l angolo misterioso

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l angolo misterioso
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l
Campo de’ fiori
SOMMARIO
Editoriale:
Buon Compleanno Campo de’ fiori.
Buona Pasqua a tutti voi......................................3
GENNARO
CANAVACCIUOLO:
l’avanspettacolo
dell’altro secolo.....4
SUONARE SUONARE:
Joe Satriani: la chitarra perfetta ...........................6
FAVIVO: meraviglioso servo per due......7
CURRICULUM VITAE:
Arianna Cigni......................................................8
PRATI URBANI: daily food & living dal 2014 nel
cuore di Roma.....................................................9
Roma che se n’è andata:
Il gioco della pallacorda. Caravaggio uccise il suo
storico avversario..........................................10-11
TUTTI PAZZI PER IL CIOCCOLATO................12
GRANDE SUCCESSO AL NUOVO TEATRO
SAN PAOLO ....................................................12
“QUI GIACE UNO IL CUI NOME FU SCRITTO
SULL’ACQUA”.............................................14-15
Cine Parade:
Poli opposti.......................................................16
Metti in circolo le tue idee.............................17
LA RUBRICA DEGLI EROI:
Il Capitano Amilcare Peri ed il Tenente Ing. Conte
Cesare De Rosa Feroldi......................................18
CAMBIO DI STAGIONE? PRIMAVERA?
Attenzione alla depressione!..........................19
Storia del Serial Killer......................................20
Il sogno americano funziona ancora........22-23
Tele Radio Punto Zero:
souvenirs di chi c’era.....................................24
MAGIC HAVANA.............................................25
Ecologia e ambiente:
Quante nocciole nella Tuscia! .............................26
La natura: un carburante per l’anima...........28
Come eravamo:
Quando Civita vinceva l’Oscar.............................29
Parliamo di funghi:
I Leccini..............................................................30
L’angolo del collezionista:
Le litofanie........................................................31
A TAVOLA CO’ ZI’ LETIZIA:
La Pizza di Pasqua.............................................31
Working in internet... It is possible!.............32
LA ZANZARA IMPERTINENTE........................32
PRESENTAZIONE ALTA MODA. Gli accessori
firmati Scarlatti Bleu Nuit.............................33
Il Fumetto:
X 1999 di Clamp................................................34
ZELDA, il simbolo delle donne nel mondo dei
video games...................................................34
I tesori dell’Agro Falisco:
L’antico acquedotto di Nepi.................................35
Appuntamento al Teatro Bianconi
di Carbognano. Protagonisti Marco
Falaguasta e l’omaggio a Monica Vitti..........36
NICOLA FERRUCCI di Campagnano di Roma.
Eroe della Prima Guerra Mondiale................37
I nostri amici..................................................38
L’angolo del grafologo:
PIANTO ANTICO di Giosuè Carducci....................40
L’angolo del poeta.........................................41
IL BULLISMO: l’errore dei docenti
e dei dirigenti scolastici.................................42
L’AMORE NON VUOLE PENSIERI...................42
GIOCA CON CAMPO DE’ FIORI......................43
IL BAGATTO. La prima lama dei Tarocchi.....44
LA SINDROME DEL CROMOSOMA X-FRAGILE.45
OROSCOPO.....................................................46
I GRANATIERI DI SARDEGNA.......................47
MARCO COLELLA vince la II edizione del
YOU MAKE IT .................................................47
NEWS.........................................................48-49
MESSAGGI......................................................51
Agenda...........................................................52
Roma com’era................................................53
Album dei ricordi.....................54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti........................................60-61
Selezione offerte immobiliari...................62-63
SEDE OPERATIVA: PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 CIVITA CASTELLANA (VT)
TEL. 328.3513316 - [email protected]
SEDE RAPPRESENTATIVA: VIALE MAZZINI, 140 - ROMA
Campo de’ fiori
M
arzo 2003.
Mese provvido dei
miei tanti già scorsi.
In quel mese decidevo
di imbarcarmi in questa
avventura e nasceva, così, Campo de’
fiori, uno dei tanti progetti sognati di allora.
Se volgo indietro lo sguardo ho ancora chiara
la bozza della prima stesura, quando, fra dubbi
ed incertezze, faceva fatica a decollare la scelta delle rubriche e dell’impostazione
in genere. L’idea c’era, ma andava plasmata e la forma effettiva arrivò solo mese
dopo mese, nonostante le mutazioni siano inevitabili e costantemente in atto.
Da subito, però, con innocente pretesa, una cosa mi era certa: avrei voluto che la
“mia” rivista arrivasse a tutti, ma propri a tutti. Avrei voluto che fosse la voce del popolo. Un popolo senza distinzioni di età, di cultura, di classe sociale, di politica…
di Sandro Anselmi
Quanta fatica per entrare in un mondo a me nuovo come editore! La burocrazia da sbrogliare e le nuove tecnologie, che stavano entrando anche in questo settore, erano un linguaggio completamente inesplorato, ma affascinante! Solo la passione e la tenacia mi
permisero di superare ogni ostacolo. Ed allora via così verso quello che sarebbe stato ciò
che oggi è Campo de’ fiori.
Sono passati già quattordici anni e se all’inizio le pagine della rivista arrivavano in tutte
le case di Civita Castellana, a poco a poco riuscirono a varcare i confini provinciali per arrivare
ben più lontano. Anche internet mi ha aiutato molto a far conoscere Campo de’ fiori in tutto
il mondo. Sono numerosissimi, infatti, gli italiani all’estero che ci seguono costantemente,
avendo addirittura sottoscritto abbonamenti.
Con la nostra distribuzione gratuita, tutti i mesi, nonostante gli sforzi, possiamo fare un
bel regalo a tutti i cittadini. E mi fa molto piacere quando, nonostante ciò, le persone
decidano comunque di abbonarsi, per essere certi di riceverlo puntualmente a casa propria. Tanti mi raccontano di come, ogni volta, si ritrovino in famiglia o tra amici a commentarne i suoi articoli o a riguardare le splendide foto di altri tempi, riscoprendo la
bellezza del dialogo e del confronto sereno.
Cari lettori, cari amici, sapeste quanto sono state importanti le vostre gratificazioni
ed il vostro contributo diretto, attraverso i suggerimenti e le foto degli album
di famiglia. Solo ora mi rendo conto di dover dire che Campo de’ fiori non è
più solo la “mia” rivista, bensì la “nostra” rivista!
Carissimi sponsor, sapeste come è stato vitale il vostro sostegno, poiché
solo di esso vive la rivista!
E, da ultimo, carissimi collaboratori, sapeste quanto mi sento legato a voi che siete l’anima stessa di questo giornale!
È così che voglio augurare buon compleanno alla
nostra amata rivista, ma soprattutto una serena e felice Pasqua a tutti voi!
3
4
G
T
Campo de’ fiori
ennaro Cannavacciuolo
L ’avanspettacolo dell’altro secolo
orna in scena uno dei massimi
personaggi dello spettacolo e
della tradizione napoletana al
Teatro della Cometa di Roma.
Gennaro Cannavacciuolo propone in due atti il repertorio di una vita accompagnato da tre eccellenti musicisti
Marco Bucci (pianoforte), Andrea Tardioli (clarinetto e sax) e Francesco Marquez (violoncello). Con “Il Peccato
Erotico, divertimento musicale a luci
rosa“, recuperando il repertorio dell’avanspettacolo e del caffè concerto, l’artista
partenopeo ci regala uno splendido affresco
delle atmosfere tra gli anni 1890 e 1940, allora solo per adulti.
Lo incontriamo qualche minuto prima di andare in scena e cominciamo a porgli alcune
domande.
Perché fare uno spettacolo tornando
indietro nel tempo?
“Ho deciso di fare questo recital cercando
di recuperare questo vecchio repertorio e
riuscire a farlo arrivare ai giovani perché in
Italia purtroppo non c’è più nessuno che lo
fa, mentre io sono anni che parallelamente
ad altri tipi di spettacolo porto avanti questo
discorso sul teatro di varietà, sperando di
far capire ai giovani come sono venuti fuori
tanti artisti italiani del genere“.
E’ vero che il tuo primo approccio vero
col palcoscenico è stato un segno del
destino, addirittura giovanissimo di-
giorno sono rimasto quattro anni con Luca.
E’ stato un segno della fortuna essere diretto così giovane da un mostro sacro del
teatro come Eduardo“.
Dai tempi dei tuoi primi passi sul palco
ad oggi trovi cambiato il pubblico?
“Trovo grandi cambiamenti nel pubblico,
grazie ai disastri compiuti dalla televisione
perché ormai il teatro è confuso col grande
fratello e programmi simili … ormai tutto è
spettacolo e si fa un po’ più di fatica con i
giovani, ma comunque non ci arrendiamo !”
Tanto cinema, tanta televisione e soprattutto tante operette portate al successo
come La Vedova Allegra (regia di G.
Landi e S.Marchini), Scugnizza (regia M.
Scaglione), Cin-ci-là (regia R.Croce), Rosemarie (regia I. Stefanutti) che lo portano
retto da Eduardo De Filippo?
a ricevere il premio “Trieste Operette“.
“Intanto comincio a scuola tanto prima, poi
Strepitoso in questo spettacolo, Cannavacnegli anni 80 sono entrato a far parte della
ciuolo canta, balla, recita
compagnia di Luca De Ficon classe ed eleganza,
lippo quando Eduardo lariportando in vita l’epoca
scia il teatro e forma la
d’oro dell’ avanspettacolo.
compagnia dei giovani di
Quella cultura povera ma
Luca affiancando Pubella, fatta di ammiccapella Maggio. Il fatto è
menti, doppi sensi e poeche quel giorno entro in
sia,
che
comunque
scena come comparsa
suscita risa negli spettama dopo qualche giorno
tori! E’ questo il risultato
si ammala un attore con
di uno spettacolo da non
un ruolo importante ed in
Da sx: gennaro Cannavacciuolo e
perdere.
tre ore sono dovuto anSandro
Alessi,
dopo
l’intervista
Sandro Alessi
dare in scena. Da quel
Campo de’ fiori
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di Carlo
Cattani
Joe Satriani
7 Ottobre 2015Auditorium Parco Della MusicaRoma
La chitarra perfetta
J
oe
c’era già stato diverse volte a
Roma, suonando dei grandi concerti
ma…io gli avevo sempre dato buca!
Stavolta, però, le cose sarebbero andate diversamente!
7 ottobre 2015, un “mercoledi da leone”
…<e così all’alba sapevo già che sarebbe
stata per me una grande giornata! >. Ore
19,55: un meticoloso check sulla porta di
casa, quasi stessi ballando il “Tuca Tuca”:
…dunque… biglietto? … intascato! …“moglie & pupi” ?… accuditi per tutte le loro necessità ed oltre!...occhiali? inforcati (…a
volte me li scordo…)! … chiavi di casa?
prese! … diversamente stanotte dormirò in
macchina… uhmmm… macchina?…“benzinata”!…percorso casa-auditorium?… studiato nei minimi dettagli!...già…per non
incappare in un fatale ingorgo stradale al
crepuscolo… adesso …è tutto chiaro!…
”Estoy listo”...finalmente e...posso affrontare la strada! Entro in sala “Santa Cecilia”
e già circolano delle note: è la musica di
Markus James, chitarrista e cantante Americano, che accompagnato dal corpulento
batterista di colore Kinney Kimbrough,
”blueseggia” alla grande per una quarantina di minuti, raccogliendo dei calorosi applausi da un pubblico rapidamente
sintonizzatosi sulla sua musica … il suo
breve concerto è un efficace e gustoso
“apri pista” … la giusta “diavolina” per la
gran serata che ci aspetta! E già, la grande
serata che aspetta un folto pubblico, dai
ventenni agli ultracinquantenni, con diversi padri orgogliosi
di presentare al proprio figliolo la musica
del grande Joe!
E alle 21.30,
d’improvviso si
“galleggia” nel
buio … ci si perde
di vista con i propri
vicini e le orecchie
di tutti si “appizzano” alla
percezione del “primo suono”! Come uno
tsunami, si abbatte su di noi, improvviso, il
poderoso riff di chitarra e rullate di batteria
per l’introduzione di “Shockwave Supernova”, primo traccia omonima del più recente album del 59enne chitarrista
Americano Joe Satriani, che, tra i bagliori
di luci multicolori che
tinteggiano il palco,
si dimena, tutto in
nero, occhiali compresi, con la sua
chitarra, scuotendo, già in
estasi
dalle
prime note, il
testone completamente calvo.
Un inizio sparatissimo, una pressione
sonora
sul
petto di tutti noi che ci attardiamo piacevolmente …a
non riprenderci dallo
stupore! Con Satriani, sul
palco, ci sono tre ottimi
musicisti, che lo seguono
per le date dello “Shockwave tour” e che hanno
collaborato alla realizzazione del suo ultimo
album “Shockwave Supernova”: il tedesco
Marco Minneman (batteria),
l’americano
Bryan Beller (basso) e
Mike Kenneally, ameri-
cano pure lui, alle tastiere
ma anche un eccellente spalla chitarristica
per Joe in tanti momenti del concerto…
mamma che beSStie!
Il concerto ha un suono eccellente e la scaletta è sempre “in tiro”, potendo attingere
dall’ampio repertorio della produzione discografica di Joe, che, onnipresente, instancabile, con le sue dita, alla fine del concerto,
chissà quanti chilometri avrà percorso su
quella tastiera… e tutti oltre i limiti di
velocità! Ficcante, roboante, debordante,
Satriani è così accattivante con la sua musica che, seppur strettamente strumentale,
arriva, a differenza di tanti altri suoi “compari d’ascia”, ben oltre… la sua paletta!
CarloCattani©words&pics-Febbraio 2016
Campo de’ fiori
FAVINO:
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MERAVIGLIOSO
SERVO PER DUE
Si aggiudica il Premio Le Maschere al San Carlo di Napoli
Pierfrancesco Favino ritira il Premio
U
n clamoroso successo che non accenna a finire, che ha portato all’importante riconoscimento del
Premio le Maschere, assegnato
nella prestigiosa cornice dell’antico teatro S.
Carlo di Napoli e che si ripete con repliche
a non finire da più di due anni , per lo spettacolo diretto e interpretato dal bravo e
bell’attore Pierfrancesco Favino che, tra
l’altro, per questo progetto, adattato da un
famoso lavoro di Carlo Goldoni Il servitore
di due padroni, ha rinunciato in parte al suo
budget, troppo alto per una produzione teatrale “che non si sarebbe potuto, permettere un attore come lui”.
Un gesto non comune in questi tempi così
bui!
Una rilettura diversa di un classico del teatro adattato da un noto commediografo inglese Richard Bean, e riproposto nella
versione italiana da Pierfrancesco Favino
che lo interpreta e lo dirige al fianco di
Paolo Sassanelli. Gli altri interpreti che si
avventurano stavolta sul palco del Teatro
Ambra Jovinelli di Roma sono: Marit Nissen e Simonetta Solder.
E’ perfetta la descrizione del regista che
dice che “è una perfetta combinazione di
commedia visiva e verbale che ha dato vita
ad uno spettacolo di grande successo”.
Gli attori non si limitano a declamare ma
sono dei veri e propri acrobati che si arrampicano sulle scale, sbattono le porte, scherzano con il pubblico come da tradizione di
avanspettacolo e fanno battute a doppio
senso che mantengono viva l’attenzione. Un
altro dei protagonisti dello spettacolo è la
musica che è suonata dal vivo da un gruppo
dal nome comico di Musica da Ripostiglio.
La storia ruota intorno a Pippo che vaga
nella Rimini degli anni ’30 alla ricerca di un
po’ di soldi che lo mettano al riparo dall’atavica fame. Così fa il servitore sia di Rocco
che sta cercando di sposare la dolce e
svampita Clarice e di incontrare suo padre
Bartolo, sia di Bartolo e lo fa all’insaputa
uno dell’altro creando spassosi episodi e
gags. La storia si complica quando si scopre
Pierfrancesco Favinoe Maddalena Menza
che Clarice non è innamorata di lui e che
Pippo stravede per Zaira e fa di tutto per
conquistare il suo cuore.
Insomma dopo tante traversie e rovesciamenti e colpi di scena, “forse” l’amore
trionfa, anche se Pippo è sempre in mezzo
ai guai.
Fantastica l’interpretazione dei vari attori
anche sul piano fisico, che richiama la
grande serietà dell’approccio al lavoro del
teatro di grandi attori. Questo fa ben sperare per le giovani generazioni. Da non perdere!
Maddalena Menza
UNA NOTTE VESTITA
La nuova esilarante commedia di SILVESTRO LONGO
retta da Cristiano Vaccaro è
una storia che mira a difendere
le donne dai soprusi maschili e
che vede un lieto fine con la
vittoria dell’amore. C’è un
buono ed un cattivo che diventa buono…
L
a nuova e divertente commedia di Silvestro Longo al
Teatro Petrolini ha riscosso un
grande successo di critica e di
pubblico. Interpretata da Andrea
De Bruyn, Antonietta D’Angelo,
Ilaria Manocchio, Aleksandros
Menetaj, Chiara Acaccia e Stefania Capece e magistralmente di-
Longo ha scritto questa commedia
per mostrare un lato serio di condanna e un lato di conciliazione attraverso corsi di bon ton amorosi,
invitando gli uomini a non alzare mai
le mani, ma il livello dei propri pensieri.
Sandro Alessi
Campo de’ fiori
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Curriculum vitae
Arianna Cigni
tano dalla capitale, torna ad interpretare un cortometraggio “Terra
del Sud” per la regia di Francesco
Rubini (2008) e la divertente commedia “Streap tease con sorpresa” di
Giannalberto Purpi (2010).
Seguono negli anni successivi un
western a teatro “Golden City” diretta da Stefano Jacurti, “Follia
Pura” (2014), “Girotondo” di
Arthur e “Mare Amaro” (2016).
Dal 20 al 24 Aprile Arianna sarà al
Teatro In Portico di Roma Garbatella con “La moglie morta”, interpretando la protagonista.
Ricordiamo anche l’interpretazione di
alcune fiction tra cui “Incantesimo”
e “Carabinieri 5” nonché alcune
copertine di riviste tra cui “Inciucio”
grazie ai servizi fotografici di Aldo
D’Ambrosio.
Sandro Alessi
A
rianna Cigni nasce a
Roma e viene indirizza al
Teatro da un fatto che la
colpisce: l’invito da parte
di una sua amica attrice a
vedere il proprio spettacolo teatrale.
Da qui nasce la sua voglia di teatro e ben
presto decide di frequentare scuole del
settore tra cui “La Scaletta” diretta da
Giambattista Diotajuti e segue le intuizioni ed i consigli del grande Antonio
Pierfederici, allievo di Luchino Visconti.
Nel 2001 sale per la prima volta su un palcoscenico ed interpreta “Pazzo d’
Amore” di Sam Shepard e successivamente “La bottega dell’antiquariato”
di Goldoni, “Favole” di Oscar Wilde
(2002), “Il gioco dell’amore e del
caso” di Marivaux (2003), “Infedeli per
sempre” di Bindo Toscani (2004), “I dialoghi di Leucò” di Cesare Pavese
(2005).
Dopo un periodo di tre anni passati lon-
9
Campo de’ fiori
PRATI
URBANI
Daily food
and living
dal 2014
nel cuore di Roma
È
lì, al numero 41 di Via Pierluigi Da
Palestrina, in una traversa di
Piazza Cavour, nel cuore antico
eppur moderno della città eterna.
Siamo nel quartiere Prati e già il
nome, infatti, lo colloca perfettamente, se
non che lo stesso nome, Prati Urbani (daily
food and living), appunto, racchiude un ossimoro che ci lascia intendere molto di più:
portare un po’ di campagna in città. E certamente nel suo stile, moderno ed essenziale, è il legno a farla da padrone, che si
sposa bene col bianco delle pareti e col
ferro battuto degli arredi. Scendono dal soffitto grosse lampade in vetro, realizzate da
un’importante azienda di Civita Castellana,
Vetreria Laziale della famiglia Belli. Il gusto
è quello tipico degli ambienti del nord Europa: Irlanda, Svezia, Norvegia o forse Danimarca, invece siamo nel bel mezzo del
caldo Mediterraneo.
Prati urbani, però, non è un semplice ristorante, è molto di più, aperto tutti i giorni
dalle 7.00 del mattino alle 2.00 di notte
(fatta eccezione per il sabato quando apre
alle 18.00 e per la domenica, attivo, invece,
dalle 10.00), è il luogo giusto per fare colazione, pranzo, aperitivo, cena e dopo cena,
o meglio per andare a mangiare quando si
ha voglia! L’idea di creare un locale molto
più adatto alle esigenze ed ai ritmi dell’uomo metropolitano moderno nasce da
quattro giovani: Lorenzo De Santis, Andrea Lucentini, Luca Mazzullo e Federico Neri, che da quasi due anni gestiscono
con grande soddisfazione il frutto del loro
innovativo progetto. Era l’inizio del 2014
quando, di comune accordo, decidono di
prendere in mano questo ex centro benessere e di plasmarlo secondo le linee della
loro idea, fino a trasformalo nell’accogliente
locale che è. Entrando si distinguono già
due ambienti diversi: sulla sinistra il “tavolo
sociale”, grande e spazioso, dove poter
mangiare in compagnia ed alle cui spalle è
posizionata una delle
maggiori attrattive del
posto: una parete di muschio vero; sulla destra,
invece, un’ampia libreria
appesa alle pareti, con lo
scopo di incentivare la
pratica del bookcrossing
(lo scambio dei libri) e i
divanetti sui quali accomodarsi per navigare in
internet, leggere, sorseggiare comodamente un
cocktail o scambiare
quattro chiacchiere. A seguire il lungo bancone e,
di rimpetto, l’angolo della
gastronomia, dedicato ai
prodotti di produzione propria, come l’olio
al peperoncino, le marmellate, l’amaro Prati
Urbani, e nel quale è possibile gustare un
buon panino col prosciutto tagliato a mano
e con una bella fetta di formaggio. Superandoli si arriva alla sala ristorante vera e propria, che si estende fino alle cucine.
Scendendo al piano
sottostante si apre
un’altra grande sala
con il soffitto a volta,
nella quale si tengono i
corsi di formazione sul
vino e sull’olio d’oliva
organizzati dallo staff.
Si risale, poi, al piano
superiore, in prossimità
dell’ingresso,
attraverso una caratteristica
scala a chiocciola, racchiusa in una gabbia di
ferro battuto.
Per quanto riguarda il menù, accanto a
quello alla carta, c’è il menù giornaliero che
cambia ogni giorno. Tante varietà di pietanze, diversi primi e secondi di carne e di
pesce. Piatti semplici ma ricchi di gusto. Tra
questi una originale carbonara fai da te.
L’uovo, infatti, precedentemente cotto con
una particolare tecnica, viene mescolato
alla pasta direttamente dal cliente, che, impugnando la forchetta, mischia il tuorlo,
adagiato in bella vista sulla porzione, ai tonnarelli. Ed anche qui i prodotti biologici sono
ormai giustamente diventati un must.
Prati Urbani, dunque, non è un ristorante,
non è un bar, non è una vineria, non è una
sala da te, è più semplicemente tutto questo insieme. La sua forza e la sua originalità
risiedono senz’altro nella polivalenza che il
locale offre a tutta la sua clientela!
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
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Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Il gioco della Pallacorda
Caravaggio uccise il suo storico avversario
V
enerdì 26 maggio
dell’anno 1606,
Michelangelo
Merisi da Caravaggio, al culmine di una
lite generata da una partita di pallacorda, uccideva
Ranuccio
di Riccardo
Tomassoni, suo rivale in
Consoli
amore, oltre che storico
avversario sul campo di gioco.
La strada che fu teatro di questo assassinio
è Via di Pallacorda, nel rione Campo Marzio,
una parte del centro storico di Roma miracolosamente rimasto inalterato dove Caravaggio ha creato i suoi straordinari
capolavori. Qui il grande pittore visse straordinari e drammatici avvenimenti che
hanno avuto per scenario strade, piazze,
palazzi e chiese, gli stessi luoghi che ancora
oggi possiamo ammirare.
La pallacorda era un gioco che veniva praticato con le racchette anche se era possibile far uso di appositi guantoni;
a dividere il campo non c'era la
rete, bensì una corda da cui deriva il nome del gioco.
