Avvio procedimento

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Avvio procedimento
Comune di Montecarlo
Provincia di Lucca
VARIANTE GENERALE
AL PIANO STRUTTURALE
AVVIO DI PROCEDIMENTO
Il Sindaco
Vittorio Fantozzi
L’Assessore all’Urbanistica
Livio Carrara
Responsabile del procedimento
Arch. Paolo Anzilotti
Progettisti
ReP Rocco e Puccetti Architetti
Ottobre 2013
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
Sommario
1. PREMESSA
1.1 – Lo scenario
1.2 – Il processo di formazione della variante
1.3 – Il quadro normativo di riferimento
2. QUADRO GENERALE DI COERENZA
2.1 – Il Piano di Indirizzo Territoriale
2.2 – Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
2.3 – Il Piano Strutturale vigente
3. QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO
3.1 – Lo stato delle conoscenze
3.2 – Aggiornamento
3.3 – Studi e ricerche di approfondimento
4. QUADRO PROPOSITIVO PRELIMINARE
4.1 – Gli obiettivi della variante
4.2 – Metodi e strumenti del processo partecipativo
4.3 – Enti e organi pubblici tenuti a fornire apporti tecnici e conoscitivi
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GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
1. PREMESSA
1.1
Lo scenario di riferimento
Il Comune di Montecarlo è dotato di Piano Strutturale (PS) e di Regolamento
Urbanistico (RU), il primo approvato con deliberazione C.C. n. 22 del 12.06.2002 e la
Variante Generale al R.U. con deliberazione C.C. n. 17 del 20.04.2009.
Dall’approvazione del Piano Strutturale ad oggi, lo scenario di riferimento per
l’attività di pianificazione territoriale è sostanzialmente mutato.
Prima osservazione tra tutte, è relativa alle numerose innovazioni che il quadro legislativo
e normativo in materia urbanistica e di governo del territorio presenta in questi ultimi anni,
nonché relativamente alla tutela dell’ambiente e del paesaggio.
La Regione Toscana ha emanato una serie di provvedimenti legislativi di varia
natura che interessano a più livelli l’attività di pianificazione comunale: dalla L.R. n.1/2005
più volte modificata e i suoi regolamenti attuativi ((2/R, 3/R, 4/R, 5/R, 6/R, 26/R e 41/R) che
dettano nuove norme per il governo del territorio, alla L.R. n.10/2010 in materia di
Valutazione Ambientale Strategica (VAS), di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di
Valutazione di Incidenza.
Con deliberazione C.R. n. 72 del 24 luglio 2007, inoltre la Regione ha approvato il
Piano di Indirizzo Territoriale e con deliberazione C.R. n. 32 del 16 giugno 2009 ha
adottato la variante al Piano di Indirizzo Territoriale avente valore di Piano Paesaggistico in
attuazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ponendo la necessità, rispetto
agli attuali strumenti urbanistici, di controllo della conformità con le misure di salvaguardia
e la verifica generale di coerenza con la disciplina paesaggistica.
Recentemente è stato inoltre approvato il documento di “Avvio del procedimento di
variante generale al P.T.C.” che contribuisce ad implementare il sistema delle conoscenze
e a formulare indicazioni ed obiettivi da concertare con i comuni nell’ambito dell’area vasta
della Piana di Lucca.
La seconda osservazione, non meno importante, riguarda il cambiamento del
quadro conoscitivo di riferimento originario, legato alla decisa modificazione delle
dinamiche del contesto territoriale sia a scala locale che sovra locale e più in generale
della situazione socio – economica.
Dalla prima stesura del vigente Piano Strutturale - sono trascorsi ormai dieci anni si assiste ad un consistente processo di trasformazione che coinvolge non solo gli aspetti
più strettamente normativi, di cui abbiamo accennato precedentemente, ma coinvolge e
sollecita tutti gli ambiti, primo fra tutti quello culturale rispetto a temi quali la sostenibilità,
l’ambiente, la vulnerabilità del territorio, la qualità della vita, oltreché sociale ed
economico.
Il quadro delle scelte effettuate nel Piano Strutturale e tradotte in termini operativi
nel primo Regolamento Urbanistico e nella successiva recente variante generale, è da
ritenersi nella sua impostazione generale e per taluni aspetti ancora attuale, ma emerge da
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parte dell’Amministrazione la necessità di recepire i cambiamenti culturali, sociali ed
economici, operarando alcune modifiche finalizzate all’adeguamento del Piano Strutturale
alle dinamiche territoriali avvenute negli ultimi anni. In particolare le modifiche nascono
dall’esigenza di recepire i bisogni espressi dalla comunità locale in termini di dotazioni
territoriali.
Potenziare e consolidare il ruolo dei vari centri minori, da sempre poli identificativi
della Comunità Montecarlese con al centro la famiglia come suo primario nucleo centrale,
confermando le vocazionalità presenti, dando sostegno in modo equilibrato sul territorio,
sia al sistema residenziale, sia a quello legato al turismo e al sistema produttivo, in
particolare alle imprese radicate sul territorio - siano esse in ambito agricolo che
artigianale e di servizio - è obiettivo prioritario insieme al riconoscimento dei fattori
identitari che qualificano il territorio.
Al fine di determinarsi a riguardo, l’Amministrazione intende dotarsi di un
aggiornamento generale del Quadro Conoscitivo ed in particolare di approfondire lo
studio relativo alle dinamiche socio – economiche che interessano il territorio comunale, in
modo tale da consentire di inquadrare al meglio il contesto di riferimento e procedere alla
definizione delle scelte direttrici strategiche delle azioni di trasformazione.
Ed è proprio in relazione alla definizione di queste scelte, che la variante procederà
alla rielaborazione del Piano Strutturale, adeguandolo e aggiornandolo rispetto al mutato
quadro normativo regionale di riferimento e in piena coerenza con la pianificazione sovra
ordinata - soprattutto in materia paesaggistica - ma in particolare arricchendolo di quei
contenuti rispetto ad alcuni temi fondamentali, che devono fondare le scelte direttrici
strategiche per le azioni di trasformazione quali: le risorse ambientali e paesaggistiche,
le infrastrutture, la qualità degli insediamenti, consentendo anche una rilettura e
valutazione delle dimensioni massime sostenibili per le Unità Territoriali Organiche
Elementari (UTOE), rispondendo all’esigenza di riqualificare e riequilibrare gli assetti di
piano, potenziando i fattori di sviluppo presenti.
Il presente documento costituisce atto di Avvio del Procedimento per
l’elaborazione della variante di cui trattasi e si propone, ai sensi dell’art. 15 della L.R.
1/2005:
a) la definizione degli obiettivi di piano;
b) il quadro conoscitivo di riferimento, comprensivo dell'accertamento dello stato delle
risorse interessate e delle ulteriori ricerche da svolgere;
c) l’indicazione degli enti e degli organismi pubblici eventualmente tenuti a fornire gli
apporti tecnici e conoscitivi idonei ad incrementare il quadro conoscitivo di cui alla lettera
b);
d) l'indicazione degli enti ed organi pubblici eventualmente competenti all'emanazione di
pareri, nulla osta o assensi comunque denominati, richiesti ai fini dell'approvazione del
piano;
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e) l'indicazione dei termini entro i quali, secondo le leggi vigenti, gli apporti e gli atti di
assenso di cui alle lettere c) e d), devono pervenire all'amministrazione competente
all'approvazione.
1.2
Il processo di formazione della variante
La descrizione dei principali passaggi metodologici e processuali del
procedimento di formazione della variante di Piano Strutturale, risulta utile per
comprendere le diverse tappe di avvicinamento alla costruzione e aggiornamento della
strumentazione urbanistica comunale, ma anche per aprire sin dalle fasi preliminari di
elaborazione della variante, un confronto aperto e trasparente, con tutti i soggetti
interessati.
La condivisione dei contenuti essenziali che dovranno caratterizzare la variante al
Piano Strutturale relativamente al percorso metodologico, tecnico, scientifico, nonché di
partecipazione e comunicazione e la puntualizzazione dei riferimenti disciplinari e
normativi entro cui possono essere elaborate le scelte progettuali e le proposte di assetto
urbanistico, territoriale e di sviluppo sostenibile, diventano momento essenziale per tutta la
comunità di Montecarlo.
Il programma di lavoro può essere delineato nelle seguenti fasi tra loro
strettamente consequenziali, in particolare:
1.2.1 Avvio del procedimento di formazione della Variante Generale al Piano
Strutturale
Il presente documento corredato, da alcuni elaborati grafici e cartografici di Quadro
Conoscitivo e del “Documento preliminare di V.A.S.”, necessario all’attivazione del
processo valutativo, come previsto all’articolo 23 della L.R. n.10/2010.
1.2.2 Formulazione della “Proposta preliminare” di Variante al Piano Strutturale.
Si tratta della redazione di studi, indagini, analisi e rilievi del territorio, corredati di
elaborati grafici e cartografici, finalizzati alla redazione del sistema di conoscenze ritenute
utili, alla definizione del successivo quadro progettuale. A questo segue la definizione di
scenari interpretativi e valutativi finalizzati alla redazione del “Proposta preliminare di
Variante al Piano Strutturale” contenente oltre che alla sintesi del quadro conoscitivo, il
quadro valutativo intermedio (comprensivo del Rapporto ambientale), la verifica degli esiti
del processo di partecipazione e comunicazione istituzionale attivata dall’amministrazione
comunale sin dalla prima fase (con particolare attenzione per l’applicazione dei principi
della Convenzione Europea del paesaggio).
Contestualmente la “Proposta preliminare” di Variante al P.S. prevede invece la definizione
di elaborati grafici e cartografici volti a sintetizzare, in forma necessariamente schematica
(anche al fine di favorire la condivisione e la partecipazione al processo di pianificazione),
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le principali indicazioni del quadro progettuale della Variante al Piano Strutturale con
particolare attenzione per le previsioni aventi contenuti statutario e strategico e
comprendenti indicativamente:
- cartografia (a scala adeguata) dell’intero territorio comunale contenente l’articolazione
preliminare e generale del quadro progettuale (Statuto del territorio e Strategia dello
Sviluppo);
- guida sintetica alla lettura della cartografia e quadro sinottico dell’articolazione della
disciplina di Piano con particolare attenzione alla declinazione delle strategie e degli
obiettivi nell’articolazione del testo normativo.
1.2.3 Redazione del progetto definitivo del Piano Strutturale.
Redazione di elaborati grafici e cartografici necessari alla adozione e approvazione
del Piano Strutturale in conformità con quanto indicato dall’articolo 53 della L.R. 1/2005 e
della D.P.G.R. n° 3R/07 (Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della
stessa legge regionale) ed aventi indicativamente i seguenti elaborati:
- sintesi del quadro conoscitivo;
- relazione generale;
- norme per il governo del territorio;
- eventuali allegati alle norme (schede norma, ecc.);
- cartografie (a scala adeguata) per l’intero territorio comunale;
- indagini geologico – tecniche di supporto;
- relazione di sintesi del Responsabile del procedimento;
- relazione del Garante della comunicazione.
Detti elaborati dovranno inoltre essere accompagnati dal “Rapporto di valutazione
ambientale e strategica e di valutazione integrata intermedia” da redigersi,
contestualmente alla proposta definitiva di piano, nell’ambito del processo valutativo. Esso
dovrà in particolare contenere gli elementi di verifica degli effetti territoriali e socioeconomici, di compatibilità ambientale (carico massimo ammissibile degli insediamenti,
standard urbanistici e dotazioni territoriali), nonchè la verifica di coerenza esterna con il
P.T.C. e il P.I.T..
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Il quadro normativo di riferimento
Il Piano Strutturale di Montecarlo, nasce con l’applicazione della prima legge
regionale in materia di Governo del territorio, ossia con la L.R. 5/95, la quale aveva
sostanzialmente introdotto nuove modalità di elaborazione del piano urbanistico
(comunale) e di quello territoriale (provinciale e regionale) introducendo contenuti e forme
di piano innovative (ad esempio l’articolazione degli strumenti comunali in componente
strutturale e componente operativa) che sono state affinate dopo dieci anni di
sperimentazione con la L.R. 1/05.
La nuova Legge Regionale, tenendo a riferimento i principi e le finalità enunciati
con la prima legge ha riformato le norme per il governo del territorio: “promovendo,
nell’ambito della Regione, lo sviluppo sostenibile delle attività pubbliche e private che
incidano sul territorio medesimo. A tal fine, lo svolgimento di tali attività e l’utilizzazione
delle risorse territoriali ed ambientali deve avvenire garantendo la salvaguardia e il
mantenimento dei beni comuni, l’uguaglianza di diritti all’uso e al godimento dei beni
comuni, pur nel rispetto delle esigenze legate alla migliore qualità della vita delle
generazioni presenti e future”.
Secondo le finalità enunciate i comuni, le province e la regione, nell’esercizio delle
funzioni ad essi attribuite dalla legge, perseguono:
- la conservazione, la valorizzazione e la gestione delle risorse territoriali ed ambientali,
promovendo, al contempo, la valorizzazione delle potenzialità e delle tendenze locali allo
sviluppo;
- lo sviluppo di un sistema di città equilibrato e policentrico, promovendo altresì la
massima integrazione tra i diversi territori della Regione;
- lo sviluppo delle potenzialità della montagna, della fascia costiera e delle aree agricole
nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale ad esse peculiari;
- l’efficacia dei sistemi dei servizi pubblici e lo sviluppo delle prestazioni da essi derivanti;
- la maggiore sicurezza possibile delle persone e dei beni rispetto ai fattori di rischio
connessi all’utilizzazione del territorio;
- la qualità insediativa ed edilizia sostenibile che garantisca: la riduzione dei consumi
energetici, la salvaguardia dell’ambiente naturale, la sanità ed il benessere dei fruitori,
l’eliminazione delle barriere architettoniche, l’organizzazione degli spazi che salvaguardino
il diritto all’autodeterminazione delle scelte.
La nuova legge definisce inoltre come “governo del territorio”: “… l’insieme delle
attività relative all’uso del territorio, con riferimento sia agli aspetti conoscitivi che a quelli
normativi e gestionali, riguardanti la tutela, la valorizzazione e le trasformazioni delle
risorse territoriali e ambientali…”. Il conseguimento delle finalità previste dalla legge è
perseguito mediante gli strumenti della pianificazione territoriale (P.I.T., P.T.C., P.S.) e gli
altri atti di governo del territorio (Regolamento Urbanistico, Piani Attuativi e complessi,
piani e programmi di settore).
La Regione Toscana, con la nuova legge, conferma inoltre la precedente
definizione di “Risorse Essenziali” del territorio promuovendo e garantendo la tutela delle
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stesse in quanto beni comuni che costituiscono patrimonio della collettività. L’insieme
delle risorse essenziali è pertanto ancora costituito da (articolo 3):
- aria, acqua, suolo e ecosistemi della fauna e della flora;
- città e sistemi degli insediamenti;
- paesaggio e documenti materiali della cultura;
- sistemi infrastrutturali e tecnologici.
Le nuove disposizioni sono dettate anche in attuazione della direttiva 2001/42/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione
degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente.
L’attività di “governo del territorio” deve quindi assicurare il coordinamento delle
politiche e la sinergia delle azioni di tutti i settori che risultano essere capaci di incidere
sulle risorse essenziali con il duplice fine di garantire sviluppo sostenibile ed efficacia
dell’azione amministrativa.
Alla Pianificazione Territoriale (in questo caso al P.S.) è quindi affidata una
prospettiva temporale lunga, con la quale definire gli elementi saldi e le connessioni
profonde che condizionano inevitabilmente qualsiasi comportamento umano sul territorio;
mentre alla programmazione (in questo caso al R.U.) sono assegnati i compiti di
sviluppare una prospettiva temporale breve e flessibile e di far emergere le potenzialità
che il territorio stesso è in grado di maturare ed esprimere.
La Regione Toscana ha recentemente approvato buona parte dei regolamenti di
attuazione previsti e disciplinati in attuazione delle disposizioni della L.R. 1/2005, in
particolare quelli riferiti alla valutazione integrata (articolo 11 comma 5 – 4R), al territorio
rurale (Titolo IV Capo III – 5R), al sistema informativo geografico regionale (articolo 29
coma 5 – 6/R), alla tutela e valorizzazione degli insediamenti (articolo 37 comma 3 – 2/R),
agli strumenti della pianificazione territoriale e agli atti di governo del territorio (Titolo V –
3/R).
In particolare, per la costruzione del nuovo Piano Strutturale, si fa riferimento alle
indicazioni derivanti dagli ultimi due regolamenti citati (2/R e 3/R).
Le disposizioni regolamentari relative in specifico alla “tutela e valorizzazione degli
insediamenti”, definiscono i parametri e gli indirizzi diretti a garantire che tutti gli interventi
di trasformazione del territorio siano compiuti nel rispetto dei requisiti di qualità urbana,
ambientale, edilizia e di accessibilità al fine di prevenire e risolvere i fenomeni di degrado
(articolo 1 del regolamento). Esse riguardano in particolare le seguenti tematiche:
a) la dotazione di infrastrutture per la mobilità, parcheggi, verde urbano e di connettività
urbana, percorsi pedonali e ciclabili, infrastrutture per il trasporto pubblico, arredo urbano
ed altre opere di urbanizzazione primaria;
b) la qualità e la quantità degli interventi da realizzare per il contenimento
dell’impermeabilizzazione del suolo, il risparmio idrico, la salvaguardia e la ricostruzione
delle riserve idriche anche potenziali;
c) la dotazione di reti differenziate per lo smaltimento e per l’adduzione idrica, nonché per
il riutilizzo delle acque reflue;
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d) la salubrità degli immobili (edilizia sostenibile) e del territorio, il contenimento
energetico, il rispetto dei requisiti di fruibilità, accessibilità e sicurezza degli insediamenti
per ogni tipologia di utenza.
Le disposizioni regolamentari relative in specifico agli Strumenti della Pianificazione
Territoriale e agli Atti di Governo del Territorio definiscono in dettaglio i caratteri, gli
elementi costituitivi e i contenuti di questi strumenti e piani. In particolare il regolamento
definisce:
1) le disposizioni per il Piano Territoriale di Coordinamento;
2) le disposizioni per il Piano Strutturale;
3) le disposizioni per il Regolamento Urbanistico.
Di significativo rilievo ed importanza metodologica risultano evidentemente le
disposizioni indicate al punto b) che divengono il riferimento obbligatorio per la
costruzione del P.S..
Nel dettaglio il regolamento stabilisce:
a)
disposizioni concernenti il “rapporto tra lo statuto del territorio e le strategie di
sviluppo del territorio comunale contenute nel P.S.”.
In particolare è prescritto che gli obiettivi e gli indirizzi strategici per la programmazione
del governo del territorio comunale, sono definiti nel rispetto ed in stretta relazione con i
principi contenuti nello statuto del territorio.
b)
disposizioni generali sul “dimensionamento e sulla quantificazione delle dimensioni
massime sostenibili del P.S.”.
In particolare le dimensioni massime sostenibili degli insediamenti sono stabilite, in base
agli obiettivi e agli indirizzi strategici definiti dal P.S. e la sostenibilità deve essere
comprovata dagli esiti della valutazione integrata. Gli standard, di cui al decreto
ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, sono comunque da considerarsi quantità minime
inderogabili. Le dimensioni massime sostenibili sono esplicitate in relazione agli
insediamenti esistenti ed ai relativi servizi ed infrastrutture; alle previsioni insediative del
vigente strumento urbanistico (confermate a seguito della valutazione); alle ulteriori
previsioni insediative; alle conseguenti dotazioni di servizi e infrastrutture, esistenti e di
previsione stabilendone altresì la preventiva o contestuale realizzazione). Il P.S. definisce
inoltre i parametri di qualità urbana, ambientale, edilizia, e di accessibilità del territorio, nel
rispetto altresì delle altre disposizioni regionali di attuazione della legge.
c)
disposizioni generali “di attuazione dell’articolo 53 (Piano Strutturale) della L.R.
