l angolo misterioso
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l angolo misterioso
2 l Campo de’ fiori SOMMARIO Editoriale: Buon Compleanno Campo de’ fiori. Buona Pasqua a tutti voi......................................3 GENNARO CANAVACCIUOLO: l’avanspettacolo dell’altro secolo.....4 SUONARE SUONARE: Joe Satriani: la chitarra perfetta ...........................6 FAVIVO: meraviglioso servo per due......7 CURRICULUM VITAE: Arianna Cigni......................................................8 PRATI URBANI: daily food & living dal 2014 nel cuore di Roma.....................................................9 Roma che se n’è andata: Il gioco della pallacorda. Caravaggio uccise il suo storico avversario..........................................10-11 TUTTI PAZZI PER IL CIOCCOLATO................12 GRANDE SUCCESSO AL NUOVO TEATRO SAN PAOLO ....................................................12 “QUI GIACE UNO IL CUI NOME FU SCRITTO SULL’ACQUA”.............................................14-15 Cine Parade: Poli opposti.......................................................16 Metti in circolo le tue idee.............................17 LA RUBRICA DEGLI EROI: Il Capitano Amilcare Peri ed il Tenente Ing. Conte Cesare De Rosa Feroldi......................................18 CAMBIO DI STAGIONE? PRIMAVERA? Attenzione alla depressione!..........................19 Storia del Serial Killer......................................20 Il sogno americano funziona ancora........22-23 Tele Radio Punto Zero: souvenirs di chi c’era.....................................24 MAGIC HAVANA.............................................25 Ecologia e ambiente: Quante nocciole nella Tuscia! .............................26 La natura: un carburante per l’anima...........28 Come eravamo: Quando Civita vinceva l’Oscar.............................29 Parliamo di funghi: I Leccini..............................................................30 L’angolo del collezionista: Le litofanie........................................................31 A TAVOLA CO’ ZI’ LETIZIA: La Pizza di Pasqua.............................................31 Working in internet... It is possible!.............32 LA ZANZARA IMPERTINENTE........................32 PRESENTAZIONE ALTA MODA. Gli accessori firmati Scarlatti Bleu Nuit.............................33 Il Fumetto: X 1999 di Clamp................................................34 ZELDA, il simbolo delle donne nel mondo dei video games...................................................34 I tesori dell’Agro Falisco: L’antico acquedotto di Nepi.................................35 Appuntamento al Teatro Bianconi di Carbognano. Protagonisti Marco Falaguasta e l’omaggio a Monica Vitti..........36 NICOLA FERRUCCI di Campagnano di Roma. Eroe della Prima Guerra Mondiale................37 I nostri amici..................................................38 L’angolo del grafologo: PIANTO ANTICO di Giosuè Carducci....................40 L’angolo del poeta.........................................41 IL BULLISMO: l’errore dei docenti e dei dirigenti scolastici.................................42 L’AMORE NON VUOLE PENSIERI...................42 GIOCA CON CAMPO DE’ FIORI......................43 IL BAGATTO. La prima lama dei Tarocchi.....44 LA SINDROME DEL CROMOSOMA X-FRAGILE.45 OROSCOPO.....................................................46 I GRANATIERI DI SARDEGNA.......................47 MARCO COLELLA vince la II edizione del YOU MAKE IT .................................................47 NEWS.........................................................48-49 MESSAGGI......................................................51 Agenda...........................................................52 Roma com’era................................................53 Album dei ricordi.....................54-55-56-57-58-59 Annunci gratuiti........................................60-61 Selezione offerte immobiliari...................62-63 SEDE OPERATIVA: PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 CIVITA CASTELLANA (VT) TEL. 328.3513316 - [email protected] SEDE RAPPRESENTATIVA: VIALE MAZZINI, 140 - ROMA Campo de’ fiori M arzo 2003. Mese provvido dei miei tanti già scorsi. In quel mese decidevo di imbarcarmi in questa avventura e nasceva, così, Campo de’ fiori, uno dei tanti progetti sognati di allora. Se volgo indietro lo sguardo ho ancora chiara la bozza della prima stesura, quando, fra dubbi ed incertezze, faceva fatica a decollare la scelta delle rubriche e dell’impostazione in genere. L’idea c’era, ma andava plasmata e la forma effettiva arrivò solo mese dopo mese, nonostante le mutazioni siano inevitabili e costantemente in atto. Da subito, però, con innocente pretesa, una cosa mi era certa: avrei voluto che la “mia” rivista arrivasse a tutti, ma propri a tutti. Avrei voluto che fosse la voce del popolo. Un popolo senza distinzioni di età, di cultura, di classe sociale, di politica… di Sandro Anselmi Quanta fatica per entrare in un mondo a me nuovo come editore! La burocrazia da sbrogliare e le nuove tecnologie, che stavano entrando anche in questo settore, erano un linguaggio completamente inesplorato, ma affascinante! Solo la passione e la tenacia mi permisero di superare ogni ostacolo. Ed allora via così verso quello che sarebbe stato ciò che oggi è Campo de’ fiori. Sono passati già quattordici anni e se all’inizio le pagine della rivista arrivavano in tutte le case di Civita Castellana, a poco a poco riuscirono a varcare i confini provinciali per arrivare ben più lontano. Anche internet mi ha aiutato molto a far conoscere Campo de’ fiori in tutto il mondo. Sono numerosissimi, infatti, gli italiani all’estero che ci seguono costantemente, avendo addirittura sottoscritto abbonamenti. Con la nostra distribuzione gratuita, tutti i mesi, nonostante gli sforzi, possiamo fare un bel regalo a tutti i cittadini. E mi fa molto piacere quando, nonostante ciò, le persone decidano comunque di abbonarsi, per essere certi di riceverlo puntualmente a casa propria. Tanti mi raccontano di come, ogni volta, si ritrovino in famiglia o tra amici a commentarne i suoi articoli o a riguardare le splendide foto di altri tempi, riscoprendo la bellezza del dialogo e del confronto sereno. Cari lettori, cari amici, sapeste quanto sono state importanti le vostre gratificazioni ed il vostro contributo diretto, attraverso i suggerimenti e le foto degli album di famiglia. Solo ora mi rendo conto di dover dire che Campo de’ fiori non è più solo la “mia” rivista, bensì la “nostra” rivista! Carissimi sponsor, sapeste come è stato vitale il vostro sostegno, poiché solo di esso vive la rivista! E, da ultimo, carissimi collaboratori, sapeste quanto mi sento legato a voi che siete l’anima stessa di questo giornale! È così che voglio augurare buon compleanno alla nostra amata rivista, ma soprattutto una serena e felice Pasqua a tutti voi! 3 4 G T Campo de’ fiori ennaro Cannavacciuolo L ’avanspettacolo dell’altro secolo orna in scena uno dei massimi personaggi dello spettacolo e della tradizione napoletana al Teatro della Cometa di Roma. Gennaro Cannavacciuolo propone in due atti il repertorio di una vita accompagnato da tre eccellenti musicisti Marco Bucci (pianoforte), Andrea Tardioli (clarinetto e sax) e Francesco Marquez (violoncello). Con “Il Peccato Erotico, divertimento musicale a luci rosa“, recuperando il repertorio dell’avanspettacolo e del caffè concerto, l’artista partenopeo ci regala uno splendido affresco delle atmosfere tra gli anni 1890 e 1940, allora solo per adulti. Lo incontriamo qualche minuto prima di andare in scena e cominciamo a porgli alcune domande. Perché fare uno spettacolo tornando indietro nel tempo? “Ho deciso di fare questo recital cercando di recuperare questo vecchio repertorio e riuscire a farlo arrivare ai giovani perché in Italia purtroppo non c’è più nessuno che lo fa, mentre io sono anni che parallelamente ad altri tipi di spettacolo porto avanti questo discorso sul teatro di varietà, sperando di far capire ai giovani come sono venuti fuori tanti artisti italiani del genere“. E’ vero che il tuo primo approccio vero col palcoscenico è stato un segno del destino, addirittura giovanissimo di- giorno sono rimasto quattro anni con Luca. E’ stato un segno della fortuna essere diretto così giovane da un mostro sacro del teatro come Eduardo“. Dai tempi dei tuoi primi passi sul palco ad oggi trovi cambiato il pubblico? “Trovo grandi cambiamenti nel pubblico, grazie ai disastri compiuti dalla televisione perché ormai il teatro è confuso col grande fratello e programmi simili … ormai tutto è spettacolo e si fa un po’ più di fatica con i giovani, ma comunque non ci arrendiamo !” Tanto cinema, tanta televisione e soprattutto tante operette portate al successo come La Vedova Allegra (regia di G. Landi e S.Marchini), Scugnizza (regia M. Scaglione), Cin-ci-là (regia R.Croce), Rosemarie (regia I. Stefanutti) che lo portano retto da Eduardo De Filippo? a ricevere il premio “Trieste Operette“. “Intanto comincio a scuola tanto prima, poi Strepitoso in questo spettacolo, Cannavacnegli anni 80 sono entrato a far parte della ciuolo canta, balla, recita compagnia di Luca De Ficon classe ed eleganza, lippo quando Eduardo lariportando in vita l’epoca scia il teatro e forma la d’oro dell’ avanspettacolo. compagnia dei giovani di Quella cultura povera ma Luca affiancando Pubella, fatta di ammiccapella Maggio. Il fatto è menti, doppi sensi e poeche quel giorno entro in sia, che comunque scena come comparsa suscita risa negli spettama dopo qualche giorno tori! E’ questo il risultato si ammala un attore con di uno spettacolo da non un ruolo importante ed in Da sx: gennaro Cannavacciuolo e perdere. tre ore sono dovuto anSandro Alessi, dopo l’intervista Sandro Alessi dare in scena. Da quel Campo de’ fiori 6 di Carlo Cattani Joe Satriani 7 Ottobre 2015Auditorium Parco Della MusicaRoma La chitarra perfetta J oe c’era già stato diverse volte a Roma, suonando dei grandi concerti ma…io gli avevo sempre dato buca! Stavolta, però, le cose sarebbero andate diversamente! 7 ottobre 2015, un “mercoledi da leone” …<e così all’alba sapevo già che sarebbe stata per me una grande giornata! >. Ore 19,55: un meticoloso check sulla porta di casa, quasi stessi ballando il “Tuca Tuca”: …dunque… biglietto? … intascato! …“moglie & pupi” ?… accuditi per tutte le loro necessità ed oltre!...occhiali? inforcati (…a volte me li scordo…)! … chiavi di casa? prese! … diversamente stanotte dormirò in macchina… uhmmm… macchina?…“benzinata”!…percorso casa-auditorium?… studiato nei minimi dettagli!...già…per non incappare in un fatale ingorgo stradale al crepuscolo… adesso …è tutto chiaro!… ”Estoy listo”...finalmente e...posso affrontare la strada! Entro in sala “Santa Cecilia” e già circolano delle note: è la musica di Markus James, chitarrista e cantante Americano, che accompagnato dal corpulento batterista di colore Kinney Kimbrough, ”blueseggia” alla grande per una quarantina di minuti, raccogliendo dei calorosi applausi da un pubblico rapidamente sintonizzatosi sulla sua musica … il suo breve concerto è un efficace e gustoso “apri pista” … la giusta “diavolina” per la gran serata che ci aspetta! E già, la grande serata che aspetta un folto pubblico, dai ventenni agli ultracinquantenni, con diversi padri orgogliosi di presentare al proprio figliolo la musica del grande Joe! E alle 21.30, d’improvviso si “galleggia” nel buio … ci si perde di vista con i propri vicini e le orecchie di tutti si “appizzano” alla percezione del “primo suono”! Come uno tsunami, si abbatte su di noi, improvviso, il poderoso riff di chitarra e rullate di batteria per l’introduzione di “Shockwave Supernova”, primo traccia omonima del più recente album del 59enne chitarrista Americano Joe Satriani, che, tra i bagliori di luci multicolori che tinteggiano il palco, si dimena, tutto in nero, occhiali compresi, con la sua chitarra, scuotendo, già in estasi dalle prime note, il testone completamente calvo. Un inizio sparatissimo, una pressione sonora sul petto di tutti noi che ci attardiamo piacevolmente …a non riprenderci dallo stupore! Con Satriani, sul palco, ci sono tre ottimi musicisti, che lo seguono per le date dello “Shockwave tour” e che hanno collaborato alla realizzazione del suo ultimo album “Shockwave Supernova”: il tedesco Marco Minneman (batteria), l’americano Bryan Beller (basso) e Mike Kenneally, ameri- cano pure lui, alle tastiere ma anche un eccellente spalla chitarristica per Joe in tanti momenti del concerto… mamma che beSStie! Il concerto ha un suono eccellente e la scaletta è sempre “in tiro”, potendo attingere dall’ampio repertorio della produzione discografica di Joe, che, onnipresente, instancabile, con le sue dita, alla fine del concerto, chissà quanti chilometri avrà percorso su quella tastiera… e tutti oltre i limiti di velocità! Ficcante, roboante, debordante, Satriani è così accattivante con la sua musica che, seppur strettamente strumentale, arriva, a differenza di tanti altri suoi “compari d’ascia”, ben oltre… la sua paletta! CarloCattani©words&pics-Febbraio 2016 Campo de’ fiori FAVINO: 7 MERAVIGLIOSO SERVO PER DUE Si aggiudica il Premio Le Maschere al San Carlo di Napoli Pierfrancesco Favino ritira il Premio U n clamoroso successo che non accenna a finire, che ha portato all’importante riconoscimento del Premio le Maschere, assegnato nella prestigiosa cornice dell’antico teatro S. Carlo di Napoli e che si ripete con repliche a non finire da più di due anni , per lo spettacolo diretto e interpretato dal bravo e bell’attore Pierfrancesco Favino che, tra l’altro, per questo progetto, adattato da un famoso lavoro di Carlo Goldoni Il servitore di due padroni, ha rinunciato in parte al suo budget, troppo alto per una produzione teatrale “che non si sarebbe potuto, permettere un attore come lui”. Un gesto non comune in questi tempi così bui! Una rilettura diversa di un classico del teatro adattato da un noto commediografo inglese Richard Bean, e riproposto nella versione italiana da Pierfrancesco Favino che lo interpreta e lo dirige al fianco di Paolo Sassanelli. Gli altri interpreti che si avventurano stavolta sul palco del Teatro Ambra Jovinelli di Roma sono: Marit Nissen e Simonetta Solder. E’ perfetta la descrizione del regista che dice che “è una perfetta combinazione di commedia visiva e verbale che ha dato vita ad uno spettacolo di grande successo”. Gli attori non si limitano a declamare ma sono dei veri e propri acrobati che si arrampicano sulle scale, sbattono le porte, scherzano con il pubblico come da tradizione di avanspettacolo e fanno battute a doppio senso che mantengono viva l’attenzione. Un altro dei protagonisti dello spettacolo è la musica che è suonata dal vivo da un gruppo dal nome comico di Musica da Ripostiglio. La storia ruota intorno a Pippo che vaga nella Rimini degli anni ’30 alla ricerca di un po’ di soldi che lo mettano al riparo dall’atavica fame. Così fa il servitore sia di Rocco che sta cercando di sposare la dolce e svampita Clarice e di incontrare suo padre Bartolo, sia di Bartolo e lo fa all’insaputa uno dell’altro creando spassosi episodi e gags. La storia si complica quando si scopre Pierfrancesco Favinoe Maddalena Menza che Clarice non è innamorata di lui e che Pippo stravede per Zaira e fa di tutto per conquistare il suo cuore. Insomma dopo tante traversie e rovesciamenti e colpi di scena, “forse” l’amore trionfa, anche se Pippo è sempre in mezzo ai guai. Fantastica l’interpretazione dei vari attori anche sul piano fisico, che richiama la grande serietà dell’approccio al lavoro del teatro di grandi attori. Questo fa ben sperare per le giovani generazioni. Da non perdere! Maddalena Menza UNA NOTTE VESTITA La nuova esilarante commedia di SILVESTRO LONGO retta da Cristiano Vaccaro è una storia che mira a difendere le donne dai soprusi maschili e che vede un lieto fine con la vittoria dell’amore. C’è un buono ed un cattivo che diventa buono… L a nuova e divertente commedia di Silvestro Longo al Teatro Petrolini ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico. Interpretata da Andrea De Bruyn, Antonietta D’Angelo, Ilaria Manocchio, Aleksandros Menetaj, Chiara Acaccia e Stefania Capece e magistralmente di- Longo ha scritto questa commedia per mostrare un lato serio di condanna e un lato di conciliazione attraverso corsi di bon ton amorosi, invitando gli uomini a non alzare mai le mani, ma il livello dei propri pensieri. Sandro Alessi Campo de’ fiori 8 Curriculum vitae Arianna Cigni tano dalla capitale, torna ad interpretare un cortometraggio “Terra del Sud” per la regia di Francesco Rubini (2008) e la divertente commedia “Streap tease con sorpresa” di Giannalberto Purpi (2010). Seguono negli anni successivi un western a teatro “Golden City” diretta da Stefano Jacurti, “Follia Pura” (2014), “Girotondo” di Arthur e “Mare Amaro” (2016). Dal 20 al 24 Aprile Arianna sarà al Teatro In Portico di Roma Garbatella con “La moglie morta”, interpretando la protagonista. Ricordiamo anche l’interpretazione di alcune fiction tra cui “Incantesimo” e “Carabinieri 5” nonché alcune copertine di riviste tra cui “Inciucio” grazie ai servizi fotografici di Aldo D’Ambrosio. Sandro Alessi A rianna Cigni nasce a Roma e viene indirizza al Teatro da un fatto che la colpisce: l’invito da parte di una sua amica attrice a vedere il proprio spettacolo teatrale. Da qui nasce la sua voglia di teatro e ben presto decide di frequentare scuole del settore tra cui “La Scaletta” diretta da Giambattista Diotajuti e segue le intuizioni ed i consigli del grande Antonio Pierfederici, allievo di Luchino Visconti. Nel 2001 sale per la prima volta su un palcoscenico ed interpreta “Pazzo d’ Amore” di Sam Shepard e successivamente “La bottega dell’antiquariato” di Goldoni, “Favole” di Oscar Wilde (2002), “Il gioco dell’amore e del caso” di Marivaux (2003), “Infedeli per sempre” di Bindo Toscani (2004), “I dialoghi di Leucò” di Cesare Pavese (2005). Dopo un periodo di tre anni passati lon- 9 Campo de’ fiori PRATI URBANI Daily food and living dal 2014 nel cuore di Roma È lì, al numero 41 di Via Pierluigi Da Palestrina, in una traversa di Piazza Cavour, nel cuore antico eppur moderno della città eterna. Siamo nel quartiere Prati e già il nome, infatti, lo colloca perfettamente, se non che lo stesso nome, Prati Urbani (daily food and living), appunto, racchiude un ossimoro che ci lascia intendere molto di più: portare un po’ di campagna in città. E certamente nel suo stile, moderno ed essenziale, è il legno a farla da padrone, che si sposa bene col bianco delle pareti e col ferro battuto degli arredi. Scendono dal soffitto grosse lampade in vetro, realizzate da un’importante azienda di Civita Castellana, Vetreria Laziale della famiglia Belli. Il gusto è quello tipico degli ambienti del nord Europa: Irlanda, Svezia, Norvegia o forse Danimarca, invece siamo nel bel mezzo del caldo Mediterraneo. Prati urbani, però, non è un semplice ristorante, è molto di più, aperto tutti i giorni dalle 7.00 del mattino alle 2.00 di notte (fatta eccezione per il sabato quando apre alle 18.00 e per la domenica, attivo, invece, dalle 10.00), è il luogo giusto per fare colazione, pranzo, aperitivo, cena e dopo cena, o meglio per andare a mangiare quando si ha voglia! L’idea di creare un locale molto più adatto alle esigenze ed ai ritmi dell’uomo metropolitano moderno nasce da quattro giovani: Lorenzo De Santis, Andrea Lucentini, Luca Mazzullo e Federico Neri, che da quasi due anni gestiscono con grande soddisfazione il frutto del loro innovativo progetto. Era l’inizio del 2014 quando, di comune accordo, decidono di prendere in mano questo ex centro benessere e di plasmarlo secondo le linee della loro idea, fino a trasformalo nell’accogliente locale che è. Entrando si distinguono già due ambienti diversi: sulla sinistra il “tavolo sociale”, grande e spazioso, dove poter mangiare in compagnia ed alle cui spalle è posizionata una delle maggiori attrattive del posto: una parete di muschio vero; sulla destra, invece, un’ampia libreria appesa alle pareti, con lo scopo di incentivare la pratica del bookcrossing (lo scambio dei libri) e i divanetti sui quali accomodarsi per navigare in internet, leggere, sorseggiare comodamente un cocktail o scambiare quattro chiacchiere. A seguire il lungo bancone e, di rimpetto, l’angolo della gastronomia, dedicato ai prodotti di produzione propria, come l’olio al peperoncino, le marmellate, l’amaro Prati Urbani, e nel quale è possibile gustare un buon panino col prosciutto tagliato a mano e con una bella fetta di formaggio. Superandoli si arriva alla sala ristorante vera e propria, che si estende fino alle cucine. Scendendo al piano sottostante si apre un’altra grande sala con il soffitto a volta, nella quale si tengono i corsi di formazione sul vino e sull’olio d’oliva organizzati dallo staff. Si risale, poi, al piano superiore, in prossimità dell’ingresso, attraverso una caratteristica scala a chiocciola, racchiusa in una gabbia di ferro battuto. Per quanto riguarda il menù, accanto a quello alla carta, c’è il menù giornaliero che cambia ogni giorno. Tante varietà di pietanze, diversi primi e secondi di carne e di pesce. Piatti semplici ma ricchi di gusto. Tra questi una originale carbonara fai da te. L’uovo, infatti, precedentemente cotto con una particolare tecnica, viene mescolato alla pasta direttamente dal cliente, che, impugnando la forchetta, mischia il tuorlo, adagiato in bella vista sulla porzione, ai tonnarelli. Ed anche qui i prodotti biologici sono ormai giustamente diventati un must. Prati Urbani, dunque, non è un ristorante, non è un bar, non è una vineria, non è una sala da te, è più semplicemente tutto questo insieme. La sua forza e la sua originalità risiedono senz’altro nella polivalenza che il locale offre a tutta la sua clientela! Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 10 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi Il gioco della Pallacorda Caravaggio uccise il suo storico avversario V enerdì 26 maggio dell’anno 1606, Michelangelo Merisi da Caravaggio, al culmine di una lite generata da una partita di pallacorda, uccideva Ranuccio di Riccardo Tomassoni, suo rivale in Consoli amore, oltre che storico avversario sul campo di gioco. La strada che fu teatro di questo assassinio è Via di Pallacorda, nel rione Campo Marzio, una parte del centro storico di Roma miracolosamente rimasto inalterato dove Caravaggio ha creato i suoi straordinari capolavori. Qui il grande pittore visse straordinari e drammatici avvenimenti che hanno avuto per scenario strade, piazze, palazzi e chiese, gli stessi luoghi che ancora oggi possiamo ammirare. La pallacorda era un gioco che veniva praticato con le racchette anche se era possibile far uso di appositi guantoni; a dividere il campo non c'era la rete, bensì una corda da cui deriva il nome del gioco. Forse, anche a seguito di quel drammatico evento che costrinse Caravaggio alla fuga, a quella fuga che l’avrebbe condotto precocemente alla morte, proprio nel momento in cui stava cercando di rientrare a Roma per la sua riabilitazione, il gioco della pallacorda entra a far parte della storia dell’arte. Sarebbe del tutto lecito chiedersi quale è stato il primo quadro in Francesco Boneri - Cecco del Caravaggio cui venne rappresentata una Suonatore di flauto partita di pallacorda, ebbene, si dell'inimicizia fra Michelangelo e Ranuccio. tratta di un’opera fiamminga, il cui soggetto la seducente Fillide, che posò come modella non ha nulla a che vedere con lo sport, tratper il pittore e forse Lavinia Giugoli, chiactandosi di un’opera dal tema biblico riguarchierata moglie di Ranuccio, per cui i due dante David e Betsabea con sullo sfondo un uomini arrivarono al duello. Questi scontri paesaggio e un campo da gioco dove si erano banditi dalle leggi vigenti, erano quelli svolge un incontro di pallacorda. i tempi in cui la Santa Inquisizione manda a Una donna, o forse due, furono la causa morte Giordano Bruno e Beatrice Cenci, pertanto, si doveva trovare un espediente per affrontarsi e il gioco della pallacorda si prestava bene questo scopo. Il duello si sarebbe dovuto fermare al primo ferimento di uno dei contendenti, senza andar oltre, l'appuntamento venne fissato al campo da gioco, con ogni probabilità proprio in Piazza Firenze. Ranuccio Tomassoni era accompagnato da suo fratello Gian Francesco, un caporione della zona e con loro, i suoi cognati, Ignazio e Federico Giugoli. Michelangelo Merisi si fece assistere tale Francesco Boneri, allievo e modello prediletto di Michelangelo Merisi, colui che in seguito avrebbe raggiunto grande notorietà con l’appellativo di Cecco del Caravaggio, dall'architetto Onorio Longhi, dal capitano Petronio Troppa e, infine, da un quarto uomo rimasto sempre sconosciuto, anche perché la sua identità venne artatamente occultata negli atti del processo sotto la Campo de’ fiori Morte do Giaicnto. Simon Vouet (Parigi 1590 - 1649) sigla N.N. sembrerebbe, infatti, che l’uomo in questione, apparteneva a una grande famiglia, quindi, un personaggio da proteggere a qualsiasi costo. Gli unici documenti attraverso i quali è possibile risalire alla dinamica di quell’evento, sono alcuni quadri dell'epoca dai quali si deduce che il campo di pallacorda era allo scoperto, mentre il pubblico seguiva le vicende del gioco da piccole tribune coperte. Non fu una partita di singolare, ma fu un confronto di quattro contro quattro, due giocatori posizionati più avanti, in prossimità della corda, due giocatori dietro, ossia, come si direbbe oggi, a fondo campo. Le occasioni di lite non si fecero attendere molto e, alla prima contestazione, il gioco cambiò, sempre quattro contro quattro, ma con le spade in pugno al posto delle racchette. Michelangelo, com’è ovvio, prese in consegna proprio Ranuccio Tomassoni che cadde a terra e l’avversario non si lasciò sfuggire la ghiotta occasione ferendolo all'inguine con la punta della sua spada, con l’intenzione di evirarlo ma, purtroppo, la lama recise l'arteria femorale. Risultò subito evidente che la ferita era gravissima, scapparono tutti, anche Caravaggio rimase gravemente ferito; accanto a Ranuccio morente il capitano Petronio Troppa, un bolognese già guardia di Castel Sant'Angelo, anche lui ferito mortalmente. A soccorrere Michelangelo Merisi ci pensò l’ignoto quarto uomo, il famoso N.N, che lo trasportò, non già nel più vicino ospedale e nemmeno a Palazzo Firenze presso il Cardinale Del Monte, dove il Caravaggio aveva abitato, ma a casa sua, a Palazzo Colonna. Stando agli studi e alle ricerche eseguite da storici dell'arte, esperti di Caravaggio, risulterebbe meno oscura l'identità di questo quarto uomo poiché, il facile accesso del pittore a Palazzo Colonna, sarebbe stato favorito dal fatto che egli si accompagnava con qualcuno di casa. Il quarto uomo presente al duello sarebbe Fabrizio Sforza Colonna che, pur non avendo provocato il ferimento di nessuno ebbe gran fretta di sparire poiché il giorno precedente era entrato in città da interdetto a seguito di una condanna subita l'anno precedente. Per lui, essere scoperto coinvolto in un omicidio rappresentava una situazione assolutamente pericolosa ed è per questo motivo che Fabrizio Sforza Colonna trasportò in tutta fretta Caravaggio a Palazzo per poi fuggire alla volta di Zagarolo. Monsignor Corradini nella sua opera dal titolo: “Caravaggio - Materiali per un processo”, sostiene: “Le mie fonti sono state ad esempio le relazioni dei birri successive allo scontro della pallacorda. Purtroppo il faldone del processo non fu mai ritrovato”. È chiaro che fu fatto sparire. Ma a Palazzo Colonna c'era qualcuno inte- Caravaggio Paolo V, Camillo Borghese, 1605 - 1621 11 ressato alla pallacorda infatti, nel 1610, ad appena quattro anni dalla fatidica partita, dal lato di Via della Pilotta, fu costruita una sala dove veniva praticato il gioco. La popolarità della pallacorda presso le nobili famiglie romane era enorme, non era un gioco del popolo, ma aristocratico. Un dipinto del XVII secolo dal titolo: “Morte di Giacinto”, probabilmente opera del francese Simon Vouet propone Giacinto - Ranuccio morente, sostenuto da un dolente Apollo Caravaggio. La tela sarebbe stata ispirata dal poeta Gianbattista Marino, che si trovava a Roma nei giorni dell'omicidio e desiderava mostrarla a Paolo V, Camillo Borghese, 1605 1621, sostenendo il pentimento dell'amico Caravaggio e, quindi, fagli ottenere l'amnistia. Ma Michelangelo Merisi aveva un paio di precedenti per rissa e fu abbandonato al suo destino. Il resto della vita di Caravaggio è ben nota, costretto a restare lontano da Roma fino alla fine, morì a Porto d'Ercole, in circostanze non del tutto chiare, portandosi dentro il rimorso per quell’omicidio. NOTA BIOGRAFICA. Nasce in Lombardia, emigra a Roma in cerca di lavoro, la povertà e gli stenti del primo periodo, la protezione di Cardinal del Monte e della sua raffinata cerchia intellettuale, il carattere rissoso e violento, le denunce, gli arresti, i processi, la sua chiacchierata sessualità, i primi successi, l’apoteosi, quindi: il precipizio. Una intera vita vissuta pericolosamente. L’uccisione di Ranuccio Tomassoni, la fuga a Napoli e nelle isole del mediterraneo, la pazzia che negli ultimi anni gli sconvolse la mente, la morte che lo coglie solo e disperato; tutti elementi che esercitano un enorme fascino e che fanno sentire Michelangelo Merisi da Caravaggio a noi più vicino, differenziandolo da tutti gli altri artisti. 12 Campo de’ fiori TUTTI PAZZI PER…IL CIOCCOLATO!!!! Si avvicina la Pasqua e le tavole saranno piene di uova, ma mangiarle fa bene o male? U na domanda che spesso molte persone mi rivolgono, soprattutto ora in occasione delle festività pasquali, è se faccia bene o meno mangiare il cioccolato. Si pensa infatti che il cioccolato sia della Dott.ssa nemico della nostra linea e Ilaria Melilli della nostra salute, in realtà Biologo questo prezioso alimento Nutrizionista possiede importanti proprietà nutrizionali…con questo però non dobbiamo abusarne!!! Il nome scientifico del cioccolato è “Theobroma Cacao” e può essere di tre varietà: nero (fondente), al latte e bianco. La differenza fondamentale riguarda la quantità di pasta di cacao contenuta al suo interno, ovvero la componente che contiene i principali nutrienti, quali minerali, vitamine liposolubili e antiossidanti. A tal proposito dovremmo preferire il cioccolato nero con minimo il 70% di pasta di cacao che, essendo meno lavorato, contiene una ridotta quantità di zuccheri; quello al latte invece presenta il 20-30% di pasta di cacao e una maggiore componente zuccherina, ed infine quello bianco contiene esclusivamente burro di cacao (la parte grassa) e zucchero. Molti studi hanno dimostrato che l’assunzione di circa 5-10 g di cioccolato nero (minimo al 70%) al giorno ha effetti benefici nel ridurre il rischio cardiovascolare, la pressione sanguigna e nel migliorare l’assetto lipidico plasmatico (aumento del colesterolo HDL e riduzione del colesterolo LDL e dei trigliceridi) grazie alla presenza del potassio e dei polifenoli, i quali possiedono proprietà antiinfiammatorie e antiossidanti. Inoltre è noto anche il suo effetto anti-diabetico in quanto, contenendo pochi zuccheri, determina minime oscillazioni glicemiche e migliora l’insulinoresistenza, favorendo l’aumento della sensibilità insulinica. Non dimentichiamo, infine, che è un toccasana per il nostro umore!!! Bisogna prestare attenzione però in caso di allergia al nichel (per la presenza di questo metallo all’interno) e di reflusso gastroesofageo perché la teobromina contenuta determina il rilassamento dello sfintere gastroesofageo inducendo il reflusso. Auguro a tutti Buona Pasqua e…ricordiamoci che una volta ogni tanto è concesso uno “strappo alla regola” ma sempre in consapevolezza!!! GRANDE SUCCESSO AL NUOVO TEATRO SAN PAOLO PER IL PICCOLO CORO SAN FRANCESCO DI ROMA N ell’ambito di un’importante iniziativa di beneficenza per aiutare i piccoli malati di ipertensione polmonare, una malattia prevalentemente sconosciuta ma che colpisce in modo subdolo cuore e polmoni costringendo a ricorrere al trapianto, si è svolta il 21 febbraio scorso al Nuovo Teatro S. Paolo organizzata da Rosanna Colantuono e Daniele Del Duca, dal titolo I DUE MONDI, che fa riferimento sia ai bambini sani e belli che a quelli malati, ed ha coniugato bellezza e solidarietà facendo sfilare piccole modelle che hanno vinto una borsa di studio nel settore artistico, ma allo stesso tempo ha permesso di dare dei fondi all’As- sociazione AMIP, è avvenuta l’esibizione di due cori: quello della scuola Cinese e il Piccolo coro della Scuola S. Francesco una scuola pubblica a due passi da San Pietro, diretto dalla Maestra Maddalena. I bambini erano una piccola rappresentanza dell’intero coro formato da ben 65 bambini di sette anni (seconda elementare), che si sono cimentati con un repertorio attinto dalla tradizione popolare dello spettacolo “L’Italia in musica”. Particolarmente apprezzata è stata la nota canzone romanesca: “La società dei magnaccioni”. Il Coro al termine dell’esibizione, ha avuto un diploma di riconoscimento. Questi i nomi dei cuccioli presenti: Mattia,Marzia, Emma, Davide, Angelica, Aurora, Vittoria, Elisabetta, Saraluna, Federico, Elena, Thomas, Massimiliano, Veronica, Paolo e Greta. Nel corso della serata si sono poi esibiti gli allievi della scuola di Danza Shape company di Marco Stramacci, la ballerina Mila Mangone, l’attrice Chiara Pavoni ed in chiusura la sfilata di Ester Campese. A giudicare le miss una giuria di addetti ai lavori molto qualificata, composta, tra gli altri, dalla stilista e pittrice Ester Campese, dall’attrice dei Cesaroni, Roberta Scardola, e dall’ambasciatrice dell’Unicef per i modelli italo-australiani Silvia Busacca. I riconoscimenti sono andati alle piccole Miss I due mondi: Aurora Guying Fino, Miss Under 12; Ginevra Menghi, Miss Over 12; Ilaria Battista è Miss Amip Saraluna Mauro. Una nota di cronaca! Le due Miss Aurora e Saraluna facevano parte anche del Coro San Francesco. Brave e belle! Maddalena Menza DA SX: ROBERTA SCARDOLA; ESTER CAMPESE; GIO’ DI GIORGIO; ROSANNA COLANTUONO, MADDALENA CACCAVALE MENZA E SILVIA BUSACCA 14 Campo de’ fiori Una visita al poeta inglese John Keats nel Cimitero acattolico di Roma. “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua”. L a sua tomba appare quasi d’improvviso, bianca stella terrestre, lungo il viale alberato del Cimitero acattolico nel quartiere Testaccio di di Bruna Ferrini Roma: un’oasi di pace che suscita emozioni. E, per dirla con Henry James, “una mescolanza di lacrime e sorrisi , di pietre e di fiori, di cipressi in lutto e di cielo luminoso…” Il poeta ne fa parte di diritto per aver ricercato, in vita ed in poesia, la Bellezza nell’essenza delle cose e per aver meritato di trovare la pace tra i poeti che ne hanno coltivato la Verità: un romantico nel posto giusto, morto la sera del 23 febbraio 1821 al suono delle campane di Piazza di Spagna. Sulla sua tomba si legge in inglese: “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua” che lui volle e gli amici fecero incidere nel marmo. Intorno, svettano alti i cipressi nutriti d’amore, come direbbe Oriana Fallaci che molto li amava e fece piantare nella sua campagna toscana: “La notte si parlano, si gettano semi che cadono nel bosco, nel prato , e a primavera si trovano sempre due o tre cipressini che sono i loro figli: nati da quelle notti d’amore”. Chissà, forse, di notte, quei cipressetti nel cimitero italiano parlano davvero ed il poeta potrebbe ritrovare la sua voce terrena per dire ancora: “Sospirami qualche parola di fuoco.. o baciami e nel tuo cuore seppelliscimi! Please, amami sul serio! ”Un cuore il suo, che nel battito della vita sentiva l’anelito alla morte. La breve vita di John Keats fu “un interminabile cammino in salita” iniziato vicino Londra nell’ottobre 1795 e concluso a Roma a soli 26 anni a causa della tisi di origine, forse, familiare. Nella letteratura inglese rappresenta l’esempio del giovane romantico segnato dalla crisi esistenziale per non poter frequentare, come avrebbe voluto, gli studi classici. Una condizione familiare dif- ficile lo avvicina agli studi di medicina nei quali emerge comunque per assiduità e coraggio, offrendo assistenza al fratello più piccolo Tom ed alla madre fino alla loro morte. Ma guarda oltre, sceglie amici impegnati che lo accolgono e con i quali comincia a sognare la vera Musa che dovrà condurlo alla fama. Di questo lavoro che l’attende, teme tutte le dure prove: ”L’alta idea che ho della gloria poetica mi fa pensare che essa si manifesti torreggiando troppo alto su di me“. Ricerca la solitudine nei luoghi più adatti, nell’ isola di Wight sprofonda nella lettura dell’amato Shakespeare, si avvicina agli intellettuali più noti, scrive inni a Lord Byron ed all’amico poeta Leigh Hunt con la speranza di riuscire ad entrare nella stanza della Poesia prima di cedere. In una lettera scritta all’amico Reynold, Keats spiega una sua celebre similitudine dove paragona la vita umana ad una casa di tanti Appartamenti (altrettanto celebre è il suo uso delle maiuscole): la prima stanza è quella dell’ Infanzia, dove rimaniamo prima di imparare a pensare, nella seconda entriamo condotti dal destarsi del Pensiero Fanciullo, infine entriamo nella terza stanza dove le pareti diventano oscure, si aprono corridoi bui perché il mondo è pieno di Miseria, Sconforto, Dolore, Malattia. Da tutto questo cercherà di uscire con “ furor creativo” negli anni 1816-1819, attraverso l’affannosa ricerca della Bellezza come un mezzo “ per superare il manto funebre dei nostri spiriti tetri” e che ritroviamo nei suoi poemi mitologici Hyperion ed Endymion, nelle sue Odi, ed in particolare nell’Ode sopra un’urna greca “Quando, dal tempo devastata e vinta, questa or viva progenie anche cadrà, fra diverso dolore amica all’uomo, rimarrai tu sola, “Bellezza è Verità” dicendo ancora: “Verità è Bellezza . Questo è a voi, sopra la terra , di sapere è dato: questo, non altro, a voi, sopra la terra, è bastante sapere. E’ così che, attraverso il suo inno alla natura, ci appaiono il sole, gli alberi, i fiori, le belle storie mitologiche, “come sorgente infinita di fluido immortale versato su di noi dal ciglio del cielo”. Lo stesso che irradia dalla sua tomba quasi il destino avesse voluto compensarlo per la vita breve che gli ha concesso. Anche l’amore per una donna è vissuto da Keats in modo sublime, ovvero alla luce della poesia, quasi un cammino verso la fine del “ sopra la terra” in vista di una Leggiadra Stella, la sua lucente stella, al di sopra della terra. Prima di giungere a Roma, il tempo gli concede di scrivere lettere, tante lettere d’amore, oltre una quarantina, dove non manca quasi mai l’accenno alla Bellezza secondo il suo concetto vivificante - La tua Bellezza cresce sopra di me ed io Campo de’ fiori sento un più grande amore per tutto il mio essere penetrare- che sono pubblicate ancora oggi e che formano anche la guida portante del film -Bright Star- dai toni poetici, scenografici tra i più esaltanti del moderno Cinema filosofico. Si chiama Fanny Brawne, ha 18 anni, vive nella casa accanto a quella di John dove le pareti non dividono ma inviano notturni segnali d’amore, assiste all’insorgere della sua malattia, “mio dolce medico” la chiama, ne cura i dolorosi effetti e ne respira il sollievo della speranza. Nel 1820 la malattia si fa più pesante, sarà curato anche dalla madre della giovane, insieme offrono appoggio morale nella convinzione che tutto finirà presto. Il poeta scrive oscillando tra vita e morte, le sue lettere d’amore sono anche biglietti da mettere sotto il cuscino, in uno commenta le brevi righe di Fanny : “ Il tuo biglietto è più ricco di una Nave di Perle”. L’apertura delle missive è spesso “Mia diletta Fanciulla”, “Leggiadra Stella”, il finale “Tuo per sempre” non conosce varianti ma i pensieri si fanno tristi e ricordano l’incerto domani. E’ indimenticabile la diciottesima lettera nella quale il poeta traccia una dolente sintesi: “Quale barriera erige fra noi questa malattia! Anche se stessi bene, dovrei essere il più possibile filosofo. Ora che ho avuto occasione di passare notti inquieto e sveglio, ho trovato altri pensieri che mi turbano. “Se morissi- mi dicevo- non avrò lasciato alcuna opera immortale dietro di me, nulla che possa rendere i miei amici orgogliosi della mia memoria – ma ho amato il principio della Bellezza in tutte le cose, e se avessi avuto il tempo mi sarei fatto ricordare… Dio ti benedica”. Comincia da questa lettera un pensiero dominante che il poeta coglie tra le parole del signor - amico Procter in un biglietto che sembra, ma non lo è, banale: “Dice di non poter venire a trovarmi con questo tempo, temendo un’infiammazione al Petto. Il nostro clima è dunque così orribile ? O coloro che ci vivono sono così trascurati?” A breve, Fanny riceve la lettera 35: “Stamattina ho passeggiato con un libro in mano, ma come al solito c’eri te nei miei pensieri. Vorrei dire in modo gradevole. Sono tormentato giorno e notte. Parlano di farmi andare in Italia”. Ne seguono altre nelle quali la partenza sembra allontanata dall’amore “ Non mi gioverà rimettermi in salute se non sarai mia quando starò bene … Sento che è quasi impossibile andare in Italia”. E più avanti nel tempo, un’affermazione che ha il sapore dell’ultima speranza: “Nel mio futuro 15 lice, lei lo sa. La luce si spegne, John Keats è già lontano: “quanto felice ancora una volta nel nido del prato”. L’aveva già scritto nel suo Endimione mentre una domanda -affermativa chiudeva il nono sonetto precedente: “E’ morte l’alto premio della vita”? Il suo premio alto, è lungo quasi due secoli, nel prato inglese della Roma eterna! Le sue lettere d’amore sono giunte sino a noi perché Fanny le ha conservate , ha raccontato ai suoi figli la storia d’amore con il poeta ormai celebre ma che lei l’avrebbe voluto tutto per sé, un figlio le ha mandate all’asta dopo la sua morte e noi le abbiamo nelle biblioteche di tutto il mondo. E le sue? Le distrusse, non avevano più senso in quanto il suo Jhon era più felice nella tomba, lei non ne aveva dubbi! La tomba di Keats nel cimitero acattolico di Roma non vedo null’altro che spine. Sono contento che esista una cosa come la tomba – sono sicuro che non avrò requie che là”. Il tarlo mentale circa la partenza ha compiuto il suo sottile lavorìo: gli amici ed il suo medico tornano sempre più spesso all’idea del viaggio, dell’Italia ultima speme, Fanny è disperata ma comprende: il 13 settembre del 1820 lo accompagna al postale di Pond Street per l’addio. Gli ha regalato un cappello foderato dalle sue mani per ripararlo dal vento di una Roma nemica, un quaderno con le righe ed un tagliacarte, chissà perché. Piange. Poi il pianto si fa conforto nelle lettere che scrive ed invia tutti i giorni. John, da una Roma affollata da amici vecchi e nuovi, legge e non legge quanto Fanny scrive, lascia qualche busta chiusa, da parte, quasi in attesa di un evento. Perché non sempre risponde? Il distacco, forse, è troppo grande, il tormento dei ricordi è insopportabile, la morte è già in atto, la vita non ha più senso e Fanny scrive alla sorella di lui che ormai solo la morte lo renderà fe- E noi, con lei: la magnifica idea di Oriana Fallaci ci avvicina con serenità alla Morte, tanto i cipressi ci sono in tutti i cimiteri italiani !!! La casa dove morì Keats in Piazza di Spagna a Roma Campo de’ fiori 16 POLI OPPOSTI S tefano Parisi, un terapeuta di coppia, separato da poco dalla moglie Mariasole, abita sullo stesso pianerottolo di Claudia Torrini, un avvocato divorzista, madre single di Luca. Tra i due è subito conflitto, ma quando il piccolo Luca vuole fare terapia con Stefano... Gianluca Ansanelli, Tito Buffulini, Roberto Burchielli, Antonello De Leo, Mauro Graiani, Riccardo Irrera, Paolo Logli, Alessandro Pondi, li avete contati? Sono 8. Vi chiederete, ma si può mai scrivere una sola, piccola sceneggiatura a 16 mani? Sembrerebbe di si. Ma i risultati non sono esattamente da premio Oscar. Una storia che poteva anche dare spunto ad una commedia romantica e brillante, si trasforma così in una commediola dimenticabile. Senza né troppe infamie, né troppe lodi. Peccato, perché gli interpreti sono simpatici. di Catello Masullo TITOLO: POLI OPPOSTI REGIA: Max Croci SCENEGGIATURA: Gianluca Ansanelli, Tito Buffulini, Roberto Burchielli, Antonello De Leo, Mauro Graiani, Riccardo Irrera, Paolo Logli, Alessandro Pondi INTERPRETI PRINCIPALI: Luca Argentero ... Stefano Parisi Sarah Felberbaum... Claudia Torrini Giampaolo Morelli ... Alessandro Dott. Beck Tommaso Ragno ... Grazia Schiavo ... Carolina Anna Safroncik ... Mariasole Elena Di Cioccio ... Rita Riccardo Russo ... Luca Gualtiero Burzi ... Luigi Braschi Stefano Fresi ... Fioraio Roberto Bocchi ... Onorevole Jack Queralt ... Manolo PRODUZIONE: MARCO POCCIONI E MARCO VALSANIA PER RODEO DRIVE CON RAI CINEMA ORIGINE: ITALIA - 2015 DISTRIBUZIONE: 01 DISTRIBUTION DURATA: 85’ SOGGETTO: COMMEDIA ROMANTICA FRASI DAL CINEMA : “Un terapeuta di coppia separato sarebbe come un dietologo obeso, è una questione di immagine!”