VERDI LA TRAVIATA

Transcript

VERDI LA TRAVIATA
Teatro Grande
comunicato stampa
mercoledì 14 dicembre 2016
VERDI
LA TRAVIATA
Dopo il debutto al Teatro Valli di Reggio Emilia all’inizio di novembre e il fortunato tour per i Teatri di
Opera Lombardia, La Traviata, opera in tre atti di Francesco Maria Piave e musica di Giuseppe Verdi,
approda, dopo sei anni di assenza, al Teatro Grande venerdì 16 e domenica 18 dicembre,
rispettivamente alle ore 20.30 e 15.30. Una coproduzione Fondazione I Teatri di Reggio Emilia,
Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro Sociale di Como/Aslico, Fondazione Teatro Grande di
Brescia, Fondazione Teatro Ponchielli di Cremona, Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo e
Fondazione Teatro Fraschini di Pavia, l'opera vede l’affermata regista cinematografica Alice Rohrwacher
al suo debutto nella regia d’opera.
Il nuovo allestimento pensato dalla regista ricrea l’ambientazione di un set cinematografico, un set
astratto però, in cui Violetta è unica protagonista e star. “Lei è l'unica che abita un altro tempo, quello
dell'Ottocento, mentre coro, solisti e lo stesso Alfredo sono i lavoratori del set” – spiega la Rohrwacher –
“Violetta emerge sola con tutti o sola contro tutti, creatura che tutti celebrano e che tutti usano.”
Nei ruoli principali le virtuose voci di Mihaela Marcu e Claudia Pavone porteranno in scena Violetta,
Antonio Gandia e Ivan Ayon Rivas vestiranno i panni di Alfredo Germont, Daniela Innamorati sarà Flora
mentre Annina sarà rappresentata da Alessandra Contaldo. Completano il cast Marcello Rosiello nei
panni di Giorgio Germont, Giuseppe Distefano in Gastone, Davide Fersini sarà Il Barone Douphol,
Matteo Mollica il Marchese D’Obigny, Shi Zong il Dottor Grenvil.
Ad accompagnare gli artisti il Coro Opera Lombardia, diretto dal Maestro Diego Maccagnola. La
direzione sarà affidata al giovane Francesco Lanzillotta, già direttore principale della Filarmonica Arturo
Toscanini, mentre le scene saranno di Federica Parolini, o costumi di Vera Pierantoni Giua, le luci di
Roberto Tarasco e i movimenti coreografici di Valentina Marini.
Tutti i costumi indossati da Violetta e un costume indossato da Flora sono stati creati in esclusiva da Miu
Miu.
-----------------------FONDAZIONE DEL
TEATRO GRANDE
DI BRESCIA
teatrogrande.it
SOVRINTENDENTE E
DIRETTORE ARTISTICO
Umberto Angelini
UFFICIO STAMPA
Federica Tosarello
Tel. 030 2979342 – 335 8707137
[email protected]
Note musicali di Francesco Lanzillotta
Un amore distruttivo
Amore, passione, violenza, orgoglio, ipocrisia, fedeltà, sono solo alcuni aspetti che pervadono La
Traviata. La condanna senza appello verso una società borghese, falsa e superficiale; pensate alla frase
di Giorgio Germont “di sprezzo degno se stesso rende chi pur nell'ira la donna offende”. Incredibile che
sia proprio lui a dirla, incredibile che lui non si renda conto di aver fatto la stessa cosa con Violetta.
Perché l'offesa può essere esplicita, come quella di Alfredo, ma può essere molto più violenta e
lacerante se viene perpetrata in maniera subdola, con quella finta eleganza borghese, quel mondo
effimero da cui Violetta fugge.
L'amore come sentimento portante, l'amore per la donna, per l'uomo, per il figlio, l'amore sotto tanti
punti di vista è però la forza che anima e distrugge La Traviata.
Un manifesto gigantesco di musica italiana, raffinatissimo, elegante ma anche rabbioso e trascinante. La
Traviata è il nostro DNA, ci identifichiamo in questa musica perché siamo nati con lei, fa parte del nostro
sangue, per sempre.
Note di regia di Alice Rohrwacher
L’impossibile altrove
Abbiamo studiato a fondo la figura di Violetta: a partire da quella di Alphonsine Duplessis, realmente
esistita, morta giovanissima, una ‘meteora’ che ispirò la Marguerite Gautier protagonista de La signora
delle camelie, romanzo scritto da Alexandre Dumas figlio, che ne realizzò anche un dramma teatrale.
Giuseppe Verdi vi assistette durante il suo soggiorno a Parigi e decise che quello sarebbe stato il
soggetto dell’opera che avrebbe debuttato alla Fenice di Venezia. Lo decise perché quel giorno sul palco
del teatro non vide una storia avventurosa che lo trasportava altrove, ma vide una storia che lo
riportava alla sua vera vita, alla relazione con la cantante Giuseppina Strepponi di cui tutti nella
provincia mormoravano, alla lotta tra la vita, con i suoi desideri, e il destino, con le sue leggi, naturali e
sociali. Traviata, quindi, non è un viaggio verso un altrove, ma un viaggio verso dentro, verso il vicino,
l’aderente, il personale.