1/2005”.
In particolare il P.S. contiene il resoconto dello stato di attuazione dello strumento
urbanistico vigente e sottopone le relative previsioni insediative non attuate a valutazione
integrata. Qualora dalla valutazione integrata emergano elementi di contrasto o di
incoerenza, il P.S. stabilisce le conseguenti misure di salvaguardia, valide fino
all’adeguamento del R.U..
d)
disposizioni concernenti “i contenuti del dimensionamento” del P.S..
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In particolare il dimensionamento è articolato almeno nelle seguenti funzioni: residenziale,
comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; industriale e artigianale, comprensiva
delle attività commerciali all’ingrosso e depositi; commerciale relativa alle medie strutture
di vendita; commerciale relativa alle strutture di grande distribuzione; turistico - ricettiva;
direzionale, comprensiva delle attività private di servizio; agricola e funzioni connesse e
complementari, ivi compreso l’agriturismo; ed è effettuato congiuntamente al
dimensionamento minimo complessivo delle attrezzature e dei servizi di interesse
pubblico.
e)
disposizioni di “raccordo tra P.S. e R.U.”.
In particolare:
- le dimensioni massime sostenibili sono individuate all’interno dei sistemi e sub sistemi
considerati nella loro interezza, nonché delle singole U.T.O.E., con esclusione di ulteriori
ambiti di dettaglio;
- il P.S. può contenere prescrizioni e regole specifiche per la definizione degli assetti
insediativi che non assumono in alcun caso valenza conformativa della disciplina dei suoli;
- la localizzazione e il dimensionamento delle singole previsioni edificatorie sono affidati in
via esclusiva al R.U., al quale il P.S. riserva una pluralità di opzioni pianificatorie, coerenti e
compatibili con i contenuti statutari e strategici del P.S. medesimo;
- in attuazione dello statuto del territorio, gli indirizzi e le prescrizioni dettate dal P.S. per la
redazione del R.U. sono finalizzati alla attuazione progressiva nel tempo delle quantità di
dimensionamento indicate dal P.S. medesimo;
f)
disposizioni generali in materia di “individuazione delle aree connotate da
condizioni di degrado”.
In particolare il P.S. tiene conto in particolare delle seguenti principali categorie di
degrado:
- degrado urbanistico, per ambiti urbani ove vi sia carenza di funzionalità dovuta a
insufficienza degli standard urbanistici o delle opere di urbanizzazione primaria e
secondaria;
- degrado fisico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da precarie condizioni di
staticità dell’edificato, connesse all’usura del tempo o ad inadeguate tecniche costruttive,
da diffusa fatiscenza delle strutture e delle finiture degli edifici, ovvero da inadeguatezza
tipologica degli edifici rispetto alle esigenze funzionali, anche per carenza o insufficienza
degli impianti tecnologici;
- degrado igienico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da mancanza o insufficienza
degli impianti igienico-sanitari, sia come dotazione che come organizzazione funzionale,
da insufficiente aerazione e illuminazione diurna dei singoli edifici, ovvero da ridotte
condizioni di abitabilità e di utilizzazione, in relazione all’impianto planivolumetrico o alla
presenza di condizioni generali di insalubrità;
- degrado socio-economico, per ambiti urbani o insediamenti minori ove sussistano
condizioni di abbandono, di sottoutilizzazione o sovraffollamento degli immobili, o
comunque di impropria utilizzazione degli stessi, ovvero in presenza di strutture produttive
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non compatibili con le preesistenti funzioni residenziali, o infine in presenza di fenomeni
comportanti la sostituzione del tessuto sociale, nonché delle forme produttive ad esso
integrate;
- degrado geofisico, per gli ambiti territoriali o insediativi caratterizzati dalla presenza di
fenomeni di dissesto idrogeologico richiedenti complessi interventi di messa in sicurezza
degli insediamenti, di aree libere impropriamente utilizzate, o su cui insistono ruderi di
edifici distrutti da eventi naturali o artificiali, di diffuse superfetazioni che alterino la
morfologia di insediamenti urbani storicizzati, nonché nei casi di impropria utilizzazione,
abbandono o impoverimento fisico delle aree libere urbane ed extraurbane.
Con questi nuovi e puntuali riferimenti normativi regolamentari e tenendo conto
delle attuali disposizioni di legge, nel caso specifico di Montecarlo si tratta quindi di
avviare concretamente una riflessione complessiva sui contenuti e la forma del vigente
Piano Strutturale procedendo a:
- valutare la validità, il perseguimento e l’effettivo raggiungimento degli obiettivi strategici e
dei
contenuti
statutari
dell’attuale piano
(invarianti
strutturali),
indicando
conseguentemente punti di forza e di debolezza e al contempo criticità e opportunità che
nel frattempo sono emerse e/o affermatesi;
- analizzare e verificare l’articolazione e la struttura del piano individuando elementi e
contenti normativi aventi coerenza con le nuove indicazioni di legge e quelli che,
viceversa, risultano inevitabilmente datati e superati dalle nuove disposizioni regolamentari
e di legge.
Inoltre stante la volontà espressa dall’amministrazione comunale di avviare comunque una
riflessione sui contenuti progettuali del piano e l’intenzione di prefigurare nuovi modelli di
sviluppo sostenibile per il territorio di Montecarlo e altrettanti “scenari” di pianificazione,
occorrerà contemporaneamente:
- avviare l’approfondimento delle conoscenze e l’implementazione dei quadri conoscitivi in
coerenza con le nuove istanze di governo del territorio, in modo da assicurare all’intero
processo di pianificazione valutazioni e verifiche di sostenibilità efficaci e concretamente
ponderabili;
- innescare un percorso partecipativo e di comunicazione, relativamente alla definizione
delle scelte di governo del territorio, che garantisca il coinvolgimento attivo della comunità
locali e più in particolare dei soggetti interessati in modo da favorire la diretta ed effettiva
interazione con i decisori finali.
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2. QUADRO GENERALE DI COERENZA
2.1 - Il Piano di Indirizzo Territoriale
Il Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) della Regione Toscana è stato approvato, secondo
quanto disposto dagli articoli 17 e 48 della L.R. 1/2005, con deliberazione del Consiglio
regionale n. 72 del 24 luglio 2007; successivamente con deliberazione del Consiglio
regionale n° 32 del 16 giugno 2009 è stata adottata la Variante di implementazione del
P.I.T. per la disciplina paesaggistica”, ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 22
gennaio 2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e dell’articolo 33 della L.R.
1/2005, avente lo scopo di attribuire i contenuti e la valenza di “Piano Paesaggistico” al
piano regionale.
2.1.1 Contenuti e obiettivi
Il P.I.T. nel definire le regole e gli indirizzi per l’uso del territorio regionale e soprattutto per
la pianificazione del suo futuro, si presenta come contributo nodale per la formulazione di
un’immagine della Toscana nel mondo che punta al buongoverno del territorio, alla
conservazione attiva del paesaggio e alla qualità urbanistica. Il nuovo Piano si propone di
essere non un semplice aggiornamento di quello precedente, ma un suo ripensamento
complessivo, una nuova formulazione con contenuti, obiettivi, strumenti e metodi diversi.
Il P.I.T. ha una valenza costitutiva ed una funzionalità strategica, in grado di coniugare gli
aspetti propositivo (Strategia dello sviluppo) e la regola statutaria (Statuto del territorio).
Un piano necessariamente “strutturale” e al tempo stesso sufficientemente dinamico in cui
gli elementi caratterizzanti il paesaggio e l’emergere di specifici valori dei diversi territori e
la loro riconoscibilità sono la principale molla e la condizione del suo divenire; un piano in
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cui il “paesaggio”, colmo di cultura ed elementi storico-identitari, è pensato come
contenitore ricco e fecondo di moderna ed efficace innovazione.
E’ con queste motivazioni che la costruzione del piano si inserisce nel progressivo
perfezionamento del processo di convergenza tra gli strumenti della programmazione
dello sviluppo e quelli del governo del territorio, che hanno nella sostenibilità il
denominatore comune. Al contempo la legge regionale rafforza e consolida gli specifici
contenuti strutturali del P.I.T. conferendo valenza di “piano paesaggistico” allo “Statuto del
territorio” riconoscendone quindi sostanza descrittiva, prescrittiva e propositiva ai sensi del
Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Il nuovo P.I.T. attribuisce al concetto “territorio” il valore di bene pubblico, nonchè il
significato di ambiente entro il quale si realizza la produzione locale di ricchezza e
l’organizzazione delle funzioni collettive. In sintesi: “... Il territorio toscano è l’insieme delle
propensioni soggettive, dei funzionamenti collettivi, e delle tante e multiverse “capacità”
individuali e sociali che esso contiene ed esprime ...”. Pertanto il governo del territorio è
pubblico, e “... il governo pubblico del territorio è agire politico e amministrativo, che
investe e permea di sé l’insieme del “far politiche” regionali e locali, e che si avvale, allo
scopo, di uno strumentario molteplice ma integrato ...” e ancora “... è una sfera essenziale
dell’azione politica locale e regionale, che attraversa e integra il pubblico amministrare. E’ il
piano pubblico che alimenta e orienta la progettualità sia privata che pubblica allo scopo
della propria stessa messa in opera ...” .
Infine il governo del territorio è considerato come “ ... mutuo riconoscimento e come
reciproca coerenza tra politiche settoriali e regolazione territoriale ...”; occorre cioè
correlare il dinamismo dell’iniziativa economica privata (necessaria alla redditività e alla
solidità del lavoro e dell’impresa e dunque alla sostenibilità finanziaria del sistema), la
funzionalità sociale (conseguente ad un sistema di welfare inclusivo e necessario alla
capacità integrativa della comunità regionale) e la funzionalità ambientale (necessaria alla
conservazione attiva del patrimonio dei beni naturali essenziali, e dei valori paesaggistici e
storico-artistici della collettività).
Sul disegno delle articolazioni territoriali il nuovo P.I.T supera la divisione in quattro
Toscane del precedente piano, e indica una visione integrata: “la moderna Toscana rurale
e urbana”.
Territorio rurale (storicamente urbanizzato) e policentrismo urbano sono caratteri fondativi
della Toscana dei quali il P.I.T. individua capisaldi (invarianti strutturali) e obiettivi statutari.
In questo quadro sono indicati i seguenti metaobiettivi generali e obiettivi conseguenti:
ç Primo: Integrare e qualificare la Toscana come “città policentrica”, attraverso:
1° obiettivo conseguente: potenziare l’accoglienza della “città toscana” mediante moderne
e dinamiche modalità dell’offerta di residenza urbana;
2° obiettivo conseguente: dotare la “città toscana” della capacità di offrire accoglienza
organizzata e di qualità per l’alta formazione e la ricerca;
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AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
3° obiettivo conseguente: sviluppare la mobilità intra e inter-regionale (potenziamento
infrastrutture di interesse unitario regionale, tutela e valorizzazione del sistema
complessivo);
4° obiettivo conseguente: sostenere la creatività come qualità della e nella “città toscana”
(consolidamento, ripristino e incremento del patrimonio di “spazi pubblici”; tutela e
valorizzazione dei corsi d’acqua, degli spazi verdi pubblici e privati correlati e di ogni altra
risorsa naturale, prevedendo l’incremento di datazione e disponibilità) ;
5° obiettivo conseguente: attivare la “città toscana” come modalità di governance integrata
su scala regionale.
ç Secondo: Sviluppare e consolidare la presenza “industriale” in Toscana.
ç Terzo: Conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana, attraverso:
1° obiettivo conseguente: tutelare il valore del patrimonio “collinare” della Toscana;
2° obiettivo conseguente: tutelare il valore del patrimonio “costiero” della Toscana;
3° obiettivo conseguente: riconoscimento e tutela dei beni paesaggistici di interesse
unitario regionale.
2.1.2 L’agenda statuaria
L’«agenda statutaria» del territorio della Regione individua i fattori territoriali e funzionali
che compongono la struttura del territorio. Definisce le invarianti strutturali, individua i
principi cui condizionare l’utilizzazione delle risorse essenziali, nonché la disciplina
inerente i conseguenti livelli indefettibili di “prestazione” e di “qualità" che occorre
comunque preservare nella loro dotazione e nella loro fruibilità.
Ai sensi dell’articolo 3 delle norme del P.I.T. la struttura del territorio toscano, si configura
mediante un unico ed integrato sistema territoriale (la moderna Toscana rurale e urbana) e
da conseguenti sistemi funzionali.
In particolare le componenti del sistema territoriale che connota e rappresenta la struttura
del territorio toscano sono individuate mediante i lemmi di «universo urbano della
Toscana» e di «universo rurale della Toscana».
Si tratta, da una parte, della città policentrica Toscana (ovvero di un territorio pensato
come città di città) che rappresenta il sistema territoriale urbano fatto delle tante città e
delle configurazioni metropolitane e comunque di area vasta in cui si organizza la vita,
l’economia e la cultura urbana della regione. Dall’altra parte, si tratta del moderno sistema
rurale che rappresenta le diverse realtà rurali, fatte di comunità locali, di agricoltura, di
settori verdi e di connesse filiere produttive e di turismo legato alle risorse naturali che è,
pur con differenze notevoli fra zona e zona, ricco, avanzato e innovativo e, per questo,
competitivo nello spazio delle aree rurali europee.
Queste due visioni territoriali non descrivono in maniera “statistica” e separata tutta la
complessa e differenziata realtà empirica della regione ma vogliono rappresentare i fattori
su cui intensificare lo sforzo di innovazione e di sviluppo della Toscana. Sono quindi le
direttrici di marcia, le “idee forza”, in parte già presenti come componenti innovative e
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AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
avanzate dello sviluppo regionale e che il Piano intende strategicamente rafforzare e
diffondere nell’intero insieme regionale.
Le invarianti strutturali correlate al suddetto sistema territoriale sono identificate secondo la
seguente formulazione sintetica da cui discendono direttive e prescrizioni che
complessivamente concorrono alla formulazione dell’”Agenda per l’applicazione dello
statuto del territorio toscano”; in particolare:
a) la «città policentrica toscana»;
b) la «presenza industriale» in Toscana;
c) il «patrimonio territoriale» della Toscana, ovvero:
− il «patrimonio collinare» della Toscana;
− il «patrimonio costiero, insulare e marino» della Toscana;
d) i beni paesaggistici di interesse unitario regionale;
e) «infrastrutture di interesse unitario» regionale.
Per ogni invariante strutturale le disposizioni normative individuano quindi (Disciplina
generale del Piano, Parte 2a Titolo II): definizioni tematiche e conseguenti direttive e/o
prescrizioni correlate, di norma riferibili agli altri strumenti della Pianificazione Territoriale
(P.T.C. e P.S.) e ai Piani Settoriali.
Nel dettaglio:
- per l’invariante «città policentrica toscana» (art.4), il P.I.T. stabilisce direttive e prescrizioni
correlate riferite in particolare ai seguenti metaobiettivi:
a. potenziare l’accoglienza della “città toscana” mediante moderne e dinamiche
modalità dell’offerta di residenza urbana (art.5 e 6);
b. dotare la “città toscana” della capacità di offrire accoglienza organizzata e di qualità
per l’alta formazione e la ricerca (art.7);
c. sviluppare la mobilità intra e inter-regionale (art.8 e 9)
d. sostenere la qualità della e nella “città toscana”(art.10 e 10bis);
e. governance integrata su scala regionale (art.11 e12);
f. il turismo e il commercio (art.13, 14 e 15);
g. la regolazione degli orari (art.16).
- per l’invariante «presenza industriale» in Toscana (art.17), il P.I.T. stabilisce direttive e
prescrizioni correlate riferite in particolare al suo sviluppo e consolidamento (art.18 e 19);
- per l’invariante «patrimonio collinare» della Toscana (art.20), il P.I.T. stabilisce direttive e
prescrizioni correlate riferite in particolare ai seguenti metaobiettivi:
a.
la conservazione attiva del suo valore (articolo 21);
b.
la conservazione attiva delle risorse agroambientali e paesaggistiche, oltre che
sociali ed economiche della Toscana rurale (articoli 22 e 23);
c.
il controllo del turismo e delle attività ricreative, sportive e per il tempo libero
(articoli 24 e 25);
- per l’invariante «infrastrutture di interesse unitario» regionale (articolo 29), il P.I.T.
stabilisce direttive e prescrizioni correlate riferite in particolare ai porti e aeroporti secondo
gli specifici MasterPlan (articolo 30);
17
COMUNE DI
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AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
L’Agenda per l’applicazione dello statuto del territorio definisce inoltre i dispositivi
normativi volti a garantire l’applicazione della specifica disciplina dei beni paesaggistici
(articolo 31) contenuta ed articolata nella parte seconda (b) del testo normativo. Tale
disciplina, a cui devono conformarsi gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di
governo del territorio, secondo quanto indicato nelle misure generali di salvaguardia
(articolo 36), comprendente in particolare:
a. le prescrizioni d’uso dei beni paesaggistici (parte b, articolo 1), ai sensi dell’articolo
143, comma 1, lettere h) e i) del Codice per i beni culturali e del paesaggio, riferite agli
strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio;
b. la ricognizione, delimitazione e rappresentazione, in attuazione all’articolo 143, comma
1 lettera b) del Codice per i beni culturali e del paesaggio, degli immobili e delle aree
dichiarate di notevole interesse pubblico (parte b, articolo 2);
c. la ricognizione, delimitazione e rappresentazione, in attuazione all’articolo 143, comma
1, lettera c), del Codice per i beni culturali e del paesaggio, delle aree tutelate per
legge (parte b, articolo 3), nonchè la determinazione delle specifiche prescrizioni d’uso
intese ad assicurare la conservazione e valorizzazione dei caratteri distintivi di dette
aree.
d. le disposizioni relative alle “aree gravemente compromesse e degradate”, in attuazione
all’articolo 143, comma 4, lettera b), del Codice per i beni culturali e del paesaggio.
Sono infine indicate ulteriori prescrizioni a tutela del paesaggio in funzione del Piano di
indirizzo energetico regionale (articolo 34 bis) ed agli itinerari storico-culturali ad elevata
attrattività turistica (articolo 34 ter).
2.1.3 L’agenda strategica
Con il P.I.T. la Regione costruisce la propria agenda strategica attorno ad una serie di
“sistemi funzionali” con i quali pone in sintonia sia il perseguimento dei propri
metaobiettivi e dunque il proprio specifico disegno territoriale (la parte statutaria del piano
regionale) sia la costruzione di quest’ultimo con le opzioni programmatiche generali della
Regione (la parte strategica del piano).
A questo scopo, i sistemi funzionali:
a) definiscono un insieme di azioni strategiche che integrano il Pit e il portato dei suoi
metaobiettivi, nella programmazione regionale, individuandone le relazioni e i collegamenti
con le scelte del Prs e con quelle, successive, delle programmazioni settoriali, e
costituiscono la trama propositiva, programmatica, progettuale e valutatoria tanto delle
opzioni operative del governo regionale del territorio quanto di quelle dei governi locali,
ponendoli nelle condizioni di valutarne la coerenza rispetto agli indirizzi regionali;
b) fanno da “ponte” fra la lettura territoriale delle scelte di fondo dello sviluppo regionale,
riassunta nell’indicazione dei metaobiettivi, e la progettualità che deriva dalle scelte di
legislatura indicate dai Progetti integrati del Prs. Si viene così a determinare un “incrocio”
fra governo del territorio e direzione della programmazione strategica dello sviluppo.
