Intervento di Emanuele Guidi - Agenda 21

Transcript

Intervento di Emanuele Guidi - Agenda 21
ͣ
TURISMO SOSTE
IBILE
Sino agli inizi del secolo scorso il turismo era un fenomeno elitario, interessava solo alcune classi
culturalmente ed economicamente più dotate, ed in questa realtà si è affermata la presenza turistica di San
Marino.
Negli ultimi 50 anni invece si è trasformato in un fenomeno di massa.
Ogni anno il turismo sposta fuori dai propri confini 600-700 milioni di persone.
I turisti stranieri in Italia sono circa 30 milioni.
Anche a San Marino i flussi sono considerevolmente aumentati passando dai 300.000 visitatori del
1952 ai quasi 2.600.000 del 1973, fino a diventare 3.300.000 nei primi anni ’90.
L’impatto di questi flussi si riflette sull’ambiente con: inquinamento dell’aria dovuto al traffico,
inquinamento dell’acqua per gli scarichi civili, inquinamento del suolo per i rifiuti solidi e liquidi,
consumo di risorse (acqua e combustibili), sviluppo edilizio per infrastrutture e servizi, modificazione
degli habitat naturali, scarsa considerazione ed omologazione dell’identità culturale locale.
I flussi possono inquinare non solo l’ambiente, ma anche modificare e peggiorare i luoghi e la
qualità di vita delle popolazioni locali. Il turismo unito ad uno sviluppo economico ed urbanistico
selvaggio può cancellare i luoghi e la loro identità.
Ad esempio San Marino è collocato nei pressi del quadrilatero Bologna-Verona-Venezia-Rimini,
denominato anche “distretto del piacere”, costituito da un sistema produttivo e di una rete di divertimento
fatta di alberghi, discoteche e parchi tematici che da lavoro stagionalmente a 150.000 addetti.
Se osserviamo lo sviluppo urbanistico di quest’areale ci rendiamo conto che ormai le città non
sono più definte, non hanno più confini, si confondono in un aggregato indistinto. Molte città sono
decontestualizzate, ed in particolare i loro centri storici rischiano di assomigliare sempre più a dei centri
commerciali, a tante Disneyland.
Il rischio è che l’intera città sia trasformata in un bene di consumo, quindi non esistono più
abitanti, ed una città senza abitanti rischia di morire in quanto tale.
Il turismo può contribuire a derealizzare la realtà stessa.
Anche San Marino sta correndo questo rischio, cioè di divenire una città-cartolina, cioè
inanimata, non vissuta, che esiste solo per essere vista dai turisti.
诲盬盬盬 盲 盲
Quindi il turismo di massa se da un lato può offrire sviluppo e benessere economico, dall’altro
rischia di modificare la lo stile e la qualità della vita dei residenti. Questo è importante valutarlo
attentamente prima che sia troppo tardi, onde scongiurarne le conseguenze.
Il turismo di massa poi sta cambiando, oddi è sempre più mordi e fuggi, cioè le permanenze sono
più brevi, con la conseguenza che diminuiscono i benefici economici e sociali ed aumentano gli impatti
indesiderati: inquinamento, congestione del traffico, scadimento della qualità della vita nelle città.
Tale forma di turismo, poi, sta evidenziando sempre maggiori segnali di crisi, sia in termini di
presenze che come capacità di contribuire all’economia locale.
Gli ultimi dati contenuti nel rapporto McKinsey evidenziano come i flussi turistici a San Marino
dal 1995 al 2006 siano diminuiti del 16% (2.538.000 > 2.136.000), negli ultimi 5 anni soprattutto si sono
ridotti gli arrivi di pullman del 22% e sono invece aumentate le auto del 3%.
Ancora più significativi sono i dati sulle permanenze, i visitatori che pernottano almeno una
notte a San Marino sono solo il 2,5%, rispetto al 23% del Principato di Monaco ed al 28% di Andorra,
per gli altri la sosta media si aggira intorno ai 150 minuti e la loro spesa ammonta a 22€ circa.
Questi in sintesi sono i dati della crisi che sta attraversando il comparto turistico sammarinese, e
che gli operatori stanno denunciando già da qualche anno.
Ora invece che intraprendere una battaglia sui dati, come spesso si è assistito, pensiamo sia più
produttivo ragionare su che strada si vuol intraprendere per affrontare il problema, o San Marino decide di
1
entrare a far parte a tutti gli effetti del distretto del piacere, quindi massimizza i suoi sforzi per attirare il
turismo del mordi e fuggi cercando di supplire alla basso valore aggiunto con l’aumento dei flussi, quindi
una scelta eminentemente quantitativa che, però, porta le conseguenze sull’ambiente e sul territorio che
prima abbiamo avuto modo di esaminare, oppure ha il coraggio di intraprendere un percorso qualitativo.
