Avvio procedimento
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Avvio procedimento
Comune di Montecarlo Provincia di Lucca VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE AVVIO DI PROCEDIMENTO Il Sindaco Vittorio Fantozzi L’Assessore all’Urbanistica Livio Carrara Responsabile del procedimento Arch. Paolo Anzilotti Progettisti ReP Rocco e Puccetti Architetti Ottobre 2013 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Sommario 1. PREMESSA 1.1 – Lo scenario 1.2 – Il processo di formazione della variante 1.3 – Il quadro normativo di riferimento 2. QUADRO GENERALE DI COERENZA 2.1 – Il Piano di Indirizzo Territoriale 2.2 – Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 2.3 – Il Piano Strutturale vigente 3. QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO 3.1 – Lo stato delle conoscenze 3.2 – Aggiornamento 3.3 – Studi e ricerche di approfondimento 4. QUADRO PROPOSITIVO PRELIMINARE 4.1 – Gli obiettivi della variante 4.2 – Metodi e strumenti del processo partecipativo 4.3 – Enti e organi pubblici tenuti a fornire apporti tecnici e conoscitivi 3 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 4 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 1. PREMESSA 1.1 Lo scenario di riferimento Il Comune di Montecarlo è dotato di Piano Strutturale (PS) e di Regolamento Urbanistico (RU), il primo approvato con deliberazione C.C. n. 22 del 12.06.2002 e la Variante Generale al R.U. con deliberazione C.C. n. 17 del 20.04.2009. Dall’approvazione del Piano Strutturale ad oggi, lo scenario di riferimento per l’attività di pianificazione territoriale è sostanzialmente mutato. Prima osservazione tra tutte, è relativa alle numerose innovazioni che il quadro legislativo e normativo in materia urbanistica e di governo del territorio presenta in questi ultimi anni, nonché relativamente alla tutela dell’ambiente e del paesaggio. La Regione Toscana ha emanato una serie di provvedimenti legislativi di varia natura che interessano a più livelli l’attività di pianificazione comunale: dalla L.R. n.1/2005 più volte modificata e i suoi regolamenti attuativi ((2/R, 3/R, 4/R, 5/R, 6/R, 26/R e 41/R) che dettano nuove norme per il governo del territorio, alla L.R. n.10/2010 in materia di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di Valutazione di Incidenza. Con deliberazione C.R. n. 72 del 24 luglio 2007, inoltre la Regione ha approvato il Piano di Indirizzo Territoriale e con deliberazione C.R. n. 32 del 16 giugno 2009 ha adottato la variante al Piano di Indirizzo Territoriale avente valore di Piano Paesaggistico in attuazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ponendo la necessità, rispetto agli attuali strumenti urbanistici, di controllo della conformità con le misure di salvaguardia e la verifica generale di coerenza con la disciplina paesaggistica. Recentemente è stato inoltre approvato il documento di “Avvio del procedimento di variante generale al P.T.C.” che contribuisce ad implementare il sistema delle conoscenze e a formulare indicazioni ed obiettivi da concertare con i comuni nell’ambito dell’area vasta della Piana di Lucca. La seconda osservazione, non meno importante, riguarda il cambiamento del quadro conoscitivo di riferimento originario, legato alla decisa modificazione delle dinamiche del contesto territoriale sia a scala locale che sovra locale e più in generale della situazione socio – economica. Dalla prima stesura del vigente Piano Strutturale - sono trascorsi ormai dieci anni si assiste ad un consistente processo di trasformazione che coinvolge non solo gli aspetti più strettamente normativi, di cui abbiamo accennato precedentemente, ma coinvolge e sollecita tutti gli ambiti, primo fra tutti quello culturale rispetto a temi quali la sostenibilità, l’ambiente, la vulnerabilità del territorio, la qualità della vita, oltreché sociale ed economico. Il quadro delle scelte effettuate nel Piano Strutturale e tradotte in termini operativi nel primo Regolamento Urbanistico e nella successiva recente variante generale, è da ritenersi nella sua impostazione generale e per taluni aspetti ancora attuale, ma emerge da 5 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE parte dell’Amministrazione la necessità di recepire i cambiamenti culturali, sociali ed economici, operarando alcune modifiche finalizzate all’adeguamento del Piano Strutturale alle dinamiche territoriali avvenute negli ultimi anni. In particolare le modifiche nascono dall’esigenza di recepire i bisogni espressi dalla comunità locale in termini di dotazioni territoriali. Potenziare e consolidare il ruolo dei vari centri minori, da sempre poli identificativi della Comunità Montecarlese con al centro la famiglia come suo primario nucleo centrale, confermando le vocazionalità presenti, dando sostegno in modo equilibrato sul territorio, sia al sistema residenziale, sia a quello legato al turismo e al sistema produttivo, in particolare alle imprese radicate sul territorio - siano esse in ambito agricolo che artigianale e di servizio - è obiettivo prioritario insieme al riconoscimento dei fattori identitari che qualificano il territorio. Al fine di determinarsi a riguardo, l’Amministrazione intende dotarsi di un aggiornamento generale del Quadro Conoscitivo ed in particolare di approfondire lo studio relativo alle dinamiche socio – economiche che interessano il territorio comunale, in modo tale da consentire di inquadrare al meglio il contesto di riferimento e procedere alla definizione delle scelte direttrici strategiche delle azioni di trasformazione. Ed è proprio in relazione alla definizione di queste scelte, che la variante procederà alla rielaborazione del Piano Strutturale, adeguandolo e aggiornandolo rispetto al mutato quadro normativo regionale di riferimento e in piena coerenza con la pianificazione sovra ordinata - soprattutto in materia paesaggistica - ma in particolare arricchendolo di quei contenuti rispetto ad alcuni temi fondamentali, che devono fondare le scelte direttrici strategiche per le azioni di trasformazione quali: le risorse ambientali e paesaggistiche, le infrastrutture, la qualità degli insediamenti, consentendo anche una rilettura e valutazione delle dimensioni massime sostenibili per le Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE), rispondendo all’esigenza di riqualificare e riequilibrare gli assetti di piano, potenziando i fattori di sviluppo presenti. Il presente documento costituisce atto di Avvio del Procedimento per l’elaborazione della variante di cui trattasi e si propone, ai sensi dell’art. 15 della L.R. 1/2005: a) la definizione degli obiettivi di piano; b) il quadro conoscitivo di riferimento, comprensivo dell'accertamento dello stato delle risorse interessate e delle ulteriori ricerche da svolgere; c) l’indicazione degli enti e degli organismi pubblici eventualmente tenuti a fornire gli apporti tecnici e conoscitivi idonei ad incrementare il quadro conoscitivo di cui alla lettera b); d) l'indicazione degli enti ed organi pubblici eventualmente competenti all'emanazione di pareri, nulla osta o assensi comunque denominati, richiesti ai fini dell'approvazione del piano; 6 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE e) l'indicazione dei termini entro i quali, secondo le leggi vigenti, gli apporti e gli atti di assenso di cui alle lettere c) e d), devono pervenire all'amministrazione competente all'approvazione. 1.2 Il processo di formazione della variante La descrizione dei principali passaggi metodologici e processuali del procedimento di formazione della variante di Piano Strutturale, risulta utile per comprendere le diverse tappe di avvicinamento alla costruzione e aggiornamento della strumentazione urbanistica comunale, ma anche per aprire sin dalle fasi preliminari di elaborazione della variante, un confronto aperto e trasparente, con tutti i soggetti interessati. La condivisione dei contenuti essenziali che dovranno caratterizzare la variante al Piano Strutturale relativamente al percorso metodologico, tecnico, scientifico, nonché di partecipazione e comunicazione e la puntualizzazione dei riferimenti disciplinari e normativi entro cui possono essere elaborate le scelte progettuali e le proposte di assetto urbanistico, territoriale e di sviluppo sostenibile, diventano momento essenziale per tutta la comunità di Montecarlo. Il programma di lavoro può essere delineato nelle seguenti fasi tra loro strettamente consequenziali, in particolare: 1.2.1 Avvio del procedimento di formazione della Variante Generale al Piano Strutturale Il presente documento corredato, da alcuni elaborati grafici e cartografici di Quadro Conoscitivo e del “Documento preliminare di V.A.S.”, necessario all’attivazione del processo valutativo, come previsto all’articolo 23 della L.R. n.10/2010. 1.2.2 Formulazione della “Proposta preliminare” di Variante al Piano Strutturale. Si tratta della redazione di studi, indagini, analisi e rilievi del territorio, corredati di elaborati grafici e cartografici, finalizzati alla redazione del sistema di conoscenze ritenute utili, alla definizione del successivo quadro progettuale. A questo segue la definizione di scenari interpretativi e valutativi finalizzati alla redazione del “Proposta preliminare di Variante al Piano Strutturale” contenente oltre che alla sintesi del quadro conoscitivo, il quadro valutativo intermedio (comprensivo del Rapporto ambientale), la verifica degli esiti del processo di partecipazione e comunicazione istituzionale attivata dall’amministrazione comunale sin dalla prima fase (con particolare attenzione per l’applicazione dei principi della Convenzione Europea del paesaggio). Contestualmente la “Proposta preliminare” di Variante al P.S. prevede invece la definizione di elaborati grafici e cartografici volti a sintetizzare, in forma necessariamente schematica (anche al fine di favorire la condivisione e la partecipazione al processo di pianificazione), 7 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE le principali indicazioni del quadro progettuale della Variante al Piano Strutturale con particolare attenzione per le previsioni aventi contenuti statutario e strategico e comprendenti indicativamente: - cartografia (a scala adeguata) dell’intero territorio comunale contenente l’articolazione preliminare e generale del quadro progettuale (Statuto del territorio e Strategia dello Sviluppo); - guida sintetica alla lettura della cartografia e quadro sinottico dell’articolazione della disciplina di Piano con particolare attenzione alla declinazione delle strategie e degli obiettivi nell’articolazione del testo normativo. 1.2.3 Redazione del progetto definitivo del Piano Strutturale. Redazione di elaborati grafici e cartografici necessari alla adozione e approvazione del Piano Strutturale in conformità con quanto indicato dall’articolo 53 della L.R. 1/2005 e della D.P.G.R. n° 3R/07 (Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della stessa legge regionale) ed aventi indicativamente i seguenti elaborati: - sintesi del quadro conoscitivo; - relazione generale; - norme per il governo del territorio; - eventuali allegati alle norme (schede norma, ecc.); - cartografie (a scala adeguata) per l’intero territorio comunale; - indagini geologico – tecniche di supporto; - relazione di sintesi del Responsabile del procedimento; - relazione del Garante della comunicazione. Detti elaborati dovranno inoltre essere accompagnati dal “Rapporto di valutazione ambientale e strategica e di valutazione integrata intermedia” da redigersi, contestualmente alla proposta definitiva di piano, nell’ambito del processo valutativo. Esso dovrà in particolare contenere gli elementi di verifica degli effetti territoriali e socioeconomici, di compatibilità ambientale (carico massimo ammissibile degli insediamenti, standard urbanistici e dotazioni territoriali), nonchè la verifica di coerenza esterna con il P.T.C. e il P.I.T.. 8 COMUNE DI MONTECARLO 1.3 AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Il quadro normativo di riferimento Il Piano Strutturale di Montecarlo, nasce con l’applicazione della prima legge regionale in materia di Governo del territorio, ossia con la L.R. 5/95, la quale aveva sostanzialmente introdotto nuove modalità di elaborazione del piano urbanistico (comunale) e di quello territoriale (provinciale e regionale) introducendo contenuti e forme di piano innovative (ad esempio l’articolazione degli strumenti comunali in componente strutturale e componente operativa) che sono state affinate dopo dieci anni di sperimentazione con la L.R. 1/05. La nuova Legge Regionale, tenendo a riferimento i principi e le finalità enunciati con la prima legge ha riformato le norme per il governo del territorio: “promovendo, nell’ambito della Regione, lo sviluppo sostenibile delle attività pubbliche e private che incidano sul territorio medesimo. A tal fine, lo svolgimento di tali attività e l’utilizzazione delle risorse territoriali ed ambientali deve avvenire garantendo la salvaguardia e il mantenimento dei beni comuni, l’uguaglianza di diritti all’uso e al godimento dei beni comuni, pur nel rispetto delle esigenze legate alla migliore qualità della vita delle generazioni presenti e future”. Secondo le finalità enunciate i comuni, le province e la regione, nell’esercizio delle funzioni ad essi attribuite dalla legge, perseguono: - la conservazione, la valorizzazione e la gestione delle risorse territoriali ed ambientali, promovendo, al contempo, la valorizzazione delle potenzialità e delle tendenze locali allo sviluppo; - lo sviluppo di un sistema di città equilibrato e policentrico, promovendo altresì la massima integrazione tra i diversi territori della Regione; - lo sviluppo delle potenzialità della montagna, della fascia costiera e delle aree agricole nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale ad esse peculiari; - l’efficacia dei sistemi dei servizi pubblici e lo sviluppo delle prestazioni da essi derivanti; - la maggiore sicurezza possibile delle persone e dei beni rispetto ai fattori di rischio connessi all’utilizzazione del territorio; - la qualità insediativa ed edilizia sostenibile che garantisca: la riduzione dei consumi energetici, la salvaguardia dell’ambiente naturale, la sanità ed il benessere dei fruitori, l’eliminazione delle barriere architettoniche, l’organizzazione degli spazi che salvaguardino il diritto all’autodeterminazione delle scelte. La nuova legge definisce inoltre come “governo del territorio”: “… l’insieme delle attività relative all’uso del territorio, con riferimento sia agli aspetti conoscitivi che a quelli normativi e gestionali, riguardanti la tutela, la valorizzazione e le trasformazioni delle risorse territoriali e ambientali…”. Il conseguimento delle finalità previste dalla legge è perseguito mediante gli strumenti della pianificazione territoriale (P.I.T., P.T.C., P.S.) e gli altri atti di governo del territorio (Regolamento Urbanistico, Piani Attuativi e complessi, piani e programmi di settore). La Regione Toscana, con la nuova legge, conferma inoltre la precedente definizione di “Risorse Essenziali” del territorio promuovendo e garantendo la tutela delle 9 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE stesse in quanto beni comuni che costituiscono patrimonio della collettività. L’insieme delle risorse essenziali è pertanto ancora costituito da (articolo 3): - aria, acqua, suolo e ecosistemi della fauna e della flora; - città e sistemi degli insediamenti; - paesaggio e documenti materiali della cultura; - sistemi infrastrutturali e tecnologici. Le nuove disposizioni sono dettate anche in attuazione della direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente. L’attività di “governo del territorio” deve quindi assicurare il coordinamento delle politiche e la sinergia delle azioni di tutti i settori che risultano essere capaci di incidere sulle risorse essenziali con il duplice fine di garantire sviluppo sostenibile ed efficacia dell’azione amministrativa. Alla Pianificazione Territoriale (in questo caso al P.S.) è quindi affidata una prospettiva temporale lunga, con la quale definire gli elementi saldi e le connessioni profonde che condizionano inevitabilmente qualsiasi comportamento umano sul territorio; mentre alla programmazione (in questo caso al R.U.) sono assegnati i compiti di sviluppare una prospettiva temporale breve e flessibile e di far emergere le potenzialità che il territorio stesso è in grado di maturare ed esprimere. La Regione Toscana ha recentemente approvato buona parte dei regolamenti di attuazione previsti e disciplinati in attuazione delle disposizioni della L.R. 1/2005, in particolare quelli riferiti alla valutazione integrata (articolo 11 comma 5 – 4R), al territorio rurale (Titolo IV Capo III – 5R), al sistema informativo geografico regionale (articolo 29 coma 5 – 6/R), alla tutela e valorizzazione degli insediamenti (articolo 37 comma 3 – 2/R), agli strumenti della pianificazione territoriale e agli atti di governo del territorio (Titolo V – 3/R). In particolare, per la costruzione del nuovo Piano Strutturale, si fa riferimento alle indicazioni derivanti dagli ultimi due regolamenti citati (2/R e 3/R). Le disposizioni regolamentari relative in specifico alla “tutela e valorizzazione degli insediamenti”, definiscono i parametri e gli indirizzi diretti a garantire che tutti gli interventi di trasformazione del territorio siano compiuti nel rispetto dei requisiti di qualità urbana, ambientale, edilizia e di accessibilità al fine di prevenire e risolvere i fenomeni di degrado (articolo 1 del regolamento). Esse riguardano in particolare le seguenti tematiche: a) la dotazione di infrastrutture per la mobilità, parcheggi, verde urbano e di connettività urbana, percorsi pedonali e ciclabili, infrastrutture per il trasporto pubblico, arredo urbano ed altre opere di urbanizzazione primaria; b) la qualità e la quantità degli interventi da realizzare per il contenimento dell’impermeabilizzazione del suolo, il risparmio idrico, la salvaguardia e la ricostruzione delle riserve idriche anche potenziali; c) la dotazione di reti differenziate per lo smaltimento e per l’adduzione idrica, nonché per il riutilizzo delle acque reflue; 10 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE d) la salubrità degli immobili (edilizia sostenibile) e del territorio, il contenimento energetico, il rispetto dei requisiti di fruibilità, accessibilità e sicurezza degli insediamenti per ogni tipologia di utenza. Le disposizioni regolamentari relative in specifico agli Strumenti della Pianificazione Territoriale e agli Atti di Governo del Territorio definiscono in dettaglio i caratteri, gli elementi costituitivi e i contenuti di questi strumenti e piani. In particolare il regolamento definisce: 1) le disposizioni per il Piano Territoriale di Coordinamento; 2) le disposizioni per il Piano Strutturale; 3) le disposizioni per il Regolamento Urbanistico. Di significativo rilievo ed importanza metodologica risultano evidentemente le disposizioni indicate al punto b) che divengono il riferimento obbligatorio per la costruzione del P.S.. Nel dettaglio il regolamento stabilisce: a) disposizioni concernenti il “rapporto tra lo statuto del territorio e le strategie di sviluppo del territorio comunale contenute nel P.S.”. In particolare è prescritto che gli obiettivi e gli indirizzi strategici per la programmazione del governo del territorio comunale, sono definiti nel rispetto ed in stretta relazione con i principi contenuti nello statuto del territorio. b) disposizioni generali sul “dimensionamento e sulla quantificazione delle dimensioni massime sostenibili del P.S.”