AMBITO DI PAESAGGIO N. 12 LAGO DEL LISCIA

Transcript

AMBITO DI PAESAGGIO N. 12 LAGO DEL LISCIA
AMBITO DI PAESAGGIO N. 12 LAGO DEL LISCIA L’AdP n. 12 LAGO DEL LISCIA si sviluppa per 368 km2 e comprende parti significative dei territori – inclusi i relativi centri urbani ‐ dei Comuni di Tempio Pausania, Bortigiadas, Aggius, Luras (di quest’ultimo racchiude l’intero territorio comunale) e Sant’Antonio di Gallura, il centro abitato di Calangianus e porzioni limitate dei Comuni di Luogosanto ed Arzachena. DESCRIZIONE DELL’AMBITO Assetto ambientale L’ambito n.12 interessa una vasta porzione del territorio interno posta a nord dell’ambito del Limbara – di cui costituisce il limite meridionale ‐ che va dal limite di Provincia (segnato dal corso del Fiume Coghinas) sino ai rilievi metamorfici posti a nord del Lago del Liscia. Il limite settentrionale dell’ambito è dato dagli spartiacque del Rio Pirastru, del Rio Vignola e del Rio Sperandeo. Il limite orientale coincide, invece, con il limite dell’ambito n. 4 (Foci del Liscia). Dal punto di vista geomorfologico l’ambito si presenta eterogeneo essendo caratterizzato da due porzioni montane (poste a ovest e nord dell’ambito) e da una porzione intermedia che potremmo definire degli altopiani delle aree interne (su cui sorgono i centri abitati di Tempio Pausania, Luras, Calangianus ed Aggius). Gli elementi che costituiscono l’organizzazione territoriale dell’ambito sono: 9 l’altopiano (ad andamento da pianeggiante a dolcemente ondulato che si livella su quote di 400 – 500 m) su cui sorgono i centri abitati di Tempio Pausania, Calangianus, Luras ed Aggius, caratterizzato da scarsa rocciosità affiorante e da una coltre di granito arenizzato più o meno spessa. Dall’analisi della carta delle altimetrie e delle pendenze si osserva la costanza della classe altimetrica e clivometrica nel settore; 9 i rilievi di Monte della Croce, Monte Pinna e Monte Tronu, nel settore immediatamente alle spalle del centro abitato di Aggius, spiccano con le loro creste dentellate conferendo un aspetto suggestivo al paesaggio andando quasi a costituire un anfiteatro collinare che circonda l’abitato; 9 Le creste rocciose (Monte Lasana, 910 m, M. Lu Rutu, 832m, Pala de Monti e Pala de Frassu 604m) che segnano il bordo dell’altopiano nel settore nord orientale; 9 le valli del Rio Badu Masina e del Rio Puddina (entrambi tributari del Fiume Coghinas); 9 Le valli fluviale del Riu Carana e dei suoi tributari che generano le loro piane alluvionali; 9 il Lago del Liscia; 9 i rilievi del settore circostante il Lago caratterizzate dalla presenza di aree a rocciosità affiorante; 9 la Valle della Luna; 9 il Monte Pulchiana (inselberg). L’altopiano si caratterizza per una notevole omogeneità dal punto di vista delle fasce altimetriche con un livellamento delle quote intorno ai 500 m. La zona montuosa alle spalle di Bortogiadas presenta altitudini massime intorno agli 800‐900 m che degradano in direzione del Fiume Coghinas al passaggio con litologie riferibili al ciclo calco alcalino oligomiocenico. La zona montuosa a nord del Liscia ha altitudine massima comprese nella fascia altimetrica 700 ‐ 800 m. Dall’esame della carta geomorfologica emerge che nel settore sono presenti diversi depositi di versante e corpi di frana da crollo, nonché depositi di conoide ai bordi dell’altopiano, si rinvengono coni di detrito (in particolare nel settore meridionale al limite di orli di scarpata influenzati dalla struttura tettonica). Dal punto di vista geologico si riscontra una notevole uniformità con la prevalenza di litologie ascrivibilI al complesso granitico ercinico (in particolare Leucograniti e Monzograniti riferibili all’Unità intrusiva di Tempio Pausania); nella porzione settentrionale rinveniamo monzograniti equigranulari riferibili all’Unità di Sant’Antonio di Gallura. Nella porzione occidentale dell’ambito a ridosso del limite di Provincia rinveniamo depositi alluvionali terrazzati, depositi pleistocenici dell’area continentale, depositi epiclastici di ambiente lacustre, successione sedimentaria oligomiocenica, ignimbriti saldate e piroclastici pomiceo‐cineritiche riferibili al ciclo vulcanico calco alcalino oligomiocenico. In corrispondenza delle valli fluviali rinveniamo coltri eluvio colluviali oloceniche. Il corso d’acqua principale dell’ambito è dato dal Riu Carana, che confluisce nel bacino del Liscia, e dai suoi affluenti tra i quali ricordiamo: • Riu Vaddiani, che nasce dai rilievi alle spalle di Tempio Pausania (Monte Lampis e Monte di Lu Frassu). • Riu Parapinta, che nasce alle pendici di Punta Balestrieri. • Riu San Paolo, che nasce presso Punta Vemmini. La porzione occidentale dell’ambito ricade, invece, nel bacino idrografico del Fiume Coghinas e tra gli affluenti in destra idrografica dello stesso segnaliamo il Riu Gazzini (che nasce dalle pendici di P.ta Salici) e il Riu Puddina che nasce alle pendici del Monte San Giorgio). Nel territorio di Bortigiadas iI PAI perimetra quali aree a pericolosità idraulica: • il tratto del riu Gazzini posto in corrispondenza della frazione di Falzu (Hi4); • il tratto del Riu Gazzini in corrispondenza della Frazione di Figaruja (Hi4); • un ampio tratto del Riu Gazzini prima della sua confluenza nel Fiume Coghinas con grado di pericolosità variabile tra (Hi1 e Hi4). Il PAI perimetra il tratto del Riu Pustogli interessante la zona industriale del Comune di Aggius (pericolosità variabile da Hi1 a Hi4). Sempre nel territorio comunale di Aggius il PAI perimetra un’area interessata dal Riu Le Prugne – Riu Mannu posta immediatamente a sud del centro abitato di Aggius. Nel territorio del