La scelta qualitativa potrebbe anche chiamarsi turismo sostenibile: cioè un turismo attento alla
identità dei luoghi, alla conservazione dell’ambiente, al benessere della popolazione locale. Questo
tipologia di turismo sta incontrando sempre più interesse, soprattutto presso un targhet medio-alto,
composto da persone acculturate e che vivono la vacanza come esperienza da vivere e ricordare, che
consenta loro di entrare in contatto con l’ambiente, la storia, la cultura, le tradizioni ed i prodotti tipici
del luogo, quindi un turismo stanziale con minor impatto ambientale e maggior apporto economico.
Oggi nel mondo il turismo tradizionale vale il 10% del PIL e cresce del 5% all’anno, mentre il
turismo verde/sostenibile sta lievitando del 20% all’anno, quindi entro 5 anni la torta ecosturistica
potrebbe occupare il 25% del mercato planetario per un valore di circa 480 miliardi di dollari.
La sfida per riuscire ad intercettare questo turismo quindi è recuperare e valorizzare la
propria identità, una persona acculturata non è disponibile a visitare una realtà finta, che cerca di
scimmiottare qualcos’altro, perché a quel punto decide di andare a visitare l’originale. (San Marino non
può scimmiottare Monte Carlo)
Quindi è necessario che San Marino sappia ripensare il proprio sviluppo e la propria offerta in
termini di sostenibilità:
Occorre che chi visita San Marino non visiti una città-cartolina, ma un luogo ricco di storia, che
possa conoscere le sue tradizioni istituzionali e culturali;
Occorre che la visita a San Marino non si limiti solo al centro storico, ma consenta di conoscere e
fare esperienza del suo patrimonio paesaggistico, territoriale e naturalistico, attraverso lo sviluppo
di una rete di parchi e di percorsi;
Occorre che lo sviluppo urbanistico ed infrastrutturale non deformi l’identità del territorio
sammarinese, anzi vi siano degli interventi che cerchino di recuperarla mitigando l’impatto
edilizio e delle infrastrutture viarie e di sosta;
Occorre che l’artigianato locale recuperi la sua tradizione di qualità.
Occorre ancora che l’agricoltura non persegua una produzione eminentemente quantitativa ed
indifferenziata, che spesso con una meccanizzazione troppo spinta ha finito per cancellare alcuni
tratti caratteristici del paesaggio sammarinese, ma recuperi un ruolo di riedificazione
dell’ambiente naturale, di ospitalità nella natura, di offerta di prodotti tipici.
Come si vede occorre il concorso di tutti per il rilancio del turismo sammarinese.
Questo ripensamento per un microstato come San Marino probabilmente non è solo fondamentale,
ma può risultare vitale, perché in quest’epoca di globalizzazione è forte la tendenza all’omologazione ed
alla cancellazione delle identità culturali.
Tutti i microstati europei, forti delle loro radici secolari e del loro status consolidato, hanno
una identità molto forte, alimentata dall’orgoglio della propria storia e delle proprie radici, dalle
conquiste di civiltà e democrazia, dalle opere dell’ingegno e dell’arte, dalla conservazione delle proprie
tradizioni e del proprio territorio.
Se il popolo sammarinese finisse per perdere questa identità, certamente non ci sarebbe solo il
rischio del tracollo turistico, ma probabilmente sarebbe la Repubblica stessa che rischierebbe di
dissolversi.
Questo workshop vuole essere un contributo a riscoprire la ns identità di sammarinesi, che ha nel
suo D
A l’ospitalità, che però nel terzo millennio deve declinarsi tra esigenze di modernità e necessità di
autenticità.
Quindi da un lato come Coordinamento Agenda 21 abbiamo pensato questo incontro insieme agli
amici di Agenda 21 locale della Provincia di Rimini e della Comunità Alta Valmarecchia, perché
storicamente San Marino è sempre stato un luogo di mezzo, appunto tra Romagna e Marche, in quanto
luogo di passaggio, di scambi e di ospitalità.
2
Poi anche perché le sensibilità, che prima ho esposto, sono sicuro che le condividono anche le loro
comunità, tant’è vero che hanno già messo in atto esperienze che vanno in questa direzione.
Infine la finalità di Agenda 21 è quella di sviluppare la partecipazione ed il dialogo, quindi la
prima cosa che ci siamo proposti di fare è quella di mettere attorno ad un tavolo i responsabili
dell’Amministrazione Pubblica ed i diversi portatori di interessi (associazioni di categoria e cittadini),
affinché attraverso un percorso fatto di ascolto, di dialogo, di diagnosi della situazione possano scaturire
degli ambiti di elaborazione partecipata delle risposte da dare e delle azioni da intraprendere,
ciascuno nel proprio ambito di responsabilità, ma in maniera condivisa e solidale.
1. Osservatorio della sostenibilità a San Marino: premiare le buone pratiche (acquisti verdi,
Hotel sostenibili, ecc.)
2. Laboratorio zonale per la crescita dell’ecoturismo, valutare le possibili sinergie
(workshop tematici: agriturismo, turismo natura, ippoturismo, cicloturismo, poditurismo,
percorsi eno-gastronomici, percorsi storici, iniziative culturali, ecc.)
3