. (il suocero a Luca Argentero). “lei è una stronza di suo, oppure ha fatto un master? Ho fatto un master. E lei invece è uno stronzo al naturale, come il tonno!” (Luca Argentero e Sarah Felberbaum) “nel tuo appagamento per la tua felicità... ma che sto dicendo? È Leibniz! Ah, Leibniz, quello della Sampdoria?”. (Giampaolo Morelli e Luca Argentero). “Poli opposti, suona carino come titolo!”. (Il producer a Luca Argentero). “Si va bene, ho capito, è un tuo amico. Ma perché tutti i tuoi amici che vengono a dormire qui urlano?”. (Riccardo Russo alla madre Sarah Felberbaum) VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi): 6 Leggenda: CAPOLAVORO: 10 DA NON PERDERE: 8 DISCRETO: 6 DA EVITAREl: meno di 6 Campo de’ fiori 17 METTI IN CIRCOLO LE TUE IDEE E’ nato a Civita Castellana il “Circolo letterario Volta la Carta” È nato a Civita Castellana, lo scorso Ottobre, il “Circolo letterario Volta la Carta”, per il quale ci si incontra ogni Martedì alle 21,30 presso la sede dell’associazione Active di Beatrice in Corso Bruno Media Manocchio Buozzi, n. 5. Come ci ha detto il giovane Danilo Mecucci, ideatore del circolo, lo spunto è arrivato l’estate scorsa ed essendo appassionato di lettura in solitario ed avendo interesse per le attività associative grazie alle quali ha conosciuto delle persone con cui condividere le sue idee, è riuscito ad organizzare il “Circolo letterario Volta la Carta”. L’obiettivo è quello di intercettare il bisogno sopito dei lettori solitari. Abbiamo avuto la fortuna di trascorrere una serata in compagnia dei ragazzi del circolo e abbiamo notato che si è creato un bel gruppo, composto non solo da giovani ma anche da adulti che, nonostante gli impegni quotidiani, riescono ad essere presenti. Una bella brigata che ha voglia di staccare la spina dalla solita routine, confrontarsi con altre persone e discutere di argomenti vari come il legame tra scrittura e musica, poesia o fumetti. L’attività principale è la riflessione collettiva riguardo alla lettura di un libro. Ogni persona ha scelto il titolo di un libro durante una delle prime serate e ogni due settimane ne viene estratto uno che i ragazzi del gruppo dovranno leggere in quindici giorni, per poi iniziare una discussione al riguardo durante l’incontro. Come una vera e propria brigata, i ragazzi si siedono formando un cerchio e iniziano l’attività. Si riassume brevemente la trama del libro per chi non lo ha letto e da lì si apre un vero e proprio dibattito. Dopo lo scambio di opinioni si dà un voto al libro, che verrà così messo a confronto con quello precedente. Avendo notato una certa sintonia nel gruppo, ho chiesto a Danilo se lui e i suoi collaboratori fossero soddisfatti e la risposta è stata molto positiva. Infatti il giovane ha risposto di essere molto contento del risultato e di come in pochi mesi si sia creato un gruppo meraviglioso composto da persone che hanno voglia di esserci. Il “Circolo letterario Volta la Carta” è veramente un bel progetto culturale ed una buona iniziativa realizzata da ragazzi che hanno voglia di tenere viva la cultura della nostra cittadina. Inoltre, Mercoledì 24 Febbraio è iniziato il corso amatoriale di cinema a cura di Pier Francesco Cari, presso la stessa sede. Ci auguriamo, allora, che, con questo spirito, possano nascere altre grandi idee! CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome______________________________________________ data di nascita_______________________Città________________________________________________________Prov._______ ______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome________________________________________________________________ _data di nascita_________________________Città____________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Campo de’ fiori 18 LA RUBRICA DEGLI EROI Dedicata ai combattenti della Grande Guerra di Civita Castellana Il Capitano Amilcare Peri ed il Tenente Ing. Conte Cesare De Rosa Feroldi C ontinuando a sfogliare il lidel bretto Franci, a pagina 24 e 25 si trovano i componimenti poetici dedicati ad altri di Arnaldo Ricci due valorosi di Civita [email protected] stellana, anche loro sopravissuti alla guerra: il Capitano Amilcare Peri ed il Tenente Ing. Conte Cesare De Rosa Feroldi. chiamata in italiano la battaglia degli altipiani, conosciuta anche come la spedizione punitiva o strafexpedition. L’attacco fu minuziosamente studiato dal capo di stato maggiore austriaco Gen. Franz Conrad Von Hotzendorf; iniziò il 15 maggio 1916 e si concluse il 27 giugno 1916; il piano prevedeva la totale sconfitta del nostro esercito partendo dal Trentino… ma così non fu; gli austroungarici furono respinti con enorme sacrificio dei soldati italiani, tra i quali si contarono, alla fine dell’ azione bellica, circa 146.000 morti, 76.000 feriti e 55.000 dispersi! Gen. Franz Conrad Von Hotzendorf Il sottotenente Amilcare Peri di Civita Castellana, era inquadrato nella brigata di fanteria Forlì della quale facevano parte il 43° ed il 44° reggimento fanteria. Dalle mie ricerche, non sono riuscito ad evincere su quale dei due reggimenti era il Peri; quando egli si guadagnò la medaglia di Bronzo, la brigata era comandata dal colonnello Emilio Cecchi, mentre i due reggimenti 43° e 44° erano comandati rispettivamente dai colonnelli Giulio Franchi e Sesto Tinto. La battaglia durante la quale il Peri dimostrò il suo ardimento fu quella che si svolse sul monte Lemerle; essa è inserita dagli storici, all’interno della grande offensiva austroungarica, Ebbene, il sottotenente civitonico Amilcare Peri combattè con coraggio ed incuranza del pericolo per fermare il nemico e per questo gli fu conferita la medaglia di Bronzo al valor militare con la motivazione seguente: Amilcare Peri – sottotenente reggimento di fanteria alla testa del proprio plotone, sotto intenso fuoco di fucileria e mitragliatrici nemiche trascinava i suoi uomini all’assalto di una posizione che conquistava sotto la guida del comandante di compagnia ed in concorso con gli altri comandanti di plotone. Ferito incorava gli altri col suo contegno calmo e sereno – Monte Lemerle 10 giugno 1916. Oltre la medaglia di Bronzo, Il Peri fu anche promosso immediatamente al grado di Capitano. l cippo che ricorda la battaglia di Monte Lemerle come appare oggi Continuiamo con il personaggio descritto dal Franci a pagina 25 del famoso libretto: si tratta dell’ allora Tenente Cesare De Rosa, figura che io ho conosciuto (non di persona)…..lo ricordo quando a bordo della sua Fiat Campagnola grigia, in età avanzata, transitava in via Vincenzo Ferretti, probabilmente rientrando a casa dopo le giornate trascorse nei suoi possedimenti agricoli di Civita Castellana… erano gli anni ’50 ed io ero un bambino! Egli, dai civitonici, era conosciuto come il Conte Feroldi oppure semplicemente l’Ing. Feroldi. L’ing. Conte Cesare De Rosa Feroldi, nacque a Roma il 22 dicembre 1884 ma visse quasi sempre a Civita Castellana dove la sua famiglia era proprietaria di vasti terreni agricoli che impiegavano tanta manodopera locale. Il palazzo dove la famiglia abitava è ancora lì, nonostante sia stato anche bombardato dagli alleati durante la 2° guerra mondiale. Questo palazzo è talmente conosciuto dalla cittadinanza che la via adiacente (via Rosa) viene ancora definita in dialetto ò vicolo del Conde! Vengo subito a parlare delle vicende dell’ing. De Rosa in relazione alla guerra del ‘15/’18. Egli fu chiamato alle armi come tutti gli italiani validi, nati nel periodo che va dal 1874 al 1899 (parteciparono alla guerra anche alcuni nati nel 1900, come volontari senza obbligo). Purtroppo non sono riuscito ad evincere, dalle mie ricerche, in quale brigata e reggimento fosse inquadrato il Feroldi; ho trovato invece che il nostro personaggio fu deputato in due legislature del Regno d’Italia: la XXIX° (dal 1934 al 1939) e la XXX° (dal 1939 al 1943). La battaglia dove il sottotenente Feroldi si guadagnò la medaglia di Bronzo è quella conosciuta come la 6° dell’ Isonzo, dove le nostre truppe riuscirono alla fine a conquistare Gorizia; essa iniziò il 6 e terminò il 17 agosto 1916 con la nostra vittoria finale. Di seguito la motivazione del conferimento della medaglia di Bronzo al Valor Militare al Sott. ten. Ing. Cesare De Rosa Feroldi: ………riuniva militari dispersi e sprezzante del pericolo, li portava all’assalto, avendo come solo scopo la buona riuscita dell’operazione. In altra occasione, si lanciava avanti, esponendosi dove il pericolo era maggiore, incorando i dipendenti e dando loro ancora una volta prova di esemplare coraggio – Podgora, 7- 8 agosto 1916…… …continua sul prossimo numero…. Campo de’ fiori 19 CAMBIO DI STAGIONE? PRIMAVERA? Attenzione alla depressione! E c’è un trattamento efficace respinto dai medici... Fin dall’Antichità, una semplice pianta con fiorellini gialli possiede la sodi Josiane lida reputazione di Marchand allontanare la malinconia. Oggi molti studi provano Naturopata che l’Iperico, quando viene correttamente dosato e utilizzato è tanto efficace quanto le medicine chimiche più violente, con molti meno effetti secondari. Spesso l’Iperico ha dimostrato senza equivoci la sua equivalenza e spesso la sua superiorità davanti alle medicine standard su depressioni leggere o moderate, così come in alcun casi su episodi severi, efficacissimo per attenuare l’ansia legata alla depressione con un effetto significativo sulla qualità della vita. Ovviamente con il vantaggio innegabile dell’assenza di effetti secondari visto che l’Iperico non ha alcun effetto tossico contrariamente ai farmaci. Da ieri a oggi I botanici lo chiamano Hypericum Perforatum ma è noto anche come Erba di San Giovanni visto che il 24 giugno è il periodo più indicato per il suo raccolto oppure Erba delle Streghe poichè il 24 giugno per alcune antiche tradizioni popolari era anche il giorno delle Streghe. Questi nomi sono la prova del suo lungo passato di erba medicinale. Infatti, l’Iperico fa parte di quei rimedi così popolari che viene menzionato in trattati lasciati dai più grandi medici e naturalisti della storia: Dioscoride, Plinio, Galieno, Ippocrate o Paracelso. Una volta, applicato in pomata sulla pelle, curava le ferite, le infezioni, le ustioni e preso per bocca, calmava le turbe nervose, l’ansia e le cefalee. Ma è soprattutto durante il Medio Evo che il suo uso per curare i disturbi neurologici si è sviluppato. La pianta era considerata infatti come capace di cacciare gli “spiriti maligni” (cacciadiavolo!). Concorrente degli antidepressivi chimici Fin dal 1996, l’attenzione su quella pianta è stata focalizzata grazie ai risultati di più studi su migliaia di pazienti affetti da turbe depressive e su cui la pianta ha comprovato un’azione paragonabile a quella degli antidepressivi chimici. Le molecole del buon umore Il sentimento di scoraggiamento, la fatica psichica, l’ansia o le turbe dell’umore sono intimamente legati ad alterazioni della conduzione delle informazioni da un neurone all’altro operata dai neurotrasmettitori. Il meccanismo di azione dell’Iperico assomiglia a quello della maggior parte degli antidepressivi chimici: ottimizza la produzione e la circolazione dei neurotrasmettitori. Agisce a doppio livello bloccando sia la loro distruzione che la loro nuova cattura, ciò che rappresenta l’aumento della loro presenza nelle sinapsi del cervello e facilita così le connessioni neuronali. E come per i farmaci si tratta di trattamento sintomatico: non si guarisce la causa della depressione ma si aiuta l’organismo a affrontare più serenamente questo periodo difficile. Prima di assumere l’Iperico Perchè i medici non prescrivono l’Iperico? La risposta è arrivata nel 2004, anno in cui i ricercatori dell’Università dell’Arizona hanno dimostrato che esistevano pazienti che rispondevano e pazienti che NON rispondevano al trattamento con l’Iperico. Di conseguenza, numerosi esperti hanno pensato che l’efficacia non prevedibile della pianta confermava invece una mancanza di efficacia generale. Ma, in caso di depressione leggera o di depressione seria l’Iperico dovrebbe sempre essere per lo meno provato se possibile. Se per caso non dovesse dare risultati dopo 2 o 3 settimane, a questo punto l’uso di un’altra molecola può essere giustificato. Ma... anche se si tratta di una pianta, alcune precauzioni sono da prendere in considerazione. Come ogni principio attivo dai potenti effetti, l’Iperico presenta interazioni con alcune classi di farmaci. Prima di effettuare un trattamento con questa pianta è bene consultare un professionista soprattutto se già assumete anticoagulanti, contraccettivi orali, antivirali ed alcuni antiepilettici o timo regolatori. Importantissimo: l’Iperico non deve in nessun caso essere assunto insieme ad un antidepressivo chimico: un serio rischio di effetti collaterali esiste e può portare anche alla morte in alcuni casi. Le donne incinte o che allattano e i bambini di meno di 6 anni non devono in nessun caso assumerlo senza il permesso del medico. Essere sempre prudenti prima di assumere un prodotto anche naturale è la base per mantenere un organismo in equilibrio che possa rispondere alle cure ideali. Voi, abbiate sempre cura di Voi!!! 20 Campo de’ fiori STORIA DEL SERIAL KILLER Da sempre esistiti in tutto il mondo, spesso tra leggenda e realtà A l termine degli anni ‘70 del XX secolo, l’espressione serial killer sostituisce quella di assassino seriale (in realtà è la semplice traduzione del Prof. in inglese). Sergio Nel loro studio la fa da Funicello padrona la psichiatria forense viste le motivazioni psicologiche che caratterizzano questa figura. I “pazzi sanguinari”, i “lupi mannari”, i “vampiri”, gli “assassini a catena” e tutti gli altri che, con diverso termine, hanno costellato la storia criminale dell’umanità, in realtà presentano tutte le caratteristiche dei Serial killer moderni. Le donne, vere “vedove nere”, uccidono per interesse economico (vedi in Italia Leonarda Cianciulli) e usano le armi classiche della donna, ovvero i veleni o lo strangolamento laddove la potenza muscolare le tranquillizzi sul buon esito; i maschi fisicamente molto più coinvolti preferiscono armi classiche come quella bianca (coltelli) o da fuoco. Soggetti con un’autostima pessima legata a violenze in età pediatrica sai in prima che in seconda infanzia. Nerone, per esempio, entrerebbe a pieno titolo nella categoria dei Mass Serial Killer (assassino seriale di massa): usò il veleno per uccidere il fratellastro Britannico; fece uccidere la madre Agrippina; e dopo aver fatto uccidere amici e parenti per impossessarsi dei loro beni, diede l’ordine di bruciare Roma condannando volutamente a morte centinaia di persone innocenti. Non contento di ciò, accusò i Cristiani dell’incendio e ne fece massacrare un numero indescrivibile. Tiberio, anche lui serial Killer ma “pedofilo”, aveva l’abitudine di gettare in mare da una rupe i giovanetti dopo aver soddisfatto le sue perversioni sessuali e pedofile. E si potrebbe continuare all’infinito. La regina Giovanna, con superficialità considerata mangiatrice di uomini, pare che dopo aver passato una notte di sesso con i suoi occasionali compagni, essendo assetata di sesso, li uccidesse facendoli finire a mare da una botola (ad esempio nel Castello di Vico Equense - vedi foto precedente) che, in realtà non è mai stata trovata. Nel 1963 fu sviluppata una triade spesso presente nei serial killer (la triade di Mac Donald): 1) piromania per distruggere; 2) zoo sadismo per riversare sugli animali le violenze subite; 3) enuresi notturna in età non più “fisiologica”. Pensare che il fenomeno sia recente è un errore, secondo alcuni ed io ne convengo, esso si perde nella notte dei tempi. Casi sospetti sono riferito al 331 a.C. quando alcune matrone romane furono accusate di aver ucciso con veneficio o, scoperte, a loro volta, suicide sempre con il veleno. Circa 115 anni dopo, in una realtà geograficamente e culturalmente ben lontana, il principe cinese Liu Pengli degli Han (nella foto) uccise oltre 100 soggetti per il piacere di farlo. Ancora Lacusta, una donna romana che uccise circa dieci persone tra cui l’imperatore Claudio (9 in concorso con altri), fu arrestata dopo la morte di Nerone, e giustiziata. Altri serial killer furono, nel XV secolo, il ricchissimo francese Maresciallo Gilles de Rais (nella foto) che , non da solo, uccise e cannibalizzò circa 1000 persone. Ed ancora il ricco Zu Shenatir, commerciante ricchissimo anch’egli dello Yemen, violentò ed uccise un gran numero di ragazzi, finché uno di loro non lo accoltellò uccidendolo. Nel 1542 Margareth Davey fu bollita viva per aver avvelenato alcuni sguatteri senza una ragione. Nel 1610 Erzsébet Bathory, nobildonna magiara, fu condannata per aver torturato e macellato oltre 650 ragazze; fu murata viva in una stanza fino alla sua fine (la colpevolezza però non fu creduta certa). Nel 1637, in Italia, una certa Giulia e la figlia Girolama avvelenarono molte persone con l’acqua tofana. Oltre a nobili e ricchi troviamo un barbiere inglese che tra il 1785 ed il 1800, nel negozio di Fleet Street, uccise oltre 150 clienti che buttava in alcune catacombe e, piccole parti diventavano ingredienti di torte, che la complice Margery Lovett preparava. Arrestati nel 1801 furono condannati a morte per impiccagione a Londra nel 1802 (vi è da dire che il personaggio è ancora dibattuto tra leggenda e realtà). Anche l’Australia non fu esente da questi criminali. John Lynch, nel 1835, uccise almeno nove uomini ed in un caso eliminò un’intera famiglia. Fu ucciso nel 1841, ma la sua figura, a mio vedere, non è inquadrabile nel serial vero e proprio, trattandosi di un rapinatore. Nel 1871 Lombroso studiò il caso Vincenzo Verzeni che uccise due donne aggredendone altre nei pressi di Bergamo mutilandole, usando il vampirismo, sospetta necrofilia e cannibalismo. Tra il 1873 e il 1876 il sacrestano T.T.Piper uccise a bastonate quattro donne. Lo studioso Richard von Krafft-Ebingb ci parla nel suo Psycopathia Sexualis di un serial italiano (macellaio Eusebius Pieydagnelle) che, ossessionato dal sangue, confessò, pentito, l’uccisione e la macellazione di sei persone chiedendo per sè la condanna a morte per fermarsi. Serial Killer sconosciuto ma realmente esistito: Jack lo squartatore uccise e squartò certamente almeno cinque prostitute. George Chapman uccise tre persone. Amelia Dyer, detta Jill the Ripper, strangolò con certezza sei bambini. In Italia la Cianciulli, la saponificatrice di Correggio, uccise tre donne trasformandole in saponi e biscotti che ella stessa mangiò (1940) Personalmente sono portato a comprendere in questa categoria di serial killer anche professionisti della morte che agiscono dietro compenso. Sono convinto, infine, che questi criminali uniscano “l’utile al dilettevole”, ritenendo impossibile pensare di togliere una o più vite per il solo amor di guadagno, vivendo poi una vita normale. ERRATA CORRIGE. Relativamente all’articolo pubblicato sul precedente numero di Campo de’ fiori (pag. 20 del n. 132 - febbraio 2016), “Il Dott. Funicello saluta i colleghi di Civita Castellana”, precisiamo che il Dott. Funicello dirigeva la VT 5 e non solo la commissione invalidi civili e che lo stesso è nato a Vico Equense e non a Napoli. Ci scusiamo con l’interesssato e con i lettori per l’imprecisione. Campo de’ fiori 22 IL SOGNO AMERICANO FUNZIONA ANCORA EMANUELE PETTENER, UN CERVELLO IN FUGA S aggista, romanziere, docente universitario, 44 anni, veneziano, il professor Emanuele Pettener ha vissuto il sogno americano fin da bambino. Più di Roberto che averlo vissuto, ne è Ragone stato contagiato, e sarebbe interessante scoprire come mai questo accada, perché Pettener non è l’unico esempio di questo contagio ab ovo. Tutto ciò che gli parlava di America lo entusiasmava. “Sognavo di vivere a Topolinia” confessa. Più grande, lo colpivano i film di Hollywood, i romanzi di Fitzgerald. “Per me l’America era quasi una sostanza eccitante, nel senso che era sufficiente vedere o sentir menzionato qualcosa di tipicamente americano, per provare un piccolo brivido di felicità. Immaginavo quelle strade, le cassettine per le lettere rosse, le bottiglie del latte fuori della porta, e poi Broadway, New York, i marciapiedi bagnati dalla pioggia, con la voce di Frank Sinatra che canta in sottofondo.“ L’America, diceva Mario Soldati, non è un luogo, ma uno stato d’animo. “Per me l’America era un brivido nelle ossa, un paese sognato che non avevo mai visto, né ero mai salito su di un aereo prima di arrivare in America nel 2000, a ventotto anni.“ Dopo la laurea incomincia a lavorare in una TV locale. Quando fallisce, lui perde il lavoro. Ciò che ad altri sarebbe apparsa una tragedia - disoccupato a ventisei anni, con una laurea in lettere praticamente inutile, senza un lavoro che fino a qualche mese prima sembrava molto promettente, e con la trafila da fare per mendicare posti di lavoro - per lui è una sorta di provvidenza manzoniana. “Inviare curricula, graziosamente scritti, e non ricevere neanche una risposta da chi proponeva lavoro sui giornali, e quindi una situazione di abissale angoscia, anche perchè strideva con i miei sogni. Sapevo che il sogno americano mi apparteneva, il desiderio di costruire qualcosa da solo.” Emanuele Pettener La cosa peggiore che gli potesse capitare diventa il motivo scatenante per partire: se avesse avuto un lavoro promettente in televisione, di sicuro non avrebbe fatto ciò che ha fatto. “Mi ricordo ancora la mia ragazza, Ilaria, che era andata in Puglia per una conferenza - lei aveva scritto un libro tratto dalla sua tesi di laurea - un libro, tra l’altro, sugli emigranti italiani negli Stati Uniti, con un lungo lavoro di ricerca negli archivi, setacciando e spulciando. Era stata in America per due anni, e quindi aveva studiato l’immaginario degli Italiani che poi andava a cozzare con la realtà, un lavoro storico. In questa conferenza incontra un professore americano, che va ad ascoltarla. La ascolta, e dopo averla ascoltata le dice: ‘Senti noi abbiamo un programma di dottorato nell’Indiana, e saremmo felici di averti. Ci piacerebbe che tu venissi e ti daremmo una borsa di studio, ti pagheremmo le spese di dottorato al cento per cento, e in più ti daremmo un piccolo stipendio come insegnante di italiano, insegneresti un corso a semestre, e in questo modo potresti mantenerti.’ Una magia. Senonchè Ilaria era già stata per due anni in America, in due differenti occa- sioni, prima a Los Angeles e poi a New York per proseguire i suoi studi e lavorare alla tesi, e poi al libro. Perciò disse al professore ‘Sarebbe un sogno, mi piacerebbe moltissimo, ma ho un ragazzo da cui mi sono separata per due anni, siamo riusciti a restare insieme nonostante tutto, e non mi va di tentare il destino per la terza volta. Non credo che sia giusto, e quindi a malincuore devo dire di no.’ Una volta tornata su a Venezia” continua Emanuele “mi racconta questa storia, ed io in quel momento non ho pensato a niente. E’ stata una folgorazione, ed io da cristiano l’ho considerato come un lampo divino. Se solo avessi pensato a quello a cui andavo incontro, non avrei fatto quello che ho fatto. Lei mi ha raccontato questa storia, ed io - lo ricordo proprio come un flash, mi ricordo la sua faccia - ho detto no no no, parti. Dopo vieni su, ci sposiamo e ti raggiungo.” E così è successo, qualcosa di irrazionale, dettato dalla disperazione di Emanuele, perchè si era reso conto che l’Italia davvero non gli offriva nulla. “Non abbiamo ragionato su di un fatto fondamentale, che io non avrei nemmeno potuto fare il lavapiatti o il cameriere, perchè non avevo il permesso di soggiorno. Eppure lei è partita in questa intesa, in una sorta di ipnosi - perchè guardandoci indietro Ilaria ed io non possiamo che pensare ad una sorta di ipnosi - e non c’era nulla che i nostri genitori, nè chi ci stava intorno potesse dire, ed è questo che ci dicevano, siete pazzi.” Ilaria è partita, ha incominciato il suo semestre di studentessa, lui ha organizzato il matrimonio in Italia, senza pensare che senza il visto dopo tre mesi sarebbe dovuto tornare indietro. “Tuttavia” continua Emanuele “c’era questa fiducia cieca nel destino, in Dio, nell’America, in qualsiasi cosa, una situazione che non potrei raccontare altrimenti se non come una forma di estasi nel senso greco della parola, eravamo fuori da noi stessi. Lei studiava e insegnava italiano, ci sentivamo al telefono, e nel frattempo ha incominciato a cercare qualche possibilità per me, ma sentivo questa sua preoccupazione al telefono perchè diceva: Campo de’ fiori ‘Non trovo niente, non ci sono possibilità.’ E io non lo so, perchè trascende da me stesso, ero tranquillo, e le dicevo ‘Non ti preoccupare, qualcosa succederà’. C’era una sensazione dentro di me, che comunque l’America mi avrebbe dato delle opportunità, e quindi ero tranquillo. Sicchè, una settimana prima che lei tornasse, e mi sposasse - perchè avevamo fissato il matrimonio il 2 gennaio del 2000, e la nostra partenza per gli USA il 14 gennaio - lo stesso professore che le aveva proposto di insegnare e di studiare negli Stati Uniti, è entrato nel suo ufficio e le ha detto: ‘Ilaria, abbiamo bisogno di un’altra persona, di un altro studente che faccia un dottorato, qualcuno che insegni. Conosci qualcuno?’ Abbiamo fatto rapidamente tutte le carte, saltando anche alcune cose perchè questa Università aveva bisogno di me.” Fra le cose non fatte c’era anche l’esame di inglese, che in quel momento Emanuele non sarebbe stato in grado di superare. Ilaria è tornata, si sono sposati, hanno ultimato le carte. “Siamo partiti, il primo aereo che prendevo, e solo la mattina in cui siamo arrivati e dovevo entrare in classe e fare la mia prima lezione ho realizzato la situazione.” Il professore precedente lo ha aspettato per presentarlo ai suoi studenti e per mostrargli come avrebbe dovuto insegnare. “Entro in classe, dico quelle due frasi in inglese che conoscevo e mi rendo conto che non conoscevo la lingua. Tuttavia, con un ottimismo tipicamente ‘americano’, ero convinto di saperla molto più di quanto non la sapessi. Forse per il fatto che capivo le canzoni di Bob Marley, quando mio fratello le ascoltava, o perché avevo sette in inglese in quell’unica ora sperimentale che facevamo alla settimana al liceo, ero convinto che il mio inglese fosse sufficiente a cavarmela. Sono entrato in classe, il mio cuore ha in- 23 cominciato a pompare in modo dissennato; alleggerisce di un bel peso, anche perchè il professore ha incominciato ad insegnare, avrebbe dovuto insegnare l’italiano in itae in un’ora non ho capito una sola parola di liano, e non in inglese. Comincia a seguire quanto ha detto.” anche le classi, e dopo tre anni conclude il Così Emanuele cade nel panico, rendendosi suo dottorato e il suo studio della lingua inconto che non capiva neanche le domande glese. che gli facevano gli studenti. In più, non era “E’ stata un’esperienza straordinaria, il mio la classe di Latino 1, ma quella di Latino 2, apprendimento dell’inglese è stata una più avanzata. Si rende conto che la settilunga lotta, anzi dopo un paio d’anni, renmana dopo dendomi conto avrebbe dovuto che i miei proinsegnare una gressi erano materia che molto lenti, mi non conosceva, sono impegnato in una lingua a parlare inglese che non conoanche a casa.” sceva. Come In seguito, lo svegliandosi da stesso profesun sonno lungo sore che li aveva quattro mesi, si portati in Inrende conto diana riceve una della follia asproposta dalsoluta che l’Università di aveva comBoca Raton, in messo. Così nel Florida, e week end inco- Le copertine dei due romanzi di Emanuele Pettener editati chiede a Emada Meligrana Editore mincia a stunuele e a sua diare quel moglie se volatino che avrebbe dovuto insegnare, fagliano seguirlo. Così, armi e bagagli, marito cendo le prove davanti allo specchio, e ree moglie si trasferiscono in Florida, dove cupera un po’ del suo innato ottimismo. Il tutt’ora insegnano presso la Florida Atlantic lunedì va all’Università, e incontra proprio il University. professore che aveva offerto il posto a lui e Ho conosciuto Emanuele Pettener attraad Ilaria. verso due dei suoi romanzi, ‘Arancio’ e “Questo professorone” racconta Emanuele ‘Proust per bagnanti’, che ho avuto il “forse aveva fiutato qualcosa, perchè mi fa, piacere di recensire, pubblicati da Meligrana allora, Emanuele, come va? E io gli dico bè Editore. insomma, non male, certo... e meno il can Due cervelli in fuga, Emanuele e Ilaria; due per l’aia. Così lui mi dice, senti, in questo valori che avrebbero potuto ben rimanere momento c’è un’altra classe in cui un latiniin Italia, ma, si sa, da noi si dice che la culsta sta insegnando italiano. Perchè non vai tura non rende, e lo si dice anche in matu ad insegnare Italiano 1, e lui insegna Laniera dotta, scimmiottando i latini: ‘Carmina tino 2?” Non è una cattiva idea, gli fa Emanon dant panem’. nuele, e in quel momento il suo cuore si Campo de’ fiori 24 Tele Radio Punto Zero: i souvenirs di chi c’era Sulla Faggeta di Soriano immaginando Alpi e Pirenei S enza Moser nè di vittorie nella storia del traumatico distacco Saronni il Tour de ciclismo. Per Radio dall’emittente del fonFrance del 1977 Punto Zero fu invece datore ed amico non interessò la l’inizio di un sempre Maurizio Tocchi, RAI, che non inviò al semaggiore spazio, che lo l’anno seguente non guito della “grande bousport trovava nei palinseppi resistere alle lunemmeno un cle” dell’emittente. sesti singhe di Stefano radiocronista. Per Radio Quell’anno facemmo Principalli, che mi di Secondiano Punto Zero fu l’occasione anche in diretta i camconcedeva una ideale Zeroli da sfruttare onde allarpionati italiani di atletica sistemazione presso il gare il proprio patrimonio di ascoltatori, che leggera, che si svolgeresidence del Motel comprendeva essenzialmente le casalinghe vano nella capitale. Sassacci, se avessi ed i giovani; la potente radio di Soriano nel Seguii nuovamente il accettato di fare il Cimino si sarebbe così indirizzata alla vasta Tour nel 1980, proprio bis. Ormai il proplatea degli sportivi, che non volevano atnell’estate nella quale si gramma era ben contendere l’ora di cena per conoscere l’ordine stava preparando il gegnato ed io d’arrivo e la classifica della corsa ciclistica grande trasferimento riuscivo praticamente Il giovane Secondiano Zeroli più importante al mondo. La mia buona codella Radio a Civita Cain tempo reale a dare a Radio Punto Zero noscenza del francese (sono laureato in stellana. Con Maurizio i passaggi della questa lingua ed avevo di recente abitato ed Omero fu trovata la nuova sede in piazza corsa. La collaborazione di tutti rendeva la un anno a Nizza) convinse Maurizio Tocchi Marconi, dove per l’emergenza fu approntrasmissione sempre più dinamica e lo spaa sistemarmi per tre settimane presso l’eletata una camera per il sottoscritto. La RAI zio che avevo era volutamente maggiore gante hotel degli Oleandri. Il problema era infatti continuava a latitare e noi, in ricordo per via del crescente interesse che stava suascoltare correttamente l’emittente frandel grande successo ottenuto nel ’77, deciscitando la descrizione della corsa. Quel cese France Inter, che ogni ora a partire da demmo di ripetere l’esperienza. Stavolta Tour lo vinse Bernard Hinault con quasi un mezzogiorno si collegava con la corsa. Sarà avevo a mia disposizione una potentissima quarto d’ora di vantaggio su Lucien Van per l’apparecchio radio piuttosto vecchiotto, radio nuova fiammante (vedi foto) ed ascolImpe. Dopo pochi giorni dalla conclusione, sarà per le onde che arrivavano non suffitare France Inter era un vero piacere. mi arrivò un biglietto dagli organizzatori del cientemente potenti, ma per avere una Quell’anno facemmo un grande scoop, Tour che mi lasciò di sasso. Il Segretario Gebuona ricezione fummo infatti i nerale del Tour, Robert Taurand, mi faceva i spesso dovevo primi in Italia ad complimenti per come avevo seguito la arrivare fin sulla annunciare, fin corsa (vedi foto). Quei complimenti costituivetta della Fagdalle dieci del scono per me a tutt’oggi un grande mistero. geta di Soriano e mattino, che la Non ho mai capito come la cosa sia potuta così ad una quota maglia gialla accadere, chi può averli informati e perché. superiore ai mille Bernard Hinault Comunque sia quei misteriosi complimenti metri potevo in si era ritirato mi fecero un grande piacere e credo siano tutta tranquillità dalla corsa, anzi rimasti un fiore all’occhiello nella storia svolgere il mio la- Il biglietto di congratulazioni inviato, direttamente dalla non aveva dell’emittente. Francia, a Secondiano Zeroli per l’egregio lavoro voro. Lavoro che preso il via della da cronista del Tour de France 1977. espletavo con tredicesima Sui numeri grande entusiasmo, perché oltre alla tradutappa, che avrebbe portato la carovana del 51, 52, 53, zione dal francese avevo anche la possibilità Tour da Pau a Bagnères de Luchon, per via 54 e 55 del 2008 di Campo de fiori di interpretare la corsa e di dare pareri sui di una tendinite al ginocchio destro. Ripepotete rileggere la vera storia intevari protagonisti. Quel Tour lo vinse Bernard temmo la notizia fino allo sfinimento, poiché grale dellemittente Radio Punto Zero, Thévenet con soli 48 secondi di vantaggio sapevamo che la RAI ne avrebbe parlato curata nei minimi dettagli dal giornalisull’olandese Kuiper e con 3 minuti e 22 sesolo nel corso dei telegiornali e dei radiosta Secondiano Zeroli, fin dallinizio, e condi sul belga Van Impe. Eddy Merckx, già giornali della sera. Il Tour del 1980 fu così per tanti anni, al servizio della storica battuto due anni prima dallo stesso Thévevinto dall’olandese Joop Zoetemelk, un Teleradio Punto Zero. Le rivista sono net, giunse soltanto sesto ad oltre 12 mieterno secondo finalmente agli onori della consultabili on line sul nostro sito nuti. In pratica quel Tour segnò la fine della vittoria. www.campodefiori.biz. carriera del corridore con il maggior numero Benché fortemente perplesso a seguito del ESCLUSIVO I viaggi di Danilo Magic Havana Girando per le strade della capitale cubana (Hotel Inglaterra, ore 22.00) ndomita, abbandonata, pulsante, ciarliera, erotica, misteriosa, tentatrice, popolare, di Danilo selvaggia, libera, tolleMicheli rante, decrepita, pittoresca, romantica, latina, danilomicheli@ coloniale, oziosa, affolyahoo.it lata, notturna, venduta e comprata. E’ tutto questo l’Havana, ad ogni aggettivo apparentemente negativo ne corrisponde un altro che ti invita ad insinuarti tra i suoi rami per scoprirla a piedi: tra i vicoli, le buche, le pozzanghere, i palazzi squarciati, i muri aperti che indovinano case sotto i portici ad un passo dai marciapiedi brulicanti, o in mezzo ad auto e carcasse di auto anni ’50 che portano passeggeri provvisori lungo il “malecon” tra ragazze che improvvisano autostop verso un’alcova, mentre intere famiglie appollaiate su biciclette tornano a casa verso il tramonto se hai il tempo di guardare la dignità nei loro occhi. Le domeniche ultradeserte di tutti i paesi I del mondo si animano verso sera sul lungomare, qui sono come i Sabati, perche il lunedì non c’è lavoro e c’è tempo di prepararsi per le avventure della notte. Bisogna guardare negli scaffali vuoti dei negozi per capire l’economia del momento,non lungo il “malecon” dove la vita quotidiana per nulla intimorita dalle necessità materiali, si permea di emozioni fino a quando noi stranieri non mettiamo le mani in tasca e ci vogliamo comprare anche le sensazioni. E’ un incontro a cui sanno giocare i cubani, il contrario di come lo vediamo noi: poveri, illusi, poeti decadenti; stiamo al gioco e paghiamo sconfitti o ci rifugiamo nei sogni tormentati, senza aver colto. Meglio una purezza frustrata o un’avventura amara vissuta? Qui le emozioni e i contrasti sono forti e provocano altalene di umori, e la visione di questa città è quello che vi succede .Ti coinvolge, è un tuffo nel tempo che non ti dà il senso, l’ordine degli avvenimenti del presente, te li scarica addosso da un passato dimenticato; ti sommergono e non hai il tempo di catalogarli,razionalizzarli ,allora si accavallano così velocemente che li ritrovi ammucchiati disordinatamente solo quando sei solo in camera, sotto la doccia, sul letto protetto dalle riflessioni. Ed è lì che mi sono rifugiato per ritrovare me stesso. 26 Campo de’ fiori Ecologia e Ambiente I Quante nocciole nella Tuscia! n questo ultimo decennio nella Tuscia si sta verificando un enorme produzione di nocciole e dove prima cerano pescheti, uliveti, vigneti e frutteti, di Giovanni ora spuntano piantine di Francola nocciolo. Piccoli o grandi [email protected] terreni sono stati attrezzati per far crescere queste piante, verdi nel periodo caldo e con rami spogliati nei mesi freddi. Non vorrei che a forza di produrre nocciole il nostro territorio si dimentichi di tutto il resto e che si venga a creare una sovrapproduzione di prodotto al punto di abbassarnr il prezzo finale di vendita. Al di la di questo interrogativo futuro e di come pian piano il paesaggio sta mutando sotto i nostri occhi, mi chiedo: quanti trattamenti fitosanitari ha bisogno questa pianta durante il periodo dell’anno per dare un buon raccolto? Si può essere certi che tali trattamenti non siano nocivi alla popolazione e agli stessi agricoltori, visto che le malattie del nocciolo sono sempre in agguato e non solo per le piante? Le principali avversità del nocciolo sono sostanzialmente parassiti animali (acari e insetti), funghi e batteri. Questi di seguito sono alcuni nomi di parassiti: Eriofide del nocciolo (Phytoptus avellanae). A fine marzo, inizio aprile, avviene il passaggio degli acari dalle gemme colpite a quelle in via di formazione, sui nuovi rametti. Aprilo (Agrilus viridis), le cui larve scavano sulla corteccia profonde gallerie interrompendo i vasi linfatici, provoca l’ingiallimento della chioma. (Curculio Balanino nucum), l’adulto è di colore marrone e ha un corpo munito di rostro che consente alle femmine di forare il guscio della nocciola non ancora duro e deporvi le uova. Cimice del nocciolo, il cimiciato si presenta quando le punture delle cimici sono in una fase avanzata di sviluppo del frutto. Ma poi ci sono anche altri parassiti, soltanto per citarne alcuni: la Cerambicide del nocciolo, il Rodilegno, la Falena, la Cocciniglia. Ma non basta qui ci sono anche parassiti fungini: Oidio (Phyllactinia guttata), i sintomi di questo parassita si manifestano prevalentemente sulle foglie, Gleosporiosi (Pigotia corali), le gemme colpite da questo parassita si presentano imbrunite, questi attacchi si manifestano soprattutto nelle annate umide e nei noccioleti di fondovalle. Per concludere c’è anche l’Armillaria mellea; le piante colpite presentano scarso vigore vegetativo con un appassimento della chioma e infine la Cytospora corylicola che colpisce prevalentemente vecchie coltivazioni, con la comparsa delle caratteristiche macchie estese di cole bruno rossastro. Come si è ben visto sono davvero tante le insidie per questa pianta, come sono molteplici i trattamenti da fare, anche se la revisione della normativa europea in materia di agrofarmaci ha cambiato la strategia di difesa del nocciolo e molti dei principi attivi finora utilizzati sono stati revocati, o hanno subito drastiche restrizioni di impiego. Capisco che queste coltivazioni sono un economia reale per i nostri territori, però mi auguro che chi è intento a fare, ogni anno, sempre un maggiore raccolto, sia anche attento a fare un trattamento sempre più responsabile, per non recare danno alla sua salute ed a quella di chi, di nocciole, non ne ha neppure per farne un dolce. 28 Campo de’ fiori La natura: un carburante per l’anima Ecco come ricaricarsi mentalmente e spiritualmente C he il camminare faccia bene un po’ a tutto il nostro organismo è un dato certo e comprovato, sappiamo ormai che passeggiare una mezz’ora al giorno è di Fabiana un toccasana per la nostra Poleggi salute, apporta benefici alla nostra circolazione, alle articolazioni, previene malattie come l’infarto e l’ictus, mantiene il tono muscolare, ci tiene in forma, insomma una terapia sana e consigliata. Se a tutto questo però aggiungiamo un bosco ecco che i benefici si moltiplicano. Secondo uno studio coordinato dall’University of Rochester, immergersi nella natura anche per breve tempo, aiuta le persone non solo a migliorare la propria salute fisica, ma a ricaricarsi mentalmente e spiritualmente fino a riprendere energia sentendosi più vitali. Il contatto col bosco o con la campagna, riesce ad aumentare la vitalità e a ridare energia anche su persone che lamentano stati di debolezza o di forte stress; i ricercatori americani lo hanno verificato testando l’influenza dei boschi e della campagna su 537 studenti, coinvolti in cinque diversi esperimenti : ad alcuni ragazzi veniva chiesto di svolgere un’attività in classe, ad altri lo stesso lavoro all’aperto in un bosco, ne è emerso che non solo il gruppo che aveva lavorato all’aria aperta aveva terminato il lavoro più velocemente, ma che al termine nessuno si sentiva stanco, anzi tutti si sentivano carichi di energia. Lo stesso studio ha inoltre evidenziato che 45 minuti di passeggiata nei boschi, per tre volte la settimana, con il movimento fisico e con l’ossigeno sprigionato dalle piante, irrorando il cervello aumentando notevolmente le capacità cognitive, sensoriali e di concentrazione. Dunque si rende urgente l’esigenza di costruire aree residenziali e di lavoro più «ecologiche», con giardini e parchi a portata di mano. Il professor Gherardo Amadei, professore associato di psicologia dinamica all’Università di Milano-Bicocca afferma che in moltissimi casi di malattie psicologiche, restare a contatto con la natura anche per un breve periodo al giorno, aiuta a far ritrovare quella tranquillità d’animo che spesso neanche i farmaci riescono a ristabilizzare. Quando i muscoli si attivano, producono molecole importanti come le endorfine e la serotonina che risollevano l’umore. Chi cammina con regolarità nota una diminuzione dello stress e della depressione, dorme meglio e vede la vita mentalmente ed emotivamente in modo più positivo. Ma senza andare troppo lontano, anche noi spesso quando ci sentiamo stanchi, o se abbiamo difficoltà di concentrazione, magari ricorriamo ad un caffè, per tirarci un po’ su, ma in realtà la soluzione l’abbiamo a portata di mano. Le nostre campagne, i nostri boschi, sono ricchi di sentieri, basterebbero 20 minuti al giorno di passeggiata tra gli alberi magari in compagnia di un amico per ridurre i nostri disturbi nervosi, il nostro stress e per ridarci vitalità. Quella che oggi viene chiamata “psicologia ambientale”, non è altro un ricollegarci con quell’ambiente di cui noi facciamo parte, ma che troppo spesso dimentichiamo presi dagli impegni di ogni giorno, dal traffico, dai telefonini e computer che monopolizzano il nostro tempo, la natura però non si dimentica di noi, ed ogni volta ci accoglie sempre benevola riportandoci a quelle che sono le nostre origini. I nostri avi questo lo sapevano bene, scandivano la loro esistenza con i ritmi della natura e tutto rientrava in una armonia cosmica. “In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca” diceva Jhon Muir ingegnere, naturalista e scrittore scozzese dell’800. Adottiamo dunque questa terapia benefica per il nostro organismo, lasciamo che sia la natura a curare i nostri malesseri e riprendiamo il nostro filo conduttore con i boschi, con la campagna, lasciando a casa tutto ciò che appesantisce la nostra esistenza, concedendoci un carburante per l’anima. Campo de’ fiori 29 Come eravamo E Quando Civita vinceva l’Oscar rano gli anni ‘50/’60, a Civita Castellana potevamo ritenerci fortunati, perché avevamo due sale cinematografiche, e a di Alessandro quei tempi, così avari di Soli svago e divertimenti, questo rappresentava il massimo per noi ragazzi di provincia. Quanti ricordi affiorano nella mia mente! Cercherò, come ho fatto finora, di rievocarne alcuni per farli uscire dal dimenticatoio in cui i miei coetanei li hanno relegati, e cercare di stimolare sentimenti nelle nuove generazioni. Il Cinema Teatro Florida antico palcoscenico di piccole recite scolastiche e amatoriali, usato anche come cinema, ha rappresentato da sempre il luogo deputato per fare teatro, perché dotato di una acustica perfetta, limitato nella capienza, con tanto di sipario e camerini, una bomboniera, rispetto al maestoso Cinema Flaminio, il vero tempio della “settima arte”. Ricordo ancora quando fu proiettato il primo film in Cinemascope, con la sala ristrutturata, e questo grande schermo rettangolare, che non finiva mai, dove Robert Taylor, Mel Ferrer, e Tony Curtis, attori dell’epoca, ci facevano rivivere le gesta di Re Artù e Lancillotto, il tutto in Tecnicolor. A quei tempi non c’era l’aria condizionata, ed ecco il soffitto del cinema si apriva come per incanto, e l’afa estiva si trasformava in brezza, e di sera altre stelle brillavano insieme a quelle della Lux Film. Altro ricordo particolare, fu il cosiddetto film tridimensionale: pellicole particolari visibili con speciali occhialetti di cartone e plastica colorata, che ci venivano dati all’ingresso