proposta di un parco scientifico tecnologico nella ex cascina averolda

Transcript

proposta di un parco scientifico tecnologico nella ex cascina averolda
PROPOSTA DI UN PARCO SCIENTIFICO
TECNOLOGICO NELLA EX CASCINA AVEROLDA
A.G. ® 2007
1.1 Cosè un parco scientifico tecnologico
Nel campo dell'innovazione l'azione dei Parchi Scientifici e Tecnologici stimola lo sviluppo di
relazioni originali tra università e imprese.
Un Parco Scientifico e Tecnologico è una di quelle iniziative che solo fino a pochi decenni fa non
esistevano nel panorama dell'organizzazione del lavoro. Infatti nel 1978, sulla scia di altre
esperienze sviluppate dagli anglosassoni, lo Stato italiano decise di localizzare a Trieste, città dotata
di alte istituzioni scientifiche, il primo Parco Tecnologico, l'Area di Ricerca.
Ma che cosa è in concreto un PST ?
"Un Tecnopolio o un Parco Tecnologico per definizione è un'iniziativa assicurata dalla
collaborazione tra Organizzazioni di Ricerca e Sviluppo Tecnologico, da una parte e il mondo della
produzione e dell'Impresa, dall'altra, con l'appoggio dei poteri pubblici, generalmente locali, allo
scopo di accrescere la competitività dei territori e delle imprese coinvolte".
Relazioni tra competizione e cooperazione, operanti da università imprenditoriali, nelle
organizzazioni multilaterali di cooperazione tra accademia e industria e negli ecosistemi aziendali,
comunità di imprese che in un clima di cooperazione reciproca sviluppano insieme le loro capacità
attorno ad una nuova innovazione.
Gli "agenti" di questa azione di innovazione tecnologica, i principali promotori e gestori, veri e
propri anelli di congiunzione fondamentali per il PST, sono gli enti pubblici: le Regioni, i Comuni,
le Camere di Commercio e le Università.
Un "ecosistema territoriale" di innovazione affonda le sue radici nel terreno dei comportamenti,
delle istituzioni e delle politiche a livello microeconomico.Questi quadri istituzionali per il
giapponese Masahico Aoki, riprendendo il pensiero del Weitzman, "sono capaci di dare gli incentivi
per indurre le imprese a prendere migliori decisioni rispetto alla produzione all' occupazione e alle
strategie di prezzo".
Oggi il disegno evolutivo dell'Unione Europea, è arrivato a stabilire l'importanza dei PST che
servono come struttura di riferimento agli Ecosistemi territoriali per tradurre in "produzione" i
propri risultati. Questo progetto dell'Unione è maturato nel corso del Novecento : il territorio
Europeo è disseminato di circa 180 PST.
I PST sono particolari ambienti di innovazione e per l'innovazione che si prefiggono di contribuire
allo sviluppo dei processi innovativi territoriali ; in parole povere i PST generano progetti
imprenditoriali per innovare industrie, prodotti e mercati.
In questa azione, una corsa all'innovazione , che coinvolge imprese sottoposte a forti pressioni
innovative, vengono mosse le principali variabili : creatività, lungimiranza, tempismo e metodicità.
Infatti attraverso nuove conoscenze e le conseguenti applicazioni si creano nuovi prodotti che
spazzano via quelli obsoleti.
Questo porta a rivoluzionare tecniche di produzione, che rivitalizzano e creano mercati nuovi
proprio per accettare questa rivoluzione tecnologica. Quindi la selezione naturale sceglierà le
imprese che con tempismo e metodicità avranno preso al volo il "momento tecnologico".
