Apri il Pdf - Fondazione Sotto i Venti
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SOTTO I VENTI LUNEDÌ 25 FEBBRAIO 2008 Onorevoli marmotte Speriamo che sia femminista Stranieri: i soliti ignoti Ok, il Mister è giusto Munnezza connection PASQUINO A PAGINA 4 ARMENI A PAGINA 5 JEBREAL A PAGINA 5 LIROSI A PAGINA 5 GIULIANI A PAGINA 6 L'attualità di Euridice LIDIA GATTINI È successo anche a noi: sia- mo stati contagiati dal virus degli anniversari che spesso servono soltanto a riempire le pagine di quei giornali a corto di idee. Ebbene sì. Anche su Sotto i Venti parliamo di Sessantotto ma, ve lo prometto, non vi riproporremo la solita carrellata di protagonisti bolsi e un po’ ingrigiti (magari vostri amici o colleghi). Proviamo invece a dare la parola ai ventenni di oggi che si confrontano con i giovani di allora - padri, docenti, a volte nonni - e, nel nostro forum, si chiedono "Cosa resta?" o, più semplicemente "Perché parlarne?". La risposta è stata sorprendentemente entusiasta e articolata. Si va dalla cultura, all’arte, al cinema (Caterina), ai sogni, alle aspettative (Roberto) alle critiche sulla distruzione di valori non seguita da una ricostruzione (Francesca). Stupisce l’assenza di riferimenti alla rivoluzione sessuale - data per scontata - e all’emancipazione femminile. L’elemento comune a quasi tutti gli interventi è comunque il contrasto tra il mondo di oggi che sembra pervaso di nichilismo e la speranza per un futuro diverso propria dei giovani sessantottini, contrapposta all’attuale sfiducia. Bella scoperta, direte voi. E qui si inserisce il j’accuse di Matteo, sintetizzato nel nostro titolo. "A volte litighiamo, con gli alunni - mi ha riferito un’insegnante - perché dicono: Beati voi che avevate gli ideali. Avvertono qualcosa che gli manca e quasi ce ne incolpano". Sono ragazzi meno allegri di prima? Può darsi, ma certo vivono uno stato di frustrazione simile a quello degli adulti. Oggi la solitudine individuale è diventata un dato della costruzione sociale e questa sarebbe una ragione in più per rimettere in piedi movimenti collettivi di trasformazione che ridiano il gusto di partecipare, costruire e inventare. Quella che nel Settecento veniva chiamata la felicità pubblica che si ha quando le persone si uniscono: ognuno pensa con la propria testa, ma agisce insieme agli altri. Oggi invece i giovani stanno molto per conto loro, davanti agli schermi di tv e computer - e noi pure. E in Italia che succede? Arriva l’antidoto Famiglia come Valore Supremo, la quale sta conoscendo una fortuna che non ha precedenti. Ipocrisie, tradimenti, violenza, infelicità domestiche? Per carità, lasciamo stare. È così tranquillizzante affidarsi alle tradizioni! Forse ciò che chiederebbero alla classe dirigente di oggi, composta in gran parte dagli artefici del Sessantotto, è quella che Erri De Luca descrive come l’attualità di Euridice; l’attualità di chi cerca e trova "dike", giustizia. E, quindi, la non accettazione del finto "realismo" della politica, del finto e ormai improponibile vecchio schema di rapporti familiari: lo scarto fra parole e fatti al quale tragicamente sembriamo tutti assuefatti. 3 SESSANTOTTO. LA NON-RIVOLUZIONE VISTA DA UN VENTENNE DI OGGI COMUNICAZIONE Per quanto vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti E liberaci da tutti i jingle Nicolas Sarkozy,tra un’avven- Cantate con me: "A la rue! A la dienza non violenta contro la guerra rue!". Un ritornello affascinante ma in Vietnam; si bruciavano le cartoline al tempo stesso cupo, gioioso ma al di reclutamento. Nel 1966 Trento tortempo stesso carico di rabbia. Ricor- na di prepotenza nella storia d’Italia da qualcosa? Sono sicuro di sì: quan- dopo i fasti risorgimentali e dà il via do l’agenda della Storia non offre alle occupazioni universitarie, seguiniente di meglio ci si guarda indietro, ta da Milano, Roma e così via. Gli si sfogliano i vecchi calendari e si studenti