in sala. Per noi l’andare al cinema era allora un rito, l’avvenimento “cult” della domenica pomeriggio. Nella mia poesia “Civita mia” do una pennellata a questo avvenimento dicendo “’e domeniche doppo pranzo, fatte de spinte, pe’ entrà ar cinema Flaminio”. Già, perché noi eravamo lì accalcati davanti alle porte di ingresso in legno e vetro due ore prima dell’inizio del primo spettacolo, tutti tesi nell’immane sforzo di entrare per primi ed occupare i posti migliori, non appena veniva aperta mezza porta. E’ doveroso a questo punto ricordare vari personaggi che hanno fatto la storia e, per certi versi, la fortuna del Cinema Flaminio, a cominciare dalle famiglie Fasoli, i custodi della sala, i cui rampolli Franco e il cugino Mario, nostri coetanei, erano invidiati da tutti, perché abitando nello stabile, potevano vedere, e gratis, tutti i film proiettati, seduti comodamente, e senza incorrere nell’esclusione per i film allora vietati ai minori di anni 18. Poi la dolce cassiera, la Sig.na Ines Mariani alla quale porgevi le monete per il biglietto, per anni e anni sempre uguale, sempre lo stesso, con stampigliato il timbro S.I.A.E. e la maschera della musa del cinema, ad essa chiedevi subito se la sala era piena, oppure quando iniziava il film. Sciocche domande, certo non fatte da noi, che entrando per primi , di corsa e vocianti, ci imbattevamo in colui che rappresentava la maschera per antonomasia: Alessandro Zitelli detto”Lisandro Cacarella.” Sinceramente non so il motivo di quel soprannome, se dato per motivi fisiologici, ma per noi la “cacarella” era quella che ti faceva venire, quando, col suo frustino di bambù ti minacciava se parlavi in sala durante il film, oppure non lasciavi il posto, quando terminato lo spettacolo, volevi rivederlo daccapo, noncurante della gente che stava aspettando in piedi. Per quanto riguarda gli operatori alla macchina di proiezione, noi fisicamente non li vedevamo mai, perché stavano lì sopra alla galleria, tra “ pizze” da avvolgere e obiettivi da mettere a fuoco, ce ne accorgevamo però quando saltava la pellicola, o peggio ancora, quando la lente la bruciava , perché passavano interminabili minuti prima della ripresa del film. Una menzione particolare voglio darla ad altri due personaggi, Pietro Paternesi e Giovanni Morganti (per i civitonici, quello che venneva i fichi d’india co’ canestro) addetti al trasporto dei cartelloni con le locandine dei film in piazza Matteotti., lavoro manuale, ma utilissimo, perché attraverso quella grande bacheca ambulante passava la programmazione dei films. Certo erano altri tempi! Ora andare al cinema non è più un avvenimento; nei piccoli paesi addirittura è un’abitudine che sta scomparendo, perché soppiantato dalle multisale e dal noleggio dei vari CD, o DVD. Ma il fascino per il grande schermo resterà sempre e, se il Cinema finora ha resistito all’urto di nuovi svaghi e divertimenti, lo deve in piccola parte anche a noi “giovani degli anni ‘60”, che facevamo a spinte per entrare ed uscivamo dal Cinema Flaminio con la lingua lessata da quattro cucchiai di bruscolini (semi di zucca salati) o addolcita da due sgummarelli de lupini (fusaie). Aò, noi eravamo felici così! 30 Campo de’ fiori Parliamo di Funghi con Giampietro CACCHIOLI, micologo I Leccini fanno parte della Famiglia delle Boletaceae (come i porcini) e in Italia sono presenti con circa 20 specie. Questi i caratteri specifici: Taglia: di consueto snella, con • gambo lungo e sottile specialmente negli esemplari giovani, cappello sempre rotondeggiante che raggiunge le dimensioni definitive solo a maturità. Imenio: (la spugnetta sotto il • cappello dove si producono le spore ) è colore bianco-grigio , bianco ghiaccio; solo in alcune specie giallo. • Gambo: in tutte le specie è ornato da piccole asperità, arpioncini, scagliette, granulazioni, (gambo a raspa di falegname) che si apprezzano anche al tatto. Decorazioni più o meno sollevate, erette, fitte con colorazioni, tendenti al grigio-nero, che spesso si staccano nettamente dal colore di fondo. Talvolta, specialmente alla base del gambo, sono presenti macchie (sia all’esterno che all’interno nella carne), più o meno grandi, di un verde – blù più o meno intenso; a volte rossastre. • Carne : biancastra o gialla, se tagliata o premuta vira facilmente a toni rosa-salmone-lilla (solo in pochissime specie non si ossida decisamente ), poi incupisce sempre più fino a tonalità bruno-nerognole. • Habitat: Sono funghi simbionti di numerose latifoglie ma in particolare dei pioppi, lecci, sughere, carpini betulle, e di alcune aghifoglie in particolare abete rosso. • Commestibilità: Sono tutti commestibili ma la cottura deve essere prolungata scartando il gambo che è sempre molto coriaceo. Durante la cottura tutte le specie diventano più o meno nere. • La specie più comune nel nostro territorio è il Leccinum lepidum, seguito da Leccinum carpini e Leccinum aurantiacum; più raro il Leccinum duriusculum perchè simbionte solo del Pioppo tremulo. Leccinum lepidum (dal latino lepidus: gradevole, amabile ). E’ molto apprezzato; è il “leccino per eccellenza” molto legato alla presenza del leccio I Leccini (Quercus ilex); nelle "leccete" cresce da fine estate per tutto l’inverno. Ha un cappello di forma rotonda color ocra-giallastro fino a tonalità dal bruno-scuro al marrone tanto che alcuni, rinvenendolo, pensano di aver raccolto un “porcino”. La superficie del cappello risulta irregolare con un tipico aspetto "martellato", a fossette; con la pioggia diventa lucida e decisamente viscida. I pori della spugnetta (imenio) sono gialli e scuriscono con la maturazione delle spore. Il gambo giallo, è decorato con minutissime fibrille gialle che si confondono con il colore di fondo. La carne è gialla, ma al taglio vira lentamente al rosa pallido sia nel gambo che nel cappello; dopo un poco il rosa si accentua fino a diventare ocra livido. Leccinum carpini (perché associato al carpino; sia Carpinus betulus che Ostrya carpinifolia). Specie molto diffusa nella macchia mediterranea, da noi si rinviene fin sulla riva dei torrenti. Cappello con superficie corrugata, ricca di avvallamenti, fossette e grinzosità ben visibili. Gambo tipicamente decorato con aculei nerastri. Carne fortemente ingrigente in tutto il fungo sia incisa che solo contusa. Non molto apprezzato per il marcato annerimento in cottura; i giovani esemplari sono migliori ma il gambo deve essere comunque scartato. Leccinum aurantiacum (dal latino = aranciato) per il colore del cappello, per questo detto anche “porcinello rosso”. Fungo inconfondibile per il portamento slanciato (da giovane ricorda un fiammifero), alto fino a 30 cm e per il bel colore del suo cappello rosso o brunomattone nelle diverse tonalità e combinazioni fino a raggiungere un colore rosso - brunastro o grigio - brunastro. L’imenio ha pori bianchi, bianco – grigiastri, poi grigio - gialli. Le squame bianche del gambo virano lentamente al rosso, rosso-brunastro e contrastano col bianco del gambo sottostante alla cui base spesso appaiono sfumature verdi - bluastre. Cresce sotto Pioppo (Populus alba, Populus tremula). Leccinum duriusculum (dal latino: alquanto duro), per la sua consistenza. Si tratta di un fungo robusto dal cappello regolare, emisferico, dai cromatismi grigio brunastri – beige, con sfumatura ocracea. E’ tipico per la carne bianca che al taglio vira rapidamente passando dalle sfumature del rosa - rossastro al grigio - nerastro e per l'habitat di crescita che sembrerebbe esclusivo del Pioppo tremulo (Populus tremula). La spugnetta (l’imenio) s'interrompe prima del gambo con pori biancastri (color ghiaccio) in gioventù che tendono a scurirsi con l'età. Gambo robusto e slanciato, ricoperto da fine punteggiatura nera, tipicamente macchiato di verde bluastro alla base. Campo de’ fiori 31 Langolo del Collezionista Le Litofanie M i sono “avvicinata” al mondo delle litofanie lo scorso 8 Dicembre, quando sono andata a Milano alla Fiera dell’Artigianato, ho deciso, quindi, di “scoprire” questi di Letizia Chilelli oggetti insieme a voi.. Le prime litofanie nascono intorno al 1827 per opera di Charles De Bourgoing che brevettò per primo questa tecnica di lavorazione per la porcellana: si tratta di un complicato lavoro di incisione prima su di una superficie di cera, che viene colata su di una lastra di vetro retroilluminata in cui è stato disegnato il soggetto, questa cera viene poi incisa seguendo il disegno, ma soprattutto facendo attenzione a renderla, in alcuni punti, più sottile che in altri, in modo da poter creare dei veri e propri giochi di luce, fatto questo si passa al colaggio del gesso sulla cera scolpita, in modo da creare un stampo a rilievo; in questo calco, viene poi colata la porcellana liquida che andrà a formare la vera e propria litofania. Come dicevamo, si tratta di veri e propri giochi di luce che si hanno a seconda che la superficie venga più o meno illuminata, anzi, spesso i particolari, che senza fonte di illuminazione non sono visibili, vengono proprio svelati dalla luce. Il periodo in cui le litofanie vennero usate in maniera molto “assidua” furono gli anni dal 1828 al 1865. Si potevano trovare in vari oggetti come teiere, tazze, paralumi, finestre, fino ad arrivare ai “parafaville” per i camini, anche se in realtà le prime litofanie nacquero come piatti. Le scene rappresentate sono tantissime, così come i personaggi, anzi, spesso varie litofanie formavano veri e propri racconti. In Italia venivano prodotte da Doccia. Ora se ne possono trovare di tanti generi, spesso piccole (come quelle che ho avuto modo di apprezzare io a Milano) in cui si può mettere una piccola candela (tea-light) che al momento dell’accensione regala vere e proprie piccole opere d’arte. Oltre alla porcellana sono bellissime anche quelle in legno, tipiche dei villaggi alpini, esse vengono costruite con legno di Balsa: si attaccano varie figure ricavate da fogli di legno di vario spessore su di una sottilissima pellicola di legno, si monta tutto su di un rullo dove al centro viene messa una lampada, che una volta accesa, con il suo calore, oltre ad accende l’immagine la fa muovere dando “vita”, appunto, all’immagine stessa; molto famose sono quelle a tema natalizio. Ultima curiosità prima di salutarci: il mercato delle collezioni delle litofanie è molto vario e ricercato, pensate che alcuni pezzi possono valere dai 200 euro fino ad arrivare alle migliaia di euro, conviene, quindi, cominciare a guardarsi intorno, magari le avete già in casa e non sapevate di possedere un piccolo tesoro! (Bibliografia: Milano Finanza, articolo del 31/07/2013; Erkki Huhtamo Elementi di schermologia Verso un’archeologia dello schermo a cura di Roberto Terrosi, Guida Touring Le città della ceramica, Touring Club Italiano). Come sempre, prima di congedarci, vi rinnovo l’invito nel salottino del mio blog: http://bonbontonmania.blogspot.it/ con tante idee, consigli e ricette per essere sempre al passo con i tempi, perché ricordiamo che l’educazione, il buon gusto e la buona cucina, non passano mai di moda!!! L a pizza di Pasqu a Ci sono varie versioni di questo dolce tipico pasquale, questa è la ricetta della mia carissima amica Marzia Marchetti da Fabrica di Roma. Ingredienti : - 5 uova, più uno; 500 ml di latte;; 100 grammi di lievito di birra; 250 ml di liquore; 1 bicchiere di olio; 2 limoni non trattati; farina, circa 1,9 kg; canditi/ cioccolato 500 grammi circa; 600 grammi di zucchero; una bustina di lievito per dolci. di Letizia Ch ilelli In cucina: Quattro stampi per pizze dolci da un kg. Procedimento: In una terrina, impastare il lievito di birra, l’uovo in più, del latte e la farina q.b. in modo da formare una palla e lasciatela lievitare finché non raddoppierà il suo volume. Lavorate nel frattempo le altre uova, lo zucchero, la buccia grattugiata dei limoni, il liquore, il resto del latte, l’olio e il lievito per dolci, aggiungete, poi, l’altro composto fatto precedentemente lievitare, la farina ed impastate tutto nuovamente, lasciando poi lievitare di nuovo il tutto per due-tre ore. Unite al composto, una volta lievitato i canditi o il cioccolato, mettete l’impasto nelle forme e fate lievitare le vostre future pizze per una notte intera, coperte e in un luogo senza correnti d’aria. Il mattino successivo preriscaldate il forno a 180 gradi ed infornate per 45 minuti circa o finché i vostri “funghi” (questa è la caratteristica forma della pizza pasquale) non abbiano raggiunto un bel colorito marrone. Consiglio Pratico Il pentolino del latte si è incrostato? Niente paura! Prendete dei fondi del caffè, metteteli sulla parte “bruciacchiata” e strofinate con della carta casa, l’incrostazione sparirà! Campo de’ fiori 32 Working in Internet ... It is possible! Marketing ma non solo, ecco tutti i lavori da svolgere on line C ontinuiamo a trattare l’argomento di come “inventarsi” un lavoro sfruttando il mondo delle Rete. di Patrizia Caprioli Nel mio girovagare all’interno della moltitudine di miriam23_1972@ risorse che possiamo troyahoo.it vare in Internet, ho trovato un sito wikiHow (http://it.wikihow.com/Pagina-principale ) che si basa sulla tipologia dei Wiki ( tipo le pagine dell’Enciclopedia Wikipedia), dove è possibile imparare a fare qualsiasi cosa, ovviamente sono mini corsi e mini pratiche su vari argomenti e tematiche. E’ possibile anche partecipare alla creazione stessa delle voci di questa Guida Tuttologa in Rete. All’interno di wikiHow, vi vorrei segnalare la pagina dedicata su “Come Ottenere un Lavoro nel Mondo dell’Informatica”, dove dopo gli iniziali suggerimenti su come affrontare un colloquio di lavoro da informatico, vi segnala passo passo quali sono i lavori pratici nel mondo dell’Informatica, per i quali è necessario seguire dei corsi scolastici o riconoscimenti per certificare il livello delle vostre conoscenze. La pagina la potete trovare al seguente indirizzo: http://it.wikihow.com/Ottenere-unLavoro-nel-Mondo-dell’Informatica#Lavori ZZZZ ZZZZZZ . ZZZZZZ... LA ZANZARA TE N E N I T R E IMP Seconda Parte. _nel_Campo_dell.27Informatica_sub Qui di seguito vi riporto una parte delle interessantissime voci trovate: Data Entry – questo lavoro può essere svolto praticamente da chiunque. Consiste nel prendere le informazioni contenute in un archivio e trascriverle sul computer. Molte persone che hanno cominciato con questo ruolo sono arrivate a rivestire delle posizioni alte nei dipartimenti informatici, ma questo succedeva maggiormente in passato, oggi è difficile. Lavoro segretariale/amministrativo – questa posizione implica alcune conoscenze di base della gestione di un ufficio. Non solo bisogna capire le fondamenta dell’utilizzo del computer e qualche applicazione, in genere occorre anche saper svolgere mansioni come scrivere sotto dettatura, rispondere al telefono, redigere lettere e mantenere tutto organizzato. In termini di abilità informatiche, bisogna saper usare, almeno, i programmi di scrittura e di gestione dei conti e i database. Le persone che ricoprono questo ruolo spesso possono diventare manager, organizzatori degli incontri o membri del dipartimento delle risorse umane. Naturalmente è possibile passare anche alle aree informatiche mainstream, particolarmente al QA e al Testing. Power User – non è tanto una posizione quanto uno status di un utente estremamente esperto di (tipicamente) Microsoft Office e di strumenti simili. Gli user avanzati acquisiscono familiarità con la programmazione dei computer cominciando con la programmazione delle macro di Excel e dei database di Access. Possono ricoprire un ruolo molto importante nelle piccole imprese imparando queste abilità e cominciare anche a lavorare come consulenti presso altre compagnie guadagnando abbastanza bene sin dall’inizio. Servizio clienti/Vendite telefoniche – queste posizioni di solito pongono un’enfasi maggiore sulle abilità al telefono rispetto a quelle informatiche, ma occorre saper usare almeno un po’ il computer. E la pagina continua con un’altra decina di voci tutte interessanti da visualizzare e valutare. Buona ricerca a tutti! 33 Campo de’ fiori PRESENTAZIONE ALTA MODA GLI ACCCESSORI FIRMATI SCARLATTI BLEU NUIT G Il Patron Mino Cartelli con il team di Reginetta dei 2 Mari ran Galà di classe e stile, tante le novità che si sono presentate il 28 Febbraio presso l’Hotel Nicolardi a Scorrano (Lecce). Ancora una volta le sorprese e le emozioni sono state tantissime. L’Associazione Sviluppo e Territorio, organizzatrice di “Reginetta dei 2 Mari”, concorso di bellezza, moda, canto, recitazione e danza alla II edizione, a meno di tre mesi non si è fermata. E’ una vera fucina di idee per lo sviluppo della cultura, della moda e dell’arte e si adopera a tramandare le tradizioni della splendida terra del Salento, e non solo. Tutto questo grazie alla geniale e colta persona di Mino Cartelli, Patron del concorso “Reginetta dei 2 Mari”, coadiuvato da un team di grande spessore, nel quale ognuno svolge il proprio ruolo, per dare il massimo nella riuscita delle serate, compresi gli Agenti del Lazio, della Sicilia, della Campania, della Calabria, della Puglia e l’ufficio stampa, i fotografi, gli scenografi, ecc… Protagoniste le Reginette che con il loro sorriso e fascino conquistano il pubblico. La serata è stat impreziosita da musicisti, Luna Fiore con Giovanna Lauretta cantanti, attori, ballerini, artisti di indiscutibile talento. Altri pilastri, delle prestigiose serate sono gli stilisti. L’eclettico ed elegante Gino Longo, che con la sua fantastica collezione di classe ci fa rivivere la Dolce Vita dei mitici anni ‘60. La stilista Daniela Melcore, con abiti dai colori splendidi; unico è stato, infatti, il suo evento itinerante “Vip per un’ora”, dedicato alle ragazze che si sono sentite protagoniste per un istante. E infine, il romanticismo, l’eleganza e l’emozione del giorno più bello che ogni ragazza sogna, con gli abiti meravigliosi di Sposanova di Luigina Epifani. L’Hotel Nicolardi si è trasformato, poi, in un prestigioso salotto televisivo: un set impeccabile per la diretta su Tele Onda canale 90. Stile, bravura e simpatia per la solare conduzione di Luna Fiore, insieme al carismatico Ivan Bonetti. Unica protagonista di questo bellissimo evento è stata la presentazione del 1° numero bimestrale periodico di cultura, moda, arte e tradizione popolare che Sviluppo e Territorio si prefigge di divulgare e tramandare. Altro bellissimo momento, l’anticipazione Il Patron Mino Cartelli con la regista Marcella Mitaritonna e l’attrice Antonella Bruni del documentario “Oltre l’orizzonte, la vita di Maria Maddalena”, prodotto da Sviluppo e Territorio, le cui riprese inizieranno nel mese di Maggio, per la regia di Marcella Mitaritonna. E infine il momento più atteso: la presentazione dei 2 marchi di Alta moda (Accessori d’Arte) Bleu Nuit e Scarlatti. Bleu Nuit, una griffe linea uomo di qualità, dal ricercato designer, con tessuti pregiati lino-seta, firmata Gino Longo per Scarlatti. Scarlatti, pittore della moda, ha esposto le sue opere in tutta Europa. I suoi disegni originali vengono riprodotti su seta, giorgette di seta, velluto per realizzare foulard, stole e parei unici. Un ringraziamento al Direttore artistico della griffe Scarlatti, Giovanna Scarlatti, al Presidente di Sviluppo e Territorio, Stefania Iasella, al Patron Mino Cartelli, ed alla art director Luna Fiore. Le reginette seguendo tutto il percorso di selezioni e finali, potrebbero essere le testimonial per la pubblicità su cartellonistica della griffe Scarlatti, Bleu Nuit in tutta Italia. Giovanna Lauretta Diretta televisiva di Tele Onda inaugurazione bimestrale di Sviluppo e Territorio 34 Campo de’ fiori “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA X 1999 di CLAMP - edito da JPop K 18 volumi, in corso amui Shiro è un ragazzo di sedici anni che torna a Tokyo dopo una lunga assenza e dopo aver perso i genitori. Un oracolo ha predetto al giovane che il suo destino si compierà nella capitale e infatti, grazie all’aiuto di due profetesse, Kamui capirà di essere l’elemento cruciale di una battaglia epocale. Da molti anni, due fazioni di potenti combattenti ESP lottano per il controllo del mondo; i Draghi del Cielo desiderano salvare l’umanità a discapito della natura, mentre i Draghi della Terra sono convinti che l’estinzione del gedi Daniele Vessella nere umano possa essere la chiave per mantenere in vita l’intero pianeta. Con un titolo che complessivamente ha venduto circa 12 milioni di copie, le CLAMP ci trasportano in un mondo violento e magico, tra personaggi legati da un destino crudele e indissolubile, coinvolgendoci come sempre con disegni estremamente eleganti. Preparatevi alla battaglia del secolo! (Trama tratta dal sito dell’editore). Scoppiettante ed emozionante. Il destino si può cambiare? Bisogna accettare la morte e la sofferenza? Il futuro è già scritto e inevitabile? Oppure sono le scelte umane a fare la differenza? Queste sono le domande che ci pone il manga evidenziando una struttura narrativa matura e di ampio respiro in cui i personaggi sono caratterizzati in maniera magistrale tanto da avere dubbi sulla battaglia che stanno combattendo e questo rende X 1999 unico e impedibile! Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/ Zelda, il simbolo delle donne nel mondo dei video games I n questo nuovo millenio pieno di violenza, sopratutto verso le donne, ho scelto l‘immagine della Principessa Zelda, anche lei originariamente vittima di violenza. La leggenda narra che le tre Dee (Din, Nayru e Farore), fautrici del mondo di Hyrule che prima era nel Caos, lasciarono al popolo degli Hylia, ritenuto più vicino alle divinità, una reliquia sacra per governare il mondo. Chi avesse regnato, avrebbe ricevuto da essa la forza, la saggezza e il coraggio. Il Re nelle cui mani si trovava la reliquia, prima di morire, però, spezzò in tre parti la triforza, donando la Forza al figlio maggiore e la saggezza alla figlia minore, Zelda. Un mago venne a conoscenza di un colloquio che Zelda ebbe con il padre in punto di morte, durante il quale, probabilmente, avesse potuto rivelare alla figlia dove era nascoto il secondo frammento. Il fratello, allora, interrogò Zelda la quale però non sembrava effettivamente sapere nulla. Ma il mago, non convinto, andò di persona ad interrogarla, lei, però, non rispose e lui minacciò che l’avrebbe addormentata in un sonno dal quale non si sarebbe più svegliata. Il mago iniziò a lanciare l’incante- simo, a quel punto il principe capì quali erano le sue vere intenzioni e lo uccise, ma l’incantesimo ormai era stato lanciato. Subito sotto le mura del castello, arrivarono le armate di Ganon, il principe delle Tenebre che riuscì a sfondare le mura e prese il castello con entrambe le due parti della Triforza! A quel punto il principe con l’aiuto degli Antichi Saggi e i Cavalieri Hylian, iniziò quella che fu chiamata “La guerra dell’Imprigionamento”. Essi marciarono contro le armate di Ganon per riprendersi il proprio regno e riportare la pace. Ma Ganon era riuscito a trovare anche l’ultimo frammento, diventando così quasi invincibile! Non riuscendo ad ucciderlo per la sua enorme potenza, gli Antichi Saggi usarono tutto ciò che era in loro potere e riuscirono ad aprire la porta per il mondo del crepuscolo dove imprigionarono Ganon! Sapevano, tuttavia, che il sigillo non sarebbe durato in eterno e che un giorno Ganon sarebbe tornato. Allora un Antico Saggio ebbe l’idea di forgiare una Spada che sapesse distinguere il bene dal male, la quale avrebbe potuto essere brandita solo da un uomo coraggioso e puro di cuore, dopo aver superato le prove che ne avrebbero accertato il suo valore. La Spada avrebbe così riconosciuto il suo padrone e lui avrebbe sconfitto Ganon, riportando la pace nel regno di Hyrule! Allora il principe divenuto ormai Re, ordinò che: AFFINCHE’ QUESTA TRAGEDIA NON VENGA DIMENTICATA, D’ORA IN AVANTI, TUTTE LE PRIMOGENITE FEMMINA CHE NASCERANNO AL CASTELLO DI HYRULE, SI DOVRANNO CHIAMARE, ZELDA! E fu così che nacque la leggenda. Anche se per capire tutto questo, l’autore del videogioco ha frammentato la storia come il Re frammentò la triforza (in parte fu svelata nel secondo capitolo del videogioco: Zelda II - Le Avventure di Link). Emilio Matteucci [email protected] Campo de’ fiori 35 L’ antico acquedotto di N epi L’ acquedotto di Nepi è una straordinaria opera di ingegneria idraulica, realizzata all’inizio del ‘700 dall’architetto Filippo Barigioni. La storia della della Dott.ssa sua edificazione è lunga e Chiara difficoltosa ed è stato posCastriota sibile ricostruirla attraScanderbeg verso le ricerche di un gruppo di studiosi, che hanno esaminato numerosi documenti sia nell’archivio comunale di Nepi sia presso l’archivio di Stato di Roma. Tutto inizia nel 1559 quando di fronte alla necessità di avere acqua potabile all’interno della città, il Consiglio Comunale ordinò a Pietro di Bologna e Giovanni da Ascona di getto molto simile a quello di Curzio. Nel identificare una sorgente idonea, che fu in1673 dopo aver ottenuto la licenza di costrudividuata in località Varano, a tre miglia dal zione e un idoneo finanziamento, il Consiglio centro. Successivamente furono affidati ad Comunale stipulò un contratto di appalto con Antonio da Vico i lavori di scavo, che però si il mastro Giuseppe Righetti di Roma. I lavori arrestarono pochi giorni dopo davanti alla però rimasero fermi per circa trent’anni e inidifficoltà di superare il vallone di rio Falisco. ziarono solamente nel 1702 per merito del A questo proposito nel 1562 il cardinale Alescardinale Renato Imperiali, prefetto della sandro Farnese incaricò uno dei maggiori arCongregazione del Buon Governo, che ne afchitetti dell’epoca, Giacomo Barozzi detto il fidò il progetto a Filippo Barigioni. Vignola, di risolvere il problema. Vignola inL’architetto Barigioni formatosi nell’ambiente sieme al suo collaboratore maromano dell’Accademia di san stro Battista da Volterra studiò Luca, viene ricordato da Paattentamente il caso, ma nonoscoli come uno dei più stimati stante i vari tentativi non riuscì allievi dell’architetto Mattia. nell’intento. Tra i suoi interventi più signiE’ nel 1585 grazie all’idea delficativi vanno menzionati il rel’architetto Curzio che la solustauro al palazzo comunale di zione sembra apparentemente Velletri, l’intervento alla captrovata. Il progetto, che prevepella di san Francesco di deva di utilizzare una serie di Paola nella chiesa di s. Andrea archi uno sopra l’altro fino a delle Fratte in Roma, il reraggiungere l’altezza delle stauro di san Domenico in Urmura, fu affidato a mastro Anbino ed infine il ponte tonio da Coltre, ma anche in Clementino di Civita Castelquesto caso per difficoltà a noi lana. sconosciute i lavori non furono L’intervento di Barigioni si La fontana del mai eseguiti. Il progetto di Curconcluse nel 1727. La strutPalazzo Comunale zio fu però revisionato dopo tura si innalza sul rio Falisco quasi cento anni dall’architetto Giuseppe coprendo interamente la distanza tra la sorBernasconi, su commissione del cardinale gente Varano, meglio conosciuta come “la Giulio Spinola. Bernasconi realizzò un proBotte” e le mura castellane con le quali si in- tegra perfettamente. Essa presenta trentasei arcate disposte su due piani, per una lunghezza di 285 metri e un’altezza di 20 metri circa nella parte terminale, ove i robusti piloni sono rafforzati da contrafforti, mentre le strutture nell’ordine superiore sono più esili. A lavori conclusi l’acqua venne finalmente condotta in città attraverso l’attivazione di due fontane: la fontana di santo Stefano, di epoca rinascimentale, scolpita dal fiorentino Paolo Cenni e la fontana al centro della facciata del palazzo Comunale, opera dello stesso Barigioni. Nel 1756 a causa del cedimento di alcune fondamenta, l’architetto Orlando eseguì lavori di consolidamento e riparazione, senza lasciare alcuna traccia dell’intervento. L’incantevole scenario con cui l’acquedotto si fonde con naturalezza e la sua struttura architettonica, che rievoca gli acquedotti romani, hanno fatto di esso il protagonista di alcune scene di film quali “L’armata Brancaleone” del regista Mario Monicelli e “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi. Anche importanti artisti ne hanno subito il fascino, come il pittore inglese William Turner che durante il suo viaggio in Italia nell’ 800 produsse diversi schizzi dell’acquedotto sul suo taccuino, oggi conservati alla Tate Gallery di Londra; senza dimenticare i turisti di oggi che lo considerano uno degli angoli più suggestivi della città. Campo de’ fiori 36 Appuntamento al Teatro Bianconi di Carbognano Protagonisti Marco Falaguasta e lomaggio a Monica Vitti P rosegue con grande successo la stagione teatrale al Teatro Bianconi di Carbognano. Nomi importanti del mondo dello spettacolo affollano il cartellone, di Sergio Piano che propone spettacoli per tutti i gusti. Tutto ciò concorre a far registrare il sold out ad ogni spettacolo! Marco Falaguasta, Marco Fiorini e Sergio Piano (al centro) 30 SENZA LODE Davvero divertenti i personaggi creati per questa esilarante commedia da Marco Falaguasta. Protagonista di questa divertentis- sima storia è Claudio, un giovane ed affermato architetto che vive una vita agiata e tranquilla, ma l’ incontro di una notte con la bella, affascinante ed estroversa Fiore, stravolge la sua esistenza. Fiore, una pittrice, innamorata dell’ appartamento di Claudio, “dell’ energia” che entra nella casa, Nella foto di sx Sergio Piano e Ketty Rosselli, in quella di dx: Sergio ha trovato la sua diPiano e Ottavia Bianchi mora ! Ogni tentativo è vano, non vuole andarsene, ma sta MILLE VOLTE MONICA per tornare Fabiola, la fidanzata di Claudio. Lo spettacolo portato in scena al teatro Che fare? Disperato, chiede l’intervento del Bianconi di Carbognano dalle due bravissuo fidato amico Egidio, ma dopo aver tensime attrici e cantanti, comiche e drammatato tutto il possibile non rimane che un’ tiche, Ketty Roselli e Ottavia Bianchi, unica soluzione: eliminarla e far sparire di vuole essere uno splendido omaggio ad una corsa il cadavere!!! della interpreti italiane più amate e conoI nostri “Killer” che non hanno alcuna espesciute degli anni ‘80. Una serie di monolorienza nel settore, si ritrovano ad affrontare ghi, brani dal vivo, stralci di video, situazioni paradossali, esilaranti, complicate interviste, scene dei suoi migliori film, aneddall’ arrivo di Carlo e Roberta. doti della sua vita, hanno riprosposto agli Nella sua semplice scenografia, è emersa spettatori i mille e mille volti della indimentutta la bravura del cast, che si è dimostrato ticabile attrice romana. davvero affiatato. Tanti gli spunti di riflesImpeccabili le due attrici Ketty Roselli e Otsione offerti agli spettatori, tra la grande cotavia Bianchi, che, attraverso questo spetmicità che ha percorso ininterrottamente le tacolo ci hanno dato la possibilità di due ore di spettacolo. rispolverare la memoria di una grande artiA pensarci bene, è proprio vero che la vita sta quale è stata Monica Vitta, che tutti noi ci riserva un’infinità di imprevisti e colpi di conserviamo nel nostro album dei ricordi. scena, che bisogna sempre essere in grado Ai prossimi spettacoli. di saper gestire. Campo de’ fiori 37 Nicola Ferrucci di Campagnano di Roma Eroe della Prima Guerra Mondiale “Egli era inquadrato nel 156° Reggimento di fanteria, il quale insieme al 155° costituiva la Brigata Alessandria che fu lanciata all’attacco presso il monte san Michele il giorno 6 settembre 1915 e fu impegnata fino al 24 dello stesso mese. Il Ferrucci fu ferito proprio in questa battaglia e morì successivamente qualche giorno dopo, per le ferite riportate in combattimento il giorno 18 settembre 1915, proprio sul monte San Michele, presumo in ospedale da campo. Al momento della morte del Ferrucci, la brigata “ Alessandria “ era comandata dal Magg. Gen. Luigi Zanchi ed il 156° reggimento, sempre della stessa brigata, era comandata dal colonnello Mario Raicich”. Dall’album di famiglia della sig.ra Teresa Scarpone, giàinsegnante a Campagnano e moglie del sindacoemerito Sabino Scarponi. L a foto d’epoca ritrae Nicola Ferrucci nato a Campagnano di Roma il giorno 31 luglio 1895. Il suo papà si chiamava Giuseppe e Nicola era il suo figlio unico. La sua alta figura avvolta nell’ampia mantella gettata quasi per caso sulla spalla, delinea un giovane ventenne in attesa di un lieto futuro. Purtroppo, i suoi pochissimi anni non gli hanno concesso il dono dello studio e del lavoro, ma gli hanno mostrato le vie della guerra e l'ascesa sul ripido monte della morte. Addirittura lui ne ha accettato il rischio presentandosi volontario alla leva. La sua storia è tratteggiata da Arnaldo Ricci, il nostro collaboratore che, nella Rubrica degli Eroi dedicata ai combattenti della Grande Guerra, mostra una sensibilità ed una capacità di ricerca eccezionali. A lui la descrìzione degli avvenimenti che hanno travolto il Ferrucci consegnandolo alla Storia. Il Comune di Campagnano di Roma ha voluto dedicare alla sua memoria il campo sportivo che fu costruito realizzato in Via di San Rocco dove ancora si trova. Si tratta di un notevole impianto di grandi campi di calcio sul terreno che la famiglia Ferrucci ha donato alla comunità affinchè la memoria del figlio potesse restare viva nel tempo. Anche la storia degli uomini e degli eventi sportivi, che si sono svolti nei suoi campi ben attrezzati, hanno apportato onore alla cittadina ed ai suoi abitanti. Sono in molti a ricordare la famiglia Ferrucci, imparentata a quella dei Valeri, il cui notaio Enrico svolge ancora oggi la sua professione a Roma. La memoria storica del campo è nell'attività del signor Adolfo Bonimelli, un personaggio del luogo che con- Lapide apposta sul Monte San Michele serva tutta la nobiltà di una vita dedicata al lavoro ed all’amore per il calcio, legandosi d'amicizia a tutti i personaggi importanti che partecipano alla vita dello sport. Alcuni di loro compaiono nel quadro - memoria che gentilmente ha concesso di mostrare. “Campagnano, 50 e non sentirli”. Nel 1933 è nato il gioco del pallone nel centro alle porte di Roma”. Da sx: Giuseppe Esposito, il presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, Adolfo Bonimelli e l'industriale Luigi Abete. Anche Giuseppe Esposito è legato strettamente al gioco del calcio: arrivato a Campagnano da Napoli, ha avuto cinque figli maschi, tutti " pronti a fare la squadra di calcio", raccontano i concittadini . Certo è che dalla sua onorata professione di sarto, ha sottratto del tempo per occuparsi dello sport insieme all'amico Adolfo: due personaggi che Campagnano ama e rispetta. Bruna Ferrini 38 Alf bellissimo buonissimo dolcissimo giovanissimo ... Circa 40 kg di amore ... E risponde ai comandi! Ok con cani gatti e bambini! Per info 3387357799 Campo de’ fiori Di chi è? Chi lo riconosce? Chi lo vuole ? Maschio giovane taglia grande , con la forza di un cavallo e la dolcezza di un cucciolo ...Per adottarlo 3387357799 Argo, setter maschio di 5 anni con microchip , smar rito il 04/02/2016 in loc. Quartaccio Fabrica di Roma. Ricompensa per chi lo trova! Tel. 3285372025 / 3298114121 / 3387357799 Maschietto ultimo arrivato... futura taglia? Sembra piccolo.... E’ cuccioletto ancora... E io, che vi ho fatto? Sono di taglia piccola, molto contenuta, sono buono e ubbidiente. Perchè non darmi una casa e una famiglia? Ho meno di 2 anni...Sono pronto a venire con te. Vieni a prendermi, ti prego. 3387357799 OLIVER....piccolo, piccolo, e neanche tanto giovane ma gioioso e allegro. Vi farà un sacco di compagnia! Tel. 338.7357799 Tel. 338.7357799 Per tenervi continuamente aggiornati su tutte le numerosissime iniziative della rivista che amate di più, vi invitiamo a mettere il vostro "Mi piace" sulla pagina di Campo de' fiori Invitate anche tutti i vostri amici a seguirci... Vi aspettiamo sempre più numerosiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii... Campo de’ fiori 40 L’angolo del grafologo Pianto Antico di Giosuè Carducci V oglio proporvi su questo numero uno scritto del noto autore italiano Giosuè Carducci. Si tratta di uno scritto molto rilevante perché è una poesia molto conosciuta ed è la copia originale della stesura. del Prof. Piero Mecocci Grafologo Il componimento s’intitola “Pianto Antico” ed è stato composto nel giugno del 1871 (ed. Naz. III, 214). NON OCCORRONO MOLTE RIGHE PER EVIDENZIARE LE CARATTERISTICHE DELLA GRAFIA DI GIOSUE’ CARDUCCI. SI TRATTA DI UNO SCRITTO REDATTO CON MOLTA SPONTANEITA’ E RAPIDITA’, POCHI I RIPENSAMENTI (CORREZIONI), SEGNI EVIDENTI DI DINAMISMO E DI UNA MODERATA IMPAZIENZA, IL POETA AVEVA BEN CHIARO NELLA MENTE IL CONTENUTO DI QUANTO PENSAVA DI COMPORRE. CI SONO TUTTI I SEGNI GRAFOLOGICI CHE INDICANO AMPIE CAPACITA’ INTELLETTIVE, DISPONIBILITA’ GENEROSA ED OCULATA, CARATTERE DECISO E FORTE PERSONALITA’. LE ULTIME QUATTRO RIGHE, DELLA POESIA, EVIDENZIANO LA GRANDE EMOZIONE CHE IL POETA STAVA PROVANDO NELLO SCRIVERE DEI VERSI MOLTO TRISTI. “ Campo de’ fiori L’angolo del poeta A mio padre Grande la quercia ombrosa i suoi possenti rami espande. Ristoro, quiete e pace ai suoi piedi trovo. Al nodoso tronco bruno socchiudo gli occhi e ascolto lo stormir del vento che tra le foglie scorre e va lontano. Lascio andare i miei pensieri che si inseguono a caso… Uno di essi ritorna, si ferma a un’altra quercia… Era mio padre e io l’ho amato tanto. Onesto e buono, premuroso e accorto. Mi prendeva per mano: tutto lì il mio mondo, in quella stretta certa. Nell’ultimo tratto mi ha lasciata. Il cuore trema, s’agita la mente: il sentiero troppo cupo,troppo oscuro. Ma giù in fondo una luce evanescente si fa mano e verso me si tende. Anna De Santis La terra Già trascolora il sole e la montagna e di rugiada ogni prato si bagna. Cala la notte lenta e silenziosa l’uccello nel suo nido si riposa. Riposano gli insetti e le farfalle, mormora il ruscello nella valle. Nel cielo gemme brillano preziose e nel giardino s’aprono le rose. La luna se ne va verso occidente, lontano, alla deriva, lentamente. Camminano le ore in girotondo: ecco è mattino e si risveglia il mondo. La terra bruna che non dorme mai vede le gioie, le amarezze e i guai ed elargisce a tutti i suoi tesori, ma l’uomo la distrugge con gli orrori. Fa’, o Signore, che il sole brilli ancora, perché la Terra è la nostra dimora. Benedicila e non l’abbandonare: tu ce l’hai creata ed io la devo amare. Margherita Caon 41 42 Campo de’ fiori Il bullismo: l’errore dei docenti e dei dirigenti scolastici I l fenomeno del bullismo va affrontato prima che si manifesti con i suoi spiacevolissimi episodi. E non quando si è conclamato. La grande diffusione del fenomeno nel territorio del Prof. italiano – per niente sottoMassimo traccia, come alcuni vorMarsicola rebbero far credere – dimostra che è stato già sottovalutato e che i ragazzi sono vittime di una mentalità, di un modo di essere, di un modo di agire che è ben lontano dalla correttezza. E spesso, i non bulli, non sanno come reagire o a chi rivolgersi. Non c’è un presidio contro la violenza gratuita e facile. Non c’è un ente che senta il bisogno di intervenire. Eppure questo disagio e questo malcostume tocca tutti noi da vicino. Le istituzioni scolastiche non avviano corsi di formazione per docenti e genitori contro il bullismo e giustificano ciò con il fatto che “il loro Istituto non registra episodi specifici”, “è in linea con i fenomeni che si rilevano in altri istituti” “non ci sono problemi…” e via di questo passo. Io dico che questo atteggiamento è sbagliato. Il bullismo è un fenomeno sociale e tocca i nostri ragazzi direttamente. Le ultime ricerche dicono che almeno un ragazzo su due è stato vittima dei bulli. Alla luce di questa realtà l’istituzione scolastica ha il dovere di intervenire in chiave preventiva, avviando opportuni corsi di formazione: per docenti, alunni, genitori. Della buona educazione che ne scaturirebbe se ne avvantaggerebbe l’intera società. E se fossi io il ministro dell’Università e della ricerca darei la priorità a questo tipo di corsi e, data l’emergenza, li renderei obbligatori. In ogni caso stimolerei su tali argomenti incontri, dibattiti, scambio di documenti. Occorre parlare di queste cose piuttosto che tacere sperando che non accada niente. Cfr. Identità e valore; Il bullismo, come riconoscerlo e combatterlo; Il consigliere pedagogico; Educarsi alla pace; Genesi di una gang, che il lettore può trovare su www.amazon.it. Massimo Marsicola, Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo, A.I.D.I. Editore, 2010. 10,00. L’ AMORE NON VUOLE PENSIERI LA NOSTRA NASCITA E’ REALE SOLO PER IL NOSTRO CORPO, E NON PER LA NOSTRA MENTE…. MENTRE I DOTTI E GLI SCIENZIATI FATICANO E PENANO PER SCOPRIRE E STUDIARE CERTE LEGGI, I PURI DI CUORE INTUISCONO GLI ARCANI RINCHIUSI IN GREMBO A MADRE NATURA E NEL CUORE DI DIO PADRE… Da “ SUBLIMAZIONE DEL SESSO” Di Anthony Elenjimittam Quando si dice “Ho una relazione Platonica” si pensa immediatamente ad un rapporto amichevole con l’ altro sesso, ad un’ intesa esclusivamente cerebrale, fatta di complicità e di interessi comuni (o quasi ). In realtà, il più delle volte, si nasconde dietro a questo comportamento una timidezza che reprime il nostro bisogno di dichiararsi e dare libero sfogo all’ attrazione sessuale, a quell’ impulso primordiale che è sinonimo d’ amore. L’ amore Platonico, invece, è il massimo grado di intesa tra uomo e donna, un amore a distanza concepito anche da culture yogiche orientali come il Tantra; troviamo, infatti, al contrario di come molti credono che la filosofia occidentale sia diversa da quella indiana, una similitudine incredibile. Platone, indirizza la propria ricerca sull’ uomo schiavo che si libera dalle catene, non vede più le ombre e si volge verso l’ origine, l’ idea,il Dio creatore, tornando ad essere l’ essere perfetto dotato di potere maschile e femminile (Mito della caverna ). Con il Tantra possiamo attivare l’ energia sessuale che riposa alla base del coccige, comunemente chiamata Kundalini, iconograficamente rappresentata da un serpente arrotolato per tre volte e mezzo, che, con determinati esercizi, si sveglia, sale per la colonna vertebrale, pulisce i centri energetici, chiamati chacra, esce dalla sommità del capo e si unisce all’ universo imperituro. La costante pratica in coppia, eseguita con la mente libera da ogni pensiero, porterà con il tempo a delle vere e proprie rinascite fisiche e psichiche, si programmerà il futuro al fine di non trovarsi mai in fiumi tumultuosi costretti in barca a remare forzatamente per salvarsi dalle rapide. E’ bene comunque iniziare queste attività guidati da un Maestro competente. Senza dubbio, queste pratiche meditative portano ad una visione più interiore di vita tralasciando la dinamica che contraddistingue la società occidentale fatta di scambi e consumi, che il più delle volte trascinano l’ individuo in una arida e complessata esistenza; per non parlare poi che questi eccessi hanno portato un degrado della nostra terra che è di tutti. Sarebbe ora di orientare l’ economia mondiale, per salvare il nostro pianeta, verso l’ incentivazione di attività olistiche, artistiche, artigianali, teatrali, musicali. Shopenhauer, filosofo moderno, si interessò al platonismo e anche al velo di Maya, molto simile quest’ ultimo alla filosofia greca eleatica che si basava sull’ illusione dei sensi, studiò molto il buddismo che lo coinvolse sulla tematica del dolore , amò leggere le Upanishad che lo confortarono negli ultimi anni della sua vita. ‘’ Non so dire quanto tempo sia passato per capire che in fondo l’ uomo si crede sapiente perché si illude di sapere (Socrate). Io, artista che so di non sapere faccio del mio corpo veicolo dell’ ignoto. Mi sono trovato così per anni interi a vagare alla ricerca dell’ immenso, con superba umiltà ho partorito opere dopo orgasmi psichici, e nei vorticosi giochi di colori mi adagio alle loro frequenze toccando Dio con un dito’’. PIETRO SARANDREA Campo de’ fiori 43 GIOCA CON CAMPO DE’ FIORI LANGOLO MISTERIOSO Indovina il nome di questa via di Civita Castellana e vinci un abbonamento annuale alla nostra rivista! Il primo che indovinerà chiamando il numero 328.3513316 sarà il vincitore! La foto pubblicata sullo scorso numero di Campo de fiori raffigurava Via del Governo Vecchio. Il primo ad indovinare è stato il Sig. Daniele Brasili che si è aggiudicato un anno di abbonamento alla nostra rivista. Complimenti! IL PERSONAGGIO MISTERIOSO Indovina il nome di questo personaggio famoso e vinci un abbonamento annuale alla nostra rivista! Il primo che indovinerà chiamando il numero 328.3513316 sarà il vincitore! 