Comune di Tempio Pausania il PAI perimetra la porzione settentrionale della zona industriale in corrispondenza della confluenza del Riu Pagliolu e del Torrente Limbara nel Riu Parapinta (grado di pericolosità variabile da Hi1 a Hi4). Nel territorio del Comune di Luras il PAI perimetra un tratto del Riu Pedralza in corrispondenza della stazione ferroviaria (grado di pericolosità variabile da Hi1 a Hi4). Nel territorio comunale di Calangianus il PAI perimentra una porzione della zona industriale posta in corrispondenza del Riu San Paolo (grado di pericolosità variabile da Hi1 a Hi4). Per quanto attiene la pericolosità geomorfologica viene perimetrata una porzione del settore montuoso circostante il Comune di Bortigiadas, quale area in cui si rilevano livelli pericolosità variabili da Hg1 a Hg4. Viene anche perimetrata una vasta porzione del territorio comunale di Aggius che interessa la porzione settentrionale del centro abitato e i rilievi posti a nord dello stesso. Dal punto di vista geologico la zona degli altopiani interni è costituita prevalentemente da litologie ascrivibili a: Paleozoico: • Complesso Intrusivo Ercinico della Gallura, costituiti in prevalenza da: 9 Leucograniti, monzogranti, granodioriti e tonaliti (riferibili all’Unità di Tempio Pausania); 9 Monzograniti e sieniti (riferibili all’Unità di Luogosanto) 9 Granodioriti e gabbri (riferibili all’Unità Sant’Antonio di Gallura) • Complesso Migmatitico: 9 Diatessiti indistinte (Precambriano? Paleozoico?) 9 Metatessiti indistinte (Precambriano?) • Successione vulcano sedimentaria tardo paleozoica della Sardegna Settentrionale, costituita in prevalenza da: 9 vulcaniti riolitiche in formazioni ignimbritiche (Permiano?) 9 conglomerati a clasti di granitoidi; Terziario: 9 Depositi epiclastici di ambiente lacustre (successione sedimentaria oligomiocenica); 9 Brecce e conglomerati di ambiente alluvionale (successione sedimentaria oligomiocenica); 9 Ignimbriti saldate e piroclastici pomiceo coneritiche (successione sedimentaria oligomiocenica). Quaternario: 9 arenarie alluvionali terrazzate e subordinati depositi eolici (Pleistocenici; 9 coltri eluvio colluviali (Olocene); 9 depositi alluvionali sciolti (Olocene). All’interno dell’AdP n.12 è presente l’Oasi Permanente di Protezione Faunistica “Liscia” di 231 ha di estensione. Assetto insediativo La vicinanza di Tempio Pausania fa sì che Aggius, Bortigiadas, Luras e Calangianus abbiano un'attrazione primaria verso di esso, mentre la posizione baricentrica di Sant’Antonio di Gallura – tra Tempio Pausania ed Olbia – lo fa classificare come Comune a gravitazione mista sui due capoluoghi. Tempio Pausania, capoluogo di Provincia insieme ad Olbia, ha attualmente 14.256 abitanti, con una densità di 67 ab/km2 ed un trend di crescita di +2,81% nel periodo 1991‐2010 e di 1,89% nel periodo 2001‐2010. In posizione baricentrica rispetto al territorio gallurese, ha sempre svolto un ruolo strategico: basti considerare che il Comune, pur avendo meno di 15.000 abitanti, ha ottenuto da tempo il riconoscimento dell'equiparazione ai Comuni con densità demografica superiore ai 65.000 abitanti, proprio perché rappresenta un polo di attrazione primaria per molti territori della Gallura, parte dell'Anglona e del Monte Acuto. In esso risiedono infatti numerosi servizi quali: sede di Tribunale civile e penale (con competenza sull'intera Provincia), uffici finanziari (sede locale dell'Agenzia delle Entrate, conservatoria dell'Agenzia del Territorio) e previdenziali (INPS), sede condivisa della Presidenza e del Consiglio della Provincia, uffici regionali con competenza provinciale (Servizio Demanio e Patrimonio di Tempio‐Olbia, Servizio Territoriale della Gallura dell'Agenzia ARGEA Sardegna (ex ERSAT), Ispettorato ripartimentale di Tempio Pausania dell'Ente Foreste della Sardegna, sede dell'Unione di Comuni "Alta Gallura" (comprendente 10 Comuni), sede del sistema bibliotecario Anglona‐Gallura, sede dell'Ordine degli Avvocati, sede del Dipartimento della Ricerca per il Sughero e la Silvicoltura dell'Agenzia AGRIS Sardegna (ex Stazione Sperimentale del Sughero), sede vescovile (diocesi di Tempio‐Ampurias). Tempio Pausania è inoltre di recente diventata sede di Università (sede staccata dell'Università di Sassari con corsi di laurea della Facoltà di Farmacia in Tecniche erboristiche e Tossicologia degli inquinanti ambientali), scuole superiori, ospedale civile. Il tessuto urbano su cui si è costruita la struttura sociale, urbanistica e culturale di Tempio Pausania è progressivamente cresciuto negli ultimi due secoli, facendogli assumere la conformazione di città; ciò ha creato una notevole crescita sociale, culturale ed economica andata ad aggiungersi alle attività più tradizionali quali agricoltura, pastorizia, artigianato. Ma il territorio tempiese ha una storia molto antica, che trae le sue origini sin dall’età neolitica, come testimoniano i circoli megalitici, i dolmen ed i nuraghi presenti nell'area. La città rappresenta il principale insediamento di fondazione romana (I sec. a.C.) della Gallura montana; collegata con Olbia per mezzo di un'importante via di comunicazione, era situata sul bordo del pianoro e prendeva il nome di “Gemellae”. Templum compare per la prima volta in un documento ecclesiastico del 1173 probabilmente ad indicare pendio o scarpata mentre Pausania fu aggiunto nell' 800, pare derivante dalla località Pasana, piccolo centro nei pressi di Olbia, sede dell'antica diocesi. Proprio da questo nome nacque nel medioevo la curatoria di Gèmini (giudicato di Gallura) di cui Villa Templi costituiva il centro rurale.. Nei tempi successivi ‐ sotto Pisani, Aragonesi e, dal 1323, Spagnoli ‐ la città divenne il principale centro gallurese a discapito di Terranova (Olbia) che in questo periodo conobbe un periodo di decadenza. Nel 1543 vi viene fondato un convento francescano, mentre a partire dal '600 è sede di un importante mercato bovino che attira la piccola nobiltà iberica, corsa e sassarese oltre ai piccoli commercianti spagnoli. In quell’epoca si verificano significative correnti migratorie, soprattutto di fuggiaschi corsi che, popolando le aree marginali delle campagne e dando origine agli stazzi, arricchiscono Tempio e la Gallura di una certa originalità etnica. A metà del ‘600 Tempio diviene Sede del Marchesato di Orani; dal 1665 vi ha sede un collegio dei padri Scolopi che pone le basi dell'insegnamento ginnasiale nella città (vi si insegnavano latino, filosofia, musica e teologia) e nel 1687 si insedia un monastero di cappuccine. Vengono inoltre costruiti gran parte dei palazzi nobiliari delle famiglie Pes e Misorro. Nel 1688 ebbero inizio le richieste alla Santa Sede per il trasferimento della sede vescovile e in quello stesso anno venne proposto dal governo spagnolo il titolo di città. Poco dopo vengono riedificate le vecchie carceri (nell'attuale piazza Mercato). Nel 1720, conclusasi la guerra di successione spagnola, in virtù del Trattato di Londra la Sardegna viene ceduta ai Savoia. Nel corso del '700 Tempio Pausania è oggetto di forte incremento demografico. Al fine di promuovere il ripopolamento delle zone della Gallura e l'aggregazione delle popolazioni sparse degli stazzi, viene in questo secolo promossa la realizzazione di chiese che costituiranno i nuclei della successiva trasformazione delle "cussorge" (aggregazioni di stazzi) in villaggi: San Francesco ad Aglientu, Santa Maria ad Arzachena, Santa Vittoria a Telti, San Teodoro ad Oviddè, etc. Nel corso del'800 si rafforza progressivamente il potere della nobiltà locale fedele alla Casa sabauda, in particolare dei Valentino (conti di San Martino), dei Pes (marchesi di Villamarina) e dei Falqui, di cui alcuni rami si trasferiranno a Cagliari. La città si svilupperà ulteriormente divenendo la quarta città della Sardegna. Con Regio Editto del 4 maggio 1807 Tempio Pausania diviene sede di Prefettura ed il suo territorio giunge a comprendere la Gallura e l'Anglona; successivamente, con la riorganizzazione amministrativa della Sardegna, la Prefettura di Tempio Pausania viene soppressa ed accorpata a quella di Ozieri. Nel 1833 Tempio Pausania diviene capoluogo della nuova Provincia di Gallura, la più estesa dell'isola, con 2.138 km². Nel 1836 viene elevata al rango di Città da re Carlo Alberto che l’aveva visitata nel 1829 e nel 1837 diviene sede di una delle sette Prefetture giudiziarie in cui viene divisa l'isola e si caratterizza per la presenza della sede vescovile dell'antica diocesi di Tempio‐Ampurias, costituita nel 1839 con l'unificazione delle due diocesi di Civita (Olbia) ed Ampurias (Castel Aragonese). In quel periodo diviene chiara la vocazione di ruolo guida del territorio che si era manifestata tramite la trasformazione del villaggio pedemontano in polo di attrazione per i numerosi stazzi e villaggi sparsi nel territorio, in ciò facilitato probabilmente da un ambiente ricco di risorse e strategicamente votato al controllo del territorio circostante. Tale ruolo aggregante è dimostrato anche dalla capacità di unificare, nonostante le ridotte dimensioni demografiche ed urbanistiche, le due sedi storiche di Ampurias (costituita sulla foce del Coghinas dal primo Vescovo Bono) e di Civita (costituita, presso lo scalo di Fausania‐Olbia dal primo Vescovo Simplicio). Nel 1848, quando la Sardegna viene ripartita in 3 divisioni ed 11 province, la Provincia di Gallura è rinominata “Provincia di Tempio” e compresa, con i suoi 2.136 km², nella divisione di Sassari. Nella seconda metà dell'Ottocento vengono create passeggiate alberate, i caselli daziari, vengono realizzati i palazzi pubblici (la Casa Comunale che ospitava anche il Tribunale e la Prefettura, le Carceri, il Mercato pubblico), le strade della città vengono lastricate in granito, la città si dota di un piano regolatore e viene creata la strada nazionale per Sassari e Terranova Pausania. Con la riforma amministrativa del 1859 e l'Unità d'Italia viene drasticamente ridotto il numero delle Province e la Sardegna viene divisa in sole 2 Province (Cagliari e Sassari); Tempio Pausania, come molte altre città, viene declassata a capoluogo di Circondario, sede di Sottoprefettura. Intorno al 1867 il territorio di Tempio Pausania si estendeva da Longosardo (oggi Santa Teresa Gallura) a San Teodoro, comprendendo anche le aree, perlopiù spopolate, dell’attuale Costa Smeralda. Nel 1870, con il contributo dei Comuni della Gallura, viene riqualificato il porto di Terranova e nel 1888 viene inaugurata la ferrovia per Monti sulla linea per i porti di Terranova Pausania (oggi Olbia) e Golfo Aranci. Alla prima linea ferroviaria Tempio Pausania‐Monti (che verrà dismessa nel 1958) faranno seguito la realizzazione della nuova stazione (1931) e di due nuove linee per Sassari (1931) e Palau (1932). Al principio del XX secolo Tempio Pausania con oltre 900 km2 di superficie rappresentava il Comune territorialmente più grande d'Italia, anche se con bassa densità abitativa, con un territorio che comprendeva il Limbara, le coste nord orientali da Aglientu, attraverso Santa Teresa, Palau ed Arzachena, fino a Porto San Paolo, inglobando i territori di Telti e Loiri. Proprio l'inizio del Novecento fa registrare un forte aumento della popolazione dovuto all'abbandono