A.G. ® 2007
1.2 Parchi scientifici tecnologici nel mondo
Nati negli Stati Uniti durante gli anni Sessanta, spesso legati alle esigenze di ricerca del settore
militare, i Parchi della ricerca assumono negli anni Ottanta particolare importanza nelle politiche
nazionali e locali in Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone, Australia e Italia. Tutto parte da
una località statunitense, Santa Clara County, in California, che è diventata, per un’estensione di 25
miglia in lunghezza e 10 miglia in larghezza, Silicon Valley: la terra del silicio, dei semiconduttori,
dei satelliti, delle più grandi imprese statunitensi dell’alta tecnologia. Un milione e 300 mila
persone vi si sono trasferite negli anni e lavorano nei complessi di Intel, Hewlett Packard, Apple,
Yahoo, Alta Vista, Oracle, solo per citarne alcuni tra i più noti. L’idea che è stata sviluppata con
successo è quella di concepire una concentrazione di imprese, di cervelli, di laboratori che agiscono
ed interagiscono su un territorio definito, scambiandosi le informazioni e quindi moltiplicando i
risultati che possono essere raggiunti. Il modello Silicon è stato copiato in quasi tutti i Paesi
sviluppati del mondo, con connotati diversi a seconda delle situazioni. Negli stessi Usa, ad esempio,
la MetroTech di Brooklin, che è gestita dal triestino Giorgio Bugliarello e impiega circa 20.000
addetti, si caratterizza più come Parco urbano della conoscenza che come comprensorio industriale
avanzato. In origine si trattava di contenitori, la parola parco etimologicamente significa recinto,
destinati ad accogliere principalmente attività di ricerca in situazioni strutturali ed infrastrutturali
simili ai campus universitari. L'idea, che ha guidato le loro prime realizzazioni, è che la ricerca,
unendo sotto lo stesso tetto istituzioni e privati, sia favorita dalla tranquillità, dall'immediata
circolazione delle idee e dalla sinergia dei servizi comuni.Con il passare del tempo il concetto si è
modificato, esaltando sempre più il concetto immateriale di parco inteso non più come contenitore
ma come collegamento e coordinamento della ricerca; non più come concentrazione di sedi di
grandi industrie ma come vivaio per la nascita anche di piccole e medie imprese, che tramite il
parco possono trovare nuovi spazi di mercato. Esaminando i principali Parchi Scientifici e
Tecnologici fuori dall'Italia, si può rilevare che i più antichi sono nati come cittadelle della scienza
con tipologie insediative in genere di nuova costruzione in ambito extra-urbano - per esempio lo
Standford Research Park negli Stati Uniti - mentre quelli più recenti si sono orientati verso il
parziale riuso di strutture esistenti e distribuite per poli, se non addirittura verso insediamenti urbani
con totale riuso. Il legame con le Università è sempre presente e talora è l'università stessa ad
assumere il ruolo propulsivo nella costituzione di un parco, affiancando la loro attività ad
organizzazioni intermedie tra atenei e industria, oltre a società finanziarie che forniscono capitali di
rischio per la nascita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Con l’apporto di ingenti capitali
destinati alla ricerca sono stati istituiti Parchi della Scienza nei Paesi avanzati dell’Oriente, a
Singapore, in Malesia, a Taiwan, in Cina. Consistente è stato lo sviluppo dei Parchi Tecnologici in
Russia, in Germania, in Inghilterra, in Francia. Vicino a noi, sulla Costa Azzurra, è nato uno dei
Parchi che più corrispondono alla concezione americana, Sophia Antipolis.