Anche noi quindi andando a ritroso in queste storie, abbiamo ricostruito la vita vera di una giovane,
Alphonsine, con un’esistenza piena di disavventure, che dalla campagna finisce a Parigi ed il cui talento
nello scegliere come presentarsi, come essere, è talmente evidente che in due anni diventa la
mantenuta più ricercata di Parigi. Addirittura scrive Dickens nel suo soggiorno a Parigi: “Da diversi giorni
i quotidiani hanno lasciato perdere tutte le questioni politiche, artistiche ed economiche. Ogni cosa
impallidisce al cospetto di un incidente assai più importante: la morte romantica di una gloria del demimonde, la bella e famosa Marie Duplessis” (Parigi, 1847).
Dalla vita vera al romanzo, al dramma teatrale, all’opera abbiamo compiuto questa strada a ritroso:
abbiamo cercato di mantenere l’immagine di una giovane, che costruisce un suo mondo, e quando cerca
di lasciarlo per un vero amore, per Alfredo, non se ne va verso un altrove, ma sradica quello che aveva
costruito, prova a tornare indietro. Ma si può? Soprattutto, è in grado Alfredo di sostenerla in questo
delicato momento?
Abbiamo lavorato su un paesaggio dell’anima, con riferimenti concreti ma al tempo stesso posizionati in
un luogo irreale. Abbiamo creato uno spazio scenico dove non vi è possibilità di andarsene, lo spazio del
“popoloso deserto che appellano Parigi”, una valle in cui si sta girando un film e Violetta è la protagonista,
la star. È lei l’unica che abita un altro tempo, il suo, quello dell’Ottocento, mentre coro e solisti sono i
lavoratori del set. Sono in camice (il camice è dei dottori, ma è anche, fino alla seconda metà del
Novecento, un attributo di chi lavora in teatro o al cinema). Anche Alfredo è parte di questi lavoratori e
Violetta è sola con tutti o sola contro tutti, creatura che tutti celebrano e che tutti usano. Quindi sono
partita da uno spazio – il set cinematografico – che conosco bene, ma è una sorta di set astratto, il set
dell’anima appunto, dove Violetta ha costruito il proprio mondo.
E l’incontro con Alfredo fa sì che ella rinunci a quel che ha costruito. La mia Violetta non va altrove, ma fa a
meno: torna in campagna, alle origini. Ma il suo passato non si può eliminare, incombe su di lei e infatti le
ricadrà addosso. Così come quando sradichi una pianta, poi non puoi più rimetterla nel buco che prima
occupava, per Violetta non c’è più modo di rimettere le cose come erano prima. Di fatto, abbiamo cercato
di raccontare la storia di una bambina, diventata famosa, che cerca di tornare indietro, ma in questo
modo sradica quello che aveva costruito e, come un albero, si secca, viene abbandonata.
Alfredo è un giovane che viene portato in questo set e a differenza di altri, che sanno adorare Violetta, non
ne è capace: è goffo, cresciuto all’ombra del padre, una figura che può ispirare tenerezza con quel suo
essere impacciato di fronte a una situazione in cui tutti sanno cosa fare, meno lui. È un ruolo chiave,
perché è colui che provocherà lo sradicamento di Violetta. Verdi, in quest’opera, colloca la felicità dei due
amanti fuori campo. Non li vediamo mai felici insieme nella vita quotidiana. Le famose «tre lune d’amore»
di cui ci parla Alfredo restano negate al nostro sguardo. Si innamorano e subito cominciano i problemi. Da
una parte Violetta, dall’altra Alfredo che, una volta abbandonato, entra nel suo incubo, popolato da tutto
ciò che egli si immagina che Violetta possa fare mentre lui non c’è. Alfredo non ce la fa ad amare Violetta
e, pian piano, si trasforma nell’ancor più odiosa figura del padre, nonostante i suoi tentativi di liberarsi da
quest’ombra.
Per quanto riguarda l’allestimento, la scena ha vari strati. All’inizio è un luogo e pian piano si spoglia e si
trasforma in un altro, fino ad arrivare alla morte di Violetta. Il primo strato è quello che più cerca di
imitare la realtà, e poi diventerà un luogo sempre più simile all’anima di Violetta.
Traviata è un’opera il cui racconto, rispetto ad altre opere, decide di essere semplice, umano e che
scandaglia l’animo di un personaggio, più che raccontare un’avventura: ed è questo ciò che lo rende non
contemporaneo, ma fuori del tempo. Pertanto, per me non è possibile ambientare Traviata in un’epoca
storica altra: mi pare che questa vicenda possa o venire ambientata letteralmente nell’epoca a cui
appartiene o è una vicenda che va al di là delle epoche. Anche il set cinematografico è una sorta di
astrazione, non a caso i lavoratori indossano camici, copiati dalla realtà: quando gli operatori li
indossavano sopra i propri abiti. L’unica che vive a modo suo e nel suo mondo è Violetta, con il suo
costume ottocentesco, di cui, pian piano, si libererà.