progressivo degli stazzi verso la città ed una notevole crescita edilizia. Successivamente tra gli anni '20 e '70, in seguito al ripopolamento delle coste, numerose sue frazioni ottengono l'autonomia comunale riducendo drasticamente l'estensione comunale: Santa Teresa Gallura nel 1921, Arzachena nel 1922, Luogosanto nel 1954, Palau ed Aglientu nel 1959, Telti nel 1963, infine Loiri Porto San Paolo nel 1979. Dal punto di vista insediativo, la caratteristica principale del centro storico è data dallo stile architettonico omogeneo degli edifici del '700 ed '800 costruiti in blocchi di granito locale, a due o tre piani (un tempo coronati da ballatoi) che danno una certa austerità all'intero centro e denotano marcate similitudini con le cittadine del Sud della Corsica, Le principali infrastrutture viarie sono costituite dalla S.S. 127 (con collegamento per Olbia, Calangianus, Luras, S. Antonio di Gallura), dalla S.S. 392 (direzione Oschiri), dalla S.S. 133 (direzione Palau e Costa Est), e dalla S.S. 127 (direzione Sassari). Il collegamento con le maggiori infrastrutture di trasporto, porto ed aeroporto, è quindi rappresentato dalla S.S. 127 verso Olbia, con isocrona compresa nell'arco che va da 30' ad 1h. Rientra nel network trasportistico il “Trenino Verde” della linea Sassari‐Tempio Pausania‐Palau. L'uso del suolo evidenzia un tessuto compatto e denso in tutta la parte urbana, con presenza di alcune aree estrattive nella parte Ovest e la presenza di alcuni fabbricati rurali. Le principali attività produttive del territorio circostante sono legate tradizionalmente all'estrazione del granito, alla viticoltura e soprattutto alla raccolta e lavorazione del sughero. Una presenza insediativa forte è poi rappresentata dall'area industriale regionale che si trova a lato della strada che conduce a Calangianus e Luras. Proprio con questi due Comuni e con Aggius, Tempio Pausania divide questa area industriale che si estende per 200 ha con una superficie per attività produttive di 121.40 ha. Gestita dal consorzio per la zona industriale di interesse regionale di Tempio Pausania, nel 2005 presentava un grado di saturazione dell'area pari al 99%. Le principali attività economiche presenti nella zona industriale riguardano l'industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili), la fabbricazione di articoli di paglia e materiali da intreccio, la fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, la fabbricazione e la lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti. All'interno dell'area è presente il centro integrato di gestione dei rifiuti e dei reflui dell'Unione dei Comuni “Alta Gallura”. Le principali frazioni di Tempio Pausania sono: Nuchis, Stazzu Masoni e Campo rotondo. Nuchis è sita non distante dal capoluogo. Venne fondata nell'anno Mille e nel 1771 ottenne l'autonomia comunale, poi soppressa per la forte depressione demografica: oggi annovera circa 400 abitanti. E’ presente nel suo centro la chiesa dello Spirito Santo, la chiesa dei Santi Cosma e Damiano oltre alla chiesetta di Santa Croce, tutte caratterizzate dall'utilizzo del granito locale. Nella stazione di Nuchis transita la linea del Trenino Verde che collega Sassari a Palau, mentre la frazione è collegata alla S.S. 127 per mezzo della S.P. 9 che attraversa il paese e che funge da generatrice insediativa dell'abitato. Bortigiadas rappresenta demograficamente il Comune con la minor popolazione insediata in tutta la Provincia (804 abitanti) ed è fra quelli con la minore densità abitativa (10 abitanti/km2) ed un trend negativo nel periodo 1991/2010 di ‐18,71% e di ‐10,27% nel 2001/2010. Le prime presenze del centro abitato vengono attestate intorno al XIV secolo, quando il paese è conosciuto con il nome di “Orticlada” appartenente alla diocesi di Civita (Olbia), mentre in altri documenti è citata come "Gortiglaca" o "Bortiglassa". Notevoli esempi di presenza umana nel periodo nuragico sono visibili intorno al centro abitato (nuraghi di Fraigatu, Cantareddu, Pedru Mulza, Spiritu Santu e Su Naracu; domus de janas a Tisiennari). In età romana Bortigiadas gravitava intorno alla strada di collegamento Olbia‐Tibula; nel periodo giudicale apparteneva alla curatoria di Gemini, nel giudicato di Gallura. L'economia del Comune è prevalentemente legata all'allevamento ed alla produzione agricola di frutta, mais e legumi. Il piccolo centro si presenta molto compatto, se si esclude qualche piccola macchia insediativa lungo la strada per Tempio Pausania, e non ha subito particolari modifiche rispetto ai decenni precedenti. L'arteria di collegamento più importante è rappresentata dalla vicina strada Tempio Pausania‐Ploaghe (direzione Sassari), mentre l'accesso ai due capoluoghi di Provincia è legato alla percorrenza del tratto de “La Fumosa”, molto tortuoso e che non facilita i collegamenti con l'esterno. Il centro abitato è caratterizzato da strette stradine arricchite da piante di agrumi. Insediativamente appaiono interessanti le frazioni di Lu Falzu, Figaruia e Giovanni Moro, sorte nei pressi della S.P. 146 che si estende ad Ovest del paese e che collega lo stesso con Viddalba. Quasi parallelamente alla S.S. 127 si trovano le frazioni di Scala Ruia, Fraigata, Mastruiagu, Alvarizzu e Ponti Ezzu. Percorrendo l'ambito verso Nord si incontra il territorio di Aggius che oggi, in seguito alla costituzione dei Comuni di Trinità d' Agultu (1958), di Badesi (1968) e di Viddalba (1975), vede fortemente ridotta la propria superficie comunale (circa 82 km2). Dal punto di vista demografico il centro, come gli altri Comuni dell'interno, presenta saldi negativi tanto nell'intervallo 