18
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GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
Incrocio che costituisce il terreno sul quale costruire il processo di valutazione integrata:
vista nelle sua capacità di misurare ex-ante il grado della coerenza “interna” della messa
in opera del Pit alle opzioni che esso assume come “territorialmente” sue proprie e
precipue, e il grado di consonanza attuativa alle sue opzioni da parte delle strumentazioni
operative che la programmazione generale e quella settoriale dispongono ai fini dello
sviluppo.
Secondo quanto meglio specificato nel Documento di Piano i sistemi funzionali del P.I.T.
sono in particolare:
− La Toscana dell’attrattività e dell’accoglienza.
“... Attrazione e accoglienza sono insieme, ed in maniera complementare, due concetti che
si rifanno direttamente all’obiettivo del P.R.S. di “aprire” la Toscana verso il mondo ...” dove
“... attrarre significa avere specificità, risorse e qualità che hanno un valore riconoscibile
nel resto del mondo ...”.
− La Toscana delle reti.
“... una regione che sviluppa le funzioni avanzate, che cerca di radicarle nei diversi territori
e di diffonderle nei diversi settori ...”.
− La Toscana della qualità e della conoscenza.
“...la qualità è il carattere fondamentale, quasi costituente, del modo di essere della
Toscana. E’ nello stesso tempo la principale opportunità ma anche il principale vincolo al
tipo di ruolo che la regione vuol giocare nel contesto globale, sia nell’area economicocompetitiva sia, in maniera più estesa, nelle aree non strettamente economiche. La qualità
è una opportunità in quanto consente alla regione di sfruttare l’immenso patrimonio di
risorse umane, ambientali e tecnologiche che la caratterizzano e che sono adeguate alla
valorizzazione di nicchia, alla personalizzazione della risposta e alla produzione su misura
in piccola scala e non solo alle attività legate alla standardizzazione dei processi e alla
produzione di volumi elevati e di gamme ampie ...”.
− La Toscana della coesione sociale e territoriale.
“…puntare ad un nuovo dinamismo facendo leva quindi sulle componenti più avanzate e
innovative del sistema regionale ed anzi affidandosi per questo anche alle capacità di
soggetti esterni, ma nello stesso tempo senza rinunciare ad una coesione globale che è
fatta sia di elementi economico-socali che di elementi territoriali.”
Mediante i sistemi funzionali del P.I.T. (articolo 38), i singoli strumenti della pianificazione
territoriale (P.S. a livello comunale e P.T.C. a scala provinciale), sono chiamati a definire, in
funzione dei propri obiettivi programmatici e in coerenza a quelli che compongono la più
generale agenda programmatica regionale, con quali finalità e modalità il governo del
territorio dovrà concorrere, secondo il principi di sussidiarietà, responsabilità ed
adeguatezza, all’attuazione operativa del quadro strategico delineato a scala regionale
(agenda strategica).
19
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MONTECARLO
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GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
2.1.4 La disciplina paesaggistica
Con la L.R. Toscana 3 gennaio 2005, n. 1, la pianificazione paesaggistica è stata inserita
nella pianificazione territoriale, prevedendo la concorrenza di tutti gli strumenti di
pianificazione a livello regionale (piano di indirizzo territoriale), provinciale (piano
territoriale di coordinamento) e comunale (piano strutturale) a definire la disciplina
paesaggistica del territorio regionale.
La costruzione del Piano Paesaggistico regionale, ha favorito l’attivazione di un percorso
circolare e partecipativo che ha coinvolto le amministrazioni pubbliche in un effettivo
processo di co-pianificazione paesaggistica dell’intero territorio regionale finalizzato
all’elaborazione progressiva e congiunta dello Statuto del territorio del P.I.T., ciò anche al
fine di dare coerenza e unità alla disciplina paesaggistica tramite la collaborazione dei
diversi livelli territoriali di pianificazione.
Il piano considera il paesaggio come un fattore di identità dei nostri territori, come
ingrediente importante per la qualità della vita dei cittadini, e anche come leva
significativa per la competitività dei territori e delle imprese. Per ciascuna di queste tre
funzioni il piano si presenta come uno strumento aperto, non chiuso, che, attraverso i suoi
processi dinamici, accompagna le politiche di settore e mira a diffondere una cultura
diffusa del paesaggio. E proprio per la necessità di far corrispondere il piano a esigenze in
continua e dinamica trasformazione, sono previsti un sistema di monitoraggio e un tavolo
di confronto permanente tra regione, amministrazioni locali, organi decentrati del Ministero
e studiosi e analisti del sistema. Questi organismi devono verificare la costante
corrispondenza del piano ai suoi obiettivi di fondo.
Nella sostanza il piano vuole contribuire ad una stagione innovativa delle politiche
pubbliche dell'amministrazione regionale che riflette nuove urgenze e visioni di lungo
periodo che tentano di proiettare al futuro i tanti territori della Toscana.
Il Piano individua infatti in Toscana 38 sistemi paesaggistici, che corrispondono ad
altrettanti territori. In ciascuno di questi l'identità del paesaggio è data dalla percezione
condivisa di valori naturalistici, storico-culturali, e estetici. Per ciascuno di questi ambiti il
piano indica obiettivi di qualità da raggiungere e azioni prioritarie da perseguire.
Infatti, l’art.31 relativo alla normativa paesaggistica del PIT (così come risulta modificato
nella variante contenente l’implementazione della disciplina paesaggistica) stabilisce che
“... gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio delle
province e dei comuni [...] perseguono gli obiettivi di qualità contenuti nelle “schede dei
paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità” che sono parte integrante della
disciplina generale del piano, ponendo in essere le azioni descritte nella sezione terza
delle schede stesse, anche ai sensi dell’articolo 143, comma 1, lettere h) e i) del Codice
dei beni culturali e del paesaggio ...”.
Al fine di garantire il controllo di coerenza con la disciplina paesaggistica, di seguito sono
riportati gli elementi della disciplina del piano regionale di maggiore dettaglio che fanno
riferimento ad ambiti e contesti aventi relazione con i caratteri del territorio interessato, con
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AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
particolare attenzione per gli ambiti territoriali di paesaggio in cui ricade il Comune di
Montecarlo
(Scheda Ambito di paesaggio n14: Piana di Lucca).
Si ricorda che in tali “Schede dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità” sono
descritti:
- i caratteri strutturali del paesaggio e i valori paesaggistici (quadro conoscitivo);
- funzionamenti, dinamiche, obiettivi di qualità, azioni prioritarie;
- beni paesaggistici soggetti a tutela ai sensi dell' art.136 del D.Lgs. 22/01/2004 n°42 ed
aree gravemente compromesse o degradate.
QUADRO CONOSCITIVO
Ambito n°14 PIANA DI LUCCA
PROVINCE: Lucca
TERRITORI APPARTENENTI AI COMUNI: Altopascio, Capannori, Lucca, Montecarlo, Porcari, Pescaglia, Villa
Basilica
Riconoscimento dei caratteri strutturali
CARATTERI STRUTTURALI
IDENTIFICATIVI
Elementi
costitutivi
naturali
Geomorfologia
Idrografia
naturale
L’ambito territoriale consiste in un’ampia zona di
pianura alluvionale interessata da due bacini
imbriferi: quello del Serchio e quello dell’ex lago
di Bientina.
Le aree collinari, individuabili nelle pendici
meridionali delle Apuane a ovest nord-ovest, le
alture del subappennino a nord e il monte
Pisano a sud, si configurano come una specie di
anfiteatro che si apre intorno alla piana. Sotto il
profilo orografico il monte di Pietra Pertusa (969
m) e lo spuntone di S. Allago costituiscono i
principali capisaldi orografici del bacino
imbrifero.
Il fiume Serchio, l’alveo sotterraneo, la rete degli
affluenti costituiscono un assetto idrico
complesso che caratterizza fortemente la piana
di Lucca.
Le coline lucchesi presentano superfici
boscate fortemente caratterizzate dalla
presenza di robinia, a eccezione di ambiti
ristretti con microclima e condizioni
podologiche favorevoli all’insediamento di
specie tipiche della macchia mediterranea.
:omissis
Vegetazione
Assetti
agricoli
forestali
Paesaggio
e agrario e
forestale
storico
CARATTERI STRUTTURALI
ORDINARI
L’assetto agrario storico della Piana era
prevalentemente caratterizzato da una tessitura
minuta dei campi definiti dalle fosse di scolo e
dai filari di vite maritati all’acero campestre o al
gelso e da piantate delle quali permangono solo
alcuni esempi in ridotte porzioni del territorio di
pianura. Del paesaggio agrario storico delle
colline permangono sistemazioni agrarie quali
ciglionamenti e terrazzamenti.
L’azione di regimazione idraulica ha
caratterizzato, fino al 1800, l’idrografia
della piana lucchese con il determinarsi a
sud est di ampie zone umide, di cui
restano, quali emergenze naturalistiche
importanti il Padule di Verciano e quello di
Massa Macinaia, che hanno visto la
definitiva regimazione idraulica con i canali
Ozzeri-Rogio e Ozzeretto, la creazione del
pubblico condotto, nonché con la bonifica
del lago di Sesto-Bientina conclusasi nel
1930, data che vede configurato l’attuale
assetto idraulico della piana lucchese. Se i
sopra richiamati canali descrivono la
struttura idraulica della parte lucchese, le
acque provenienti dal monte Serra sono
raccolte dal Rogio-Rogetto, mentre con il
procedere della colmate di Porcari si rese
necessario realizzare un unico collettore in
località Salanetti detto Fossa Nuova e
convogliarci vari corsi d’acqua.
Sui rilievi collinari a corona delle aree
pianeggianti, sono presenti boschi di
latifoglie e pinete, queste ultime occupano
in forma rada e sporadica anche piccole
porzioni di territorio pianeggiante a sud del
Idrografia
artificiale
Paesaggio
agrario e
forestale
moderno
21
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AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
fascio autostradale e in prossimità
dell’insediamento di Altopascio dove il
paesaggio agrario della è caratterizzato da
semplificazione fondiaria con conseguente
riduzione della funzione ecologica.
:omissis
Insediamenti
e
infrastrutture
Insediamenti
storici
Insediamenti
moderni e
contemporanei
Viabilità e
infrastrutture
storiche
La città di Lucca ha da sempre rappresentato la
principale polarità urbana della pianura lucchese
sia sotto il profilo amministrativo che
economico-culturale.
:omissis:
Gli altri centri e i nuclei di antica formazione, di
tipo accentrato più o meno compatto, sono
legati, da un lato alla rete difensiva e di
avvistamento del territorio (Nozzano
Montecarlo e Altopascio) dall’altro alla gestione
della fiorente attività agricola che ha configurato
nella pianura la tipica modalità insediativa della
“corte”.
:omissis:
La Piana di Lucca è un territorio caratterizzato
da un sistema diffuso di aree urbanizzate con
aspetti diversificati a seconda che siano
gravitanti a ovest o a sud del al polo urbano di
Lucca o nel territorio ad est della città storica,
dove in particolare il sistema produttivo, assume
una configurazione polverizzata.
Nel primo caso la presenza dei limiti naturali dei
monti pisani e delle aree umide ha orientato lo
sviluppo principalmente lungo la via pisana.
Nel secondo caso la disponibilità maggiore di
aree pianeggianti ha strutturato un tessuto
insediativo residenziale-produttivo e di servizio
diffuso che ha teso a saldare in un unico
sistema Lucca, Capannori con Altopascio in
direzione ovest-est e Lucca Ponte a Moriano in
direzione sud-nord.
La maglia infrastrutturale odierna ricalca in
larghissima misura quella storica e
ottocentesca: si tratta di una struttura
fortemente gerarchizzata in cui prevale la
radiale storica, originata dalla città murata, che
si sviluppa secondo uno schema rettilineo in cui
confluiscono i più antichi tracciati. Caratterizza
invece la parte ad est di Lucca un reticolo più
variegato orientato secondo l’andamento nordsud della centuriazione romana. Di interesse
anche l’esteso patrimonio di percorsi minori che
secondo uno schema reticolare si ramifica sul
territorio pianeggiante rimarcando il permanere
di realtà agricole storiche e persistendo come
fattore strutturante ai fini delle valutazioni
paesaggistiche.
:omissisi:
La pianura di Lucca è attraversata in
senso est-ovest dalla linea ferroviaria
Firenze-Lucca-Pisa ed in senso nord-sud
da un tratto della linea Lucca- Piazza al
Serchio.
Parallelamente
alla
linea
ferroviaria Lucca-Firenze corre il tracciato
dell’autostrada A11 ai margini del quale
trovano collocazione i principali complessi
produttivi dell’area lucchese.
Riconoscimento dei valori
Valori naturalistici
ELEMENTI
COSTITUTIVI
NATURALI
Geomorfologia
Idrografia
naturale
Vegetazione
ELEMENTI
COSTITUTIVI
Le formazioni vegetali che
caratterizzano gli ambienti
fluviali del Serchio (aree
golenali, alveo, aree
esondabili) e la rete dei corsi
d’acqua minori rivestono una
funzione ambientale di
notevole valore.
Le aree umide presenti nella
piana di Lucca, quali ad
esempio il padule di Bientina
ed il lago di Sibolla
rappresentano rilevanti valori
ambientali per la presenza di
specie arboree di interesse
naturalistico riconducibili
al paesaggio planiziale.
( SIR B03 Ex Lago di Bientina,
SIR 26 Lago di Sibolla)
Le aree collinari ad alta
naturalità diffusa (colline del
Quiesa, Pizzorne, monti pisani
etc.) con copertura boschiva
costituita da associazioni
forestali di pino marittimo e
cerro e da castagneti
rappresentano un valore
ambientale in quanto
assicurano la continuità biotica
con i sistemi ambientali di
crinale.
Il territorio rurale che occupa la
fascia del paleo alveo del
Valori storico-culturali
Valori esteticopercettivi
Il paesaggio fluviale del
fiume Serchio ed il suo
intorno territoriale oltre a
rappresentare un elemento
qualificante sotto il profilo
percettivo per la presenza
della vegetazione ripariale,
di
pioppete,
di
aree
agricole,
costituisce
percorso panoramico dal
quale si aprono ampie
visuali.
:omissis:
Il sistema poderale che
22
Il paesaggio delle terre di
bonifica, connotato da fondi
COMUNE DI
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AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
ANTROPICI
Idrografia
artificiale
Paesaggi agrari
e forestali storici
Paesaggi agrari
e forestali
moderni
Serchio, oltre a rappresentare
la più importante discontinuità
territoriale della pianura
lucchese, riveste un valore
ambientale per l’equilibrio
ecologico che continua a
garantire.
Le porzioni di territorio rurale
che segnano le discontinuità
edilizie, seppur non rivestano
un ruolo produttivo,
permettono di raccordare
gli ecosistemi delle aree di
pianura con quelli fluviali e
collinari rivestendo così un
valore ambientale strategico.
Il paesaggio agrario collinare
presenta buoni livelli di
diversificazione colturale per la
presenza di oliveti e vigneti
alternati da aree boscate, cui
si associano elevate
prestazioni ambientali in
termini di mantenimento delle
continuità biotiche.
INSEDIAMENTI
E
INFRASTRUTTURE
Insediamenti
storici
Insediamenti
moderni
Viabilità e
infrastrutture
storiche
Viabilità e
infrastrutture
moderne
La presenza di un sistema di
verde urbano costituito da
parchi e aree pubbliche e
private e dagli altri sistemi di
connessione (aree agricole di
margine, le aree urbane di
pertinenza fluviale anche
attrezzate con percorsi)
assicura la continuità biotica
anche in ambito urbano oltre a
rappresentare un elemento di
qualificazione paesaggistica
dello spazio urbano.
caratterizza il sistema
insediativo rurale dell’area di
Montecarlo rappresenta un valore
storico.
La permanenza, in alcuni ambiti
della piana di Lucca, di alberate
(storicamente impiegate come
corredo vegetazionale dei
seminativi in coltura promiscua)
di filari e di siepi consente di
riconoscere una modalità storica
di organizzazione e gestione
dello spazio agrario.
Le sistemazioni idraulico-agrarie
quali muri a secco, ciglioni,
lunette, acquidocci, presenti
lungo le fasce pedecollinari dei
versanti nord e sud della piana,
costituiscono testimonianza
materiale dell’organizzazione
agraria del territorio di collina.
La rete delle ville e delle
residenze storiche sub-urbane
che caratterizza i versanti
collinari costituisce valore storicodocumentale sia per il valore
architettonico intrinseco dei beni
che per il loro ruolo culturale di
testimonianza di una specifica
organizzazione e gestione dello
spazio rurale.
La rete dei percorsi storici di
collegamento collinare quali
strade vicinali e mulattiere
assumono valore culturale in
quanto legati funzionalmente alla
complessa organizzazione
agraria della collina lucchese.
La rete dei presidi militari e dei
borghi fortificati quali ad esempio
Montecarlo, Altopascio, Nozzano
costituiscono testimonianze
storiche di valore documentale.
La rete delle pievanie ed il
sistema delle “corti” lucchesi
costituiscono gli elementi
generatori delle due modalità
insediative rispettivamente della
collina e della pianura lucchese.
Nella pianura di Lucca si
riscontrano ancora tracce della
centuriazione romana sia
nell’orditura dei fondi agricoli che
nella maglia infrastrutturale
minore, che rappresenta il valore
testimoniale dell’ organizzazione
storica del territorio.
:omissis:
regolari delimitati da canali
e da elementi vegetazionali
in filare, qualifica il territorio
dal punto di vista estetico
percettivo.
Gli elementi strutturali del
paesaggio agrario storico
diffusi lungo l’intero arco
collinare che circonda la
piana di Lucca qualificano il
territorio anche dal punto di
vista estetico percettivo.
I contesti collinari
assumono elevati valori
paesaggistici per la
relazione tra colture agrarie,
formazioni vegetazionali,
rete delle emergenze
architettoniche (villefattorie-pievi).
La rete dei percorsi storici di
collegamento collinare quali
strade vicinali e mulattiere
offrono numerosi punti di
vista e belvedere sul
paesaggio della piana di
Lucca e delle colline
contermini.
I borghi fortificati e gli
elementi del sistema di
difesa rappresentano
emergenze visive
percepibili anche a distanza
dai principali percorsi e assi
stradali.
:omissis:
Funzionamenti, dinamiche, obiettivi di qualità, azioni prioritarie
FUNZIONAMENTI E DINAMICHE
L’ambito di paesaggio della piana di Lucca è caratterizzato da un sistema insediativo diffuso con caratteri differenziati in base
alla localizzazione e alla concentrazione delle polarità funzionali: quello dei servizi della cultura e del turismo gravitante attorno al
centro storico di Lucca e quello produttivo che si è sviluppato prevalentemente attorno ai due poli della Cantoni e di Mugnano.
Nella piana si distinguono due strutture insediative: quella centrata su Lucca densa, compatta e radiocentrica e quella
discontinua ed episodica propria del sistema Capannori-Altopascio. Questa struttura è tenuta assieme da un denominatore
comune e cioè da una modalità insediativa, quella dei borghi o quartieri cresciuti attorno alle corti, dove i luoghi dell’abitare non
sono separati e distanti da quelli del lavoro che a loro volta sono prossimi ai luoghi della socialità e dei servizi.