A.G. ® 2007
1.3 L'esperienza italiana
In Italia il movimento dei Parchi si sviluppa con molto ritardo rispetto al resto dell’Europa
occidentale, con poche eccezioni come l’esempio pilota di Trieste. E ciò essenzialmente per due
ragioni: l’esiguità dei capitali investiti e la renitenza del mondo universitario a collaborare nella
ricerca finalizzata allo sviluppo industriale. I Parchi europei risalgono per lo più agli anni Settanta e
Ottanta, quelli italiani, fatte pochissime eccezioni, agli anni Novanta. Oggi si possono contare più di
una trentina di iniziative di parchi e si possono riassumere in tre tipi:
a. concentrazioni territoriali dell’attività di ricerca, costituite essenzialmente dalle aree di ricerca del
Cnr e dai consorzi Iri – Cnr, dove l’attività prevalente è quella della ricerca, mentre attività
secondaria è quella del trasferimento tecnologico;
b. aree industriali a forte caratterizzazione tecnologica settoriale, in cui l’idea del parco è indotta
dalla presenza di un sistema industriale omogeneo, che fornisce servizi avanzati di consulenza,
trasferimento tecnologico nonché formazione;
c. iniziative molto vicine ai parchi scientifici e agli incubatori di aziende innovative, cioè si tratta o
di parchi costituiti ex novo, come l'Area di Ricerca di Trieste o Tecnopolis di Bari, o di iniziative di
ristrutturazione di aree industriali in crisi, attraverso l’impianto di imprese innovative di riutilizzo di
contenitori immobiliari in aree di antica tradizione industriale con l’impianto di attività di ricerca o
di produzione ad elevato contenuto tecnologico (Lingotto a Torino, Bicocca - Pirelli a Milano).
In Italia, tuttavia, si assiste alla mancanza di una cultura della ricerca, che è insufficiente anche a
livello della politica e della pubblica amministrazione. Questo determina finanziamenti a
singhiozzo, decisi anno per anno in base all’andamento economico ed ha portato di conseguenza
alla parziale realizzazione di alcune iniziative che sono ancora sulla carta. Solo nel 1990, il
Governo ha inserito i parchi scientifici, con priorità nel Mezzogiorno, tra gli obiettivi principali
della politica della ricerca. Secondo le più recenti linee di politica economica ed industriale
dell'Unione Europea, i soldi pubblici dovrebbero essere destinati in modo prioritario a progetti
organici per la ricerca volta all'innovazione tecnologica e produttiva, per la nascita e il
consolidamento del tessuto della piccola e media industria e, ancora, per la formazione delle risorse
umane, la riconversione industriale, lo sviluppo di vocazioni e specificità territoriali.
Tuttavia, analizzando due parchi milanesi come Tecnocity-Pirelli Bicocca e Psta-Falk Sesto San
Giovanni, essi sembrano di fatto in concorrenza sul piano immobiliare. Territori quasi limitrofi: 740
mila metri quadrati alla Bicocca, in parte già costruiti e in parte sul punto di esserlo, un affare da
duemila miliardi gestito dalla Milano centrale servizi immobiliari (100% Pirelli & C.), il primo; tre
milioni di metri quadrati di aree dismesse, un quarto della superficie comunale di Sesto, di Proprietà
Falk, Marelli e Breda, promossi e gestiti in una fase embrionale da Psta spa, il secondo. Mal servito
dai collegamenti ma già in fase avanzata e sede universitaria il primo; con grandi doti
infrastrutturali ma privo di collegamenti con l'università e istituzioni di ricerca il secondo. "Tanto
Sesto quanto Bicocca - dice Mario Marinazzo, presidente dell'Associazione parchi scientifici e
tecnologici - hanno caratteristiche segnatamente immobiliari e non di parchi organizzatori di
innovazione territoriale. L'esperienza ci dice che la mortalità dei parchi si aggira intorno al 50 per
cento.
A.G. ® 2007
Quando non esiste l'ipotesi di un sostegno finanziario da parte di un ente centrale è il mercato che
decide, che fa fortuna dei parchi come di qualunque altra impresa o organizzazione che vi si
presenti offrendo servizi".Un esempio ne è il parco di Bologna Poster che aveva sede nell'ex
Fornace Galotti: partito dagli statuti e dai consigli di amministrazione, bruciato il capitale sociale in
consulenze a docenti universitari che hanno elaborato progetti di innovazione, non ha poi trovato
attività conseguenti, né ulteriori finanziamenti regionali per sopravvivere.
