 347 8206829
[email protected] www.galleriamarelia.it
Periodo:
19 marzo - 12 maggio 2011
Catalogo:
con introduzione di Don Giuliano Zanchi - Segretario generale della
Fondazione Adriano Bernareggi di Bergamo - disponibile su richiesta o
consultabile nel sito www.galleriamarelia.it a partire dal 19 marzo.
Ulteriori immagini:
disponibili su richiesta
L’uomo si è sempre confrontato con la caducità del proprio corpo, il tema della Vanitas era già
ricorrente nell’antica Grecia. Dalle danze macabre medievali alle composizioni barocche, la Vanitas
ha un significato strettamente legato alla religiosità, è un ammonimento contro il peccato. La
precarietà della vita è espressa attraverso il ricorso alla natura morta in cui vengono inseriti degli
elementi simbolici. Tipici simboli della Vanitas sono il teschio, come memento mori, la clessidra e
la candela che si consuma ad indicare il passare del tempo, fiori appassiti, frutti maturi che
alludono ai piaceri effimeri e bolle di sapone che indicano la leggerezza umana. Il proliferare di
questo tema è strettamente correlato al senso di precarietà che investì l’Europa in seguito
alla guerra dei trent'anni e al dilagare della peste. Dal Settecento la Vanitas assume connotazioni
meno moraleggianti, diventando sempre più una personale riflessione dell’artista sull’effimera
condizione dell’esistenza.
L’attuale società, attraversata da crisi spirituali, economiche, politiche ha progressivamente
cercato di eliminare la morte. Oggi, il memento mori (ricordati che devi morire) potrebbe leggersi
al contrario: ricordati che non devi morire. Il progresso scientifico ci dà un’illusione d’immortalità,
ma la paura dell’ignoto resta e si cerca di esorcizzarla. I simboli della transitorietà della vita,
soprattutto il teschio, si ripresentano con nuova forza nell’arte contemporanea tant’è che moda,
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design, cinema se ne sono appropriati a dismisura. Forse proprio per esorcizzare la paura della
morte rendendola glam o, addirittura, ridicolizzandola…
In questa mostra otto artisti si confrontano sulla Vanitas presentando il tema sotto diversi punti di
vista. Margherita Leoni inserisce un piccolo teschio rosso sangue tra le fronde di una
lussureggiante natura che l’uomo distrugge, ad indicare la fragilità della natura umana e vegetale,
inscindibilmente legate. Anche Danilo Marchi mette in luce il difficile equilibrio natura-uomo
creando sculture antropomorfe in P.E.T. (la plastica usata per le bottiglie di acqua) riflettendo
sull’uomo cibernetico e sulla sua capacità di sopravvivere ai cambiamenti ambientali. Gianluca
Chiodi lo fa attraverso una serie di portraits in cui i protagonisti incontrastati sono l’essere umano
e il suo alter-ego, in questo caso il teschio, che si interroga sulla vita e sulla morte. Nelle sue
sculture Gianni Cuomo mette in evidenza la fragilità dei rapporti umani sempre più legati
all’immaterialità della tecnologia, riflettendo in questa occasione su una somma di considerazioni
legate al rifiuto del vuoto lasciato dalla vanitas, dello spirito legato alla materia organica e al
mistero che ci attende oltre. Stefania Migliorati nelle serie “Toys” usa strumenti chirurgi per
creare giocattoli, questi oggetti sono espressione della paura della morte che cerchiamo di tenere
sotto controllo attraverso la medicalizzazione dei nostri corpi. Claudio Destito ci spiazza
dissacrando il “rigore della morte” e ribaltandone il senso con l’ironia dei suoi consueti giochi di
parole; Giuseppe Bombaci è affascinato da ciò che resta dell’essere umano prendendo spunto
dalla still life classicheggiante riletta in chiave contemporanea. Luca Beolchi ci immerge in una
dimensione intima e fiabesca, dove il sogno crea diversi mondi possibili…
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via Guglielmo d’Alzano, 2b | 24122 | Bergamo | Italia | +39 035 0603115
www.galleriamarelia.it | [email protected]