Le pressioni insediative legate alla domanda di nuovi suoli per funzioni residenziali e commerciali hanno indotto fenomeni di
diffusione urbana che ha teso da un lato a accrescere gli addensamenti lungo la viabilità radiale fino alla saldatura in senso
trasversale, dall’altro ha alterato l’orientamento della maglia rurale storica di tipo centuriale, sovrapponendo ad essa insediamenti
ed infrastrutture orientati diversamente generando effetti squilibrati di disassamento e di perdita di leggibilità della matrice storica.
Rispetto al sistema insediativo storico, l’espansione novecentesca, in larga misura del secondo dopoguerra, è caratterizzata
dalla perdita della forma urbana: la crescita avviene sull’orditura della viabilità delle radiali storiche e intorno alle “corti” che
diventano i nuclei funzionali e centrali della crescita recente.
Questo ha prodotto fragili tessuti urbani attraverso la saldatura degli episodi insediativi posti lungo le radiali principali e,
successivamente, con l’erosione della maglia territoriale costituita dall’orditura viaria.
Si registra, inoltre, una tendenza alla densificazione e alla concentrazione lungo assi viari di funzioni produttive o specializzate
che generano tessuti mono-funzionali. Questi fenomeni hanno avuto rilevanti effetti anche sui caratteri e sul ruolo degli spazi
rurali: marginalizzazione e abbandono dell’attività agricola con progressiva banalizzazione o chiusura degli spazi rurali residui
con conseguente riduzione o scomparsa delle strutture del paesaggio agrario tradizionale.
Nel territorio della piana si riconoscono importanti segni delle infrastrutture per la mobilità (ferrovia e autostrada) che producono
una frattura fisica e percettiva del paesaggio oltre a interrompere la continuità biotica propria degli ambienti rurali.
Il paesaggio collinare mostra buoni livelli di integrità dovuti al mantenimento di assetti agrari tradizionali per effetto della
continuità d’uso agricolo e della specializzazione produttiva di olio e vino, e di rilevanza per la presenza di una rete di ville
storiche (realizzate a partire dal Cinquecento) che hanno prodotto una specifica modalità d’uso del territorio con effetti positivi in
termini di qualità storico percettiva del paesaggio. La rete delle ville interessa, con diversificati caratteri, il territorio a nord del
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COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
Serchio fino al torrente Pescia di Collodi, il territorio dell’Oltreserchio da Ponte a Moriano fino a Nozzano Balbano e il territorio dei
Monti Pisani a sud d a Meati fino a Vorno e al Compitese.
L’origine della villa è legata alla fiorente attività dei mercanti e banchieri lucchesi e nasce infatti come dimora suburbana di
famiglie benestanti atta ad offrire ospitalità e ad organizzare ricevimenti, disponendo di saloni interni e di parchi e giardini
all’esterno. A questa dimensione ricreativa si aggiunge quella produttiva: la villa è anche il centro di una intensa attività agricola e
forestale esercitata su porzioni di territorio rurale annessi alla proprietà.
La villa,così, con la sua organizzazione di spazi di pertinenza –giardino e coltivi- ed annessi agricoli costituisce la matrice storica
paesaggio delle colline lucchesi insieme alla rete delle pievi attorno alla quale hanno avuto origine i nuclei collinari.
Il sistema delle aree umide e palustri che comprende il lago di Bientina e la rete dei canali che confluisce nei canali del Bottaccio
e del Guappero in prossimità dell’acquedotto del Nottolini rappresenta una importante riserva di naturalità e allo stesso tempo
individua un tipo di paesaggio di elevato valore storico-documentale legato alle bonifiche storiche della Toscana.
Dal punto di vista ambientale, gli elementi che esprimono le qualità ambientali sono riconducibili al sistema fluviale del Serchio,
alla discontinuità insediativa rappresentata dal varco verde che insiste sull’area del paleo alveo del fiume e dal lago di Sibolla per
il quale si riscontrano fragilità degli ecosistemi presenti nell’area di Sibolla derivanti da modificazioni del regime idrico e delle
condizioni chimico- fisiche delle acque.
Dalla fine delle glaciazioni pleistoceniche il corso inferiore del Serchio ha iniziato a subire variazioni significative anche dovute
all’azione antropica che lo hanno portato ad assumere l’attuale configurazione ed hanno marcato le differenti parti della parte
nordovest della pianura sotto il profilo idraulico e morfologico.
ELEMENTI COSTITUTIVI NATURALI
Valori
Obiettivi di qualità
naturalistici
Conservazione e
Le aree collinari
tutela degli habitat che
e montane ad
caratterizzano le aree
alta naturalità
collinari e montane ad
diffusa
alta naturalità diffusa
con copertura
determinata dalla
boschiva.
presenza di
associazioni forestali
di pino marittimo e
cerro e da castagneti e
riqualificazione/restaur
o delle aree degradate
o connotate da
situazioni di criticità
ambientale.
ELEMENTI COSTITUTIVI ANTROPICI
Valori
Obiettivi di qualità
naturalistici
Tutela delle porzioni di
Il ruolo di
territorio
raccordo
rurale/agricolo
ecosistemici
che segnano le
garantito dalle
discontinuità all’interno
porzioni di
del tessuto urbano
territorio
della piana ai fini del
mantenimento delle
rurale/agricolo
continuità ecologiche
che segnano le
tra le aree di pianura,
discontinuità
quelle fluviali e
edilizie.
collinari.
La
diversificazione
colturale, cui si
associano
prestazioni
ambientali, del
paesaggio
agrario collinare.
Valori storico culturali
Il sistema
poderale che
caratterizza il
sistema
insediativo
rurale dell’area
di Montecarlo.
La rete dei
percorsi storici
di collegamento
collinare quali
strade vicinali e
mulattiere.
Conservazione dei
caratteri differenziati
della matrice agricola
propria delle colline
lucchesi e delle aree di
fondovalle ai fini del
mantenimento delle
continuità biotiche e
dei valori estetico
paesaggistici.
Azioni
La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento,
identifica gli ambiti collinari e montani caratterizzati da condizioni di naturalità
diffusa ovvero quelli caratterizzati da criticità o degrado e definisce indirizzi per
la pianificazione dei comuni orientandola verso la tutela, la valorizzazione dei
valori riconosciuti e verso il recupero-riqualificazione delle aree connotate da
fenomeni di criticità. La pianificazione comunale, anche in riferimento ai
contenuti del PTC, secondo la definizione di bosco di cui all’ art. 3 della LR
39/2000 e le specifiche tecniche di cui al D.D. 3212 del 15/07/08, perimetra tali
ambiti e promuove la relativa disciplina di tutela, gestione e riqualificazione
come sancita dalla LR 39/2000 ed il Relativo regolamento di attuazione
48/R/2003.
Le politiche ambientali provvedono a definire misure volte alla conservazione e
al mantenimento delle formazioni boscate anche ai fini della tutela dei versanti.
Azioni
La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento,
identifica gli ambiti in cui le porzioni di territorio rurale/agricolo all’interno del
tessuto urbano contribuiscono ancora ad assicurare le continuità biotiche e
definisce indirizzi per la pianificazione dei comuni orientandola verso la
valorizzazione di detti ambiti e verso il potenziamento del sistema delle
discontinuità.
La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC,
perimetra tali ambiti e definisce regole volte alla riqualificazione formale e di
riorganizzazione funzionale dei tessuti edilizi piuttosto che di occupazione di
nuovo suolo e alla gestione dell’attività agricola. Le politiche di sviluppo rurale
promuovono ed incentivano interventi finalizzati al conseguimento di tali
obiettivi di qualità sostenendo le attività agricole, anche amatoriali, quale
pratiche di miglioramento del paesaggio e dell’ambiente rurale.
Le politiche di sviluppo promuovono ed incentivano interventi che privilegino la
conservazione dei mosaici agrari e delle formazioni vegetali.
La disciplina comunale, per quanto di competenza favorisce la permanenza dei
valori così come riconosciuti.
Obiettivi di qualità
Azioni
Mantenimento della
leggibilità del sistema
insediativo che
caratterizza il territorio
rurale di Montecarlo
costituito
principalmente da
poderi.
La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento,
identifica gli ambiti del territorio rurale intorno all’abitato di Montecarlo,
connotati dalla presenza del sistema insediativo poderale e definisce indirizzi
per la pianificazione dei comuni orientandola verso la valorizzazione dei valori
riconosciuti.
La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC,
perimetra tali ambiti individuando i caratteri di ruralità espressi dalla tipologia
edilizia rurale ricorrente quali quella del podere e dalla sua relazione con le
aree di pertinenza e per quanto di competenza prescrive, promuove e
indirizza:
- la definizione di specifici abachi orientativi per la realizzazione di nuove
residenze rurali e per gli interventi di recupero;
- il corretto inserimento paesaggistico dei fabbricati nel contesto rurale con
particolare riferimento ai rapporti con la viabilità rurale;
- la salvaguardia dei caratteri tipologici e stilistici dei fabbricati attraverso una
puntuale disciplina del patrimonio edilizio di valore.
La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento,
identifica gli ambiti del territorio collinare caratterizzati dalla significativa
presenza di percorsi storici e definisce indirizzi per la pianificazione dei comuni
orientandola verso la tutela e la valorizzazione di tali valori.
La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC,
individua puntualmente i percorsi storici e definisce, per quanto attiene gli
aspetti edilizi e infrastrutturali, discipline volte a:
Tutela della rete dei
percorsi storici di
collina
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MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
- conservare l’andamento e la giacitura di tali percorsi;
- preservare i punti di belvedere che da essi si aprono sulla valle e sulle colline
adiacenti.
La pianificazione comunale individua altresì i filari che costituiscono l’arredo
vegetale della viabilità da tutelare con le procedure e le norme di cui agli
articoli 55 e 56 del regolamento forestale n. 48/R/2003.
Le politiche di sviluppo promuovono ed incentivano interventi che privilegino la
conservazione della rete dei percorsi storici di collina.
La disciplina comunale promuove la realizzazione e la riqualificazione di edifici
e annessi agricoli, realizzati anche tramite PAPMAA, in coerenza con il
contesto paesistico, insediativo e ambientale.
Valori esteticopercettivi
I contesti
collinari
caratterizzati
dalla relazione
tra colture
agrarie,
formazioni
vegetazionali,
emergenze
architettoniche
(ville-fattoriepievi),
sistemazioni
idraulico-agrarie.
Obiettivi di qualità
Azioni
Garantire la
percepibilità del
paesaggio delle colline
lucchesi dai principali
percorsi di pianura e
da quelli pedecollinari
tutelando i punti di
vista panoramici che
da essi si aprono.
La pianificazione provinciale individua i tracciati connotati da un elevato livello
di panoramicità per la eccezionalità o l’ampiezza delle visuali che si aprono da
e verso il paesaggio delle colline lucchesi.
La pianificazione comunale, anche sulla base di tale individuazione e sulla
base del riconoscimento dei punti panoramici di pianura e di collina, stabilisce
diversificate forme di tutela, con speciale riguardo alla gestione della
vegetazione e alla localizzazione e tipologia degli impianti di distribuzione
carburante lungo gli assi viari di pianura, alla collocazione di manufatti lungo
strada.
Il comune, la provincia e gli altri soggetti preposti, assicurano una adeguata
disciplina per l’installazione della segnaletica e della cartellonistica in
considerazione della panoramicità di tali contesti.
La pianificazione comunale assicura che siano applicati gli indirizzi per la tutela
definiti nella sezione 4 relativi ai DM. 17/07/1985 – G.U. 190 del 1985 Territorio
delle colline e delle ville lucchesi, sito nei comuni di Lucca, S.Giuliano Terme,
Massarosa, Montecarlo, Altopascio e Porcari.
I soggetti delegati al procedimento relativo al rilascio delle autorizzazioni
paesaggistiche verificano l’applicazione di tali indirizzi.
INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE
Valori
Obiettivi di qualità
naturalistici
Salvaguardare,
La presenza di
recuperare e
un sistema di
valorizzare il sistema
verde urbano
del verde urbano
costituito
costituito da parchi ,
da parchi e aree
dai percorsi
pubbliche e
e delle altre aree
pubbliche e private
private e dagli
che assicurano la
altri sistemi di
continuità ambientale
connessione.
Valori storicoculturali
La rete dei
presidi militari e
dei borghi
fortificati.
con il territorio
extraurbano.
La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento,
identifica gli elementi che compongono il sistema del verde urbano, e definisce
indirizzi per la pianificazione dei comuni orientandola verso la tutela e la
valorizzazione di tale valore e verso il recupero-riqualificazione delle aree
urbane e periurbane connotate da fenomeni di criticità da recuperare per il
rafforzamento complessivo del sistema.
La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC,
perimetra tali ambiti e detta regole d’uso volte alla la tutela dei suoi elementi
costitutivi.
La pianificazione comunale promuove il rafforzamento del sistema del verde
urbano attraverso azioni di recupero e valorizzazione di aree marginali anche
nell’ambito degli strumenti della perequazione urbanistica.
Obiettivi di qualità
Azioni
Tutela dell’impianto
morfologico ed edilizio
dei borghi
fortificati e della rete
dei presidi militari.
La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC,
individua i borghi fortificati e gli elementi che compongono il sistema dei presidi
militari (torri di avvistamento, rocche etc) e definisce:
- regole per tutelare i caratteri morfologici dell’impianto originario al fine di
conservarne la leggibilità nonché per tutelare la relazione visuale con il
contesto in cui si collocano;
- criteri per orientare la eventuale crescita secondo principi insediativi
consolidati, prevedendo prioritariamente interventi di completamento nelle aree
residue disponibili all’interno dei nuclei.
- strategie per la valorizzazione delle infrastrutture militari presenti.
La pianificazione comunale assicura che siano applicati gli indirizzi per la tutela
definiti nella sezione 4 relativi ai DM 24/07/1964 – G.U. 226 del 1964 Centro
abitato ed area circostante nel comune di Montecarlo.
I soggetti delegati al procedimento relativo al rilascio delle autorizzazioni
paesaggistiche verificano l’applicazione di tali indirizzi.
La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento,
definisce i criteri per identificare le corti che ancora mantengono elevati livelli di
integrità degli assetti morfologici e definisce indirizzi per la pianificazione dei
comuni orientandola verso la tutela e la valorizzazione di tale valore e verso il
recupero-riqualificazione delle situazioni connotate da fenomeni di criticità.
La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC,
perimetra tali ambiti e detta regole d’uso volte alla la tutela dei suoi elementi
costitutivi con particolare riferimento a:
- il mantenimento delle caratteristiche morfologiche della corte;
- il mantenimento/recupero dei rapporti tra corte e spazi scoperti;
- la gestione delle aree a comune e la ricomposizione dei volumi edificati.
La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento e
definisce indirizzi ed i criteri per la gestione sostenibile delle trasformazioni
nella pianura lucchese.
La pianificazione comunale perimetra tali ambiti e definisce discipline volta a:
- definire i margini degli insediamenti e provvedere alla ricucitura dei tessuti
incoerenti promuovendo la riqualificazione di spazi collettivi e l’inserimento di
funzioni pubbliche o di altre funzioni qualificanti lo spazio urbano;
- assicurare il mantenimento delle aree rurali che costituiscono discontinuità
del sistema insediativo lineare attestato lungo i principali assi stradali anche al
fine di garantire la fruizione visiva dei paesaggi collinari.
La modalità
insediativa della
“corte” lucchese.
Preservare le
specifiche
caratteristiche
morfologiche
nonché le relazioni
con il territorio
circostante
della corte lucchese.
I fenomeni di
dispersione
insediativa della
pianura
lucchese.
Riconfigurare il
sistema insediativo
della pianura
di Lucca caratterizzato
da dispersione
insediativa.
Valori esteticopercettivi
I borghi fortificati
e gli elementi
del sistema di
difesa.
Azioni
Obiettivi di qualità
Azioni
Assicurare la visibilità
dai principali tracciati
infrastrutturali e dai
principali punti di vista
panoramici dei
paesaggi caratterizzati
La pianificazione provinciale individua i tracciati connotati da un elevato livello
di panoramicità per la eccezionalità o l’ampiezza delle visuali che si aprono da
e verso gli elementi di valore estetico-percettivo riferiti agli insediamenti e alle
infrastrutture.
La pianificazione comunale, anche sulla base di tale individuazione e sulla
base del riconoscimento dei punti panoramici, stabilisce diversificate forme di
25
COMUNE DI
MONTECARLO
La rete dei
percorsi storici
di collegamento
collinare
quali strade
vicinali e
mulattiere
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
dalla presenza e/o
relazione tra i seguenti
elementi di valore
estetico percettivo
ed i contesti in cui si
collocano:
- i borghi fortificati e gli
elementi del sistema
infrastrutturale
di difesa.
tutela, con speciale riguardo al mantenimento dei rapporti tra costruito e spazi
rurali, e alla localizzazione e tipologia degli impianti di distribuzione carburante
lungo gli assi viari di pianura, alla collocazione di manufatti lungo strada che
possano ostacolare la percepibilità .
Il comune, la provincia e gli altri soggetti preposti, dovranno assicurare una
adeguata disciplina per l’installazione della segnaletica e della cartellonistica in
considerazione della panoramicità di tali contesti.
La pianificazione comunale assicura che siano applicati gli indirizzi per la tutela
definiti nella sezione 4 relativi ai seguenti D.M:
- 24/07/1964 – G.U. 226 del 1964 Centro abitato ed area circostante nel
comune di Montecarlo;
- 17/07/1985 – G.U. 190 del 1985 Territorio delle colline e delle ville lucchesi,
sito nei comuni di Lucca, S. Giuliano Terme, Massarosa, Montecarlo,
Altopascio e Porcari;
I soggetti delegati al procedimento relativo al rilascio delle autorizzazioni
paesaggistiche verificano l’applicazione di tali indirizzi.
2.2 - Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
Il PTC vigente è stato approvato con Delibera di C.P. N. 189 del 13 dicembre 2000 e
pubblicato sul BURT n. 4 del 24 gennaio 2001.
Si configura come lo strumento della pianificazione e programmazione territoriale di area
vasta provinciale che opera perseguendo il coordinamento delle politiche di interesse
sovra comunale, rappresentando per i Comuni il riferimento principale di programmazione
entro cui definire e delineare le scelte di trasformazione territoriale proprie della
pianificazione urbanistica comunale.
Il PTC vigente ha assunto quali obiettivi fondamentali la tutela dell’integrità fisica e
dell’identità storico-culturale del territorio provinciale:
a. segnalando i punti critici delle condizioni di fragilità ambientale su cui impostare scelte
strategiche per la difesa del suolo e concentrare azioni e risorse;
b. spostando e ridefinendo l’identità locale e la competizione con l’esterno alla scala
sovralocale dei sistemi territoriali;
c. assumendo e valutando le differenti condizioni e situazioni presenti nelle diverse realtà
locali non come “ squilibri” da colmare, ma come diversità da riconoscere e valorizzare in
quanto risorse proprie dei differenti luoghi;
d. delineando un quadro di riferimento coerente per il sistema della mobilità e le
infrastrutture di trasporto su cui definire progetti operativi e realizzare interventi
infrastrutturali in modo coordinato.
Il P.T.C. articola il territorio provinciale in tre sistemi territoriali di programma (sistema
territoriale dell’Appennino; sistema territoriale dell’Arno; sistema territoriale della Costa),
così come venivano individuati dal Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) regionale vigente
al momento della redazione dello strumento provinciale. Il piano provinciale individua di
conseguenza e sulla base del proprio quadro conoscitivo sistemi territoriali locali
corrispondenti ad ambiti sovracomunali ai quali il P.T.C. “prescrive debba farsi riferimento
per organizzare gli elementi di interesse sovracomunale e il sistema della mobilità”. I
sistemi locali così definiti sono:
- ambito della Valle del Serchio;
- ambito dell’Area Lucchese (di cui fa parte il Comune di Montecarlo);
- ambito della Versilia.