. In particolare le dimensioni massime sostenibili degli insediamenti sono stabilite, in base agli obiettivi e agli indirizzi strategici definiti dal P.S. e la sostenibilità deve essere comprovata dagli esiti della valutazione integrata. Gli standard, di cui al decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, sono comunque da considerarsi quantità minime inderogabili. Le dimensioni massime sostenibili sono esplicitate in relazione agli insediamenti esistenti ed ai relativi servizi ed infrastrutture; alle previsioni insediative del vigente strumento urbanistico (confermate a seguito della valutazione); alle ulteriori previsioni insediative; alle conseguenti dotazioni di servizi e infrastrutture, esistenti e di previsione stabilendone altresì la preventiva o contestuale realizzazione). Il P.S. definisce inoltre i parametri di qualità urbana, ambientale, edilizia, e di accessibilità del territorio, nel rispetto altresì delle altre disposizioni regionali di attuazione della legge. c) disposizioni generali “di attuazione dell’articolo 53 (Piano Strutturale) della L.R. 1/2005”. In particolare il P.S. contiene il resoconto dello stato di attuazione dello strumento urbanistico vigente e sottopone le relative previsioni insediative non attuate a valutazione integrata. Qualora dalla valutazione integrata emergano elementi di contrasto o di incoerenza, il P.S. stabilisce le conseguenti misure di salvaguardia, valide fino all’adeguamento del R.U.. d) disposizioni concernenti “i contenuti del dimensionamento” del P.S.. 11 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE In particolare il dimensionamento è articolato almeno nelle seguenti funzioni: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; industriale e artigianale, comprensiva delle attività commerciali all’ingrosso e depositi; commerciale relativa alle medie strutture di vendita; commerciale relativa alle strutture di grande distribuzione; turistico - ricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio; agricola e funzioni connesse e complementari, ivi compreso l’agriturismo; ed è effettuato congiuntamente al dimensionamento minimo complessivo delle attrezzature e dei servizi di interesse pubblico. e) disposizioni di “raccordo tra P.S. e R.U.”. In particolare: - le dimensioni massime sostenibili sono individuate all’interno dei sistemi e sub sistemi considerati nella loro interezza, nonché delle singole U.T.O.E., con esclusione di ulteriori ambiti di dettaglio; - il P.S. può contenere prescrizioni e regole specifiche per la definizione degli assetti insediativi che non assumono in alcun caso valenza conformativa della disciplina dei suoli; - la localizzazione e il dimensionamento delle singole previsioni edificatorie sono affidati in via esclusiva al R.U., al quale il P.S. riserva una pluralità di opzioni pianificatorie, coerenti e compatibili con i contenuti statutari e strategici del P.S. medesimo; - in attuazione dello statuto del territorio, gli indirizzi e le prescrizioni dettate dal P.S. per la redazione del R.U. sono finalizzati alla attuazione progressiva nel tempo delle quantità di dimensionamento indicate dal P.S. medesimo; f) disposizioni generali in materia di “individuazione delle aree connotate da condizioni di degrado”. In particolare il P.S. tiene conto in particolare delle seguenti principali categorie di degrado: - degrado urbanistico, per ambiti urbani ove vi sia carenza di funzionalità dovuta a insufficienza degli standard urbanistici o delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria; - degrado fisico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da precarie condizioni di staticità dell’edificato, connesse all’usura del tempo o ad inadeguate tecniche costruttive, da diffusa fatiscenza delle strutture e delle finiture degli edifici, ovvero da inadeguatezza tipologica degli edifici rispetto alle esigenze funzionali, anche per carenza o insufficienza degli impianti tecnologici; - degrado igienico, per ambiti urbani connotati in prevalenza da mancanza o insufficienza degli impianti igienico-sanitari, sia come dotazione che come organizzazione funzionale, da insufficiente aerazione e illuminazione diurna dei singoli edifici, ovvero da ridotte condizioni di abitabilità e di utilizzazione, in relazione all’impianto planivolumetrico o alla presenza di condizioni generali di insalubrità; - degrado socio-economico, per ambiti urbani o insediamenti minori ove sussistano condizioni di abbandono, di sottoutilizzazione o sovraffollamento degli immobili, o comunque di impropria utilizzazione degli stessi, ovvero in presenza di strutture produttive 12 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE non compatibili con le preesistenti funzioni residenziali, o infine in presenza di fenomeni comportanti la sostituzione del tessuto sociale, nonché delle forme produttive ad esso integrate; - degrado geofisico, per gli ambiti territoriali o insediativi caratterizzati dalla presenza di fenomeni di dissesto idrogeologico richiedenti complessi interventi di messa in sicurezza degli insediamenti, di aree libere impropriamente utilizzate, o su cui insistono ruderi di edifici distrutti da eventi naturali o artificiali, di diffuse superfetazioni che alterino la morfologia di insediamenti urbani storicizzati, nonché nei casi di impropria utilizzazione, abbandono o impoverimento fisico delle aree libere urbane ed extraurbane. Con questi nuovi e puntuali riferimenti normativi regolamentari e tenendo conto delle attuali disposizioni di legge, nel caso specifico di Montecarlo si tratta quindi di avviare concretamente una riflessione complessiva sui contenuti e la forma del vigente Piano Strutturale procedendo a: - valutare la validità, il perseguimento e l’effettivo raggiungimento degli obiettivi strategici e dei contenuti statutari dell’attuale piano (invarianti strutturali), indicando conseguentemente punti di forza e di debolezza e al contempo criticità e opportunità che nel frattempo sono emerse e/o affermatesi; - analizzare e verificare l’articolazione e la struttura del piano individuando elementi e contenti normativi aventi coerenza con le nuove indicazioni di legge e quelli che, viceversa, risultano inevitabilmente datati e superati dalle nuove disposizioni regolamentari e di legge. Inoltre stante la volontà espressa dall’amministrazione comunale di avviare comunque una riflessione sui contenuti progettuali del piano e l’intenzione di prefigurare nuovi modelli di sviluppo sostenibile per il territorio di Montecarlo e altrettanti “scenari” di pianificazione, occorrerà contemporaneamente: - avviare l’approfondimento delle conoscenze e l’implementazione dei quadri conoscitivi in coerenza con le nuove istanze di governo del territorio, in modo da assicurare all’intero processo di pianificazione valutazioni e verifiche di sostenibilità efficaci e concretamente ponderabili; - innescare un percorso partecipativo e di comunicazione, relativamente alla definizione delle scelte di governo del territorio, che garantisca il coinvolgimento attivo della comunità locali e più in particolare dei soggetti interessati in modo da favorire la diretta ed effettiva interazione con i decisori finali. 13 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 2. QUADRO GENERALE DI COERENZA 2.1 - Il Piano di Indirizzo Territoriale Il Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) della Regione Toscana è stato approvato, secondo quanto disposto dagli articoli 17 e 48 della L.R. 1/2005, con deliberazione del Consiglio regionale n. 72 del 24 luglio 2007; successivamente con deliberazione del Consiglio regionale n° 32 del 16 giugno 2009 è stata adottata la Variante di implementazione del P.I.T. per la disciplina paesaggistica”, ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e dell’articolo 33 della L.R. 1/2005, avente lo scopo di attribuire i contenuti e la valenza di “Piano Paesaggistico” al piano regionale. 2.1.1 Contenuti e obiettivi Il P.I.T. nel definire le regole e gli indirizzi per l’uso del territorio regionale e soprattutto per la pianificazione del suo futuro, si presenta come contributo nodale per la formulazione di un’immagine della Toscana nel mondo che punta al buongoverno del territorio, alla conservazione attiva del paesaggio e alla qualità urbanistica. Il nuovo Piano si propone di essere non un semplice aggiornamento di quello precedente, ma un suo ripensamento complessivo, una nuova formulazione con contenuti, obiettivi, strumenti e metodi diversi. Il P.I.T. ha una valenza costitutiva ed una funzionalità strategica, in grado di coniugare gli aspetti propositivo (Strategia dello sviluppo) e la regola statutaria (Statuto del territorio). Un piano necessariamente “strutturale” e al tempo stesso sufficientemente dinamico in cui gli elementi caratterizzanti il paesaggio e l’emergere di specifici valori dei diversi territori e la loro riconoscibilità sono la principale molla e la condizione del suo divenire; un piano in 14 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE cui il “paesaggio”, colmo di cultura ed elementi storico-identitari, è pensato come contenitore ricco e fecondo di moderna ed efficace innovazione. E’ con queste motivazioni che la costruzione del piano si inserisce nel progressivo perfezionamento del processo di convergenza tra gli strumenti della programmazione dello sviluppo e quelli del governo del territorio, che hanno nella sostenibilità il denominatore comune. Al contempo la legge regionale rafforza e consolida gli specifici contenuti strutturali del P.I.T. conferendo valenza di “piano paesaggistico” allo “Statuto del territorio” riconoscendone quindi sostanza descrittiva, prescrittiva e propositiva ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il nuovo P.I.T. attribuisce al concetto “territorio” il valore di bene pubblico, nonchè il significato di ambiente entro il quale si realizza la produzione locale di ricchezza e l’organizzazione delle funzioni collettive. In sintesi: “... Il territorio toscano è l’insieme delle propensioni soggettive, dei funzionamenti collettivi, e delle tante e multiverse “capacità” individuali e sociali che esso contiene ed esprime ...”. Pertanto il governo del territorio è pubblico, e “... il governo pubblico del territorio è agire politico e amministrativo, che investe e permea di sé l’insieme del “far politiche” regionali e locali, e che si avvale, allo scopo, di uno strumentario molteplice ma integrato ...” e ancora “... è una sfera essenziale dell’azione politica locale e regionale, che attraversa e integra il pubblico amministrare. E’ il piano pubblico che alimenta e orienta la progettualità sia privata che pubblica allo scopo della propria stessa messa in opera ...” . Infine il governo del territorio è considerato come “ ... mutuo riconoscimento e come reciproca coerenza tra politiche settoriali e regolazione territoriale ...”; occorre cioè correlare il dinamismo dell’iniziativa economica privata (necessaria alla redditività e alla solidità del lavoro e dell’impresa e dunque alla sostenibilità finanziaria del sistema), la funzionalità sociale (conseguente ad un sistema di welfare inclusivo e necessario alla capacità integrativa della comunità regionale) e la funzionalità ambientale (necessaria alla conservazione attiva del patrimonio dei beni naturali essenziali, e dei valori paesaggistici e storico-artistici della collettività). Sul disegno delle articolazioni territoriali il nuovo P.I.T supera la divisione in quattro Toscane del precedente piano, e indica una visione integrata: “la moderna Toscana rurale e urbana”. Territorio rurale (storicamente urbanizzato) e policentrismo urbano sono caratteri fondativi della Toscana dei quali il P.I.T. individua capisaldi (invarianti strutturali) e obiettivi statutari. In questo quadro sono indicati i seguenti metaobiettivi generali e obiettivi conseguenti: ç Primo: Integrare e qualificare la Toscana come “città policentrica”, attraverso: 1° obiettivo conseguente: potenziare l’accoglienza della “città toscana” mediante moderne e dinamiche modalità dell’offerta di residenza urbana; 2° obiettivo conseguente: dotare la “città toscana” della capacità di offrire accoglienza organizzata e di qualità per l’alta formazione e la ricerca; 15 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 3° obiettivo conseguente: sviluppare la mobilità intra e inter-regionale (potenziamento infrastrutture di interesse unitario regionale, tutela e valorizzazione del sistema complessivo); 4° obiettivo conseguente: sostenere la creatività come qualità della e nella “città toscana” (consolidamento, ripristino e incremento del patrimonio di “spazi pubblici”; tutela e valorizzazione dei corsi d’acqua, degli spazi verdi pubblici e privati correlati e di ogni altra risorsa naturale, prevedendo l’incremento di datazione e disponibilità) ; 5° obiettivo conseguente: attivare la “città toscana” come modalità di governance integrata su scala regionale. ç Secondo: Sviluppare e consolidare la presenza “industriale” in Toscana. ç Terzo: Conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana, attraverso: 1° obiettivo conseguente: tutelare il valore del patrimonio “collinare” della Toscana; 2° obiettivo conseguente: tutelare il valore del patrimonio “costiero” della Toscana; 3° obiettivo conseguente: riconoscimento e tutela dei beni paesaggistici di interesse unitario regionale. 2.1.2 L’agenda statuaria L’«agenda statutaria» del territorio della Regione individua i fattori territoriali e funzionali che compongono la struttura del territorio. Definisce le invarianti strutturali, individua i principi cui condizionare l’utilizzazione delle risorse essenziali, nonché la disciplina inerente i conseguenti livelli indefettibili di “prestazione” e di “qualità" che occorre comunque preservare nella loro dotazione e nella loro fruibilità. Ai sensi dell’articolo 3 delle norme del P.I.T. la struttura del territorio toscano, si configura mediante un unico ed integrato sistema territoriale (la moderna Toscana rurale e urbana) e da conseguenti sistemi funzionali. In particolare le componenti del sistema territoriale che connota e rappresenta la struttura del territorio toscano sono individuate mediante i lemmi di «universo urbano della Toscana» e di «universo rurale della Toscana». Si tratta, da una parte, della città policentrica Toscana (ovvero di un territorio pensato come città di città) che rappresenta il sistema territoriale urbano fatto delle tante città e delle configurazioni metropolitane e comunque di area vasta in cui si organizza la vita, l’economia e la cultura urbana della regione. Dall’altra parte, si tratta del moderno sistema rurale che rappresenta le diverse realtà rurali, fatte di comunità locali, di agricoltura, di settori verdi e di connesse filiere produttive e di turismo legato alle risorse naturali che è, pur con differenze notevoli fra zona e zona, ricco, avanzato e innovativo e, per questo, competitivo nello spazio delle aree rurali europee. Queste due visioni territoriali non descrivono in maniera “statistica” e separata tutta la complessa e differenziata realtà empirica della regione ma vogliono rappresentare i fattori su cui intensificare lo sforzo di innovazione e di sviluppo della Toscana. Sono quindi le direttrici di marcia, le “idee forza”, in parte già presenti come componenti innovative e 16 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE avanzate dello sviluppo regionale e che il Piano intende strategicamente rafforzare e diffondere nell’intero insieme regionale. Le invarianti strutturali correlate al suddetto sistema territoriale sono identificate secondo la seguente formulazione sintetica da cui discendono direttive e prescrizioni che complessivamente concorrono alla formulazione dell’”Agenda per l’applicazione dello statuto del territorio toscano”; in particolare: a) la «città policentrica toscana»; b) la «presenza industriale» in Toscana; c) il «patrimonio territoriale» della Toscana, ovvero: − il «patrimonio collinare» della Toscana; − il «patrimonio costiero, insulare e marino» della Toscana; d) i beni paesaggistici di interesse unitario regionale; e) «infrastrutture di interesse unitario» regionale. Per ogni invariante strutturale le disposizioni normative individuano quindi (Disciplina generale del Piano, Parte 2a Titolo II): definizioni tematiche e conseguenti direttive e/o prescrizioni correlate, di norma riferibili agli altri strumenti della Pianificazione Territoriale (P.T.C. e P.S.) e ai Piani Settoriali. Nel dettaglio: - per l’invariante «città policentrica toscana» (art.4), il P.I.T. stabilisce direttive e prescrizioni correlate riferite in particolare ai seguenti metaobiettivi: a. potenziare l’accoglienza della “città toscana” mediante moderne e dinamiche modalità dell’offerta di residenza urbana (art.5 e 6); b. dotare la “città toscana” della capacità di offrire accoglienza organizzata e di qualità per l’alta formazione e la ricerca (art.7); c. sviluppare la mobilità intra e inter-regionale (art.8 e 9) d. sostenere la qualità della e nella “città toscana”(art.10 e 10bis); e. governance integrata su scala regionale (art.11 e12); f. il turismo e il commercio (art.13, 14 e 15); g. la regolazione degli orari (art.16). - per l’invariante «presenza industriale» in Toscana (art.17), il P.I.T. stabilisce direttive e prescrizioni correlate riferite in particolare al suo sviluppo e consolidamento (art.18 e 19); - per l’invariante «patrimonio collinare» della Toscana (art.20), il P.I.T. stabilisce direttive e prescrizioni correlate riferite in particolare ai seguenti metaobiettivi: a. la conservazione attiva del suo valore (articolo 21); b. la conservazione attiva delle risorse agroambientali e paesaggistiche, oltre che sociali ed economiche della Toscana rurale (articoli 22 e 23); c. il controllo del turismo e delle attività ricreative, sportive e per il tempo libero (articoli 24 e 25); - per l’invariante «infrastrutture di interesse unitario» regionale (articolo 29), il P.I.T. stabilisce direttive e prescrizioni correlate riferite in particolare ai porti e aeroporti secondo gli specifici MasterPlan (articolo 30); 17 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE L’Agenda per l’applicazione dello statuto del territorio definisce inoltre i dispositivi normativi volti a garantire l’applicazione della specifica disciplina dei beni paesaggistici (articolo 31) contenuta ed articolata nella parte seconda (b) del testo normativo. Tale disciplina, a cui devono conformarsi gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio, secondo quanto indicato nelle misure generali di salvaguardia (articolo 36), comprendente in particolare: a. le prescrizioni d’uso dei beni paesaggistici (parte b, articolo 1), ai sensi dell’articolo 143, comma 1, lettere h) e i) del Codice per i beni culturali e del paesaggio, riferite agli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio; b. la ricognizione, delimitazione e rappresentazione, in attuazione all’articolo 143, comma 1 lettera b) del Codice per i beni culturali e del paesaggio, degli immobili e delle aree dichiarate di notevole interesse pubblico (parte b, articolo 2); c. la ricognizione, delimitazione e rappresentazione, in attuazione all’articolo 143, comma 1, lettera c), del Codice per i beni culturali e del paesaggio, delle aree tutelate per legge (parte b, articolo 3), nonchè la determinazione delle specifiche prescrizioni d’uso intese ad assicurare la conservazione e valorizzazione dei caratteri distintivi di dette aree. d. le disposizioni relative alle “aree gravemente compromesse e degradate”, in attuazione all’articolo 143, comma 4, lettera b), del Codice per i beni culturali e del paesaggio. Sono infine indicate ulteriori prescrizioni a tutela del paesaggio in funzione del Piano di indirizzo energetico regionale (articolo 34 bis) ed agli itinerari storico-culturali ad elevata attrattività turistica (articolo 34 ter). 