1991/2010 (‐9,15%), quanto nel periodo 2001‐ 2010 (‐3,8%). Oggi possiede una popolazione di 1.629 abitanti ed una densità pari a 19 ab/km2. L'economia del paese è rivolta al settore agricolo‐pastorale, all'artigianato ed al terziario. Aggius vanta origini antichissime: il suo toponimo potrebbe derivare dal greco aghios = sacrosanto, oppure dal latino agnus = agnello, per indicare l'antica presenza di stazzi e ovili; o ancora da ajus = senza diritto ne' legge, per il carattere indipendente e ribelle dei suoi originari abitanti, portati a regolarsi secondo codici propri, ad affidare le controversie a uomini saggi che esercitavano la tradizionale "giustizia sotto l'albero" e a rifiutare, spesso in forme violente, imposizioni tributarie e coscrizioni. Anticamente "villa" della curatoria di Gemini, il nome del paese nella forma di Agios, si incontra per la prima volta nella tabella fatta compilare dal re di Aragona nel 1358. La storia del paese è simile a quella di altre “ville” della Gallura: una volta smembrato il giudicato, Aggius fu conteso dai Doria, dagli Arborensi e da Pisa. Successivamente vi arrivarono gli Aragonesi ed ancora Eleonora d'Arborea fino a quando non passò, con tutta l'isola, sotto il dominio degli Spagnoli; nel 1720 finì sotto il dominio dei Savoia. Elementi caratterizzanti il territorio sono la meta turistica della Valle della Luna e la presenza insediativa degli “stazzi”, oltre alle sugherete che permettono al paese di costituire con Tempio Pausania e Calangianus il principale triangolo di estrazione e produzione di questo materiale. Proprio la vicinanza al polo di Tempio Pausania permette al paese di godere dei servizi che la città è in grado di proporre. La S.S. 127 e la successiva S.P. 27 ne permettono il collegamento con Tempio Pausania ‐ e da qui con la S.S. 133 verso Palau‐Santa Teresa Gallura e tramite la S.P. 74 verso Trinità d’Agultu e Vignola. Il tessuto insediativo si presenta allungato lungo la S.P. 27; linee di espansione minori, ma importanti, si sono avute anche in altre direzioni a partire dagli anni '70. La sua parte urbana mostra un tessuto residenziale compatto e denso, mentre tanto a Sud del paese come a Nord si ha un tessuto residenziale rado e nucleiforme. Anche ad Aggius le case del centro si caratterizzano per l'uso del granito che domina visivamente il paesaggio circostante. Le principali frazioni dell'ambito sono rappresentate da Bonaita, Pala di Monti e Vintura. Come detto il paesaggio di Aggius è dominato dalla roccia granitica presente sia nelle alture del Parco Capitza che sovrastano il paese, sia nei massi della vicina Valle della Luna. Importanti sono il Monte S.Croce (666 m) ed il monte Sozza (il più alto con 789 m) che comprende diverse caverne anticamente abitate dai fuorilegge. Un elemento facilmente leggibile nel territorio è rappresentato dal parco eolico posto in località Bonaita, sui monti ad ovest del paese. A Nord del territorio di Tempio Pausania si trova il Comune di Luras, la cui economia si basa sull'agricoltura, l'allevamento, la viticoltura e la lavorazione del sughero e del granito. Con gli attuali 2.715 abitanti ed una densità di 31 ab/km2, Luras attraversa una nuova fase di crescita demografica (+2,26% nel periodo 2001‐2010), mentre aveva attraversato una fase passiva tra la fine degli anni '90 ed il principio del nuovo secolo; il periodo 1991‐2010 evidenzia ancora un complessivo ‐1,7%. Un tempo chiamato Villa Lauras o Oppidum Luris ‐ da "lura" (otre) o "laurus" (alloro) – le origini del paese sono controverse e leggendarie: alcuni le fanno risalire ad una delle cinque colonie che gli Etruschi fondarono sull'Isola dopo l' 862 a.C., altri ad una parte dei 4.000 coloni ebrei deportati in Sardegna dall'Imperatore romano Tiberio nel 19 d.C. Nei pressi dell'abitato di Luras sono presenti numerosi dolmen, oltre a ruderi di alcuni nuraghi che testimoniano la presenza di insediamenti umani in tempi risalenti probabilmente al periodo neolitico. Il periodo Bizantino è invece testimoniato dalla presenza delle chiese dedicate al culto dei Santi che si identificano nella tradizione greco‐orientale. Il paese viene citato per la prima volta in una Carta Pisana del 1300 che elencava tutte le Ville del Giudicato suddivise in Curatorie; Luras apparteneva alla Curatoria di Gemini Josso ed aveva circa una centinaio di abitanti. Nel periodo giudicale e catalano‐aragonese nella zona di Luras sorgevano paesi ‐ Silonis, Canaili, Carana, Agiana, Iscopedu e Arsachene ‐ che furono poi abbandonati in epoche diverse a causa di pestilenze, carestie e incursioni barbaresche ed i cui abitanti, secondo una consolidata tradizione tramandata di generazione in generazione, trovarono rifugio a “Villa Lauras” risparmiata dai morbi e dalle invasioni. Proprio questi flussi migratori fecero di Luras l'isola linguistica che ancora oggi si conosce, in cui si parla il “sardo” mentre nei territori circostanti è parlato esclusivamente il gallurese. I territori intorno a Luras vennero anche popolati da pastori corsi che attraversarono lo stretto di Bonifacio in cerca di pascoli da coltivare; essi introdussero il loro dialetto e dettero vita ad una forma di sfruttamento che ancora oggi sopravvive: l'economia degli stazzi. Dopo le carestie e le pestilenze, a partire dalla seconda metà del 1600 si ebbe una lenta ripresa demografica: nel 1688 i “fuochi” (famiglie) di “Villa Luris” sono 145, rispetto ai 307 di Calangianus, 240 di Aggius, 150 di Bortigiadas e 66 di Nuchis. Dieci anni dopo, nel 1698, Luras arriva a 204 “fuochi” per complessivi 564 abitanti, mentre nel 1837 supererà i 1500 abitanti, di