26
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
Per ciascun ambito o sistema locale, il P.T.C. individua obiettivi, da perseguire in
riferimento alle risorse città e insediamenti - territorio rurale - rete delle infrastrutture per la
mobilità, cui anche i comuni debbono guardare nella formulazione degli strumenti della
pianificazione e nella definizione della parte strategica del piano comunale.
In particolare costituiscono obiettivi specifici per l’ambito sovra comunale della Piana di
Lucca:
A) il superamento delle situazioni di rischio idraulico, privilegiando il recupero degli spazi
necessari per le dinamiche fluviali e favorendo la rinaturalizzazione del reticolo idraulico;
B) la valorizzazione e il recupero ambientale del paesaggio fluviale del fiume Serchio
privilegiando il mantenimento e l’arricchimento dei riconoscibili caratteri di prevalente
naturalità, la continuità territoriale degli ecosistemi, nonché il particolare rapporto
storicamente consolidato tra l’ambito fluviale e la città di Lucca;
C) la tutela ambientale, la riqualificazione e la messa in sicurezza del sistema trasversale
dei corsi d’acqua che dalle Pizzorne confluisce nell’alveo dell’ex lago di Bientina;
D) il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema delle aree umide e
palustri, nonché dei corsi d’acqua connessi, riconoscibile intorno ai canali Rogio e
Ozzeretto, che dal Bientina confluisce nelle aree del Bottaccio e del Guappero in
prossimità dell’acquedotto del Nottolini;
E) il recupero e il ripristino ambientale del Lago di Sibolla;
F) il riconoscimento, l’arricchimento e la valorizzazione dei caratteri identificativi propri del
«varco» verde di rilevanza sovracomunale riconoscibile nel territorio interessato dal
paleoalveo del Serchio, con le sue permanenze morfologiche, idrogeologiche e
vegetazionali e le sue relazioni con il reticolo idrografico anche minore (fossi e canali di
irrigazione);
G) il mantenimento, il recupero e la valorizzazione della unitarietà geografica e storica del
territorio lucchese e dell’impianto territoriale consolidato, costituito dalla convergenza
radiale sul polo urbano di Lucca, anche attraverso il riordino degli insediamenti lineari
lungo la viabilità storica e la riqualificazione delle esistenti polarità minori e diffuse;
H) l’arresto della dispersione insediativa e la promozione della ricomposizione dei tessuti,
attraverso il riconoscimento, il mantenimento e il recupero della struttura urbana diffusa, il
completamento e il riordino degli esistenti tessuti edilizi non saturi, la loro riqualificazione e
ricomposizione morfologica e funzionale, la definizione e qualificazione dei margini degli
insediamenti;
I) il rafforzamento della identità culturale attraverso l’equilibrato utilizzo delle risorse e la
valorizzazione e la tutela dei beni storico-architettonici e paesaggistici e, in particolare, del
sistema territoriale delle Ville e delle corti, delle relazioni di questi con l’utilizzo agricolo del
territorio collinare e della pianura, con i borghi, i centri, la viabilità, la viabilità e gli elementi
testimoniali di antica formazione;
L) la valorizzazione e la salvaguardia, anche attraverso specifico progetto di scala
sovracomunale, dei beni archeologici dell’area del Bientina e del territorio adiacente;
M) la riorganizzazione del sistema dell’accessibilità attraverso:
m1. il potenziamento dell’offerta di trasporto su ferro per le persone e le merci tramite
interventi di qualificazione delle infrastrutture e dei servizi ferroviari finalizzati alla riduzione
dei tempi di viaggio e al cadenzamento dei servizi per le persone;
m2. la riorganizzazione del nodo ferroviario della stazione di Lucca, funzionale anche
all’attivazione di un servizio ferroviario metropolitano all’interno dell’area urbana e nelle
zone limitrofe;
27
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
m3. la chiusura dell’attuale casello autostradale di Carraia e la realizzazione di un nuovo
accesso all’A11 in Comune di Capannori;
m4. l’adeguamento strutturale e funzionale della rete viaria di interesse sovracomunale,
con l’individuazione delle tratte e dei nodi critici da interessare a specifici interventi
finalizzati al riordino e alla riorganizzazione
complessiva della rete e all’integrazione di questa con l’ambito sovracomunale della Valle
del Serchio e con l’”area vasta” di Livorno-PisaLucca;
m5. la promozione di azioni di integrazione del sistema della mobilità lucchese nell’”area
vasta” di Livorno-Pisa-Lucca, nonché con la Provincia di Massa, indicando i ruoli e le
prestazioni delle infrastrutture proprie del territorio lucchese relative all’ambito
metropolitano Livorno-Pisa-Lucca;
m6. Il recupero e la valorizzazione degli elementi di viabilità minore intra e
intercomunale da utilizzare come piste ciclabili;
N) l’irrobustimento del sistema delle aree produttive poste ad est della città di Lucca deve
introdurre nella pianificazione territoriale elementi e parametri di qualità ambientale,
invertendo la pratica meramente quantitativa finora adottata, attraverso la concentrazione
e la individuazione di aree, la cui vocazione quali sedi di insediamenti produttivi sia da
ritenersi consolidata, da riordinare, riqualificare e completare, favorendo l’innalzamento
del livello qualitativo e quantitativo delle opere di urbanizzazione e dei servizi alle imprese,
nonché delle misure idonee alla qualificazione di tali aree come ecologicamente attrezzate
ai sensi delle vigenti leggi;
O) il mantenimento e lo sviluppo, nelle differenti realtà dell’ambito, delle attività produttive
agricole, da considerare a pari titolo con quelle artigianali e industriali, e superando la
marginalità alla quale le attività produttive agricole sono state ridotte nelle recenti
trasformazioni territoriali.
Il P.T.C. inoltre individua nove strutture territoriali, qui di seguito elencate:
- Il territorio dell’Appennino (AP);
- Il territorio delle Alpi Apuane (AA);
- Il territorio del fiume Serchio e della Lima (FV);
- Il massiccio delle Pizzorne (PZ);
- La collina di Montecarlo e Porcari (MCP);
- Il territorio dell’Oltreserchio e delle colline di Quiesa e Massarosa (QMO);
- I Monti Pisani (MP);
- La pianura di Lucca e del Bientina (PL);
- La pianura costiera versiliese (PC).
L’articolazione del territorio provinciale in ambiti dotati di proprie identità e specificità
territoriale costituisce un utile supporto e un indirizzo per la formazione dei Piani Strutturali
dei Comuni che dovranno contenere, come fondamento conoscitivo e programmatorio,
“sia l’individuazione dei sistemi e dei sub-sistemi ambientali” sia lo “Statuto dei luoghi”,
integrando e dettagliando le unità territoriali individuate.
Il territorio di Montecarlo,(art.12 comma 2 delle Norme del PTC) si articola in due strutture
territoriali di riferimento nell’ambito dell’Area Lucchese, ossia:
- nella struttura territoriale Collinare di Montecarlo e Porcari, in particolare “La collina di
Montecarlo e Porcari” (CMP);
28
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
nella struttura territoriale della Piana di Lucca e del Bientina ed in particolare “La
pianura dell’insediamento diffuso” (PL2).
Le norme del PTC indicano le prescrizioni da recepire negli strumenti urbanistici comunali
per la disciplina delle strutture territoriali e degli ambienti e paesaggi locali in cui ricadono i
diversi ambiti del territorio (rurale, il sistema insediativo, le infrastrutture, le attrezzature).
In particolare per il territorio rurale, ossia quello diverso dall’urbano e da quello interessato
da infrastrutture, attrezzature, strutture insediative extraurbane e attività estrattive, viene
articolato nel modo seguente:
- territorio a prevalente naturalità di crinale;
- territorio a prevalente naturalità diffusa;
- territorio di interesse agricolo primario;
- territorio di interesse agricolo.
Per ciascuna articolazione si stabiliscono criteri ed indirizzi specificati nell’ Appendice 2
alle norme del P.T.C. denominata “Criteri ed indirizzi attinenti il territorio rurale”, costituita
da schede di riferimento articolate, per ogni partizione precedentemente indicata, in
specifici ambiti, corrispondenti di norma a categorie tipologiche.
Si riporta per intero la scheda di interesse per il comune di Montecarlo:
-
Territorio di interesse agricolo primario
Ambito 6
AMBITO DEI VIGNETI D.O.C. DI MONTECARLO E CAPANNORI
DESCRIZIONE
Ambito compreso nelle strutture territoriali del Massiccio delle Pizzorne (PZ), delle
colline di Montecarlo e Porcari (CMP), della pianura di Lucca e del Bientina (PL), negli
ambienti e paesaggi locali PZ4 - Le controcoste: Anchiano, Corsagna, PZ5 - Il bacino
di Brancoli, PZ6 - Il bacino di Villa Basilica e la valle del Pescia di Collodi, PZ7 - Il
contrafforte collinare dal fiume Serchio al torrente Pescia di Collodi, CMP - La collina
di Montecarlo e Porcari, PL2 - La pianura dell'insediamento diffuso.
L’area corrisponde alla zona degli insediamenti storici del versante sud del Massiccio
delle Pizzorne e si sviluppa fino al sistema storico delle ville lucchesi e del
capannorese in prossimità del fondovalle, interessando anche il sistema collinare dei
comuni di Lucca e Porcari. La promiscuità della coltura dell'oliveto nelle zone più alte
e del vigneto verso le zone pedocollinari caratterizza un sistema paesaggistico con
emergenze storico testimoniali, quali le “ville lucchesi” e i loro territori, unico nella
Provincia di Lucca. Nell’area l'assetto produttivo di qualità (D.O.C. - D.O.C.G.) si
sposa con un sistema paesaggistico arricchito da notevoli valenze storiche.
E’ da classificare come area ad agricoltura intensiva o specializzata (ai sensi
dell’articolo 29 del Piano di indirizzo territoriale regionale).
Nell’area assume funzione di invariante strutturale, riconoscibile a livello provinciale, il
sistema degli oliveti e dei vigneti con le sue relazioni con gli elementi territoriali propri
dell’area.
CRITERI E INDIRIZZI
1) Definire e individuare le risorse agro-ambientali e le invarianti strutturali alla scala
comunale.
2) Salvaguardare le zone di particolare importanza per il ciclo biologico di specie di
flora e di fauna selvatica protetta riconoscibili attraverso il quadro conoscitivo
comunale.
3) Individuare e perimetrare le aree agricole da definire quali aree agricole di controllo
dei caratteri del paesaggio, in vista della tutela del sistema insediativo storico, con
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COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
particolare riferimento a quello delle ville, e del territorio ad esso connesso.
4) Individuare e disciplinare, con finalità di tutela conservativa, la viabilità poderale
storica, le alberature esistenti, i parchi e giardini storici.
5) Individuazione delle aree dove conservare il sistema colturale storico degli oliveti e
dei vigneti, nonché delle sistemazioni agrarie esistenti (superfici, forme, ecc.).
6) Individuare e classificare gli edifici e i complessi edilizi di interesse
storicoarchitettonico e testimoniale.
7) Disciplinare le trasformazioni ammissibili degli edifici e dei complessi edilizi di cui
al punto 6), e quelle ammissibili degli altri edifici e manufatti edilizi esistenti.
8) Individuare le aree nelle quali sia vietata la nuova edificazione funzionale alle
attività agricole a norma dell’articolo 3 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64.
9) Individuare e disciplinare le aree nelle quali siano ammissibili gli interventi di cui al
comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64.
In ragione del mutato quadro di riferimento legislativo e per rispondere al mandato del
Presidente e alle conseguenti azioni programmatiche, la Provincia di Lucca ha avviato le
procedure di Variante di adeguamento ai sensi della L.R. 1/2005 del proprio Piano
Territoriale di Coordinamento con delibera di G.P. n°118 del 29 luglio 2010,
ponendosi i seguenti obiettivi.
Obiettivi generali
• Conferma dei principi ispiratori e dei contenuti fondanti del vigente PTC, con particolare
riferimento al principio dello sviluppo sostenibile, dell’integrità fisica e della
valorizzazione della identità culturale del territorio.
• Definizione delle strategie che possano accrescere la competitività del proprio sistema
locale attribuendo al PTC il ruolo di strumento di governo del territorio da costruire in
stretta sinergia con il PLS e il PASL.
• Rafforzamento del concetto di governance che valorizzi la collaborazione e la sinergia
fra gli enti locali e tutti i soggetti a vario titolo operanti sul territorio attraverso un’azione
interistituzionale che coinvolga da un lato i Comuni e dall’altra la Regione.
• Attribuzione al PTC del ruolo di quadro di riferimento dove le politiche dei vari livelli
istituzionali si confrontino ed arrivino a coerenza.
• Assunzione dei sistemi territoriali locali (Piana di Lucca, Versilia e Valle del Serchio) quali
unità minime per la definizione delle politiche territoriali.
Obiettivi specifici
• La sicurezza e integrità fisica del territorio.
• La salvaguardia dell’ambiente naturale e la crescita della biodiversità.
• Lo sviluppo del sistema economico locale in un contesto si riferimento di area vasta e la
disponibilità di una rete infrastrutturale moderna.
• La formazione di un sistema di città equilibrato e policentrico con individuazione e
distribuzione delle funzioni rare.
• Individuazione e distribuzione della rete per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti;
tutela e programmazione dell’utilizzo della risorsa idrica.
• Salvaguardia dei territori inedificati e attenzione al consumo di suolo.
30
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
• La riduzione dei consumi energetici e il ricorso all’uso delle energie prodotte da fonti
rinnovabili e la sostenibilità edilizia.
Con riferimento all’art. 15 della L.R. 01/2005 sui contenuti del Documento di Avvio del
Procedimento e a quanto previsto al 1° comma all’art. 51, nella variante al P.T.C. vengono
definiti gli elementi che concorreranno a formare la componente statutaria del piano:
le risorse essenziali per il territorio provinciale, la cui tutela e utilizzo vengono posti al
centro della definizione degli obiettivi e delle azioni del piano;
le invarianti strutturali, individuate a partire da quelle del PTCP 2000 opportunamente
riformulate e integrate;
i sistemi territoriali e funzionali, in cui articolare gli obiettivi del piano;
gli obiettivi funzionali, articolati in generali e specifici, relativi al complesso del territorio
amministrato.
I contenuti più strettamente connessi con le scelte territoriali verranno invece direttamente
sviluppati alla scala dimensionale intermedia tra quella provinciale e comunale, identificata
con i tre sistemi territoriali della Versilia, della Piana di Lucca e della Valle del Serchio,
riconfermando quindi la scelta del PTCP 2000. Oggi si rende necessario un
aggiornamento degli obiettivi, la cui definizione emergerà dai tavoli tecnici che saranno
avviati con i comuni e che accompagneranno lo sviluppo della variante del PTC.
In relazione a tali obiettivi territoriali, si riportano quelli individuati per la Piana di Lucca.
Temi
Elementi di attenzione per approfondimenti
1
Rischio idraulico,
funzioni
naturalistiche e
paesaggistiche dei
corsi
d’acqua
2
Inversione della
tendenza al
depauperamento
dei
sistemi ecologici e
tutela dei valori
naturalistici
3
Tutela e
valorizzazione
dei valori storico
culturali che
a. Definizione interventi prioritari di difesa della pericolosità idraulica e recupero
di spazi per le dinamiche fluviali, in collaborazione con le competenti Autorità di
Bacino del Serchio e dell’Arno. Interventi di riqualificazione e manutenzione del
reticolo idraulico minore e di bonifica che interessa la piana.
b. Riqualificazione della funzione di collegamento naturalistico nell’alveo e lungo
le sponde (reintroduzione di fasce boscate, uso di tecniche di ingegneria
naturalistica,..)
c. Tutela ambientale, riqualificazione e messa in sicurezza del sistema
trasversale dei corsi d’acqua che dalle Pizzorne confluisce nell’alveo dell’ex
lago di Bientina;
d. Interventi per la valorizzazione dei corsi d’acqua come elementi fondanti di
caratterizzazione del paesaggio (es: rapporto tra Serchio e centro storico di
Lucca, con realizzazione di area di parco fluviale e centro di accoglienza per la
Via Francigena)
e. Interventi di manutenzione e riqualificazione del reticolo idraulico minore e di
bonifica.
a. Connessioni ecologiche e valorizzazione delle diverse aree umide, palustri e
naturalistiche esistenti (ex Lago di Bientina, area tra Bientina, Bottaccio e
Guappero, Lago di Sibolla, paludi di Verciano e Massa Macinaia)
b. Tutela e valorizzazione delle aree verdi residuali, connessione ecologica
interna alle zone urbane e con le aree esterne agli abitati e i corsi d’acqua;
continuità biotica aree urbane e ambiti rurali di pianura con particolare
riferimento alle residue aree boscate planiziali
c. Conservazione e tutela degli habitat che caratterizzano le aree collinari e
montane ad alta naturalità, specie in presenza di pino marittimo, cerro e
castagneto; recupero delle aree degradate e connotate da situazioni di criticità
ambientale
d. Mantenimento del varco ecologico lungo il paleoalveo del Serchio tra Lucca e
Capannori, ed in generale mantenimento e valorizzazione dei paesaggi dei
paleo alvei, e tutela della vegetazione degli ambiti fluviali del Serchio e della rete
dei corsi d’acqua minori
e. Tutela degli ambiti rurali di pianura che siano connotati dalla presenza
significativa di alberate, di filari e di siepi; tutela delle aree agricole che creano
discontinuità nell’edificato tra abitati per la loro funzione di connessione
ecologica.
f. Tutela e valorizzazione del sistema carsico dei Monti Pisani e dei geotipi.
a. Tutela dei valori storico culturali come segnalati dal PIT paesaggistico: borghi
fortificati, presidi militari, corti e relazioni con l’intorno, pievi, pievanie, matrice
centuriate, acquedotto Nottolini, sistema delle ville, mura di Lucca e centro
storico, archeologia industriale (ex-cartiere), paesaggi aree bonificate, sistema
31
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
caratterizzano il
contesto
paesaggistico
4
Completamento
degli
itinerari viari di
collegamento
primario
5
Potenziamento
trasporto pubblico
e
interconnessione
tra le diverse
modalità
6
Creazione di circuiti
e
modalità di
gestione per
mettere a sistema
le risorse turistiche,
anche
in collegamento
con gli altri due
sistemi
territoriali
7
Consolidamento e
rafforzamento delle
aree produttive
tradizionali
8
Creazione delle
condizioni per
coesistenza delle
diverse forme di
commercio
Sistema urbano
policentrico;
riorganizzazione,
recupero e
valorizzazione del
tessuto urbano
consolidato.
9
insediativo rurale di Montecarlo, alberature e filari nella piana di Lucca,
sistemazioni agrarie tradizionali (muri a secco, ciglioni, lunette, acquidocci) lungo
le fasce pedecollinari dei versanti a nord e sud di Lucca; rete dei percorsi storici
di collina, nella giacitura e negli elementi complementari, quali siepi e filari
erborati; conservazione dei caratteri differenziati della matrice agricola delle
colline sia per il valore ecologico che paesaggistico.
b. Individuazione e tutela dei coni per la percezione visiva dalle infrastrutture,
come da indicazioni del PIT paesaggistico, verso le aree delle bonifiche, corsi
d’acqua, colline ed altri elementi caratterizzanti il paesaggio della Piana di Lucca
(borghi fortificati, elementi di difesa, pievi, ville e relativi giardini, acquedotto del
Nottolini, mura di Lucca e suo intorno verde), paesaggi del Serchio ed aree
umide; percezione del paesaggio delle colline Lucchesi dai percorsi di pianura.
a. Riorganizzazione della viabilità per fare fronte ai flussi di traffico nella Piana
tra Lucca, Altopascio, Capannori e le direttrici verso la Valle del Serchio.