2.1.3 L’agenda strategica Con il P.I.T. la Regione costruisce la propria agenda strategica attorno ad una serie di “sistemi funzionali” con i quali pone in sintonia sia il perseguimento dei propri metaobiettivi e dunque il proprio specifico disegno territoriale (la parte statutaria del piano regionale) sia la costruzione di quest’ultimo con le opzioni programmatiche generali della Regione (la parte strategica del piano). A questo scopo, i sistemi funzionali: a) definiscono un insieme di azioni strategiche che integrano il Pit e il portato dei suoi metaobiettivi, nella programmazione regionale, individuandone le relazioni e i collegamenti con le scelte del Prs e con quelle, successive, delle programmazioni settoriali, e costituiscono la trama propositiva, programmatica, progettuale e valutatoria tanto delle opzioni operative del governo regionale del territorio quanto di quelle dei governi locali, ponendoli nelle condizioni di valutarne la coerenza rispetto agli indirizzi regionali; b) fanno da “ponte” fra la lettura territoriale delle scelte di fondo dello sviluppo regionale, riassunta nell’indicazione dei metaobiettivi, e la progettualità che deriva dalle scelte di legislatura indicate dai Progetti integrati del Prs. Si viene così a determinare un “incrocio” fra governo del territorio e direzione della programmazione strategica dello sviluppo. 18 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Incrocio che costituisce il terreno sul quale costruire il processo di valutazione integrata: vista nelle sua capacità di misurare ex-ante il grado della coerenza “interna” della messa in opera del Pit alle opzioni che esso assume come “territorialmente” sue proprie e precipue, e il grado di consonanza attuativa alle sue opzioni da parte delle strumentazioni operative che la programmazione generale e quella settoriale dispongono ai fini dello sviluppo. Secondo quanto meglio specificato nel Documento di Piano i sistemi funzionali del P.I.T. sono in particolare: − La Toscana dell’attrattività e dell’accoglienza. “... Attrazione e accoglienza sono insieme, ed in maniera complementare, due concetti che si rifanno direttamente all’obiettivo del P.R.S. di “aprire” la Toscana verso il mondo ...” dove “... attrarre significa avere specificità, risorse e qualità che hanno un valore riconoscibile nel resto del mondo ...”. − La Toscana delle reti. “... una regione che sviluppa le funzioni avanzate, che cerca di radicarle nei diversi territori e di diffonderle nei diversi settori ...”. − La Toscana della qualità e della conoscenza. “...la qualità è il carattere fondamentale, quasi costituente, del modo di essere della Toscana. E’ nello stesso tempo la principale opportunità ma anche il principale vincolo al tipo di ruolo che la regione vuol giocare nel contesto globale, sia nell’area economicocompetitiva sia, in maniera più estesa, nelle aree non strettamente economiche. La qualità è una opportunità in quanto consente alla regione di sfruttare l’immenso patrimonio di risorse umane, ambientali e tecnologiche che la caratterizzano e che sono adeguate alla valorizzazione di nicchia, alla personalizzazione della risposta e alla produzione su misura in piccola scala e non solo alle attività legate alla standardizzazione dei processi e alla produzione di volumi elevati e di gamme ampie ...”. − La Toscana della coesione sociale e territoriale. “…puntare ad un nuovo dinamismo facendo leva quindi sulle componenti più avanzate e innovative del sistema regionale ed anzi affidandosi per questo anche alle capacità di soggetti esterni, ma nello stesso tempo senza rinunciare ad una coesione globale che è fatta sia di elementi economico-socali che di elementi territoriali.” Mediante i sistemi funzionali del P.I.T. (articolo 38), i singoli strumenti della pianificazione territoriale (P.S. a livello comunale e P.T.C. a scala provinciale), sono chiamati a definire, in funzione dei propri obiettivi programmatici e in coerenza a quelli che compongono la più generale agenda programmatica regionale, con quali finalità e modalità il governo del territorio dovrà concorrere, secondo il principi di sussidiarietà, responsabilità ed adeguatezza, all’attuazione operativa del quadro strategico delineato a scala regionale (agenda strategica). 19 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 2.1.4 La disciplina paesaggistica Con la L.R. Toscana 3 gennaio 2005, n. 1, la pianificazione paesaggistica è stata inserita nella pianificazione territoriale, prevedendo la concorrenza di tutti gli strumenti di pianificazione a livello regionale (piano di indirizzo territoriale), provinciale (piano territoriale di coordinamento) e comunale (piano strutturale) a definire la disciplina paesaggistica del territorio regionale. La costruzione del Piano Paesaggistico regionale, ha favorito l’attivazione di un percorso circolare e partecipativo che ha coinvolto le amministrazioni pubbliche in un effettivo processo di co-pianificazione paesaggistica dell’intero territorio regionale finalizzato all’elaborazione progressiva e congiunta dello Statuto del territorio del P.I.T., ciò anche al fine di dare coerenza e unità alla disciplina paesaggistica tramite la collaborazione dei diversi livelli territoriali di pianificazione. Il piano considera il paesaggio come un fattore di identità dei nostri territori, come ingrediente importante per la qualità della vita dei cittadini, e anche come leva significativa per la competitività dei territori e delle imprese. Per ciascuna di queste tre funzioni il piano si presenta come uno strumento aperto, non chiuso, che, attraverso i suoi processi dinamici, accompagna le politiche di settore e mira a diffondere una cultura diffusa del paesaggio. E proprio per la necessità di far corrispondere il piano a esigenze in continua e dinamica trasformazione, sono previsti un sistema di monitoraggio e un tavolo di confronto permanente tra regione, amministrazioni locali, organi decentrati del Ministero e studiosi e analisti del sistema. Questi organismi devono verificare la costante corrispondenza del piano ai suoi obiettivi di fondo. Nella sostanza il piano vuole contribuire ad una stagione innovativa delle politiche pubbliche dell'amministrazione regionale che riflette nuove urgenze e visioni di lungo periodo che tentano di proiettare al futuro i tanti territori della Toscana. Il Piano individua infatti in Toscana 38 sistemi paesaggistici, che corrispondono ad altrettanti territori. In ciascuno di questi l'identità del paesaggio è data dalla percezione condivisa di valori naturalistici, storico-culturali, e estetici. Per ciascuno di questi ambiti il piano indica obiettivi di qualità da raggiungere e azioni prioritarie da perseguire. Infatti, l’art.31 relativo alla normativa paesaggistica del PIT (così come risulta modificato nella variante contenente l’implementazione della disciplina paesaggistica) stabilisce che “... gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio delle province e dei comuni [...] perseguono gli obiettivi di qualità contenuti nelle “schede dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità” che sono parte integrante della disciplina generale del piano, ponendo in essere le azioni descritte nella sezione terza delle schede stesse, anche ai sensi dell’articolo 143, comma 1, lettere h) e i) del Codice dei beni culturali e del paesaggio ...”. Al fine di garantire il controllo di coerenza con la disciplina paesaggistica, di seguito sono riportati gli elementi della disciplina del piano regionale di maggiore dettaglio che fanno riferimento ad ambiti e contesti aventi relazione con i caratteri del territorio interessato, con 20 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE particolare attenzione per gli ambiti territoriali di paesaggio in cui ricade il Comune di Montecarlo (Scheda Ambito di paesaggio n14: Piana di Lucca). Si ricorda che in tali “Schede dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità” sono descritti: - i caratteri strutturali del paesaggio e i valori paesaggistici (quadro conoscitivo); - funzionamenti, dinamiche, obiettivi di qualità, azioni prioritarie; - beni paesaggistici soggetti a tutela ai sensi dell' art.136 del D.Lgs. 22/01/2004 n°42 ed aree gravemente compromesse o degradate. QUADRO CONOSCITIVO Ambito n°14 PIANA DI LUCCA PROVINCE: Lucca TERRITORI APPARTENENTI AI COMUNI: Altopascio, Capannori, Lucca, Montecarlo, Porcari, Pescaglia, Villa Basilica Riconoscimento dei caratteri strutturali CARATTERI STRUTTURALI IDENTIFICATIVI Elementi costitutivi naturali Geomorfologia Idrografia naturale L’ambito territoriale consiste in un’ampia zona di pianura alluvionale interessata da due bacini imbriferi: quello del Serchio e quello dell’ex lago di Bientina. Le aree collinari, individuabili nelle pendici meridionali delle Apuane a ovest nord-ovest, le alture del subappennino a nord e il monte Pisano a sud, si configurano come una specie di anfiteatro che si apre intorno alla piana. Sotto il profilo orografico il monte di Pietra Pertusa (969 m) e lo spuntone di S. Allago costituiscono i principali capisaldi orografici del bacino imbrifero. Il fiume Serchio, l’alveo sotterraneo, la rete degli affluenti costituiscono un assetto idrico complesso che caratterizza fortemente la piana di Lucca. Le coline lucchesi presentano superfici boscate fortemente caratterizzate dalla presenza di robinia, a eccezione di ambiti ristretti con microclima e condizioni podologiche favorevoli all’insediamento di specie tipiche della macchia mediterranea. :omissis Vegetazione Assetti agricoli forestali Paesaggio e agrario e forestale storico CARATTERI STRUTTURALI ORDINARI L’assetto agrario storico della Piana era prevalentemente caratterizzato da una tessitura minuta dei campi definiti dalle fosse di scolo e dai filari di vite maritati all’acero campestre o al gelso e da piantate delle quali permangono solo alcuni esempi in ridotte porzioni del territorio di pianura. Del paesaggio agrario storico delle colline permangono sistemazioni agrarie quali ciglionamenti e terrazzamenti. L’azione di regimazione idraulica ha caratterizzato, fino al 1800, l’idrografia della piana lucchese con il determinarsi a sud est di ampie zone umide, di cui restano, quali emergenze naturalistiche importanti il Padule di Verciano e quello di Massa Macinaia, che hanno visto la definitiva regimazione idraulica con i canali Ozzeri-Rogio e Ozzeretto, la creazione del pubblico condotto, nonché con la bonifica del lago di Sesto-Bientina conclusasi nel 1930, data che vede configurato l’attuale assetto idraulico della piana lucchese. Se i sopra richiamati canali descrivono la struttura idraulica della parte lucchese, le acque provenienti dal monte Serra sono raccolte dal Rogio-Rogetto, mentre con il procedere della colmate di Porcari si rese necessario realizzare un unico collettore in località Salanetti detto Fossa Nuova e convogliarci vari corsi d’acqua. Sui rilievi collinari a corona delle aree pianeggianti, sono presenti boschi di latifoglie e pinete, queste ultime occupano in forma rada e sporadica anche piccole porzioni di territorio pianeggiante a sud del Idrografia artificiale Paesaggio agrario e forestale moderno 21 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE fascio autostradale e in prossimità dell’insediamento di Altopascio dove il paesaggio agrario della è caratterizzato da semplificazione fondiaria con conseguente riduzione della funzione ecologica. :omissis Insediamenti e infrastrutture Insediamenti storici Insediamenti moderni e contemporanei Viabilità e infrastrutture storiche La città di Lucca ha da sempre rappresentato la principale polarità urbana della pianura lucchese sia sotto il profilo amministrativo che economico-culturale. :omissis: Gli altri centri e i nuclei di antica formazione, di tipo accentrato più o meno compatto, sono legati, da un lato alla rete difensiva e di avvistamento del territorio (Nozzano Montecarlo e Altopascio) dall’altro alla gestione della fiorente attività agricola che ha configurato nella pianura la tipica modalità insediativa della “corte”. :omissis: La Piana di Lucca è un territorio caratterizzato da un sistema diffuso di aree urbanizzate con aspetti diversificati a seconda che siano gravitanti a ovest o a sud del al polo urbano di Lucca o nel territorio ad est della città storica, dove in particolare il sistema produttivo, assume una configurazione polverizzata. Nel primo caso la presenza dei limiti naturali dei monti pisani e delle aree umide ha orientato lo sviluppo principalmente lungo la via pisana. Nel secondo caso la disponibilità maggiore di aree pianeggianti ha strutturato un tessuto insediativo residenziale-produttivo e di servizio diffuso che ha teso a saldare in un unico sistema Lucca, Capannori con Altopascio in direzione ovest-est e Lucca Ponte a Moriano in direzione sud-nord. La maglia infrastrutturale odierna ricalca in larghissima misura quella storica e ottocentesca: si tratta di una struttura fortemente gerarchizzata in cui prevale la radiale storica, originata dalla città murata, che si sviluppa secondo uno schema rettilineo in cui confluiscono i più antichi tracciati. Caratterizza invece la parte ad est di Lucca un reticolo più variegato orientato secondo l’andamento nordsud della centuriazione romana. Di interesse anche l’esteso patrimonio di percorsi minori che secondo uno schema reticolare si ramifica sul territorio pianeggiante rimarcando il permanere di realtà agricole storiche e persistendo come fattore strutturante ai fini delle valutazioni paesaggistiche. :omissisi: La pianura di Lucca è attraversata in senso est-ovest dalla linea ferroviaria Firenze-Lucca-Pisa ed in senso nord-sud da un tratto della linea Lucca- Piazza al Serchio. Parallelamente alla linea ferroviaria Lucca-Firenze corre il tracciato dell’autostrada A11 ai margini del quale trovano collocazione i principali complessi produttivi dell’area lucchese. Riconoscimento dei valori Valori naturalistici ELEMENTI COSTITUTIVI NATURALI Geomorfologia Idrografia naturale Vegetazione ELEMENTI COSTITUTIVI Le formazioni vegetali che caratterizzano gli ambienti fluviali del Serchio (aree golenali, alveo, aree esondabili) e la rete dei corsi d’acqua minori rivestono una funzione ambientale di notevole valore. Le aree umide presenti nella piana di Lucca, quali ad esempio il padule di Bientina ed il lago di Sibolla rappresentano rilevanti valori ambientali per la presenza di specie arboree di interesse naturalistico riconducibili al paesaggio planiziale. ( SIR B03 Ex Lago di Bientina, SIR 26 Lago di Sibolla) Le aree collinari ad alta naturalità diffusa (colline del Quiesa, Pizzorne, monti pisani etc.) con copertura boschiva costituita da associazioni forestali di pino marittimo e cerro e da castagneti rappresentano un valore ambientale in quanto assicurano la continuità biotica con i sistemi ambientali di crinale. Il territorio rurale che occupa la fascia del paleo alveo del Valori storico-culturali Valori esteticopercettivi Il paesaggio fluviale del fiume Serchio ed il suo intorno territoriale oltre a rappresentare un elemento qualificante sotto il profilo percettivo per la presenza della vegetazione ripariale, di pioppete, di aree agricole, costituisce percorso panoramico dal quale si aprono ampie visuali. :omissis: Il sistema poderale che 22 Il paesaggio delle terre di bonifica, connotato da fondi COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE ANTROPICI Idrografia artificiale Paesaggi agrari e forestali storici Paesaggi agrari e forestali moderni Serchio, oltre a rappresentare la più importante discontinuità territoriale della pianura lucchese, riveste un valore ambientale per l’equilibrio ecologico che continua a garantire. Le porzioni di territorio rurale che segnano le discontinuità edilizie, seppur non rivestano un ruolo produttivo, permettono di raccordare gli ecosistemi delle aree di pianura con quelli fluviali e collinari rivestendo così un valore ambientale strategico. Il paesaggio agrario collinare presenta buoni livelli di diversificazione colturale per la presenza di oliveti e vigneti alternati da aree boscate, cui si associano elevate prestazioni ambientali in termini di mantenimento delle continuità biotiche. INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE Insediamenti storici Insediamenti moderni Viabilità e infrastrutture storiche Viabilità e infrastrutture moderne La presenza di un sistema di verde urbano costituito da parchi e aree pubbliche e private e dagli altri sistemi di connessione (aree agricole di margine, le aree urbane di pertinenza fluviale anche attrezzate con percorsi) assicura la continuità biotica anche in ambito urbano oltre a rappresentare un elemento di qualificazione paesaggistica dello spazio urbano. caratterizza il sistema insediativo rurale dell’area di Montecarlo rappresenta un valore storico. La permanenza, in alcuni ambiti della piana di Lucca, di alberate (storicamente impiegate come corredo vegetazionale dei seminativi in coltura promiscua) di filari e di siepi consente di riconoscere una modalità storica di organizzazione e gestione dello spazio agrario. Le sistemazioni idraulico-agrarie quali muri a secco, ciglioni, lunette, acquidocci, presenti lungo le fasce pedecollinari dei versanti nord e sud della piana, costituiscono testimonianza materiale dell’organizzazione agraria del territorio di collina. La rete delle ville e delle residenze storiche sub-urbane che caratterizza i versanti collinari costituisce valore storicodocumentale sia per il valore architettonico intrinseco dei beni che per il loro ruolo culturale di testimonianza di una specifica organizzazione e gestione dello spazio rurale. La rete dei percorsi storici di collegamento collinare quali strade vicinali e mulattiere assumono valore culturale in quanto legati funzionalmente alla complessa organizzazione agraria della collina lucchese. La rete dei presidi militari e dei borghi fortificati quali ad esempio Montecarlo, Altopascio, Nozzano costituiscono testimonianze storiche di valore documentale. La rete delle pievanie ed il sistema delle “corti” lucchesi costituiscono gli elementi generatori delle due modalità insediative rispettivamente della collina e della pianura lucchese. Nella pianura di Lucca si riscontrano ancora tracce della centuriazione romana sia nell’orditura dei fondi agricoli che nella maglia infrastrutturale minore, che rappresenta il valore testimoniale dell’ organizzazione storica del territorio. :omissis: regolari delimitati da canali e da elementi vegetazionali in filare, qualifica il territorio dal punto di vista estetico percettivo. Gli elementi strutturali del paesaggio agrario storico diffusi lungo l’intero arco collinare che circonda la piana di Lucca qualificano il territorio anche dal punto di vista estetico percettivo. I contesti collinari assumono elevati valori paesaggistici per la relazione tra colture agrarie, formazioni vegetazionali, rete delle emergenze architettoniche (villefattorie-pievi). La rete dei percorsi storici di