Secondo l'Assolombarda invece non è previsto nessuno spreco: "un'indagine fra i nostri associati
rivela che il contatto tra piccole e medie industrie e Università che fanno ricerca è bassissimo e
quasi sconosciute le aree tematiche su cui sono disponibili studi. La sfida dei parchi scientifici e
tecnologici è valorizzare e razionalizzare le risorse imprenditoriali e di ricerca esistenti, senza creare
sovrastrutture". Il Biopolo, progetto milanese, è inteso infatti in questo senso, esso cioè vanta un
budget iniziale di 350 milioni: "Nel primo anno - dice Pier Giuseppe Torrani, vicepresidente
dell'Aim, Associazione interessi metropolitani - la società di gestione si occuperà di costituire una
rete di "beneficenza locale" che lo alimenti, di canalizzare le ricerca universitaria sul Biopolo al fine
di utilizzarne direttamente le risorse umane e di coordinare i possibili finanziamenti comunitari e
nazionali di ricerca; il Biopolo partirà con strutture provvisorie utilizzando i laboratori di imprese e
università, poi forse si trasferirà a Tecnocity."
Tra gli ingredienti di successo di un parco scientifico e tecnologico abbiamo tralasciato il ruolo
propulsivo che devono avere gli enti locali, lo stretto legame tra università e ricerca e il
trasferimento delle conoscenze per l'innovazione tecnologica. Ma non possiamo trascurare due nodi
fondamentali. Il primo è l'informazione: se un parco nasce per sviluppare il tessuto produttivo
medio - piccolo è necessario che il messaggio giunga a tutta l'imprenditoria potenziale: il direttore
di Tecnopolis afferma che è stata fatta un'intensa attività di promozione con interventi che hanno
dimostrato i risultati che si potevano ottenere dalle proprie attività utilizzando tecnologie
innovative. Una ventina di aziende sono nate da zero e quasi altrettante hanno potuto diversificare i
loro prodotti e servizi grazie all'inserimento in Tecnopolis. Il secondo nodo riguarda la questione
dei capitali a rischio: se un parco ha successo nel creare nuove imprese piccole e medie, come
faranno quelle che si ritengono vincenti ad accedere ai capitali necessari al loro sviluppo? Su questo
tema hanno stipulato un accordo Apsti, che associa 15 parchi scientifici e tecnologici e Aifi,
l'Associazione italiana finanziarie di investimento, che raccoglie merchant bank e fondi chiusi,
anche esteri.
A.G. ® 2007
1.4 Perché Travagliato
La città di Travagliato conta ad oggi 13.000 abitanti ha un territorio che si estende per 17 Km² .
Grazie ad una congiuntura positiva di infrastrutture, a partire dal 2010, si dovrebbe trovare
ottimamente collegata con il capoluogo lombardo grazie alla costruenda BreBeMi, all’aereoportoHub di Montichiari, porta per l’export, per mezzo della variante autostradale SP 19 (corda molle) e
aperto ai traffici da Lisbona a Kiev trovandosi nel bel mezzo del corridoio 5. Il tessuto economicoproduttivo è fatto di piccole medie imprese specializzate in lavorazioni meccaniche, produzioni
industriali e nei servizi. Le prime avvisaglie di crisi si erano già presentate a metà degli anni
novanta soprattutto nel comparto tessile, l’invasione dei mercati da parte di merci e filati a basso
costo provenienti dai paesi dell’est, aveva trovato impreparata l’imprenditoria locale, incapace ad
innovarsi ed a rearige. All’epoca la parola d’ordine era conversione, che non faceva nient’ altro che
allungare l’agonia di aziende dal destino segnato. Dieci anni dopo ci troviamo difronte al medesimo
pericolo; questa volta non investe un singolo comparto, ma rischia di travolgere ogni settore
produttivo e con esso il florido indotto che per anni ha sostenuto l’economia locale, fortunatamente
la ricetta per arginare questo rischio esiste, è valida e provata e si chiama innovazione. Diventa
quindi prioritaria la creazione dei parchi scientifici tecnologici come incubatori e sostenitori
dell’innovazione. I PST sono particolari ambienti di innovazione e per l'innovazione che si
prefiggono di contribuire allo sviluppo dei processi innovativi territoriali ; in parole povere i PST
generano progetti imprenditoriali per innovare industrie, prodotti e mercati.