Attuazione accordo sulla viabilità di collegamento tra Valle del Serchio e
corridoio autostradale della A11, evitando l’attraversamento del centro di Lucca
b. Gerarchizzazione della rete viaria esistente, separando le strade per i flussi
locali da quelle per i flussi sovralocali, ed intervenendo per dare fluidità alle
intersezioni critiche. (Circonvallazione Altopascio, adeguamento SS12,
realizzazione assi Nord-Sud e Est- Ovest, nuovo ponte sul Fiume Serchio,:)
a. Raccordo con le altre province per la creazione di un sistema di mobilità su
ferro a carattere metropolitano che connetta in modo rapido tutti i poli urbani
presenti nella Pina dell’Arno e lungo la costa
b. Raddoppio della Viareggio - Pistoia, ed organizzazione degli orari in modo da
creare sistema con le linee Tirrenica e Alta Velocità
c. Potenziamento dei collegamenti lungo linea Lucca-Aulla, passeggeri e merci,
e lungo Lucca-Pisa, ed organizzazione di collegamenti diretti verso l’areoporto
d. Realizzazione di reti ciclabili urbane, che colleghino tra loro i servizi e le
fermate/stazioni del trasporto pubblico. Sviluppo di percorsi, parcheggi ed altre
attrezzature che permettano di ampliare il bacino di captazione delle stazioni
e. Realizzazione di centro interscambio modale (con parcheggi, bus e servizi)
nell’area dell’ex -scalo merci di Lucca, e potenziamento collegamenti merci
verso corridoio centrale per Firenze, verso corridoio Tirrenico e Pontremolese, e
verso i porti di Livorno e La Spezia
a. Creazione di circuiti che mettano a sistema risorse storico-culturali e
naturalistiche dal capoluogo, al sistema di ville, ai manufatti di archeologia
industriale, alle zone naturalistiche e di coltura agricola specializzata, anche
attraverso percorsi ciclabili che si originino in corrispondenza del circuito delle
mura e delle stazioni ferroviarie
b. Calendarizzazione degli eventi ricorrenti nel capoluogo: Lucca città della
musica, del fumetto, dell’immagne (digital foto festival), in modo da creare
sinergie con analoghi o complementari eventi di altre zone della provincia o in
province confinanti
c. Parco archeo-naturalistico della Piana di Lucca - fattorie romane a Fossanera,
Frizzone
d. Recupero per servizi e spazi convegni, mostre ed attività culturali di volumi ed
aree dismesse all’interno del centro storico del capoluogo come da progetto
PIUSS “Lucca Dentro”
e. Valorizzazione degli itinerari storici riconosciuti dal PIT paesaggistico: vie
consolari, via Francigena, percorsi del lavoro e della fede
a. Riuso delle aree dismesse e realizzazione di poli tecnologici compatibilmente
con il contesto territoriale
b. Individuazione poli produttivi di interesse sovra locale da attrezzare con
servizi alle imprese e come aree produttive ecologicamente attrezzate
c. Valorizzazione della posizione geografica strategica rispetto alle altre aree
urbane Toscane e Liguri, alle relative università, e alle infrastrutture portuali ed
aeroportuali
d. Rilancio del settore calzaturiero, creazione di Cittadella della Calzatura,
percorsi di certificazione ambientale delle imprese
e. Centro servizi per le imprese della carta anche in collegamento con i centri di
ricerca universitari: innovazione del prodotto, ciclo produttivo a minore impatto
ambientale
f. Realizzazione delle strutture centrali del Centro Agroalimentare Polivalente
g. Indirizzi per verificare la compatibilità territoriale e ambientale di impianti per
rifiuti di carattere locale e sovra locale. Indirizzi per il tema dei rifiuti nell’industri
cartaria
h. Mantenimento delle attività agricole, ed in particolare quelle specializzate e di
filiera per prodotti tipici
a. Potenziamento servizi per i centri commerciali naturali nei centri storici
b. Organizzazione sistema integrato e coordinato di offerta tra esercizi di vicinato
e medie strutture
c. Criteri per valutare la compatibilità territoriale e ambientale dei nuovi
insediamenti commerciali (principalmente medie e grandi strutture)
a. Rafforzamento riconoscibilità delle polarità urbane minori anche al fine di
riordinare i sistemi urbani lineari che si vanno formando sulle direttrici radiali che
partono dalle mura di Lucca (compattazione forma urbana, maggiore
riconoscibilità dei margini urbani, arresto della dispersione insediativa,
promozione e ricomposizione dei tessuti urbani storici, ecc.)
b. Potenziamento delle identità culturali legate al sistema territoriale delle ville e
delle corti, e dei correlati usi agricoli collinare e di pianura, dei borghi, dei
percorsi e degli elementi testimoniali di antica formazione
32
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
10
Riorganizzazione
delle
funzioni e servizi di
rilevanza
sovralocale
11
Razionalizzazione
e
contenimento uso
della
risorsa idrica.
Tutela
qualità e quantità.
Contenimento della
tendenza alla
progressiva
artificializzazione e
impermeabilizzazio
ne
del suolo
12
Razionalizzazione
e
contenimento uso
della
risorsa energetica
c. Definizione di modalità per valutare gli effetti cumulativi del complesso di
trasformazioni dei diversi piani comunali. Prevedere obiettivi qualitativi e
quantitativi per il consumo di suolo.
d. Realizzazione di nuovi insediamenti solo in zone collegate facilmente con le
infrastrutture viarie esistenti, o con le stazioni e fermate del trasporto pubblico
a. Razionalizzazione di funzioni e servizi secondo una logica sovra comunale
individuando i relativi bacini di utenza
b. Collocazione delle funzioni di eccellenzain funzione di un’ipotesi ragionata sul
ruolo della provincia alla scala metropolitana, e contemporanea riflessione sul
riuso dei contenitori dismessi
c. Realizzazione del nuovo ospedale e della Cittadella della Salute
d. Servizi e parcheggi a supporto del polo fieristico di Sorbano
e. Individuazione polo di ricerca universitaria che integri e non si sovrapponga
all’offerta formativa dei poli esistenti a Firenze e a Pisa
f. Realizzazione di Planetario ed altri servizi nell’area del Parco Fluviale del
Serchio
a. Contenimento usi risorsa idrica potabile nel patrimonio edilizio esistente e
programmato. Criteri qualitativi e definizione di valori obiettivo
b. Realizzazione di impianti duali, raccolta e riuso delle acque meteoriche per usi
non potabili
c. Ottimizzazione uso della risorsa idrica per i cicli produttivi, con particolare
riferimento al settore cartario
d. Accordo per la gestione del patrimonio idrico di falda della piana, anche in
riferimento all’approvigionamento delle altre province, e ai problemi di
subsidenza
e. Attuazione dell’Accordo Integrativo (2006) per la tutela delle risorse idriche del
Serchio e degli acquiferi della Piana lucchese, di Capannori, Porcari e Padule
del Bientina
f. Interventi di recupero delle aree urbanizzate dismesse puntando al recupero di
una percentuale significativa di suolo permeabile
g. Interruzione della continuità delle superfici impermeabili di vaste dimensioni,
come nelle aree di parcheggio e di manovra
h. Mantenimento aree agricole specializzate, comprese quelle residuali o
interstiziali, anche con finalità di presidio del territorio riducendo le pressioni
esercitate sugli acquiferi
i. Attuazione del Protocollo d’Intesa (Novembre 2009) tra Provincia di Lucca e le
Autorità di Bacino Arno e Serchio per lo sviluppo di un modello idrogeologico
unico per la gestione delle acque della Piana
a. Promozione modalità di contenimento del consumo energetico negli edifici
nuovi, e modalità per il recupero di efficienza energetica nel patrimonio edilizio
esistente
b. Sviluppo di reti di teleriscaldamento per gli interventi più consistenti, che
possano essere gradualmente ampliate a servire ampie aree urbane.
Potenziamento dell’impianto di teleriscaldamento a biomasse del capoluogo
c. Linee guida per la localizzazione e realizzazione di pannelli fotovoltaici e
impianti eolici in aree agricole o sensibili dal punto di vista paesaggistico
d. Impianto elettrico di Ponte Moriano in Comune di Lucca
Negli elaborati a corredo dell’Avvio di procedimento di variante alla strumentazione
provinciale
è
presente
il
Quadro
Conoscitivo
composto
da:
- dati ed informazioni già in possesso dell'amministrazione provinciale;
- nuovi dati ed informazioni acquisite ed elaborate nel periodo di gestione del PTCP
vigente e a seguito dell'approvazione del Documento programmatico di indirizzo
approvato con delibera del Consiglio Provinciale n. 95 del 25 giugno 2009;
- dati ed informazioni in possesso di altri enti e che è stato possibile acquisire.
Ad oggi pertanto il Quadro Conoscitivo non risulta completo nella sua interezza
rendendosi necessario acquisire ulteriori dati, analisi e conoscenze in possesso di altri enti
ed inoltre completare una serie di analisi già avviate tuttora in corso di elaborazione e che
faranno parte del Quadro Conoscitivo complessivo che costituisce parte integrante del
progetto di piano.
Il comune di Montecarlo, nella cartografia di quadro conoscitivo, ad oggi disponibile,
risulta ricadere nei seguenti sistemi Territoriali:
33
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
ST.01 – Sistema delle aree naturali di valore paesaggistico - ambientale, del territorio
rurale caratterizzato da aree ad esclusivo o prevalente interesse agricolo, compreso il
sistema insediativo storico anche a carattere monumentale e i centri storici minori.
ST.02 – Sistema del territorio di pianura caratterizzato da aree di interesse agricolo e
dall’insediamento diffuso, dalle future espansioni del sistema insediativo recente e
caratterizzato dalla città capoluogo e dai principali insediamenti urbani.
2.3 - Il Piano Strutturale vigente
Il Comune di Montecarlo è dotato di Piano Strutturale (PS) approvato con deliberazione
C.C. n. 22 del 12.06.2002.
L’elaborazione della strumentazione urbanistica, secondo i disposti della L.R. 5/95, ha
origine dal 1995. In tale anno l’Amministrazione Comunale di Montecarlo decise di
procedere ad un adeguamento del P.d.F. approvato
dalla Regione nel 1987,
raggiungendo l’obiettivo della definitiva approvazione dopo circa 7 anni.
2.3.1 Articolazione territoriale
Conformemente all’ organizzazione strutturale generale del territorio provinciale (PTC), ma
con particolare approfondimento riferito al territorio del Comune di Montecarlo, sulla base
degli studi geomorfologici, della acclività dei terreni, dei bacini imbriferi, della presenza e
della articolazione degli abitati esistenti e della suddivisione del territorio in sezioni di
censimento, si sono definiti sistemi territoriali, propri del P. S., individuati nella tavola
grafica n. 1 e n. 2 del Piano Strutturale:
A) Sistema territoriale della collina
B) Sistema territoriale della pianura nord-orientale
C) Sistema territoriale delle aree pedecollinari sud-occidentali
Sono obiettivi del Sistema territoriale della collina (“A”):
a) la salvaguardia dell’assetto idrogeomorfologico esistente;
b) la tutela e la valorizzazione delle aree boscate;
c) il contenimento delle nuove superfici edificabili e la inedificabilità di quelle di crinale e
delle aree boscate;
d) il recupero e la valorizzazione dei vigneti e degli oliveti;
e) la tutela e il recupero delle rete viaria secondaria e della sentieristica, con prevalente
mantenimento delle finiture non bitumate;
f) Conferma e riqualificazione formale e funzionale del sistema insediativo
storico e di recente formazione esistente, anche attraverso strumenti operativi di dettaglio,
quali: programmi integrati di intervento, piani di settore, piani attuativi;
g) integrazione ed eventuale ridistribuzione della dotazione dei servizi e delle attrezzature.
Sono obiettivi del Sistema territoriale della pianura nord-orientale (“B”):
a) realizzare la sicurezza idraulica del territorio, tramite interventi diretti e
coordinati di Enti e Uffici pubblici e prevenendo interventi che potrebbero
alterare i delicati equilibri idraulici esistenti;
34
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
b) la salvaguardia e valorizzazione delle colture agrarie tipiche;
c) il recupero e la valorizzazione degli insediamenti di matrice storica;
d) la riqualificazione e il consolidamento del sistema insediativo residenziale di recente
formazione;
e) il consolidamento e la riqualificazione del sistema insediativo produttivo;
f) la dotazione e la ridistribuzione di attrezzature e servizi ad integrazione del sistema
insediativo;
Sono obiettivi del Sistema territoriale delle aree pedecollinari sudoccidentali (“C”):
a) la salvaguardia dell’assetto idrogeomorfologico esistente;
b) la tutela e la valorizzazione delle aree boscate;
c) la inedificabilità delle aree boscate;
d) recupero e valorizzazione dei vigneti e degli oliveti;
e) sviluppo dell’agricoltura
f) la tutela e recupero delle rete viaria secondaria a servizio dei nuclei sparsi;
g) la riqualificazione e lo sviluppo del sistema insediativo residenziale di
recente formazione;
h) il consolidamento e la riqualificazione del sistema insediativo produttivo e la previsione
di aree commerciali;
g) l’integrazione della dotazione dei servizi e delle attrezzature.
2.3.2 Sistemi funzionali
Al fine di una più chiara definizione dei contenuti dei sistemi territoriali e per la
enunciazione delle disposizioni normative, dei criteri e degli indirizzi per gli interventi
attuativi e dello statuto dei luoghi i sistemi territoriali del P. S. del comune di Montecarlo
sono articolati nei seguenti sistemi funzionali e i relativi sub-sistemi:
Il sistema funzionale dell’agricoltura caratterizzato da valori ambientali, nel
quale si distinguono:
- il sub-sistema geomorfologico,
- il sub-sistema idrografico,
- il sub-sistema delle aree boscate,
- il sub-sistema agricolo.
Il sistema funzionale insediativo, nel quale si distinguono:
- il sub-sistema insediativo storico,
- il sub-sistema insediativo recente e in formazione, a prevalente uso
residenziale,
- il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso
produttivo artigianale, industriale e commerciale.
Il sistema funzionale infrastrutturale, nel quale si distinguono:
- il sub-sistema della viabilità storica,
- il sub-sistema della viabilità di ordine superiore,
- il sub-sistema ferroviario.
35
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
Il sistema funzionale dei servizi e delle attrezzature.
2.3.3 Invarianti strutturali
Il Piano Strutturale individua le invarianti strutturali in riferimento ai criteri e
agli indirizzi del P.T.C., integrando e dettagliando il quadro delle “invarianti” individuate a
livello provinciale.
L’art. 6 delle Disposizioni Normative del P. S. individua le invarianti strutturali riconoscibili
alla scala comunale e in riferimento:
- al sistema funzionale dell’agricoltura;
- al sistema funzionale insediativo,
- al sistema funzionale infrastrutturale;
- al sistema funzionale dei servizi e delle attrezzature.
Tali invarianti sono così individuate:
a) relative al sistema funzionale dell’agricoltura caratterizzato da valori
ambientali:
- le sorgenti e i pozzi censiti;
- la rete dei corsi d’acqua, e le relative sponde; i laghetti esistenti;
- le opere idrauliche esistenti;
- la rete delle strade poderali e dei sentieri esistenti;
- le aree boscate;
- gli oliveti esistenti;
- i vigneti esistenti;
- il contesto ambientale dei crinali collinari di Montechiari e Montecarlo;
- gli alberi monumentali censiti;
- le antiche uccelliere censite.
b) relative al sistema funzionale insediativo:
- i complessi edilizi (edifici e nuclei storici minori) censiti;
- il centro storico di Montecarlo;
- le aree residenziali edificate e gli edifici esistenti;
- le attività produttive esistenti;
- i parchi, i giardini e i viali alberati censiti;
- le marginette censite.
c) relative al sistema funzionale infrastrutturale:
- la rete della viabilità storica, riscontrabile nel catasto ottocentesco;
- i tracciati viari esistenti;
- la rete ferroviaria, le aree e gli edifici a suo corredo.
d) relative al sistema funzionale dei servizi e delle attrezzature:
- le attrezzature di livello e interesse comunale esistenti e previste dal
P.S.;
- le attrezzature esistenti di livello e interesse sovracomunale.
36
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
2.3.4 Le unità territoriali organiche elementari (U.T.O.E.)
Il P. S. individua le Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE) quali aree all’interno
delle quali il P. S. propone determinati e specifici interventi. Si tratta di una ripartizione del
territorio comunale che tiene conto di dati omogenei quantitativi relativi alla popolazione,
alle abitazioni, ecc. (con riferimento alle sezioni di censimento) e contiene le prescrizioni
urbanistiche di maggior dettaglio, da mantenere e approfondire nel successivo livello di
pianificazione del R.U. come ambiti da sottoporre a speciali livelli di verifica e di controllo
applicativo.
Nelle UTOE, in relazione agli obiettivi e alla compatibilità con l’uso delle risorse sono
ulteriormente dettagliate le regole secondo le quali è possibile operare sul territorio, sono
stabilite le quantità massime della edificabilità, i tipi di intervento e le destinazioni d’uso.
Sono inoltre definite le infrastrutture e i servizi necessari riferiti agli abitati esistenti e
previsti, per lo sviluppo del territorio in rapporto agli obiettivi generali del piano.
Le unità territoriali organiche elementari (U.T.O.E.), individuate dal P.S. sono:
UTOE 1 - Unità territoriale organica elementare di Montecarlo
UTOE 2 - Unità territoriale organica elementare di San Giuseppe, Fornace
UTOE 3 - Unità territoriale organica elementare di Turchetto, Corte Micheloni
UTOE 4 - Unità territoriale organica elementare di Gossi
UTOE 5 - Unità territoriale organica elementare di San Salvatore, Luciani
UTOE 1 - Unità territoriale organica elementare di Montecarlo
L’UTOE è individuata dalla sommità del colle di Montecarlo caratterizzato
dall’insediamento antico, fortificato, e dalle espansioni edilizie, datate e recenti, costituite
da alcuni fabbricati di matrice agricola, posti sul versante
sud-orientale del centro storico, e da una serie di edifici di tipo residenziale
(villini), che si susseguono, senza soluzione di continuità, sul versante opposto
interessando la dorsale collinare per circa 500m.
Le indicazioni normative riguardano:
A. il sub sistema insediativo storico: centro antico di Montecarlo e aree agricole di
controllo dei caratteri del paesaggio
B. il sub-sistema insediativo, componente insediativa recente e in formazione.
C. il sub-sistema di servizio e funzionale.
UTOE 2 - Unità territoriale organica elementare di San Giuseppe, Fornace
L’UTOE comprende le aree edificate esistenti di epoca recente, principalmente dovute alle
previsioni del Programma di Fabbricazione della metà degli anni Settanta del XX secolo,
che si sono sovrapposte alla matrice insediativa antica di cui si riconoscono: il complesso
della chiesa di S. Giuseppe; alcuni edifici all’incrocio della via provinciale per Montecarlo
37
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
con la via comunale; pochi edifici dei primi anni del Novecento. La vecchia fornace, che
genera il toponimo della località poste a monte di S. Giuseppe, fu demolita per la
realizzazione, sull’area stessa, di un intervento di edilizia residenziale pubblica.