collegamento collinare quali strade vicinali e mulattiere offrono numerosi punti di vista e belvedere sul paesaggio della piana di Lucca e delle colline contermini. I borghi fortificati e gli elementi del sistema di difesa rappresentano emergenze visive percepibili anche a distanza dai principali percorsi e assi stradali. :omissis: Funzionamenti, dinamiche, obiettivi di qualità, azioni prioritarie FUNZIONAMENTI E DINAMICHE L’ambito di paesaggio della piana di Lucca è caratterizzato da un sistema insediativo diffuso con caratteri differenziati in base alla localizzazione e alla concentrazione delle polarità funzionali: quello dei servizi della cultura e del turismo gravitante attorno al centro storico di Lucca e quello produttivo che si è sviluppato prevalentemente attorno ai due poli della Cantoni e di Mugnano. Nella piana si distinguono due strutture insediative: quella centrata su Lucca densa, compatta e radiocentrica e quella discontinua ed episodica propria del sistema Capannori-Altopascio. Questa struttura è tenuta assieme da un denominatore comune e cioè da una modalità insediativa, quella dei borghi o quartieri cresciuti attorno alle corti, dove i luoghi dell’abitare non sono separati e distanti da quelli del lavoro che a loro volta sono prossimi ai luoghi della socialità e dei servizi. Le pressioni insediative legate alla domanda di nuovi suoli per funzioni residenziali e commerciali hanno indotto fenomeni di diffusione urbana che ha teso da un lato a accrescere gli addensamenti lungo la viabilità radiale fino alla saldatura in senso trasversale, dall’altro ha alterato l’orientamento della maglia rurale storica di tipo centuriale, sovrapponendo ad essa insediamenti ed infrastrutture orientati diversamente generando effetti squilibrati di disassamento e di perdita di leggibilità della matrice storica. Rispetto al sistema insediativo storico, l’espansione novecentesca, in larga misura del secondo dopoguerra, è caratterizzata dalla perdita della forma urbana: la crescita avviene sull’orditura della viabilità delle radiali storiche e intorno alle “corti” che diventano i nuclei funzionali e centrali della crescita recente. Questo ha prodotto fragili tessuti urbani attraverso la saldatura degli episodi insediativi posti lungo le radiali principali e, successivamente, con l’erosione della maglia territoriale costituita dall’orditura viaria. Si registra, inoltre, una tendenza alla densificazione e alla concentrazione lungo assi viari di funzioni produttive o specializzate che generano tessuti mono-funzionali. Questi fenomeni hanno avuto rilevanti effetti anche sui caratteri e sul ruolo degli spazi rurali: marginalizzazione e abbandono dell’attività agricola con progressiva banalizzazione o chiusura degli spazi rurali residui con conseguente riduzione o scomparsa delle strutture del paesaggio agrario tradizionale. Nel territorio della piana si riconoscono importanti segni delle infrastrutture per la mobilità (ferrovia e autostrada) che producono una frattura fisica e percettiva del paesaggio oltre a interrompere la continuità biotica propria degli ambienti rurali. Il paesaggio collinare mostra buoni livelli di integrità dovuti al mantenimento di assetti agrari tradizionali per effetto della continuità d’uso agricolo e della specializzazione produttiva di olio e vino, e di rilevanza per la presenza di una rete di ville storiche (realizzate a partire dal Cinquecento) che hanno prodotto una specifica modalità d’uso del territorio con effetti positivi in termini di qualità storico percettiva del paesaggio. La rete delle ville interessa, con diversificati caratteri, il territorio a nord del 23 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Serchio fino al torrente Pescia di Collodi, il territorio dell’Oltreserchio da Ponte a Moriano fino a Nozzano Balbano e il territorio dei Monti Pisani a sud d a Meati fino a Vorno e al Compitese. L’origine della villa è legata alla fiorente attività dei mercanti e banchieri lucchesi e nasce infatti come dimora suburbana di famiglie benestanti atta ad offrire ospitalità e ad organizzare ricevimenti, disponendo di saloni interni e di parchi e giardini all’esterno. A questa dimensione ricreativa si aggiunge quella produttiva: la villa è anche il centro di una intensa attività agricola e forestale esercitata su porzioni di territorio rurale annessi alla proprietà. La villa,così, con la sua organizzazione di spazi di pertinenza –giardino e coltivi- ed annessi agricoli costituisce la matrice storica paesaggio delle colline lucchesi insieme alla rete delle pievi attorno alla quale hanno avuto origine i nuclei collinari. Il sistema delle aree umide e palustri che comprende il lago di Bientina e la rete dei canali che confluisce nei canali del Bottaccio e del Guappero in prossimità dell’acquedotto del Nottolini rappresenta una importante riserva di naturalità e allo stesso tempo individua un tipo di paesaggio di elevato valore storico-documentale legato alle bonifiche storiche della Toscana. Dal punto di vista ambientale, gli elementi che esprimono le qualità ambientali sono riconducibili al sistema fluviale del Serchio, alla discontinuità insediativa rappresentata dal varco verde che insiste sull’area del paleo alveo del fiume e dal lago di Sibolla per il quale si riscontrano fragilità degli ecosistemi presenti nell’area di Sibolla derivanti da modificazioni del regime idrico e delle condizioni chimico- fisiche delle acque. Dalla fine delle glaciazioni pleistoceniche il corso inferiore del Serchio ha iniziato a subire variazioni significative anche dovute all’azione antropica che lo hanno portato ad assumere l’attuale configurazione ed hanno marcato le differenti parti della parte nordovest della pianura sotto il profilo idraulico e morfologico. ELEMENTI COSTITUTIVI NATURALI Valori Obiettivi di qualità naturalistici Conservazione e Le aree collinari tutela degli habitat che e montane ad caratterizzano le aree alta naturalità collinari e montane ad diffusa alta naturalità diffusa con copertura determinata dalla boschiva. presenza di associazioni forestali di pino marittimo e cerro e da castagneti e riqualificazione/restaur o delle aree degradate o connotate da situazioni di criticità ambientale. ELEMENTI COSTITUTIVI ANTROPICI Valori Obiettivi di qualità naturalistici Tutela delle porzioni di Il ruolo di territorio raccordo rurale/agricolo ecosistemici che segnano le garantito dalle discontinuità all’interno porzioni di del tessuto urbano territorio della piana ai fini del mantenimento delle rurale/agricolo continuità ecologiche che segnano le tra le aree di pianura, discontinuità quelle fluviali e edilizie. collinari. La diversificazione colturale, cui si associano prestazioni ambientali, del paesaggio agrario collinare. Valori storico culturali Il sistema poderale che caratterizza il sistema insediativo rurale dell’area di Montecarlo. La rete dei percorsi storici di collegamento collinare quali strade vicinali e mulattiere. Conservazione dei caratteri differenziati della matrice agricola propria delle colline lucchesi e delle aree di fondovalle ai fini del mantenimento delle continuità biotiche e dei valori estetico paesaggistici. Azioni La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento, identifica gli ambiti collinari e montani caratterizzati da condizioni di naturalità diffusa ovvero quelli caratterizzati da criticità o degrado e definisce indirizzi per la pianificazione dei comuni orientandola verso la tutela, la valorizzazione dei valori riconosciuti e verso il recupero-riqualificazione delle aree connotate da fenomeni di criticità. La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC, secondo la definizione di bosco di cui all’ art. 3 della LR 39/2000 e le specifiche tecniche di cui al D.D. 3212 del 15/07/08, perimetra tali ambiti e promuove la relativa disciplina di tutela, gestione e riqualificazione come sancita dalla LR 39/2000 ed il Relativo regolamento di attuazione 48/R/2003. Le politiche ambientali provvedono a definire misure volte alla conservazione e al mantenimento delle formazioni boscate anche ai fini della tutela dei versanti. Azioni La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento, identifica gli ambiti in cui le porzioni di territorio rurale/agricolo all’interno del tessuto urbano contribuiscono ancora ad assicurare le continuità biotiche e definisce indirizzi per la pianificazione dei comuni orientandola verso la valorizzazione di detti ambiti e verso il potenziamento del sistema delle discontinuità. La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC, perimetra tali ambiti e definisce regole volte alla riqualificazione formale e di riorganizzazione funzionale dei tessuti edilizi piuttosto che di occupazione di nuovo suolo e alla gestione dell’attività agricola. Le politiche di sviluppo rurale promuovono ed incentivano interventi finalizzati al conseguimento di tali obiettivi di qualità sostenendo le attività agricole, anche amatoriali, quale pratiche di miglioramento del paesaggio e dell’ambiente rurale. Le politiche di sviluppo promuovono ed incentivano interventi che privilegino la conservazione dei mosaici agrari e delle formazioni vegetali. La disciplina comunale, per quanto di competenza favorisce la permanenza dei valori così come riconosciuti. Obiettivi di qualità Azioni Mantenimento della leggibilità del sistema insediativo che caratterizza il territorio rurale di Montecarlo costituito principalmente da poderi. La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento, identifica gli ambiti del territorio rurale intorno all’abitato di Montecarlo, connotati dalla presenza del sistema insediativo poderale e definisce indirizzi per la pianificazione dei comuni orientandola verso la valorizzazione dei valori riconosciuti. La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC, perimetra tali ambiti individuando i caratteri di ruralità espressi dalla tipologia edilizia rurale ricorrente quali quella del podere e dalla sua relazione con le aree di pertinenza e per quanto di competenza prescrive, promuove e indirizza: - la definizione di specifici abachi orientativi per la realizzazione di nuove residenze rurali e per gli interventi di recupero; - il corretto inserimento paesaggistico dei fabbricati nel contesto rurale con particolare riferimento ai rapporti con la viabilità rurale; - la salvaguardia dei caratteri tipologici e stilistici dei fabbricati attraverso una puntuale disciplina del patrimonio edilizio di valore. La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento, identifica gli ambiti del territorio collinare caratterizzati dalla significativa presenza di percorsi storici e definisce indirizzi per la pianificazione dei comuni orientandola verso la tutela e la valorizzazione di tali valori. La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC, individua puntualmente i percorsi storici e definisce, per quanto attiene gli aspetti edilizi e infrastrutturali, discipline volte a: Tutela della rete dei percorsi storici di collina 24 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE - conservare l’andamento e la giacitura di tali percorsi; - preservare i punti di belvedere che da essi si aprono sulla valle e sulle colline adiacenti. La pianificazione comunale individua altresì i filari che costituiscono l’arredo vegetale della viabilità da tutelare con le procedure e le norme di cui agli articoli 55 e 56 del regolamento forestale n. 48/R/2003. Le politiche di sviluppo promuovono ed incentivano interventi che privilegino la conservazione della rete dei percorsi storici di collina. La disciplina comunale promuove la realizzazione e la riqualificazione di edifici e annessi agricoli, realizzati anche tramite PAPMAA, in coerenza con il contesto paesistico, insediativo e ambientale. Valori esteticopercettivi I contesti collinari caratterizzati dalla relazione tra colture agrarie, formazioni vegetazionali, emergenze architettoniche (ville-fattoriepievi), sistemazioni idraulico-agrarie. Obiettivi di qualità Azioni Garantire la percepibilità del paesaggio delle colline lucchesi dai principali percorsi di pianura e da quelli pedecollinari tutelando i punti di vista panoramici che da essi si aprono. La pianificazione provinciale individua i tracciati connotati da un elevato livello di panoramicità per la eccezionalità o l’ampiezza delle visuali che si aprono da e verso il paesaggio delle colline lucchesi. La pianificazione comunale, anche sulla base di tale individuazione e sulla base del riconoscimento dei punti panoramici di pianura e di collina, stabilisce diversificate forme di tutela, con speciale riguardo alla gestione della vegetazione e alla localizzazione e tipologia degli impianti di distribuzione carburante lungo gli assi viari di pianura, alla collocazione di manufatti lungo strada. Il comune, la provincia e gli altri soggetti preposti, assicurano una adeguata disciplina per l’installazione della segnaletica e della cartellonistica in considerazione della panoramicità di tali contesti. La pianificazione comunale assicura che siano applicati gli indirizzi per la tutela definiti nella sezione 4 relativi ai DM. 17/07/1985 – G.U. 190 del 1985 Territorio delle colline e delle ville lucchesi, sito nei comuni di Lucca, S.Giuliano Terme, Massarosa, Montecarlo, Altopascio e Porcari. I soggetti delegati al procedimento relativo al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche verificano l’applicazione di tali indirizzi. INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE Valori Obiettivi di qualità naturalistici Salvaguardare, La presenza di recuperare e un sistema di valorizzare il sistema verde urbano del verde urbano costituito costituito da parchi , da parchi e aree dai percorsi pubbliche e e delle altre aree pubbliche e private private e dagli che assicurano la altri sistemi di continuità ambientale connessione. Valori storicoculturali La rete dei presidi militari e dei borghi fortificati. con il territorio extraurbano. La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento, identifica gli elementi che compongono il sistema del verde urbano, e definisce indirizzi per la pianificazione dei comuni orientandola verso la tutela e la valorizzazione di tale valore e verso il recupero-riqualificazione delle aree urbane e periurbane connotate da fenomeni di criticità da recuperare per il rafforzamento complessivo del sistema. La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC, perimetra tali ambiti e detta regole d’uso volte alla la tutela dei suoi elementi costitutivi. La pianificazione comunale promuove il rafforzamento del sistema del verde urbano attraverso azioni di recupero e valorizzazione di aree marginali anche nell’ambito degli strumenti della perequazione urbanistica. Obiettivi di qualità Azioni Tutela dell’impianto morfologico ed edilizio dei borghi fortificati e della rete dei presidi militari. La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC, individua i borghi fortificati e gli elementi che compongono il sistema dei presidi militari (torri di avvistamento, rocche etc) e definisce: - regole per tutelare i caratteri morfologici dell’impianto originario al fine di conservarne la leggibilità nonché per tutelare la relazione visuale con il contesto in cui si collocano; - criteri per orientare la eventuale crescita secondo principi insediativi consolidati, prevedendo prioritariamente interventi di completamento nelle aree residue disponibili all’interno dei nuclei. - strategie per la valorizzazione delle infrastrutture militari presenti. La pianificazione comunale assicura che siano applicati gli indirizzi per la tutela definiti nella sezione 4 relativi ai DM 24/07/1964 – G.U. 226 del 1964 Centro abitato ed area circostante nel comune di Montecarlo. I soggetti delegati al procedimento relativo al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche verificano l’applicazione di tali indirizzi. La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento, definisce i criteri per identificare le corti che ancora mantengono elevati livelli di integrità degli assetti morfologici e definisce indirizzi per la pianificazione dei comuni orientandola verso la tutela e la valorizzazione di tale valore e verso il recupero-riqualificazione delle situazioni connotate da fenomeni di criticità. La pianificazione comunale, anche in riferimento ai contenuti del PTC, perimetra tali ambiti e detta regole d’uso volte alla la tutela dei suoi elementi costitutivi con particolare riferimento a: - il mantenimento delle caratteristiche morfologiche della corte; - il mantenimento/recupero dei rapporti tra corte e spazi scoperti; - la gestione delle aree a comune e la ricomposizione dei volumi edificati. La pianificazione provinciale fornisce i quadri conoscitivi di riferimento e definisce indirizzi ed i criteri per la gestione sostenibile delle trasformazioni nella pianura lucchese. La pianificazione comunale perimetra tali ambiti e definisce discipline volta a: - definire i margini degli insediamenti e provvedere alla ricucitura dei tessuti incoerenti promuovendo la riqualificazione di spazi collettivi e l’inserimento di funzioni pubbliche o di altre funzioni qualificanti lo spazio urbano; - assicurare il mantenimento delle aree rurali che costituiscono discontinuità del sistema insediativo lineare attestato lungo i principali assi stradali anche al fine di garantire la fruizione visiva dei paesaggi collinari. La modalità insediativa della “corte” lucchese. Preservare le specifiche caratteristiche morfologiche nonché le relazioni con il territorio circostante della corte lucchese. I fenomeni di dispersione insediativa della pianura lucchese. Riconfigurare il sistema insediativo della pianura di Lucca caratterizzato da dispersione insediativa. Valori esteticopercettivi I borghi fortificati e gli elementi del sistema di difesa. Azioni Obiettivi di qualità Azioni Assicurare la visibilità dai principali tracciati infrastrutturali e dai principali punti di vista panoramici dei paesaggi caratterizzati La pianificazione provinciale individua i tracciati connotati da un elevato livello di panoramicità per la eccezionalità o l’ampiezza delle visuali che si aprono da e verso gli elementi di valore estetico-percettivo riferiti agli insediamenti e alle infrastrutture. La pianificazione comunale, anche sulla base di tale individuazione e sulla base del riconoscimento dei punti panoramici, stabilisce diversificate forme di 25 COMUNE DI MONTECARLO La rete dei percorsi storici di collegamento collinare quali strade vicinali e mulattiere AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE dalla presenza e/o relazione tra i seguenti elementi di valore estetico percettivo ed i contesti in cui si collocano: - i borghi fortificati e gli elementi del sistema infrastrutturale di difesa. tutela, con speciale riguardo al mantenimento dei rapporti tra costruito e spazi rurali, e alla localizzazione e tipologia degli impianti di distribuzione carburante lungo gli assi viari di pianura, alla collocazione di manufatti lungo strada che possano ostacolare la percepibilità . Il comune, la provincia e gli altri soggetti preposti, dovranno assicurare una adeguata disciplina per l’installazione della segnaletica e della cartellonistica in considerazione della panoramicità di tali contesti. La pianificazione comunale assicura che siano applicati gli indirizzi per la tutela definiti nella sezione 4 relativi ai seguenti D.M: - 24/07/1964 – G.U. 226 del 1964 Centro abitato ed area circostante nel comune di Montecarlo; - 17/07/1985 – G.U. 190 del 1985 Territorio delle colline e delle ville lucchesi, sito nei comuni di Lucca, S. Giuliano Terme, Massarosa, Montecarlo, Altopascio e Porcari; I soggetti delegati al procedimento relativo al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche verificano l’applicazione di tali indirizzi. 