Forse, anche a seguito di quel
drammatico evento che costrinse Caravaggio alla fuga, a
quella fuga che l’avrebbe condotto precocemente alla morte,
proprio nel momento in cui stava
cercando di rientrare a Roma per
la sua riabilitazione, il gioco della
pallacorda entra a far parte della
storia dell’arte.
Sarebbe del tutto lecito chiedersi
quale è stato il primo quadro in
Francesco Boneri - Cecco del Caravaggio
cui venne rappresentata una
Suonatore di flauto
partita di pallacorda, ebbene, si
dell'inimicizia fra Michelangelo e Ranuccio.
tratta di un’opera fiamminga, il cui soggetto
la seducente Fillide, che posò come modella
non ha nulla a che vedere con lo sport, tratper il pittore e forse Lavinia Giugoli, chiactandosi di un’opera dal tema biblico riguarchierata moglie di Ranuccio, per cui i due
dante David e Betsabea con sullo sfondo un
uomini arrivarono al duello. Questi scontri
paesaggio e un campo da gioco dove si
erano banditi dalle leggi vigenti, erano quelli
svolge un incontro di pallacorda.
i tempi in cui la Santa Inquisizione manda a
Una donna, o forse due, furono la causa
morte Giordano Bruno e Beatrice Cenci,
pertanto, si doveva trovare un espediente
per affrontarsi e il gioco della pallacorda si
prestava bene questo scopo.
Il duello si sarebbe dovuto fermare al primo
ferimento di uno dei contendenti, senza
andar oltre, l'appuntamento venne fissato
al campo da gioco, con ogni probabilità proprio in Piazza Firenze. Ranuccio Tomassoni
era accompagnato da suo fratello Gian
Francesco, un caporione della zona e con
loro, i suoi cognati, Ignazio e Federico Giugoli.
Michelangelo Merisi si fece assistere tale
Francesco Boneri, allievo e modello prediletto di Michelangelo Merisi, colui che in seguito avrebbe raggiunto grande notorietà
con l’appellativo di Cecco del Caravaggio,
dall'architetto Onorio Longhi, dal capitano
Petronio Troppa e, infine, da un quarto
uomo rimasto sempre sconosciuto, anche
perché la sua identità venne artatamente
occultata negli atti del processo sotto la
Campo de’ fiori
Morte do Giaicnto.
Simon Vouet (Parigi 1590 - 1649)
sigla N.N. sembrerebbe, infatti, che l’uomo
in questione, apparteneva a una grande famiglia, quindi, un personaggio da proteggere a qualsiasi costo.
Gli unici documenti attraverso i quali è possibile risalire alla dinamica di quell’evento,
sono alcuni quadri dell'epoca dai quali si deduce che il campo di pallacorda era allo scoperto, mentre il pubblico seguiva le vicende
del gioco da piccole tribune coperte.
Non fu una partita di singolare, ma fu un
confronto di quattro contro quattro, due
giocatori posizionati più avanti, in prossimità della corda, due giocatori dietro, ossia,
come si direbbe oggi, a fondo campo.
Le occasioni di lite non si fecero attendere
molto e, alla prima contestazione, il gioco
cambiò, sempre quattro contro quattro, ma
con le spade in pugno al posto delle racchette. Michelangelo, com’è ovvio, prese in
consegna proprio Ranuccio Tomassoni che
cadde a terra e l’avversario non si lasciò
sfuggire la ghiotta occasione ferendolo all'inguine con la punta della sua spada, con
l’intenzione di evirarlo ma, purtroppo, la
lama recise l'arteria femorale.
Risultò subito evidente che la ferita era gravissima, scapparono tutti, anche Caravaggio
rimase gravemente ferito; accanto a Ranuccio morente il capitano Petronio Troppa, un
bolognese già guardia di Castel Sant'Angelo, anche lui ferito mortalmente.
A soccorrere Michelangelo Merisi ci pensò
l’ignoto quarto uomo, il famoso N.N, che lo
trasportò, non già nel più vicino ospedale e
nemmeno a Palazzo Firenze presso il Cardinale Del Monte, dove il Caravaggio aveva
abitato, ma a casa sua, a Palazzo Colonna.
Stando agli studi e alle ricerche eseguite da
storici dell'arte, esperti di Caravaggio, risulterebbe meno oscura l'identità di questo
quarto uomo poiché, il facile accesso del
pittore a Palazzo Colonna, sarebbe stato favorito dal fatto che egli si accompagnava
con qualcuno di casa. Il quarto uomo presente al duello sarebbe Fabrizio Sforza Colonna che, pur non avendo provocato il
ferimento di nessuno ebbe gran fretta di
sparire poiché il giorno precedente era entrato in città da interdetto a seguito di una
condanna subita l'anno precedente. Per lui,
essere scoperto coinvolto in un omicidio
rappresentava una situazione assolutamente pericolosa ed è per questo motivo
che Fabrizio Sforza Colonna trasportò in
tutta fretta Caravaggio a Palazzo per poi
fuggire alla volta di Zagarolo.
Monsignor Corradini nella sua opera dal titolo: “Caravaggio - Materiali per un processo”, sostiene: “Le mie fonti sono state ad
esempio le relazioni dei birri successive allo
scontro della pallacorda. Purtroppo il faldone del processo non fu mai ritrovato”. È
chiaro che fu fatto sparire.
Ma a Palazzo Colonna c'era qualcuno inte-
Caravaggio
Paolo V, Camillo Borghese, 1605 - 1621
11
ressato alla pallacorda infatti, nel 1610, ad
appena quattro anni dalla fatidica partita,
dal lato di Via della Pilotta, fu costruita una
sala dove veniva praticato il gioco.
La popolarità della pallacorda presso le nobili famiglie romane era enorme, non era un
gioco del popolo, ma aristocratico. Un dipinto del XVII secolo dal titolo: “Morte di
Giacinto”, probabilmente opera del francese
Simon Vouet propone Giacinto - Ranuccio
morente, sostenuto da un dolente Apollo Caravaggio.
La tela sarebbe stata ispirata dal poeta
Gianbattista Marino, che si trovava a Roma
nei giorni dell'omicidio e desiderava mostrarla a Paolo V, Camillo Borghese, 1605 1621, sostenendo il pentimento dell'amico
Caravaggio e, quindi, fagli ottenere l'amnistia. Ma Michelangelo Merisi aveva un paio
di precedenti per rissa e fu abbandonato al
suo destino.
Il resto della vita di Caravaggio è ben nota,
costretto a restare lontano da Roma fino
alla fine, morì a Porto d'Ercole, in circostanze non del tutto chiare, portandosi dentro il rimorso per quell’omicidio.
NOTA BIOGRAFICA. Nasce in Lombardia,
emigra a Roma in cerca di lavoro, la povertà
e gli stenti del primo periodo, la protezione
di Cardinal del Monte e della sua raffinata
cerchia intellettuale, il carattere rissoso e
violento, le denunce, gli arresti, i processi,
la sua chiacchierata sessualità, i primi successi, l’apoteosi, quindi: il precipizio.
Una intera vita vissuta pericolosamente.
L’uccisione di Ranuccio Tomassoni, la fuga
a Napoli e nelle isole del mediterraneo, la
pazzia che negli ultimi anni gli sconvolse la
mente, la morte che lo coglie solo e disperato; tutti elementi che esercitano un
enorme fascino e che fanno sentire Michelangelo Merisi da Caravaggio a noi più vicino, differenziandolo da tutti gli altri artisti.
12
Campo de’ fiori
TUTTI PAZZI PER…IL CIOCCOLATO!!!!
Si avvicina la Pasqua e le tavole saranno piene di uova, ma mangiarle fa bene o male?
U
na domanda che
spesso molte persone mi rivolgono,
soprattutto ora in occasione
delle festività pasquali, è se
faccia bene o meno mangiare il cioccolato. Si pensa
infatti che il cioccolato sia
della Dott.ssa
nemico della nostra linea e
Ilaria Melilli
della nostra salute, in realtà
Biologo
questo prezioso alimento
Nutrizionista
possiede importanti proprietà nutrizionali…con questo però non dobbiamo abusarne!!! Il nome scientifico del
cioccolato è “Theobroma Cacao” e può essere di tre varietà: nero (fondente), al latte e
bianco. La differenza fondamentale riguarda
la quantità di pasta di cacao contenuta al suo
interno, ovvero la componente che contiene
i principali nutrienti, quali minerali, vitamine
liposolubili e antiossidanti. A tal proposito dovremmo preferire il cioccolato nero con minimo il 70%
di pasta di cacao che, essendo
meno lavorato, contiene una ridotta quantità di zuccheri;
quello al latte invece presenta
il 20-30% di pasta di cacao e
una maggiore componente zuccherina, ed infine quello bianco
contiene esclusivamente burro di
cacao (la parte grassa) e zucchero. Molti studi hanno dimostrato
che l’assunzione di circa 5-10 g di cioccolato
nero (minimo al 70%) al giorno ha effetti benefici nel ridurre il rischio cardiovascolare, la
pressione sanguigna e nel migliorare l’assetto
lipidico plasmatico (aumento del colesterolo
HDL e riduzione del colesterolo LDL e dei trigliceridi) grazie alla presenza del potassio e
dei polifenoli, i quali possiedono proprietà
antiinfiammatorie e antiossidanti. Inoltre
è noto anche il suo effetto anti-diabetico
in quanto, contenendo pochi zuccheri,
determina minime oscillazioni glicemiche e migliora l’insulinoresistenza,
favorendo l’aumento della sensibilità
insulinica. Non dimentichiamo, infine, che è un toccasana per il nostro
umore!!! Bisogna prestare attenzione però in caso di allergia al nichel (per la presenza di questo metallo
all’interno) e di reflusso gastroesofageo perché la teobromina contenuta determina il rilassamento dello sfintere
gastroesofageo inducendo il reflusso.
Auguro a tutti Buona Pasqua e…ricordiamoci
che una volta ogni tanto è concesso uno
“strappo alla regola” ma sempre in consapevolezza!!!
GRANDE SUCCESSO AL NUOVO TEATRO SAN PAOLO
PER IL PICCOLO CORO SAN FRANCESCO DI ROMA
N
ell’ambito di un’importante iniziativa di beneficenza per aiutare i piccoli
malati
di
ipertensione
polmonare, una malattia prevalentemente sconosciuta ma che colpisce in
modo subdolo cuore e polmoni costringendo
a ricorrere al trapianto, si è svolta il 21 febbraio scorso al Nuovo Teatro S. Paolo organizzata da Rosanna Colantuono e
Daniele Del Duca, dal titolo I DUE
MONDI, che fa riferimento sia ai bambini
sani e belli che a quelli malati, ed ha coniugato bellezza e solidarietà facendo sfilare
piccole modelle che hanno vinto una borsa
di studio nel settore artistico, ma allo stesso
tempo ha permesso di dare dei fondi all’As-
sociazione AMIP, è avvenuta l’esibizione di due
cori: quello della scuola
Cinese e il Piccolo
coro della Scuola S.
Francesco una scuola
pubblica a due passi da
San Pietro, diretto
dalla Maestra Maddalena. I bambini
erano una piccola rappresentanza dell’intero
coro formato da ben 65
bambini di sette anni
(seconda elementare), che si sono cimentati
con un repertorio attinto dalla tradizione popolare dello spettacolo “L’Italia in musica”.
Particolarmente apprezzata è stata la nota
canzone romanesca: “La società dei magnaccioni”. Il Coro al termine dell’esibizione,
ha
avuto
un
diploma
di
riconoscimento. Questi i nomi dei cuccioli
presenti: Mattia,Marzia, Emma, Davide,
Angelica, Aurora, Vittoria, Elisabetta,
Saraluna, Federico, Elena, Thomas,
Massimiliano, Veronica, Paolo e Greta.
Nel corso della serata si sono poi esibiti gli
allievi della scuola di Danza Shape company di Marco Stramacci, la ballerina
Mila Mangone, l’attrice Chiara Pavoni ed
in chiusura la sfilata di Ester Campese.
A giudicare le miss una giuria di addetti ai lavori molto qualificata, composta, tra gli altri,
dalla stilista e pittrice Ester Campese, dall’attrice dei Cesaroni, Roberta Scardola,
e dall’ambasciatrice dell’Unicef per i modelli
italo-australiani Silvia Busacca.
I riconoscimenti sono andati alle piccole
Miss I due mondi: Aurora Guying Fino,
Miss Under 12; Ginevra Menghi, Miss
Over 12; Ilaria Battista è Miss Amip Saraluna Mauro.
Una nota di cronaca! Le due Miss Aurora e
Saraluna facevano parte anche del Coro San
Francesco. Brave e belle!
Maddalena Menza
DA SX: ROBERTA SCARDOLA; ESTER CAMPESE;
GIO’ DI GIORGIO; ROSANNA COLANTUONO, MADDALENA CACCAVALE MENZA E SILVIA BUSACCA
14
Campo de’ fiori
Una visita al poeta inglese John Keats nel Cimitero acattolico di Roma.
“Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua”.
L
a sua tomba appare quasi d’improvviso, bianca
stella
terrestre,
lungo il viale alberato del
Cimitero acattolico nel
quartiere Testaccio di
di Bruna Ferrini Roma: un’oasi di pace
che suscita emozioni.
E, per dirla con Henry James, “una mescolanza di lacrime e sorrisi , di pietre e
di fiori, di cipressi in lutto e di cielo luminoso…”
Il poeta ne fa parte di diritto per aver ricercato, in vita ed in poesia, la Bellezza
nell’essenza delle cose e per aver meritato di trovare la pace tra i poeti che ne
hanno coltivato la Verità: un romantico
nel posto giusto, morto la sera del 23
febbraio 1821 al suono delle campane di
Piazza di Spagna. Sulla sua tomba si
legge in inglese: “Qui giace uno il cui
nome fu scritto sull’acqua” che lui volle
e gli amici fecero incidere nel marmo.
Intorno, svettano alti i cipressi nutriti
d’amore, come direbbe Oriana Fallaci
che molto li amava e fece piantare nella
sua campagna toscana: “La notte si
parlano, si gettano semi che cadono nel
bosco, nel prato , e a primavera si trovano sempre due o tre cipressini che
sono i loro figli: nati da quelle notti
d’amore”. Chissà, forse, di notte, quei
cipressetti nel cimitero italiano parlano
davvero ed il poeta potrebbe ritrovare la
sua voce terrena per dire ancora: “Sospirami qualche parola di fuoco.. o baciami e nel tuo cuore seppelliscimi! Please,
amami sul serio! ”Un cuore il suo, che nel
battito della vita sentiva l’anelito alla morte.
La breve vita di John Keats fu “un interminabile cammino in salita” iniziato vicino
Londra nell’ottobre 1795 e concluso a Roma
a soli 26 anni a causa della tisi di origine,
forse, familiare. Nella letteratura inglese
rappresenta l’esempio del giovane romantico segnato dalla crisi esistenziale per non
poter frequentare, come avrebbe voluto, gli
studi classici. Una condizione familiare dif-
ficile lo avvicina agli studi di medicina nei
quali emerge comunque per assiduità e coraggio, offrendo assistenza al fratello più
piccolo Tom ed alla madre fino alla loro
morte. Ma guarda oltre, sceglie amici impegnati che lo accolgono e con i quali comincia a sognare la vera Musa che dovrà
condurlo alla fama.
Di questo lavoro che l’attende, teme tutte
le dure prove: ”L’alta idea che ho della gloria poetica mi fa pensare che essa si manifesti torreggiando troppo alto su di me“.
Ricerca la solitudine nei luoghi più adatti,
nell’ isola di Wight sprofonda nella lettura
dell’amato Shakespeare, si avvicina agli intellettuali più noti, scrive inni a Lord Byron
ed all’amico poeta Leigh Hunt con la speranza di riuscire ad entrare nella stanza
della Poesia prima di cedere. In una lettera
scritta all’amico Reynold, Keats spiega una
sua celebre similitudine dove paragona la
vita umana ad una casa di tanti Appartamenti (altrettanto celebre è il suo uso delle
maiuscole): la prima stanza è quella dell’ Infanzia, dove rimaniamo prima di imparare a
pensare, nella seconda entriamo condotti
dal destarsi del Pensiero Fanciullo, infine
entriamo nella terza stanza dove le pareti
diventano oscure, si aprono corridoi
bui perché il mondo è pieno di Miseria,
Sconforto, Dolore, Malattia. Da tutto
questo cercherà di uscire con “ furor
creativo” negli anni 1816-1819, attraverso l’affannosa ricerca della Bellezza come un mezzo “ per superare il
manto funebre dei nostri spiriti tetri” e
che ritroviamo nei suoi poemi mitologici Hyperion ed Endymion, nelle sue
Odi, ed in particolare nell’Ode sopra
un’urna greca
“Quando, dal tempo devastata e vinta,
questa or viva progenie anche cadrà,
fra diverso dolore amica all’uomo,
rimarrai tu sola,
“Bellezza è Verità” dicendo ancora:
“Verità è Bellezza . Questo è a voi,
sopra la terra , di sapere è dato:
questo, non altro, a voi, sopra la terra,
è bastante sapere.
E’ così che, attraverso il suo inno alla
natura, ci appaiono il sole, gli alberi,
i fiori, le belle storie mitologiche,
“come sorgente infinita di fluido immortale versato su di noi dal ciglio del
cielo”. Lo stesso che irradia dalla sua
tomba quasi il destino avesse voluto
compensarlo per la vita breve che gli ha
concesso.
Anche l’amore per una donna è vissuto da
Keats in modo sublime, ovvero alla luce
della poesia, quasi un cammino verso la
fine del “ sopra la terra” in vista di una Leggiadra Stella, la sua lucente stella, al di
sopra della terra. Prima di giungere a Roma,
il tempo gli concede di scrivere lettere,
tante lettere d’amore, oltre una quarantina,
dove non manca quasi mai l’accenno alla
Bellezza secondo il suo concetto vivificante
- La tua Bellezza cresce sopra di me ed io
Campo de’ fiori
sento un più grande amore per tutto il mio
essere penetrare- che sono pubblicate ancora oggi e che formano anche la guida
portante del film -Bright Star- dai toni poetici, scenografici tra i più esaltanti del moderno Cinema filosofico. Si chiama Fanny
Brawne, ha 18 anni, vive nella casa accanto
a quella di John dove le pareti non dividono
ma inviano notturni segnali d’amore, assiste all’insorgere della sua malattia, “mio
dolce medico” la chiama, ne cura i dolorosi
effetti e ne respira il sollievo della speranza.
Nel 1820 la malattia si fa più pesante, sarà
curato anche dalla madre della giovane, insieme offrono appoggio morale nella convinzione che tutto finirà presto. Il poeta
scrive oscillando tra vita e morte, le sue
lettere d’amore sono anche biglietti da mettere sotto il cuscino, in uno commenta le
brevi righe di Fanny : “ Il tuo biglietto è più
ricco di una Nave di Perle”. L’apertura delle
missive è spesso “Mia diletta Fanciulla”,
“Leggiadra Stella”, il finale “Tuo per sempre” non conosce varianti ma i pensieri si
fanno tristi e ricordano l’incerto domani.
E’ indimenticabile la diciottesima lettera
nella quale il poeta traccia una dolente sintesi: “Quale barriera erige fra noi questa
malattia! Anche se stessi bene, dovrei essere il più possibile filosofo. Ora che ho
avuto occasione di passare notti inquieto e
sveglio, ho trovato altri pensieri che mi turbano. “Se morissi- mi dicevo- non avrò lasciato alcuna opera immortale dietro di me,
nulla che possa rendere i miei amici orgogliosi della mia memoria – ma ho amato il
principio della Bellezza in tutte le cose, e se
avessi avuto il tempo mi sarei fatto ricordare… Dio ti benedica”.
Comincia da questa lettera un pensiero dominante che il poeta coglie tra le parole del
signor - amico Procter in un biglietto che
sembra, ma non lo è, banale: “Dice di non
poter venire a trovarmi con questo tempo,
temendo un’infiammazione al Petto. Il nostro clima è dunque così orribile ? O coloro
che ci vivono sono così trascurati?” A
breve, Fanny riceve la lettera 35: “Stamattina ho passeggiato con un libro in mano,
ma come al solito c’eri te nei miei pensieri.
Vorrei dire in modo gradevole. Sono tormentato giorno e notte. Parlano di farmi andare in Italia”. Ne seguono altre nelle quali
la partenza sembra allontanata dall’amore “
Non mi gioverà rimettermi in salute se non
sarai mia quando starò bene … Sento che è
quasi impossibile andare in Italia”. E più
avanti nel tempo, un’affermazione che ha il
sapore dell’ultima speranza: “Nel mio futuro
15
lice, lei lo sa. La luce si spegne, John Keats
è già lontano: “quanto felice ancora una
volta nel nido del prato”.
L’aveva già scritto nel suo Endimione mentre una domanda -affermativa chiudeva il
nono sonetto precedente: “E’ morte l’alto
premio della vita”?
Il suo premio alto, è lungo quasi due secoli,
nel prato inglese della Roma eterna! Le sue
lettere d’amore sono giunte sino a noi perché Fanny le ha conservate , ha raccontato
ai suoi figli la storia d’amore con il poeta
ormai celebre ma che lei l’avrebbe voluto
tutto per sé, un figlio le ha mandate all’asta
dopo la sua morte e noi le abbiamo nelle biblioteche di tutto il mondo. E le sue? Le distrusse, non avevano più senso in quanto
il suo Jhon era più felice nella tomba, lei
non ne aveva dubbi!
La tomba di Keats nel cimitero
acattolico di Roma
non vedo null’altro che spine. Sono contento che esista una cosa come la tomba –
sono sicuro che non avrò requie che là”. Il
tarlo mentale circa la partenza ha compiuto
il suo sottile lavorìo: gli amici ed il suo medico tornano sempre più spesso all’idea del
viaggio, dell’Italia ultima speme, Fanny è disperata ma comprende: il 13 settembre del
1820 lo accompagna al postale di Pond
Street per l’addio. Gli ha regalato un cappello foderato dalle sue mani per ripararlo
dal vento di una Roma nemica, un quaderno con le righe ed un tagliacarte, chissà
perché. Piange. Poi il pianto si fa conforto
nelle lettere che scrive ed invia tutti i giorni.
John, da una Roma affollata da amici vecchi e nuovi, legge e non legge quanto
Fanny scrive, lascia qualche busta chiusa,
da parte, quasi in attesa di un evento. Perché non sempre risponde? Il distacco, forse,
è troppo grande, il tormento dei ricordi è insopportabile, la morte è già in atto, la vita
non ha più senso e Fanny scrive alla sorella
di lui che ormai solo la morte lo renderà fe-
E noi, con lei: la magnifica idea di Oriana
Fallaci ci avvicina con serenità alla Morte,
tanto i cipressi ci sono in tutti i cimiteri italiani !!!
La casa dove morì Keats in Piazza
di Spagna a Roma
Campo de’ fiori
16
POLI OPPOSTI
S
tefano Parisi, un terapeuta di coppia, separato da
poco dalla moglie Mariasole, abita sullo stesso pianerottolo di Claudia Torrini, un avvocato divorzista,
madre single di Luca. Tra i due è subito conflitto,
ma quando il piccolo Luca vuole fare terapia con
Stefano...
Gianluca Ansanelli, Tito Buffulini, Roberto Burchielli, Antonello
De Leo, Mauro Graiani, Riccardo Irrera, Paolo Logli, Alessandro Pondi, li avete contati? Sono 8. Vi chiederete, ma si può
mai scrivere una sola, piccola sceneggiatura a 16 mani? Sembrerebbe di si.
Ma i risultati non sono esattamente da premio Oscar. Una storia che poteva
anche dare spunto ad una commedia romantica e brillante, si trasforma così
in una commediola dimenticabile. Senza né troppe infamie, né troppe lodi.
Peccato, perché gli interpreti sono simpatici.
di Catello
Masullo
TITOLO: POLI OPPOSTI
REGIA: Max Croci
SCENEGGIATURA: Gianluca Ansanelli, Tito Buffulini,
Roberto Burchielli, Antonello De Leo, Mauro Graiani, Riccardo Irrera, Paolo Logli, Alessandro Pondi
INTERPRETI PRINCIPALI:
Luca Argentero ...
Stefano Parisi
Sarah Felberbaum...
Claudia Torrini
Giampaolo Morelli ...
