Depliant mostra Alberto Issel tra pittura e Arti
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Depliant mostra Alberto Issel tra pittura e Arti
Un comodato per due musei L’arrivo a Genova di una parte significativa della collezione di Alberto Issel (Genova 1848 – 1926) riporta l’attenzione sull’artista genovese e sulla sua poliedrica attività di pittore, designer e imprenditore, a poco più di un anno dalla chiusura dello storico negozio che portava il suo nome, nell’ottocentesca via Roma. La Galleria d’Arte Moderna di Genova, col riallestimento del 2004, aveva già destinato una sala a Issel con l’unico dipinto di proprietà, Bivacco intorno al fuoco, e con l’elegante salotto liberty della Wolfsoniana per documentare la versatilità creativa dell’artista. Il Museo dell’Accademia Ligustica, pur conservando splendide tele di artisti della “Scuola dei Grigi”, non possiede dipinti di Issel. La disponibilità di Anna Adele De Angelis, una delle ultime eredi dell’artista per una via tutta al femminile, di offrire in comodato la raccolta del trisnonno Alberto a lei rimasta tra Roma e Milano, dopo averne sostenuto anche l’onere del restauro, è un atto di generosità culturale verso Genova e i suoi musei. Una raccolta di famiglia messa in salvo in un convento di monache nel 1943, quando i bisnonni di Anna Adele, Luisa Issel, figlia del pittore, e suo marito Gustavo Lusena, celebre chirurgo attivo a Genova, ripararono in Svizzera per sfuggire alle leggi razziali. GAM e Museo dell’Accademia hanno diviso le 40 opere, e nel loro allestimento hanno inserito come concreta memoria, le targhe in vetro del negozio Issel donate al museo di Nervi nel 2014 dalla famiglia Mosetti Casaretto, proprietaria dell’immobile. Tra “stile medievale” e “stile orientale”: Alberto Issel e la “Sala Turca” per il capitano Enrico D’Albertis Alberto Issel, la sua arte, gli amici pittori Attratto dalle novità della pittura di macchia, nel 1867 Issel si trasferì a Firenze dove seguì le lezioni “dal vero” di Karl Markò e conobbe l’opera di Fattori condividendo soggetti militari e gusto per piccole tele di taglio orizzontale. Tornato a Genova, con Avendaño, D’Andrade, Musso, aderì alla “Scuola dei Grigi” guidata da Tammar Luxoro, fondata sull’interesse per il vero e per la sua restituzione “emozionale” e, intorno al 1870, a Roma, conobbe da vicino la pittura smaltata di Mariano Fortuny. All’intenso periodo di lavoro tra Genova, la Riviera Ligure, le rive della Bormida e Rivara nel Canavese, si riferiscono molti dipinti del comodato che attestano pure la presenza dell’artista alle mostre della genovese Società Promotrice di Belle Arti tra il 1872 e il 1880, fissando un arco di attività dal 1870 al 1916. Colpito nel 1880 da una grave malattia agli occhi, smise, ma non del tutto, di dipingere, per rivolgersi alle arti decorative esordendo alla mostra del 1884 nel Borgo del Valentino a Torino con la “bottega del vasaio”, di cui il Museo dell’Accademia conserva alcune ceramiche. Nel 1892, aprì a Genova, in via Roma, un negozio “d’arte industriale” e un laboratorio per la fabbricazione di mobili e partecipò all’Esposizione colombiana con arredi eclettici tra neorococò ed esotismi. L’Esposizione torinese del 1902 segnò, invece, la sua svolta verso il liberty e il suo ingresso a importanti esposizioni italiane ed estere. Una produzione ispirata con misura a modelli europei, arricchita da elementi naturalistici nei quali riemergono la sua ricerca en plein air e il suo pieno inserimento nel mondo artistico del suo tempo, evidente nella raccolta De Angelis per la presenza di opere degli amici Nicolò Barabino, Santo Bertelli, Giuseppe Pennasilico, Plinio Nomellini, Federico Maragliano. Il salotto turco, allestito dal Capitano E.A. D’Albertis, come altri salotti orientaleggianti europei e nordamericani, esprime il fascino per l’esotico di fine Ottocento. Si tratta di una rievocazione romantica di un mondo nomadico medio-orientale che affascinava l’Occidente dell’epoca. Il soffitto ricoperto da tende a vela da cui pendono lampade e lampadari in ottone, i trofei di armi indiane e persiane, l’arredo contaminato da cineserie e oggetti africani sono in parte originali ed in parte abilmente immaginati e ricostruiti dal Capitano, secondo la moda orientalista, in cui il vero e la copia si trovano fianco a fianco, senza voler pretendere o fingere l’assoluta veridicità e purezza, ma facendosi anzi un vezzo delle ibridazioni che costituiscono un intrigante contrappunto tra loro. Per dar forma a questo mondo fantasmagorico, che gli si è palesato già nel 1869 in occasione dell’inaugurazione del Canale di Suez, Enrico D’Albertis si rivolge ad Alberto Issel, commissionandogli, tra il 1891 e il 1892, arredi lignei, teli, paraventi e mattonelle. Il salotto turco, come tutto il castello in continuo bilico tra neogotico ed esotico, diventa così lo spazio in cui si sbizzarrisce nella riproduzione dell’immagine occidentale di un mondo lontano e sconosciuto, una composizione che suggerisce una appropriazione dell’alterità per poterne godere “a salve”, senza mirare alla verosimiglianza della sua rappresentazione. COMUNE DI GENOVA Assessorato alla Cultura e Turismo Direzione Cultura-Settore Musei e Biblioteche tra ne dit er Ge li” ip ria ust nd ti i ti I pin Castello D’Albertis- Museo delle Culture del Mondo Corso Dogali 18, 16136 Genova www.museidigenova.it ingresso € 6, ridotto € 4,50 A cura di Maria Flora Giubilei e Giulio Sommariva r “A Di Galleria d’Arte Moderna di Genova Villa Saluzzo Serra - Via Capolungo 3, Genova www.museidigenova.it ingresso € 6, ridotto € 5 Quattro generazioni della famiglia Issel al femminile, evocate in questa fotografia d’epoca, hanno conservato una collezione di opere che consente oggi un nuovo e intrigante percorso museale, tra dipinti, disegni, ceramiche e arredi firmati da uno dei più importanti artisti della “Scuola dei Grigi”. Prendendo l’avvio dall’importante nucleo di dipinti e grafica di Alberto Issel, concesso in comodato da Anna Adele De Angelis, un’ erede dell’artista, alla Galleria d’Arte Moderna e al Museo dell’Accademia Ligustica, l’itinerario approda nella scenografica “Sala Turca” del Castello, con alcuni mobili commissionati all’artista dal Capitano Enrico D’Albertis. Una visita arricchita da opere di Nicolò Barabino, Santo Bertelli, Giuseppe Pennasilico, Plinio Nomellini e Federico Maragliano, preziosi documenti delle amicizie artistiche di Issel ancora conservati in una parte della sua raccolta. ae tur pit in collaborazione con Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti Largo Pertini 4, Genova www.accademialigustica.it ingresso € 5, ridotto € 3 l sse oI ert Alb ACCADEMIA LIGUSTICA DI BELLE ARTI no va ( 18 Info e prenotazioni: Tel. 010 3726025 Galleria d’Arte Moderna di Genova [email protected] 70 –1 91 6) Galleria d’Arte Moderna Museo Accademia Ligustica di Belle Arti con Castello D’Albertis Museo delle Culture del Mondo Accademia Ligustica di Belle Art i dal 20 febbraio 2016