2.2 - Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Il PTC vigente è stato approvato con Delibera di C.P. N. 189 del 13 dicembre 2000 e pubblicato sul BURT n. 4 del 24 gennaio 2001. Si configura come lo strumento della pianificazione e programmazione territoriale di area vasta provinciale che opera perseguendo il coordinamento delle politiche di interesse sovra comunale, rappresentando per i Comuni il riferimento principale di programmazione entro cui definire e delineare le scelte di trasformazione territoriale proprie della pianificazione urbanistica comunale. Il PTC vigente ha assunto quali obiettivi fondamentali la tutela dell’integrità fisica e dell’identità storico-culturale del territorio provinciale: a. segnalando i punti critici delle condizioni di fragilità ambientale su cui impostare scelte strategiche per la difesa del suolo e concentrare azioni e risorse; b. spostando e ridefinendo l’identità locale e la competizione con l’esterno alla scala sovralocale dei sistemi territoriali; c. assumendo e valutando le differenti condizioni e situazioni presenti nelle diverse realtà locali non come “ squilibri” da colmare, ma come diversità da riconoscere e valorizzare in quanto risorse proprie dei differenti luoghi; d. delineando un quadro di riferimento coerente per il sistema della mobilità e le infrastrutture di trasporto su cui definire progetti operativi e realizzare interventi infrastrutturali in modo coordinato. Il P.T.C. articola il territorio provinciale in tre sistemi territoriali di programma (sistema territoriale dell’Appennino; sistema territoriale dell’Arno; sistema territoriale della Costa), così come venivano individuati dal Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) regionale vigente al momento della redazione dello strumento provinciale. Il piano provinciale individua di conseguenza e sulla base del proprio quadro conoscitivo sistemi territoriali locali corrispondenti ad ambiti sovracomunali ai quali il P.T.C. “prescrive debba farsi riferimento per organizzare gli elementi di interesse sovracomunale e il sistema della mobilità”. I sistemi locali così definiti sono: - ambito della Valle del Serchio; - ambito dell’Area Lucchese (di cui fa parte il Comune di Montecarlo); - ambito della Versilia. 26 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Per ciascun ambito o sistema locale, il P.T.C. individua obiettivi, da perseguire in riferimento alle risorse città e insediamenti - territorio rurale - rete delle infrastrutture per la mobilità, cui anche i comuni debbono guardare nella formulazione degli strumenti della pianificazione e nella definizione della parte strategica del piano comunale. In particolare costituiscono obiettivi specifici per l’ambito sovra comunale della Piana di Lucca: A) il superamento delle situazioni di rischio idraulico, privilegiando il recupero degli spazi necessari per le dinamiche fluviali e favorendo la rinaturalizzazione del reticolo idraulico; B) la valorizzazione e il recupero ambientale del paesaggio fluviale del fiume Serchio privilegiando il mantenimento e l’arricchimento dei riconoscibili caratteri di prevalente naturalità, la continuità territoriale degli ecosistemi, nonché il particolare rapporto storicamente consolidato tra l’ambito fluviale e la città di Lucca; C) la tutela ambientale, la riqualificazione e la messa in sicurezza del sistema trasversale dei corsi d’acqua che dalle Pizzorne confluisce nell’alveo dell’ex lago di Bientina; D) il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione del sistema delle aree umide e palustri, nonché dei corsi d’acqua connessi, riconoscibile intorno ai canali Rogio e Ozzeretto, che dal Bientina confluisce nelle aree del Bottaccio e del Guappero in prossimità dell’acquedotto del Nottolini; E) il recupero e il ripristino ambientale del Lago di Sibolla; F) il riconoscimento, l’arricchimento e la valorizzazione dei caratteri identificativi propri del «varco» verde di rilevanza sovracomunale riconoscibile nel territorio interessato dal paleoalveo del Serchio, con le sue permanenze morfologiche, idrogeologiche e vegetazionali e le sue relazioni con il reticolo idrografico anche minore (fossi e canali di irrigazione); G) il mantenimento, il recupero e la valorizzazione della unitarietà geografica e storica del territorio lucchese e dell’impianto territoriale consolidato, costituito dalla convergenza radiale sul polo urbano di Lucca, anche attraverso il riordino degli insediamenti lineari lungo la viabilità storica e la riqualificazione delle esistenti polarità minori e diffuse; H) l’arresto della dispersione insediativa e la promozione della ricomposizione dei tessuti, attraverso il riconoscimento, il mantenimento e il recupero della struttura urbana diffusa, il completamento e il riordino degli esistenti tessuti edilizi non saturi, la loro riqualificazione e ricomposizione morfologica e funzionale, la definizione e qualificazione dei margini degli insediamenti; I) il rafforzamento della identità culturale attraverso l’equilibrato utilizzo delle risorse e la valorizzazione e la tutela dei beni storico-architettonici e paesaggistici e, in particolare, del sistema territoriale delle Ville e delle corti, delle relazioni di questi con l’utilizzo agricolo del territorio collinare e della pianura, con i borghi, i centri, la viabilità, la viabilità e gli elementi testimoniali di antica formazione; L) la valorizzazione e la salvaguardia, anche attraverso specifico progetto di scala sovracomunale, dei beni archeologici dell’area del Bientina e del territorio adiacente; M) la riorganizzazione del sistema dell’accessibilità attraverso: m1. il potenziamento dell’offerta di trasporto su ferro per le persone e le merci tramite interventi di qualificazione delle infrastrutture e dei servizi ferroviari finalizzati alla riduzione dei tempi di viaggio e al cadenzamento dei servizi per le persone; m2. la riorganizzazione del nodo ferroviario della stazione di Lucca, funzionale anche all’attivazione di un servizio ferroviario metropolitano all’interno dell’area urbana e nelle zone limitrofe; 27 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE m3. la chiusura dell’attuale casello autostradale di Carraia e la realizzazione di un nuovo accesso all’A11 in Comune di Capannori; m4. l’adeguamento strutturale e funzionale della rete viaria di interesse sovracomunale, con l’individuazione delle tratte e dei nodi critici da interessare a specifici interventi finalizzati al riordino e alla riorganizzazione complessiva della rete e all’integrazione di questa con l’ambito sovracomunale della Valle del Serchio e con l’”area vasta” di Livorno-PisaLucca; m5. la promozione di azioni di integrazione del sistema della mobilità lucchese nell’”area vasta” di Livorno-Pisa-Lucca, nonché con la Provincia di Massa, indicando i ruoli e le prestazioni delle infrastrutture proprie del territorio lucchese relative all’ambito metropolitano Livorno-Pisa-Lucca; m6. Il recupero e la valorizzazione degli elementi di viabilità minore intra e intercomunale da utilizzare come piste ciclabili; N) l’irrobustimento del sistema delle aree produttive poste ad est della città di Lucca deve introdurre nella pianificazione territoriale elementi e parametri di qualità ambientale, invertendo la pratica meramente quantitativa finora adottata, attraverso la concentrazione e la individuazione di aree, la cui vocazione quali sedi di insediamenti produttivi sia da ritenersi consolidata, da riordinare, riqualificare e completare, favorendo l’innalzamento del livello qualitativo e quantitativo delle opere di urbanizzazione e dei servizi alle imprese, nonché delle misure idonee alla qualificazione di tali aree come ecologicamente attrezzate ai sensi delle vigenti leggi; O) il mantenimento e lo sviluppo, nelle differenti realtà dell’ambito, delle attività produttive agricole, da considerare a pari titolo con quelle artigianali e industriali, e superando la marginalità alla quale le attività produttive agricole sono state ridotte nelle recenti trasformazioni territoriali. Il P.T.C. inoltre individua nove strutture territoriali, qui di seguito elencate: - Il territorio dell’Appennino (AP); - Il territorio delle Alpi Apuane (AA); - Il territorio del fiume Serchio e della Lima (FV); - Il massiccio delle Pizzorne (PZ); - La collina di Montecarlo e Porcari (MCP); - Il territorio dell’Oltreserchio e delle colline di Quiesa e Massarosa (QMO); - I Monti Pisani (MP); - La pianura di Lucca e del Bientina (PL); - La pianura costiera versiliese (PC). L’articolazione del territorio provinciale in ambiti dotati di proprie identità e specificità territoriale costituisce un utile supporto e un indirizzo per la formazione dei Piani Strutturali dei Comuni che dovranno contenere, come fondamento conoscitivo e programmatorio, “sia l’individuazione dei sistemi e dei sub-sistemi ambientali” sia lo “Statuto dei luoghi”, integrando e dettagliando le unità territoriali individuate. Il territorio di Montecarlo,(art.12 comma 2 delle Norme del PTC) si articola in due strutture territoriali di riferimento nell’ambito dell’Area Lucchese, ossia: - nella struttura territoriale Collinare di Montecarlo e Porcari, in particolare “La collina di Montecarlo e Porcari” (CMP); 28 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE nella struttura territoriale della Piana di Lucca e del Bientina ed in particolare “La pianura dell’insediamento diffuso” (PL2). Le norme del PTC indicano le prescrizioni da recepire negli strumenti urbanistici comunali per la disciplina delle strutture territoriali e degli ambienti e paesaggi locali in cui ricadono i diversi ambiti del territorio (rurale, il sistema insediativo, le infrastrutture, le attrezzature). In particolare per il territorio rurale, ossia quello diverso dall’urbano e da quello interessato da infrastrutture, attrezzature, strutture insediative extraurbane e attività estrattive, viene articolato nel modo seguente: - territorio a prevalente naturalità di crinale; - territorio a prevalente naturalità diffusa; - territorio di interesse agricolo primario; - territorio di interesse agricolo. Per ciascuna articolazione si stabiliscono criteri ed indirizzi specificati nell’ Appendice 2 alle norme del P.T.C. denominata “Criteri ed indirizzi attinenti il territorio rurale”, costituita da schede di riferimento articolate, per ogni partizione precedentemente indicata, in specifici ambiti, corrispondenti di norma a categorie tipologiche. Si riporta per intero la scheda di interesse per il comune di Montecarlo: - Territorio di interesse agricolo primario Ambito 6 AMBITO DEI VIGNETI D.O.C. DI MONTECARLO E CAPANNORI DESCRIZIONE Ambito compreso nelle strutture territoriali del Massiccio delle Pizzorne (PZ), delle colline di Montecarlo e Porcari (CMP), della pianura di Lucca e del Bientina (PL), negli ambienti e paesaggi locali PZ4 - Le controcoste: Anchiano, Corsagna, PZ5 - Il bacino di Brancoli, PZ6 - Il bacino di Villa Basilica e la valle del Pescia di Collodi, PZ7 - Il contrafforte collinare dal fiume Serchio al torrente Pescia di Collodi, CMP - La collina di Montecarlo e Porcari, PL2 - La pianura dell'insediamento diffuso. L’area corrisponde alla zona degli insediamenti storici del versante sud del Massiccio delle Pizzorne e si sviluppa fino al sistema storico delle ville lucchesi e del capannorese in prossimità del fondovalle, interessando anche il sistema collinare dei comuni di Lucca e Porcari. La promiscuità della coltura dell'oliveto nelle zone più alte e del vigneto verso le zone pedocollinari caratterizza un sistema paesaggistico con emergenze storico testimoniali, quali le “ville lucchesi” e i loro territori, unico nella Provincia di Lucca. Nell’area l'assetto produttivo di qualità (D.O.C. - D.O.C.G.) si sposa con un sistema paesaggistico arricchito da notevoli valenze storiche. E’ da classificare come area ad agricoltura intensiva o specializzata (ai sensi dell’articolo 29 del Piano di indirizzo territoriale regionale). Nell’area assume funzione di invariante strutturale, riconoscibile a livello provinciale, il sistema degli oliveti e dei vigneti con le sue relazioni con gli elementi territoriali propri dell’area. CRITERI E INDIRIZZI 1) Definire e individuare le risorse agro-ambientali e le invarianti strutturali alla scala comunale. 2) Salvaguardare le zone di particolare importanza per il ciclo biologico di specie di flora e di fauna selvatica protetta riconoscibili attraverso il quadro conoscitivo comunale. 3) Individuare e perimetrare le aree agricole da definire quali aree agricole di controllo dei caratteri del paesaggio, in vista della tutela del sistema insediativo storico, con 29 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE particolare riferimento a quello delle ville, e del territorio ad esso connesso. 4) Individuare e disciplinare, con finalità di tutela conservativa, la viabilità poderale storica, le alberature esistenti, i parchi e giardini storici. 5) Individuazione delle aree dove conservare il sistema colturale storico degli oliveti e dei vigneti, nonché delle sistemazioni agrarie esistenti (superfici, forme, ecc.). 6) Individuare e classificare gli edifici e i complessi edilizi di interesse storicoarchitettonico e testimoniale. 7) Disciplinare le trasformazioni ammissibili degli edifici e dei complessi edilizi di cui al punto 6), e quelle ammissibili degli altri edifici e manufatti edilizi esistenti. 8) Individuare le aree nelle quali sia vietata la nuova edificazione funzionale alle attività agricole a norma dell’articolo 3 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64. 9) Individuare e disciplinare le aree nelle quali siano ammissibili gli interventi di cui al comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64. In ragione del mutato quadro di riferimento legislativo e per rispondere al mandato del Presidente e alle conseguenti azioni programmatiche, la Provincia di Lucca ha avviato le procedure di Variante di adeguamento ai sensi della L.R. 1/2005 del proprio Piano Territoriale di Coordinamento con delibera di G.P. n°118 del 29 luglio 2010, ponendosi i seguenti obiettivi. Obiettivi generali • Conferma dei principi ispiratori e dei contenuti fondanti del vigente PTC, con particolare riferimento al principio dello sviluppo sostenibile, dell’integrità fisica e della valorizzazione della identità culturale del territorio. • Definizione delle strategie che possano accrescere la competitività del proprio sistema locale attribuendo al PTC il ruolo di strumento di governo del territorio da costruire in stretta sinergia con il PLS e il PASL. • Rafforzamento del concetto di governance che valorizzi la collaborazione e la sinergia fra gli enti locali e tutti i soggetti a vario titolo operanti sul territorio attraverso un’azione interistituzionale che coinvolga da un lato i Comuni e dall’altra la Regione. • Attribuzione al PTC del ruolo di quadro di riferimento dove le politiche dei vari livelli istituzionali si confrontino ed arrivino a coerenza. • Assunzione dei sistemi territoriali locali (Piana di Lucca, Versilia e Valle del Serchio) quali unità minime per la definizione delle politiche territoriali. Obiettivi specifici • La sicurezza e integrità fisica del territorio. • La salvaguardia dell’ambiente naturale e la crescita della biodiversità. • Lo sviluppo del sistema economico locale in un contesto si riferimento di area vasta e la disponibilità di una rete infrastrutturale moderna. • La formazione di un sistema di città equilibrato e policentrico con individuazione e distribuzione delle funzioni rare. • Individuazione e distribuzione della rete per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti; tutela e programmazione dell’utilizzo della risorsa idrica. • Salvaguardia dei territori inedificati e attenzione al consumo di suolo. 30 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE • La riduzione dei consumi energetici e il ricorso all’uso delle energie prodotte da fonti rinnovabili e la sostenibilità edilizia. Con riferimento all’art. 15 della L.R. 01/2005 sui contenuti del Documento di Avvio del Procedimento e a quanto previsto al 1° comma all’art. 51, nella variante al P.T.C. vengono definiti gli elementi che concorreranno a formare la componente statutaria del piano: le risorse essenziali per il territorio provinciale, la cui tutela e utilizzo vengono posti al centro della definizione degli obiettivi e delle azioni del piano; le invarianti strutturali, individuate a partire da quelle del PTCP 2000 opportunamente riformulate e integrate; i sistemi territoriali e funzionali, in cui articolare gli obiettivi del piano; gli obiettivi funzionali, articolati in generali e specifici, relativi al complesso del territorio amministrato. I contenuti più strettamente connessi con le scelte territoriali verranno invece direttamente sviluppati alla scala dimensionale intermedia tra quella provinciale e comunale, identificata con i tre sistemi territoriali della Versilia, della Piana di Lucca e della Valle del Serchio, riconfermando quindi la scelta del PTCP 2000. Oggi si rende necessario un aggiornamento degli obiettivi, la cui definizione emergerà dai tavoli tecnici che saranno avviati con i comuni e che accompagneranno lo sviluppo della variante del PTC. In relazione a tali obiettivi territoriali, si riportano quelli individuati per la Piana di Lucca. Temi Elementi di attenzione per approfondimenti 1 Rischio idraulico, funzioni naturalistiche e paesaggistiche dei corsi d’acqua 2 Inversione della tendenza al depauperamento dei sistemi ecologici e tutela dei valori naturalistici 3 Tutela e valorizzazione dei valori storico culturali che a. Definizione interventi prioritari di difesa della pericolosità idraulica e recupero di spazi per le dinamiche fluviali, in collaborazione con le competenti Autorità di Bacino del Serchio e dell’Arno. Interventi di riqualificazione e manutenzione del reticolo idraulico minore e di bonifica che interessa la piana. b. Riqualificazione della funzione di collegamento naturalistico nell’alveo e lungo le sponde (reintroduzione di fasce boscate, uso di tecniche di ingegneria naturalistica,..) c. Tutela ambientale, riqualificazione e messa in sicurezza del sistema trasversale dei corsi d’acqua che dalle Pizzorne confluisce nell’alveo dell’ex lago di Bientina; d. Interventi per la valorizzazione dei corsi d’acqua come elementi fondanti di caratterizzazione del paesaggio (es: rapporto tra Serchio e centro storico di Lucca, con realizzazione di area di parco fluviale e centro di accoglienza per la Via Francigena) e. Interventi di manutenzione e riqualificazione del reticolo idraulico minore e di bonifica. a. Connessioni ecologiche e valorizzazione delle diverse aree umide, palustri e naturalistiche esistenti (ex Lago di Bientina, area tra Bientina, Bottaccio e Guappero, Lago di Sibolla, paludi di Verciano e Massa Macinaia) b. Tutela e valorizzazione delle aree verdi residuali, connessione ecologica interna alle zone urbane e con le aree esterne agli abitati e i corsi d’acqua; continuità biotica aree urbane e ambiti rurali di pianura con particolare riferimento alle residue aree boscate planiziali c. Conservazione e tutela degli habitat che caratterizzano le aree collinari e montane ad alta naturalità, specie in presenza di pino marittimo, cerro e castagneto; recupero delle aree degradate e connotate da situazioni di criticità ambientale d. Mantenimento del varco ecologico lungo il paleoalveo del Serchio tra Lucca e Capannori, ed in generale mantenimento e valorizzazione dei paesaggi dei paleo alvei, e tutela della vegetazione degli ambiti fluviali del Serchio e della rete dei corsi d’acqua minori e. Tutela degli ambiti rurali di pianura che siano connotati dalla presenza significativa di alberate, di filari e di siepi; tutela delle aree agricole che creano discontinuità nell’edificato tra abitati per la loro funzione di connessione ecologica. f. Tutela e valorizzazione del sistema carsico dei Monti Pisani e dei geotipi. a. Tutela dei valori storico culturali come segnalati dal PIT paesaggistico: borghi fortificati, presidi militari, corti e relazioni con l’intorno, pievi, pievanie, matrice centuriate, acquedotto Nottolini, sistema delle ville, mura di Lucca e centro storico, archeologia industriale (ex-cartiere), paesaggi aree bonificate, sistema 31 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE caratterizzano il contesto paesaggistico 4 Completamento degli itinerari viari di collegamento primario 5 Potenziamento trasporto pubblico e interconnessione tra le diverse modalità 6 Creazione di circuiti e modalità di gestione per mettere a sistema le risorse turistiche, anche in collegamento con gli altri due sistemi territoriali 7 Consolidamento e rafforzamento delle aree produttive tradizionali 8 Creazione delle condizioni per coesistenza delle diverse forme di commercio Sistema urbano policentrico; riorganizzazione, recupero e valorizzazione del tessuto urbano consolidato. 