cui circa 700 sparsi nelle campagne. L'economia del luogo era principalmente basata sulla coltivazione del frumento, l'allevamento del bestiame, vino e tessuti, "berrittas" (antichi copricapi del costume maschile), lana, pelli, lavorati del sughero, del ferro, stoffe, acquavite, formaggi, granaglie, e dava vita ad un florido commercio con i paesi della Gallura e dell'Anglona. Ne seguì un notevole sviluppo economico che creò le condizioni per il graduale abbellimento del centro abitato, con la realizzazione di palazzetti e strade selciate) e per la formazione scolastica. Oggi l'economia è basata sull'agricoltura, sull'allevamento, sulla lavorazione del sughero e del granito e sulla viticoltura. Nel territorio di Luras si trovano le vigne più estese e forse le meglio coltivate dell'alta Gallura, che producono vini apprezzati oltre i confini sardi e nazionali: Vermentino, Moscato e Nebiolo di Luras. La lettura dell’attuale paesaggio del Comune evidenzia la presenza dell'urbano, con un tessuto residenziale compatto e denso e la presenza di fabbricati rurali nell'intorno. Il paese si sviluppa quasi totalmente ad occidente della S.P. 10 (che nella parte urbana possiede altra denominazione) con un disegno stradale irregolare a causa soprattutto della conformazione altimetrica del centro. La S.P. 10 conduce nella parte Sud al collegamento verso Tempio Pausania, Calangianus ed Olbia, mentre nella sua parte settentrionale permette il collegamento con la S.S. 133 e con la costa orientale della Provincia. Altro elemento facilmente leggibile è rappresentato dalle aree estrattive, la più importante delle quali si trova a Nord‐Ovest dell'abitato, nella zona di Monti Ruiu. Le principali frazioni sono: Lo Sfossato, Monte Magone e Canayli. A Nord‐Est dell'Ambito si trova Sant'Antonio di Gallura, dal 1979 Comune divenuto autonomo da Calangianus. Il territorio è caratterizzato da un’economia agropastorale ed ospita nella zona del lago artificiale del Liscia uno degli olivastri più antichi d'Europa. Il Comune è sito a 357 metri d'altitudine, in posizione centrale nella Gallura e poco distante dalla Costa Smeralda. Attualmente ha una popolazione di 1.694 abitanti (20 ab/km2) e, pur essendo un Comune interno, presenta trend di crescita della popolazione grazie alla sua posizione baricentrica che probabilmente porta ad avere prezzi contenuti delle abitazioni e possibilità lavorative a distanze contenute: nel periodo 1991/2010 la popolazione ha registrato un aumento del 3.23% e nel periodo più recente (2001/2010) addirittura del 4,25%. Il paese si è sviluppato sopra un centro medievale chiamato Villa de Castro, poco distante dalla Chiesa e dall'attuale piazza. L'esistenza di questo villaggio è documentata da numerosi documenti che attestano una popolazione pari a 50/100 abitanti, circa 13/15 famiglie, mentre in altri documenti è descritta l'estinzione del centro fra il 1360 ed il 1380. Nei secoli successivi sembra che la Villa facesse parte della curatoria di Unali, con un territorio approssimativamente compreso negli attuali Comuni di S. Antonio di Gallura e di Arzachena. Negli ultimi anni del XVIII secolo viene costruita la chiesa di S. Andrea, appartenente ad una famiglia di Tempio Pausania che la cedette nel 1798 ai pastori della zona che si impegnarono a mantenere in buone condizioni l'edificio. Nel 1907 venne istituita la parrocchia, dedicata però a S. Antonio di Gallura; in seguito (1912) fu edificata la nuova chiesa ed intorno a questa si sviluppò il centro abitato che prese il nome di S. Antonio di Calangianus. Nel 1979, in seguito al raggiungimento dell'autonomia insieme ai Comuni di Loiri Porto San Paolo e di Golfo Aranci, mutò il proprio nome in S. Antonio di Gallura. La principale infrastruttura di collegamento con l'esterno è rappresentata dalla S.S. 427 che collega il paese da un lato con Arzachena e la Costa Smeralda e dall'altro con il bivio per Olbia e Tempio Pausania; la S.P. 137 permette invece di costeggiare il lago del Liscia ed è importante dal punto di vista turistico. Urbanisticamente il centro si è sviluppato soprattutto ad Ovest ed in misura minore ai lati della principale via di transito che ospita anche alcune attività commerciali. Il territorio presenta diverse forme di insediamento, le maggiori delle quali sono caratterizzate da aggregazioni di stazzi che costituivano la base della comunità, molto spesso vicine ad una chiesa campestre. Altro elemento importante che disegna il territorio è la presenza della zona artigianale di S. Antonio di Gallura, posta nei pressi dello svincolo per il paese stesso. Uso del suolo L'uso del suolo mostra un valore dei prati artificiali del 11%, le sugherete sono intorno al 9% ed i seminativi in aree non irrigue intorno al 9%. La macchia mediterranea e i boschi di latifoglie occupano ognuna, rispettivamente, una porzione pari al 15%, la gariga al 9%, Particolarmente rilevante la presenza del bacino del Liscia, che raggiunge valori del 1,4%. Dall’analisi dei dati aggregati dell’uso del suolo si ricava che il 63% del territorio dell’ambtio è interessato da “territori boscati ed ambienti seminaturali”, il 33% da territori agricoli, il 3% da “territori modellati artificialmente”, infine una porzione residua pari all’1% è interessata dalla presenza di corpi idrici. Assetto storico culturale Nel corso della storia l’Ambito ha conosciuto importanti fenomeni insediativi, seppur non in modo uniforme, sia in termini cronologici sia in termini di dislocazione spaziale degli elementi insediativi: infatti si riscontrano due distinte aree interessate dall’antropizzazione nell’antichità, una ricadente