Le aree residue della antica attività di escavazione, annesse al complesso
produttivo, fanno parte del demanio comunale.
L’edificato urbano esistente si è sviluppato lungo le vie principali, intorno al complesso
della chiesa, della scuola media e di alcune attività commerciali.
Le indicazioni normative riguardano:
A. il sub-sistema recente e in formazione a prevalente uso residenziale
B. il sub-sistema infrastrutturale, componente della viabilità provinciale e comunale
principale
C. il sub-sistema di servizio e funzionale
UTOE 3 - Unità territoriale organica elementare di Turchetto, Corte Micheloni
L’UTOE comprende le aree urbane caratterizzate da alcuni edifici di antico
impianto inglobati all’interno di uno sviluppo urbano, formatosi posteriormente agli anni
Cinquanta del XX secolo, caratterizzato da un insieme di villini e case a schiera, abitazioni
in linea ed altri edifici ad uso produttivo, integrati dalla presenza di attrezzature e servizi di
interesse comunale (quali il parco pubblico di Turchetto, le attrezzature collettive di corte
Micheloni) e di gravitazione intercomunale, come il centro socio-sanitario della ASL n. 5. A
questi si aggiungono alcune attività commerciali.
Permangono, nell’ambito della UTOE alcune attività connesse alla agricoltura in una
economia debole tipica delle aree ai margini degli aggregati urbani per le quali è prevista
una specifica disciplina.
Al margine occidentale del territorio comunale e della UTOE la presenza del Rio Tazzera
provoca fenomeni di esondazione e condizioni di rischio idraulico.
Le indicazioni normative riguardano:
A. il sub-sistema idrografico
B. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso
Residenziale
C. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso
Produttivo
UTOE 4 - Unità territoriale organica elementare di Gossi
La frazione di Gossi, collocata al limite sud-orientale del territorio comunale è costituita da
un aggregato urbano di edifici ad uso residenziale di variata tipologia (edifici condominiali
pluripiano, villini unifamiliari, case a schiera frammiste a residui di insediamenti di matrice
agricola del tipo a corte) e di fabbricati ad uso produttivo artigianale e commerciale.
L’aggregato urbano si è consolidato posteriormente agli anni Cinquanta del XX secolo e si
è sviluppato in seguito alla approvazione del programma di fabbricazione degli anni
38
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
Settanta; è caratterizzato da un tessuto urbano scarsamente caratterizzato, senza
connotazioni qualitative, con un impianto stradale sostenuto da “traverse” che si
immettono, a pettine, sulla via provinciale “romana”, e con sezioni stradali di ridotta
dimensione che limitano la circolazione promiscua delle auto dei residenti, di autocarri e
mezzi agricoli.
Permangono, nell’ambito della UTOE alcune attività connesse alla agricoltura con
economia debole tipica delle aree ai margini degli aggregati urbani.
Le indicazioni normative riguardano:
A. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso
Residenziale
B. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso
Produttivo
C. il sub-sistema infrastrutturale: viabilità provinciale e comunale
UTOE 5 - Unità territoriale organica elementare di San Salvatore, Luciani
Il territorio dell’UTOE comprende le aree urbane di S. Salvatore (che si è originata sul
crocevia delle infrastrutture: via Mammianese, via di Ponte in Canneto, la linea ferroviaria
Firenze-Viareggio) e l’insediamento di Luciani sviluppatosi dall’aggregazione di corti rurali
sulla via di S. Piero. Tra i due nuclei si sono localizzate, in seguito alla approvazione del P.
d. F., una serie di attività produttive di tipo artigianale e industriale.
Il nucleo urbano di S. Salvatore, cresciuto intorno ai due edifici religiosi della chiesa e
dell’antico oratorio, per l’incentivo fornito dalla presenza della stazione ferroviaria, è
caratterizzato da una consistente presenza di costruzioni recenti e da servizi ed
attrezzature di interesse pubblico che possono incontrare problemi in considerazione del
labile assetto idraulico dell’area.
Il nucleo di Luciani è caratterizzato da pochi edifici, di recente ristrutturati a
cui si sono aggiunti i manufatti previsti dagli ultimi interventi pianificatori.
Le indicazioni normative riguardano:
A. il sub-sistema idrografico
B. il sub-sistema insediativo storico
C. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso
residenziale
D. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso
produttivo
E. il sub sistema infrastrutturale: viabilità relativa al centro di S.Salvatore
39
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
3. QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO
Il quadro conoscitivo della variante al Piano Strutturale ha quali principali riferimenti:
− il Piano d’Indirizzo Territoriale (PIT), approvato dal Consiglio Regionale con
deliberazione n° 72 del 24/07/2007;
− la variante al PIT con valenza di Piano Paesaggistico Regionale, adottata con
deliberazione del Consiglio Regionale n°32 del 16/06/2009;
− il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca (PTCP) approvato con
deliberazione del Consiglio Provinciale n°189 del 13/01/2000, in corso di revisione per
l’adeguamento al PIT;
− il Piano di Bacino del Fiume Arno - stralcio Assetto Idrogeologico (PAI), adottato con
deliberazione del Comitato Istituzionale n°185 del 11.11.2004 ed entrato in vigore con il
D.P.C.M. 06.05.2005;
− il Piano Strutturale, approvato con deliberazione C.C. n°22 del 12/06/2002;
− il Regolamento Urbanistico, approvato con deliberazione n°03 del 04/03/2004;
- la Variante generale al Regolamento Urbanistico, approvata con deliberazione n°17 del
20/04/2009.
3.1 - Stato delle conoscenze
A. Indagini geologico-tecniche di supporto alla pianificazione urbanistica costituite dai
seguenti atti:
Tav. 1a, 1b.
Tav. 2.
Tav. 3a, 3b.
Tav. 4a, 4b.
Tav. 5a, 5b.
Tav. 6a, 6b.
Tav. 7a, 7b.
Tav. 8a, 8b.
Tav. 9a, 9b.
Tav. 10a,10b.
Tav.11
Tav. 12a, 12b.
Tav. 13a, 13b.
Tav. 14a,14b.
All. A
All. B
All.C.1
All. C.2
All. D
All. D.1
Carta geologica e geomorfologica, scala 1:5000;
Sezione geologica, scala 1:5000;
Carta litotecnica, scala 1:5000;
Carta idrogeologica, scala 1:5000;
Carta delle pendenze, scala 1:5000;
Carta dei sondaggi e dei dati di base, scala 1:5000;
Carta delle aree soggette ad eventi alluvionali (dati storici) e/o
con difficoltà di drenaggio (ristagni) scala 1:5000;
Carta della fragilità geomorfologica, scala 1:5000;
Carta della fragilità idraulica, scala 1:5000;
Carta esplicativa degli ambiti di salvaguardia (A1-B) e aree da
destinare a casse di laminazione;
Carta della vulnerabilità dell’acquifero;
Carta dell’approvvigionamento idropotabile;
Carta della rete fognaria;
Carta della distribuzione del gas metano;
Relazione tecnica;
Schede descrittive dei pozzi;
Prove penetrometriche statiche e dinamiche eseguite nella
pianura alluvionale di San Salvatore;
Stratigrafie dei sondaggi logs stratigrafici e pozzi a
stratigrafia nota;
Relazione idrologica-idraulica;
Ubicazione delle sezioni oggetto di verifica idraulica,
scala 1:10.000;
40
COMUNE DI
MONTECARLO
All. D.2
All. E
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
Sezioni dei principali corsi d’acqua e individuazione dei livelli di
massima piena, scala 1.200.
Elementi per la valutazione degli effetti ambientali.
B. Quadro conoscitivo Piano Strutturale :
1. Analisi e valutazione della strumentazione urbanistica vigente:
relazione e relativi tabulati, cartografia in scala 1:5.000;
2. Analisi della disponibilità residua del patrimonio edilizio esistente:
relazione illustrativa, schede degli edifici e tavola grafica, in scala 1/10.000;
3. Sistema funzionale: infrastrutture, attrezzature e servizi esistenti: tavola grafica, in
scala 1/10.000 e relativa elencazione;
4. Localizzazione dei centri storici, dei complessi edilizi, degli elementi di valore
storico artistico e delle emergenze ambientali: tavola grafica in scala 1:10.000 e
relative schede;
5. Carta dell’uso del suolo: tavola grafica in scala 1:10.000;
6. Carta dei vincoli: tavola grafica in scala 1:10.000;
7. Riproduzione dell’assetto del territorio secondo il Catasto Ottocentesco, tavola
grafica in scala 1:10.000.
C. Quadro conoscitivo Regolamento Urbanistico :
Approfondimenti del quadro conoscitivo relativo al sub sistema insediativo storico,
costituito dagli elaborati di seguito elencati:
A. Centro antico di Montecarlo, Riproduzione della tavola grafica del catasto
Ottocentesco in scala 1:1.000;
B. Centro antico di Montecarlo, Confronto tra le aree edificate nell’Ottocento e la
situazione attuale, tavola grafica in scala 1:1.000;
C. Centro antico di Montecarlo, Aree inedificate nell’Ottocento, loro uso e finitura,
tavola grafica in scala 1:1.000;
D. Centro antico di Montecarlo, Situazione attuale delle aree inedificate di uso
pubblico e loro finitura, tavola grafica in scala 1:1000;
E. Centro antico di Montecarlo, Aree edificate attualmente non utilizzate o utilizzate in
parte e edifici con lavori in corso, tavola grafica in scala 1:1.000;
F. Centro antico di Montecarlo, Classificazione delle tipologie edilizie, tavola grafica in
scala 1:1.000 e relativa schedatura;
G. Indagine su gli edifici di matrice storica nelle aree non urbane: schede;
H. Mappa dell’accessibilità urbana e censimento delle barriere architettoniche.
I. Monitoraggio dell’attività urbanistico-edilizia del primo quinquennio di attuazione
del R.U..
3.2 – Verifica dello stato di attuazione delle azioni di trasformazione
L’analisi sullo stato di attuazione della strumentazione urbanistica comunale (P.S. R.U. e
successive varianti) fa riferimento a quanto indicato nell’Allegato I Monitoraggio dell’attività
41
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
urbanistico edilizia del primo quinquennio di attuazione del R.U. riassunto nelle seguenti
tabelle:
RESIDENZIALE
INTERVENTI DI RECUPERO EDILIZIO (numero di abitazioni)
UTOE
1
2
3
4
5
MONTECARLO
SAN GIUSEPPE
TURCHETTO
GOSSI
SAN SALVATORE
RESTO TERRIT.
Totale
PREV
ISION
E PS
11
2
7
2
1
30
53
PREVI
SIONE
RU
11
2
7
2
1
30
53
ANNO 2009
ANNO 2010
ANNO 2011
ANNO 2012
REALIZ
ZATI
RESIDUO
REALIZ
ZATI
RESIDUO
REALIZ
ZATI
RESIDUO
REALIZ
ZATI
RESIDUO
0
0
2
1
1
12
16
11
2
5
1
0
18
37
0
1
2
1
0
4
8
11
1
3
0
0
14
29
0
1
1
0
0
6
8
11
0
2
0
0
8
21
0
0
2
2
2
4
10
11
0
0
-2
-2
4
11
INTERVENTI DI NUOVA EDIFICAZIONE (numero di abitazioni)
UTOE
1
2
3
4
5
MONTECARLO
SAN GIUSEPPE
TURCHETTO
GOSSI
SAN SALVATORE
Totale
PREVI
SIONE
PS
6
22
40
7
41
116
ANNO 2009
REALI
RESIZZATI
DUO
0
5
11
7
20
24
2
4
10
30
43
70
PREVI
SIONE
RU
5
18
44
6
40
113
ANNO 2010
REALI
RESIZZATI
DUO
0
5
1
6
1
23
0
4
1
29
3
67
ANNO 2011
REALI
RESIZZATI
DUO
0
5
0
6
0
23
0
4
2
27
2
65
ANNO 2012
REALI
RESIZZATI
DUO
0
5
5
1
0
23
0
4
0
27
5
60
PRODUTTIVO COMMERCIALE
INTERVENTI DI NUOVA EDIFICAZIONE AREE ARTIGIANALI E INDUSTRIALI (valori in mq)
UTOE
1
2
3
4
5
MONTECARLO
SAN GIUSEPPE
TURCHETTO
GOSSI
SAN SALVATORE
Totale
PREVI
SIONE
PS
0
0
6.634
16.510
38.015
61.159
PREVISIONE
RU
0
0
4.840
2.700
29750
37.290
ANNO 2009
ANNO 2010
ANNO 2011
ANNO 2012
REALIZREALIZ
REALIZREALIZRESIDUO
RESIDUO
RESIDUO
RESIDUO
ZATI
ZATI
ZATI
ZATI
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
4.840
0
0
0
0
0
0
0
0
2.700
0
2700
0
2700
0
2700
0
27600
0
27600
0
27600
0
27600
4840
30300
0
30300
0
30300
0
30300
INTERVENTI DI NUOVA EDIFICAZIONE AREE A PREVAL. USO COMMERCIALE (valori in mq)
UTOE
1
2
3
4
5
MONTECARLO
SAN GIUSEPPE
TURCHETTO
GOSSI
SAN SALVATORE
Totale
PREVISI
ONE PS
0
0
5.000
0
5.000
10.000
PREVIS
IONE
RU
0
1670
4.600
0
1.460
7.730
ANNO 2009
REALIZ
RESI
ZATI
DUO
0
0
0
1670
0
4.600
0
0
0
1.460
0 7.730
42
ANNO 2010
REALIZ
RESI
ZATI
DUO
0
0
0
1670
0
4.600
0
0
0
1.460
0 7.730
ANNO 2011
REALIZ
RESI
ZATI
DUO
0
0
0
1670
0
4.600
0
0
0
1.460
0 7.730
ANNO 2012
REALIZ
RESI
ZATI
DUO
0
0
0
1670
0
4.600
0
0
0
1.460
0 7.730
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
TURISTICO RICETTIVO
Posti letto da interventi di recupero
UTOE
1
2
3
4
5
PREVISIO
NE PS
MONTECARLO
SAN GIUSEPPE
TURCHETTO
GOSSI
SAN SALVATORE
Totale
60
24
0
0
19
103
PREVISIONE
RU
60
24
0
0
19
103
ANNO 2009
REALIZ
RESI
ZATI
DUO
0
60
0
24
0
0
0
0
0
19
0
103
ANNO 2010
REALIZ
RESI
ZATI
DUO
0
60
0
24
0
0
0
0
0
19
0
103
ANNO 2011
REALIZ
RESI
ZATI
DUO
0
60
0
24
0
0
0
0
0
19
0
103
ANNO 2012
REALIZ
RESI
ZATI
DUO
0
60
0
24
0
0
0
0
0
19
0
103
PREVIS
IONE
RU
11.710
45.452
23.232
7.510
32.972
120.876
ANNO 2009
ANNO 2010
ANNO 2011
REALI
RESIREALI
RESI- REALIZ RESIZZATI
DUO
ZZATI
DUO
ZATI
DUO
0
11710
0
11710
0
11710
0
45452
0
45452
0
45452
0
23232
0
23232
0
23232
0
7510
0
7510
0
7510
4605
28367
0
28367
0
28367
4605
116271
0
116271
0
116271
ANNO 2012
REALIZ RESID
ZATI
UO
0
11710
0
45452
0
23232
0
7510
0
28367
0
116271
STANDARD
UTOE
1
2
3
4
5
PREVISIO
NE PS
MONTECARLO
SAN GIUSEPPE
TURCHETTO
GOSSI
SAN SALVATORE
Totale
12.190
45.430
9.140
10.576
19.040
96.376
La prima operazione di verifica dello stato di attuazione dei Piani (P.S. e R.U.) ha avuto per
oggetto il confronto e il controllo di coerenza tra il dimensionamento stabilito dal P.S. e le
previsioni individuate dal R.U. vigente: essa ha evidenziato un sostanziale rispetto delle
previsioni dimensionali dei carichi insediativi del P.S. che trovano riscontro nella
successiva declinazione operativa in previsioni urbanistiche del R.U..
La seconda operazione riguarda la verifica e contabilizzazione dello stato di attuazione del
R.U. secondo i dati ufficiali forniti dall’Ufficio tecnico comunale Edilizia Privata (registri e
repertori dei permessi a costruire e delle denuncia di inizio attività), analizzando le
previsioni di trasformazione del R.U. che risultano essere concretamente realizzate dalla
sua entrata in vigore alla data del 31/08/2011.
NUMERO DI PERMESSI A COSTRUIRE RILASCIATI TRA MARZO 2004 E SETTEMBRE 2012
1
2
3
4
5
UTOE
MONTECARLO
SAN GIUSEPPE
TURCHETTO
GOSSI
SAN SALVATORE
Totale
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2
4
4
1
2
13
3
3
3
0
3
12
2
4
4
1
2
13
0
3
2
0
3
8
1
5
5
0
1
12
1
4
4
0
3
12
0
3
6
0
3
12
1
1
7
4
5
18
0
11
4
2
4
21
NUMERO DI DENUNCE DI INIZIO ATTIVITA’/ SCIA RILASCIATI TRA MARZO 2004 E SETTEMBRE 2012
1
2
3
4
5
UTOE
MONTECARLO
SAN GIUSEPPE
TURCHETTO
GOSSI
SAN SALVATORE
Totale
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
9
11
10
6
33
69
14
6
15
6
22
63
13
10
16
5
18
62
9
10
13
8
22
62
15
10
14
10
22
71
10
9
10
4
28
61
9
11
14
8
16
58
8
8
13
7
13
49
6
3
10
6
9
34
43
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
3.3 - Studi e ricerche di approfondimento
In questo innovativo contesto disciplinare definito dalla nuova legge regionale - dove è
indispensabile coniugare sviluppo, sostenibilità ed efficienza - ma anche nell’attuale
dimensione socio-economica, molti fattori contribuiscono ad attribuire alle attività
conoscitive ed interpretative un ruolo chiave per la comprensione delle dinamiche
territoriali e dei fattori e componenti ad esse intimamente legate. Risulta quindi evidente
che l’aggiornamento e l’implementazione del quadro conoscitivo, ovvero dei dati e delle
informazioni a supporto delle decisioni, diviene un’esigenza di grande rilievo e di
strategica importanza soprattutto alla luce dei nuovi compiti assegnati dalla L.R. 01/2005
agli strumenti della pianificazione territoriale e locale.
In base alle indicazioni di legge il quadro conoscitivo è quindi ritenuto un sistema
complesso di “conoscenze” idoneo a individuare, valorizzare e recuperare le identità e le
risorse locali, integrandosi con quello del P.T.C. e del P.I.T. e a condizionare gli
orientamenti progettuali del Piano costituendo in questo modo fondamento e
giustificazione dell’insieme degli obiettivi e strategie da individuare nel quadro progettuale
in modo da determinare scelte di governo ritenute sostenibili.
In applicazione ai principi fondamentali della legge, ovvero definire la “sostenibilità dello
sviluppo” rispetto alla dotazione e allo stato delle risorse, il quadro conoscitivo deve in
ogni caso contenere l’esatta definizione e individuazione delle componenti territoriali e dei
fattori ambientali presenti nel territorio oggetto di pianificazione, la loro quantificazione e
l’indicazione del loro grado di vulnerabilità e riproducibilità.