9 insediativo rurale di Montecarlo, alberature e filari nella piana di Lucca, sistemazioni agrarie tradizionali (muri a secco, ciglioni, lunette, acquidocci) lungo le fasce pedecollinari dei versanti a nord e sud di Lucca; rete dei percorsi storici di collina, nella giacitura e negli elementi complementari, quali siepi e filari erborati; conservazione dei caratteri differenziati della matrice agricola delle colline sia per il valore ecologico che paesaggistico. b. Individuazione e tutela dei coni per la percezione visiva dalle infrastrutture, come da indicazioni del PIT paesaggistico, verso le aree delle bonifiche, corsi d’acqua, colline ed altri elementi caratterizzanti il paesaggio della Piana di Lucca (borghi fortificati, elementi di difesa, pievi, ville e relativi giardini, acquedotto del Nottolini, mura di Lucca e suo intorno verde), paesaggi del Serchio ed aree umide; percezione del paesaggio delle colline Lucchesi dai percorsi di pianura. a. Riorganizzazione della viabilità per fare fronte ai flussi di traffico nella Piana tra Lucca, Altopascio, Capannori e le direttrici verso la Valle del Serchio. Attuazione accordo sulla viabilità di collegamento tra Valle del Serchio e corridoio autostradale della A11, evitando l’attraversamento del centro di Lucca b. Gerarchizzazione della rete viaria esistente, separando le strade per i flussi locali da quelle per i flussi sovralocali, ed intervenendo per dare fluidità alle intersezioni critiche. (Circonvallazione Altopascio, adeguamento SS12, realizzazione assi Nord-Sud e Est- Ovest, nuovo ponte sul Fiume Serchio,:) a. Raccordo con le altre province per la creazione di un sistema di mobilità su ferro a carattere metropolitano che connetta in modo rapido tutti i poli urbani presenti nella Pina dell’Arno e lungo la costa b. Raddoppio della Viareggio - Pistoia, ed organizzazione degli orari in modo da creare sistema con le linee Tirrenica e Alta Velocità c. Potenziamento dei collegamenti lungo linea Lucca-Aulla, passeggeri e merci, e lungo Lucca-Pisa, ed organizzazione di collegamenti diretti verso l’areoporto d. Realizzazione di reti ciclabili urbane, che colleghino tra loro i servizi e le fermate/stazioni del trasporto pubblico. Sviluppo di percorsi, parcheggi ed altre attrezzature che permettano di ampliare il bacino di captazione delle stazioni e. Realizzazione di centro interscambio modale (con parcheggi, bus e servizi) nell’area dell’ex -scalo merci di Lucca, e potenziamento collegamenti merci verso corridoio centrale per Firenze, verso corridoio Tirrenico e Pontremolese, e verso i porti di Livorno e La Spezia a. Creazione di circuiti che mettano a sistema risorse storico-culturali e naturalistiche dal capoluogo, al sistema di ville, ai manufatti di archeologia industriale, alle zone naturalistiche e di coltura agricola specializzata, anche attraverso percorsi ciclabili che si originino in corrispondenza del circuito delle mura e delle stazioni ferroviarie b. Calendarizzazione degli eventi ricorrenti nel capoluogo: Lucca città della musica, del fumetto, dell’immagne (digital foto festival), in modo da creare sinergie con analoghi o complementari eventi di altre zone della provincia o in province confinanti c. Parco archeo-naturalistico della Piana di Lucca - fattorie romane a Fossanera, Frizzone d. Recupero per servizi e spazi convegni, mostre ed attività culturali di volumi ed aree dismesse all’interno del centro storico del capoluogo come da progetto PIUSS “Lucca Dentro” e. Valorizzazione degli itinerari storici riconosciuti dal PIT paesaggistico: vie consolari, via Francigena, percorsi del lavoro e della fede a. Riuso delle aree dismesse e realizzazione di poli tecnologici compatibilmente con il contesto territoriale b. Individuazione poli produttivi di interesse sovra locale da attrezzare con servizi alle imprese e come aree produttive ecologicamente attrezzate c. Valorizzazione della posizione geografica strategica rispetto alle altre aree urbane Toscane e Liguri, alle relative università, e alle infrastrutture portuali ed aeroportuali d. Rilancio del settore calzaturiero, creazione di Cittadella della Calzatura, percorsi di certificazione ambientale delle imprese e. Centro servizi per le imprese della carta anche in collegamento con i centri di ricerca universitari: innovazione del prodotto, ciclo produttivo a minore impatto ambientale f. Realizzazione delle strutture centrali del Centro Agroalimentare Polivalente g. Indirizzi per verificare la compatibilità territoriale e ambientale di impianti per rifiuti di carattere locale e sovra locale. Indirizzi per il tema dei rifiuti nell’industri cartaria h. Mantenimento delle attività agricole, ed in particolare quelle specializzate e di filiera per prodotti tipici a. Potenziamento servizi per i centri commerciali naturali nei centri storici b. Organizzazione sistema integrato e coordinato di offerta tra esercizi di vicinato e medie strutture c. Criteri per valutare la compatibilità territoriale e ambientale dei nuovi insediamenti commerciali (principalmente medie e grandi strutture) a. Rafforzamento riconoscibilità delle polarità urbane minori anche al fine di riordinare i sistemi urbani lineari che si vanno formando sulle direttrici radiali che partono dalle mura di Lucca (compattazione forma urbana, maggiore riconoscibilità dei margini urbani, arresto della dispersione insediativa, promozione e ricomposizione dei tessuti urbani storici, ecc.) b. Potenziamento delle identità culturali legate al sistema territoriale delle ville e delle corti, e dei correlati usi agricoli collinare e di pianura, dei borghi, dei percorsi e degli elementi testimoniali di antica formazione 32 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 10 Riorganizzazione delle funzioni e servizi di rilevanza sovralocale 11 Razionalizzazione e contenimento uso della risorsa idrica. Tutela qualità e quantità. Contenimento della tendenza alla progressiva artificializzazione e impermeabilizzazio ne del suolo 12 Razionalizzazione e contenimento uso della risorsa energetica c. Definizione di modalità per valutare gli effetti cumulativi del complesso di trasformazioni dei diversi piani comunali. Prevedere obiettivi qualitativi e quantitativi per il consumo di suolo. d. Realizzazione di nuovi insediamenti solo in zone collegate facilmente con le infrastrutture viarie esistenti, o con le stazioni e fermate del trasporto pubblico a. Razionalizzazione di funzioni e servizi secondo una logica sovra comunale individuando i relativi bacini di utenza b. Collocazione delle funzioni di eccellenzain funzione di un’ipotesi ragionata sul ruolo della provincia alla scala metropolitana, e contemporanea riflessione sul riuso dei contenitori dismessi c. Realizzazione del nuovo ospedale e della Cittadella della Salute d. Servizi e parcheggi a supporto del polo fieristico di Sorbano e. Individuazione polo di ricerca universitaria che integri e non si sovrapponga all’offerta formativa dei poli esistenti a Firenze e a Pisa f. Realizzazione di Planetario ed altri servizi nell’area del Parco Fluviale del Serchio a. Contenimento usi risorsa idrica potabile nel patrimonio edilizio esistente e programmato. Criteri qualitativi e definizione di valori obiettivo b. Realizzazione di impianti duali, raccolta e riuso delle acque meteoriche per usi non potabili c. Ottimizzazione uso della risorsa idrica per i cicli produttivi, con particolare riferimento al settore cartario d. Accordo per la gestione del patrimonio idrico di falda della piana, anche in riferimento all’approvigionamento delle altre province, e ai problemi di subsidenza e. Attuazione dell’Accordo Integrativo (2006) per la tutela delle risorse idriche del Serchio e degli acquiferi della Piana lucchese, di Capannori, Porcari e Padule del Bientina f. Interventi di recupero delle aree urbanizzate dismesse puntando al recupero di una percentuale significativa di suolo permeabile g. Interruzione della continuità delle superfici impermeabili di vaste dimensioni, come nelle aree di parcheggio e di manovra h. Mantenimento aree agricole specializzate, comprese quelle residuali o interstiziali, anche con finalità di presidio del territorio riducendo le pressioni esercitate sugli acquiferi i. Attuazione del Protocollo d’Intesa (Novembre 2009) tra Provincia di Lucca e le Autorità di Bacino Arno e Serchio per lo sviluppo di un modello idrogeologico unico per la gestione delle acque della Piana a. Promozione modalità di contenimento del consumo energetico negli edifici nuovi, e modalità per il recupero di efficienza energetica nel patrimonio edilizio esistente b. Sviluppo di reti di teleriscaldamento per gli interventi più consistenti, che possano essere gradualmente ampliate a servire ampie aree urbane. Potenziamento dell’impianto di teleriscaldamento a biomasse del capoluogo c. Linee guida per la localizzazione e realizzazione di pannelli fotovoltaici e impianti eolici in aree agricole o sensibili dal punto di vista paesaggistico d. Impianto elettrico di Ponte Moriano in Comune di Lucca Negli elaborati a corredo dell’Avvio di procedimento di variante alla strumentazione provinciale è presente il Quadro Conoscitivo composto da: - dati ed informazioni già in possesso dell'amministrazione provinciale; - nuovi dati ed informazioni acquisite ed elaborate nel periodo di gestione del PTCP vigente e a seguito dell'approvazione del Documento programmatico di indirizzo approvato con delibera del Consiglio Provinciale n. 95 del 25 giugno 2009; - dati ed informazioni in possesso di altri enti e che è stato possibile acquisire. Ad oggi pertanto il Quadro Conoscitivo non risulta completo nella sua interezza rendendosi necessario acquisire ulteriori dati, analisi e conoscenze in possesso di altri enti ed inoltre completare una serie di analisi già avviate tuttora in corso di elaborazione e che faranno parte del Quadro Conoscitivo complessivo che costituisce parte integrante del progetto di piano. Il comune di Montecarlo, nella cartografia di quadro conoscitivo, ad oggi disponibile, risulta ricadere nei seguenti sistemi Territoriali: 33 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE ST.01 – Sistema delle aree naturali di valore paesaggistico - ambientale, del territorio rurale caratterizzato da aree ad esclusivo o prevalente interesse agricolo, compreso il sistema insediativo storico anche a carattere monumentale e i centri storici minori. ST.02 – Sistema del territorio di pianura caratterizzato da aree di interesse agricolo e dall’insediamento diffuso, dalle future espansioni del sistema insediativo recente e caratterizzato dalla città capoluogo e dai principali insediamenti urbani. 2.3 - Il Piano Strutturale vigente Il Comune di Montecarlo è dotato di Piano Strutturale (PS) approvato con deliberazione C.C. n. 22 del 12.06.2002. L’elaborazione della strumentazione urbanistica, secondo i disposti della L.R. 5/95, ha origine dal 1995. In tale anno l’Amministrazione Comunale di Montecarlo decise di procedere ad un adeguamento del P.d.F. approvato dalla Regione nel 1987, raggiungendo l’obiettivo della definitiva approvazione dopo circa 7 anni. 2.3.1 Articolazione territoriale Conformemente all’ organizzazione strutturale generale del territorio provinciale (PTC), ma con particolare approfondimento riferito al territorio del Comune di Montecarlo, sulla base degli studi geomorfologici, della acclività dei terreni, dei bacini imbriferi, della presenza e della articolazione degli abitati esistenti e della suddivisione del territorio in sezioni di censimento, si sono definiti sistemi territoriali, propri del P. S., individuati nella tavola grafica n. 1 e n. 2 del Piano Strutturale: A) Sistema territoriale della collina B) Sistema territoriale della pianura nord-orientale C) Sistema territoriale delle aree pedecollinari sud-occidentali Sono obiettivi del Sistema territoriale della collina (“A”): a) la salvaguardia dell’assetto idrogeomorfologico esistente; b) la tutela e la valorizzazione delle aree boscate; c) il contenimento delle nuove superfici edificabili e la inedificabilità di quelle di crinale e delle aree boscate; d) il recupero e la valorizzazione dei vigneti e degli oliveti; e) la tutela e il recupero delle rete viaria secondaria e della sentieristica, con prevalente mantenimento delle finiture non bitumate; f) Conferma e riqualificazione formale e funzionale del sistema insediativo storico e di recente formazione esistente, anche attraverso strumenti operativi di dettaglio, quali: programmi integrati di intervento, piani di settore, piani attuativi; g) integrazione ed eventuale ridistribuzione della dotazione dei servizi e delle attrezzature. Sono obiettivi del Sistema territoriale della pianura nord-orientale (“B”): a) realizzare la sicurezza idraulica del territorio, tramite interventi diretti e coordinati di Enti e Uffici pubblici e prevenendo interventi che potrebbero alterare i delicati equilibri idraulici esistenti; 34 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE b) la salvaguardia e valorizzazione delle colture agrarie tipiche; c) il recupero e la valorizzazione degli insediamenti di matrice storica; d) la riqualificazione e il consolidamento del sistema insediativo residenziale di recente formazione; e) il consolidamento e la riqualificazione del sistema insediativo produttivo; f) la dotazione e la ridistribuzione di attrezzature e servizi ad integrazione del sistema insediativo; Sono obiettivi del Sistema territoriale delle aree pedecollinari sudoccidentali (“C”): a) la salvaguardia dell’assetto idrogeomorfologico esistente; b) la tutela e la valorizzazione delle aree boscate; c) la inedificabilità delle aree boscate; d) recupero e valorizzazione dei vigneti e degli oliveti; e) sviluppo dell’agricoltura f) la tutela e recupero delle rete viaria secondaria a servizio dei nuclei sparsi; g) la riqualificazione e lo sviluppo del sistema insediativo residenziale di recente formazione; h) il consolidamento e la riqualificazione del sistema insediativo produttivo e la previsione di aree commerciali; g) l’integrazione della dotazione dei servizi e delle attrezzature. 2.3.2 Sistemi funzionali Al fine di una più chiara definizione dei contenuti dei sistemi territoriali e per la enunciazione delle disposizioni normative, dei criteri e degli indirizzi per gli interventi attuativi e dello statuto dei luoghi i sistemi territoriali del P. S. del comune di Montecarlo sono articolati nei seguenti sistemi funzionali e i relativi sub-sistemi: Il sistema funzionale dell’agricoltura caratterizzato da valori ambientali, nel quale si distinguono: - il sub-sistema geomorfologico, - il sub-sistema idrografico, - il sub-sistema delle aree boscate, - il sub-sistema agricolo. Il sistema funzionale insediativo, nel quale si distinguono: - il sub-sistema insediativo storico, - il sub-sistema insediativo recente e in formazione, a prevalente uso residenziale, - il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso produttivo artigianale, industriale e commerciale. Il sistema funzionale infrastrutturale, nel quale si distinguono: - il sub-sistema della viabilità storica, - il sub-sistema della viabilità di ordine superiore, - il sub-sistema ferroviario. 35 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Il sistema funzionale dei servizi e delle attrezzature. 2.3.3 Invarianti strutturali Il Piano Strutturale individua le invarianti strutturali in riferimento ai criteri e agli indirizzi del P.T.C., integrando e dettagliando il quadro delle “invarianti” individuate a livello provinciale. L’art. 6 delle Disposizioni Normative del P. S. individua le invarianti strutturali riconoscibili alla scala comunale e in riferimento: - al sistema funzionale dell’agricoltura; - al sistema funzionale insediativo, - al sistema funzionale infrastrutturale; - al sistema funzionale dei servizi e delle attrezzature. Tali invarianti sono così individuate: a) relative al sistema funzionale dell’agricoltura caratterizzato da valori ambientali: - le sorgenti e i pozzi censiti; - la rete dei corsi d’acqua, e le relative sponde; i laghetti esistenti; - le opere idrauliche esistenti; - la rete delle strade poderali e dei sentieri esistenti; - le aree boscate; - gli oliveti esistenti; - i vigneti esistenti; - il contesto ambientale dei crinali collinari di Montechiari e Montecarlo; - gli alberi monumentali censiti; - le antiche uccelliere censite. b) relative al sistema funzionale insediativo: - i complessi edilizi (edifici e nuclei storici minori) censiti; - il centro storico di Montecarlo; - le aree residenziali edificate e gli edifici esistenti; - le attività produttive esistenti; - i parchi, i giardini e i viali alberati censiti; - le marginette censite. c) relative al sistema funzionale infrastrutturale: - la rete della viabilità storica, riscontrabile nel catasto ottocentesco; - i tracciati viari esistenti; - la rete ferroviaria, le aree e gli edifici a suo corredo. d) relative al sistema funzionale dei servizi e delle attrezzature: - le attrezzature di livello e interesse comunale esistenti e previste dal P.S.; - le attrezzature esistenti di livello e interesse sovracomunale. 