TIERGARTENSTRASSE 4 – Un giardino per Ofelia
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TIERGARTENSTRASSE 4 – Un giardino per Ofelia
te e prom... CULTURA - SPETTACOLO - (31-03-2011): Intervista a Paolo Domenico Malvinni L'autore del libro Portare n :: Cultura - Spettacolo Al Teatro Vittoria, fino al 25 aprile, lo spettacolo vincitore della rassegna “Salviamo i talenti, premio Attilio Corsini, 2009” TIERGARTENSTRASSE 4 – Un giardino per Ofelia Una storia di amicizia vera sullo sfondo della Germania nazista di Ilaria Liberatore Dopo il successo nazionale, è tornato a Roma, ieri sera, al Teatro Vittoria, lo spettacolo “Tiergartenstrasse 4 – Un giardino per Ofelia”, bellissimo testo di Pietro Floridia, per la regia di Daniele Muratore, vincitore della Rassegna “Salviamo i talenti, premio Attilio Corsini 2009”, promosso dallo stesso Teatro Vittoria. Il titolo si riferisce al programma Aktion T4, attuato in una villa sita in Tiergartenstrasse 4 a Berlino, dove , dal 1941 al 1945, il regime nazista sperimentò l’eutanasia, la “morte pietosa” su oltre 200.000 pazienti fisicamente e/o psichicamente disabili, “vite non degne di essere vissute”, sulle quali si misero a punto i metodi che avrebbero poi permesso lo sterminio degli ebrei. Sullo sfondo di questo vergognoso episodio, si racconta la storia di un’amicizia, sincera e spontanea, nata tra Ofelia von Polish, giovane disabile mentale che passa le sue giornate rinchiusa in una serra a coltivare fiori, e Gertrud, l’infermiera nazista incaricata di verificare le sue condizioni e che cercherà di salvarla dal programma T4. La regia di Daniele Muratore e la scenografia di Bruno Buonincontri, risultano molto interessanti, soprattutto nella scelta iconografica/simbolica. Sul palcoscenico nero, vuoto, si stagliano solo alcune macchie di colore: il contrabbasso (suonato da Marco Polizzi) e un carretto e alcuni oggetti variopinti (tra cui l’amico immaginario, Gunter), che simboleggiano il giardino di Ofelia. Quasi a voler sottolineare il totale distacco dell’arte, della sensibilità, da un’atmosfera tetra e vuota, come fu quella della guerra e del nazismo. La pazzia, l’estro creativo, si contrappongono alla fredda razionalità dei medici “ariani”, in virtù del fatto che questi ultimi sono ormai privi di umanità, mentre i primi possono ancora farsi portatori delle infinite possibilità espressive dell’uomo. Ofelia vive in un mondo tutto suo, una serra magica fatta di fiori, profumi, colori, un giardino segreto al riparo dall’incubo della Germania nazista. Indossa un vestitino colorato con disegni molto infantili, che contrasta con la severa divisa nera di Gertrud. Tuttavia l’infermiera nazista conserva ancora l’ umanità di cui sono privi i nazisti, che permette la nascita di quell’amicizia che salverà la vita ad Ofelia. Metafora di questa umanità, di nuovo, è la musica, espressa soprattutto attraverso le canzoni di Edith Piaf, cantate dalla splendida voce dell’attrice, Serena Ottardo. Il problema, però, è che questa musica diventa spesso didascalica, prevedibile, non se ne capisce la reale funzione all’interno della vicenda narrata, se non quella di “abbellire” lo spettacolo e mostrare le (indubbie) doti canore dell’interprete. Per quanto riguarda l’interpretazione delle due attrici, Barbara Giordano e la già citata Ottardi, si è di fronte a qualcosa di tecnicamente (quasi) perfetto, ma povero di “anima”. Avendo tra le mani un materiale così incandescente e ricco di sfumature (l'amicizia che si sviluppa nonostante l'orrore, la pazzia in opposizione alla presunta razionalità nazista…) si sarebbero potute sfruttare molte altre possibilità (soprattutto riguardanti il comportamento “fisico” dei personaggi), e sembra che le due protagoniste siano ridotte, in alcuni momenti, alla dizione corretta, al recitare bene o, peggio ancora, al “recitare la pazzia”/”recitare l’essere nazista”, cosa che si traduce, inevitabilmente, in un clichè. Insomma, lo spettacolo è potenzialmente interessantissimo, toccante; la regia è un po’ ingenua, ma apprezzabile; il testo è stupendo e poetico; ma, dal punto di vista interpretativo, c’è bisogno di meno prevedibilità, meno buonismo e, sicuramente, di “sporcarsi di più le mani”. Condividi Commenti Nessun commento presente - Clicca qui per essere il primo a commentarlo. In scena al Teatro Vittoria di Roma, fino al 25 aprile, “Tiergartenstrasse 4 – Un giardino per Ofelia”, testo di Pietro Floridia per la regia di Daniele Muratore, vincitore della rassegna “Salviamo i talenti, premio Attilio Corsini, 2009”. Lo spettacolo racconta l’amicizia, pura e profonda, nata tra Ofelia, una giovane disabile mentale con la passione per i fiori, e Gertrud, l’infermiera nazista incaricata di esaminarla per il programma di purificazione della razza “Aktion T4”, che cercherà di salvarla. Scuola CinemaTv Cinecittà Corsi di Filmmaker, Recitazione 3D, Regia, Documentario, Cinema, Tv www.actmultimedia.tv Corsi Serali GrandiScuole Corsi Serali? Corsi Serali Grandi Scuole: Corsi Serali Giusti per Te! 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