Alessandro
Dott. Beck
Tommaso Ragno ...
Grazia Schiavo
...
Carolina
Anna Safroncik ...
Mariasole
Elena Di Cioccio ...
Rita
Riccardo Russo ...
Luca
Gualtiero Burzi
...
Luigi Braschi
Stefano Fresi
...
Fioraio
Roberto Bocchi ...
Onorevole
Jack Queralt
...
Manolo
PRODUZIONE: MARCO POCCIONI E MARCO VALSANIA PER RODEO DRIVE CON RAI CINEMA
ORIGINE: ITALIA - 2015
DISTRIBUZIONE: 01 DISTRIBUTION
DURATA: 85’
SOGGETTO: COMMEDIA ROMANTICA
FRASI DAL CINEMA :
“Un terapeuta di coppia separato sarebbe come un dietologo obeso, è una questione di immagine!”. (il suocero a
Luca Argentero).
“lei è una stronza di suo, oppure ha fatto un master?
Ho fatto un master. E lei invece è uno stronzo al naturale,
come il tonno!” (Luca Argentero e Sarah Felberbaum)
“nel tuo appagamento per la tua felicità... ma che sto dicendo? È Leibniz!
Ah, Leibniz, quello della Sampdoria?”. (Giampaolo Morelli
e Luca Argentero).
“Poli opposti, suona carino come titolo!”. (Il producer a
Luca Argentero).
“Si va bene, ho capito, è un tuo amico. Ma perché tutti i
tuoi amici che vengono a dormire qui urlano?”. (Riccardo
Russo alla madre Sarah Felberbaum)
VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi): 6
Leggenda:
CAPOLAVORO: 10
DA NON PERDERE: 8
DISCRETO: 6
DA EVITAREl: meno di 6
Campo de’ fiori
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METTI IN CIRCOLO LE TUE IDEE
E’ nato a Civita Castellana il “Circolo letterario Volta la Carta”
È
nato a Civita Castellana, lo scorso
Ottobre, il “Circolo
letterario Volta la
Carta”, per il quale ci si incontra ogni Martedì alle
21,30 presso la sede
dell’associazione Active
di Beatrice
in Corso Bruno
Media
Manocchio
Buozzi, n. 5. Come ci ha
detto il giovane Danilo Mecucci, ideatore del
circolo, lo spunto è arrivato l’estate scorsa
ed essendo appassionato di lettura in solitario ed avendo interesse per le attività associative grazie alle quali ha conosciuto
delle persone con cui condividere le sue
idee, è riuscito ad organizzare il “Circolo letterario Volta la Carta”. L’obiettivo è quello di
intercettare il bisogno sopito dei lettori solitari.
Abbiamo avuto la fortuna di trascorrere una
serata in compagnia dei ragazzi del circolo
e abbiamo notato che si è creato un bel
gruppo, composto non solo da giovani ma
anche da adulti che, nonostante gli impegni
quotidiani, riescono ad essere presenti. Una
bella brigata che ha voglia di staccare la
spina dalla solita routine, confrontarsi con
altre persone e discutere di argomenti vari
come il legame tra scrittura e musica, poesia o fumetti.
L’attività principale è la riflessione collettiva
riguardo alla lettura di un libro. Ogni persona ha scelto il titolo di un libro durante
una delle prime serate e ogni due settimane
ne viene estratto uno che i ragazzi del
gruppo dovranno leggere in quindici giorni,
per poi iniziare una discussione al riguardo
durante l’incontro. Come una vera e propria
brigata, i ragazzi si siedono formando un
cerchio e iniziano l’attività. Si riassume brevemente la trama del libro per chi non lo ha
letto e da lì si apre un vero e proprio dibattito. Dopo lo scambio di opinioni si dà un
voto al libro, che verrà così messo a confronto con quello precedente.
Avendo notato una certa sintonia nel
gruppo, ho chiesto a Danilo se lui e i suoi
collaboratori fossero soddisfatti e la risposta
è stata molto positiva. Infatti il giovane ha
risposto di essere molto contento del risultato e di come in pochi mesi si sia creato un
gruppo meraviglioso composto da persone
che hanno voglia di esserci.
Il “Circolo letterario Volta la Carta” è veramente un bel progetto culturale ed una
buona iniziativa realizzata da ragazzi che
hanno voglia di tenere viva la cultura della
nostra cittadina.
Inoltre, Mercoledì 24 Febbraio è iniziato il
corso amatoriale di cinema a cura di Pier
Francesco Cari, presso la stessa sede. Ci auguriamo, allora, che, con questo spirito,
possano nascere altre grandi idee!
CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE
SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a  25,00
I miei dati
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Il regalo è per:
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effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za
della Liberazione n. 2 - Civita Castellana
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Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana
(VT)
Data______________Firma__________________________________
Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117
Campo de’ fiori
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LA RUBRICA DEGLI EROI
Dedicata ai combattenti della Grande Guerra di Civita Castellana
Il Capitano Amilcare Peri ed il Tenente Ing. Conte Cesare De Rosa Feroldi
C
ontinuando a
sfogliare il lidel
bretto
Franci, a pagina 24 e 25 si
trovano i componimenti
poetici dedicati ad altri
di Arnaldo Ricci due valorosi di Civita [email protected] stellana, anche loro sopravissuti alla guerra: il
Capitano Amilcare Peri ed il Tenente Ing.
Conte Cesare De Rosa Feroldi.
chiamata in italiano la battaglia degli altipiani, conosciuta anche come la spedizione
punitiva o strafexpedition. L’attacco fu minuziosamente studiato dal capo di stato
maggiore austriaco Gen. Franz Conrad Von
Hotzendorf; iniziò il 15 maggio 1916 e si
concluse il 27 giugno 1916; il piano prevedeva la totale sconfitta del nostro esercito
partendo dal Trentino… ma così non fu; gli
austroungarici furono respinti con enorme
sacrificio dei soldati italiani, tra i quali si
contarono, alla fine dell’ azione bellica,
circa 146.000 morti, 76.000 feriti e 55.000
dispersi!
Gen. Franz Conrad Von Hotzendorf
Il sottotenente Amilcare Peri di Civita Castellana, era inquadrato nella brigata di fanteria Forlì della quale facevano parte il 43°
ed il 44° reggimento fanteria. Dalle mie ricerche, non sono riuscito ad evincere su
quale dei due reggimenti era il Peri; quando
egli si guadagnò la medaglia di Bronzo, la
brigata era comandata dal colonnello Emilio
Cecchi, mentre i due reggimenti 43° e 44°
erano comandati rispettivamente dai colonnelli Giulio Franchi e Sesto Tinto. La battaglia durante la quale il Peri dimostrò il suo
ardimento fu quella che si svolse sul monte
Lemerle; essa è inserita dagli storici, all’interno della grande offensiva austroungarica,
Ebbene, il sottotenente civitonico Amilcare
Peri combattè con coraggio ed incuranza del
pericolo per fermare il nemico e per questo
gli fu conferita la medaglia di Bronzo al
valor militare con la motivazione seguente:
Amilcare Peri – sottotenente reggimento di
fanteria alla testa del proprio plotone, sotto
intenso fuoco di fucileria e mitragliatrici nemiche trascinava i suoi uomini all’assalto di
una posizione che conquistava sotto la
guida del comandante di compagnia ed in
concorso con gli altri comandanti di plotone.
Ferito incorava gli altri col suo contegno
calmo e sereno – Monte Lemerle 10 giugno
1916.
Oltre la medaglia di Bronzo, Il Peri fu anche
promosso
immediatamente al
grado di
Capitano.
l cippo
che
ricorda la
battaglia
di Monte
Lemerle
come appare oggi
Continuiamo con il personaggio descritto
dal Franci a pagina 25 del famoso libretto:
si tratta dell’ allora Tenente Cesare De Rosa,
figura che io ho conosciuto (non di persona)…..lo ricordo quando a bordo della sua
Fiat Campagnola grigia, in età avanzata,
transitava in via Vincenzo Ferretti, probabilmente rientrando a casa dopo le giornate
trascorse nei suoi possedimenti agricoli di
Civita Castellana… erano gli anni ’50 ed io
ero un bambino! Egli, dai civitonici, era conosciuto come il Conte Feroldi oppure
semplicemente l’Ing. Feroldi.
L’ing. Conte Cesare De Rosa Feroldi, nacque
a Roma il 22 dicembre 1884 ma visse quasi
sempre a Civita Castellana dove la sua famiglia era proprietaria di vasti terreni agricoli che impiegavano tanta manodopera
locale. Il palazzo dove la famiglia abitava è
ancora lì, nonostante sia stato anche bombardato dagli alleati durante la 2° guerra
mondiale. Questo palazzo è talmente conosciuto dalla cittadinanza che la via adiacente (via Rosa) viene ancora definita in
dialetto ò vicolo del Conde!
Vengo subito a parlare delle vicende dell’ing. De Rosa in relazione alla guerra del
‘15/’18. Egli fu chiamato alle armi come tutti
gli italiani validi, nati nel periodo che va dal
1874 al 1899 (parteciparono alla guerra
anche alcuni nati nel 1900, come volontari
senza obbligo). Purtroppo non sono riuscito
ad evincere, dalle mie ricerche, in quale brigata e reggimento fosse inquadrato il Feroldi; ho trovato invece che il nostro
personaggio fu deputato in due legislature
del Regno d’Italia: la XXIX° (dal 1934 al
1939) e la XXX° (dal 1939 al 1943).
La battaglia dove il sottotenente Feroldi si
guadagnò la medaglia di Bronzo è quella
conosciuta come la 6° dell’ Isonzo, dove le
nostre truppe riuscirono alla fine a conquistare Gorizia; essa iniziò il 6 e terminò il 17
agosto 1916 con la nostra vittoria finale.
Di seguito la motivazione del conferimento
della medaglia di Bronzo al Valor Militare al
Sott. ten. Ing. Cesare De Rosa Feroldi:
………riuniva militari dispersi e sprezzante
del pericolo, li portava all’assalto, avendo
come solo scopo la buona riuscita dell’operazione. In altra occasione, si lanciava
avanti, esponendosi dove il pericolo era
maggiore, incorando i dipendenti e dando
loro ancora una volta prova di esemplare
coraggio – Podgora, 7- 8 agosto 1916……
…continua sul prossimo numero….
Campo de’ fiori
19
CAMBIO DI STAGIONE? PRIMAVERA?
Attenzione alla depressione!
E
c’è un trattamento efficace respinto
dai
medici...
Fin dall’Antichità, una
semplice pianta con fiorellini gialli possiede la sodi Josiane
lida
reputazione
di
Marchand
allontanare la malinconia.
Oggi molti studi provano
Naturopata
che l’Iperico, quando
viene correttamente dosato e utilizzato
è tanto efficace quanto le medicine chimiche più violente, con
molti meno effetti secondari.
Spesso l’Iperico ha dimostrato senza equivoci la sua equivalenza e spesso la sua superiorità davanti alle medicine standard su
depressioni leggere o moderate, così come
in alcun casi su episodi severi, efficacissimo
per attenuare l’ansia legata alla depressione
con un effetto significativo sulla qualità della
vita.
Ovviamente con il vantaggio innegabile
dell’assenza di effetti secondari visto che
l’Iperico non ha alcun effetto tossico contrariamente ai farmaci.
Da ieri a oggi
I botanici lo chiamano Hypericum
Perforatum ma è noto anche
come Erba di San Giovanni visto
che il 24 giugno è il periodo più indicato per il suo raccolto oppure
Erba delle Streghe poichè il 24
giugno per alcune antiche tradizioni popolari era anche il giorno
delle Streghe. Questi nomi sono la
prova del suo lungo passato di
erba medicinale. Infatti, l’Iperico
fa parte di quei rimedi così popolari che viene menzionato in trattati lasciati dai più grandi medici e
naturalisti della storia: Dioscoride, Plinio,
Galieno, Ippocrate o Paracelso. Una volta,
applicato in pomata sulla pelle, curava le ferite, le infezioni, le ustioni e preso per
bocca, calmava le turbe nervose, l’ansia e
le cefalee. Ma è soprattutto durante il Medio
Evo che il suo uso per curare i disturbi neurologici si è sviluppato. La pianta era considerata infatti come capace di cacciare gli
“spiriti maligni” (cacciadiavolo!).
Concorrente degli
antidepressivi chimici
Fin dal 1996, l’attenzione su quella pianta è
stata focalizzata grazie ai risultati di più
studi su migliaia di pazienti affetti da turbe
depressive e su cui la pianta ha comprovato
un’azione paragonabile a quella degli antidepressivi chimici.
Le molecole del buon umore
Il sentimento di scoraggiamento, la fatica
psichica, l’ansia o le turbe dell’umore sono
intimamente legati ad alterazioni della conduzione delle informazioni da un neurone
all’altro operata dai neurotrasmettitori. Il
meccanismo di azione dell’Iperico assomiglia a quello della maggior parte degli antidepressivi chimici: ottimizza la produzione
e la circolazione dei neurotrasmettitori. Agisce a doppio livello bloccando sia la loro distruzione che la loro nuova cattura, ciò che
rappresenta l’aumento della loro
presenza nelle sinapsi del cervello e facilita così le connessioni
neuronali. E come per i farmaci
si tratta di trattamento sintomatico: non si guarisce la causa
della depressione ma si aiuta l’organismo a affrontare più serenamente questo periodo difficile.
Prima di assumere
l’Iperico
Perchè i medici non
prescrivono l’Iperico?
La risposta è arrivata nel 2004, anno in cui
i ricercatori dell’Università dell’Arizona
hanno dimostrato che esistevano pazienti
che rispondevano e pazienti che NON rispondevano al trattamento con l’Iperico.
Di conseguenza, numerosi esperti hanno
pensato che l’efficacia non prevedibile della
pianta confermava invece una mancanza di
efficacia generale.
Ma, in caso di depressione leggera o di depressione seria l’Iperico dovrebbe sempre
essere per lo meno provato se possibile.
Se per caso non dovesse dare risultati dopo
2 o 3 settimane, a questo punto l’uso di
un’altra molecola può essere giustificato.
Ma... anche se si tratta di una pianta, alcune precauzioni sono da prendere in considerazione.
Come ogni principio attivo dai
potenti effetti, l’Iperico presenta
interazioni con alcune classi di
farmaci.
Prima di effettuare un trattamento con questa pianta è bene consultare
un professionista soprattutto se già assumete anticoagulanti, contraccettivi orali, antivirali ed alcuni antiepilettici o timo
regolatori.
Importantissimo: l’Iperico non deve in
nessun caso essere assunto insieme ad un
antidepressivo chimico: un serio rischio di
effetti collaterali esiste e può portare anche
alla morte in alcuni casi.
Le donne incinte o che allattano e i bambini
di meno di 6 anni non devono in nessun
caso assumerlo senza il permesso del medico.
Essere sempre prudenti prima di assumere
un prodotto anche naturale è la base per
mantenere un organismo in equilibrio che
possa rispondere alle cure ideali.
Voi, abbiate sempre cura di Voi!!!
20
Campo de’ fiori
STORIA DEL SERIAL KILLER
Da sempre esistiti in tutto il mondo, spesso tra leggenda e realtà
A
l termine degli
anni ‘70 del XX
secolo, l’espressione serial killer
sostituisce quella di assassino seriale (in realtà
è la semplice traduzione
del Prof.
in inglese).
Sergio
Nel loro studio la fa da
Funicello
padrona la psichiatria forense viste le motivazioni
psicologiche che caratterizzano questa figura.
I “pazzi sanguinari”, i “lupi mannari”, i “vampiri”, gli “assassini a catena” e tutti gli altri
che, con diverso termine, hanno costellato
la storia criminale dell’umanità, in realtà
presentano tutte le caratteristiche dei Serial
killer moderni.
Le donne, vere “vedove nere”, uccidono per
interesse economico (vedi in Italia Leonarda
Cianciulli) e usano le armi classiche della
donna, ovvero i veleni o lo strangolamento
laddove la potenza muscolare le tranquillizzi
sul buon esito; i maschi fisicamente molto
più coinvolti preferiscono armi classiche
come quella bianca (coltelli) o da fuoco.
Soggetti con un’autostima pessima legata a
violenze in età pediatrica sai in prima che in
seconda infanzia.
Nerone, per esempio, entrerebbe a pieno
titolo nella categoria dei Mass Serial Killer
(assassino seriale di massa): usò il veleno
per uccidere il fratellastro Britannico; fece
uccidere la madre Agrippina; e dopo aver
fatto uccidere amici e parenti per impossessarsi dei loro beni, diede l’ordine di bruciare
Roma condannando volutamente a morte
centinaia di persone innocenti. Non contento di ciò, accusò i Cristiani dell’incendio
e ne fece massacrare un numero indescrivibile.
Tiberio, anche lui serial Killer ma “pedofilo”, aveva l’abitudine di gettare in mare da
una rupe i giovanetti dopo aver soddisfatto
le sue perversioni sessuali e pedofile. E si
potrebbe continuare all’infinito.
La regina Giovanna, con superficialità
considerata mangiatrice di uomini, pare che
dopo aver passato una notte di sesso con i
suoi occasionali compagni, essendo assetata di sesso, li uccidesse facendoli finire a
mare da una botola (ad esempio nel Castello di Vico Equense - vedi foto precedente) che, in realtà non è mai stata
trovata.
Nel 1963 fu sviluppata una triade spesso
presente nei serial killer (la triade di Mac
Donald):
1) piromania per distruggere;
2) zoo sadismo per riversare sugli animali
le violenze subite;
3) enuresi notturna in età non più “fisiologica”.
Pensare che il fenomeno sia recente è un
errore, secondo alcuni ed io ne convengo,
esso si perde nella notte dei tempi.
Casi
sospetti
sono riferito al
331 a.C. quando
alcune matrone
romane furono
accusate di aver
ucciso con veneficio o, scoperte,
a loro volta, suicide sempre con
il veleno.
Circa 115 anni
dopo, in una realtà geograficamente e culturalmente ben
lontana, il principe cinese Liu Pengli degli
Han (nella foto)
uccise oltre 100
soggetti per il piacere di farlo.
Ancora Lacusta,
una donna romana che uccise
circa dieci persone
tra cui l’imperatore Claudio (9 in
concorso
con
altri), fu arrestata
dopo la morte di Nerone, e giustiziata.
Altri serial killer furono, nel XV secolo, il ricchissimo francese Maresciallo Gilles de
Rais (nella foto) che , non da solo, uccise
e cannibalizzò circa 1000 persone.
Ed ancora il ricco Zu Shenatir, commerciante ricchissimo anch’egli dello Yemen,
violentò ed uccise un gran numero di ragazzi, finché uno di loro non lo accoltellò uccidendolo.
Nel 1542 Margareth Davey fu bollita viva
per aver avvelenato alcuni sguatteri senza
una ragione.
Nel 1610 Erzsébet Bathory, nobildonna
magiara, fu condannata per aver torturato
e macellato oltre 650 ragazze; fu murata
viva in una stanza fino alla sua fine (la colpevolezza però non fu creduta certa).
Nel 1637, in Italia, una certa Giulia e la figlia Girolama avvelenarono molte persone con l’acqua tofana. Oltre a nobili e
ricchi troviamo un barbiere inglese che tra
il 1785 ed il 1800, nel negozio di Fleet
Street, uccise oltre 150 clienti che buttava
in alcune catacombe e, piccole parti diventavano ingredienti di torte, che la complice
Margery Lovett preparava. Arrestati nel
1801 furono condannati a morte per impiccagione a Londra nel 1802 (vi è da dire che
il personaggio è ancora dibattuto tra leggenda e realtà).
Anche l’Australia non fu esente da questi
criminali. John Lynch, nel 1835, uccise almeno nove uomini ed in un caso eliminò
un’intera famiglia. Fu ucciso nel 1841, ma
la sua figura, a mio vedere, non è inquadrabile nel serial vero e proprio, trattandosi di
un rapinatore.
Nel 1871 Lombroso studiò il caso Vincenzo Verzeni che uccise due donne aggredendone altre nei pressi di Bergamo
mutilandole, usando il vampirismo, sospetta
necrofilia e cannibalismo.
Tra il 1873 e il 1876 il sacrestano T.T.Piper
uccise a bastonate quattro donne.
Lo studioso Richard von Krafft-Ebingb
ci parla nel suo Psycopathia Sexualis di un
serial italiano (macellaio Eusebius Pieydagnelle) che, ossessionato dal sangue, confessò, pentito, l’uccisione e la macellazione
di sei persone chiedendo per sè la condanna a morte per fermarsi.
Serial Killer sconosciuto ma realmente esistito: Jack lo squartatore uccise e
squartò certamente almeno cinque prostitute.
George Chapman uccise tre persone.
Amelia Dyer, detta Jill the Ripper, strangolò con certezza sei bambini.
In Italia la Cianciulli, la saponificatrice di
Correggio, uccise tre donne trasformandole
in saponi e biscotti che ella stessa mangiò
(1940)
Personalmente sono portato a comprendere
in questa categoria di serial killer anche professionisti della morte che agiscono dietro
compenso.
Sono convinto, infine, che questi criminali
uniscano “l’utile al dilettevole”, ritenendo
impossibile pensare di togliere una o più
vite per il solo amor di guadagno, vivendo
poi una vita normale.
ERRATA CORRIGE. Relativamente all’articolo pubblicato sul precedente numero di Campo de’ fiori (pag. 20 del n. 132 - febbraio 2016),
“Il Dott. Funicello saluta i colleghi di Civita Castellana”, precisiamo che il Dott. Funicello dirigeva la VT 5 e non solo la commissione
invalidi civili e che lo stesso è nato a Vico Equense e non a Napoli. Ci scusiamo con l’interesssato e con i lettori per l’imprecisione.
Campo de’ fiori
22
IL SOGNO AMERICANO FUNZIONA ANCORA
EMANUELE PETTENER, UN CERVELLO IN FUGA
S
aggista,
romanziere, docente universitario, 44 anni,
veneziano, il professor Emanuele Pettener
ha vissuto il sogno americano fin da bambino. Più
di Roberto
che averlo vissuto, ne è
Ragone
stato contagiato, e sarebbe interessante scoprire come mai questo accada, perché
Pettener non è l’unico esempio di questo
contagio ab ovo.
Tutto ciò che gli parlava di America lo entusiasmava. “Sognavo di vivere a Topolinia”
confessa. Più grande, lo colpivano i film di
Hollywood, i romanzi di Fitzgerald. “Per me
l’America era quasi una sostanza eccitante,
nel senso che era sufficiente vedere o sentir
menzionato qualcosa di tipicamente americano, per provare un piccolo brivido di felicità. Immaginavo quelle strade, le
cassettine per le lettere rosse, le bottiglie
del latte fuori della porta, e poi Broadway,
New York, i marciapiedi bagnati dalla pioggia, con la voce di Frank Sinatra che canta
in sottofondo.“
L’America, diceva Mario Soldati, non è un
luogo, ma uno stato d’animo. “Per me
l’America era un brivido nelle ossa, un
paese sognato che non avevo mai visto, né
ero mai salito su di un aereo prima di arrivare in America nel 2000, a ventotto anni.“
Dopo la laurea incomincia a lavorare in una
TV locale. Quando fallisce, lui perde il lavoro. Ciò che ad altri sarebbe apparsa una
tragedia - disoccupato a ventisei anni, con
una laurea in lettere praticamente inutile,
senza un lavoro che fino a qualche mese
prima sembrava molto promettente, e con
la trafila da fare per mendicare posti di lavoro - per lui è una sorta di provvidenza
manzoniana. “Inviare curricula, graziosamente scritti, e non ricevere neanche una
risposta da chi proponeva lavoro sui giornali, e quindi una situazione di abissale angoscia, anche perchè strideva con i miei
sogni. Sapevo che il sogno americano mi
apparteneva, il desiderio di costruire qualcosa da solo.”
Emanuele Pettener
La cosa peggiore che gli potesse capitare
diventa il motivo scatenante per partire: se
avesse avuto un lavoro promettente in televisione, di sicuro non avrebbe fatto ciò
che ha fatto.