Vi saranno nel primo atto alcune proiezioni, che riproducono le scene che si girano sul set: mentre
quelle successive saranno più intime e familiari, come se la mamma di Violetta, da piccola, le avesse
girato un filmato.
L’immagine scelta per rappresentare l’opera evoca le mani di una bambina che sta facendo m’ama non
m’ama con una margherita. Il gesto che ha reso famosa Violetta e ci ha permesso di dire che lei è sì
Violetta ma è anche una bellissima bambina – come la ha definita Lella Costa – che fa i gesti di una
bambina. Si trova però a dovere vivere in una società così crudele, dove lei oscilla tra gioco e violenza. E
solo una bambina è capace di tali estremi. E in un momento dell’opera riusciremo a vedere attraverso di
lei anche quella bambina che è stata.
FRANCESCO LANZILLOTTA Direttore
Considerato uno dei più promettenti direttori nel panorama musicale italiano, a partire dalla stagione
2014/15 è il nuovo direttore principale della Filarmonica Toscanini di Parma. Nato a Roma, è
regolarmente ospite di importanti compagini orchestrali, fra le quali: Orchestra Nazionale della RAI di
Torino, OSI Orchestra della Svizzera Italiana, Orchestra Haydn di Bolzano, I Pomeriggi Musicali di Milano,
Filarmonica Toscanini di Parma, ORT Orchestra Regionale Toscana, Orchestra del Teatro San Carlo di
Napoli, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra del Teatro Regio di Torino, Russian
National Orchestra di Mosca, Sofia Philharmonic Orchestra e Canadian Opera Company Orchestra. Dal
2010 è direttore principale ospite del Teatro dell’Opera di Varna in Bulgaria. Ha diretto inoltre numerose
produzioni in alcuni fra i maggiori teatri italiani, fra i quali La Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Verdi
di Trieste, Filarmonico di Verona, Massimo di Palermo, Lirico di Cagliari, Macerata Opera Festival,
nonché all’estero presso l’Opéra de Nancy e l’Opera di Mahon. Fra i suoi ultimi successi annovera La voix
humaine e la prima italiana de Il medico dei pazzi di Battistelli al Teatro La Fenice di Venezia, la nuova
opera Corpi eretici di Montalbetti presso il Teatro Valli di Reggio Emilia, Roberto Devereux al Teatro
Carlo Felice di Genova e con la Russian National Orchestra di Mosca, The Witches of Venice di Glass al
Teatro Massimo di Palermo, Nabucco all’Opera di Mahon e Madama Butterfly al Teatro Regio di Torino.
ALICE ROHRWACHER Regia
Nata a Fiesole nel 1981, studia fra Torino e Lisbona, occupandosi di letteratura, musica e teatro.
Esordisce come regista cinematografica nel 2011 con il film Corpo celeste, presentato alla 64a edizione
del festival di Cannes. Nel 2014 realizza il film Le meraviglie, presentato alla 67a edizione del festival di
Cannes e che vince il Gran Premio della Giuria. Attualmente lavora al suo terzo lungometraggio.
DANILO RUBECA Aiuto regia
È regista e coreografo cosentino. Conseguito il diploma in danza classica nel 1993, nel 1999 ottiene il
diploma di danzatore contemporaneo sotto la guida di Roberto Castello. Dal 1998 al 2011 ha collaborato
come mimo e danzatore con diversi teatri e festival italiani (Scala di Milano, Maggio Musicale Fiorentino,
Regio di Torino, ROF, Opera di Roma, Fenice di Venezia), con registi quali Zhāng Yìmóu, Keita Asari,
Ermanno Olmi, Luca Ronconi, Stefano Poda, Robert Carsen, Robert Lepage, Graham Vick, Liliana Cavani.
Ha fatto parte di diverse compagnie di teatro-danza, fra cui l’Aldes di Roberto Castello e l’ensemble di
Micha Van Hoecke, con cui ha collaborato dal 2001 al 2006. Dal 2006 è aiuto regista e coreografo della
regista Elena Barbalich in diverse produzioni liriche: Macbeth (Salerno 2006, Lisbona 2007 e 2015, La
Coruña 2009, Valladolid 2010), Les mamelles de Tirésias/La damoiselle élue (Sassari 2007), Tosca (Bari
2009, OperaLombardia 2012), Il cappello di paglia di Firenze (OperaLombardia 2011, Bari 2014), Le nozze
di Figaro (Torino 2015), Juditha triumphans (Venezia 2015). Ha collaborato con il regista Arnaud Bernard
per la ripresa de L’elisir d’amore (Trento 2013) e per le coreografie de La Traviata (Korean National
Opera 2014). Nel 2014 debutta come regista ne Il barbiere di Siviglia per il progetto AsLiCo Pocket
opera, produzione che sarà riadattata per Opera domani 2017.