1° CONCORSO "COPERTINA DI PUZZLE" Abbiamo voluto lanciare questo simpatico concorso, proponendo sulla pagina Facebook della rivista, cinque tra le più belle copertine realizzate in questi 14 anni di Campo de fiori! La copertina che ha ricevuto più "Mi piace" è stata quella raffigurante limmagine di Papa Giovanni Paolo II. Tra tutti i partecipanti al concorso sono stati sorteggiati tre nominativi: Felice Calabrese, Alessandro Perelli e Ramona Bacchiocchi. I fortunati estratti riceveranno a breve un bellissimo puzzle da comporre, con limmagine della copertina vincitrice. Per partecipare sempre più numerosi a tutte le nostre iniziative seguite la pagina Facebook Campo de fiori rivista. DITELO AI NOSTRI SPONSOR Cari amici lettori, dite ai nostri sponsor di averli visti sulle pagine di Campo de fiori! Riceverete un trattamento speciale! Approfittatene... Campo de’ fiori 44 IL BAGATTO LA PRIMA LAMA DEI TAROCCHI L’ errore più comune in cui cade chi si avvicina per la prima volta alla scienza dei tarocchi, è quello di voler accedere alla conoscenza del futuro. di Giuseppe Il secondo errore più coFerone mune in cui cade chi si avvicina per la prima volta alla scienza dei tarocchi, è quello di voler accedere alla conoscenza delle vite degli altri. La scienza dei tarocchi (perché di scienza si tratta), al pari delle maggiori scienze tradizionali, aiuta a capire e conoscere la cosa più importante che esiste al mondo. E non si tratta né del futuro né della vita delle altre persone. Avete mai pensato di riuscire a capire il presente, prima di avventurarvi nella conoscenza del vostro futuro? Ed avete mai pensato di conoscere alla perfezione voi stessi prima di imparare a conoscere gli altri? Queste due domande sono, in ordine, lo scopo ultimo della scienza dei tarocchi. Per un saggio conoscere se stessi equivale al raggiungimento della conoscenza suprema. I tarocchi predispongono all’uomo saggio tutti gli strumenti per poter raggiungere tale arduo risultato. Moltissime sono le vie iniziatiche o scienze tradizionali che hanno come fine ultimo il gnosi sé auton (conoscere sé stessi). L’ermetismo, la cabala, la teurgia, la gnosi, l’astronomia, l’alchimia e molte altre. Ma la scienza dei tarocchi, con soltanto ventidue arcani, permette di arrivare alla conoscenza suprema: al gnosi sé auton. Ogni altra scienza ha infatti bisogno di parole, libri, rituali e trattati. I tarocchi racchiudono il tutto in ventidue lame (o figure). Semplicemente guardandoli, disponendoli in fila, studiandoli ed analizzandoli, i tarocchi ci parleranno. Ci daranno indizi, parole celate, ci faranno scoprire simboli che solamente noi stessi potremmo riuscire a decifrare e coglierne il significato e l’essenza. Oswald Wirth, esoterista ed occultista, segretario personale di un maestro di tarocchi e di altre scienze tradizionali come Stanislas De Guaita, scrive nella sua celebre opera “I Tarocchi”: «I ventidue Arcani o Chiavi o Trionfi dei Tarocchi costituiscono nel loro complesso un trattato di alta filosofia esposto per immagini (…) libri di questo genere, in cui il testo è ridotto, tutt’al più, alla designazione dei capitoli, rimangono muti per colui che non ha acquisito la facoltà di farli parlare». Ma nell’articolo di questo mese voglio concentrarmi con voi sull’arcano numero uno, la prima lama dei tarocchi: il Bagatto (o mago, o funambolo, o giocoliere). Osservando questo primo arcano diverse cose cadono all’attenzione dei nostri occhi: questo biondo e giovane prestigiatore è in posizione armonica, ossia in perfetto equilibrio sia con lo strumento che tiene in mano, sia con quelli posati sul tavolo di fronte a lui. In mano tiene una bacchetta magica. Non la tiene troppo stretta, la tiene con maestria e disinvoltura. Questa bacchetta è rivolta verso un oggetto che lo stesso giocoliere indica con l’indice della sua mano destra: il simbolo dei danari. Questo gesto sta ad indicare che la bacchetta, incamerando energie positive direttamente dal cielo, le proietta poi sul denaro, oggetto da magnetizzare occultamente. Gli altri oggetti presenti sul tavolo del bagatto sono una coppa ed una spada che, unite alla bacchetta di legno, compongono i quattro segni o semi dei cosiddetti altri 56 arcani minori dei tarocchi: denari, bastoni, coppe e spade. Questi quattro strumenti del mago corrispondono, per Oswald Wirth, ai quattro verbi: sapere (coppe), osare (spade), volere (bastoni) e tacere (denari). Possiamo notare anche che la posizione dei propri piedi è ad angolo retto, disegnando infatti con essi una perfetta squadra. Infine tra i due piedi del mago è visibile un fiore, un tulipano, il quale non si è ancora schiuso. Questo ci fa capire forse che si tratta di una “iniziazione” alle scienze tradizionali che è ancora agli inizi. Nell’opera “Meditazioni sui Tarocchi – Un viaggio nell’ermetismo cristiano, Vol. 1”, analizzando il pensiero di un altro grande studioso di tarocchi, di cui ho potuto citare soltanto il titolo dell’opera in quanto, come tutti i veri iniziati del passato, l’autore è rimasto anonimo, ci accorgiamo non solo che il bagatto emana una grande sicurezza di sé, ma anche che tale sicurezza è data dalla grandissima concentrazione che il funambolo sembra possedere. Osservando bene l’arcano possiamo notare come il suo sguardo non sia rivolto né alla bacchetta magica, né all’oggetto che cerca di magnetizzare. E’ così sicuro di sé, infatti, e così accuratamente allenato nel compiere quei gesti magici, che non avverte neppure la necessità di guardare ciò che fa. Tutto questo grazie alla “concentrazione senza sforzo”. Scrive l’Anonimo: «Il bagatto rappresenta dunque lo stato di concentrazione senza sforzo, cioè lo stato coscienza in cui il centro direttivo della volontà è sceso dal cervello al sistema ritmico e nel quale le oscillazioni della sostanza mentale, essendo ridotte al silenzio ed al riposo, non ostacolano più la concentrazione». P.zza della Liberazione, 2 Civita Castellana (VT). Tel. 328.3513316 o [email protected] Campo de’ fiori 45 La Sindrome del Cromosoma X-fragile Molto attiva la sezione viterbese dellAssociazione Nazionale C i sono tante malattie genetiche ormai ben note a tutti, altre conosciute in maniera molto minore, forse perché meno evidenti, o forse perché più rare, o forse ancora perché se ne parla meno. La sindrome del cromosoma X-fragile (FXS) è una tra queste ultime, nonostante sia considerata dagli specialisti la seconda delle cause più comuni di disabilità intellettiva su base genetica, dopo la Sindrome di Down. I soggetti affetti da tale sindrome manifestano chiaramente deficit cognitivi, disturbi nell’attenzione, ritardo nello sviluppo del linguaggio, iperattività, autismo e problemi di carattere socio-emozionale in genere, come l’avere difficoltà nel mantenere il contatto visivo con l’interlocutore, la timidezza. Altri elementi distintivi sono percettibili anche a livello fisico: viso allungato, orecchie grandi e sporgenti, mento prominente, che risultano essere solitamente più evidenti negli uomini piuttosto che nelle donne. Tra il sesso maschile, inoltre, l’incidenza è maggiore. La mutazione del cromosoma X è presente in un maschio su 4.000 e tra le donne in una su 6.000, nonostante è più probabile che sia la mamma a trasmetterlo ai propri figli poiché una ogni 256 ne è portatrice. Tra gli umonini, invece, uno su 800 ne è affetto e può trasmetterlo alle proprie figlie che ne diventeranno portatrici sane. Questo avviene anche alla luce del fatto che il gene difettoso è localizzato sul cromosoma X di cui gli uomini possiedono una sola copia, mentre nelle donne è la seconda copia che permette di compensare il difetto del primo cromosoma danneggiato. I portatori sani possono trasmettere la malattia senza manifestarne essi stessi il problema. Ecco perché un controllo preventivo è sempre consigliato. Oggi, tra l’altro, nelle donne in gravidanza è possibile eseguire una diagnosi prenatale attraverso la villocentesi eseguita a 12-13 settimane di gravidanza o l’amniocentesi alla 16esima-18esima settimana di gravidanza. Lo studio del DNA in laboratorio, invece, permette di rilevare la mutazione ed identificare le donne portatrici ed i maschi trasmettitori. I sintomi di queste ultime due condizioni si evidenziano solitamente in età adulta. È stato notato, infatti, che le donne vanno spesso incontro ad una menopausa precoce (prima dei 40 anni), mentre negli uomini si manifestano disturbi neurologici (tremori, disturbi dell’equilibrio, eventuali demenze) dopo i 55-65 anni. Benché non vi possa essere una cura definitiva è certamente possibile migliorare la qualità di vita delle persone con sindrome del cromosoma X fragile. Accanto ai farmaci in via di sperimentazione, infatti, si può lavorare sulle potenzialità di ogni singolo individuo con terapie riabilitative mirate soprattutto allo sviluppo dell’autonomia personale. E questo è senz’altro anche uno degli obiettivi che si prefigge l’Associazione Italiana Sindrome X-fragile Onlus, attiva su tutto il territorio nazionale ormai da diversi anni. È stata, infatti, costituita nel 1993 da un gruppo di genitori e si è successivamente trasformata in ONLUS, anche per favorire la creazione di riferimenti territoriali regionali. Con le sue numerossisime sezioni riesce, così, ad essere vicina a tutte le famiglie con soggetti affetti da sindrome X-fragile. Molteplici sono le inziative che vengono propo- ste di tanto in tanto, al fine di poter raccogliere fondi a sostegno dell’Associazione stessa. L’ultimo giorno del mese di febbraio di ogni anno, si celebra il Rare Disease Day, la giornata mondiale delle malattie rare. L’Associazione si è messa in moto con diverse attività. Per quanto riguarda la sezione di Viterbo, infatti, Sabato 27 febbraio, presso l’aula Multimediale “Sergio Boni” dell’Ospedale Belcolle, si è tenuto un corso di formazione intitolato “La Sindrome X FRAGILE, una diagnosi da prendere sul serio non alla lettera”. Spesso, poi, durante le varie festività dell’anno, gli associati della sezione viterbese si adoperano nell’organizzazione di mercatini nei quali vengono venduti prodotti artigianali spesso realizzati dai ragazzi con sindrome di X-fragile stessi. Un’altra importante iniziativa che coinvolge la sezione della provincia viterbese è il “Derby del cuore” che si tiene nella cittadina di Fabrica di Roma. Una partita di calcio amichevole, il cui ricavato, lo scorso anno, è stato devoluto in parte all’Associazione locale dei ragazzi diversamente abili, “Uniti per loro”, ed in parte all’Associazione italiana Sindrome “X-Fragile”, sezione territoriale di Viterbo. Poter dare il proprio contributo per far conoscere e per aiutare è sempre una nota colorata e positiva della nostra vita! Ermelinda Benedetti A sx, con la maglia verde, i ragazzi dell’Associazione “Uniti per loro” ed a dx, con la maglia blu, i ragazzi della sezione territoriale di Viterbo dell’Associazione Italiana Sindrome “X-Fragile”, al Derby del cuore organizzato a Fabrica di Roma il 14 Giugno 2015. 46 Oroscopo di Marzo Ariete Per quanto riguarda la vita sentimentale, un rapporto del passato potrebbe tornare nel presente e dare vita ad argomenti che non sono stati chiusi in modo chiaro. Sarà un mese ricco diconflitti, amore e odio, gelosia e rivalità, passione.. Sul lavoro otterrete dei successi e troverete l’appoggio di amici e parenti, anche se non tutti si dimostreranno sinceri. I guadagni saranno soddisfacenti, ma attenzione a rispettare tutte le scadenze. Toro Marzo sarà un mese un po’ turbolento, caratterizzato da anomalie ed inconvenienti; cercate di mantenere il morale alto per superare questa situazione. Non lasciate che il corso degli eventi prenda il sopravvento sulla vostra armonia personale, ma affrontate le difficoltà con la persona che amate. Nel settore lavorativo, lo stress si farà sentire. Nonostante tutto questo ci sono possibilità di promozioni ed incarichi di un certo livello. Gemelli In questo mese sarete abbastanza fortunati in amore e le vostre relazioni si svilupperanno in maniera positiva. Questo varrà solo per le relazioni stabili, mentre le storie passionali e le avventure rimarranno abbastanza problematiche. Il settore del lavoro sarà particolarmente impegnativo, ma anche ricco di soddisfazioni. Successo e di conseguenza maggiori entrate di denaro sono all’orizzonte. Cancro In amore il vostro obiettivo primario è quello di darvi una lezione di tolleranza e benevolenza, che vi incoraggia ad esprimere il vostro affetto e riuscire a riceverlo. Quindi state tranquilli perché le cose potrebbero sistemarsi ed incontrerete sicuramente un nuovo amore. Dal punto di vista lavorativo ci saranno dei miglioramenti, e per voi il successo non sarà troppo lontano; magari dovrete insistere un po’ e ritornare su i vostri passi. Campo de’ fiori Leone Novità in campo sentimentale. In questo mese la comunicazione riprenderà in modo chiaro e sincero e contribuirà alla buona comprensione con il partner. In Marzo avrete modo di approfondire i rapporti con i vostri colleghi, così da stabilire un clima lavorativo più rilassato. Riuscirete ad ottenere il successo solo attraverso lo sforzo, ma giocheranno un ruolo importante anche le collaborazioni. Finanziariamente riceverete qualche soldo extra. Vergine Il mese di marzo sarà molto significativo dal punto di vista dei sentimenti. Per chi è single si prospettano nuovi incontri e nuovi amori. Il clima professionale sarà segnato dalla collaborazione con gli altri. Le sfide saranno all’ordine del giorno, ma avrete sempre il giusto sostegno per superarle. Dal punto di vista finanziario dovete prestare molta attenzione in questo periodo, ci potrebbero essere degli sviluppi poco positivi. Bilancia Questo è un periodo davvero significativo per le relazioni ed i sentimenti. Accadrà qualcosa di veramente speciale: ci saranno cambiamenti inaspettati, vecchie incomprensioni del passato, vecchie fiamme. Ma non prendete decisioni importanti riguardanti la vita di coppia. In campo lavorativo sarete meno motivati o al contrario la vostra ambizione vi farà diventare più aggressivi. Cercate di gestire al meglio le vostre energie. Scorpione Vivrete nuove esperienze in campo amoroso; avrete modo di iniziare una nuova storia d’amore e sarete più propensi ed aperti a delle nuove avventure. Se avete una relazione stabile ci potrebbe essere un risveglio di interesse nei confronti del vostro partner. In campo professionale è questo il momento migliore per seguire i vostri progetti, siete nel posto giusto al momento giusto e potrete approfittare di un’occasione speciale. by Cosmo Sagittario Buone notizie per le coppie! Ritroverete la serenità dopo qualche settimana di incertezza, confusione ed equivoci. Qualcosa rimarrà irrisolto, ma siete sulla strada giusta. Le nuove relazioni potrebbero riservare delle sorprese. La comunicazione sarà prioritaria nel mese di marzo e sarà la chiave del vostro successo professionale. Gli incontri d’affari e i viaggi di lavoro saranno molto redditizi. Riservatevi un breve periodo per analizzare il da farsi. Capricorno In questo mese vi capiteranno numerose opportunità sentimentali, e se già siete in coppia il vostro rapporto andrà a gonfie vele. In caso di problemi discutetene insieme! Con la comunicazione potete risolvere quasi tutto. La vostra vita professionale subirà un cambiamento in meglio, anche se i vostri obiettivi principali passeranno in secondo piano. Non è per voi un periodo favorevole, meglio temporeggiare un po’. Acquario L’atmosfera in questo periodo avrà il profumo dell’amore, aspettatevi dunque un mese pieno di sensualità ed appagamento. Riceverete complimenti, dichiarazioni d’amore ed avrete numerose opportunità sentimentali. Se siete in coppia questo sarà un periodo meraviglioso, all’insegna dell’armonia e del divertimento. Dal punto di vista professionale questo sarà un mese fortunato, in cui riuscirete a lavorare ottenendo bei guadagni. Pesci Marzo non vi riserva niente di spettacolare dal punto di vista dell’amore. Se succederà qualcosa sarà qualcosa di segreto, proibito, difficile da decifrare. In questo periodo avrete modo di mettere in evidenza le vostre qualità, le vostre doti di leader ed organizzatore e vi porteranno ammirazione e riconoscimento. I vostri sforzi saranno dunque ripagati e contribuiranno a migliorare il vostro prestigio. Evitate le spese impulsive. Campo de’ fiori 47 I “Granatieri di Sardegna” E onorano un impegno preso 240 anni fa ra il lontano 1776 quando il corpo militare dei “Granatieri di Sardegna”, la più antica unità militare d’Europa, promise di celebrare annualmente la messa in suffragio di Don Alberto Genovese, Duca di San Pietro, nell’anniversario della sua morte. La storia racconta che il 10 luglio 1744, a Cagliari, Patrizio, sardo, padre di Alberto, decise di costituire a proprie spese, il Reggimento di Sardegna, che aveva lo scopo di garantire la sicurezza dei coloni appena approdati sull’isola di San Pietro, prospiciente le coste sarde. Due anni più tardi, il figlio donò al Reggimento 120.000 lire vecchie di Piemonte, stabilendo in una apposita scritta “testamentaria” che l’uso della loro rendita sarebbe dovuto essere utilizzato per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale, nonché per aiutare le vedove dei soldati caduti. Ed è lì, inoltre, che fissò la decisione che venisse celebrato “perpetuamente… anniversario in suffragio ed in memoria di esso, Sig. Duca Alberto, nel giorno anniversario della di Lui morte”. Anche quest’anno, dunque, per il 240esimo anno consecutivo, il 18 febbraio, i “Granatieri di Sardegna”, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma, hanno onorato l’impegno. Erano presenti alla cerimonia le autorità politiche, militari e civili, tra le quali il Sottosegretario di Stato alla Difesa - On. Domenico Rossi, il Consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa e Segretario del Consiglio Supremo di Difesa - Generale Rolando Mosca Moschini, il Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Giovan Battista Borrini. Hanno presenziato all’evento anche i discendenti in linea diretta di Don Alberto Genovese, dimostrando tutto il loro attaccamento ad una tradizione ultracentenaria. Non va dimenticato che questo storico corpo dell’arma ha partecipato e continua a prendere parte, alle principali missioni internazionali in cui l’Esercito Italiano è impegnato. Apporta, inoltre, il suo contributo allo sviluppo del programma SIAT (Sistema Integrato per l’Addestramento Terrestre), un progetto finalizzato all’evoluzione dell’addestramento dei militari in differenti contesti operativi, attraverso un sistema di simulazione e tecnologie all’avanguardia. Attualmente, i “Granatieri” sono impegnati con il comando del Raggruppamento “Lazio, Umbria e Abruzzo” nell’Operazione “Strade Sicure”, mettendo a disposizione, insieme ad altri reparti dell’Esercito, oltre 2200 militari in supporto alle Forze dell’Ordine, ed assicurando, così, quotidianamente, una presenza costante nella Capitale e su tutto il territorio del Lazio e delle vicine regioni di Umbria e Abruzzo. Ermelinda Benedetti Marco Colella vince la II edizione del You Make it Concorso ideato dal noto critico e curatore fiorentino Francesco Bonami. È Marco Colella il vincitore della seconda edizione del concorso Yuo make it, ideato dal noto critico e curatore fiorentino Francesco Bonami. Il concorso di respiro internazionale è rivolto a tutti gli artisti per passione, agli amanti dell’arte e più semplicemente a tutti coloro vogliono accettare la sfida di trasformare un semplice oggetto della vita comune in un soggetto unico e assoluto, dimostrando le proprie abilità artistico-creative. Il tema proposto quest’anno è The universal cup ed il giovane Marco Colella, barese, classe 1966, che attualmente vive e lavora a Roma, con i suoi tre calici stilizzati, affiancati da altrettanti omini, ha soddisfatto la proposta lanciata. “Semplice nel modo più semplice, graficamente e pittoricamente ha dato l’idea di un’arte universale, in risonanza con i sentimenti del mondo...” così lo ha giudicato Bonami. E Francesco Bonami, critico e curatore di fama internazionale, di arte se ne intende e come. Tra le altre cose, infatti, è stato Senior Curator del Museum of Contemporary Art di Chicago dal 1999 al 2008. Nel 2003 ha diretto la cinquantesima edizione della Biennale di Venezia. Nel 2010 è stato curatore della Biennale del Whitney Museum of American Art. L’opera di Colella, intitolata “Esodo 2015”, è acquistabile on line, in una tiratura limitata di 50 pezzi, sul sito internet www.yoox.com Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 48 EWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE I JUDOCA DI FABRICA DI ROMA SI PREPARANO AI GIOCHI OLIMPICI 2016 Il PalaPellicone di Ostia, il magnifico stadio-pagoda del Judo, lo scorso fine Febbraio è stato la sede di un importante avvenimento sportivo. Da tante nazioni, giovani atlete in competizione per cercare affermazione e classifica in vista dei giochi olimpici di Rio 2016. Una due giorni molto importante che ha polarizzato l’attenzione dei tecnici, dei media e degli appassionati del Judo. Ed anche ,presenti in una foltissima delegazione, i ragazzi e le ragazze della Palestra Yama Bushi di Fabrica di Roma. Che sono potuti intervenire grazie al consueto, caloroso interessamento del presidente del settore Judo regionale M° benemerito Gennaro Maccaro. Il quale ha fortemente voluto la presenza della delegazione di Fabrica di Roma, stimolato e confortato dai continui brillanti risultati di proselitismo ed organizzazione del delegato provinciale FIJLKAM, il M° Domenico Petti. Certo, per gli atleti della palestra di Fabrica è stato sicuramente un grosso guadagno tecnico, vedere alla prova sul tatami della città tirrenica, le più importanti atlete che si preparano per la competizione olimpionica, la European Women Open Cup. E così arricchire il loro bagaglio di esperienza e di conoscenza della disciplina sportiva che sempre di più sta affermandosi nel viterbese e che sta prendendo piede anche nelle scuole, come risorsa aggiuntiva di formazione del carattere e del fisico dei giovani. Gennaro Maccaro ha intuito questo terreno fertile e da percorrere ed ha incentivato la presenza dei giovani judoka mettendo a disposizione un autobus per la trasferta ad Ostia. Ricevendo l’entusiastica adesione dei giovani e delle loro famiglie, tanto che il mezzo per quanto capiente non è bastato ed alcune famiglie si sono accodate con le loro auto private. Contribuendo a dare una cornice accogliente ed entusiasta alla manifestazione internazionale di Ostia. La risposta del movimento judoistico del viterbese è stata di ottimo livello, in quanto a presenze ed a interesse, confortando il maestro Maccaro ed il Maestro Petti, certi, guardando le adesioni. di aver fatto, con il loro modi di agire, largo e spazio al Judo, sport in netta crescita dappertutto ed in particolare nella provincia di Viterbo e nel Lazio. I ragazzi ed i dirigenti della palestra di Fabrica di Roma, hanno sentito anche, la necessità di inviare una lettera di ringraziamento al Maestro Maccaro, con l’augurio che la collaborazione con lui