chiedono cose concrete, riscova un anniversario, una ricorren- vendicazioni spicciole, ma è la prima za, qualcosa da celebrare. Lo scorso crepa in una diga. Agiscono in quananno ne erano passati trenta dal cu- to - come dicevano - "forza lavoro in po 1977, il prossimo probabilmente formazione". Una revisione ideolosinghiozzeremo per lo sbarco sulla gica in senso utopista, forse ingenuo, Luna. Quest’anno è il turma comunque devastante no del Sessantotto, scritto per l’ordine costituito. per esteso perché sì. Chissà I gruppi di studio affolPeccato quanti libri ad hoc, quanti lano le facoltà, si studiano i che poi vennero speciali televisivi andranno Grundrisse e i Quaderni in onda; magari anche una rossi, si legge il Diario in le P38 e fiction, che tutto sommato Bolivia del Che; si cova Drive in non si rifiuta a Edda Musqualcosa di enorme. Poi la solini, figurarsi ai dorati cronaca è travolgente: il anni Sessanta. Sono passamaggio francese, e allora ti quarant’anni, ma dobbiamo ancora continuons le combat, il Quartiere realizzare cosa sia successo davvero. Latino e le sue barricate; da oltreo"Lottavano così come si gioca, i ceano arrivano gli echi di Woodcuccioli del maggio; era normale: lo- stock, le orecchie di centinaia di miro avevano il tempo anche per la ga- gliaia di giovani ferite da Jimi lera", cantava Fabrizio de André. Hendrix che suona la chitarra Una lotta studentesca, universitaria e con i denti e incantate dalle quindi borghese, attuata dai figli del- melodie di Joan Baez; gli acila società bene contro ciò che loro di, i cannabinoidi, droghe di stessi sarebbero diventati. Anticapi- ogni tipo per "aprire le talista, attuata nel santuario e dagli percezioni"; l’amore sveeredi del capitalismo. Antiamerica- stito del talare e riconsena, ispirata dagli antiamericani d’A- gnato al talamo, affrancato merica. Contro la rigidità e le chiusu- dalle mille ipoteche morali re di una mentalità ancora preindu- di cui i secoli lo avevano striale nei suoi comportamenti, ma sommerso. capace di altrettanto settarismo e alMusica, grida, cortei, trettante esclusioni. Una lotta totale, botte, libri, manifesti, vocontro qualsiasi istinto di autocon- lantini, fogli, lenservazione; la creazione di una nuova zuola. Queumanità, libera dai tabù e dallo sfrut- sto è stato tamento. Rivoluzione. Non siete con- il Sessanvinti? Allora ditemi: che cos’è una ri- totto per il voluzione, se non la distruzione trau- mondo. Si matica di un sistema di potere e la mette in sua sostituzione con un altro? dubbio l’inDurante gli anni Sessanta tutte le tera macchina sociale. certezze del dopoguerra si erano an- "Mi han detto che date sgretolando: il riformismo del questa mia generazione ormai non primo centro-sinistra passava nuova- crede in ciò che spesso han maschemente la mano ad una Democrazia rato con la fede nei miti eterni della cristiana da tempo adagiatasi sugli Patria o dell’eroe, perché è venuto allori del ’Fattore K’; il boom si are- ormai il momento di negare tutto ciò nava, e ’congiuntura’ diventava una che è falsità". Francesco Guccini riuparola fin troppo conosciuta. Intanto scì a catturare nella sua Dio è morto un intero mondo si stava aprendo al l’essenza stessa di quegli anni: un’indi fuori dei pranzi della domenica. Il tera generazione che vuole scrivere Village di New York, Londra, le pri- da sé il proprio futuro. me droghe, Berkeley. Nel triennio 1966-69 l’Italia è scosArriva l’eco delle proteste nell’a- sa dal movimento studentesco, moviteneo californiano, forme di disobbe- mento generazionale e non di classe: i Il Sessantotto italiano comin- cia molto prima di Valle Giulia, ma la società non se ne accorse; quando poi un giornalino scolastico osò farglielo notare, la reazione fu tremenda: un processo per corruzione di minore a mezzo stampa e stampa clandestina. Spesso chi scrive la storia nemmeno se ne accorge. Marco De Poli nel febbraio del 1966 dirigeva "La Zanzara", il giornale scolastico del Liceo Ginnasio "Parini" di Milano, una testata carica di tradizione: il primo numero uscì nel 1945, all'indomani della Liberazione. «La pubblicazione di giornali scolastici - ricorda De Poli - era autorizzata da una circolare del 1954 scritta dal ministro Martino, sotto il controllo dei presidi, anche perché gli studenti di un liceo all'epoca erano tutti minorenni. I giornali interni erano l'unico strumento di dibattito in mano a noi ragazzi,e "La Zanzara" era uno dei migliori: trattava- giovani ascoltano la stessa musica, Sessantotto ha perso il controllo di hanno gli stessi passatempi e gli stessi sé, si è dato alla testa. Non parlo, si interessi, gli stessi timori e le stesse badi bene, della follia collettiva degli aspirazioni; a tutelare gli interessi dei anni di piombo, ma dei malintesi sui proletari sono i borghesi delle univer- diritti del lavoratore dipendente sità rampognati da Pasolini. Il Partito specialmente di quello pubblico - e comunista è ormai imborghesito e cor- del presunto obbligo dei docenti di rotto da due decenni di attività istitu- ’capire’ i propri alunni; un dissennazionale, va superato. to permissivismo su tutto, in nome All’Internazionale si preferisce dell’autodeterminazione e della liContessa di Paolo Pietrangeli, o maga- bertà dell’individuo. ri la successiva ed esotica El pueblo Il Sessantotto travolse la famiglia unido degli Inti Illimani. Il movimento tradizionale, quella dei pizzi a tomtrova la propria koinè nelle bolo e dei vestiti da pomearti, dalla musica al cinema, riggio; sconvolse la moraalla letteratura. È un perioIl vero problema le, relegando alle barzeldo di formidabili avanguarlette e al cinema cortegdi oggi die, di sperimentazioni, di giamenti lunghissimi ed svecchiamento. È anche un estenuanti trattative con è non ricevere periodo di violenza, ma anbaffuti genitori gelosi. Al valori cora ingenua, un gioco apposto di tutto questo, però, punto, come diceva de Annon è stato in grado di codré. struire nulla. Ecco il proAlle azioni di quei cuccioli del blema: le generazioni successive. Un maggio seguì la rivoluzione italiana, conto è ricevere dei valori e rifiutarsilente ma perfettamente riuscita, li, un altro non riceverne affatto. tanto che la nostra classe diriAlla sacrosantità dell’autorità cogente è composta in stituita non è seguito nulla, se non massima parte da sberleffo o prevaricazione; alle consuoi artefici. E, se vo- venzioni sociali è seguita la maledugliamo, il successo è cazione esibita come spregiudicatezdovuto all’incompiu- za, alle reti familiari l’individualismo. tezza: a diffe- È ovvio che nessuno abbia un cattivo renza dei rivol- ricordo del periodo, portatore di tosi parigini, istanze di rinnovamento e uguagliancolti in "fla- za, latore di grandi novità per il Paegranza di rivolu- se. Peccato che poi fu seguito nell’orzione" e quindi dine dalle P38 e da Drive in. travolti dal ri"Ma penso che questa mia geneflusso di razione è preparata a un mondo nuovo, a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi, perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni, poi risorge […] Nel mondo che faremo Dio è risorto", conclude Guccini. La canzone arriva al termine dei suoi concerti, subito prima dell’altro cavallo di battaglia, La locomotiva; il pubblico scatta in piedi, i più alzano il pugno chiuso e cantano. Tanti sono di mezPompidou, i za età, figli del boom. Questa canzonostri sessantottini hanno potuto ne era dedicata a loro, ma stiamo angiovarsi di una politica immobile e cora aspettando l’alba del terzo giorscreditata e farsi scudo con il ben più no, mentre in tanti hanno smesso di minaccioso Autunno caldo del 1969. vegliare il cadavere di Utopia e si soQuanto costruito in quei tre anni non no reinventati come membri rispetfinisce perché sconfitto, ma perché tabili della società che quarant’anni desideroso di assumere nuove forme fa