FEDERICA PAROLINI Scene
Nata a Vimercate nel 1981, si laurea al biennio specialistico di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di
Brera nel 2007. Debutta nel 2006 al Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano con Tana per
Candragopoli, di cui progetta e realizza scene e costumi. Nelle ultime stagioni ha firmato le scene di
Candide al Maggio Musicale Fiorentino (regia Francesco Micheli, con cui collabora dal 2006), Rigoletto
all’Opera di Roma e Les dialogues des Carmélites per il Teatro Petruzzelli di Bari (regia Leo Muscato, con
cui collabora dal 2012), I masnadieri per il Festival Verdi di Parma, La Bohème per il Macerata Opera
Festival, Orlando di Händel per il Theater an der Wien (regia di Stefania Panighini). Progetta inoltre le
scene di Fidelio off, spettacolo coprodotto dai teatri di Reggio Emilia, Bologna, Modena e Ferrara, e
Silvano/Sylvano di Bussotti per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Per il Teatro Massimo di Palermo
progetta la scenografia di Alice nel paese delle meraviglie, occupandosi dell’ideazione e del
coordinamento delle attività laboratoriali per le scuole coinvolte. Come scenografa e costumista cura
Bianco, Rosso, Verdi per il Teatro Massimo di Palermo nel 2009 (Premio Abbiati come miglior iniziativa)
e Li puntigli delle donne di Spontini per il Festival Pergolesi Spontini. Per la Biennale Musica 2010 di
Venezia progetta l’installazione dello spettacolo Don Giovanni e l’uom di sasso. Nel marzo 2016 firma le
scene per Un ballo in maschera all’Opera di Malmö.
VERA PIERANTONI GIUA Costumi
Nasce a Rapallo nel 1984. Dopo i primi studi a Genova, si trasferisce a Milano, dove frequenta
l’Accademia di Belle Arti di Brera, specializzandosi nel 2012 in scenografia teatrale. Nel 2007, nel corso
della specializzazione, svolge uno stage durante l’allestimento dello spettacolo Sottopaga non si paga,
con regia, scene e costumi di Dario Fo, e prosegue questa esperienza per la tournée di sei mesi in diversi
teatri d’Italia. Durante il corso in Accademia, nel 2008 vince una borsa di studio per frequentare la
Scuola dell’Opera di Bologna nella sezione di costume di scena, dove ha la possibilità di studiare con
Vera Marzot e Silvia Aymonino, con la quale comincia una collaborazione come assistente. Dal 2012 vive
in Francia, dove, parallelamente al suo lavoro di costumista, porta avanti un dottorato con il professore
Pierre-Yves Balut all’Università della Sorbona, con una tesi sul costume di scena nell’opera lirica. Le
collaborazioni come assistente di Silvia Aymonino l’hanno portata in prestigiosi teatri italiani (come il
Teatro Regio di Parma, l’Arena di Verona e l’Opera di Roma) ed europei (come l’Opéra Bastille di Parigi,
il Teatro Real di Madrid e il Teatro dell’Opera di Malmö). Quest’anno firma i costumi dello spettacolo
Come vi piace, che ha debuttato al Teatro Carignano di Torino con la regia di Leo Muscato.
ROBERTO TARASCO Light designer
Regista, light designer, scenografo ed esperto musicale, negli ultimi anni ha curato gli allestimenti per
Eugenio Allegri, Natalino Balasso, Enrico Bertolino, Lella Costa, Laura Curino, Arnoldo Foa, Valeria
Moriconi, Marco Paolini, Valerio Binasco. Collabora stabilmente alla messinscena degli spettacoli e degli
eventi di Gabriele Vacis e di Alessando Baricco. Ha promosso e diretto spettacoli teatrali, allestimenti
lirici, stagioni, progetti, festival, trasmissioni radiotelevisive, cerimonie e grandi eventi. Fondatore e
direttore organizzativo del Laboratorio (1982-2002), dal 2002 al 2006 è stato consulente artistico del
Teatro Stabile di Torino e dal 2007 al 2011 del Teatro Regionale Alessandrino. Dal 2006 al 2011 ha
collaborato all’ideazione e allo sviluppo del Circolo dei lettori di Torino. Attualmente lavora alla
messinscena delle Mantova Lectures di Alessandro Baricco, alla tournée di Alessandro D’Avenia e alla
risistemazione del Teatro Olimpico di Vicenza. Dal 2014 è direttore artistico del Teatro Sociale di
Valenza.
DIEGO MACCAGNOLA Maestro del coro
Ha compiuto gli studi musicali presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘G. Donizetti’ di Bergamo,
dove ha conseguito il diploma di pianoforte con il massimo dei voti e il diploma accademico di secondo
livello con lode. Si è esibito come solista e in formazioni da camera in importanti rassegne e festival
italiani e stranieri e in sale da concerto quali il Teatro Ponchielli di Cremona, il Teatro Comunale di
Ferrara, l’Auditorium Parco della Musica di Roma, il Théâtre entre des Bords de Marne di Parigi, il
Théâtre du Merlan di Marsiglia, il Théâtre de la Balsamine di Bruxelles, il Théâtre Pole Sud di Strasburgo
e la Maple Hall di Osaka. Dedica particolare attenzione alla musica del Novecento, partecipando tra
l’altro all’esecuzione dell’integrale dell’opera pianistica di György Ligeti nel 2003, 2006 e 2007 e di
Luciano Berio nel 2013 presso il Museo del Novecento di Milano. Nel 2012, insieme a Lena Yokoyama
(violino) e Alessandro Copia (violoncello), fonda il Trio Kanon, ensemble che sta riscuotendo lusinghieri
successi in Italia e all’estero. Affianca ad un’intensa attività didattica e concertistica come pianista,
quella di maestro di coro. Dal 1998 è cantore e assistente alla direzione nelle produzioni del Coro
Costanzo Porta di Cremona, fondato da Antonio Greco e vincitore di numerosi premi in concorsi
nazionali e internazionali. Dal 2007 collabora con OperaLombardia come maestro del coro per diverse
produzioni operistiche. È pianista accompagnatore presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Como e docente
di pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘G. Donizetti’ di Bergamo.