In questa azione, una corsa all'innovazione , che coinvolge imprese sottoposte a forti pressioni
innovative, vengono mosse le principali variabili : creatività, lungimiranza, tempismo e metodicità.
Infatti attraverso nuove conoscenze e le conseguenti applicazioni si creano nuovi prodotti che
spazzano via quelli obsoleti.
Questo porta a rivoluzionare tecniche di produzione, che rivitalizzano e creano mercati nuovi
disposti ad accettare i prodotti offerti dalla rivoluzione tecnologica. Quindi la selezione naturale
scieglierà le imprese che con tempismo e metodicità avranno preso al volo il "momento
tecnologico".
Le Università ed i centri di ricerche, che rappresentano un sistema della ricerca ripetutamente
richiamato all’attenzione delle imprese per il suo potenziale innovativo in termini di capacità di
fornire servizi, occupano purtroppo ancora l’ultima posizione in termini di importanza nella scala
delle fonti imprenditoriali di innovazione. Non solo le imprese ignorano il possibile rapporto con il
sistema della ricerca pubblica, ma addirittura il ricorso alla consultazione di pubblicazioni
scientifiche risulta molto basso (al quinto posto) e relativamente insignificante rispetto agli altri
canali. I servizi innovativi che le imprese potrebbero trovare all’interno del parco sono: Telematica
Informatica, Laboratori altamente specializzati ed attrezzati, Consulenze specializzate di livello
universitario, Banche dati, informazioni, documentazioni, biblioteche tecniche, Certificazioni e
prove, assistenza ai brevetti, Normative, servizi di logistica ed interpretariato.
A.G. ® 2007
1.5 Perché la cascina Averolda
La cascina Averolda è proprietà del comune di Travagliato, esempio di cascina lombarda, di
rilevante valore storico architettonico, si estende su di un area totale di m² 12200, il corpo
edificato consta di una palazzina residenziale su due piani e di una cascina colonica con aia
centrale. La cascina ha un piano terra di m² 1630, un portico di 790, un primo piano di 1550 ed un
secondo di 440 per un totale di 4410 m² (dati Comune di Travagliato) .
La Palazzina
Il complesso si trova in posizione baricentrica rispetto alle zone industriali dei comuni di
Travagliato, Castegnato, Roncadelle, Torbole-Casaglia e Ospitaletto ed al centro della zona
artigianale-industriale “Averolda” di Travagliato. La felice ubicazione geografica rende il corpo di
fabbrica ideale per la creazione di un parco scientifico tecnologico a supporto delle attività
industriali ed artigianali che gravitano nella zona.
A.G. ® 2007
La localizzazione
La forza concorrenza di imprese a basso valore aggiunto (est europeo, Cina) obbligano l’industria e
l’artigianato moderno ad evoluzioni continue, a sviluppi di nuovi processi industriali e di
produzione alla possibilità di analisi e verifiche che spesso richiedono impegni di capitali e menti
pensanti che la piccola impresa artigiana da sola non può permettersi. Da qui l’idea di in PST o
meglio di un incubatore di idee dove concentrare le attività intellettive e di ricerca. Nella palazzina
potrebbero trovare posto gli uffici del PST con la presenza di consulenti nel campo dell’economia,
un ufficio interpretariato (Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo e Cinese), la consulenza legale, gli
uffici di riferimento delle università e degli enti di ricerca, delle associazioni di industriali ed
artigiani, un ufficio di supporto per i brevetti, una biblioteca tecnico scientifica. Nella cascina
troverebbero posto i laboratori di ricerca multidisciplinari: un laboratorio di meccanica dotato di
microscopio elettronico e delle principali apparecchiature per le prove sui metalli e sulla tenuta
meccanica, un laboratorio di elettronica per lo sviluppo e l’ingegnerizzazione di prototipi, un
laboratorio di informatica per lo sviluppo software con annessa sala server appropriatamente
dimensionata per l’affitto di spazio di hosting e hausing alle aziende dell’area. Non dovrebbero
mancare gli spazi dedicati ai servizi quali una mensa da dare in appalto per i dipendenti che
gravitano attorno alla zona industriale, gli uffici dei corrieri, data l’importanza che riveste oggi la
logistica nella moderna industria ed infine i servizi per i dipendenti del Parco e della zona
industriale come l’asilo, il nido, l’ambulatorio medico per le visite di medicina del lavoro, le sedi
dei Caaf dei sindacati.