Tenendo a riferimento il quadro delle conoscenze ad oggi disponibile le attività di analisi e
di indagine sono orientate all’integrazione e implementazione delle informazioni
riguardanti le seguenti tematiche di indagine:
- analisi del quadro di riferimento della pianificazione territoriale sovracomunale e di area
vasta, con particolare riferimento al PTC e al PIT e alle Schede di paesaggio, individuando
con maggiore definizione in termini di scala e contenuti i beni e le risorse di valore
paesaggistico. Si prevede di definire i caratteri del paesaggio sensibile e le conseguenti
componenti di interesse paesistico –percettivo.
- inquadramento territoriale e ambientale, con particolare riferimento alla definizione delle
Invarianti strutturali quali elementi del territorio che ne condizionano l’integrità e ne
connotano l’identità, e dello Statuto del Territorio come insieme di principi e disposizioni
recanti la definizione delle condizioni alle trasformazioni. Individuazione delle aree critiche
o degradate presenti sul territorio comunale (fragilità idrauliche - fragilità geomorfologiche
- criticità infrastrutturali - presenza di vincoli).
- aggiornamento ed integrazione delle indagini idro-geologico – tecniche esistenti, con
particolare riferimento a quanto introdotto dal regolamento regionale 53/R in relazione alla
micro zonazione sismica;
- articolazione delle principali forme di uso del suolo, con particolare attenzione ai caratteri
agronomici, attraverso l’approfondimento e l’analisi dei dati più recenti relativamente alle
caratteristiche e alla struttura delle aziende agricole, alle produzioni e ai programmi
44
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
aziendali. Studio di settore sui vigneti, sulla capacità produttiva, potenzialità e
zonizzazione del territorio. Caratteristiche dell’Ortoflorovivaismo.
- l’analisi dei contesti insediativi, con particolare attenzione alla localizzazione e tipologia
degli interventi edilizi realizzati (ristrutturazioni, recuperi, ampliamenti, nuove edificazioni,
frazionamenti, cambi destinazione d’uso e relativa cartografia delle trasformazioni attuate
dal 2002 al 2011), nonché alla individuazione, distribuzione e tipologia degli standard
(attrezzature, verde pubblico, piazze, parcheggi, strade) e delle infrastrutture di servizio
agli insediamenti (servizi ed impianti tecnologici quali: fognature, acquedotto,
illuminazione, gas, telefonia, ecc.). Integrazione e verifica della schedatura del patrimonio
edilizio esistente di pregio. Catalogazione e classificazione del patrimonio edilizio esistente
sul territorio comunale per tipologia e corrispondente disciplina di intervento.
- analisi della rete (infrastrutture e servizi) della mobilità, percorsi e trasporto pubblico
locale, con particolare attenzione per la caratterizzazione (morfo-tipologica) del sistema
viario, della dotazione di spazi di sosta e parcheggio e di dislocazione dei percorsi della
mobilità lenta (ciclopiste, ippovie, ecc.);
- aspetti socio economici, aggiornamento e analisi dei dati più recenti relativi alla
popolazione (struttura per età; livello di istruzione; situazione occupazionale; dinamiche
della famiglia), alle attività economiche e della produzione (caratteristiche delle aziende
per settore di attività: industriale, artigianale, commerciale, turistico ricettivo).
Settore del turismo rurale, analisi delle potenzialità presenti sul territorio e indagini sulla
disponibilità e interesse verso forme di accoglienza legate a:
- la fruizione del territorio (cicloturismo, equiturismo, ecc.),
- al benessere (qualità della vita, dell'aria, delle acque, del paesaggio),
- alla didattica (salute, conoscenza di tradizioni e produzioni).
45
COMUNE DI
MONTECARLO
AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE
GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
4. QUADRO PROPOSITIVO PRELIMINARE
4.1
Gli obiettivi della variante
La Variante generale al PS, oltre a rispondere all'esigenza di un complessivo
adeguamento alla disciplina sovraordinata e di settore, è motivata dalla necessità di
aggiornare alcuni obiettivi strategici del Piano in relazione ai profondi cambiamenti che
sono intervenuti nella società e nell'economia negli ultimi anni, che richiedono una messa
a punto del quadro conoscitivo e degli indirizzi e delle politiche che l'Amministrazione
Comunale intende perseguire.
La variante al Piano Strutturale muove dal principio di perseguire la tutela e promuovere
la valorizzazione e la razionalizzazione dell'uso delle risorse fisiche, naturali, ed
economiche del territorio, per il raggiungimento del quale, sono fondamentali le regole
di sostenibilità che risultano indispensabili per preservare il paesaggio, le risorse non
riproducibili, ridurre gli sprechi, aumentare l'efficienza energetica e l'utilizzo di fonti
rinnovabili e nello stesso tempo conservare i tratti/connotati distintivi e caratteristici,
migliorando al tempo stesso i tratti qualitativi della vita attuale delle comunità.
Quattro temi fondamentali:
- il paesaggio;
- le risorse e l’ambiente;
- il sistema infrastrutturale;
- il sistema degli insediamenti.
4.1.1 Il paesaggio
Il Piano Strutturale, coerentemente con il P.I.T., deve concorrere a definire le
trasformazioni compatibili con i valori paesaggistici, ad individuare le azioni di recupero e
riqualificazione degli elementi sottoposti a tutela, nonché a promuovere - in relazione alle
prospettive di sviluppo sostenibile - gli interventi di valorizzazione del paesaggio; che
complessivamente andranno a caratterizzare di contenuti strategici dello Statuto del
Territorio comunale.
OBIETTIVI
a. Disciplina paesaggistica (DCR n.32 del 16 giugno 2009 – Implementazione del
Piano di Indirizzo Territoriale con valore di Piano Paesaggistico)
1. Verifica dei contenuti paesaggistici dello strumento di pianificazione territoriale.
2. Integrazione e implementazione della componente statutaria del piano (invarianti
strutturali e statuto del territorio).
3. Allestimento Schede di Paesaggio finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di
qualità del territorio (adeguare le NTA del piano alle nuove disposizioni regionali).
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4.1.2
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Le risorse e l’ambiente
« Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo
di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti,
l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i
bisogni futuri oltre che con gli attuali »
Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo (WCED 1987)
Il Piano Strutturale, strumento urbanistico con ampi contenuti strategici e tempi lunghi di
prospettiva, deve fornire indirizzi per le trasformazioni su scala comunale che saranno poi
attivate da altri strumenti. La variante non può prescindere dall’introdurre la sostenibilità
ambientale e territoriale quale dimensione strutturale verso cui orientare le scelte.
OBIETTIVI
b. Riconoscere il ruolo dell’agricoltura nella costruzione dell’identità locale e del
paesaggio nonchè del suolo agrario quale risorsa collettiva strategica.
1. Il sistema dello “spazio rurale aperto”, costituito non solo dalla parte coltivata ma
da tutti gli elementi concorrenti alla sua definizione (boschi, orditura storica, corsi
d’acqua con le rispettive aree di pertinenza e protezione), quale bene comune non
negoziabile.
2. Le coltivazioni agrarie ed in particolare il comparto vitivinicolo, olivicolo e
florovivaistico quali elementi importanti e rilevanti dello spazio rurale di Montecarlo
e al contempo risorsa economica strategica.
3. Integrazione tra struttura produttiva agricola e paesaggio circostante (regole d’uso
dei suoli).
4. Valorizzazione della produzione agroalimentare di qualità (incentivare la crescita
qualitativa dell’agricoltura).
c. Gestione e attivazione delle fonti energetiche alternative nel rispetto delle valenze
storico - paesaggistiche.
1. Criteri incentivanti l’uso di tecnologie materiali e impianti finalizzati al risparmio
energetico attraverso l’utilizzo di energie e fonti rinnovabili in perfetto accordo con
quanto previsto nella Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia.
d. Individuazione di una serie di parametri di qualità urbana, ambientale, edilizia e di
accessibilità al territorio.
1. Fruizione del paesaggio urbano (borgo storico) e rurale.
2. Valorizzazione dello spazio pubblico.
3. Definizione di percorsi di accessibilità e promozione dell’escursionismo.
4.1.3 Sistema infrastrutturale
La riqualificazione dei nodi dell’accessibilità al territorio comunale, siano essi relativi alla
mobilità su gomma che al trasporto ferroviario, assume in generale particolare rilevanza
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strategica per due ordini di motivi: da un lato la fruibilità del territorio da parte dei
montecarlesi e più in generale da chi proviene dalla piana, dall’altro le ricadute sul settore
turistico e produttivo. Si portano ad esempio la risoluzione dell’innesto con la Via Romana
in rapporto ai comuni di Porcari e Altopascio che ha importanza anche a scala
sovracomunale rendendo possibile la riqualificazione di una consistente porzione del
sistema insediativo, così come il raddoppio della linea ferroviaria Viareggio Lucca Firenze
che contribuisce a conferire una valenza metropolitana alla modalità di trasporto su ferro,
disincentivando l’utilizzo del trasporto su gomma, con grande valenza ambientale,
rappresentando al contempo elemento centrale per lo sviluppo turistico del territorio.
OBIETTIVI
e. Integrazione e risoluzione delle problematiche relative alla viabilità provinciale.
1. Garantire le condizioni ottimali per la realizzazione dell’adeguamento funzionale
dell’intersezione della Strada Provinciale n. 3 “Lucchese-Romana” e la s.p. n. 61
“di Porcari”, in località Turchetto.
f.
Riordino funzionale e riqualificazione del sistema viario locale.
1. Miglioramento e razionalizzazione delle viabilità esistente, con attenzione per
l’adeguamento delle intersezioni maggiormente critiche. Dovranno essere valutate
le alternative infrastrutturali di alleggerimento di tratte di attraversamento degli
assetti insediativi a maggiore criticità e di interconnessione dei sistemi insediativi.
g. Creazione di una rete di percorsi pedonali e cicloturistici.
1. Definizione di una rete di mobilità lenta (ciclabile, pedonale, ecc.) da realizzarsi
mediante il prioritario riconoscimento dei percorsi esistenti (strade vicinali e
comunali) e l’efficace utilizzazione degli elementi infrastrutturali esistenti (argini,
ferrovia, ecc.) a garanzia di una capillare percorribilità del territorio agricolo e
boschivo.
h. Riqualificazione del tracciato ferroviario
1. Garantire le condizioni ottimali per la realizzazione del raddoppio del tracciato
ferroviario Firenze-Lucca-Viareggio/Pisa nella tratta Pistoia-Lucca secondo il
progetto preliminare redatto da RFI sulla base del Protocollo d’Intesa fra Regione
Toscana, RFI, Province di Lucca e Pistoia, Comuni interessati firmato a Montecatini
Terme in data 17 Marzo 2003, nel quadro del miglioramento dei collegamenti
regionali e intercomunali.
2. Mantenimento della fermata - stazione di San Salvatore, con opere di
riqualificazione delle strutture e degli ambienti finalizzati alla migliore fruibilità
dell'utenza, all'incentivazione del trasporto ferroviario ed alla promozione turistica
del territorio, anche mediante il collegamento con il sistema del trasporto pubblico
su gomma.
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4.1.4 Sistema degli insediamenti
La variante, nel rispetto degli obbiettivi di carattere generale del piano strutturale, dovrà
prevedere la ridistribuzione del dimensionamento previsto nello strumento urbanistico
vigente rivedendone la collocazione e distribuzione all’interno delle varie UTOE, fino al loro
possibile incremento con l’obiettivo di riqualificare e dotare le frazioni di servizi,
attrezzature, spazi di aggregazione capaci di costruire identità dei luoghi. (Piazze, aree
attrezzate anche per lo sport, piccoli parchi di quartiere, sale per ritrovarsi). Tenuto conto
che siamo in presenza di una sostanziale stabilità demografica, la variante dovrà
prevedere interventi che offrano e favoriscano la possibilità di permanenza dei nuclei
familiari presenti e della popolazione più giovane nonché nuovi residenti consapevoli della
qualità ambientale che il territorio di Montecarlo può offrire. In particolare verranno messe
a punto politiche rivolte alle categorie più deboli quali giovani coppie e anziani e ad una
edilizia eco-sostenibile in cui siano adottate tutte quelle tecnologie che garantiscono un
impatto ambientale ridotto.
Questi interventi mediante la perequazione dovranno essere finalizzati all’ottenimento
degli obbiettivi con particolari sistemi attuativi che garantiranno il buon esito degli
interventi e la ricaduta per le intere frazioni dei servizi proposti.
OBIETTIVI
i.
La ricerca di un equilibrato rapporto tra centri abitati e campagna, attraverso il
controllo dei limiti dell’espansione urbana evitando la saldatura tra gli
insediamenti attraverso il mantenimento di varchi con funzioni rurali e ambientali.
1. Il monitoraggio dello stato di attuazione del piano vigente con particolare
attenzione per il controllo del dimensionamento insediativo residuo e la verifica
delle previsioni non attuate.
2. Il ridisegno delle previsioni in un’ottica di innalzamento della qualità degli
insediamenti attraverso la dotazione di standard, con particolare attenzione per la
ricerca di un equilibrio tra spazio privato e attrezzature pubbliche.
j.
Consolidamento della vocazione prevalentemente residenziale dei centri di
Montecarlo, San Giuseppe e San Salvatore, individuando le carenze
infrastrutturali e le necessarie integrazioni in termini di servizi e attrezzature. In
particolare:
1. Ridefinizione del ruolo del centro storico di Montecarlo quale polo storico,
culturale, turistico e di servizi al cittadino.
L’importanza della Rocca del Cerruglio e della cinta muraria
La valorizzazione e promozione del Teatro dei Rassicurati e dell’Ex
Fondazione Pellegrini Carmignani
Il rafforzamento dei servizi al cittadino e il mantenimento e valorizzazione
degli esercizi di vicinato
L’accessibilità e il sistema della sosta
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GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
Il consolidamento dell’offerta in termini di accoglienza dei locali presenti
(ristoranti, bar, enoteche, ecc)
2. Rafforzamento del carattere residenziale della frazione di San Giuseppe attraverso
la riorganizzazione della viabilità di attraversamento e la creazione di un luogo
centrale.
Adeguamento del sistema viario interno.
Spazi di relazione anche come verde attrezzato.
Valorizzazione del polo scolastico attraverso la ridefinizione della viabilità e
delle aree a parcheggio nonché la riqualificazione del collegamento con l’area
sportiva della Fornace.
3. Riqualificazione del centro di San Salvatore
La stazione come elemento primario per il collegamento con il borgo e la
promozione turistica del territorio.
Definizione della pedonalizzazione lungo la via provinciale mammianese con
particolare attenzione al sottopassaggio ferroviario ed i percorsi vita lungo i
corsi d'acqua.
Rilettura degli spazi pubblici con particolare attenzione al centro del paese
Valorizzazione della ex scuola elementare come centro per servizi alla
comunità.
Nuove aree a parcheggio.
k. Sviluppo delle frazioni di Turchetto e Gossi attraverso il rafforzamento della loro
identità urbana residenziale e artigianale produttiva. In particolare:
1. Individuando luoghi e centralità che conferiscano attraverso un progetto urbano di
riorganizzazione e completamento la caratteristica di centro abitato non di
attraversamento.
2. Dando nuove qualità e funzioni a parti già costruite e conferendo appetibilità anche
a giovani coppie in attuazione di adeguate politiche per la casa e in considerazione
della collocazione delle due frazioni strettamente connesse ad aree di produzione
e lavoro.
3. Qualificazione dei servizi e delle aziende produttive presenti offrendo adeguate
condizioni per lo sviluppo dei settori presenti anche in relazione ai confinanti
comuni di Porcari e Altopascio.
l.
Integrazione e sviluppo del sistema turistico ricettivo. In particolare:
1. Strutture complementari di accoglienza (attrezzature turistiche);
2. attrezzature sportive (maneggio, campi da tennis, ecc.).
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GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
4.2 – Metodi e strumenti del processo partecipativo
L’attuazione di un efficace processo partecipativo richiede una fase preparatoria di ricerca
e coinvolgimento dei cittadini, affinché si costruisca un sufficiente livello di conoscenza dei
temi, mettendo in rapporto la popolazione, i diversi attori locali e i decisori.
E’ necessario che le varie azioni che andranno a ricadere nel territorio, messe in atto dai
diversi attori e regolamentate dagli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale,
siano concepite all’interno di una visione complessiva condivisa del territorio.
Gli attori locali da coinvolgere sono di norma:
- soggetti istituzionali: organi istituzionali (giunta, consiglio comunale), altri enti pubblici di
governo e gestione del territorio, agenzie territoriali, servizi statali e regionali decentrati;
- parti sociali: associazioni sindacali, rappresentanti di categorie economiche,
professionali, sociali, politiche;
- gruppi di espressione della società civile: associazioni di volontariato, pubbliche
assistenze, associazioni culturali, ambientaliste ed espressione di specifici interessi o
attenzioni;
- abitanti e residenti del territorio comunale.
Le attività da condurre avranno come finalità immediata l’apporto di conoscenze ed
indicazioni per la redazione della variante al P.S. e il processo partecipativo, gestito dal
Garante della Comunicazione in concerto con il responsabile del procedimento, potrebbe
essere articolato in diversi momenti ed attività interconessi che, utilizzando vari metodi e
strumenti, privilegi il dialogo collettivo e la condivisione delle informazioni, cercando di
costruire le condizioni essenziali per favorire l’inclusione e l’interazione tra diversi soggetti.
Potranno ad esempio essere promossi incontri e seminari tematici promossi dal Sindaco,
sotto la moderazione dei consulenti generali e del Garante della Comunicazione, con gli
attori locali competenti ed interessati per particolari questioni settoriali (ambiente, attività
produttive, agricoltura, sociale, attività ricreative, ecc.) e tagliati su specifici contesti
territoriali (ad esempio i diversi settori della città, i diversi sistemi).
4.3 – Enti e organi pubblici tenuti a fornire apporti tecnici e conoscitivi
Gli enti e gli organismi pubblici tenuti a fornire apporti tecnici e conoscitivi utili ad
incrementare il quadro conoscitivo ai fini della formazione della variante al Piano
Strutturale sono:
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Soprintendenze territorialmente competenti:
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana;
Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara;
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana;
- la Regione Toscana;
- la Provincia di Lucca;
- Comuni (confinanti) di: Capannori; Porcari; Altopascio; Pescia; Chiesina Uzzanese;
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GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
- la Comunità Montana Area Lucchese;
- Autorità di Bacino del Fiume Arno;
- ARPAT – Dipartimento Provinciale di Lucca;
- Azienda USL 2 Lucca – Dip. Prevenzione;
- Comando provinciale Corpo Forestale dello Stato;
- Genio Civile di Lucca;
- Consorzio di Bonifica Toscana Nord - Basso Valdarno;
- A.A.T.O.2 – Basso Valdarno;
- A.A.T.O.2 – Toscana Costa;
- Gestori delle reti infrastrutturali di acqua, energia elettrica, gas;
- RFI (rete ferroviaria italiana).
Si precisa inoltre che gli Enti ed organismi pubblici competenti all'emanazione di pareri,
nulla osta o atti di assenso comunque denominati, ai fini dell'approvazione della variante,
sono:
- la Regione Toscana;
- la Provincia di Lucca;
- Autorità di Bacino del Fiume Arno;
- il Genio Civile di Lucca.
Il termine entro il quale devono pervenire all'Amministrazione Comunale gli apporti tecnici
e conoscitivi utili ad incrementare il quadro conoscitivo relativo alla variante è stabilito in
30 (trenta) giorni dal ricevimento della comunicazione di avvio del procedimento.
I termini entro i quali devono pervenire all'Amministrazione Comunale gli atti di assenso
comunque denominati da parte degli Enti e organismi pubblici preposti sono quelli previsti
dall’art. 14 della L. n. 241/90 o dal altre specifiche disposizioni normative.
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