MIHAELA MARCU Soprano
Nata a a Timişoara (Romania), dopo il liceo musicale ha frequentato il conservatorio della sua città, dove
si è diplomata con il massimo dei voti e ha proseguito con i corsi biennali di perfezionamento. Ha iniziato
giovanissima le prime esperienze in palcoscenico con il coro dell’Opera di Timişoara e con concerti da
solista, proseguendo poi la sua formazione artistica con le masterclass di Corneliu Murgu, Vladislav
Piavko, Renée Corenne. Nel 2007 ha ottenuto una borsa di studio dalla CEE Musiktheater Academy di
Vienna, che le ha consentito di approfondire durante il triennio 2007/09 la preparazione di alcuni ruoli
fra i quali quello di Fiordiligi (Così fan tutte). Nel 2009 è diventata solista dell’Opera Nationala di
Timişoara, dove si trova attualmente impegnata. In tale veste ha affrontato i ruoli di Mimì (La Bohème),
Micaëla (Carmen), Contessa (Le nozze di Figaro), Hanna Glawari (Die lustige Witwe), Rosalinde (Die
Fledermaus). Ha cantato Valencienne (Die lustige Witwe) al Teatro Cilea di Reggio Calabria e al Teatro
Vittorio Emanuele di Messina. La stagione 2010/11 l’ha vista debuttare nei ruoli di Musetta (La Bohème)
e di Lauretta (Gianni Schicchi). Si è esibita anche alla Wiener Staatsoper. Recentemente ha debuttato
come Medora (Il corsaro) e Vitellia (La clemenza di Tito) sotto la guida di Gianluigi Gelmetti a Trieste, ha
cantato Musetta (La Bohème) e il Requiem di Mozart al Municipal di São Paulo, Giulietta (I Capuleti e i
Montecchi) e Hanna Glawari (Die lustige Witwe) al Filarmonico di Verona. Tra gli impegni recenti e
futuri: Giulietta (I Capuleti e i Montecchi) in tournée in Oman con il Filarmonico di Verona, Violetta (La
Traviata) a Marsiglia, Musetta (La Bohème) alle Terme di Caracalla, Giulietta (I Capuleti e i Montecchi) e
Adina (L’elisir d’amore) alla Fenice, Norina (Don Pasquale) a Trieste, Creusa (Medea in Corinto) a Martina
Franca, ancora Giulietta (I Capuleti e i Montecchi) ad Atene, Hanna Glawari (Die lustige Witwe) a Cagliari,
Gilda (Rigoletto) al Filarmonico di Verona, Musetta (La Bohème) a São Paulo, Rosalinde (Die Fledermaus)
e Leila (Les pêcheurs de perles) a Trieste, Violetta (La Traviata) alla Fenice di Venezia, Gilda (Rigoletto) a
Nizza e Juliette (Roméo et Juliette) a Tolone.
CLAUDIA PAVONE Soprano
È vincitrice di numerosi concorsi lirici, tra i quali il ‘R. Leoncavallo’ di Montalto Uffugo (2012), il ‘M.
Callas’ di Verona (2013), il ‘G. Prandelli’ di Brescia (2013), il ‘F. Tagliavini’ di Graz (2013) e il ‘M. Pobbe’ di
Vicenza (2014). Si avvicina al mondo della musica dapprima come voce bianca nel coro Pueri Cantores di
Vicenza, poi con gli studi nei conservatori di Vicenza e di Castelfranco Veneto, dove nel 2012 si diploma
con il massimo dei voti e la lode, sotto la guida di Elisabetta Tandura. Nel 2013 debutta ne La Bohème
(Mimì) al Teatro Re Grillo di Licata. Nel 2014 debutta al Sociale di Rovigo in Gasparina (Il campiello), che
verrà successivamente eseguito per La Fenice di Venezia al Malibran. Nel 2014/15 debutta nel ruolo di
Laura (Der Bettelstudent) e si esibisce in numerosi concerti dal repertorio verdiano e pucciniano. Nel
2015 debutta al Ravenna Festival con l’opera contemporanea L’amor che move il sole e l’altre stelle di
Adriano Guarnieri, con la regia di Cristina Mazzavillani Muti e la direzione di Pietro Borgonovo, poi
portata al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2016. Nel 2017 sarà Amina (La sonnambula) a Trieste e
Liù (Turandot) a Genova. Frequenta in parallelo il repertorio sacro, come il Requiem di Mozart, la Petite
messe solennelle di Rossini e lo Stabat Mater di Pergolesi, eseguito nell’aprile 2014 presso il Municipale
di Piacenza e nel 2015 presso la Basilica di San Siro (San Remo) con l’Orchestra Sinfonica di San Remo e
lo Stabat Mater di Boccherini presso la Cattedrale San Lorenzo di Grosseto con l’Orchestra Sinfonica
Città di Grosseto.
