Ciao Marco, amavi la fantascienza e la scienza, il

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Ciao Marco, amavi la fantascienza e la scienza, il
Ciao Marco,
amavi la fantascienza e la scienza,
il basket e gli aquiloni,
il progettare in tutte le sue declinazioni,
amavi esprimerti con l'arte materica e con i segni,
ultimi quelli che avevi appreso a fare a Taiwan, di cui andavi fiero.
Avevi una curiosità spiccata e volevi sempre apprendere qualcosa di nuovo.
Amavi la vita e le sue sfide, c’eri sempre con tutti e per tutti.
La matematica con i suoi numeri, le sue figure geometriche, la combinatoria, e altre diavolerie di cui percepivi
il valore, più per intuizione che per conoscenza, ti affascinava.
Dicevamo sempre che avremmo dovuto fare degli studi in comune, sviluppare delle esperienze insieme.
Non ce l'abbiamo fatta. Anche se ci siamo scambiati nel tempo reciprocamente tante conoscenze. Siamo stati
troppo impegnati a costruire insieme una “scuola” bella, viva, accogliente, umana, orgogliosa ma non
presuntuosa.
L'ISIA, come per tanti di noi, era per te la tua famiglia allargata. Ci passavi le giornate, sempre pronto,
generoso, disponibile. Ogni tanto esplodevi per qualche contrarietà, ma sempre come un gigante buono, che si
arrabbia perché qualcuno aveva osato mettere in discussione la capacità di farcela, di andare avanti, di riuscire.
A volte facevi qualche paternale agli studenti e venivi da me per raccontarmela e cercare sostegno. Perché lo
facevi? Soprattutto per un motivo: non sopportavi che qualcuno offendesse la propria intelligenza, esprimendo
disaffezione o poco impegno nei confronti di quello che occorreva fare. Tu che eri stato studente dell' ISIA,
sapevi bene quanto avevi appreso, quante e quali opportunità avevi acquisito, con grande sacrificio sì, ma con
grandissima soddisfazione.
Ogni tanto mi ricordavi: ma questo l'ho appreso da te, sono stato un tuo studente!
Quanta modestia e quanta riconoscenza in quelle parole.
E come ci tenevi a dichiarare di essere un ex studente ISIA.
Ecco Marco, tu eri questo: rappresentavi al meglio quello che è il grande progetto formativo e umano, che ho
trovato in questo istituto da ormai più di trent'anni e me ne ha fatto innamorare, così come ne eri innamorato
tu e lo dimostravi ogni giorno.
La tua generosità era (che fatica e che dolore dover utilizzare il passato) la cifra che ti distingueva.
Eri, per me, più che il mio braccio destro, eri colui senza il quale non avrei mai potuto realizzare i progetti che
avevo in mente per l'Istituto. Eri l'operatività fatta persona: attenta e intelligente, creativa, critica e riflessiva.
Con te abbiamo realizzato almeno due eventi straordinari: il premio delle arti per il design a Pescara, pochi anni
or sono, e il quarantennale dell'ISIA di Roma. Da eccellente progettista, sapevi sfruttare i vincoli: di bilancio, di
spazio, di materiali posseduti, per trasformarli in opportunità e avere risultati del tutto apprezzabili e
apprezzati.
In questo periodo eri preso anima e corpo da un progetto nuovo e ancora una volta straordinario, unire
occidente e oriente, Roma e Taiwan, nel varo di un percorso formativo specialistico in comune. Il
riconoscimento di un doppio diploma, valido da noi e da loro.
Un'altra bella utopia che, te lo promettiamo, cercheremo di realizzare ugualmente (anche se senza di te non
sarà la stessa cosa e forse le difficoltà saranno insormontabili). Sarà molto difficile sostituirti in questa impresa,
così come lo sarà in qualità di docente, di uomo, di amico.
Il tuo amatissimo figlio, Leonardo, che ho conosciuto fin da piccolo, e attraverso il quale mi hai fatto un altro
dei tuoi grandi doni, rendendomi partecipe e confidente nel tuo ruolo di padre, da quest'anno fa parte della
famiglia ISIA come studente. Eri orgoglioso di questa meta raggiunta e sono sicuro che Leo saprà onorare il
cognome che porta.
Non potremo dimenticarti, anche se sciaguratamente lo volessimo. Della tua presenza respirano le mura del
nostro Istituto, sono impregnate anche del tuo sudore fisico, di tante giornate impegnate allo spasimo per
concludere una ricerca, sviluppare un progetto.
Le tue battute, il tuo sorriso garbato, come quello che mostri alla fine di un discorso fatto ai tuoi, ai nostri,
studenti di Pescara, e che loro hanno voluto mettere su Facebook, quello che possiamo considerare,
purtroppo, il tuo lascito intellettuale e umano più bello, quelle battute e quel sorriso mi mancheranno e ci
mancheranno troppo.
Ora è tempo di salutarti carissimo Marco, amico mio e fratello mio se posso permettermi, ma lo dico con
assoluta certezza, visti anche gli attestati di sinceri affetto e dolore avuti per la tua perdita, sei e sarai sempre
nelle nostre menti e nei nostri cuori. Grazie per tutto quello che hai fatto per noi e per tutto quello che farai
con il tuo esempio.