36 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 2.3.4 Le unità territoriali organiche elementari (U.T.O.E.) Il P. S. individua le Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE) quali aree all’interno delle quali il P. S. propone determinati e specifici interventi. Si tratta di una ripartizione del territorio comunale che tiene conto di dati omogenei quantitativi relativi alla popolazione, alle abitazioni, ecc. (con riferimento alle sezioni di censimento) e contiene le prescrizioni urbanistiche di maggior dettaglio, da mantenere e approfondire nel successivo livello di pianificazione del R.U. come ambiti da sottoporre a speciali livelli di verifica e di controllo applicativo. Nelle UTOE, in relazione agli obiettivi e alla compatibilità con l’uso delle risorse sono ulteriormente dettagliate le regole secondo le quali è possibile operare sul territorio, sono stabilite le quantità massime della edificabilità, i tipi di intervento e le destinazioni d’uso. Sono inoltre definite le infrastrutture e i servizi necessari riferiti agli abitati esistenti e previsti, per lo sviluppo del territorio in rapporto agli obiettivi generali del piano. Le unità territoriali organiche elementari (U.T.O.E.), individuate dal P.S. sono: UTOE 1 - Unità territoriale organica elementare di Montecarlo UTOE 2 - Unità territoriale organica elementare di San Giuseppe, Fornace UTOE 3 - Unità territoriale organica elementare di Turchetto, Corte Micheloni UTOE 4 - Unità territoriale organica elementare di Gossi UTOE 5 - Unità territoriale organica elementare di San Salvatore, Luciani UTOE 1 - Unità territoriale organica elementare di Montecarlo L’UTOE è individuata dalla sommità del colle di Montecarlo caratterizzato dall’insediamento antico, fortificato, e dalle espansioni edilizie, datate e recenti, costituite da alcuni fabbricati di matrice agricola, posti sul versante sud-orientale del centro storico, e da una serie di edifici di tipo residenziale (villini), che si susseguono, senza soluzione di continuità, sul versante opposto interessando la dorsale collinare per circa 500m. Le indicazioni normative riguardano: A. il sub sistema insediativo storico: centro antico di Montecarlo e aree agricole di controllo dei caratteri del paesaggio B. il sub-sistema insediativo, componente insediativa recente e in formazione. C. il sub-sistema di servizio e funzionale. UTOE 2 - Unità territoriale organica elementare di San Giuseppe, Fornace L’UTOE comprende le aree edificate esistenti di epoca recente, principalmente dovute alle previsioni del Programma di Fabbricazione della metà degli anni Settanta del XX secolo, che si sono sovrapposte alla matrice insediativa antica di cui si riconoscono: il complesso della chiesa di S. Giuseppe; alcuni edifici all’incrocio della via provinciale per Montecarlo 37 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE con la via comunale; pochi edifici dei primi anni del Novecento. La vecchia fornace, che genera il toponimo della località poste a monte di S. Giuseppe, fu demolita per la realizzazione, sull’area stessa, di un intervento di edilizia residenziale pubblica. Le aree residue della antica attività di escavazione, annesse al complesso produttivo, fanno parte del demanio comunale. L’edificato urbano esistente si è sviluppato lungo le vie principali, intorno al complesso della chiesa, della scuola media e di alcune attività commerciali. Le indicazioni normative riguardano: A. il sub-sistema recente e in formazione a prevalente uso residenziale B. il sub-sistema infrastrutturale, componente della viabilità provinciale e comunale principale C. il sub-sistema di servizio e funzionale UTOE 3 - Unità territoriale organica elementare di Turchetto, Corte Micheloni L’UTOE comprende le aree urbane caratterizzate da alcuni edifici di antico impianto inglobati all’interno di uno sviluppo urbano, formatosi posteriormente agli anni Cinquanta del XX secolo, caratterizzato da un insieme di villini e case a schiera, abitazioni in linea ed altri edifici ad uso produttivo, integrati dalla presenza di attrezzature e servizi di interesse comunale (quali il parco pubblico di Turchetto, le attrezzature collettive di corte Micheloni) e di gravitazione intercomunale, come il centro socio-sanitario della ASL n. 5. A questi si aggiungono alcune attività commerciali. Permangono, nell’ambito della UTOE alcune attività connesse alla agricoltura in una economia debole tipica delle aree ai margini degli aggregati urbani per le quali è prevista una specifica disciplina. Al margine occidentale del territorio comunale e della UTOE la presenza del Rio Tazzera provoca fenomeni di esondazione e condizioni di rischio idraulico. Le indicazioni normative riguardano: A. il sub-sistema idrografico B. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso Residenziale C. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso Produttivo UTOE 4 - Unità territoriale organica elementare di Gossi La frazione di Gossi, collocata al limite sud-orientale del territorio comunale è costituita da un aggregato urbano di edifici ad uso residenziale di variata tipologia (edifici condominiali pluripiano, villini unifamiliari, case a schiera frammiste a residui di insediamenti di matrice agricola del tipo a corte) e di fabbricati ad uso produttivo artigianale e commerciale. L’aggregato urbano si è consolidato posteriormente agli anni Cinquanta del XX secolo e si è sviluppato in seguito alla approvazione del programma di fabbricazione degli anni 38 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Settanta; è caratterizzato da un tessuto urbano scarsamente caratterizzato, senza connotazioni qualitative, con un impianto stradale sostenuto da “traverse” che si immettono, a pettine, sulla via provinciale “romana”, e con sezioni stradali di ridotta dimensione che limitano la circolazione promiscua delle auto dei residenti, di autocarri e mezzi agricoli. Permangono, nell’ambito della UTOE alcune attività connesse alla agricoltura con economia debole tipica delle aree ai margini degli aggregati urbani. Le indicazioni normative riguardano: A. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso Residenziale B. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso Produttivo C. il sub-sistema infrastrutturale: viabilità provinciale e comunale UTOE 5 - Unità territoriale organica elementare di San Salvatore, Luciani Il territorio dell’UTOE comprende le aree urbane di S. Salvatore (che si è originata sul crocevia delle infrastrutture: via Mammianese, via di Ponte in Canneto, la linea ferroviaria Firenze-Viareggio) e l’insediamento di Luciani sviluppatosi dall’aggregazione di corti rurali sulla via di S. Piero. Tra i due nuclei si sono localizzate, in seguito alla approvazione del P. d. F., una serie di attività produttive di tipo artigianale e industriale. Il nucleo urbano di S. Salvatore, cresciuto intorno ai due edifici religiosi della chiesa e dell’antico oratorio, per l’incentivo fornito dalla presenza della stazione ferroviaria, è caratterizzato da una consistente presenza di costruzioni recenti e da servizi ed attrezzature di interesse pubblico che possono incontrare problemi in considerazione del labile assetto idraulico dell’area. Il nucleo di Luciani è caratterizzato da pochi edifici, di recente ristrutturati a cui si sono aggiunti i manufatti previsti dagli ultimi interventi pianificatori. Le indicazioni normative riguardano: A. il sub-sistema idrografico B. il sub-sistema insediativo storico C. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso residenziale D. il sub-sistema insediativo recente e in formazione a prevalente uso produttivo E. il sub sistema infrastrutturale: viabilità relativa al centro di S.Salvatore 39 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 3. QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO Il quadro conoscitivo della variante al Piano Strutturale ha quali principali riferimenti: − il Piano d’Indirizzo Territoriale (PIT), approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n° 72 del 24/07/2007; − la variante al PIT con valenza di Piano Paesaggistico Regionale, adottata con deliberazione del Consiglio Regionale n°32 del 16/06/2009; − il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca (PTCP) approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n°189 del 13/01/2000, in corso di revisione per l’adeguamento al PIT; − il Piano di Bacino del Fiume Arno - stralcio Assetto Idrogeologico (PAI), adottato con deliberazione del Comitato Istituzionale n°185 del 11.11.2004 ed entrato in vigore con il D.P.C.M. 06.05.2005; − il Piano Strutturale, approvato con deliberazione C.C. n°22 del 12/06/2002; − il Regolamento Urbanistico, approvato con deliberazione n°03 del 04/03/2004; - la Variante generale al Regolamento Urbanistico, approvata con deliberazione n°17 del 20/04/2009. 3.1 - Stato delle conoscenze A. Indagini geologico-tecniche di supporto alla pianificazione urbanistica costituite dai seguenti atti: Tav. 1a, 1b. Tav. 2. Tav. 3a, 3b. Tav. 4a, 4b. Tav. 5a, 5b. Tav. 6a, 6b. Tav. 7a, 7b. Tav. 8a, 8b. Tav. 9a, 9b. Tav. 10a,10b. Tav.11 Tav. 12a, 12b. Tav. 13a, 13b. Tav. 14a,14b. All. A All. B All.C.1 All. C.2 All. D All. D.1 Carta geologica e geomorfologica, scala 1:5000; Sezione geologica, scala 1:5000; Carta litotecnica, scala 1:5000; Carta idrogeologica, scala 1:5000; Carta delle pendenze, scala 1:5000; Carta dei sondaggi e dei dati di base, scala 1:5000; Carta delle aree soggette ad eventi alluvionali (dati storici) e/o con difficoltà di drenaggio (ristagni) scala 1:5000; Carta della fragilità geomorfologica, scala 1:5000; Carta della fragilità idraulica, scala 1:5000; Carta esplicativa degli ambiti di salvaguardia (A1-B) e aree da destinare a casse di laminazione; Carta della vulnerabilità dell’acquifero; Carta dell’approvvigionamento idropotabile; Carta della rete fognaria; Carta della distribuzione del gas metano; Relazione tecnica; Schede descrittive dei pozzi; Prove penetrometriche statiche e dinamiche eseguite nella pianura alluvionale di San Salvatore; Stratigrafie dei sondaggi logs stratigrafici e pozzi a stratigrafia nota; Relazione idrologica-idraulica; Ubicazione delle sezioni oggetto di verifica idraulica, scala 1:10.000; 40 COMUNE DI MONTECARLO All. D.2 All. E AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Sezioni dei principali corsi d’acqua e individuazione dei livelli di massima piena, scala 1.200. Elementi per la valutazione degli effetti ambientali. B. Quadro conoscitivo Piano Strutturale : 1. Analisi e valutazione della strumentazione urbanistica vigente: relazione e relativi tabulati, cartografia in scala 1:5.000; 2. Analisi della disponibilità residua del patrimonio edilizio esistente: relazione illustrativa, schede degli edifici e tavola grafica, in scala 1/10.000; 3. Sistema funzionale: infrastrutture, attrezzature e servizi esistenti: tavola grafica, in scala 1/10.000 e relativa elencazione; 4. Localizzazione dei centri storici, dei complessi edilizi, degli elementi di valore storico artistico e delle emergenze ambientali: tavola grafica in scala 1:10.000 e relative schede; 5. Carta dell’uso del suolo: tavola grafica in scala 1:10.000; 6. Carta dei vincoli: tavola grafica in scala 1:10.000; 7. Riproduzione dell’assetto del territorio secondo il Catasto Ottocentesco, tavola grafica in scala 1:10.000. C. Quadro conoscitivo Regolamento Urbanistico : Approfondimenti del quadro conoscitivo relativo al sub sistema insediativo storico, costituito dagli elaborati di seguito elencati: A. Centro antico di Montecarlo, Riproduzione della tavola grafica del catasto Ottocentesco in scala 1:1.000; B. Centro antico di Montecarlo, Confronto tra le aree edificate nell’Ottocento e la situazione attuale, tavola grafica in scala 1:1.000; C. Centro antico di Montecarlo, Aree inedificate nell’Ottocento, loro uso e finitura, tavola grafica in scala 1:1.000; D. Centro antico di Montecarlo, Situazione attuale delle aree inedificate di uso pubblico e loro finitura, tavola grafica in scala 1:1000; E. Centro antico di Montecarlo, Aree edificate attualmente non utilizzate o utilizzate in parte e edifici con lavori in corso, tavola grafica in scala 1:1.000; F. Centro antico di Montecarlo, Classificazione delle tipologie edilizie, tavola grafica in scala 1:1.000 e relativa schedatura; G. Indagine su gli edifici di matrice storica nelle aree non urbane: schede; H. Mappa dell’accessibilità urbana e censimento delle barriere architettoniche. I. Monitoraggio dell’attività urbanistico-edilizia del primo quinquennio di attuazione del R.U.. 3.2 – Verifica dello stato di attuazione delle azioni di trasformazione L’analisi sullo stato di attuazione della strumentazione urbanistica comunale (P.S. R.U. e successive varianti) fa riferimento a quanto indicato nell’Allegato I Monitoraggio dell’attività 41 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE urbanistico edilizia del primo quinquennio di attuazione del R.U. riassunto nelle seguenti tabelle: RESIDENZIALE INTERVENTI DI RECUPERO EDILIZIO (numero di abitazioni) UTOE 1 2 3 4 5 MONTECARLO SAN GIUSEPPE TURCHETTO GOSSI SAN SALVATORE RESTO TERRIT. Totale PREV ISION E PS 11 2 7 2 1 30 53 PREVI SIONE RU 11 2 7 2 1 30 53 ANNO 2009 ANNO 2010 ANNO 2011 ANNO 2012 REALIZ ZATI RESIDUO REALIZ ZATI RESIDUO REALIZ ZATI RESIDUO REALIZ ZATI RESIDUO 0 0 2 1 1 12 16 11 2 5 1 0 18 37 0 1 2 1 0 4 8 11 1 3 0 0 14 29 0 1 1 0 0 6 8 11 0 2 0 0 8 21 0 0 2 2 2 4 10 11 0 0 -2 -2 4 11 INTERVENTI DI NUOVA EDIFICAZIONE (numero di abitazioni) UTOE 1 2 3 4 5 MONTECARLO SAN GIUSEPPE TURCHETTO GOSSI SAN SALVATORE Totale PREVI SIONE PS 6 22 40 7 41 116 ANNO 2009 REALI RESIZZATI DUO 0 5 11 7 20 24 2 4 10 30 43 70 PREVI SIONE RU 5 18 44 6 40 113 ANNO 2010 REALI RESIZZATI DUO 0 5 1 6 1 23 0 4 1 29 3 67 ANNO 2011 REALI RESIZZATI DUO 0 5 0 6 0 23 0 4 2 27 2 65 ANNO 2012 REALI RESIZZATI DUO 0 5 5 1 0 23 0 4 0 27 5 60 PRODUTTIVO COMMERCIALE INTERVENTI DI NUOVA EDIFICAZIONE AREE ARTIGIANALI E INDUSTRIALI (valori in mq) UTOE 1 2 3 4 5 MONTECARLO SAN GIUSEPPE TURCHETTO GOSSI SAN SALVATORE Totale PREVI SIONE PS 0 0 6.634 16.510 38.015 61.159 PREVISIONE RU 0 0 4.840 2.700 29750 37.290 ANNO 2009 ANNO 2010 ANNO 2011 ANNO 2012 REALIZREALIZ REALIZREALIZRESIDUO RESIDUO RESIDUO RESIDUO ZATI ZATI ZATI ZATI 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4.840 0 0 0 0 0 0 0 0 2.700 0 2700 0 2700 0 2700 0 27600 0 27600 0 27600 0 27600 4840 30300 0 30300 0 30300 0 30300 INTERVENTI DI NUOVA EDIFICAZIONE AREE A PREVAL. USO COMMERCIALE (valori in mq) UTOE 1 2 3 4 5 MONTECARLO SAN GIUSEPPE TURCHETTO GOSSI SAN SALVATORE Totale PREVISI ONE PS 0 0 5.000 0 5.000 10.000 PREVIS IONE RU 0 1670 4.600 0 1.460 7.730 ANNO 2009 REALIZ RESI ZATI DUO 0 0 0 1670 0 4.600 0 0 0 1.460 0 7.730 42 ANNO 2010 REALIZ RESI ZATI DUO 0 0 0 1670 0 4.600 0 0 0 1.460 0 7.730 ANNO 2011 REALIZ RESI ZATI DUO 0 0 0 1670 0 4.600 0 0 0 1.460 0 7.730 ANNO 2012 REALIZ RESI ZATI DUO 0 0 0 1670 0 4.600 0 0 0 1.460 0 7.730 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE TURISTICO RICETTIVO Posti letto da interventi di recupero UTOE 1 2 3 4 5 PREVISIO NE PS MONTECARLO SAN GIUSEPPE TURCHETTO GOSSI SAN SALVATORE Totale 60 24 0 0 19 103 PREVISIONE RU 60 24 0 0 19 103 ANNO 2009 REALIZ RESI ZATI DUO 0 60 0 24 0 0 0 0 0 19 0 103 ANNO 2010 REALIZ RESI ZATI DUO 0 60 0 24 0 0 0 0 0 19 0 103 ANNO 2011 REALIZ RESI ZATI DUO 0 60 0 24 0 0 0 0 0 19 0 103 ANNO 2012 REALIZ RESI ZATI DUO 0 60 0 24 0 0 0 0 0 19 0 103 PREVIS IONE RU 11.710 45.452 23.232 7.510 32.972 120.876 ANNO 2009 ANNO 2010 ANNO 2011 REALI RESIREALI RESI- REALIZ RESIZZATI DUO ZZATI DUO ZATI DUO 0 11710 0 11710 0 11710 0 45452 0 45452 0 45452 0 23232 0 23232 0 23232 0 7510 0 7510 0 7510 4605 28367 0 28367 0 28367 4605 116271 0 116271 0 116271 ANNO 2012 REALIZ RESID ZATI UO 0 11710 0 45452 0 23232 0 7510 0 28367 0 116271 STANDARD UTOE 1 2 3 4 5 PREVISIO NE PS MONTECARLO SAN GIUSEPPE TURCHETTO GOSSI SAN SALVATORE Totale 12.190 45.430 9.140 10.576 19.040 96.376 La prima operazione di verifica dello stato di attuazione dei Piani (P.S. e R.U.) ha avuto per oggetto il confronto e il controllo di coerenza tra il dimensionamento stabilito dal P.S. e le previsioni individuate dal R.U. vigente: essa ha evidenziato un sostanziale rispetto delle previsioni dimensionali dei carichi insediativi del P.S. che trovano riscontro nella successiva declinazione operativa in previsioni urbanistiche del R.U.. La seconda operazione riguarda la verifica e contabilizzazione dello stato di attuazione del R.U. secondo i dati ufficiali forniti dall’Ufficio tecnico comunale Edilizia Privata (registri e repertori dei permessi a costruire e delle denuncia di inizio attività), analizzando le previsioni di trasformazione del R.U. che risultano essere concretamente realizzate dalla sua entrata in vigore alla data del 31/08/2011. NUMERO DI PERMESSI A COSTRUIRE RILASCIATI TRA MARZO 2004 E SETTEMBRE 2012 1 2 3 4 5 UTOE MONTECARLO SAN GIUSEPPE TURCHETTO GOSSI SAN SALVATORE Totale 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2 4 4 1 2 13 3 3 3 0 3 12 2 4 4 1 2 13 0 3 2 0 3 8 1 5 5 0 1 12 1 4 4 0 3 12 0 3 6 0 3 12 1 1 7 4 5 18 0 11 4 2 4 21 NUMERO DI DENUNCE DI INIZIO ATTIVITA’/ SCIA RILASCIATI TRA MARZO 2004 E SETTEMBRE 2012 1 2 3 4 5 UTOE MONTECARLO SAN GIUSEPPE TURCHETTO GOSSI SAN SALVATORE Totale 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 9 11 10 6 33 69 14 6 15 6 22 63 13 10 16 5 18 62 9 10 13 8 22 62 15 10 14 10 22 71 10 9 10 4 28 61 9 11 14 8 16 58 8 8 13 7 13 49 6 3 10 6 9 34 43 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 3.3 - Studi e ricerche di approfondimento In questo innovativo contesto disciplinare definito dalla nuova legge regionale - dove è indispensabile coniugare sviluppo, sostenibilità ed efficienza - ma anche nell’attuale dimensione socio-economica, molti fattori contribuiscono ad attribuire alle attività conoscitive ed interpretative un ruolo chiave per la comprensione delle dinamiche territoriali e dei fattori e componenti ad esse intimamente legate. Risulta quindi evidente che l’aggiornamento e l’implementazione del quadro conoscitivo, ovvero dei dati e delle informazioni a supporto delle decisioni, diviene un’esigenza di grande rilievo e di strategica importanza soprattutto alla luce dei nuovi compiti assegnati dalla L.R. 01/2005 agli strumenti della pianificazione territoriale e locale. In base alle indicazioni di legge il quadro conoscitivo è quindi ritenuto un sistema complesso di “conoscenze” idoneo a individuare, valorizzare e recuperare le identità e le risorse locali, integrandosi con quello del P.T.C. e del P.I.T. e a condizionare gli orientamenti progettuali del Piano costituendo in questo modo fondamento e giustificazione dell’insieme degli obiettivi e strategie da individuare nel quadro progettuale in modo da determinare scelte di governo ritenute sostenibili. In applicazione ai principi fondamentali della legge, ovvero definire la “sostenibilità dello sviluppo” rispetto alla dotazione e allo stato delle risorse, il quadro conoscitivo deve in ogni caso contenere l’esatta definizione e individuazione delle componenti territoriali e dei fattori ambientali presenti nel territorio oggetto di pianificazione, la loro quantificazione e l’indicazione del loro grado di vulnerabilità e riproducibilità. Tenendo a riferimento il quadro delle conoscenze ad oggi disponibile le attività di analisi e di indagine sono orientate all’integrazione e implementazione delle informazioni riguardanti le seguenti tematiche di indagine: - analisi del quadro di riferimento della pianificazione territoriale sovracomunale e di area vasta, con particolare riferimento al PTC e al PIT e alle Schede di paesaggio, individuando con maggiore definizione in termini di scala e contenuti i beni e le risorse di valore paesaggistico. Si prevede di definire i caratteri del paesaggio sensibile e le conseguenti componenti di interesse paesistico –percettivo. - inquadramento territoriale e ambientale, con particolare riferimento alla definizione delle Invarianti strutturali quali elementi del territorio che ne condizionano l’integrità e ne connotano l’identità, e dello Statuto del Territorio come insieme di principi e disposizioni recanti la definizione delle condizioni alle trasformazioni. Individuazione delle aree critiche o degradate presenti sul territorio comunale (fragilità idrauliche - fragilità geomorfologiche - criticità infrastrutturali - presenza di vincoli). - aggiornamento ed integrazione delle indagini idro-geologico – tecniche esistenti, con particolare riferimento a quanto introdotto dal regolamento regionale 53/R in relazione alla micro zonazione sismica; - articolazione delle principali forme di uso del suolo, con particolare attenzione ai caratteri agronomici, attraverso l’approfondimento e l’analisi dei dati più recenti relativamente alle caratteristiche e alla struttura delle aziende agricole, alle produzioni e ai programmi 44 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE aziendali. Studio di settore sui vigneti, sulla capacità produttiva, potenzialità e zonizzazione del territorio. Caratteristiche dell’Ortoflorovivaismo. - l’analisi dei contesti insediativi, con particolare attenzione alla localizzazione e tipologia degli interventi edilizi realizzati (ristrutturazioni, recuperi, ampliamenti, nuove edificazioni, frazionamenti, cambi destinazione d’uso e relativa cartografia delle trasformazioni attuate dal 2002 al 2011), nonché alla individuazione, distribuzione e tipologia degli standard (attrezzature, verde pubblico, piazze, parcheggi, strade) e delle infrastrutture di servizio agli insediamenti (servizi ed impianti tecnologici quali: fognature, acquedotto, illuminazione, gas, telefonia, ecc.). Integrazione e verifica della schedatura del patrimonio edilizio esistente di pregio. Catalogazione e classificazione del patrimonio edilizio esistente sul territorio comunale per tipologia e corrispondente disciplina di intervento. - analisi della rete (infrastrutture e servizi) della mobilità, percorsi e trasporto pubblico locale, con particolare attenzione per la caratterizzazione (morfo-tipologica) del sistema viario, della dotazione di spazi di sosta e parcheggio e di dislocazione dei percorsi della mobilità lenta (ciclopiste, ippovie, ecc.); - aspetti socio economici, aggiornamento e analisi dei dati più recenti relativi alla popolazione (struttura per età; livello di istruzione; situazione occupazionale; dinamiche della famiglia), alle attività economiche e della produzione (caratteristiche delle aziende per settore di attività: industriale, artigianale, commerciale, turistico ricettivo). Settore del turismo rurale, analisi delle potenzialità presenti sul territorio e indagini sulla disponibilità e interesse verso forme di accoglienza legate a: - la fruizione del territorio (cicloturismo, equiturismo, ecc.), - al benessere (qualità della vita, dell'aria, delle acque, del paesaggio), - alla didattica (salute, conoscenza di tradizioni e produzioni). 