DANIELA INNAMORATI Mezzosoprano
È nata a Napoli. Si è brillantemente diplomata in canto lirico presso il Conservatorio ‘San Pietro a
Majella’ della sua città. Inizia fin da giovanissima lo studio del pianoforte per poi dedicarsi totalmente a
quello del canto. Ha seguito corsi di tecnica e interpretazione vocale con Luciana D’Intino, Roberto
Scandiuzzi, Dolora Zajick, Ernesto Palacio, Silvano Carroli, Maria Dragoni. Attualmente si perfeziona con
Giovanna Canetti. Interprete di riferimento di alcuni ruoli eseguiti sui più prestigiosi palcoscenici
internazionali: Suzuki (Madama Butterfly) al Verdi di Salerno, al Ventidio Basso di Ascoli Piceno, al
Teatro La Fenice di Venezia, a Savona e al Teatro San Carlo di Napoli; Maddalena (Rigoletto) a Salerno, al
San Carlo di Napoli, a Padova e alla Fenice di Venezia; Fenena (Nabucco) al Festival Verdi di Parma, a
Piacenza, Vigoleno, Savona, Salerno e al Teatro Petruzzelli di Bari; Flora (La Traviata) al San Carlo di
Napoli in tre produzioni differenti. Ha inoltre cantato Lola (Cavalleria rusticana) a Bergamo, Meg
(Falstaff) a Jesi, Carmen (Carmen) a Catania, Federica (Luisa Miller) al Carlo Felice di Genova. Ha
debuttato nel Rigoletto (Maddalena) al Covent Garden di Londra con la regia di David McVicar e la
direzione di Dan Ettinger.
ANTONIO GANDIA Tenore
Spagnolo, ha iniziato gli studi musicali nella sua città, Crevillente, nel 1995, entrando l’anno successivo al
Conservatorio di Valencia. Nel 1998 entra nella Scuola di Musica ‘Reina Sofia’, frequentando corsi di
perfezionamento con Renata Scotto, Ileana Cotrubaş ed Elena Obraztsova. Nel 1999 vince il primo
premio nell’ultima edizione del Concorso internazionale ‘Alfredo Kraus’. Dal suo debutto nel 2000 con il
ruolo di ein Sänger (Der Rosenkavalier) al Teatro Real di Madrid, si è subito esibito in diversi teatri
spagnoli. Nel febbraio 2004 ha debuttato con grande successo al Teatro alla Scala di Milano con Beatrice
di Tenda e quindi ha cantato Doña Francisquita al Teatro de la Zarzuela di Madrid, La Traviata a Cosenza,
Bologna ed Ancona, Luisa Fernanda a Washington e Los Angeles, La sonnambula a Bologna, L’elisir
d’amore al Teatro Real di Madrid e al Teatro San Carlo di Napoli, Don Pasquale a Treviso e Palermo, Don
Giovanni a Santander, Lucia di Lammermoor alla Scala e in Giappone, Falstaff e La Traviata a Bruxelles e
Bari, Gianni Schicchi a Washington e Bari, Pagliacci al Teatro Real di Madrid. Nelle ultime stagioni ha
cantato: Luisa Fernanda a Valladolid e Miami, La Favorite a Bergamo, Lucia di Lammermoor e La
Traviata in Giappone, Roma, Rovigo, Bassano del Grappa, Padova e Liegi, Lucia di Lammermoor a
Firenze, Rigoletto a Bologna e Pamplona, La fille du régiment al Liceu di Barcellona ed in Messico, Messa
da Requiem di Verdi a Tolone, I Capuleti e i Montecchi a Las Palmas, La del Soto del Parral, La chulapona
e Marina alla Zarzuela di Madrid, Don Pasquale a Jerez e Oviedo, Falstaff a Parma, Thaïs a Siviglia,
Marina a Oviedo e Pamplona, La Traviata allo Sferisterio di Macerata, al Real di Madrid, all’Opera
Giocosa di Savona e al Teatro Lirico di Cagliari, Maria Stuarda al Liceu di Barcellona, il debutto in
Madama Butterfly (Pinkerton) a Lisbona, Juan José di Pablo Sorozábal (ruolo eponimo) al Teatro de la
Zarzuela di Madrid. Tra i suoi impegni futuri: Madama Butterfly all’Opera di Firenze, Rigoletto a Las
Palmas.