“Mi ricordo ancora la mia ragazza, Ilaria,
che era andata in Puglia per una conferenza
- lei aveva scritto un libro tratto dalla sua
tesi di laurea - un libro, tra l’altro, sugli emigranti italiani negli Stati Uniti, con un lungo
lavoro di ricerca negli archivi, setacciando e
spulciando. Era stata in America per due
anni, e quindi aveva studiato l’immaginario
degli Italiani che poi andava a cozzare con
la realtà, un lavoro storico. In questa conferenza incontra un professore americano,
che va ad ascoltarla. La ascolta, e dopo
averla ascoltata le dice: ‘Senti noi abbiamo
un programma di dottorato nell’Indiana, e
saremmo felici di averti. Ci piacerebbe che
tu venissi e ti daremmo una borsa di studio,
ti pagheremmo le spese di dottorato al
cento per cento, e in più ti daremmo un
piccolo stipendio come insegnante di italiano, insegneresti un corso a semestre, e
in questo modo potresti mantenerti.’ Una
magia. Senonchè Ilaria era già stata per
due anni in America, in due differenti occa-
sioni, prima a Los Angeles e poi a New York
per proseguire i suoi studi e lavorare alla
tesi, e poi al libro. Perciò disse al professore
‘Sarebbe un sogno, mi piacerebbe moltissimo, ma ho un ragazzo da cui mi sono separata per due anni, siamo riusciti a restare
insieme nonostante tutto, e non mi va di
tentare il destino per la terza volta. Non
credo che sia giusto, e quindi a malincuore
devo dire di no.’ Una volta tornata su a Venezia” continua Emanuele “mi racconta
questa storia, ed io in quel momento non
ho pensato a niente. E’ stata una folgorazione, ed io da cristiano l’ho considerato
come un lampo divino. Se solo avessi pensato a quello a cui andavo incontro, non
avrei fatto quello che ho fatto. Lei mi ha
raccontato questa storia, ed io - lo ricordo
proprio come un flash, mi ricordo la sua
faccia - ho detto no no no, parti. Dopo vieni
su, ci sposiamo e ti raggiungo.”
E così è successo, qualcosa di irrazionale,
dettato dalla disperazione di Emanuele,
perchè si era reso conto che l’Italia davvero
non gli offriva nulla. “Non abbiamo ragionato su di un fatto fondamentale, che io
non avrei nemmeno potuto fare il lavapiatti
o il cameriere, perchè non avevo il permesso di soggiorno. Eppure lei è partita in
questa intesa, in una sorta di ipnosi - perchè guardandoci indietro Ilaria ed io non
possiamo che pensare ad una sorta di ipnosi - e non c’era nulla che i nostri genitori,
nè chi ci stava intorno potesse dire, ed è
questo che ci dicevano, siete pazzi.”
Ilaria è partita, ha incominciato il suo semestre di studentessa, lui ha organizzato il
matrimonio in Italia, senza pensare che
senza il visto dopo tre mesi sarebbe dovuto
tornare indietro. “Tuttavia” continua Emanuele “c’era questa fiducia cieca nel destino, in Dio, nell’America, in qualsiasi cosa,
una situazione che non potrei raccontare altrimenti se non come una forma di estasi
nel senso greco della parola, eravamo fuori
da noi stessi. Lei studiava e insegnava italiano, ci sentivamo al telefono, e nel frattempo ha incominciato a cercare qualche
possibilità per me, ma sentivo questa sua
preoccupazione al telefono perchè diceva:
Campo de’ fiori
‘Non trovo niente, non ci sono possibilità.’ E
io non lo so, perchè trascende da me
stesso, ero tranquillo, e le dicevo ‘Non ti
preoccupare, qualcosa succederà’. C’era
una sensazione dentro di me, che comunque l’America mi avrebbe dato delle opportunità, e quindi ero tranquillo. Sicchè, una
settimana prima che lei tornasse, e mi sposasse - perchè avevamo fissato il matrimonio il 2 gennaio del 2000, e la nostra
partenza per gli USA il 14 gennaio - lo
stesso professore che le aveva proposto di
insegnare e di studiare negli Stati Uniti, è
entrato nel suo ufficio e le ha detto: ‘Ilaria,
abbiamo bisogno di un’altra persona, di un
altro studente che faccia un dottorato, qualcuno che insegni. Conosci qualcuno?’ Abbiamo fatto rapidamente tutte le carte,
saltando anche alcune cose perchè questa
Università aveva bisogno di me.”
Fra le cose non fatte c’era anche l’esame di
inglese, che in quel momento Emanuele
non sarebbe stato in grado di superare. Ilaria è tornata, si sono sposati, hanno ultimato le carte. “Siamo partiti, il primo aereo
che prendevo, e solo la mattina in cui siamo
arrivati e dovevo entrare in classe e fare la
mia prima lezione ho realizzato la situazione.”
Il professore precedente lo ha aspettato per
presentarlo ai suoi studenti e per mostrargli
come avrebbe dovuto insegnare. “Entro in
classe, dico quelle due frasi in inglese che
conoscevo e mi rendo conto che non conoscevo la lingua. Tuttavia, con un ottimismo
tipicamente ‘americano’, ero convinto di saperla molto più di quanto non la sapessi.
Forse per il fatto che capivo le canzoni di
Bob Marley, quando mio fratello le ascoltava, o perché avevo sette in inglese in
quell’unica ora sperimentale che facevamo
alla settimana al liceo, ero convinto che il
mio inglese fosse sufficiente a cavarmela.
Sono entrato in classe, il mio cuore ha in-
23
cominciato a pompare in modo dissennato;
alleggerisce di un bel peso, anche perchè
il professore ha incominciato ad insegnare,
avrebbe dovuto insegnare l’italiano in itae in un’ora non ho capito una sola parola di
liano, e non in inglese. Comincia a seguire
quanto ha detto.”
anche le classi, e dopo tre anni conclude il
Così Emanuele cade nel panico, rendendosi
suo dottorato e il suo studio della lingua inconto che non capiva neanche le domande
glese.
che gli facevano gli studenti. In più, non era
“E’ stata un’esperienza straordinaria, il mio
la classe di Latino 1, ma quella di Latino 2,
apprendimento dell’inglese è stata una
più avanzata. Si rende conto che la settilunga lotta, anzi dopo un paio d’anni, renmana
dopo
dendomi conto
avrebbe dovuto
che i miei proinsegnare una
gressi
erano
materia
che
molto lenti, mi
non conosceva,
sono impegnato
in una lingua
a parlare inglese
che non conoanche a casa.”
sceva. Come
In seguito, lo
svegliandosi da
stesso profesun sonno lungo
sore che li aveva
quattro mesi, si
portati in Inrende
conto
diana riceve una
della follia asproposta
dalsoluta
che
l’Università di
aveva
comBoca Raton, in
messo. Così nel
Florida,
e
week end inco- Le copertine dei due romanzi di Emanuele Pettener editati chiede a Emada Meligrana Editore
mincia a stunuele e a sua
diare
quel
moglie se volatino che avrebbe dovuto insegnare, fagliano seguirlo. Così, armi e bagagli, marito
cendo le prove davanti allo specchio, e ree moglie si trasferiscono in Florida, dove
cupera un po’ del suo innato ottimismo. Il
tutt’ora insegnano presso la Florida Atlantic
lunedì va all’Università, e incontra proprio il
University.
professore che aveva offerto il posto a lui e
Ho conosciuto Emanuele Pettener attraad Ilaria.
verso due dei suoi romanzi, ‘Arancio’ e
“Questo professorone” racconta Emanuele
‘Proust per bagnanti’, che ho avuto il
“forse aveva fiutato qualcosa, perchè mi fa,
piacere di recensire, pubblicati da Meligrana
allora, Emanuele, come va? E io gli dico bè
Editore.
insomma, non male, certo... e meno il can
Due cervelli in fuga, Emanuele e Ilaria; due
per l’aia. Così lui mi dice, senti, in questo
valori che avrebbero potuto ben rimanere
momento c’è un’altra classe in cui un latiniin Italia, ma, si sa, da noi si dice che la culsta sta insegnando italiano. Perchè non vai
tura non rende, e lo si dice anche in matu ad insegnare Italiano 1, e lui insegna Laniera dotta, scimmiottando i latini: ‘Carmina
tino 2?” Non è una cattiva idea, gli fa Emanon dant panem’.
nuele, e in quel momento il suo cuore si
Campo de’ fiori
24
Tele Radio Punto Zero: i souvenirs di chi c’era
Sulla Faggeta di Soriano immaginando Alpi e Pirenei
S
enza Moser nè
di vittorie nella storia del
traumatico distacco
Saronni il Tour de
ciclismo. Per Radio
dall’emittente del fonFrance del 1977
Punto Zero fu invece
datore ed amico
non interessò la
l’inizio di un sempre
Maurizio
Tocchi,
RAI, che non inviò al semaggiore spazio, che lo
l’anno seguente non
guito della “grande bousport trovava nei palinseppi resistere alle lunemmeno
un
cle”
dell’emittente.
sesti
singhe di Stefano
radiocronista. Per Radio
Quell’anno
facemmo
Principalli, che mi
di Secondiano
Punto Zero fu l’occasione
anche in diretta i camconcedeva una ideale
Zeroli
da sfruttare onde allarpionati italiani di atletica
sistemazione presso il
gare il proprio patrimonio di ascoltatori, che
leggera, che si svolgeresidence del Motel
comprendeva essenzialmente le casalinghe
vano nella capitale.
Sassacci, se avessi
ed i giovani; la potente radio di Soriano nel
Seguii nuovamente il
accettato di fare il
Cimino si sarebbe così indirizzata alla vasta
Tour nel 1980, proprio
bis. Ormai il proplatea degli sportivi, che non volevano atnell’estate nella quale si
gramma era ben contendere l’ora di cena per conoscere l’ordine
stava preparando il
gegnato
ed
io
d’arrivo e la classifica della corsa ciclistica
grande
trasferimento
riuscivo praticamente
Il giovane Secondiano Zeroli
più importante al mondo. La mia buona codella Radio a Civita Cain tempo reale a dare
a Radio Punto Zero
noscenza del francese (sono laureato in
stellana. Con Maurizio
i
passaggi
della
questa lingua ed avevo di recente abitato
ed Omero fu trovata la nuova sede in piazza
corsa. La collaborazione di tutti rendeva la
un anno a Nizza) convinse Maurizio Tocchi
Marconi, dove per l’emergenza fu approntrasmissione sempre più dinamica e lo spaa sistemarmi per tre settimane presso l’eletata una camera per il sottoscritto. La RAI
zio che avevo era volutamente maggiore
gante hotel degli Oleandri. Il problema era
infatti continuava a latitare e noi, in ricordo
per via del crescente interesse che stava suascoltare correttamente l’emittente frandel grande successo ottenuto nel ’77, deciscitando la descrizione della corsa. Quel
cese France Inter, che ogni ora a partire da
demmo di ripetere l’esperienza. Stavolta
Tour lo vinse Bernard Hinault con quasi un
mezzogiorno si collegava con la corsa. Sarà
avevo a mia disposizione una potentissima
quarto d’ora di vantaggio su Lucien Van
per l’apparecchio radio piuttosto vecchiotto,
radio nuova fiammante (vedi foto) ed ascolImpe. Dopo pochi giorni dalla conclusione,
sarà per le onde che arrivavano non suffitare France Inter era un vero piacere.
mi arrivò un biglietto dagli organizzatori del
cientemente potenti, ma per avere una
Quell’anno facemmo un grande scoop,
Tour che mi lasciò di sasso. Il Segretario Gebuona ricezione
fummo infatti i
nerale del Tour, Robert Taurand, mi faceva i
spesso
dovevo
primi in Italia ad
complimenti per come avevo seguito la
arrivare fin sulla
annunciare, fin
corsa (vedi foto). Quei complimenti costituivetta della Fagdalle dieci del
scono per me a tutt’oggi un grande mistero.
geta di Soriano e
mattino, che la
Non ho mai capito come la cosa sia potuta
così ad una quota
maglia
gialla
accadere, chi può averli informati e perché.
superiore ai mille
Bernard Hinault
Comunque sia quei misteriosi complimenti
metri potevo in
si era ritirato
mi fecero un grande piacere e credo siano
tutta tranquillità
dalla corsa, anzi
rimasti un fiore all’occhiello nella storia
svolgere il mio la- Il biglietto di congratulazioni inviato, direttamente dalla non
aveva
dell’emittente.
Francia, a Secondiano Zeroli per l’egregio lavoro
voro. Lavoro che
preso il via della
da cronista del Tour de France 1977.
espletavo
con
tredicesima
Sui numeri
grande entusiasmo, perché oltre alla tradutappa, che avrebbe portato la carovana del
51, 52, 53,
zione dal francese avevo anche la possibilità
Tour da Pau a Bagnères de Luchon, per via
54 e 55 del 2008 di Campo de fiori
di interpretare la corsa e di dare pareri sui
di una tendinite al ginocchio destro. Ripepotete rileggere la vera storia intevari protagonisti. Quel Tour lo vinse Bernard
temmo la notizia fino allo sfinimento, poiché
grale dellemittente Radio Punto Zero,
Thévenet con soli 48 secondi di vantaggio
sapevamo che la RAI ne avrebbe parlato
curata nei minimi dettagli dal giornalisull’olandese Kuiper e con 3 minuti e 22 sesolo nel corso dei telegiornali e dei radiosta Secondiano Zeroli, fin dallinizio, e
condi sul belga Van Impe. Eddy Merckx, già
giornali della sera. Il Tour del 1980 fu così
per tanti anni, al servizio della storica
battuto due anni prima dallo stesso Thévevinto dall’olandese Joop Zoetemelk, un
Teleradio Punto Zero. Le rivista sono
net, giunse soltanto sesto ad oltre 12 mieterno secondo finalmente agli onori della
consultabili
on line sul nostro sito
nuti. In pratica quel Tour segnò la fine della
vittoria.
www.campodefiori.biz.
carriera del corridore con il maggior numero
Benché fortemente perplesso a seguito del
ESCLUSIVO
I viaggi di Danilo
Magic Havana
Girando per le strade della capitale cubana
(Hotel Inglaterra, ore
22.00)
ndomita, abbandonata, pulsante,
ciarliera, erotica,
misteriosa, tentatrice,
popolare,
di Danilo
selvaggia, libera, tolleMicheli
rante, decrepita, pittoresca, romantica, latina,
danilomicheli@
coloniale, oziosa, affolyahoo.it
lata, notturna, venduta e
comprata.
E’ tutto questo l’Havana, ad ogni aggettivo
apparentemente negativo ne corrisponde
un altro che ti invita ad insinuarti tra i suoi
rami per scoprirla a piedi: tra i vicoli, le
buche, le pozzanghere, i palazzi squarciati,
i muri aperti che indovinano case sotto i
portici ad un passo dai marciapiedi brulicanti, o in mezzo ad auto e carcasse di auto
anni ’50 che portano passeggeri provvisori
lungo il “malecon” tra ragazze che improvvisano autostop verso un’alcova, mentre intere famiglie appollaiate su biciclette
tornano a casa verso il tramonto se hai il
tempo di guardare la dignità nei loro occhi.
Le domeniche ultradeserte di tutti i paesi
I
del mondo si animano verso sera sul lungomare, qui sono come i Sabati, perche il lunedì non c’è lavoro e c’è tempo di prepararsi
per le avventure della notte.
Bisogna guardare negli scaffali vuoti dei negozi
per
capire
l’economia
del
momento,non lungo il “malecon” dove la
vita quotidiana per nulla intimorita dalle necessità materiali, si permea di emozioni fino
a quando noi stranieri non mettiamo le
mani in tasca e ci vogliamo comprare anche
le sensazioni.
E’ un incontro a cui sanno giocare i cubani,
il contrario di come lo vediamo noi: poveri,
illusi, poeti decadenti; stiamo al gioco e paghiamo sconfitti o ci rifugiamo nei sogni tormentati, senza aver colto.
Meglio una purezza frustrata o un’avventura amara vissuta?
Qui le emozioni e i contrasti sono forti e
provocano altalene di umori, e la visione di
questa città è quello che vi succede .Ti coinvolge, è un tuffo nel tempo che non ti dà il
senso, l’ordine degli avvenimenti del presente, te li scarica addosso da un passato
dimenticato; ti sommergono e non hai il
tempo di catalogarli,razionalizzarli ,allora si
accavallano così velocemente che li ritrovi
ammucchiati disordinatamente solo quando
sei solo in camera, sotto la doccia, sul letto
protetto dalle riflessioni. Ed è lì che mi sono
rifugiato per ritrovare me stesso.
26
Campo de’ fiori
Ecologia e Ambiente
I
Quante nocciole nella Tuscia!
n questo ultimo decennio nella Tuscia
si sta verificando
un enorme produzione di nocciole e dove
prima cerano pescheti,
uliveti, vigneti e frutteti,
di Giovanni
ora spuntano piantine di
Francola
nocciolo. Piccoli o grandi
[email protected] terreni sono stati attrezzati per far crescere
queste piante, verdi nel periodo caldo e con
rami spogliati nei mesi freddi. Non vorrei
che a forza di produrre nocciole il nostro
territorio si dimentichi di tutto il resto e che
si venga a creare una sovrapproduzione di
prodotto al punto di abbassarnr il prezzo finale di vendita.
Al di la di questo interrogativo futuro e di
come pian piano il paesaggio sta mutando
sotto i nostri occhi, mi chiedo: quanti trattamenti fitosanitari ha bisogno questa
pianta durante il periodo dell’anno per dare
un buon raccolto?
Si può essere certi che tali trattamenti non
siano nocivi alla popolazione e agli stessi
agricoltori, visto che le malattie del nocciolo
sono sempre in agguato e non solo per le
piante? Le principali avversità del nocciolo
sono sostanzialmente parassiti animali
(acari e insetti), funghi e batteri.
Questi di seguito sono alcuni nomi di parassiti: Eriofide del nocciolo (Phytoptus
avellanae). A fine marzo, inizio aprile, avviene il passaggio degli acari dalle gemme
colpite a quelle in via di formazione, sui
nuovi rametti. Aprilo (Agrilus viridis), le cui
larve scavano sulla corteccia profonde gallerie
interrompendo i vasi linfatici, provoca l’ingiallimento della chioma.
(Curculio
Balanino
nucum), l’adulto è di colore marrone e ha un
corpo munito di rostro
che consente alle femmine di forare il guscio
della nocciola non ancora duro e deporvi le
uova. Cimice del
nocciolo, il cimiciato si presenta
quando le punture delle cimici
sono in una
fase avanzata di
sviluppo
del
frutto.
Ma poi ci sono anche
altri parassiti, soltanto
per citarne alcuni: la Cerambicide del nocciolo, il Rodilegno, la Falena, la Cocciniglia.
Ma non basta qui ci sono anche parassiti
fungini: Oidio (Phyllactinia guttata), i sintomi
di questo parassita si manifestano prevalentemente sulle foglie, Gleosporiosi (Pigotia
corali), le gemme colpite da questo parassita si presentano imbrunite, questi attacchi
si manifestano soprattutto nelle annate
umide e nei noccioleti di fondovalle.
Per concludere c’è anche l’Armillaria mellea;
le piante colpite presentano scarso vigore
vegetativo con un appassimento della
chioma e infine la Cytospora corylicola che colpisce prevalentemente
vecchie coltivazioni, con la comparsa delle caratteristiche macchie
estese di cole bruno rossastro.
Come si è ben visto sono davvero
tante le insidie per questa pianta,
come sono molteplici i trattamenti da
fare, anche se la revisione della normativa
europea in materia di agrofarmaci ha cambiato la strategia di difesa del nocciolo e
molti dei principi attivi finora utilizzati sono
stati revocati, o hanno subito drastiche restrizioni di impiego.
Capisco che queste coltivazioni sono un
economia reale per i nostri territori, però mi
auguro che chi è intento a fare, ogni anno,
sempre un maggiore raccolto, sia anche attento a fare un trattamento sempre più responsabile, per non recare danno alla sua
salute ed a quella di chi, di nocciole, non ne
ha neppure per farne un dolce.
28
Campo de’ fiori
La natura: un carburante per l’anima
Ecco come ricaricarsi mentalmente e spiritualmente
C
he il camminare
faccia bene un
po’ a tutto il nostro organismo
è un dato certo
e comprovato, sappiamo
ormai che passeggiare
una mezz’ora al giorno è
di Fabiana
un toccasana per la nostra
Poleggi
salute, apporta benefici
alla nostra circolazione, alle articolazioni,
previene malattie come l’infarto e l’ictus,
mantiene il tono muscolare, ci tiene in
forma, insomma una terapia sana e consigliata.
Se a tutto questo però aggiungiamo un
bosco ecco che i benefici si moltiplicano.
Secondo uno studio coordinato dall’University of Rochester, immergersi nella natura
anche per breve tempo, aiuta le persone
non solo a migliorare la propria salute fisica,
ma a ricaricarsi mentalmente e spiritualmente
fino a riprendere energia sentendosi più vitali.
Il contatto col bosco o
con la campagna, riesce
ad aumentare la vitalità
e a ridare energia anche
su persone che lamentano stati di debolezza o
di forte stress; i ricercatori americani lo
hanno verificato testando l’influenza dei boschi e della campagna su 537 studenti,
coinvolti in cinque diversi esperimenti : ad
alcuni ragazzi veniva chiesto di svolgere
un’attività in classe, ad altri lo stesso lavoro
all’aperto in un bosco, ne è emerso che non
solo il gruppo che aveva lavorato all’aria
aperta aveva terminato il lavoro più velocemente, ma che al termine nessuno si sentiva stanco, anzi tutti si sentivano carichi di
energia. Lo stesso studio ha inoltre evidenziato che 45 minuti di passeggiata nei boschi, per tre volte la settimana, con il
movimento fisico e con l’ossigeno sprigionato dalle piante, irrorando il cervello aumentando notevolmente le capacità
cognitive, sensoriali e di concentrazione.
Dunque si rende urgente l’esigenza di costruire aree residenziali e di lavoro più «ecologiche», con giardini e parchi a portata di
mano.
Il professor Gherardo Amadei, professore
associato di psicologia dinamica all’Università di Milano-Bicocca afferma che in moltissimi casi di malattie psicologiche, restare
a contatto con la natura anche per un breve
periodo al giorno, aiuta a far ritrovare quella
tranquillità d’animo che
spesso neanche i farmaci
riescono a ristabilizzare.
Quando i muscoli si attivano, producono molecole importanti come le
endorfine e la serotonina
che risollevano l’umore.
Chi cammina con regolarità nota una diminuzione
dello stress e della depressione, dorme meglio e vede la vita mentalmente ed emotivamente in modo più positivo.
Ma senza andare troppo lontano, anche noi
spesso quando ci sentiamo stanchi, o se abbiamo difficoltà di concentrazione, magari
ricorriamo ad un caffè, per tirarci un po’ su,
ma in realtà la soluzione l’abbiamo a portata
di mano. Le nostre campagne, i nostri boschi, sono ricchi di sentieri, basterebbero 20
minuti al giorno di passeggiata tra gli alberi
magari in compagnia di un amico per ridurre i nostri disturbi nervosi, il nostro
stress e per ridarci vitalità.
Quella che oggi viene chiamata “psicologia
ambientale”, non è altro un ricollegarci con
quell’ambiente di cui noi facciamo parte, ma
che troppo spesso dimentichiamo presi
dagli impegni di ogni giorno, dal traffico, dai
telefonini e computer che monopolizzano il
nostro tempo, la natura però non si dimentica di noi, ed ogni volta ci accoglie sempre
benevola riportandoci a quelle che sono le
nostre origini. I nostri avi questo lo sapevano bene, scandivano la loro esistenza con
i ritmi della natura e tutto rientrava in una
armonia cosmica.
“In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca” diceva
Jhon Muir ingegnere, naturalista e scrittore
scozzese dell’800.
Adottiamo dunque questa terapia benefica
per il nostro organismo, lasciamo che sia la
natura a curare i nostri malesseri e riprendiamo il nostro filo conduttore con i boschi,
con la campagna, lasciando a casa tutto ciò
che appesantisce la nostra esistenza, concedendoci un carburante per l’anima.
Campo de’ fiori
29
Come eravamo
E
Quando Civita vinceva l’Oscar
rano gli anni
‘50/’60, a Civita
Castellana potevamo
ritenerci fortunati,
perché avevamo due sale
cinematografiche, e a
di Alessandro
quei tempi, così avari di
Soli
svago e divertimenti, questo rappresentava il massimo per noi ragazzi di provincia.
Quanti ricordi affiorano nella mia mente!