nell’attuale territorio comunale di Bortigiadas e una ricadente principalmente nel territorio di Tempio Pausania e, in minor misura, nei territori di Luras, Calangianus e Sant’Antonio di Gallura. Dal punto di vista cronologico, si rileva che il territorio è stato popolato sin dal Neolitico, dando origine a due importanti insediamenti, uno in territorio di Bortigiadas ed uno in territorio di Luras. Nel successivo periodo nuragico l’insediamento ha raggiunto l’apice, come testimoniato dalla quantità di elementi risalenti a tale epoca. Le dinamiche insediative sembrano essersi quasi interrotte in epoca romana, fenomeno quasi inevitabile per le aree dell’entroterra, considerata la predilezione degli antichi romani per lo sviluppo di insediamenti nelle zone costiere. Nel Neolitico i fenomeni insediativi hanno interessato due aree relativamente distanti sia in termini spaziali che culturali: una ricade nel territorio comunale di Bortigiadas e l’altra in quello di Luras. Gli elementi insediativi presenti nella prima sono domus de janas, tipici esempi di una forma cultura funeraria estranea alla Gallura e propria del resto dell’isola; si tratta in particolare delle domus denominate Cunchedda di la fata, Lu Miriagu, Scupagghju e Tanca Ezza. Il fatto che si tratti di elementi estranei rende quest’area una “cerniera” fra due regioni geografiche: la Gallura con la sua vocazione megalitica espressa da culture ad economia pastorale e l’Anglona, ad economia agricola. Gli elementi presenti nel territorio di Luras sono invece dolmen, tipici della cultura neolitica sviluppatasi nel territorio gallurese; si tratta dei dolmen Billella, Ladas, Alzoledda e Ciuledda. Gli insediamenti neolitici appena descritti sono accomunati esclusivamente dal praticare la stessa attività di sostentamento (il pascolo) seppur in condizioni ambientali e morfologiche differenti: l’area ricadente nel Comune di Tempio Pausania è stata popolata secondo dinamiche alla cui base vi era il pascolo d’altura, caratteristica legata alle condizioni morfologiche del territorio; si rileva peraltro che tali dinamiche furono favorite, anche dalle risorse della montagna: ne consegue che l’elemento morfologico fondamentale per l’insediamento, in questo caso, è stato il massiccio del Limbara. In epoca nuragica i fenomeni insediativi hanno raggiunto la massima intensità e anche una certa uniformità spaziale, come si rileva dalla dislocazione dei beni rinvenuti nel territorio nell’ambito; inoltre si riscontra una continuità con il precedente periodo neolitico, relativamente all’attività di sostentamento alla base dell’insediamento: infatti anche in epoca nuragica le comunità che hanno popolato il territorio praticavano il pascolo: ne consegue che i numerosi nuraghi presenti siano stati dislocati in modo da garantire il controllo delle aree adibite a tale attività. Tra gli elementi insediativi nuragici si rilevano in particolare: ‐ nel territorio di Tempio Pausania: i nuraghi Izzana e Majori, quest’ultimo in particolare appartenente al “tipo misto”, il quale coniuga il “tholos” ed il tipo “a corridoio; ‐ nel territorio di Calangianus: il complesso di Monti di Deu, la tomba dei giganti di Pascaredda, la fonte di Li Paladini e la muraglia turrita posta a 669 metri di altitudine; ‐ nel territorio di Sant’Antonio di Gallura: la muraglia difensiva situata nella Sarra di L’Aglientu; ‐ nel territorio di Bortigiadas: i numerosi nuraghi, tra i quali Cuada, Lu Cantareddu e Petru Muglia; ‐ nel territorio di Luras: il nuraghe Pilea. Le testimonianze relative a insediamenti di epoca romana sono abbastanza scarse, aspetto dovuto alla mancanza di interesse, da parte dei popoli dell’antica Roma, nei confronti dell’entroterra del territorio gallurese, a vantaggio delle zone costiere, sicuramente più pratiche, nella loro ottica. Si rileva comunque la presenza di elementi, per lo più isolati, risalenti a tale epoca, quali i ponti Ezzu e Coas in territorio di Bortigiadas, la strada di Monti Nieddu in territorio di Calangianus e le strutture murarie di Monti Limpas in territorio di Tempio Pausania. Nel Medioevo i fenomeni insediativi hanno avuto una ripresa, le cui testimonianze si trovano in particolare nei territori di Luras e Tempio Pausania. In territorio di Luras le principali testimonianze risalenti al Medioevo e all’età moderna sono rappresentate dalla torre di Monti di La Turritta e dalle chiese, alcune delle quali campestri, come le chiese di Santa Maria delle Grazie (XII secolo) e San Pietro (risalente al Trecento), molto vicine tra loro in quanto facenti parte del villaggio medioevale di Siffilonis, Santu Baltolu, San Leonardo e San Nicola di Carana, oppure situate nel centro abitato, come San Pietro (centro storico di Luras). Nell’attuale territorio comunale di Tempio Pausania i fenomeni insediativi di epoca medievale e moderna sono testimoniati da diverse chiese, come Santa Croce e San Pietro (entrambe di impianto medievale, realizzate nel XIII secolo e soggette a successivi interventi) situate nel centro di Tempio Pausania, la chiesa dello Spirito Santo (XIII secolo), ricadente nel nucleo urbano di Nuchis, quest’ultimo già di per sé rappresentativo, in quanto fondato presumibilmente tra X e XI secolo e centro di notevole importanza in epoca medievale e moderna. Il territorio tempiese presenta anche un buon impianto di chiese campestri, tra le quali vi sono alcune di epoca moderna, come San Giacomo e San Bachisio, ma anche una risalente con molta probabilità al Medioevo (San Giovanni battista). ANALISI DELLE CRITICITÀ 9 compromissione di ampie porzioni del territorio comunale interessate da attività estrattive a cielo aperto e assenza di interventi di recupero ambientale in aree interessate da attività estrattive dismesse 9 gestione integrata della rete tributaria del Carana in un’ottica sovra comunale. 