IVAN AYON RIVAS Tenore
Nato a Piura (Perù) nel 1993, ha studiato canto lirico sotto la guida di María Eloísa Aguirre presso il
Conservatorio Nazionale di Musica del Perù. Si è perfezionato con Juan Diego Flórez, Ernesto Palacio,
Vincenzo Scalera, Maurizio Colaccichi e Luigi Alva. Attualmente studia canto lirico sotto la guida di
Roberto Servile in Italia. Nel 2014 si esibisce in vari recital presso il Colegio de Santa Úrsula a Lima, a
Viña del Mar (Cile), presso l’Ambasciata d’Austria a Lima, in un concerto in omaggio a Giuseppe Verdi
presso il Teatro Municipale di Lima, nonché in un concerto in omaggio a Manuel de Falla come solista
nel Gran Teatro Nazionale del Perù. Sempre nel 2014 a Lima presso il Teatro Nazionale del Perù, debutta
con Madama Butterfly (Goro), sotto la direzione di Lorenzo Tazzieri. Nel novembre 2014 debutta al BASF
di Ludwigshafen (Germania) con l’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, nel concerto di
beneficenza di Juan Diego Flórez, sotto la direzione di Fabio Luisi. Nell’agosto 2015 ha tenuto un recital
per l’Emilia Romagna Festival a Tredozio. Ha vinto la terza edizione del Concorso internazionale ‘Premio
Etta Limiti’ lo scorso novembre 2015. Ha cantato il ruolo di Don Gaspar (La Favorite) alla Fenice di
Venezia e nella Francesca da Rimini di Mercadante al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca. Tra gli
impegni futuri, La Bohème al Teatro Regio di Torino.
MARCELLO ROSIELLO Baritono
Nato a Bari, studia canto con Pietro Naviglio e Barbara Rinero. Si perfeziona con Maurzio Arena e
frequenta l’Accademia Rossiniana del ROF. È Giorgio Germont (La Traviata) al Teatro La Fenice di
Venezia, Belcore (L’elisir d’amore) alla ROH di Muscat, Sharpless (Madama Butterfly) nei teatri La Fenice
di Venezia, Lirico di Cagliari, Petruzzelli di Bari, Pergolesi di Jesi, dell’Aquila di Fermo, Giglio di Lucca,
Goldoni di Livorno e Sociale di Rovigo; Figaro (Il barbiere di Siviglia) al Vonnas Opera Festival e al
Petruzzelli di Bari, Enrico (Lucia di Lammermoor) al Bellini di Catania, Marco (Gianni Schicchi) al Regio di
Parma, Marcello (La Bohème) al Verdi di Trieste e a Udine, Jake Wallace (La fanciulla del West) al
Vittorio Emanuele di Messina, il Conte d’Almaviva (Le nozze di Figaro) al Vonnas Opera Festival e per
OperaLombardia, Gil (Il segreto di Susanna) al San Carlo di Napoli. Al Teatro Petruzzelli di Bari interpreta
The Beggar’s Opera, Malatesta (Don Pasquale) e Morales (Carmen), ruolo che sostiene anche all’Arena
di Verona, così come Ping (Turandot). Al Comunale di Bologna è Marcello (La Bohème), Escamillo
(Carmen), Ping (Turandot) e Silvio (Pagliacci). Esegue come solista numerose rappresentazioni di
Carmina Burana, di recente al Teatro Regio di Torino e al Maggio Musicale Fiorentino.
GIUSEPPE DISTEFANO Tenore
Nato a Paternò (CT) nel 1985, si diploma presso il Conservatorio ‘F. Cilea’ di Reggio Calabria sotto la
guida di Serenella Fraschini. Dal 2008 ad oggi ha partecipato a numerosi concerti per convegni
internazionali, associazioni musicali e umanitarie, ricordando in particolare quelli fatti per il ‘Circuito del
Mito’ in Sicilia e quelli per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia al Teatro Goldoni di Livorno e al Cilea di
Reggio Calabria. Vanta anche dei concerti fatti nel Centro Nazionale per le Arti dello Spettacolo di
Pechino in seguito ad una borsa di studio. Nel 2012 è vincitore del 66° Concorso per giovani cantanti
lirici di Spoleto e del premio speciale ‘C. Valletti’. Nel 2013 è in tournée negli Stati Uniti, dove prende
parte a concerti con a capo Plácido Domingo come direttore artistico. Sempre nel 2013 debutta in Tosca
(Cavaradossi) al Teatro Lirico Sperimentale ‘A. Belli’ di Spoleto, dove torna l’anno successivo per Gianni
Schicchi (Rinuccio). Nel 2015 è Rodolfo (La Bohème) a Spoleto, mentre per il Goldoni di Livorno è Alfredo
(La Traviata) e Turiddu (Cavalleria rusticana). Nel 2016 risulta idoneo al 67° Concorso per giovani
cantanti lirici d’Europa e partecipa al progetto AsLiCo Turandot Opera domani (Calaf). Canta quindi
Rodolfo (La Bohème) in tournée in Giappone con il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, Alfredo (La
Traviata) per il Festival Orizzonti a Chiusi e Riccardo (Un ballo in maschera) al Teatro Lirico Sperimentale
di Spoleto.