Cercherò, come ho fatto finora, di rievocarne alcuni per farli uscire dal dimenticatoio in cui i miei coetanei li hanno relegati,
e cercare di stimolare sentimenti nelle
nuove generazioni.
Il Cinema Teatro Florida antico palcoscenico di piccole recite scolastiche e amatoriali, usato anche come cinema, ha
rappresentato da sempre il luogo deputato
per fare teatro, perché dotato di una acustica perfetta, limitato nella capienza, con
tanto di sipario e camerini, una bomboniera, rispetto al maestoso Cinema Flaminio, il vero tempio della “settima
arte”.
Ricordo ancora quando fu proiettato il
primo film in Cinemascope, con la sala
ristrutturata, e questo grande schermo rettangolare, che non finiva mai, dove Robert Taylor, Mel Ferrer, e Tony Curtis,
attori dell’epoca, ci facevano rivivere le
gesta di Re Artù e Lancillotto, il tutto in
Tecnicolor.
A quei tempi non c’era l’aria condizionata,
ed ecco il soffitto del cinema si apriva
come per incanto, e l’afa estiva si trasformava in brezza, e di sera altre stelle brillavano insieme a quelle della Lux Film.
Altro ricordo particolare, fu il cosiddetto
film tridimensionale: pellicole particolari
visibili con speciali occhialetti di cartone
e plastica colorata, che ci venivano dati
all’ingresso in sala.
Per noi l’andare al cinema era allora un
rito, l’avvenimento “cult” della domenica
pomeriggio.
Nella mia poesia “Civita mia” do una
pennellata a questo avvenimento dicendo
“’e domeniche doppo pranzo, fatte de
spinte, pe’ entrà ar cinema Flaminio”. Già, perché noi eravamo lì accalcati davanti alle porte di ingresso in
legno e vetro due ore prima dell’inizio
del primo spettacolo, tutti tesi nell’immane sforzo di entrare per
primi ed occupare i posti migliori, non appena veniva
aperta mezza porta. E’ doveroso a questo punto ricordare
vari personaggi che hanno
fatto la storia e, per certi versi,
la fortuna del Cinema Flaminio, a cominciare dalle famiglie
Fasoli, i custodi della sala, i cui
rampolli Franco e il cugino
Mario, nostri coetanei, erano invidiati da tutti, perché abitando
nello stabile, potevano vedere, e
gratis, tutti i film proiettati, seduti
comodamente, e senza incorrere
nell’esclusione per i film allora vietati ai minori di anni 18.
Poi la dolce cassiera, la Sig.na Ines
Mariani alla quale porgevi le monete per il biglietto, per anni e anni
sempre uguale, sempre lo stesso,
con stampigliato il timbro S.I.A.E. e
la maschera della musa del cinema,
ad essa chiedevi subito se
la sala era piena, oppure
quando iniziava il film.
Sciocche domande, certo
non fatte da noi, che entrando per primi , di corsa
e vocianti, ci imbattevamo in colui che rappresentava la maschera per
antonomasia:
Alessandro
Zitelli
detto”Lisandro Cacarella.”
Sinceramente non so il motivo di quel soprannome, se dato per motivi fisiologici,
ma per noi la “cacarella” era quella che
ti faceva venire, quando, col suo frustino
di bambù ti minacciava se parlavi in sala
durante il film, oppure non lasciavi il posto,
quando terminato lo spettacolo, volevi rivederlo daccapo, noncurante della gente
che stava aspettando in piedi.
Per quanto riguarda gli operatori alla
macchina di proiezione, noi fisicamente non li vedevamo mai, perché stavano lì sopra alla galleria,
tra “ pizze” da avvolgere e
obiettivi da mettere a
fuoco, ce ne accorgevamo
però quando saltava la pellicola,
o peggio ancora, quando la lente
la bruciava , perché passavano
interminabili minuti prima della ripresa del film. Una menzione particolare voglio darla ad altri due
personaggi, Pietro Paternesi e
Giovanni Morganti (per i civitonici,
quello che venneva i fichi d’india
co’ canestro) addetti al trasporto
dei cartelloni con le locandine dei film
in piazza Matteotti., lavoro manuale,
ma utilissimo, perché attraverso quella
grande bacheca ambulante passava la
programmazione dei films.
Certo erano altri tempi! Ora andare al
cinema non è più un avvenimento; nei
piccoli paesi addirittura è un’abitudine
che sta scomparendo, perché soppiantato dalle multisale e dal noleggio dei
vari CD, o DVD. Ma il fascino
per il grande schermo resterà
sempre e, se il Cinema finora
ha resistito all’urto di nuovi
svaghi e divertimenti, lo deve
in piccola parte anche a noi
“giovani degli anni ‘60”,
che facevamo a spinte per
entrare ed uscivamo dal Cinema Flaminio con la lingua lessata da
quattro cucchiai di bruscolini (semi di
zucca salati) o addolcita da due sgummarelli de lupini (fusaie).
Aò, noi eravamo felici così!
30
Campo de’ fiori
Parliamo di Funghi
con Giampietro CACCHIOLI, micologo
I
Leccini fanno parte della Famiglia delle
Boletaceae (come i porcini) e in Italia
sono presenti con circa 20 specie.
Questi i caratteri specifici:
Taglia: di consueto snella, con
•
gambo lungo e sottile specialmente negli
esemplari giovani, cappello sempre rotondeggiante che raggiunge le dimensioni definitive solo a maturità.
Imenio: (la spugnetta sotto il
•
cappello dove si producono le spore ) è
colore bianco-grigio , bianco ghiaccio;
solo in alcune specie giallo.
•
Gambo: in tutte le specie è
ornato da piccole asperità, arpioncini,
scagliette, granulazioni, (gambo a raspa
di falegname) che si apprezzano anche al
tatto. Decorazioni più o meno sollevate,
erette, fitte con colorazioni, tendenti al
grigio-nero, che spesso si staccano nettamente dal colore di fondo. Talvolta, specialmente alla base del gambo, sono
presenti macchie (sia all’esterno che all’interno nella carne), più o meno grandi, di
un verde – blù più o meno intenso; a volte
rossastre.
•
Carne : biancastra o gialla, se
tagliata o premuta vira facilmente a
toni
rosa-salmone-lilla
(solo
in
pochissime specie non si ossida decisamente ), poi incupisce sempre più fino a
tonalità bruno-nerognole.
•
Habitat: Sono funghi simbionti
di numerose latifoglie ma in particolare dei
pioppi, lecci, sughere, carpini betulle,
e di alcune aghifoglie in particolare abete
rosso.
•
Commestibilità: Sono tutti
commestibili ma la cottura deve essere
prolungata scartando il gambo che è sempre molto coriaceo. Durante la cottura
tutte le specie diventano più o meno
nere.
•
La specie più comune nel nostro
territorio è il Leccinum lepidum, seguito
da Leccinum carpini e Leccinum aurantiacum; più raro il Leccinum duriusculum perchè simbionte solo del Pioppo
tremulo.
Leccinum lepidum (dal latino lepidus:
gradevole, amabile ).
E’ molto apprezzato; è il “leccino per eccellenza” molto legato alla presenza del leccio
I Leccini
(Quercus ilex); nelle "leccete" cresce da fine
estate per tutto l’inverno. Ha un cappello
di forma rotonda color ocra-giallastro
fino a tonalità dal bruno-scuro al marrone
tanto che alcuni, rinvenendolo, pensano di
aver raccolto un “porcino”. La superficie del
cappello risulta irregolare con un tipico aspetto "martellato", a fossette; con la
pioggia diventa lucida e decisamente viscida. I pori della
spugnetta (imenio)
sono
gialli
e
scuriscono con la
maturazione delle
spore. Il gambo
giallo, è decorato
con minutissime fibrille gialle che si
confondono con il colore di fondo.
La carne è gialla,
ma al taglio vira
lentamente
al
rosa pallido sia
nel gambo che
nel cappello;
dopo un poco il
rosa si accentua fino a diventare ocra livido.
Leccinum carpini (perché associato al
carpino; sia Carpinus betulus che Ostrya
carpinifolia). Specie molto diffusa nella macchia mediterranea, da noi si rinviene fin
sulla riva dei torrenti.
Cappello con superficie corrugata, ricca di
avvallamenti, fossette e grinzosità ben visibili.
Gambo tipicamente decorato con aculei
nerastri.
Carne
fortemente
ingrigente in tutto il
fungo sia incisa
che solo contusa.
Non molto apprezzato per il marcato annerimento in cottura; i giovani esemplari sono
migliori ma il gambo deve essere comunque
scartato.
Leccinum aurantiacum (dal latino =
aranciato) per il colore del cappello, per
questo detto anche
“porcinello rosso”.
Fungo inconfondibile
per il portamento
slanciato (da giovane ricorda un
fiammifero), alto
fino a 30 cm e per
il bel colore del
suo
cappello
rosso o brunomattone
nelle
diverse tonalità e
combinazioni fino
a raggiungere un colore rosso - brunastro o
grigio - brunastro. L’imenio ha pori bianchi,
bianco – grigiastri, poi grigio - gialli. Le
squame bianche del gambo virano lentamente al rosso, rosso-brunastro e contrastano col bianco del
gambo sottostante alla
cui base spesso appaiono sfumature verdi
- bluastre. Cresce sotto
Pioppo (Populus alba,
Populus tremula).
Leccinum
duriusculum (dal latino:
alquanto duro),
per la sua consistenza. Si tratta
di un fungo robusto dal cappello regolare,
emisferico, dai
cromatismi grigio brunastri – beige, con sfumatura ocracea.
E’ tipico per la
carne
bianca
che al taglio
vira
rapidamente
passando
dalle
sfumature del
rosa - rossastro al grigio - nerastro e
per l'habitat di crescita che sembrerebbe
esclusivo del Pioppo tremulo (Populus tremula). La spugnetta (l’imenio) s'interrompe prima del gambo con pori biancastri (color ghiaccio) in gioventù che
tendono
a
scurirsi con l'età.
Gambo robusto
e slanciato, ricoperto da fine
punteggiatura
nera, tipicamente
macchiato di
verde bluastro alla base.
Campo de’ fiori
31
Langolo del Collezionista
Le Litofanie
M
i sono “avvicinata” al mondo
delle litofanie lo
scorso 8 Dicembre, quando sono andata
a Milano alla Fiera dell’Artigianato,
ho
deciso,
quindi, di “scoprire” questi
di
Letizia Chilelli oggetti insieme a voi..
Le prime litofanie nascono
intorno al 1827 per opera di Charles De
Bourgoing che brevettò per primo questa
tecnica di lavorazione per la porcellana: si
tratta di un complicato lavoro di incisione
prima su di una superficie di cera, che viene
colata su di una lastra di vetro retroilluminata in cui è stato disegnato il soggetto,
questa cera viene poi incisa seguendo il disegno, ma soprattutto facendo attenzione a
renderla, in alcuni punti, più sottile che in
altri, in modo da poter creare dei veri e propri giochi di luce, fatto questo si passa al
colaggio del gesso sulla cera scolpita, in
modo da creare un stampo a rilievo; in questo calco, viene poi colata la porcellana liquida che andrà a formare la vera e propria
litofania.
Come dicevamo, si tratta di veri e propri
giochi di luce che si hanno a seconda che
la superficie venga più o meno illuminata,
anzi, spesso i particolari, che senza fonte di
illuminazione non sono visibili, vengono
proprio svelati dalla luce.
Il periodo in cui le litofanie vennero usate
in maniera molto “assidua” furono gli anni
dal 1828 al 1865. Si potevano trovare in vari
oggetti come teiere, tazze, paralumi, finestre, fino ad arrivare ai “parafaville” per i camini, anche se in realtà le prime litofanie
nacquero come piatti.
Le scene rappresentate sono tantissime,
così come i personaggi, anzi, spesso varie
litofanie formavano veri e propri racconti. In
Italia venivano prodotte da Doccia. Ora se
ne possono trovare di tanti generi, spesso
piccole (come quelle che ho avuto modo di
apprezzare io a Milano) in cui si può mettere una piccola candela (tea-light) che al
momento dell’accensione regala vere e proprie piccole opere d’arte.
Oltre alla porcellana sono bellissime anche
quelle in legno, tipiche dei villaggi alpini,
esse vengono costruite con legno di Balsa:
si attaccano varie figure ricavate da fogli di
legno di vario spessore su di una sottilissima
pellicola di legno, si monta tutto su di un
rullo dove al centro viene messa una lampada, che una volta accesa, con il suo calore, oltre ad accende l’immagine la fa
muovere dando “vita”, appunto, all’immagine stessa; molto famose sono quelle a
tema natalizio.
Ultima curiosità prima di salutarci: il mercato delle collezioni delle litofanie è molto
vario e ricercato, pensate che alcuni pezzi
possono valere dai 200 euro fino ad arrivare
alle migliaia di euro, conviene, quindi, cominciare a guardarsi intorno, magari le
avete già in casa e non sapevate di possedere un piccolo tesoro!
(Bibliografia: Milano Finanza, articolo del
31/07/2013; Erkki Huhtamo Elementi di schermologia Verso un’archeologia dello schermo a
cura di Roberto Terrosi, Guida Touring Le città
della ceramica, Touring Club Italiano).
Come sempre, prima di congedarci, vi rinnovo l’invito nel salottino del mio blog:
http://bonbontonmania.blogspot.it/ con
tante idee, consigli e ricette per essere sempre al passo con i tempi, perché ricordiamo
che l’educazione, il buon gusto e la buona
cucina, non passano mai di moda!!!
L a pizza di Pasqu a
Ci sono varie versioni di questo dolce tipico pasquale, questa è la ricetta della mia carissima amica Marzia
Marchetti da Fabrica di Roma.
Ingredienti :
-
5 uova, più uno;
500 ml di latte;;
100 grammi di lievito di birra;
250 ml di liquore;
1 bicchiere di olio;
2 limoni non trattati;
farina, circa 1,9 kg;
canditi/ cioccolato 500 grammi circa;
600 grammi di zucchero;
una bustina di lievito per dolci.
di Letizia Ch
ilelli
In cucina:
Quattro stampi per pizze dolci da un kg.
Procedimento: In una terrina, impastare il lievito di birra, l’uovo in più,  del latte e la farina q.b. in modo da formare una palla e lasciatela lievitare finché non raddoppierà il suo volume. Lavorate nel frattempo le altre uova, lo zucchero, la buccia grattugiata dei limoni, il liquore, il resto del latte,
l’olio e il lievito per dolci, aggiungete, poi, l’altro composto fatto precedentemente lievitare, la farina ed impastate tutto nuovamente, lasciando poi lievitare di nuovo il tutto per due-tre ore. Unite al composto, una volta lievitato i canditi o il cioccolato, mettete l’impasto nelle forme e fate lievitare le vostre
future pizze per una notte intera, coperte e in un luogo senza correnti d’aria. Il mattino successivo preriscaldate il forno a 180 gradi ed infornate per 45
minuti circa o finché i vostri “funghi” (questa è la caratteristica forma della pizza pasquale) non abbiano raggiunto un bel colorito marrone.
Consiglio Pratico
Il pentolino del latte si è incrostato?
Niente paura! Prendete dei fondi del caffè, metteteli sulla parte “bruciacchiata” e strofinate con della carta casa, l’incrostazione sparirà!
Campo de’ fiori
32
Working in Internet ... It is possible!
Marketing ma non solo, ecco tutti i lavori da svolgere on line
C
ontinuiamo a
trattare l’argomento
di
come “inventarsi” un lavoro sfruttando il mondo
delle Rete.
di Patrizia
Caprioli
Nel mio girovagare all’interno della moltitudine di
miriam23_1972@ risorse che possiamo troyahoo.it
vare in Internet, ho trovato un sito wikiHow
(http://it.wikihow.com/Pagina-principale )
che si basa sulla tipologia dei Wiki ( tipo le
pagine dell’Enciclopedia Wikipedia), dove è
possibile imparare a fare qualsiasi cosa, ovviamente sono mini corsi e mini pratiche su
vari argomenti e tematiche. E’ possibile
anche partecipare alla creazione stessa
delle voci di questa Guida Tuttologa in Rete.
All’interno di wikiHow, vi vorrei segnalare
la pagina dedicata su “Come Ottenere un
Lavoro nel Mondo dell’Informatica”, dove
dopo gli iniziali suggerimenti su come affrontare un colloquio di lavoro da informatico, vi segnala passo passo quali sono i
lavori pratici nel mondo dell’Informatica, per
i quali è necessario seguire dei corsi scolastici o riconoscimenti per certificare il livello
delle vostre conoscenze.
La pagina la potete trovare al seguente indirizzo: http://it.wikihow.com/Ottenere-unLavoro-nel-Mondo-dell’Informatica#Lavori
ZZZZ
ZZZZZZ
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ZZZZZZ...
LA
ZANZARA
TE
N
E
N
I
T
R
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IMP
Seconda Parte.
_nel_Campo_dell.27Informatica_sub
Qui di seguito vi riporto una parte delle interessantissime voci trovate:
Data Entry – questo lavoro può essere
svolto praticamente da chiunque. Consiste
nel prendere le informazioni contenute in
un archivio e trascriverle sul computer.
Molte persone che hanno cominciato con
questo ruolo sono
arrivate a rivestire
delle posizioni alte
nei dipartimenti informatici, ma questo
succedeva maggiormente in passato,
oggi è difficile.
Lavoro segretariale/amministrativo – questa posizione
implica alcune conoscenze di base della gestione di un ufficio. Non solo bisogna capire
le fondamenta dell’utilizzo del computer e
qualche applicazione, in genere occorre
anche saper svolgere mansioni come scrivere sotto dettatura, rispondere al telefono,
redigere lettere e mantenere tutto organizzato. In termini di abilità informatiche, bisogna saper usare, almeno, i programmi di
scrittura e di gestione dei conti e i database.
Le persone che ricoprono questo ruolo
spesso possono diventare manager, organizzatori degli incontri o membri del dipartimento delle risorse umane. Naturalmente
è possibile passare anche alle aree informatiche mainstream, particolarmente al QA e
al Testing.
Power User – non è tanto una posizione
quanto uno status di un utente estremamente esperto di (tipicamente) Microsoft
Office e di strumenti simili. Gli user avanzati
acquisiscono familiarità con la programmazione
dei
computer cominciando
con la programmazione
delle macro di
Excel e dei
database di
Access. Possono ricoprire
un ruolo molto importante nelle piccole imprese imparando queste abilità e cominciare
anche a lavorare come consulenti presso
altre compagnie guadagnando abbastanza
bene sin dall’inizio.
Servizio clienti/Vendite telefoniche –
queste posizioni di solito pongono un’enfasi
maggiore sulle abilità al telefono rispetto a
quelle informatiche, ma occorre saper usare
almeno un po’ il computer.
E la pagina continua con un’altra decina di
voci tutte interessanti da visualizzare e valutare.
Buona ricerca a tutti!
33
Campo de’ fiori
PRESENTAZIONE ALTA MODA
GLI ACCCESSORI FIRMATI
SCARLATTI BLEU NUIT
G
Il Patron Mino Cartelli con il team di Reginetta dei 2 Mari
ran Galà di classe e stile, tante
le novità che si sono presentate
il 28 Febbraio presso l’Hotel Nicolardi a Scorrano (Lecce). Ancora una volta le sorprese e le
emozioni sono state tantissime. L’Associazione Sviluppo e Territorio, organizzatrice di
“Reginetta dei 2 Mari”, concorso di bellezza,
moda, canto, recitazione e danza alla II edizione, a meno di tre mesi non si è fermata.
E’ una vera fucina di idee per lo sviluppo
della cultura, della moda e dell’arte e si adopera a tramandare le tradizioni della splendida terra del Salento, e non solo. Tutto
questo grazie alla geniale e colta persona di
Mino Cartelli, Patron del concorso “Reginetta dei 2 Mari”, coadiuvato da un team
di grande spessore, nel quale ognuno
svolge il proprio ruolo, per dare il massimo
nella riuscita delle serate, compresi gli
Agenti del Lazio, della Sicilia, della Campania, della Calabria, della Puglia e l’ufficio
stampa, i fotografi, gli scenografi, ecc…
Protagoniste le Reginette che con il loro sorriso e fascino conquistano il pubblico. La serata è stat impreziosita da musicisti,
Luna Fiore con Giovanna Lauretta
cantanti, attori, ballerini, artisti di indiscutibile talento. Altri pilastri, delle prestigiose
serate sono gli stilisti. L’eclettico ed elegante
Gino Longo, che con la sua fantastica collezione di classe ci fa rivivere la Dolce Vita
dei mitici anni ‘60. La stilista Daniela Melcore, con abiti dai colori splendidi; unico è
stato, infatti, il suo evento itinerante “Vip
per un’ora”, dedicato alle ragazze che si
sono sentite protagoniste per un istante. E
infine, il romanticismo, l’eleganza e l’emozione del giorno più bello che ogni ragazza
sogna, con gli abiti meravigliosi di Sposanova di Luigina Epifani.
L’Hotel Nicolardi si è trasformato, poi, in un
prestigioso salotto televisivo: un set impeccabile per la diretta su Tele Onda canale 90.
Stile, bravura e simpatia per la solare conduzione di Luna Fiore, insieme al carismatico Ivan Bonetti. Unica protagonista di
questo bellissimo evento è stata la presentazione del 1° numero bimestrale periodico
di cultura, moda, arte e tradizione popolare
che Sviluppo e Territorio si prefigge di divulgare e tramandare.
Altro bellissimo momento, l’anticipazione
Il Patron Mino Cartelli con la regista Marcella Mitaritonna e l’attrice Antonella Bruni
del documentario “Oltre l’orizzonte, la vita
di Maria Maddalena”, prodotto da Sviluppo
e Territorio, le cui riprese inizieranno nel
mese di Maggio, per la regia di Marcella Mitaritonna.
E infine il momento più atteso: la presentazione dei 2 marchi di Alta moda (Accessori
d’Arte) Bleu Nuit e Scarlatti. Bleu Nuit, una
griffe linea uomo di qualità, dal ricercato designer, con tessuti pregiati lino-seta, firmata
Gino Longo per Scarlatti.
Scarlatti, pittore della moda, ha esposto le
sue opere in tutta Europa. I suoi disegni originali vengono riprodotti su seta, giorgette
di seta, velluto per realizzare foulard, stole
e parei unici. Un ringraziamento al Direttore
artistico della griffe Scarlatti, Giovanna
Scarlatti, al Presidente di Sviluppo e Territorio, Stefania Iasella, al Patron Mino Cartelli, ed alla art director Luna Fiore.
Le reginette seguendo tutto il percorso di
selezioni e finali, potrebbero essere le testimonial per la pubblicità su cartellonistica
della griffe Scarlatti, Bleu Nuit in tutta Italia.
Giovanna Lauretta
Diretta televisiva di Tele Onda inaugurazione bimestrale di Sviluppo e Territorio
34
Campo de’ fiori
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
X 1999 di CLAMP - edito da JPop
K
18 volumi, in corso
amui Shiro è un ragazzo di sedici anni che torna a Tokyo dopo
una lunga assenza e dopo aver perso i genitori. Un oracolo
ha predetto al giovane che il suo destino si compierà nella capitale e infatti, grazie all’aiuto di due profetesse, Kamui capirà
di essere l’elemento cruciale di una battaglia epocale. Da molti
anni, due fazioni di potenti combattenti ESP lottano per il controllo del
mondo; i Draghi del Cielo desiderano salvare l’umanità a discapito della
natura, mentre i Draghi della Terra sono convinti che l’estinzione del gedi
Daniele Vessella nere umano possa essere la chiave per mantenere in vita l’intero pianeta. Con un titolo che complessivamente ha venduto circa 12 milioni di
copie, le CLAMP ci trasportano in un mondo violento e magico, tra personaggi legati da
un destino crudele e indissolubile, coinvolgendoci come sempre con disegni estremamente
eleganti. Preparatevi alla battaglia del secolo! (Trama tratta dal sito dell’editore).
Scoppiettante ed emozionante. Il destino si può cambiare? Bisogna accettare la morte e
la sofferenza? Il futuro è già scritto e inevitabile? Oppure sono le scelte umane a fare la
differenza? Queste sono le domande che ci pone il manga evidenziando una struttura narrativa matura e di ampio respiro in cui i personaggi sono caratterizzati in maniera magistrale tanto da avere dubbi sulla battaglia che stanno combattendo e questo rende X 1999
unico e impedibile!
Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/
Zelda,
il simbolo delle donne nel mondo dei video games
I
n questo nuovo millenio pieno
di violenza, sopratutto verso le
donne, ho scelto l‘immagine
della Principessa Zelda, anche
lei originariamente vittima di
violenza. La leggenda narra che le tre
Dee (Din, Nayru e Farore), fautrici del
mondo di Hyrule che prima era nel
Caos, lasciarono al popolo degli Hylia,
ritenuto più vicino alle divinità, una reliquia sacra per governare il mondo.
Chi avesse regnato, avrebbe ricevuto
da essa la forza, la saggezza e il coraggio.
Il Re nelle cui mani si trovava la reliquia,
prima di morire, però, spezzò in tre parti la
triforza, donando la Forza al figlio maggiore
e la saggezza alla figlia minore, Zelda. Un
mago venne a conoscenza di un colloquio
che Zelda ebbe con il padre in punto di
morte, durante il quale, probabilmente,
avesse potuto rivelare alla figlia dove era
nascoto il secondo frammento. Il fratello, allora, interrogò Zelda la quale però non sembrava effettivamente sapere nulla. Ma il
mago, non convinto, andò di persona ad interrogarla, lei, però, non rispose e lui minacciò che l’avrebbe addormentata in un
sonno dal quale non si sarebbe più svegliata. Il mago iniziò a lanciare l’incante-
simo, a quel punto il principe capì quali
erano le sue vere intenzioni e lo uccise, ma
l’incantesimo ormai era stato lanciato. Subito sotto le mura del castello, arrivarono le
armate di Ganon, il principe delle Tenebre
che riuscì a sfondare le mura e prese il castello con entrambe le due parti della Triforza! A quel punto il principe con l’aiuto
degli Antichi Saggi e i Cavalieri Hylian, iniziò
quella che fu chiamata “La guerra dell’Imprigionamento”. Essi marciarono contro le
armate di Ganon per riprendersi il proprio
regno e riportare la pace. Ma Ganon era riuscito a trovare anche l’ultimo frammento,
diventando così quasi invincibile! Non riuscendo ad ucciderlo per la sua enorme potenza, gli Antichi Saggi usarono tutto ciò
che era in loro potere e riuscirono ad
aprire la porta per il mondo del crepuscolo dove imprigionarono Ganon! Sapevano, tuttavia, che il sigillo non
sarebbe durato in eterno e che un
giorno Ganon sarebbe tornato. Allora un
Antico Saggio ebbe l’idea di forgiare una
Spada che sapesse distinguere il bene
dal male, la quale avrebbe potuto essere brandita solo da un uomo coraggioso e puro di cuore, dopo aver
superato le prove che ne avrebbero accertato il suo valore. La Spada avrebbe così
riconosciuto il suo padrone e lui avrebbe
sconfitto Ganon, riportando la pace nel
regno di Hyrule! Allora il principe divenuto
ormai Re, ordinò che: AFFINCHE’ QUESTA
TRAGEDIA NON VENGA DIMENTICATA,
D’ORA IN AVANTI, TUTTE LE PRIMOGENITE FEMMINA CHE NASCERANNO AL CASTELLO DI HYRULE, SI DOVRANNO
CHIAMARE,
ZELDA! E fu così che nacque la leggenda.
Anche se per capire tutto questo, l’autore
del videogioco ha frammentato la storia
come il Re frammentò la triforza (in parte
fu svelata nel secondo capitolo del videogioco: Zelda II - Le Avventure di Link).
Emilio Matteucci
[email protected]
Campo de’ fiori
35
L’ antico acquedotto di N epi
L’
acquedotto di
Nepi è una
straordinaria
opera di ingegneria idraulica, realizzata all’inizio del
‘700 dall’architetto Filippo
Barigioni. La storia della
della Dott.ssa
sua edificazione è lunga e
Chiara
difficoltosa ed è stato posCastriota
sibile ricostruirla attraScanderbeg
verso le ricerche di un
gruppo di studiosi, che hanno esaminato numerosi documenti sia nell’archivio comunale
di Nepi sia presso l’archivio di Stato di Roma.
Tutto inizia nel 1559 quando di fronte alla
necessità di avere acqua potabile all’interno
della città, il Consiglio Comunale ordinò a
Pietro di Bologna e Giovanni da Ascona di
getto molto simile a quello di Curzio. Nel
identificare una sorgente idonea, che fu in1673 dopo aver ottenuto la licenza di costrudividuata in località Varano, a tre miglia dal
zione e un idoneo finanziamento, il Consiglio
centro. Successivamente furono affidati ad
Comunale stipulò un contratto di appalto con
Antonio da Vico i lavori di scavo, che però si
il mastro Giuseppe Righetti di Roma. I lavori
arrestarono pochi giorni dopo davanti alla
però rimasero fermi per circa trent’anni e inidifficoltà di superare il vallone di rio Falisco.
ziarono solamente nel 1702 per merito del
A questo proposito nel 1562 il cardinale Alescardinale Renato Imperiali, prefetto della
sandro Farnese incaricò uno dei maggiori arCongregazione del Buon Governo, che ne afchitetti dell’epoca, Giacomo Barozzi detto il
fidò il progetto a Filippo Barigioni.
Vignola, di risolvere il problema. Vignola inL’architetto Barigioni formatosi nell’ambiente
sieme al suo collaboratore maromano dell’Accademia di san
stro Battista da Volterra studiò
Luca, viene ricordato da Paattentamente il caso, ma nonoscoli come uno dei più stimati
stante i vari tentativi non riuscì
allievi dell’architetto Mattia.
nell’intento.
Tra i suoi interventi più signiE’ nel 1585 grazie all’idea delficativi vanno menzionati il rel’architetto Curzio che la solustauro al palazzo comunale di
zione sembra apparentemente
Velletri, l’intervento alla captrovata. Il progetto, che prevepella di san Francesco di
deva di utilizzare una serie di
Paola nella chiesa di s. Andrea
archi uno sopra l’altro fino a
delle Fratte in Roma, il reraggiungere l’altezza delle
stauro di san Domenico in Urmura, fu affidato a mastro Anbino ed infine il ponte
tonio da Coltre, ma anche in
Clementino di Civita Castelquesto caso per difficoltà a noi
lana.
sconosciute i lavori non furono
L’intervento di Barigioni si
La fontana del
mai eseguiti. Il progetto di Curconcluse nel 1727. La strutPalazzo Comunale
zio fu però revisionato dopo
tura si innalza sul rio Falisco
quasi cento anni dall’architetto Giuseppe
coprendo interamente la distanza tra la sorBernasconi, su commissione del cardinale
gente Varano, meglio conosciuta come “la
Giulio Spinola. Bernasconi realizzò un proBotte” e le mura castellane con le quali si in-
tegra perfettamente. Essa presenta trentasei
arcate disposte su due piani, per una lunghezza di 285 metri e un’altezza di 20 metri
circa nella parte terminale, ove i robusti piloni sono rafforzati da contrafforti, mentre le
strutture nell’ordine superiore sono più esili.
A lavori conclusi l’acqua venne finalmente
condotta in città attraverso l’attivazione di
due fontane: la fontana di santo Stefano, di
epoca rinascimentale, scolpita dal fiorentino
Paolo Cenni e la fontana al centro della facciata del palazzo Comunale, opera dello
stesso Barigioni.
Nel 1756 a causa del cedimento di alcune
fondamenta, l’architetto Orlando eseguì lavori di consolidamento e riparazione, senza
lasciare alcuna traccia dell’intervento.
L’incantevole scenario con cui l’acquedotto si
fonde con naturalezza e la sua struttura architettonica, che rievoca gli acquedotti romani, hanno fatto di esso il protagonista di
alcune scene di film quali “L’armata Brancaleone” del regista Mario Monicelli e “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi. Anche
importanti artisti ne hanno subito il fascino,
come il pittore inglese William Turner che durante il suo viaggio in Italia nell’ 800 produsse diversi schizzi dell’acquedotto sul suo
taccuino, oggi conservati alla Tate Gallery di
Londra; senza dimenticare i turisti di oggi
che lo considerano uno degli angoli più suggestivi della città.
Campo de’ fiori
36
Appuntamento al Teatro Bianconi di Carbognano
Protagonisti Marco Falaguasta e lomaggio a Monica Vitti
P
rosegue
con
grande successo
la stagione teatrale al Teatro
Bianconi di Carbognano. Nomi importanti
del mondo dello spettacolo
affollano il cartellone,
di Sergio Piano
che propone spettacoli per
tutti i gusti. Tutto ciò concorre a far registrare il sold out ad ogni spettacolo!
Marco Falaguasta, Marco Fiorini
e Sergio Piano (al centro)
30 SENZA LODE
Davvero divertenti i personaggi creati per
questa esilarante commedia da Marco Falaguasta. Protagonista di questa divertentis-
sima storia è Claudio, un giovane ed
affermato architetto
che vive una vita
agiata e tranquilla,
ma l’ incontro di una
notte con la bella,
affascinante
ed
estroversa
Fiore,
stravolge la sua esistenza.
Fiore, una pittrice,
innamorata dell’ appartamento di Claudio, “dell’ energia”
che entra nella casa,
Nella foto di sx Sergio Piano e Ketty Rosselli, in quella di dx: Sergio
ha trovato la sua diPiano e Ottavia Bianchi
mora ! Ogni tentativo è vano, non vuole andarsene, ma sta
MILLE VOLTE MONICA
per tornare Fabiola, la fidanzata di Claudio.
Lo spettacolo portato in scena al teatro
Che fare? Disperato, chiede l’intervento del
Bianconi di Carbognano dalle due bravissuo fidato amico Egidio, ma dopo aver tensime attrici e cantanti, comiche e drammatato tutto il possibile non rimane che un’
tiche, Ketty Roselli e Ottavia Bianchi,
unica soluzione: eliminarla e far sparire di
vuole essere uno splendido omaggio ad una
corsa il cadavere!!!
della interpreti italiane più amate e conoI nostri “Killer” che non hanno alcuna espesciute degli anni ‘80. Una serie di monolorienza nel settore, si ritrovano ad affrontare
ghi, brani dal vivo, stralci di video,
situazioni paradossali, esilaranti, complicate
interviste, scene dei suoi migliori film, aneddall’ arrivo di Carlo e Roberta.
doti della sua vita, hanno riprosposto agli
Nella sua semplice scenografia, è emersa
spettatori i mille e mille volti della indimentutta la bravura del cast, che si è dimostrato
ticabile attrice romana.
davvero affiatato. Tanti gli spunti di riflesImpeccabili le due attrici Ketty Roselli e Otsione offerti agli spettatori, tra la grande cotavia Bianchi, che, attraverso questo spetmicità che ha percorso ininterrottamente le
tacolo ci hanno dato la possibilità di
due ore di spettacolo.
rispolverare la memoria di una grande artiA pensarci bene, è proprio vero che la vita
sta quale è stata Monica Vitta, che tutti noi
ci riserva un’infinità di imprevisti e colpi di
conserviamo nel nostro album dei ricordi.
scena, che bisogna sempre essere in grado
Ai prossimi spettacoli.
di saper gestire.
Campo de’ fiori
37
Nicola Ferrucci di Campagnano di Roma
Eroe della Prima Guerra Mondiale
“Egli era inquadrato nel 156° Reggimento
di fanteria, il quale insieme al 155° costituiva la Brigata Alessandria che fu
lanciata all’attacco presso il monte san Michele il giorno 6 settembre 1915 e fu impegnata fino al 24 dello stesso mese.
Il Ferrucci fu ferito proprio in questa battaglia e morì successivamente qualche giorno
dopo, per le ferite riportate in combattimento il giorno 18 settembre 1915, proprio
sul monte San Michele, presumo in ospedale da campo. Al momento della morte del
Ferrucci, la brigata “ Alessandria “ era comandata dal Magg. Gen. Luigi Zanchi ed il
156° reggimento, sempre della stessa brigata, era comandata dal colonnello Mario
Raicich”.
Dall’album di famiglia della sig.ra Teresa
Scarpone, giàinsegnante a Campagnano
e moglie del sindacoemerito
Sabino Scarponi.
L
a foto d’epoca ritrae Nicola Ferrucci
nato a Campagnano di Roma il
giorno 31 luglio 1895. Il suo papà si
chiamava Giuseppe e Nicola era il
suo figlio unico. La sua alta figura avvolta
nell’ampia mantella gettata quasi per caso
sulla spalla, delinea un giovane ventenne in
attesa di un lieto futuro. Purtroppo, i suoi
pochissimi anni non gli hanno concesso il
dono dello studio e del lavoro, ma gli
hanno mostrato le vie della guerra e
l'ascesa sul ripido monte della morte. Addirittura lui ne ha accettato il rischio presentandosi volontario alla leva. La sua storia è
tratteggiata da Arnaldo Ricci, il nostro collaboratore che, nella Rubrica degli Eroi dedicata ai combattenti della Grande Guerra,
mostra una sensibilità ed una capacità di ricerca eccezionali. A lui la descrìzione degli
avvenimenti che hanno travolto il
Ferrucci consegnandolo alla Storia.
Il Comune di Campagnano di Roma ha voluto dedicare alla sua memoria il campo
sportivo che fu costruito realizzato in Via di
San Rocco dove ancora si trova. Si tratta di
un notevole impianto di grandi campi di calcio sul terreno che la famiglia Ferrucci ha
donato alla comunità affinchè la memoria
del figlio potesse restare viva nel tempo.
Anche la storia degli uomini e degli
eventi sportivi, che si sono svolti nei suoi
campi ben attrezzati, hanno apportato
onore alla cittadina ed ai suoi abitanti. Sono
in molti a ricordare la famiglia Ferrucci, imparentata a quella dei Valeri, il cui notaio
Enrico svolge ancora oggi la sua professione a Roma. La memoria storica del
campo è nell'attività del signor Adolfo Bonimelli, un personaggio del luogo che con-
Lapide apposta sul Monte San Michele
serva tutta la nobiltà di una vita dedicata al
lavoro ed all’amore per il calcio, legandosi
d'amicizia a tutti i personaggi importanti che
partecipano alla vita dello sport. Alcuni di
loro compaiono nel quadro - memoria che
gentilmente ha concesso di mostrare.
“Campagnano, 50 e non sentirli”. Nel 1933 è
nato il gioco del pallone nel centro alle porte
di Roma”. Da sx: Giuseppe Esposito, il presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, Adolfo
Bonimelli e l'industriale Luigi Abete.
Anche Giuseppe Esposito è legato strettamente al gioco del calcio: arrivato a Campagnano da Napoli, ha avuto cinque figli
maschi, tutti " pronti a fare la squadra di
calcio", raccontano i concittadini . Certo è
che dalla sua onorata professione di sarto,
ha sottratto del tempo per occuparsi dello
sport insieme all'amico Adolfo: due personaggi che Campagnano ama e rispetta.
Bruna Ferrini
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Campo de’ fiori
40
L’angolo del grafologo
Pianto Antico di Giosuè Carducci
V
oglio proporvi su questo
numero uno scritto del noto
autore italiano Giosuè Carducci. Si tratta di uno scritto
molto rilevante perché è
una poesia molto conosciuta ed è la
copia originale della stesura.
del Prof.
Piero Mecocci
Grafologo
Il componimento s’intitola “Pianto Antico” ed è stato composto nel giugno
del 1871 (ed. Naz. III, 214).
NON OCCORRONO MOLTE RIGHE PER EVIDENZIARE LE CARATTERISTICHE DELLA GRAFIA DI
GIOSUE’ CARDUCCI.
SI TRATTA DI UNO SCRITTO REDATTO CON
MOLTA SPONTANEITA’ E RAPIDITA’, POCHI I
RIPENSAMENTI (CORREZIONI), SEGNI EVIDENTI DI DINAMISMO E DI UNA MODERATA
IMPAZIENZA, IL POETA AVEVA BEN CHIARO
NELLA MENTE IL CONTENUTO DI QUANTO PENSAVA DI COMPORRE.
CI SONO TUTTI I SEGNI GRAFOLOGICI CHE INDICANO AMPIE CAPACITA’ INTELLETTIVE, DISPONIBILITA’ GENEROSA ED OCULATA,
CARATTERE DECISO E FORTE PERSONALITA’.
LE ULTIME QUATTRO RIGHE, DELLA POESIA,
EVIDENZIANO LA GRANDE EMOZIONE CHE IL
POETA STAVA PROVANDO NELLO SCRIVERE DEI
VERSI MOLTO TRISTI. “
Campo de’ fiori
L’angolo del poeta
A mio padre
Grande la quercia ombrosa
i suoi possenti rami espande.
Ristoro, quiete e pace
ai suoi piedi trovo.
Al nodoso tronco bruno
socchiudo gli occhi
e ascolto lo stormir del vento
che tra le foglie scorre
e va lontano.
Lascio andare i miei pensieri
che si inseguono a caso…
Uno di essi ritorna,
si ferma a un’altra quercia…
Era mio padre e io l’ho amato tanto.
Onesto e buono,
premuroso e accorto.
Mi prendeva per mano:
tutto lì il mio mondo,
in quella stretta certa.
Nell’ultimo tratto mi ha lasciata.
Il cuore trema,
s’agita la mente:
il sentiero troppo cupo,troppo oscuro.
Ma giù in fondo una luce evanescente
si fa mano e verso me si tende.
Anna De Santis
La terra
Già trascolora il sole e la montagna
e di rugiada ogni prato si bagna.
Cala la notte lenta e silenziosa
l’uccello nel suo nido si riposa.
Riposano gli insetti e le farfalle,
mormora il ruscello nella valle.
Nel cielo gemme brillano preziose
e nel giardino s’aprono le rose.
La luna se ne va verso occidente,
lontano, alla deriva, lentamente.
Camminano le ore in girotondo:
ecco è mattino e si risveglia il mondo.
La terra bruna che non dorme mai
vede le gioie, le amarezze e i guai
ed elargisce a tutti i suoi tesori,
ma l’uomo la distrugge con gli orrori.
Fa’, o Signore, che il sole brilli ancora,
perché la Terra è la nostra dimora.
Benedicila e non l’abbandonare:
tu ce l’hai creata ed io la devo amare.
Margherita Caon
41
42
Campo de’ fiori
Il bullismo:
l’errore dei docenti e dei dirigenti scolastici
I
l fenomeno del bullismo va affrontato
prima che si manifesti con i suoi spiacevolissimi episodi.
E non quando si è conclamato. La grande diffusione
del fenomeno nel territorio
del Prof.
italiano
– per niente sottoMassimo
traccia, come alcuni vorMarsicola
rebbero far credere –
dimostra che è stato già
sottovalutato e che i ragazzi sono vittime di
una mentalità, di un modo di essere, di un
modo di agire che è ben lontano dalla correttezza. E spesso, i non bulli, non sanno
come reagire o a chi rivolgersi. Non c’è un
presidio contro la violenza gratuita e facile.
Non c’è un ente che senta il bisogno di intervenire.
Eppure questo disagio e questo malcostume tocca tutti noi da vicino. Le istituzioni
scolastiche non avviano corsi di formazione
per docenti e genitori contro il bullismo e
giustificano ciò con il fatto che “il loro Istituto non registra episodi specifici”, “è in
linea con i fenomeni che si rilevano in altri
istituti” “non ci sono problemi…” e via di
questo passo. Io dico che questo atteggiamento è sbagliato. Il bullismo è un fenomeno sociale e tocca i nostri ragazzi
direttamente. Le ultime ricerche dicono che
almeno un ragazzo su due è stato vittima
dei bulli.
Alla luce di questa realtà l’istituzione scolastica ha il dovere di intervenire in chiave
preventiva, avviando opportuni corsi di formazione: per docenti, alunni, genitori. Della
buona educazione che ne scaturirebbe se
ne avvantaggerebbe l’intera società. E se
fossi io il ministro dell’Università e della ricerca darei la priorità a questo tipo di corsi
e, data l’emergenza, li renderei obbligatori. In ogni caso stimolerei su tali argomenti incontri, dibattiti, scambio di
documenti. Occorre parlare di queste cose
piuttosto che tacere sperando che non accada niente.
Cfr. Identità e valore; Il bullismo, come riconoscerlo e combatterlo; Il consigliere pedagogico; Educarsi alla pace; Genesi di una
gang, che il lettore può trovare su
www.amazon.it.
Massimo Marsicola, Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo, A.I.D.I. Editore,
2010.  10,00.
L’ AMORE NON VUOLE PENSIERI
LA NOSTRA NASCITA E’ REALE SOLO PER IL NOSTRO CORPO, E NON PER LA NOSTRA MENTE…. MENTRE I DOTTI E GLI SCIENZIATI
FATICANO E PENANO PER SCOPRIRE E STUDIARE CERTE LEGGI, I PURI DI CUORE INTUISCONO GLI ARCANI RINCHIUSI IN GREMBO
A MADRE NATURA E NEL CUORE DI DIO PADRE…
Da “ SUBLIMAZIONE DEL SESSO” Di Anthony Elenjimittam
Quando si dice “Ho una relazione Platonica” si pensa immediatamente ad un rapporto amichevole con l’ altro sesso, ad un’ intesa esclusivamente cerebrale, fatta di complicità e di interessi comuni (o quasi ). In realtà, il più delle volte, si nasconde dietro a questo
comportamento una timidezza che reprime il nostro bisogno di dichiararsi e dare libero sfogo
all’ attrazione sessuale, a quell’ impulso primordiale che è sinonimo d’ amore. L’ amore Platonico, invece, è il massimo grado di intesa tra uomo e donna, un amore a distanza concepito
anche da culture yogiche orientali come il Tantra; troviamo, infatti, al contrario di come molti
credono che la filosofia occidentale sia diversa da quella indiana, una similitudine incredibile.
Platone, indirizza la propria ricerca sull’ uomo schiavo che si libera dalle catene, non vede più
le ombre e si volge verso l’ origine, l’ idea,il Dio creatore, tornando ad essere l’ essere perfetto
dotato di potere maschile e femminile (Mito della caverna ).
Con il Tantra possiamo attivare l’ energia sessuale che riposa alla base del coccige, comunemente chiamata Kundalini, iconograficamente rappresentata da un serpente arrotolato per tre
volte e mezzo, che, con determinati esercizi, si sveglia, sale per la colonna vertebrale, pulisce
i centri energetici, chiamati chacra, esce dalla sommità del capo e si unisce all’ universo imperituro. La costante pratica in coppia, eseguita con la mente libera da ogni pensiero, porterà con il tempo a delle vere e proprie rinascite
fisiche e psichiche, si programmerà il futuro al fine di non trovarsi mai in fiumi tumultuosi costretti in barca a remare forzatamente per
salvarsi dalle rapide. E’ bene comunque iniziare queste attività guidati da un Maestro competente.
Senza dubbio, queste pratiche meditative portano ad una visione più interiore di vita tralasciando la dinamica che contraddistingue la società occidentale fatta di scambi e consumi, che il più delle volte trascinano l’ individuo in una arida e complessata esistenza; per non
parlare poi che questi eccessi hanno portato un degrado della nostra terra che è di tutti. Sarebbe ora di orientare l’ economia mondiale,
per salvare il nostro pianeta, verso l’ incentivazione di attività olistiche, artistiche, artigianali, teatrali, musicali.
Shopenhauer, filosofo moderno, si interessò al platonismo e anche al velo di Maya, molto simile quest’ ultimo alla filosofia greca eleatica
che si basava sull’ illusione dei sensi, studiò molto il buddismo che lo coinvolse sulla tematica del dolore , amò leggere le Upanishad che
lo confortarono negli ultimi anni della sua vita.
‘’ Non so dire quanto tempo sia passato per capire che in fondo l’ uomo si crede sapiente perché si illude di sapere (Socrate). Io, artista
che so di non sapere faccio del mio corpo veicolo dell’ ignoto. Mi sono trovato così per anni interi a vagare alla ricerca dell’ immenso, con
superba umiltà ho partorito opere dopo orgasmi psichici, e nei vorticosi giochi di colori mi adagio alle loro frequenze toccando Dio con
un dito’’.
PIETRO SARANDREA
Campo de’ fiori
43
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Via del Governo Vecchio. Il primo ad indovinare è stato il Sig. Daniele Brasili
che si è aggiudicato un anno di abbonamento alla nostra rivista. Complimenti!