possa Da sx: Petti e Maccaro proseguire e dare ancora buoni risultati come adesso. Doriano Pedica - segretario Yama Bushi Alla biblioteca di Ronciglione si impara l’inglese con il Playground Al via una nuova iniziativa della biblioteca comunale di Ronciglione. E’ nato il playground un metodo divertente per imparare l’inglese; questa iniziativa, tutta pensata per i bambini dai 2 agli 8 anni che vogliono conoscere ed avvicinarsi alla lingua inglese semplicemente divertendosi e giocando. Sono state allestite diverse postazioni gioco-attività-creatività per permettere loro di giocare in inglese e con l’inglese. Questa è soltanto una delle iniziative della biblioteca, infatti per le vacanze di pasqua propone, presso la sua sede, un pacchetto con laboratori creativi, letture, playgroud e le merende genuine. E poi ancora corsi di inglese per bambini di tutte le età ,e per gli adulti? c’è solo l’imbarazzo della scelta tra corsi di inglese, tedesco, spagnolo, informatica, fotografia, regia, cucina e cucito. Vi aspettiamo! Civita Castellana: al via le nuove strisce blu. Ecco la regolamentazione Saranno ridisegnate nei prossimi giorni le strisce blu su tutto il territorio comunale di Civita Castellana per la nuova attivazione della sosta a pagamento per le autovetture. A partire dal 21 marzo inizierà in via sperimentale il servizio per poi entrare a regime ad aprile. Ecco le principali novità introdotte nella distribuzione dei parcheggi blu in città. A Borghetto arrivano le strisce blu in una parte del parcheggio della stazione e su via della Stazione, mentre restano bianchi, ma con disco orario, quelli in piazza della Stazione. Per Borghetto le tariffe sono state ridotte pensando alle esigenze dei pendolari che quotidianamente frequentano la frazione e saranno di 1,50 la tariffa giornaliera, di 7 l’abbonamento mensile per i residenti a Civita Castellana, di 14 l’abbonamento per i non residenti. La seconda novità riguarda Piazza della Liberazione, nella quale vengono inserite le strisce blu, mentre via Giovanni XXIII e via della Repubbica saranno per metà libere e per metà a pagamento. La sosta a pagamento sarà esclusivamente nei giorni feriali dalle 8,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00. I residenti del centro storico e di Borghetto saranno esentati dal pagamento del parcheggio nelle zone di rispettiva residenza. I tesserini saranno rilasciati dalla Polizia Municipale per un massimo di due per ogni nucleo familiare, mentre quelli rilasciati precedentemente non saranno più validi. “Riattiviamo il servizio della sosta a pagamento – ha spiegato il sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli – prima in via sperimentale, per dare tempo alle persone di riabituarsi al ticket e di munirsi dei tesserini di residenza per chi abita al centro storico e a Borghetto, mentre da aprile il servizio verrà attivato a tutti gli effetti. Come più volte detto i parcheggi blu non servono al comune per fare “cassa” bensì per regolamentare le soste cercando di bilanciare le esigenze della mobilità dei residenti e dei commercianti. Le novità più importanti riguardano in primo luogo Borghetto, dove abbiamo concertato la nuova disposizione dei parcheggi sia con i residenti che con i pendolari, e poi anche piazza della Liberazione, via Giovanni XXIII e via della Repubblica. Con i cittadini di Borghetto abbiamo fatto diverse riunioni prima di prendere una decisione. Proprio loro ci hanno rappresentato l’esigenza di regolamentare il parcheggio, per restituire una maggiore vivibilità alla frazione che accoglie quotidianamente centinaia di persone con il conseguente transito di autovetture. Abbiamo fatto riunioni anche i pendolari, stabilendo una cifra minima di 7 euro per l’abbonamento mensile. Gli importi saranno destinati alla frazione come è stato concordato con il comitato dei cittadini di Borghetto”. Campo de’ fiori 49 EWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEW Istituito il Giardino dei Giusti di tutto il mondo a Civita Castellana. Alberi di ulivo e cippi inamovibili sono stati dislocati e lo saranno ogni anno nei giardini delle scuole di Civita Castellana per dare vita ad un diffuso “Giardino dei Giusti di tutto il mondo”. Le prime due piante, con le prime iscrizioni a ricordo dei giusti, sono state piantate il 7 e il 9 marzo nei giardini delle scuole Dante Alighieri e XXV Aprile, in ricordo di Khaled Al Asaad e Anna Politkovskaja, in occasione della celebrazione della Giornata Europea dei Giusti tra le nazioni. “Facendo seguito alla delibera di consiglio del marzo 2015, con la quale il nostro comune aderisce alla Giornata Europea dei Giusti - ha spiegato il sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli- abbiamo voluto dare un segno concreto di questa iniziativa iniziando a creare un Giardino dei Giusti, vale a dire un giardino dedicato a tutte quelle persone che hanno impegnato la loro vita per difendere le libertà fondamentali dell’essere umano contro ogni totalitarismo e ogni dittatura. Porre a terra dei cippi inamovibili dedicati ai giusti è il modo migliore per scrivere questo ricordo laddove i ragazzi si formano, vale a dire nelle scuole. Il concetto dei Giusti si collega agli eventi della seconda guerra mondiale da cui è nata la nostra democrazia e li estende fino a oggi, ricordando a tutti che quei valori sono ancora attuali. Quest’anno abbiamo iniziato con un uomo e una donna che negli ultimi anni hanno sacrificato la loro vita l’uno per difendere la cultura contro la barbarie dell’Isis in Siria e l’altra in difesa della libertà e della democrazia in Russia Ringrazio per l’intervento in queste giornate la dottoressa De Lucia e la dottoressa Bianca M. Tomassini Pieri per essere intervenute alla scuola Dante Alighieri e la dottoressa Federica Angeli che ha portato alla scuola XXV Aprile la sua esperienza di denuncia delle vicende di Mafia Capitale che la costringono sotto scorta. In particolare Federica Angeli ha scaldato i cuori di tutti i ragazzi, con la sua storia coraggiosa e toccante e ci auguriamo presto di rivederla a Civita nelle scuole superiori” Ecco come vengono definiti i Giusti tra le Nazioni e cosa li contraddistingue. I Giusti hanno salvato l’onore dell’Europa ai tempi della Shoah: in un’epoca dominata dagli ignavi e dagli assassini, hanno permesso di non disperare dell’umanità, perché non hanno esitato a rischiare la vita per salvare altri esseri umani, dovunque in Europa ci sono stati uomini e donne che hanno nascosto, protetto, sottratto migliaia di ebrei alla furia nazista. I Giusti hanno agito anche in altre situazioni, opponendosi al genocidio armeno, alle foibe, aiutando le vittime in Rwanda, in Cambogia o durante la pulizia etnica nella ex Jugoslavia. I Giusti sono anche gli uomini e le donne che hanno difeso la dignità e la libertà nei regimi totalitari, che hanno denunciato i Gulag e che, con il loro coraggio, hanno permesso la riunificazione dell’Europa. Tali esempi possiedono un valore universale, si ricordano incessantemente gli atti di queste persone, esortano a coltivare la loro eredità e la loro convinta opposizione a ogni forma di razzismo e di discriminazione su basi etniche, sociali, politiche e religiose. L’azione di questi Giusti si erge a monito contro le persecuzioni e per la prevenzione dei genocidi in tutto il mondo. In tutto il mondo sono stati riconosciuti oltre ventiquattromila Giusti tra le nazioni, di cui oltre 500 solo in Italia. Nella realtà violenta che ci circonda, ricordare l’azione dei Giusti, rendere omaggio al Bene, mostrare che ogni individuo, per quanto umile, può compiere il gesto che salva un altro essere umano, ha un immenso valore educativo per i giovani d’oggi. La giornata europea dei Giusti è stata approvata dal Parlamento Europeo il 10 Maggio 2012 con 388 firme. INAUGURATO IL GIARDINO DELLA MEMORIA A VITERBO Giardino della memoria, venerdì 18 marzo alle 11 la cerimonia di inaugurazione all'interno del nuovo cimitero San Lazzaro, nell'area retrostante il tempio crematorio. Per l'occasione saranno presenti il sindaco Leonardo Michelini e la presidente dell'Associazione viterbese per la Cremazione Linda Natalini. “Il Giardino della Memoria – ha sottolineato il primo cittadino - è il risultato del lavoro svolto dall'amministrazione al fianco dell'associazione Viterbese per la Cremazione. Uno spazio di dignità per quanti, nel momento del dolore e del distacco, hanno il diritto di veder rispettate le scelte dei propri cari”. Alle parole del sindaco Michelini fanno eco quelle della presidente dell'associazione Natalini: “Una grande gioia aver finalmente raggiunto questo obiettivo, risultato del profondo impegno dell'associazione che rappresento e della sensibilità mostrata dall'amministrazione. Il Giardino della Memoria, finalmente, riconosce il dovuto rispetto ai tanti cittadini che hanno scelto di essere cremati e ai loro familiari che, in questa area, potranno indirizzare pensieri e emozioni ai loro cari”. L'addetto stampa - Cristina Pallotta 50 Campo de’ fiori LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!! FRANCO FANTERA Passano gli anni ma lo spirito carnevalesco non invecchia mai per alcuni personaggi civitonici che ogni anno non perdono l’occasione per trascorrere qualche pomeriggio in allegra spensieratezza. Uno di questi è Franco Fantera, meglio conosciuto come “Rapera”, che può considerarsi uno di coloro che trasmettono con passione la tradizione del “Carnevale Civitonico”. Infatti, in ogni corso di gala si vedono bellissimi costumi indossati dai figuranti ed altrettanti bei carri ogni anno diversi, ma personaggi come Rapera mantengono la tradizione del Carnevale Civitonico dalle origini ai giorni nostri. Quest’anno “Rapera” sembrava la controfigura di “Gasperone”, il famoso bandito rinchiuso per molti anni nel Forte Sangallo, all’epoca adibito a carcere, e utilizzato per la realizzazione del “Puccio” che ha troneggiato in Piazza Matteotti per tutto il periodo carnevalesco e cremato a conclusione dei festeggiamenti. Un plauso va a Franco Fantera e a tutti coloro che da sempre impersonano figure che rendono viva la tradizione del Carnevale Civitonico e anche un doveroso ricordo a coloro che sicuramente lo vivono dal cielo. Tanti auguri ad Asia Bongarzone che l’11 marzo compie 10 anni dal papà, dalla mamma, dal tuo fratellino Ale, dai tuoi cuginetti Filippo ed Edoardo, dai nonni, gli zii e le zie. Buon compleanno principessa!!! Un saluto a tutti da questo bel gruppo di Fabrichesi in Piazza Duomo che augurano buona Pasqua ai loro parenti ed agli amici!!! Tantissimi Tanti auguri di Ad Antonella Achilli auguri al buon compleanno che festeggia il compiccolo Elia a Teresa Viviani pleanno il 23 Marzo Ceccani che il che il 17 Marzo 2016. Alla nostra 1 Aprile compie gli anni, amica di tante risate... compie 1 anno, dai parenti, gli Tantissimi auguri per i dai genitori, amici e la reda- tuoi “primi” 60 anni!!! i nonni e dallo zione di Campo Noi siamo pronte per zio Giordano. de’ fiori. festeggiare!!! INVIATE I VOSTRI MESSAGGI DAUGURI SPECIALI AL NOSTRO INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA [email protected] Campo de’ fiori 52 AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti CARAVAGGIO EXPERIENCE Roma - Palazzo delle Esposizioni 24 Marzo - 3 Luglio Caravaggio Experience è il titolo dell’imponente video installazione che sarà ospitata dal Palazzo delle Esposizioni a partire da giovedì 24 marzo fino a domenica 3 luglio 2016. Il progetto espositivo, elaborato con la consulenza scientifica di Claudio Strinati, è coprodotto da Azienda Speciale Palaexpo e Medialart, società fiorentina, in collaborazione con Roma&Roma srl. Realizzata dai video artisti di The Fake Factory con le musiche originali di Stefano Saletti, Caravaggio Experience racconta in maniera del tutto inedita l’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio utilizzando l’innovativa tecnica espositiva delle esperienze immersive che approdano in tale occasione per la prima volta a Roma. Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 - Roma Una nave di libri per Barcellona VII edizione 20 - 24 aprile 2016 - Organizzata da Leggere: tutti e Grimaldi Lines Martedì 22 marzo alle 12.00 a Roma presso Spazio5 (via Crescenzio 99/d, a pochi passi da piazza Risorgimento), Sergio Auricchio, editore di Leggere:tutti, Giuseppe Marchetti Tricamo, direttore di Leggere:tutti, Maurizio Riccardi, direttore dellArchivio Riccardi e curatore della mostra fotografica “I tanti Pasolini”, Allegra Bartalucci, Executive Grimaldi Lines, Gino Manfredi, attore e doppiatore, presenteranno alla stampa la settima edizione di Una nave di libri per Barcellona, in programma dal 20 al 24 aprile 2016. CIVITA CASTELLANA - Centro Alzheimer a Sassacci: entro il 30 marzo le domande per accedere al servizio Sono aperti i termini per la presentazione delle domande per il Centro Alzheimer di Civita Castellana fino ad un massimo di 10 utenti. Sono destinatari dell’intervento, prioritariamente, i cittadini residenti nei Comuni del Distretto Socio Sanitario VT5 con la diagnosi della patologia di Alzheimer certificata dai Centri U.V.A. La presa in carico del paziente è di competenza dell’équipe valutativa multidisciplinare che predisporrà, previa valutazione, il Piano di Assistenza Individuale (PAI), attraverso il quale verrà definito il percorso di intervento. La domanda per accedere all’intervento dovrà essere presentata al Comune di residenza, Ufficio Relazioni con il Pubblico, ubicato in Via SS. Marciano e Giovanni 4/6, negli orari di apertura al pubblico, entro il 30 marzo 2016, dalla persona interessata o da un familiare, un tutore, un curatore o un amministratore di sostegno e dovrà essere redatta sul modello appositamente predisposto, disponibile presso l’ Ufficio Relazioni con il Pubblico. Alla domanda, correttamente compilata in ogni sua parte, deve essere allegata la seguente documentazione: diagnosi della patologia di Alzheimer certificata dai Centri U.V.A.; copia del decreto di nomina a tutore/curatore/amministratore di sostegno (se ricorre il caso); copia di documento in corso di validità e del codice fiscale del richiedente (se diverso dall’interessato); copia di documento in corso di validità e della tessera sanitaria dell’interessato. Il centro diurno prevede prioritariamente la afferenza di soggetti con patologia lieve o medio-lieve o per i quali l’insorgenza della patologia è avvenuta prematuramente, con disturbi comportamentali iniziali, in grado di giovarsi di attività e riabilitazione cognitiva per mantenere più a lungo l’autonomia. Il centro diurno è collocato nel Comune di Civita Castellana in Via Archimede, Località Prataroni. Il centro diurno sarà aperto dalle 9:30 alle 16:30 per 3 giorni a settimana, la frequenza sarà gratuita. Roma com’era In occasione del 14mo compleanno della rivista Campo de’ fiori, vi proponiamo una bellissima foto, scattata esattamente 100 anni fa, della centralissima piazza capitolina che dà il nome alla nostra rivista. L’assetto della piazza è rimasto il medesimo. In Campo de' Fiori avevano luogo le esecuzioni capitali e fu qui, infatti, che il 17 febbraio 1600 fu arso vivo il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, accusato di eresia. Nel 1876 un comitato di studenti universitari con lo scopo di ricordare il filosofo nolano, decise la realizzazione di un monumento bronzeo da porre sul luogo stesso del rogo. L’opera dello scultore Ettore Ferrari venne inaugurata il 9 giugno 1889. Dal 1869, inoltre, la piazza è sede di un vivace e pittoresco mercato ed oggi anche fulcro della movida romana. Roma. Anno 1916. Piazza Campo de’ fiori. Campo de’ fiori Campo de’ fiori 53 Campo de’ fiori 54 Album d Civita Castellana. Anno 1980. Da sx: zia Luisa, Vittorio, Gilberta e mamma Carolina. Foto di Vittorio Nizzoli. Campo de’ fiori Campo de’ fiori Caprola. Anni ‘60. Veglione. Si riconoscono Giuseppe Fantini, Stefano Principalli e sua moglie. Foto del Sig. Giuseppe Fantini Campo de’ fiori 55 dei ricordi Campo de’ fiori Civita Castellana, Aprile 1962. Da sx: Lucia Lucentini, Augusta Giordani e Rita Marchetti Campo de’ fiori Campo de’ fiori Civita Castellana. Anno1964. Rosa Lavini e la piccola Pina Muscogiuri nel giorno del suo 1° compleanno Civita Castellana. Primi anni ‘60. Da sx: Franco, Giuliana e Fabio Valeri 56 Campo de’ fiori Album dei r Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1974. In piedi da sx: Mario Capitoni, Enrico D’Antonangelo, Enzo Cilli, Nicola Ceccarelli, Massimo Ricci, Aldo Cerretti. In basso da sx: Renzo Testa, Gianni Ippoliti, Giorgio Giorgi, Augusto Francola, Gianni Tabacchini. Foto del Sig. Sandro Ceccarelli. Gli atleti possono ritirare la foto gratuitamente presso la tabaccheria centrale in Piazza Duomo - Fabrica di Roma. Campo de’ fiori Civita Castellana. Anno 1984/1985. Scuola Don Bosco, classe 4a elementare. In piedi da sinistra: Angela …, Federica …, Simona Scopetti, Katiuscia Vaccarotti, Monica Santini, Serena …, Maestra Gabriella Berardi, Stefania Zitelli, Fabiana Calcagni, Beatrice Paternesi, Roberta Mascarucci, Tiziana Ferroni. In basso da sx: Alessandro Belli, Stefano Carvetti, Luca Accettone, Fabio Pizzi, Gianluca Angeletti, Massimiliano Coletta, Mirko Profili, Riccardo Cecchini. Campo de’ fiori ricordi Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1952. Da sx: Enrico Cencelli, Antonina Ruggeri, Letizia Alfieri, Carla Ruggeri, Marcella Cencelli. Il basso al centro Vittorio Alfieri. Alle spalle una bellissima panoramica di Fabrica di Roma Campo de’ fiori Campo de’ fiori Roma. Anno 1949. Francesco Pancotti in Piazza del Popolo Fabrica di Roma. Anno 1953. Giuliana Ricci in braccio a Annunziata Mattioli 58 Campo de’ fiori Album d Castel Sant’Elia. Anno 1957. Classe V elementare. Fila in basso da sx si riconoscono: ..., ...., Marcello, ..., ..., Gino, Erminio. Fila centrale seconda da dx: Vincenza Parmeggiani. Fila in alto da sx: Elvio, ..., ..., ..., Filippo, ..., ... . Chi altri si riconosce? Contattate la nostra redazione 328.3513316 o [email protected] Campo de’ fiori Campo de’ fiori Campo de’ fiori Carbognano. Anni ‘40. Umberta Marcomeni e Valdimiro Carosi Monterosi. Anno 1940. Angela Menichini, Umberto Blasi ed il piccolo Enzo Blasi (attuale Sindaco Emerito di Monterosi) Campo de’ fiori 59 dei ricordi Corchiano. Anno 1957. Nel giorno della loro prima Comunione, da sx: Giuseppina Marconi, Anna Spiriti, Fiorella Coverini. Alle loro spalle le madrine, da sx: Agnese Campana, Fiora Berto, Rosanna Achilli. Campo de’ fiori Campo de’ fiori Campo de’ fiori Corchiano. Anno 1972. La Macelleria Nardi addobbata per le Corchiano. Anno 1973. Rappresentazione della Passione di Cristo festività pasquali, come usava all’epoca. per le vie del paese. Al centro (con la veste rossa) Bengasi Battisti, All’interno Fausto Nardi sulla destra (vestito da soldato) Paolo Nardi, dietro Aldo Bernabei. 60 LAVORO CERCO - CERCO LAVORO di pulizie abitazioni ad ore, anche badante o lavori domestici per il giorno. Zona Civita Castellana. Tel. 388.6998219. - CERCO LAVORO come lavapiatti, pulizie ristoranti o abitazioni, commessa (con esperienza). Automunita. Civita Castellana e dintorni. Tel. 389.9365690 - CERCO LAVORO come giardiniere, tuttofare. Tel.334.9067475 - CERCO LAVORO come autista 8con patente B9, muratore, piastrellista, mattonatore, elettricista, idrauilico. Tel. 320.7605561 - CERCO LAVORO come badante per donna anziana, giorno e notte. Referenziata. Zona Civita castellana e limitrofi. Max serietà. Alessandra 339.8238217 - RAGAZZO ITALIANO 32enne serio e con grande voglia di lavorare cerca lavoro come: operaio, pulizie giardini con proprio decespugliatore, saldatore muratore. 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Tel. 388.8035216 - CERCO LAVORO come aiuto cuoco, pulizia casa ed uffici. Tel. 389.4913587 - RAGAZZO 30ENNE cerca qualsiasi tipo di lavoro purchè serio a Civita Castellana e dintorni. Con esperienza nel settore delle pulizie, facchinaggio, autolavaggio. Tel. 333.8112409 Andrea. - RAGAZZA italiana di 21 anni cerca un impiego nel pomeriggio come ripetizioni materie elementari, massimo prima media. O come baby sitter. Disponibile e automunita. Tel. 3883629332 - 35ENNE, serio e educato, cerca lavoro come giardiniere, lavori agricoli, muratore, autista, acompagnatore o qualsiasi altro lavoro domestico. Zona Civita Castellana e vicinanze. Massima serietà. Tel. 3282409520 - CERCO LAVORO come badante ad ore o lungo orario, domestica, pulizie in casa e negozi. Tel. 388.9277412 - RAGAZZO 36ENNE cerca lavoro come autista anche per camion, giardiniere, lavori di manutenzione domestici, riparazioni di computer e cellulari, muratore. Tel. 393.4496196. - CERCO LAVORO di pulizie e lavori domestici, orario pomeridiano, badante per il weekend. Autominita. Zona Civita Catellana2139608. - RAGAZZA ITALIANA 28ENNE cerca lavora Campo de’ fiori Annunci come badante ad ore, sostituzioni, lungo orario anche per la notte. Zona Civita Castellana, Fabrica di Roma, Gallese e dintorni. Tel. 345.0373913. - CERCO LAVORO come badante. Tel. 390.4449919 - CERCO LAVORO come badante giorno e notte. Tel. 388.6542895. - RAGAZZO 22enne cerca lavoro come autista, commesso, cameriere o altri lavori anche estero, serio e onesto. Zona Roma Nord, abitante via Flaminia - Morlupo. Luca 393/5548562 - CERCO LAVORO come estetista, segretaria, pulizie, barista. No patente. Tel. 389.1340195 - RAGAZZA 27ENNE cerca lavoro ad ore o lungo orario come badante, baby sitter, pulizie casa e ristoranti. Zona Civita Castellana. Tel. 329.95266312 - RAGAZZA ITALAIANA di 20 anni diplomata in ragioneria che cerca lavoro. Residente a Fabrica di Roma in possesso della patente B. Tel. 392.67 61 254 - CERCO LAVORO come badante. Tel. 388.6542895 - CERCO LAVORO come muratore, giardiniere, imbianchino, piccole manutenzioni. Tel. 320.9165354 - SIGNORA ITALIANA DI 53 ANNI automunita e libera tutto il giorno, cerca lavoro come badante, aiuto cuoca, aiuto pasticcera, cuoca in casa, commerciante, assistenza notturna, pulizie. Francesca 339.8992603 - CERCO LAVORO come autista pòatente B, colatore, rifinitore in ceramica, giardiniere, pulizie, lavori di manutenzione. Tel. 328.3538581 OFFRO - RIPETIZIONI di matematica per scuole superiori e SUPPORTO ALLO STUDIO per alunni di elementari e medie. Cell 3491500671 - AMBOSESSI anche senza esperienza e senza limiti di età cerchiamo, per attività indipendente e flessibile, part-time o full -time da svolgere da casa e in piena autonomia. Offriamo formazione, supporto continuo, senza alcun costo di avviamento. 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