DAVIDE FERSINI Baritono
Nato a Milano, studia canto presso l’Accademia Internazionale della Musica di Milano con Roberto
Coviello e privatamente con Bianca Maria Casoni. Interpreta Jack Wallace (La fanciulla del West) al
Teatro alla Scala di Milano, Belcore (L’elisir d’amore) al Lirico di Cagliari, Dandini (La Cenerentola) allo
Stadttheater di Berna, Germano (La scala di seta) al Comunale di Sassari, Malatesta (Don Pasquale) al
Teatro Real di Madrid e al Landestheater di Innsbruck, Don Alvaro (Il viaggio a Reims) al ROF di Pesaro, a
Jesi e a Treviso, Gianni Schicchi (Gianni Schicchi) per Opera Fringe Northern Ireland, Le Dancaïre
(Carmen) al Seoul Arts Center. Per l’Opernhaus di Zurigo debutta nei ruoli di Blansac (La scala di seta),
Don Alfonso (Così fan tutte), Aristone (La grotta di Trofonio di Salieri), Sinon (La Didone di Cavalli) e
Dankwart (Die lustigen Niebelungen).
MATTEO MOLLICA Basso
Nel giugno 2013 si diploma in canto presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Torino, dove ha studiato con
Carlo De Bortoli e con Franco De Grandis. Dal 2016 si perfeziona con Giovanni Botta. Nel maggio 2013 è
Sciarrone (Tosca), diretto da Marcello Rota e con la regia di Nazzareno Luigi Todarello. Per la XVIII
edizione del progetto AsLiCo Opera domani è Amonasro (Aida), con la direzione di Pietro Billi e la regia
di Stefano Pintor. Nel settembre 2014 vince il primo premio assoluto al Concorso ‘Teresa Belloc’ di
Chivasso (TO). Per la XIX edizione di Opera domani AsLiCo ricopre il ruolo di Wang Chaofei (Milo, Maya e
il giro del mondo di Franceschini), sotto la direzione di Jacopo Rivani e per la regia di Caroline Leboutte.
Nel maggio 2015 è Fiorello (Il barbiere di Siviglia) al Teatro Alfieri di Asti, sotto la direzione di Silvano
Pasini per la regia di Alessio Bertoli. Nel dicembre 2015 ricopre i ruoli di Giudice/Servo d’Amelia (Un
ballo in maschera) al Teatro Grande di Brescia per OperaLombardia, diretto da Pietro Mianiti e per la
regia di Nicola Berloffa. Da gennaio 2016 è Monterone (Rigoletto) per il progetto AsLiCo Pocket opera,
diretto da Jacopo Rivani e per la regia del Rafael Villalobos. Da gennaio 2017 sarà Sharpless (Madama
Butterfly) ancora per Pocket opera, diretto da Alessandro Palumbo e per la regia di Roberto Catalano.
ALESSANDRA CONTALDO Soprano
Nata nel 1992, studia canto lirico dal 2009 presso il Conservatorio di Lecce con Virna Sforza, risultando
vincitrice della borsa di studio ‘O. Mayro’. Dal 2012 collabora con il coro lirico di Lecce per le stagioni
liriche e sinfoniche del Teatro Politeama Greco. Ha preso parte a masterclass di canto lirico tenute da
Sherman Lowe. Nel 2013 ha vinto il terzo premio del Concorso ‘Traetta’ di Bitonto e si è diplomata in
canto lirico con dieci e lode e menzione d’onore. Nel 2014 vince il 65° Concorso per giovani cantanti lirici
d’Europa nella categoria Esordienti e successivamente canta nel Don Giovanni (Zerlina) per
OperaLombardia, regia di Graham Vick. Lo scorso luglio ha frequentato l’Accademia Rossiniana di Bad
Wildbad con Lorenzo Regazzo.
SHI ZONG Basso
È nato nel 1982 a Nei Mongol in Cina. Si è diplomato nel 2007 al Conservatorio di Odessa sotto la guida
di Vladimir Darasov e Stanislav Kavarevsky. Grazie ad una borsa di studio assegnata dal governo italiano,
ha avuto l’opportunità di studiare al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e all’Accademia Donizetti a
Milano con Bonaldo Giaiotti, Gianni Maffeo e Leonardo Marzagalia. Nel 2012 ha debuttato in Ferrando
(Il trovatore) al Pandino Opera Festival e al Cunardo Opera Festival e nel 2013 ha debuttato nei ruoli del
Re e Ramfis (Aida) al National Theatre of China di Pechino, alla Fuzhou Opera, alla Shenzhen Opera e alla
Ningbo Opera. Tra i ruoli debuttati recentemente in Cina: Banco (Macbeth), Sparafucile (Rigoletto), zio
Bonzo (Madama Butterfly), Timur (Turandot). Durante la stagione 2014/15 ha frequentato il programma
di perfezionamento Plácido Domingo a Valencia prendendo parte ad alcune produzioni e come cover
per i ruoli di Oroveso (Norma) e Zaccaria (Nabucco). Ha frequentato nel 2015 l’Accademia Rossiniana al
Festival Rossini di Pesaro, partecipando a Il viaggio a Reims (Don Prudenzio). Nel 2016 prende parte al
progetto AsLiCo Opera domani Turandot (Timur). È quindi Gouverneur (Le comte Ory) al Festival Rossini
di Wildbad. È vincitore del primo premio al I Hong Kong International Competition (2009) e al III
Concorso internazionale ‘Diva Marina’ (2012).