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Abbiamo voluto lanciare questo simpatico concorso, proponendo sulla pagina Facebook della rivista, cinque tra le più
belle copertine realizzate in questi 14 anni di Campo de fiori! La copertina che ha ricevuto più "Mi piace" è stata quella raffigurante limmagine di Papa Giovanni Paolo II.
Tra tutti i partecipanti al concorso sono stati sorteggiati tre nominativi:
Felice Calabrese, Alessandro Perelli e Ramona Bacchiocchi.
I fortunati estratti riceveranno a breve un bellissimo puzzle da comporre, con limmagine della copertina vincitrice. Per partecipare sempre più numerosi a tutte le nostre
iniziative seguite la pagina Facebook Campo de fiori rivista.
DITELO AI NOSTRI SPONSOR
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dite ai nostri sponsor di averli visti sulle
pagine di Campo de fiori!
Riceverete un trattamento speciale!
Approfittatene...
Campo de’ fiori
44
IL BAGATTO
LA PRIMA LAMA DEI TAROCCHI
L’
errore più comune in cui cade
chi si avvicina per
la prima volta alla
scienza dei tarocchi, è
quello di voler accedere
alla conoscenza del futuro.
di Giuseppe
Il secondo errore più coFerone
mune in cui cade chi si avvicina per la prima volta
alla scienza dei tarocchi, è quello di voler
accedere alla conoscenza delle vite degli
altri.
La scienza dei tarocchi (perché di scienza si
tratta), al pari delle maggiori scienze tradizionali, aiuta a capire e conoscere la cosa
più importante che esiste al mondo. E non
si tratta né del futuro né della vita delle altre
persone. Avete mai pensato di riuscire a capire il presente, prima di avventurarvi nella
conoscenza del vostro futuro? Ed avete mai
pensato di conoscere alla perfezione voi
stessi prima di imparare a conoscere gli
altri? Queste due domande sono, in ordine,
lo scopo ultimo della scienza dei tarocchi.
Per un saggio conoscere se stessi equivale
al raggiungimento della conoscenza suprema. I tarocchi predispongono all’uomo
saggio tutti gli strumenti per poter raggiungere tale arduo risultato. Moltissime sono le
vie iniziatiche o scienze tradizionali che
hanno come fine ultimo il gnosi sé auton
(conoscere sé stessi). L’ermetismo, la cabala, la teurgia, la gnosi, l’astronomia, l’alchimia e molte altre. Ma la scienza dei
tarocchi, con soltanto ventidue arcani, permette di arrivare alla conoscenza suprema:
al gnosi sé auton. Ogni altra scienza ha infatti bisogno di parole, libri, rituali e trattati.
I tarocchi racchiudono il tutto in ventidue
lame (o figure). Semplicemente guardandoli, disponendoli in fila, studiandoli ed analizzandoli, i tarocchi ci parleranno. Ci
daranno indizi, parole celate, ci faranno scoprire simboli che solamente noi stessi potremmo riuscire a decifrare e coglierne il
significato e l’essenza.
Oswald Wirth, esoterista
ed occultista, segretario
personale di un maestro di
tarocchi e di altre scienze
tradizionali come Stanislas
De Guaita, scrive nella sua
celebre opera “I Tarocchi”:
«I ventidue Arcani o Chiavi
o Trionfi dei Tarocchi costituiscono nel loro complesso un trattato di alta
filosofia esposto per immagini (…) libri di questo genere, in cui il testo è
ridotto, tutt’al più, alla designazione dei capitoli, rimangono muti per colui
che non ha acquisito la facoltà di farli parlare».
Ma nell’articolo di questo
mese voglio concentrarmi
con voi sull’arcano numero
uno, la prima lama dei tarocchi: il Bagatto
(o mago, o funambolo, o giocoliere).
Osservando questo primo arcano diverse
cose cadono all’attenzione dei nostri occhi:
questo biondo e giovane prestigiatore è in
posizione armonica, ossia in perfetto equilibrio sia con lo strumento che tiene in mano,
sia con quelli posati sul tavolo di fronte a
lui. In mano tiene una bacchetta magica.
Non la tiene troppo stretta, la tiene con
maestria e disinvoltura. Questa bacchetta è
rivolta verso un oggetto che lo stesso giocoliere indica con l’indice della sua mano
destra: il simbolo dei danari. Questo gesto
sta ad indicare che la bacchetta, incamerando energie positive direttamente dal
cielo, le proietta poi sul denaro, oggetto da
magnetizzare occultamente.
Gli altri oggetti presenti sul tavolo del bagatto sono una coppa ed una spada che,
unite alla bacchetta di legno, compongono
i quattro segni o semi dei cosiddetti altri 56
arcani minori dei tarocchi: denari, bastoni,
coppe e spade. Questi quattro strumenti del
mago corrispondono, per Oswald Wirth, ai
quattro verbi: sapere
(coppe), osare (spade),
volere (bastoni) e tacere
(denari). Possiamo notare
anche che la posizione dei
propri piedi è ad angolo
retto, disegnando infatti
con essi una perfetta
squadra.
Infine tra i due piedi del
mago è visibile un fiore,
un tulipano, il quale non si
è ancora schiuso. Questo
ci fa capire forse che si
tratta di una “iniziazione”
alle scienze tradizionali
che è ancora agli inizi.
Nell’opera “Meditazioni sui
Tarocchi – Un viaggio
nell’ermetismo cristiano,
Vol. 1”, analizzando il pensiero di un altro grande
studioso di tarocchi, di cui ho potuto citare
soltanto il titolo dell’opera in quanto, come
tutti i veri iniziati del passato, l’autore è rimasto anonimo, ci accorgiamo non solo che
il bagatto emana una grande sicurezza di
sé, ma anche che tale sicurezza è data dalla
grandissima concentrazione che il funambolo sembra possedere.
Osservando bene l’arcano possiamo notare
come il suo sguardo non sia rivolto né alla
bacchetta magica, né all’oggetto che cerca
di magnetizzare. E’ così sicuro di sé, infatti,
e così accuratamente allenato nel compiere
quei gesti magici, che non avverte neppure
la necessità di guardare ciò che fa. Tutto
questo grazie alla “concentrazione senza
sforzo”.
Scrive l’Anonimo: «Il bagatto rappresenta
dunque lo stato di concentrazione senza
sforzo, cioè lo stato coscienza in cui il centro
direttivo della volontà è sceso dal cervello
al sistema ritmico e nel quale le oscillazioni
della sostanza mentale, essendo ridotte al
silenzio ed al riposo, non ostacolano più la
concentrazione».
P.zza della Liberazione, 2
Civita Castellana (VT).
Tel. 328.3513316
o
[email protected]
Campo de’ fiori
45
La Sindrome del Cromosoma X-fragile
Molto attiva la sezione viterbese dellAssociazione Nazionale
C
i sono tante malattie genetiche
ormai ben note a tutti, altre conosciute in maniera molto minore, forse perché meno
evidenti, o forse perché più rare,
o forse ancora perché se ne parla meno.
La sindrome del cromosoma X-fragile (FXS)
è una tra queste ultime, nonostante sia considerata dagli specialisti la seconda delle
cause più comuni di disabilità intellettiva su
base genetica, dopo la Sindrome di Down.
I soggetti affetti da tale sindrome manifestano chiaramente deficit cognitivi, disturbi
nell’attenzione, ritardo nello sviluppo del linguaggio, iperattività, autismo e problemi di
carattere socio-emozionale in genere, come
l’avere difficoltà nel mantenere il contatto
visivo con l’interlocutore, la timidezza.
Altri elementi distintivi sono percettibili
anche a livello fisico: viso allungato, orecchie grandi e sporgenti, mento prominente,
che risultano essere solitamente più evidenti negli uomini piuttosto che nelle
donne. Tra il sesso maschile, inoltre, l’incidenza è maggiore. La mutazione del cromosoma X è presente in un maschio su 4.000
e tra le donne in una su 6.000, nonostante
è più probabile che sia la mamma a trasmetterlo ai propri figli poiché una ogni 256
ne è portatrice. Tra gli umonini, invece, uno
su 800 ne è affetto e può trasmetterlo alle
proprie figlie che ne diventeranno portatrici
sane. Questo avviene anche alla luce del
fatto che il gene difettoso è localizzato sul
cromosoma X di cui gli uomini possiedono
una sola copia, mentre nelle donne è la seconda copia che permette di compensare il
difetto del primo cromosoma danneggiato.
I portatori sani possono trasmettere la malattia senza manifestarne essi stessi il problema. Ecco perché un controllo preventivo
è sempre consigliato.
Oggi, tra l’altro, nelle donne in gravidanza
è possibile eseguire una diagnosi prenatale
attraverso la villocentesi eseguita a 12-13
settimane di gravidanza o l’amniocentesi
alla 16esima-18esima settimana di gravidanza. Lo studio del DNA in laboratorio, invece, permette di rilevare la mutazione ed
identificare le donne portatrici ed i maschi
trasmettitori. I sintomi di queste ultime due
condizioni si evidenziano solitamente in età
adulta. È stato notato, infatti, che le donne
vanno spesso incontro ad una menopausa
precoce (prima dei 40 anni), mentre negli
uomini si manifestano disturbi neurologici
(tremori, disturbi dell’equilibrio, eventuali
demenze) dopo i 55-65 anni.
Benché non vi possa essere una cura definitiva è certamente possibile migliorare la
qualità di vita delle persone con sindrome
del cromosoma X fragile. Accanto ai farmaci
in via di sperimentazione, infatti, si può lavorare sulle potenzialità di ogni singolo individuo con terapie riabilitative mirate
soprattutto allo sviluppo dell’autonomia personale.
E questo è senz’altro anche uno degli obiettivi che si prefigge l’Associazione Italiana
Sindrome X-fragile Onlus, attiva su tutto il
territorio nazionale ormai da diversi anni. È
stata, infatti, costituita nel 1993 da un
gruppo di genitori e si è successivamente
trasformata in ONLUS, anche per favorire la
creazione di riferimenti territoriali regionali.
Con le sue numerossisime sezioni riesce,
così, ad essere vicina a tutte le famiglie con
soggetti affetti da sindrome X-fragile. Molteplici sono le inziative che vengono propo-
ste di tanto in tanto, al fine di poter raccogliere fondi a sostegno dell’Associazione
stessa.
L’ultimo giorno del mese di febbraio di ogni
anno, si celebra il Rare Disease Day, la giornata mondiale delle malattie rare. L’Associazione si è messa in moto con diverse
attività. Per quanto riguarda la sezione di
Viterbo, infatti, Sabato 27 febbraio, presso
l’aula Multimediale “Sergio Boni” dell’Ospedale Belcolle, si è tenuto un corso di formazione intitolato “La Sindrome X FRAGILE,
una diagnosi da prendere sul serio non alla
lettera”.
Spesso, poi, durante le varie festività dell’anno, gli associati della sezione viterbese
si adoperano nell’organizzazione di mercatini nei quali vengono venduti prodotti artigianali spesso realizzati dai ragazzi con
sindrome di X-fragile stessi.
Un’altra importante iniziativa che coinvolge
la sezione della provincia viterbese è il
“Derby del cuore” che si tiene nella cittadina di Fabrica di Roma. Una partita di calcio amichevole, il cui ricavato, lo scorso
anno, è stato devoluto in parte all’Associazione locale dei ragazzi diversamente abili,
“Uniti per loro”, ed in parte all’Associazione
italiana Sindrome “X-Fragile”, sezione territoriale di Viterbo.
Poter dare il proprio contributo per far conoscere e per aiutare è sempre una nota
colorata e positiva della nostra vita!
Ermelinda Benedetti
A sx, con la maglia verde, i ragazzi dell’Associazione “Uniti per loro” ed a dx, con la maglia blu, i ragazzi della sezione territoriale di Viterbo
dell’Associazione Italiana Sindrome “X-Fragile”, al Derby del cuore organizzato a Fabrica di Roma il 14 Giugno 2015.
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Oroscopo di Marzo
Ariete Per quanto riguarda
la vita sentimentale, un
rapporto del passato potrebbe tornare nel presente
e dare vita ad argomenti
che non sono stati chiusi in modo chiaro.
Sarà un mese ricco diconflitti, amore e
odio, gelosia e rivalità, passione.. Sul lavoro otterrete dei successi e troverete l’appoggio di amici e parenti, anche se non
tutti si dimostreranno sinceri. I guadagni
saranno soddisfacenti, ma attenzione a rispettare tutte le scadenze.
Toro Marzo sarà un mese
un po’ turbolento, caratterizzato da anomalie ed inconvenienti; cercate di
mantenere il morale alto
per superare questa situazione. Non lasciate che il corso degli eventi
prenda il sopravvento sulla vostra armonia
personale, ma affrontate le difficoltà con
la persona che amate. Nel settore lavorativo, lo stress si farà sentire. Nonostante
tutto questo ci sono possibilità di promozioni ed incarichi di un certo livello.
Gemelli In questo mese
sarete abbastanza fortunati in amore e le vostre
relazioni si svilupperanno
in maniera positiva. Questo
varrà solo per le relazioni
stabili, mentre le storie passionali e le avventure rimarranno abbastanza problematiche. Il settore del lavoro sarà
particolarmente impegnativo, ma anche
ricco di soddisfazioni. Successo e di conseguenza maggiori entrate di denaro sono
all’orizzonte.
Cancro In amore il vostro
obiettivo primario è quello
di darvi una lezione di tolleranza e benevolenza, che
vi incoraggia ad esprimere
il vostro affetto e riuscire a
riceverlo. Quindi state tranquilli perché le
cose potrebbero sistemarsi ed incontrerete
sicuramente un nuovo amore. Dal punto di
vista lavorativo ci saranno dei miglioramenti, e per voi il successo non sarà troppo
lontano; magari dovrete insistere un po’ e
ritornare su i vostri passi.
Campo de’ fiori
Leone Novità in campo
sentimentale. In questo
mese la comunicazione riprenderà in modo chiaro e
sincero e contribuirà alla
buona comprensione con
il partner. In Marzo avrete modo di approfondire i rapporti con i vostri colleghi, così
da stabilire un clima lavorativo più rilassato.
Riuscirete ad ottenere il successo solo attraverso lo sforzo, ma giocheranno un ruolo
importante anche le collaborazioni. Finanziariamente riceverete qualche soldo extra.
Vergine Il mese di marzo
sarà molto significativo dal
punto di vista dei sentimenti. Per chi è single si
prospettano nuovi incontri
e nuovi amori. Il clima
professionale sarà segnato dalla collaborazione con gli altri. Le sfide saranno all’ordine del giorno, ma avrete sempre il giusto
sostegno per superarle. Dal punto di vista
finanziario dovete prestare molta attenzione in questo periodo, ci potrebbero essere degli sviluppi poco positivi.
Bilancia Questo è un periodo davvero significativo
per le relazioni ed i sentimenti. Accadrà qualcosa
di veramente speciale: ci
saranno cambiamenti inaspettati, vecchie incomprensioni del passato, vecchie fiamme. Ma non prendete
decisioni importanti riguardanti la vita di
coppia. In campo lavorativo sarete meno
motivati o al contrario la vostra ambizione
vi farà diventare più aggressivi. Cercate di
gestire al meglio le vostre energie.
Scorpione Vivrete nuove
esperienze in campo
amoroso; avrete modo di
iniziare una nuova storia
d’amore e sarete più propensi ed aperti a delle
nuove avventure. Se avete una relazione
stabile ci potrebbe essere un risveglio di interesse nei confronti del vostro partner. In
campo professionale è questo il momento
migliore per seguire i vostri progetti, siete
nel posto giusto al momento giusto e potrete approfittare di un’occasione speciale.
by Cosmo
Sagittario Buone notizie
per le coppie! Ritroverete la
serenità dopo qualche settimana di incertezza, confusione ed equivoci. Qualcosa
rimarrà irrisolto, ma siete
sulla strada giusta. Le nuove relazioni potrebbero riservare delle sorprese. La comunicazione sarà prioritaria nel mese di marzo
e sarà la chiave del vostro successo professionale. Gli incontri d’affari e i viaggi di lavoro saranno molto redditizi. Riservatevi un
breve periodo per analizzare il da farsi.
Capricorno In questo
mese vi capiteranno numerose opportunità sentimentali, e se già siete in coppia
il vostro rapporto andrà a
gonfie vele. In caso di problemi discutetene insieme! Con la comunicazione potete risolvere quasi tutto. La
vostra vita professionale subirà un cambiamento in meglio, anche se i vostri obiettivi
principali passeranno in secondo piano.
Non è per voi un periodo favorevole, meglio temporeggiare un po’.
Acquario L’atmosfera in
questo periodo avrà il profumo dell’amore, aspettatevi dunque un mese pieno
di sensualità ed appagamento. Riceverete complimenti, dichiarazioni d’amore ed avrete
numerose opportunità sentimentali. Se
siete in coppia questo sarà un periodo meraviglioso, all’insegna dell’armonia e del divertimento. Dal punto di vista professionale
questo sarà un mese fortunato, in cui riuscirete a lavorare ottenendo bei guadagni.
Pesci Marzo non vi riserva
niente di spettacolare dal
punto di vista dell’amore.
Se succederà qualcosa
sarà qualcosa di segreto,
proibito, difficile da decifrare. In questo periodo avrete modo di
mettere in evidenza le vostre qualità, le vostre doti di leader ed organizzatore e vi porteranno ammirazione e riconoscimento. I
vostri sforzi saranno dunque ripagati e contribuiranno a migliorare il vostro prestigio.
Evitate le spese impulsive.
Campo de’ fiori
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I “Granatieri di Sardegna”
E
onorano un impegno preso 240 anni fa
ra il lontano 1776 quando il corpo
militare dei “Granatieri di Sardegna”, la più antica unità militare
d’Europa, promise di celebrare
annualmente la messa in suffragio di Don Alberto Genovese, Duca di San
Pietro, nell’anniversario della sua morte. La
storia racconta che il 10 luglio 1744, a Cagliari, Patrizio, sardo, padre di Alberto, decise di costituire a proprie spese, il
Reggimento di Sardegna, che aveva lo
scopo di garantire la sicurezza dei coloni appena approdati sull’isola di San Pietro, prospiciente le coste sarde. Due anni più tardi,
il figlio donò al Reggimento 120.000 lire
vecchie di Piemonte, stabilendo in una apposita scritta “testamentaria” che l’uso della
loro rendita sarebbe dovuto essere utilizzato
per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale, nonché
per aiutare le vedove dei soldati caduti. Ed
è lì, inoltre, che fissò la decisione che venisse celebrato “perpetuamente… anniversario in suffragio ed in memoria di esso, Sig.
Duca Alberto, nel giorno anniversario della
di Lui morte”.
Anche quest’anno, dunque, per il 240esimo
anno consecutivo, il 18
febbraio, i “Granatieri di
Sardegna”, nella chiesa
di Santa Maria degli Angeli a Roma, hanno onorato l’impegno.
Erano presenti alla cerimonia le autorità politiche, militari e civili, tra le
quali il Sottosegretario di
Stato alla Difesa - On.
Domenico Rossi, il Consigliere per gli Affari del
Consiglio Supremo di Difesa e Segretario del
Consiglio Supremo di Difesa - Generale Rolando Mosca Moschini, il
Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Giovan Battista
Borrini. Hanno presenziato all’evento anche
i discendenti in linea diretta di Don Alberto
Genovese, dimostrando tutto il loro attaccamento ad una tradizione ultracentenaria.
Non va dimenticato che questo storico
corpo dell’arma ha partecipato e continua
a prendere parte, alle principali missioni
internazionali in cui l’Esercito Italiano è
impegnato. Apporta, inoltre, il suo contributo allo sviluppo del programma SIAT
(Sistema Integrato per l’Addestramento
Terrestre), un progetto finalizzato all’evoluzione dell’addestramento dei militari in
differenti contesti operativi, attraverso un
sistema di simulazione e tecnologie all’avanguardia. Attualmente, i “Granatieri”
sono impegnati con il comando del Raggruppamento “Lazio, Umbria e Abruzzo”
nell’Operazione “Strade Sicure”, mettendo a disposizione, insieme ad altri reparti dell’Esercito, oltre 2200 militari in
supporto alle Forze dell’Ordine, ed assicurando, così, quotidianamente, una presenza costante nella Capitale e su tutto il
territorio del Lazio e delle vicine regioni di
Umbria e Abruzzo.
Ermelinda Benedetti
Marco Colella vince la II edizione del You Make it
Concorso ideato dal noto critico e curatore fiorentino Francesco Bonami.
È Marco Colella il vincitore della seconda edizione del concorso Yuo make it,
ideato dal noto critico e curatore fiorentino Francesco Bonami. Il concorso di
respiro internazionale è rivolto a tutti gli artisti per passione, agli amanti dell’arte e più semplicemente a tutti coloro vogliono accettare la sfida di trasformare
un semplice oggetto della vita comune in un soggetto unico e assoluto, dimostrando
le proprie abilità artistico-creative. Il tema proposto quest’anno è The universal cup ed il giovane Marco
Colella, barese, classe 1966, che attualmente vive e lavora a Roma, con i suoi tre calici stilizzati, affiancati da altrettanti omini, ha soddisfatto la proposta lanciata. “Semplice nel modo più semplice, graficamente e pittoricamente ha dato l’idea di un’arte universale, in risonanza con i sentimenti del mondo...”
così lo ha giudicato Bonami.
E Francesco Bonami, critico e curatore di fama internazionale, di arte se ne intende e come. Tra le altre
cose, infatti, è stato Senior Curator del Museum of Contemporary Art di Chicago dal 1999 al 2008. Nel
2003 ha diretto la cinquantesima edizione della Biennale di Venezia. Nel 2010 è stato curatore della
Biennale del Whitney Museum of American Art.
L’opera di Colella, intitolata “Esodo 2015”, è acquistabile on line, in una tiratura limitata di 50 pezzi, sul
sito internet www.yoox.com
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
48
EWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE
I JUDOCA DI FABRICA DI ROMA SI PREPARANO AI GIOCHI OLIMPICI 2016
Il PalaPellicone di Ostia, il magnifico stadio-pagoda del Judo, lo scorso fine Febbraio
è stato la sede di un importante avvenimento sportivo. Da tante nazioni, giovani
atlete in competizione per cercare affermazione e classifica in vista dei giochi olimpici
di Rio 2016. Una due giorni molto importante che ha polarizzato l’attenzione dei
tecnici, dei media e degli appassionati del Judo. Ed anche ,presenti in una foltissima delegazione, i ragazzi e le ragazze della Palestra Yama Bushi di Fabrica di Roma.
Che sono potuti intervenire grazie al consueto, caloroso interessamento del presidente del settore Judo regionale M° benemerito Gennaro Maccaro. Il quale ha fortemente voluto la presenza della delegazione di Fabrica di Roma, stimolato e
confortato dai continui brillanti risultati di proselitismo ed organizzazione del delegato
provinciale FIJLKAM, il M° Domenico Petti. Certo, per gli atleti della palestra di Fabrica è stato sicuramente un grosso guadagno tecnico, vedere alla prova sul tatami
della città tirrenica, le più importanti atlete che si preparano per la competizione
olimpionica, la European Women Open Cup. E così arricchire il loro bagaglio di esperienza e di conoscenza della disciplina sportiva che
sempre di più sta affermandosi nel viterbese e che sta prendendo piede anche nelle scuole, come risorsa aggiuntiva di formazione del
carattere e del fisico dei giovani. Gennaro Maccaro ha intuito questo terreno fertile e da percorrere ed ha incentivato la presenza dei giovani judoka mettendo a disposizione un autobus
per la trasferta ad Ostia. Ricevendo l’entusiastica adesione dei giovani e delle loro famiglie,
tanto che il mezzo per quanto capiente non è bastato ed alcune famiglie si sono accodate con
le loro auto private. Contribuendo a dare una cornice accogliente ed entusiasta alla manifestazione internazionale di Ostia. La risposta del movimento judoistico del viterbese è stata di ottimo
livello, in quanto a presenze ed a interesse, confortando il maestro Maccaro ed il Maestro Petti,
certi, guardando le adesioni. di aver fatto, con il loro modi di agire, largo e spazio al Judo, sport
in netta crescita dappertutto ed in particolare nella provincia di Viterbo e nel Lazio. I ragazzi
ed i dirigenti della palestra di Fabrica di Roma, hanno sentito anche, la necessità di inviare una
lettera di ringraziamento al Maestro Maccaro, con l’augurio che la collaborazione con lui possa
Da sx: Petti e Maccaro
proseguire e dare ancora buoni risultati come adesso.
