Il prete della polenta (1849) Giuseppe Brosio scrisse così un giorno
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Il prete della polenta (1849) Giuseppe Brosio scrisse così un giorno
Il prete della polenta (1849) Giuseppe Brosio scrisse così un giorno a Don Bonetti: "Un giorno, mentre io ero nella camera di don Bosco, si presentò un uomo domandandogli l'elemosina, dicendo che aveva quattro o cinque ragazzi ai quali dal giorno antecedente non aveva potuto provvedere cibo e che i poveretti basivano di fame. Don Bosco lo guardò con aria di compassione e poi fruga di qua, fruga di là, finalmente trovò quattro soldi e glieli diede, accompagnandoli con una benedizione. Quell'uomo, dopo averlo ringraziato, se ne andò per i fatti suoi. Rimasti soli, don Bosco mi disse che gli era rincresciuto di non aver avuto altro denaro, perché quel poveretto era veramente in necessità e quello che gli aveva detto dei figli corrispondeva a verità. Avessi avuto anche cento lire, non mi sarei fatto scrupolo di dargliele. E come può essere sicuro lei che quell'uomo le abbia detto il vero? Potrebbe essere uno scroccone, come non ne mancano un po' dappertutto. No, confermò don Bosco; quell'uomo è sincero e leale; anzi, è laborioso e molto affezionato alla famiglia; è stata la sventura a ridurlo in quello stato. E come fa lei a saperlo? Allora don Bosco mi prese per mano e, stringendomela, mi guardò fisso in faccia e poi, in atto di farmi una confidenza, mi disse: Gli ho letto nel cuore. Oh bella! Allora lei vede anche i miei peccati... Si, ne sento l'odore. Difatti se mi dimenticavo di dirgli qualche cosa in confessione era lui a richiamarmela e senza sgarrare neppure dei particolari. Lo conferma il fatto che un giorno avevo fatto un atto di carità che mi era costato molto ma non avevo manifestato a nessuno. Appena don Bosco mi vide, mi venne incontro e, prendendomi per mano come al solito, mi disse: Oh che bella cosa ti sei preparato oggi per il paradiso! Quale cosa? E mi ripeté punto per punto quello che mi era occorso, scendendo a particolari ai quali io stesso non avevo badato tanto. Qualche tempo dopo, incontrai per Torino quell'uomo al quale don Bosco aveva dato i quattro soldi: mi riconobbe, mi fermò e mi disse che con quei soldi era andato a comprare della farina e con quella farina aveva fatto una polenta; che ne avevano mangiato tutti a sazietà e che dopo la benedizione di don Bosco gli affari suoi erano andati migliorando, fino a consentirgli una certa agiatezza. Ma in famiglia, aggiunse, non lo chiamavano più don Bosco, ma il prete della polenta, perché quattro soldi di farina sarebbero bastati per una polenta da sfamare due persone, invece ne avevano mangiato in sette e se n'era ancora avanzata"