A.G. ® 2007
Un aula magna per congressi o eventi formativi e la presenza di un distaccamento di “scuola
bottega” per formare manodopera altamente qualificata. Dovrebbero essere poi ricavati cinque o più
spazi di uguali dimensioni composti da un piccolo ufficio ed uno spazio laboratorio da dedicare al
vero e proprio incubatore di idee. Annualmente si potrebbe indire un concorso per i cinque migliori
progetti industriali in collaborazione con l’università, ai vincitori affittare in comodato gli spazi per
sostenere l’idea industriale nella fase di start-up, sia con gli spazi adeguati che con i servizi che il
parco offrirebbe.
La cascina
Le StartUp una volta avviate e con un solido piano industriale che permetta di stare in piedi da sole
potrebbero trovare spazi nella zona industriale Averolda liberando spazio per le nuove StartUp.
Così facendo si verrebbe a creare un circolo virtuoso perché le sole StarUp di pregio si
dimostreranno in grado di reggersi da sole e sopravvivere al mercato una volta superata la fase
embrionale in cui sono state sostenute dal PST.
1.6 La sostenibilità economica
La ristrutturazione della cascina e la creazione dei laboratori potrebbe trovare finanziamento dai
fondi che ogni anno l’ FSE (Fondo sociale europeo) mette a disposizione, dalla provincia di
Brescia, dal Miur (Ministero dell’università e ricerca), dall’ ABI (Associazione Bresciana
Industriali), la Camera di commercio e dalle varie associazioni artigiane presenti sul territorio. Una
volta avviata il progetto si autososterrebbe, per prima cosa i proventi degli affitti dei locali dedicati
alla mensa (da appaltare esternamente), alla logistica (corrieri) e poi tramite il pagamento dei servizi
erogati: interpretariato, consulenze legali/tributarie, affitto a ore dei laboratori ad alta
specializzazione e delle loro apparecchiature. Nel capitale del parco sarebbero sicuramente
interessate ad entrare fondazioni bancarie, merchant bank e fondi chiusi, anche esteri. Le imprese
insediate e che si insiederanno nella zona industriale potrebbero diventare azionisti del PST in modo
da goderne dei servizi. Ma la maggior ricaduta sarebbe quella sull’economia locale, i PST generano
progetti imprenditoriali per innovare industrie, i prodotti ed i mercati, tutto questo genera lavoro e
ricchezza sul territorio che lo ospita. Il PST è un entità dinamica che precorre le richieste del
mercato senza rincorrerle. In scelte di questo tipo va sempre tenuto presente che è il mercato a
deciderne il successo o l’insuccesso, che fa la fortuna dei parchi come di qualunque altra impresa o
organizzazione che vi si presenti offrendo servizi. La Cascina Averolda potrebbe diventare così uno
dei primi esempi di PST di successo a carattere sovracomunale, punto di riferimento per
l’innovazione della provincia di Brescia, nodo di una rete di Parchi scientifici tecnologici che
stanno nascendo in Lombardia, in Italia nel mondo.
A.G. ® 2007