9 individuazione degli invasi artificiali come elementi del paesaggio delle zone interne e in quanto tali come attrattori e sede di attività ricreative/sportive. Si rendono necessari interventi di riqualificazione e di valorizzazione del bacino del Liscia 9 mancata individuazione delle aree a forte naturalità e scarso sviluppo di norme di gestione e salvaguardia per tutelare le aree integre e favorire il recupero di quelle degradate. 9 mancata o non corretta gestione del territorio montano per prevenire fenomeni di degrado e mitigare/prevenire fenomeni di erosione / dissesto 9 problematiche relative all'accessibilità in rapporto alla sicurezza delle arterie, tempi di percorrenza e tratti critici e alla necessità di integrazione con i flussi turistici presenti sulle coste 9 mancanza di interventi di prevenzione del rischio di spopolamento delle aree interne 9 necessità di riqualificazione dell’area industriale Regionale di Tempio Pausania. INDIRIZZI DI PIANIFICAZIONE Risorse ambientali. 9 Gestire correttamente le risorse idriche ragionando in termini di bacino idrografico (rete tributaria del fiume Coghinas, rete tributaria del fiume Liscia ed invaso omonimo), promuovere forme di gestione della risorsa sovra comunali, sovra provinciali laddove necessario es. per quanto concerne la rete tributaria di destra idrografica del F. Coghinas. 9 Conservare la funzionalità ecologica della rete tributaria del F. Coghinas, del F. Liscia e della sua rete tributaria attraverso interventi atti a ricostituire la naturalità dell’alveo fluviale, a mitigare le interferenze generate dalle infrastrutture (esistenti e previste) e a recuperare la percezione e le funzioni di connessione ecologica del corso d’acqua in relazione alla sua piana alluvionale. 9 Riqualificare e valorizzare l’invaso artificiale del lago del Liscia: ¾ individuando elementi di valorizzazione che lo trasformino in un elemento attrattore con il ruolo di convogliare / spostare il flusso turistico dalle zone costiere a quelle interne. ¾
creando strutture turistico‐ricettive e attività che permettano anche un uso sostenibile della risorsa acqua. Assetto insediativo 9 Promuovere la conoscenza del territorio dell'entroterra anche attraverso le fattorie didattiche ed aziende agrituristiche che permetterebbero anche di impedire un eccessivo abbandono dei territori 9 Promuovere e sostenere le attività imprenditoriali che da sempre connotano i territori dell'ambito (sughero) anche in relazione allo studio ed alla ricerca 9 Dotare il capoluogo Tempio Pausania di servizi che permettano alla popolazione residente nell'alta Gallura spostamenti minimi Aree estrattive. 9 Vigilare affinché nelle aree interessate da attività estrattive attive si realizzino interventi di recupero/rinaturalizzazione dei siti contestualmente al proseguimento delle attività e si attuino tutti i sistemi per: ¾ ridurre l’impatto visivo ¾ limitare le trasformazioni del paesaggio ¾ limitare l’impatto sulle componenti / matrici ambientali. Analogamente si intendono promuovere interventi atti a favorire il recupero/rinaturalizzazione dei siti interessati da cave inattive dismesse. Per raggiungere entrambe le finalità si favoriscono accordi / intese pubblico privato finalizzati a promuovere: ¾ accordi o progetti pilota individuando i Comuni il cui territorio è maggiormente interessato dalle problematiche legate dalla presenza di attività estrattive definendo un percorso virtuoso da applicare in altri contesti territoriali. ¾ processi di pianificazione sovra comunali tra Comuni contermini interessati da problemi analoghi. ¾ Creare piattaforme di concertazione tra amministrazioni interessate da problematiche del distretto del granito e individuare istanze da sottoporre all’attenzione regionale in vista di una revisione normativa della Legge regionale. Viabilità e mobilità. 9 Creazione di una rete provinciale di percorsi naturalistici e cicloturistici atti a promuovere utilizzi sostenibili delle risorse ambientali 9 Riqualificare e Implementare la viabilità esistente in modo da ottimizzare i collegamenti tra i centri dell’entroterra, i capoluoghi e la zona costiera al fine di migliorare l'accessibilità interprovinciale. 9 Creare una rete di trasporti pubblici locali Beni Storico Culturali 9 Promuovere la riqualificazione degli insediamenti storici attraverso la difesa dei caratteri architettonici, dei colori, dei materiali e delle tecniche costruttive 9 Verificare la perimetrazione dei siti archeologici negli strumenti urbanistici dei singoli Comuni; 9 Prevedere iniziative di valorizzazione dei beni, sia a fini culturali (rivolgendosi anche a coloro che vivono nel territorio dell’ambito) che turistici (adottando canali moderni e rapidi), valorizzandone le peculiarità, quali le dinamiche da cui hanno tratto origine, in particolare: relativamente al Neolitico, la particolarità rappresentata dalle domus de janas di Bortigiadas (culturalmente vicine alle comunità che hanno popolato l’Anglona); relativamente al periodo nuragico, l’eccezionalità rappresentata dalla quantità di beni nuragici presenti, tale da poter ipotizzare un percorso turistico limitato esclusivamente ad essi; per il Medioevo e l’età moderna, la presenza di chiese campestri. 9 Promuovere interventi finalizzati al rinvenimento, al recupero e a favorire la fruibilità dei beni, (es. migliorare la viabilità, le vie d’accesso e la cartellonistica).