45 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 4. QUADRO PROPOSITIVO PRELIMINARE 4.1 Gli obiettivi della variante La Variante generale al PS, oltre a rispondere all'esigenza di un complessivo adeguamento alla disciplina sovraordinata e di settore, è motivata dalla necessità di aggiornare alcuni obiettivi strategici del Piano in relazione ai profondi cambiamenti che sono intervenuti nella società e nell'economia negli ultimi anni, che richiedono una messa a punto del quadro conoscitivo e degli indirizzi e delle politiche che l'Amministrazione Comunale intende perseguire. La variante al Piano Strutturale muove dal principio di perseguire la tutela e promuovere la valorizzazione e la razionalizzazione dell'uso delle risorse fisiche, naturali, ed economiche del territorio, per il raggiungimento del quale, sono fondamentali le regole di sostenibilità che risultano indispensabili per preservare il paesaggio, le risorse non riproducibili, ridurre gli sprechi, aumentare l'efficienza energetica e l'utilizzo di fonti rinnovabili e nello stesso tempo conservare i tratti/connotati distintivi e caratteristici, migliorando al tempo stesso i tratti qualitativi della vita attuale delle comunità. Quattro temi fondamentali: - il paesaggio; - le risorse e l’ambiente; - il sistema infrastrutturale; - il sistema degli insediamenti. 4.1.1 Il paesaggio Il Piano Strutturale, coerentemente con il P.I.T., deve concorrere a definire le trasformazioni compatibili con i valori paesaggistici, ad individuare le azioni di recupero e riqualificazione degli elementi sottoposti a tutela, nonché a promuovere - in relazione alle prospettive di sviluppo sostenibile - gli interventi di valorizzazione del paesaggio; che complessivamente andranno a caratterizzare di contenuti strategici dello Statuto del Territorio comunale. OBIETTIVI a. Disciplina paesaggistica (DCR n.32 del 16 giugno 2009 – Implementazione del Piano di Indirizzo Territoriale con valore di Piano Paesaggistico) 1. Verifica dei contenuti paesaggistici dello strumento di pianificazione territoriale. 2. Integrazione e implementazione della componente statutaria del piano (invarianti strutturali e statuto del territorio). 3. Allestimento Schede di Paesaggio finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di qualità del territorio (adeguare le NTA del piano alle nuove disposizioni regionali). 46 COMUNE DI MONTECARLO 4.1.2 AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Le risorse e l’ambiente « Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali » Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo (WCED 1987) Il Piano Strutturale, strumento urbanistico con ampi contenuti strategici e tempi lunghi di prospettiva, deve fornire indirizzi per le trasformazioni su scala comunale che saranno poi attivate da altri strumenti. La variante non può prescindere dall’introdurre la sostenibilità ambientale e territoriale quale dimensione strutturale verso cui orientare le scelte. OBIETTIVI b. Riconoscere il ruolo dell’agricoltura nella costruzione dell’identità locale e del paesaggio nonchè del suolo agrario quale risorsa collettiva strategica. 1. Il sistema dello “spazio rurale aperto”, costituito non solo dalla parte coltivata ma da tutti gli elementi concorrenti alla sua definizione (boschi, orditura storica, corsi d’acqua con le rispettive aree di pertinenza e protezione), quale bene comune non negoziabile. 2. Le coltivazioni agrarie ed in particolare il comparto vitivinicolo, olivicolo e florovivaistico quali elementi importanti e rilevanti dello spazio rurale di Montecarlo e al contempo risorsa economica strategica. 3. Integrazione tra struttura produttiva agricola e paesaggio circostante (regole d’uso dei suoli). 4. Valorizzazione della produzione agroalimentare di qualità (incentivare la crescita qualitativa dell’agricoltura). c. Gestione e attivazione delle fonti energetiche alternative nel rispetto delle valenze storico - paesaggistiche. 1. Criteri incentivanti l’uso di tecnologie materiali e impianti finalizzati al risparmio energetico attraverso l’utilizzo di energie e fonti rinnovabili in perfetto accordo con quanto previsto nella Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia. d. Individuazione di una serie di parametri di qualità urbana, ambientale, edilizia e di accessibilità al territorio. 1. Fruizione del paesaggio urbano (borgo storico) e rurale. 2. Valorizzazione dello spazio pubblico. 3. Definizione di percorsi di accessibilità e promozione dell’escursionismo. 4.1.3 Sistema infrastrutturale La riqualificazione dei nodi dell’accessibilità al territorio comunale, siano essi relativi alla mobilità su gomma che al trasporto ferroviario, assume in generale particolare rilevanza 47 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE strategica per due ordini di motivi: da un lato la fruibilità del territorio da parte dei montecarlesi e più in generale da chi proviene dalla piana, dall’altro le ricadute sul settore turistico e produttivo. Si portano ad esempio la risoluzione dell’innesto con la Via Romana in rapporto ai comuni di Porcari e Altopascio che ha importanza anche a scala sovracomunale rendendo possibile la riqualificazione di una consistente porzione del sistema insediativo, così come il raddoppio della linea ferroviaria Viareggio Lucca Firenze che contribuisce a conferire una valenza metropolitana alla modalità di trasporto su ferro, disincentivando l’utilizzo del trasporto su gomma, con grande valenza ambientale, rappresentando al contempo elemento centrale per lo sviluppo turistico del territorio. OBIETTIVI e. Integrazione e risoluzione delle problematiche relative alla viabilità provinciale. 1. Garantire le condizioni ottimali per la realizzazione dell’adeguamento funzionale dell’intersezione della Strada Provinciale n. 3 “Lucchese-Romana” e la s.p. n. 61 “di Porcari”, in località Turchetto. f. Riordino funzionale e riqualificazione del sistema viario locale. 1. Miglioramento e razionalizzazione delle viabilità esistente, con attenzione per l’adeguamento delle intersezioni maggiormente critiche. Dovranno essere valutate le alternative infrastrutturali di alleggerimento di tratte di attraversamento degli assetti insediativi a maggiore criticità e di interconnessione dei sistemi insediativi. g. Creazione di una rete di percorsi pedonali e cicloturistici. 1. Definizione di una rete di mobilità lenta (ciclabile, pedonale, ecc.) da realizzarsi mediante il prioritario riconoscimento dei percorsi esistenti (strade vicinali e comunali) e l’efficace utilizzazione degli elementi infrastrutturali esistenti (argini, ferrovia, ecc.) a garanzia di una capillare percorribilità del territorio agricolo e boschivo. h. Riqualificazione del tracciato ferroviario 1. Garantire le condizioni ottimali per la realizzazione del raddoppio del tracciato ferroviario Firenze-Lucca-Viareggio/Pisa nella tratta Pistoia-Lucca secondo il progetto preliminare redatto da RFI sulla base del Protocollo d’Intesa fra Regione Toscana, RFI, Province di Lucca e Pistoia, Comuni interessati firmato a Montecatini Terme in data 17 Marzo 2003, nel quadro del miglioramento dei collegamenti regionali e intercomunali. 2. Mantenimento della fermata - stazione di San Salvatore, con opere di riqualificazione delle strutture e degli ambienti finalizzati alla migliore fruibilità dell'utenza, all'incentivazione del trasporto ferroviario ed alla promozione turistica del territorio, anche mediante il collegamento con il sistema del trasporto pubblico su gomma. 48 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 4.1.4 Sistema degli insediamenti La variante, nel rispetto degli obbiettivi di carattere generale del piano strutturale, dovrà prevedere la ridistribuzione del dimensionamento previsto nello strumento urbanistico vigente rivedendone la collocazione e distribuzione all’interno delle varie UTOE, fino al loro possibile incremento con l’obiettivo di riqualificare e dotare le frazioni di servizi, attrezzature, spazi di aggregazione capaci di costruire identità dei luoghi. (Piazze, aree attrezzate anche per lo sport, piccoli parchi di quartiere, sale per ritrovarsi). Tenuto conto che siamo in presenza di una sostanziale stabilità demografica, la variante dovrà prevedere interventi che offrano e favoriscano la possibilità di permanenza dei nuclei familiari presenti e della popolazione più giovane nonché nuovi residenti consapevoli della qualità ambientale che il territorio di Montecarlo può offrire. In particolare verranno messe a punto politiche rivolte alle categorie più deboli quali giovani coppie e anziani e ad una edilizia eco-sostenibile in cui siano adottate tutte quelle tecnologie che garantiscono un impatto ambientale ridotto. Questi interventi mediante la perequazione dovranno essere finalizzati all’ottenimento degli obbiettivi con particolari sistemi attuativi che garantiranno il buon esito degli interventi e la ricaduta per le intere frazioni dei servizi proposti. OBIETTIVI i. La ricerca di un equilibrato rapporto tra centri abitati e campagna, attraverso il controllo dei limiti dell’espansione urbana evitando la saldatura tra gli insediamenti attraverso il mantenimento di varchi con funzioni rurali e ambientali. 1. Il monitoraggio dello stato di attuazione del piano vigente con particolare attenzione per il controllo del dimensionamento insediativo residuo e la verifica delle previsioni non attuate. 2. Il ridisegno delle previsioni in un’ottica di innalzamento della qualità degli insediamenti attraverso la dotazione di standard, con particolare attenzione per la ricerca di un equilibrio tra spazio privato e attrezzature pubbliche. j. Consolidamento della vocazione prevalentemente residenziale dei centri di Montecarlo, San Giuseppe e San Salvatore, individuando le carenze infrastrutturali e le necessarie integrazioni in termini di servizi e attrezzature. In particolare: 1. Ridefinizione del ruolo del centro storico di Montecarlo quale polo storico, culturale, turistico e di servizi al cittadino. L’importanza della Rocca del Cerruglio e della cinta muraria La valorizzazione e promozione del Teatro dei Rassicurati e dell’Ex Fondazione Pellegrini Carmignani Il rafforzamento dei servizi al cittadino e il mantenimento e valorizzazione degli esercizi di vicinato L’accessibilità e il sistema della sosta 49 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE Il consolidamento dell’offerta in termini di accoglienza dei locali presenti (ristoranti, bar, enoteche, ecc) 2. Rafforzamento del carattere residenziale della frazione di San Giuseppe attraverso la riorganizzazione della viabilità di attraversamento e la creazione di un luogo centrale. Adeguamento del sistema viario interno. Spazi di relazione anche come verde attrezzato. Valorizzazione del polo scolastico attraverso la ridefinizione della viabilità e delle aree a parcheggio nonché la riqualificazione del collegamento con l’area sportiva della Fornace. 3. Riqualificazione del centro di San Salvatore La stazione come elemento primario per il collegamento con il borgo e la promozione turistica del territorio. Definizione della pedonalizzazione lungo la via provinciale mammianese con particolare attenzione al sottopassaggio ferroviario ed i percorsi vita lungo i corsi d'acqua. Rilettura degli spazi pubblici con particolare attenzione al centro del paese Valorizzazione della ex scuola elementare come centro per servizi alla comunità. Nuove aree a parcheggio. k. Sviluppo delle frazioni di Turchetto e Gossi attraverso il rafforzamento della loro identità urbana residenziale e artigianale produttiva. In particolare: 1. Individuando luoghi e centralità che conferiscano attraverso un progetto urbano di riorganizzazione e completamento la caratteristica di centro abitato non di attraversamento. 2. Dando nuove qualità e funzioni a parti già costruite e conferendo appetibilità anche a giovani coppie in attuazione di adeguate politiche per la casa e in considerazione della collocazione delle due frazioni strettamente connesse ad aree di produzione e lavoro. 3. Qualificazione dei servizi e delle aziende produttive presenti offrendo adeguate condizioni per lo sviluppo dei settori presenti anche in relazione ai confinanti comuni di Porcari e Altopascio. l. Integrazione e sviluppo del sistema turistico ricettivo. In particolare: 1. Strutture complementari di accoglienza (attrezzature turistiche); 2. attrezzature sportive (maneggio, campi da tennis, ecc.). 50 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE 4.2 – Metodi e strumenti del processo partecipativo L’attuazione di un efficace processo partecipativo richiede una fase preparatoria di ricerca e coinvolgimento dei cittadini, affinché si costruisca un sufficiente livello di conoscenza dei temi, mettendo in rapporto la popolazione, i diversi attori locali e i decisori. E’ necessario che le varie azioni che andranno a ricadere nel territorio, messe in atto dai diversi attori e regolamentate dagli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale, siano concepite all’interno di una visione complessiva condivisa del territorio. Gli attori locali da coinvolgere sono di norma: - soggetti istituzionali: organi istituzionali (giunta, consiglio comunale), altri enti pubblici di governo e gestione del territorio, agenzie territoriali, servizi statali e regionali decentrati; - parti sociali: associazioni sindacali, rappresentanti di categorie economiche, professionali, sociali, politiche; - gruppi di espressione della società civile: associazioni di volontariato, pubbliche assistenze, associazioni culturali, ambientaliste ed espressione di specifici interessi o attenzioni; - abitanti e residenti del territorio comunale. Le attività da condurre avranno come finalità immediata l’apporto di conoscenze ed indicazioni per la redazione della variante al P.S. e il processo partecipativo, gestito dal Garante della Comunicazione in concerto con il responsabile del procedimento, potrebbe essere articolato in diversi momenti ed attività interconessi che, utilizzando vari metodi e strumenti, privilegi il dialogo collettivo e la condivisione delle informazioni, cercando di costruire le condizioni essenziali per favorire l’inclusione e l’interazione tra diversi soggetti. Potranno ad esempio essere promossi incontri e seminari tematici promossi dal Sindaco, sotto la moderazione dei consulenti generali e del Garante della Comunicazione, con gli attori locali competenti ed interessati per particolari questioni settoriali (ambiente, attività produttive, agricoltura, sociale, attività ricreative, ecc.) e tagliati su specifici contesti territoriali (ad esempio i diversi settori della città, i diversi sistemi). 4.3 – Enti e organi pubblici tenuti a fornire apporti tecnici e conoscitivi Gli enti e gli organismi pubblici tenuti a fornire apporti tecnici e conoscitivi utili ad incrementare il quadro conoscitivo ai fini della formazione della variante al Piano Strutturale sono: - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Soprintendenze territorialmente competenti: Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana; Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara; Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana; - la Regione Toscana; - la Provincia di Lucca; - Comuni (confinanti) di: Capannori; Porcari; Altopascio; Pescia; Chiesina Uzzanese; 51 COMUNE DI MONTECARLO AVVIO DI PROCEDIMENTO VARIANTE GENERALE AL PIANO STRUTTURALE - la Comunità Montana Area Lucchese; - Autorità di Bacino del Fiume Arno; - ARPAT – Dipartimento Provinciale di Lucca; - Azienda USL 2 Lucca – Dip. Prevenzione; - Comando provinciale Corpo Forestale dello Stato; - Genio Civile di Lucca; - Consorzio di Bonifica Toscana Nord - Basso Valdarno; - A.A.T.O.2 – Basso Valdarno; - A.A.T.O.2 – Toscana Costa; - Gestori delle reti infrastrutturali di acqua, energia elettrica, gas; - RFI (rete ferroviaria italiana). Si precisa inoltre che gli Enti ed organismi pubblici competenti all'emanazione di pareri, nulla osta o atti di assenso comunque denominati, ai fini dell'approvazione della variante, sono: - la Regione Toscana; - la Provincia di Lucca; - Autorità di Bacino del Fiume Arno; - il Genio Civile di Lucca. Il termine entro il quale devono pervenire all'Amministrazione Comunale gli apporti tecnici e conoscitivi utili ad incrementare il quadro conoscitivo relativo alla variante è stabilito in 30 (trenta) giorni dal ricevimento della comunicazione di avvio del procedimento. I termini entro i quali devono pervenire all'Amministrazione Comunale gli atti di assenso comunque denominati da parte degli Enti e organismi pubblici preposti sono quelli previsti dall’art. 14 della L. n. 241/90 o dal altre specifiche disposizioni normative. 52