Untitled - Rizzoli Libri
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Te st i K ik i T h orp e Illustrazioni J a na Ch risty Traduzione Ma u ra Nalini Per Sienna e Audrey Kiki Thorpe Per Johnny Jana Christy © Disney 2015 Pubblicato da RCS Libri S.p.A., Milano, su licenza Disney Prima edizione Fabbri Editori: gennaio 2015 ISBN 978-88-451-9993-6 Titolo dell’opera originale: Wedding Wings © 2015 Disney Enterprises, Inc. All rights reserved. Pubblicato nel 2014 da Random House L’ I s o l a - c h e - n o n - c’ è Molto lontano dal mondo che conosciamo, nei remoti mari dei sogni, emerge un’isola chiamata Isola-che-nonc’è. È un posto traboccante di magia, dove le sirene cantano, le fate giocano e i bambini non crescono mai. Ogni giorno è un’avventura diversa, e tutto è possibile. Ci sono due modi per raggiungere l’Isola-che-non-c’è. Uno è trovare l’isola da soli, l’altro è farsi trovare da lei. Per trovarla da soli ci vuole una buona dose di fortuna e un pizzico di polvere di fata. E, comunque, si trova l’isola solo se lei vuole essere trovata. Una volta ogni tanto, l’Isola-che-non-c’è si avvicina al nostro mondo, tanto che si può sentire la risata di una fata. E una volta ogni tantissimo, l’Isola-che-non-c’è apre le sue porte a pochi fortunati. Se credi nella magia e nelle fate con tutto il tuo cuore, potrebbe accaderti qualcosa di straordinario. Se d’un tratto senti un suono di campanelli, o un soffio di brezza marina anche se il mare è lontano, fai attenzione: l’Isolache-non-c’è potrebbe essere vicinissima. Potresti trovarti laggiù in un battito di ciglia. Un giorno, quattro ragazzine speciali sono arrivate sull’Isola-che-non-c’è proprio in questo modo. Questa è la loro storia. Capitolo 1 Gabby Vasquez salì le scale di corsa per andare in camera sua. Aveva delle novità, novità troppo eccitanti per tenerle solo per sé. Doveva assolutamente dirlo a qualcuno! Gabby corse all’armadio della sua stanza. Spalancò l’anta e gridò: «Indovinate che cosa succede?». Entrò, chiudendosi la porta alle spalle. L’armadio era buio, ma era un buio amichevole. 9 Poteva sentire il dolce profumo dei fiori d’arancio e udire l’acqua gocciolare sulle rocce. Gabby avanzò con cautela. Presto vide una pozza di luce. Un istante dopo, uscì sotto il sole della Radura Incantata. Hop! Hop! Hop! Saltando sulle rocce affioranti, Gabby attraversò il Rio Scorriscendi. Aggirò due cespugli di rose selvatiche sulla sponda opposta. Le ali del suo costume da fata si impigliarono in una spina. Subito Gabby controllò che la stoffa non si fosse strappata. Poi riprese la sua corsa, incespicando per la fretta. Dopo aver superato una piccola salita, vide la Casa Albero, il grande acero dove vivevano e lavoravano le fate dell’Isola-che-non-c’è. Il loro bagliore dorato filtrava tra le foglie: sembrava che i rami fossero ricoperti di stelle. «Trilli! Prilla! Amiche! Indovinate un po’?» gridò Gabby correndo verso l’albero. 10 Su uno dei rami più alti Bess, la fata artista, alzò gli occhi dal suo dipinto. Prilla, la fata con il talento di far battere le mani ai bambini, si svegliò di colpo dal pisolino dentro un comodo bocciolo di magnolia. Trilli, la fata tuttofare, si affacciò dal suo laboratorio a forma di teiera. Rosetta, la fata giardiniera, mise giù l’innaffiatoio fatto con una zucca minuscola. E Dulcie, la fata pasticcera, si spazzolò la farina dalle mani. Volarono tutte nel cortile. «Che succede?» chiese Prilla quando Gabby le raggiunse senza fiato. «Ci sarà un matrimonio» annunciò Gabby saltellando per l’eccitazione. «E io sarò la star!» «Un matrimonio? Come mai nessuno me l’ha detto?» sbottò Dulcie, torcendo il grembiule. «Non ho preparato nulla!» «Non qui, sciocchina» disse Gabby. «A casa. 11