Doriano Pedica - segretario Yama Bushi
Alla biblioteca di Ronciglione si impara l’inglese con il Playground
Al via una nuova iniziativa della biblioteca comunale di Ronciglione. E’ nato il playground un
metodo divertente per imparare l’inglese; questa iniziativa, tutta pensata per i bambini dai
2 agli 8 anni che vogliono conoscere ed avvicinarsi alla lingua inglese semplicemente divertendosi e giocando.
Sono state allestite diverse postazioni gioco-attività-creatività per permettere loro di giocare
in inglese e con l’inglese. Questa è soltanto una delle iniziative della biblioteca, infatti per le
vacanze di pasqua propone, presso la sua sede, un pacchetto con laboratori creativi, letture,
playgroud e le merende genuine. E poi ancora corsi di inglese per bambini di tutte le età ,e
per gli adulti? c’è solo l’imbarazzo della scelta tra corsi di inglese, tedesco, spagnolo, informatica, fotografia, regia, cucina e cucito.
Vi aspettiamo!
Civita Castellana: al via le nuove strisce blu. Ecco la regolamentazione
Saranno ridisegnate nei prossimi giorni le strisce blu su tutto il territorio comunale di Civita
Castellana per la nuova attivazione della sosta a pagamento per le autovetture. A partire
dal 21 marzo inizierà in via sperimentale il servizio per poi entrare a regime ad aprile. Ecco
le principali novità introdotte nella distribuzione dei parcheggi blu in città. A Borghetto
arrivano le strisce blu in una parte del parcheggio della stazione e su via della Stazione,
mentre restano bianchi, ma con disco orario, quelli in piazza della Stazione. Per Borghetto
le tariffe sono state ridotte pensando alle esigenze dei pendolari che quotidianamente
frequentano la frazione e saranno di 1,50  la tariffa giornaliera, di 7  l’abbonamento mensile per i residenti a Civita Castellana, di 14  l’abbonamento per i non
residenti.
La seconda novità riguarda Piazza della Liberazione, nella quale vengono inserite le strisce blu, mentre via Giovanni XXIII e via della
Repubbica saranno per metà libere e per metà a pagamento. La sosta a pagamento sarà esclusivamente nei giorni feriali dalle 8,00 alle
13,00 e dalle 16,00 alle 20,00. I residenti del centro storico e di Borghetto saranno esentati dal pagamento del parcheggio nelle zone di
rispettiva residenza. I tesserini saranno rilasciati dalla Polizia Municipale per un massimo di due per ogni nucleo familiare, mentre quelli
rilasciati precedentemente non saranno più validi.
“Riattiviamo il servizio della sosta a pagamento – ha spiegato il sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli – prima in via sperimentale,
per dare tempo alle persone di riabituarsi al ticket e di munirsi dei tesserini di residenza per chi abita al centro storico e a Borghetto,
mentre da aprile il servizio verrà attivato a tutti gli effetti. Come più volte detto i parcheggi blu non servono al comune per fare “cassa”
bensì per regolamentare le soste cercando di bilanciare le esigenze della mobilità dei residenti e dei commercianti. Le novità più importanti
riguardano in primo luogo Borghetto, dove abbiamo concertato la nuova disposizione dei parcheggi sia con i residenti che con i pendolari,
e poi anche piazza della Liberazione, via Giovanni XXIII e via della Repubblica. Con i cittadini di Borghetto abbiamo fatto diverse riunioni
prima di prendere una decisione. Proprio loro ci hanno rappresentato l’esigenza di regolamentare il parcheggio, per restituire una maggiore
vivibilità alla frazione che accoglie quotidianamente centinaia di persone con il conseguente transito di autovetture. Abbiamo fatto riunioni
anche i pendolari, stabilendo una cifra minima di 7 euro per l’abbonamento mensile. Gli importi saranno destinati alla frazione come è
stato concordato con il comitato dei cittadini di Borghetto”.
Campo de’ fiori
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EWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEW
Istituito il Giardino dei Giusti di tutto il mondo a Civita Castellana.
Alberi di ulivo e cippi inamovibili sono stati dislocati e lo saranno ogni anno
nei giardini delle scuole di Civita Castellana per dare vita ad un diffuso
“Giardino dei Giusti di tutto il mondo”. Le prime due piante, con le prime
iscrizioni a ricordo dei giusti, sono state piantate il 7 e il 9 marzo nei giardini delle scuole Dante Alighieri e XXV Aprile, in ricordo di Khaled Al Asaad
e Anna Politkovskaja, in occasione della celebrazione della Giornata Europea dei Giusti tra le nazioni.
“Facendo seguito alla delibera di consiglio del marzo 2015, con la quale il
nostro comune aderisce alla Giornata Europea dei Giusti - ha spiegato il
sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli- abbiamo voluto dare un
segno concreto di questa iniziativa iniziando a creare un Giardino dei Giusti,
vale a dire un giardino dedicato a tutte quelle persone che hanno impegnato la loro vita per difendere le libertà fondamentali dell’essere umano
contro ogni totalitarismo e ogni dittatura. Porre a terra dei cippi inamovibili dedicati ai giusti è il modo migliore per scrivere questo ricordo
laddove i ragazzi si formano, vale a dire nelle scuole. Il concetto dei Giusti si collega agli eventi della seconda guerra mondiale da cui è
nata la nostra democrazia e li estende fino a oggi, ricordando a tutti che quei valori sono ancora attuali. Quest’anno abbiamo iniziato con
un uomo e una donna che negli ultimi anni hanno sacrificato la loro vita l’uno per difendere la cultura contro la barbarie dell’Isis in Siria
e l’altra in difesa della libertà e della democrazia in Russia Ringrazio per l’intervento in queste giornate la dottoressa De Lucia e la dottoressa Bianca M. Tomassini Pieri per essere intervenute alla scuola Dante Alighieri e la dottoressa Federica Angeli che ha portato alla
scuola XXV Aprile la sua esperienza di denuncia delle vicende di Mafia Capitale che la costringono sotto scorta. In particolare Federica
Angeli ha scaldato i cuori di tutti i ragazzi, con la sua storia coraggiosa e toccante e ci auguriamo presto di rivederla a Civita nelle scuole
superiori”
Ecco come vengono definiti i Giusti tra le Nazioni e cosa li contraddistingue. I Giusti hanno salvato l’onore dell’Europa ai tempi della
Shoah: in un’epoca dominata dagli ignavi e dagli assassini, hanno permesso di non disperare dell’umanità, perché non hanno esitato a
rischiare la vita per salvare altri esseri umani, dovunque in Europa ci sono stati uomini e donne che hanno nascosto, protetto, sottratto
migliaia di ebrei alla furia nazista. I Giusti hanno agito anche in altre situazioni, opponendosi al genocidio armeno, alle foibe, aiutando
le vittime in Rwanda, in Cambogia o durante la pulizia etnica nella ex Jugoslavia. I Giusti sono anche gli uomini e le donne che hanno
difeso la dignità e la libertà nei regimi totalitari, che hanno denunciato i Gulag e che, con il loro coraggio, hanno permesso la riunificazione
dell’Europa. Tali esempi possiedono un valore universale, si ricordano incessantemente gli atti di queste persone, esortano a coltivare
la loro eredità e la loro convinta opposizione a ogni forma di razzismo e di discriminazione su basi etniche, sociali, politiche e religiose.
L’azione di questi Giusti si erge a monito contro le persecuzioni e
per la prevenzione dei genocidi in tutto il mondo. In tutto il mondo
sono stati riconosciuti oltre ventiquattromila Giusti tra le nazioni, di
cui oltre 500 solo in Italia. Nella realtà violenta che ci circonda, ricordare l’azione dei Giusti, rendere omaggio al Bene, mostrare che
ogni individuo, per quanto umile, può compiere il gesto che salva
un altro essere umano, ha un immenso valore educativo per i giovani
d’oggi. La giornata europea dei Giusti è stata approvata dal Parlamento Europeo il 10 Maggio 2012 con 388 firme.
INAUGURATO IL GIARDINO DELLA MEMORIA A VITERBO
Giardino della memoria, venerdì 18 marzo alle 11 la cerimonia di inaugurazione all'interno del
nuovo cimitero San Lazzaro, nell'area retrostante il tempio crematorio. Per l'occasione saranno
presenti il sindaco Leonardo Michelini e la presidente dell'Associazione viterbese per la Cremazione
Linda Natalini. “Il Giardino della Memoria – ha sottolineato il primo cittadino - è il risultato del lavoro svolto dall'amministrazione al fianco dell'associazione Viterbese per la Cremazione. Uno spazio di dignità per quanti, nel momento del dolore e del distacco, hanno il diritto di veder rispettate
le scelte dei propri cari”. Alle parole del sindaco Michelini fanno eco quelle della presidente dell'associazione Natalini: “Una grande gioia aver finalmente raggiunto questo obiettivo, risultato del
profondo impegno dell'associazione che rappresento e della sensibilità mostrata dall'amministrazione. Il Giardino della Memoria, finalmente, riconosce il dovuto rispetto ai tanti cittadini che
hanno scelto di essere cremati e ai loro familiari che, in questa area, potranno indirizzare pensieri e emozioni ai loro cari”.
L'addetto stampa - Cristina Pallotta
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Campo de’ fiori
LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!!
FRANCO FANTERA
Passano gli anni ma lo
spirito carnevalesco non
invecchia mai per alcuni
personaggi civitonici che
ogni anno non perdono
l’occasione per trascorrere
qualche pomeriggio in
allegra spensieratezza.
Uno di questi è Franco
Fantera, meglio conosciuto come “Rapera”,
che può considerarsi uno
di coloro che trasmettono
con passione la tradizione
del “Carnevale Civitonico”.
Infatti, in ogni corso di
gala si vedono bellissimi
costumi indossati dai figuranti ed altrettanti bei carri
ogni anno diversi, ma personaggi come Rapera mantengono la tradizione del Carnevale Civitonico dalle
origini ai giorni nostri.
Quest’anno “Rapera” sembrava la controfigura di “Gasperone”, il famoso bandito rinchiuso per molti anni
nel Forte Sangallo, all’epoca adibito a carcere, e utilizzato per la realizzazione del “Puccio” che ha troneggiato in Piazza Matteotti per tutto il periodo
carnevalesco e cremato a conclusione dei festeggiamenti. Un plauso va a Franco Fantera e a tutti coloro
che da sempre impersonano figure che rendono viva
la tradizione del Carnevale Civitonico e anche un doveroso ricordo a coloro che sicuramente lo vivono dal
cielo.
Tanti auguri ad
Asia Bongarzone
che l’11 marzo
compie 10 anni
dal papà, dalla
mamma, dal tuo
fratellino Ale,
dai tuoi cuginetti
Filippo ed
Edoardo, dai nonni, gli zii e le zie.
Buon compleanno principessa!!!
Un saluto a tutti da questo bel gruppo di Fabrichesi
in Piazza Duomo che augurano buona Pasqua ai loro
parenti ed agli amici!!!
Tantissimi
Tanti auguri di
Ad Antonella Achilli
auguri al
buon compleanno che festeggia il compiccolo Elia a Teresa Viviani pleanno il 23 Marzo
Ceccani che il che il 17 Marzo
2016. Alla nostra
1 Aprile
compie gli anni, amica di tante risate...
compie 1 anno, dai parenti, gli Tantissimi auguri per i
dai genitori,
amici e la reda- tuoi “primi” 60 anni!!!
i nonni e dallo zione di Campo
Noi siamo pronte per
zio Giordano.
de’ fiori.
festeggiare!!!
INVIATE I VOSTRI
MESSAGGI
DAUGURI
SPECIALI
AL NOSTRO INDIRIZZO
DI POSTA ELETTRONICA
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Campo de’ fiori
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AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
CARAVAGGIO EXPERIENCE
Roma - Palazzo delle Esposizioni
24 Marzo - 3 Luglio
Caravaggio Experience è il titolo dell’imponente video installazione che sarà ospitata dal Palazzo delle Esposizioni a partire
da giovedì 24 marzo fino a domenica 3 luglio 2016. Il progetto
espositivo, elaborato con la consulenza scientifica di Claudio
Strinati, è coprodotto da Azienda Speciale Palaexpo e Medialart, società fiorentina, in collaborazione con Roma&Roma srl.
Realizzata dai video artisti di The Fake Factory con le musiche
originali di Stefano Saletti, Caravaggio Experience racconta in
maniera del tutto inedita l’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio utilizzando l’innovativa tecnica espositiva delle esperienze immersive che approdano in tale occasione per la prima
volta a Roma.
Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 - Roma
Una nave di libri per Barcellona
VII edizione 20 - 24 aprile 2016 - Organizzata da Leggere: tutti e Grimaldi Lines
Martedì 22 marzo alle 12.00 a Roma presso Spazio5 (via Crescenzio 99/d, a pochi passi da piazza Risorgimento), Sergio Auricchio, editore di Leggere:tutti, Giuseppe Marchetti Tricamo, direttore di Leggere:tutti,
Maurizio Riccardi, direttore dellArchivio Riccardi e curatore della mostra fotografica “I tanti Pasolini”, Allegra Bartalucci, Executive Grimaldi Lines, Gino Manfredi, attore e doppiatore, presenteranno alla stampa la
settima edizione di Una nave di libri per Barcellona, in programma dal 20 al 24 aprile 2016.
CIVITA CASTELLANA - Centro Alzheimer a Sassacci:
entro il 30 marzo le domande per accedere al servizio
Sono aperti i termini per la presentazione delle domande per il Centro Alzheimer di Civita Castellana fino
ad un massimo di 10 utenti. Sono destinatari dell’intervento, prioritariamente, i cittadini residenti nei Comuni del Distretto Socio Sanitario VT5 con la diagnosi della patologia di Alzheimer certificata dai Centri
U.V.A. La presa in carico del paziente è di competenza dell’équipe valutativa multidisciplinare che predisporrà, previa valutazione, il Piano di Assistenza Individuale (PAI), attraverso il quale verrà definito il percorso di intervento. La domanda per accedere all’intervento dovrà essere presentata al Comune di
residenza, Ufficio Relazioni con il Pubblico, ubicato in Via SS. Marciano e Giovanni 4/6, negli orari di apertura al pubblico, entro il 30 marzo 2016, dalla persona interessata o da un familiare, un tutore, un curatore o un amministratore di sostegno e dovrà essere redatta sul modello appositamente predisposto, disponibile presso l’ Ufficio Relazioni con il Pubblico.
Alla domanda, correttamente compilata in ogni sua parte, deve essere allegata la seguente documentazione: diagnosi della patologia di
Alzheimer certificata dai Centri U.V.A.; copia del decreto di nomina a tutore/curatore/amministratore di sostegno (se ricorre il caso);
copia di documento in corso di validità e del codice fiscale del richiedente (se diverso dall’interessato); copia di documento in corso di
validità e della tessera sanitaria dell’interessato.
Il centro diurno prevede prioritariamente la afferenza di soggetti con patologia lieve o medio-lieve o per i quali l’insorgenza della patologia
è avvenuta prematuramente, con disturbi comportamentali iniziali, in grado di giovarsi di attività e riabilitazione cognitiva per mantenere
più a lungo l’autonomia. Il centro diurno è collocato nel Comune di Civita Castellana in Via Archimede, Località Prataroni. Il centro diurno
sarà aperto dalle 9:30 alle 16:30 per 3 giorni a settimana, la frequenza sarà gratuita.
Roma com’era
In occasione del 14mo compleanno della rivista Campo de’ fiori, vi proponiamo una bellissima foto, scattata esattamente 100 anni fa,
della centralissima piazza capitolina che dà il nome alla nostra rivista.
L’assetto della piazza è rimasto il medesimo. In Campo de' Fiori avevano luogo le esecuzioni capitali e fu qui, infatti, che il 17 febbraio 1600 fu arso vivo
il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, accusato di eresia. Nel 1876 un comitato di studenti universitari con lo scopo di ricordare il filosofo nolano,
decise la realizzazione di un monumento bronzeo da porre sul luogo stesso del rogo. L’opera dello scultore Ettore Ferrari venne inaugurata il 9 giugno 1889.
Dal 1869, inoltre, la piazza è sede di un vivace e pittoresco mercato ed oggi anche fulcro della movida romana.
Roma. Anno 1916. Piazza Campo de’ fiori.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
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Campo de’ fiori
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Album d
Civita Castellana.
Anno 1980.
Da sx:
zia Luisa,
Vittorio,
Gilberta e
mamma Carolina.
Foto di Vittorio Nizzoli.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Caprola.
Anni ‘60.
Veglione.
Si riconoscono
Giuseppe Fantini,
Stefano Principalli e sua moglie.
Foto del Sig. Giuseppe Fantini
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dei ricordi
Campo de’ fiori
Civita Castellana,
Aprile 1962.
Da sx:
Lucia Lucentini,
Augusta Giordani
e Rita Marchetti
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Civita Castellana. Anno1964. Rosa Lavini e la piccola
Pina Muscogiuri nel giorno del suo 1° compleanno
Civita Castellana. Primi anni ‘60.
Da sx: Franco, Giuliana e Fabio Valeri
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Campo de’ fiori
Album dei r
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anno 1974. In piedi da sx: Mario Capitoni, Enrico D’Antonangelo, Enzo Cilli, Nicola Ceccarelli, Massimo
Ricci, Aldo Cerretti. In basso da sx: Renzo Testa, Gianni Ippoliti, Giorgio Giorgi, Augusto Francola, Gianni Tabacchini.
Foto del Sig. Sandro Ceccarelli.
Gli atleti possono ritirare la foto gratuitamente presso la tabaccheria centrale in Piazza Duomo - Fabrica di Roma.
Campo de’ fiori
Civita Castellana. Anno 1984/1985. Scuola Don Bosco, classe 4a elementare.
In piedi da sinistra: Angela …, Federica …, Simona Scopetti, Katiuscia Vaccarotti, Monica Santini, Serena …, Maestra Gabriella
Berardi, Stefania Zitelli, Fabiana Calcagni, Beatrice Paternesi, Roberta Mascarucci, Tiziana Ferroni. In basso da sx: Alessandro
Belli, Stefano Carvetti, Luca Accettone, Fabio Pizzi, Gianluca Angeletti, Massimiliano Coletta, Mirko Profili, Riccardo Cecchini.
Campo de’ fiori
ricordi
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma.
Anno 1952.
Da sx:
Enrico Cencelli,
Antonina Ruggeri,
Letizia Alfieri,
Carla Ruggeri,
Marcella Cencelli.
Il basso al centro
Vittorio Alfieri.
Alle spalle
una bellissima
panoramica
di Fabrica di Roma
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Roma. Anno 1949. Francesco Pancotti in Piazza del Popolo
Fabrica di Roma. Anno 1953. Giuliana Ricci in braccio a
Annunziata Mattioli
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Campo de’ fiori
Album d
Castel Sant’Elia.
Anno 1957.
Classe V elementare.
Fila in basso da sx
si riconoscono:
..., ...., Marcello,
..., ...,
Gino, Erminio.
Fila centrale seconda da dx:
Vincenza Parmeggiani.
Fila in alto da sx:
Elvio,
..., ..., ...,
Filippo,
..., ... .
Chi altri si riconosce?
Contattate la nostra redazione
328.3513316 o
[email protected]
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Carbognano. Anni ‘40. Umberta Marcomeni e Valdimiro Carosi
Monterosi. Anno 1940. Angela Menichini, Umberto Blasi ed
il piccolo Enzo Blasi (attuale Sindaco Emerito di Monterosi)
Campo de’ fiori
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dei ricordi
Corchiano.
Anno 1957.
Nel giorno della loro
prima
Comunione, da sx:
Giuseppina Marconi,
Anna Spiriti,
Fiorella Coverini.
Alle loro spalle
le madrine, da sx:
Agnese Campana,
Fiora Berto,
Rosanna Achilli.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Corchiano. Anno 1972. La Macelleria Nardi addobbata per le Corchiano. Anno 1973. Rappresentazione della Passione di Cristo
festività pasquali, come usava all’epoca.
per le vie del paese. Al centro (con la veste rossa) Bengasi Battisti,
All’interno Fausto Nardi
sulla destra (vestito da soldato) Paolo Nardi, dietro Aldo Bernabei.
60
LAVORO
CERCO
- CERCO LAVORO di pulizie abitazioni ad ore,
anche badante o lavori domestici per il giorno.
Zona Civita Castellana. Tel. 388.6998219.
- CERCO LAVORO come lavapiatti, pulizie ristoranti o abitazioni, commessa (con esperienza). Automunita. Civita Castellana e dintorni.
Tel. 389.9365690
- CERCO LAVORO come giardiniere, tuttofare.
Tel.334.9067475
- CERCO LAVORO come autista 8con patente
B9, muratore, piastrellista, mattonatore, elettricista, idrauilico. Tel. 320.7605561
- CERCO LAVORO come badante per donna
anziana, giorno e notte. Referenziata. Zona Civita castellana e limitrofi. Max serietà. Alessandra 339.8238217
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grande voglia di lavorare cerca lavoro come:
operaio, pulizie giardini con proprio decespugliatore, saldatore muratore. Per informazioni contattarmi al 3896817632.
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a Civita Castellana e dintorni. Tel. 320.8485230
- CERCO LAVORO come segretaria, pulizie, cameriera, barista. Tel. 327.3192595
- CERCO LAVORO come badante notte e
giorno, baby-sitter, pulizie, ristoranti, case di
cura. Tel. 327.5925225
- CERCO LAVORO come badante giorno e
notte o ad ore. Zona Nepi, Viterbo e Roma. Tel.
327.1583063
- CERCO LAVORO come badante giorno e
notte o ad ore. Zona Civita Castellana, Nepi,
Roma e zone limitrofe. Tel. 389.4808344
- CERCO LAVORO come giardiniere, muratore.
Munito di patente B. Tel. 388.8035216
- CERCO LAVORO come aiuto cuoco, pulizia
casa ed uffici. Tel. 389.4913587
- RAGAZZO 30ENNE cerca qualsiasi tipo di lavoro purchè serio a Civita Castellana e dintorni.
Con esperienza nel settore delle pulizie, facchinaggio, autolavaggio. Tel. 333.8112409 Andrea.
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elementari, massimo prima media. O come baby
sitter. Disponibile e automunita. Tel. 3883629332
- 35ENNE, serio e educato, cerca lavoro come
giardiniere, lavori agricoli, muratore, autista,
acompagnatore o qualsiasi altro lavoro domestico. Zona Civita Castellana e vicinanze. Massima serietà. Tel. 3282409520
- CERCO LAVORO come badante ad ore o
lungo orario, domestica, pulizie in casa e negozi.
Tel. 388.9277412
- RAGAZZO 36ENNE cerca lavoro come autista anche per camion, giardiniere, lavori di manutenzione domestici, riparazioni di computer e
cellulari, muratore. Tel. 393.4496196.
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orario pomeridiano, badante per il weekend. Autominita. Zona Civita Catellana2139608.
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Campo de’ fiori
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come badante ad ore, sostituzioni, lungo orario
anche per la notte. Zona Civita Castellana, Fabrica di Roma, Gallese e dintorni. Tel.
345.0373913.
- CERCO LAVORO come badante. Tel.
390.4449919
- CERCO LAVORO come badante giorno e
notte. Tel. 388.6542895.
- RAGAZZO 22enne cerca lavoro come autista,
commesso, cameriere o altri lavori anche estero,
serio e onesto. Zona Roma Nord, abitante via
Flaminia - Morlupo. Luca 393/5548562
- CERCO LAVORO come estetista, segretaria,
pulizie, barista. No patente. Tel. 389.1340195
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lungo orario come badante, baby sitter, pulizie
casa e ristoranti. Zona Civita Castellana. Tel.
329.95266312
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in ragioneria che cerca lavoro. Residente a Fabrica di Roma in possesso della patente B. Tel.
392.67 61 254
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388.6542895
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imbianchino, piccole manutenzioni. Tel.
320.9165354
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badante, aiuto cuoca, aiuto pasticcera, cuoca in
casa, commerciante, assistenza notturna, pulizie.
Francesca 339.8992603
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