distrussero, per poi ritrarsi nelpiù congeniali al proprio scopo. l’ombra. Restano gli strascichi di questo MATTEO MARCHETTI movimento, le conseguenze sul futu20 ANNI, ROMA ro del Paese. Non è un mistero: il GENERAZIONI A CONFRONTO. COLLOQUIO CON MARCO DE POLI Il ’68 nel ’66: la zanzara che partorì la montagna mo tutti gli argomenti, dalla famiglia, alla guerra, alla pace». La redazione funzionava esattamente come nei maggiori quotidiani, un giornale di tipo anglosassone, con i ragazzi dell'ultimo anno a cooptare quelli dei primi. «Il nostro era un giornale scolastico come tanti: sopravviveva grazie alle vendite circa 800 copie a numero - ma soprattutto grazie alle inserzioni pubblicitarie pagate dai genitori;il nostro era un liceo frequentato da molti rampolli dell'industria milanese, ma era una borghesia "buona",quasi illuminata,di idee progressiste». Certo, però, se tutti fossero stati così progressisti il polverone scatenatovi contro non ci sarebbe stato. «Gli attriti c'erano, ma erano con una com- ponente assolutamente minoritaria come Gioventù Studentesca, antesignana di Comunione e Liberazione: circa un centinaio su quasi mille studenti,mentre la nostra, l'Associazione studenti pariniani di cui "La Zanzara" era organo ufficiale, era molto più grande e meno marcata ideologicamente. Le associazioni erano un embrione di democrazia all'interno della scuola di prima dei decreti delegati». Pietra dello scandalo fu un'inchiesta dal titolo "Che cosa pensano le ragazze d'oggi?", intervista a tutto tondo su scuola, famiglia, costume a nove ragazze del liceo. «Distribuimmo un questionario in tutto il "Parini", poi selezionammo quelle persone che secondo noi avevano dato le ri- sposte più interessanti e le intervistammo, ma non era un'inchiesta sul sesso, non pretendeva di avere validità statistica né tanto meno era così scandalosa o pornografica come si disse in seguito. Arrivammo al processo perché i genitori di alcuni studenti di Gs presentarono un esposto alla procura della Repubblica.Questo si inseriva nelle azioni tipiche di quell'associazione, contraria al dibattito tra gli studenti e convinta che la formazione dovesse avvenire all'interno della famiglia o tutt'al più della scuola confessionale». Il processo si apre subito con un evento paradossale:i tre autori dell'inchiesta - Marco Sassano, Marco De Poli e Claudia Beltramo Ceppi - vengono sottoposti a visita fisiopsichica per accertarne la capacità di intendere e volere; la ragazza rifiuta, i ragazzi vengono subissati di domande per individuare eventuali segnali di depravazione sessuale. «Fummo ingenui: Claudia rifiutò, e il presidente del tribunale respinse il ricorso della Procura, giudicando incostituzionale la legge che istituiva quella visita,non per nulla inserita nel codice Rocco. Non credo sia più stata utilizzata dopo quel giorno». Al processo arrivano anche il preside e la tipografa. «Il preside era un dantista, un vero liberale. Ci protesse sempre. L'accusa alla tipografia per stampa clandestina, invece, era una minaccia alla sopravvivenza stessa dei giornali scolastici: se ci avessero condannato avrebbero chiuso tutti». tura da rotocalco e l’altra, ha anche trovato il tempo di lanciare una proposta che è risultata particolarmente gradita al corpo elettorale francese:soppressione totale degli spot sui canali pubblici. L’idea di Monsieur le President ha suscitato però anche qualche reazione negativa tra i dipendenti di radio e tv pubbliche che hanno scelto di protestare contro quello che è stato definito un vero e proprio colpo di mano: quali, infatti,potranno essere gli effetti derivanti dalla perdita di 1,2 miliardi di euro di introiti pubblicitari è ancora da stabilire. Sarkozy ha sottolineato come l’iniziativa avrà conseguenze economiche soprattutto sul borsellino dei contribuenti,che in cambio della liberazione da jingle e slogan pubblicitari dovranno essere disposti a un supplemento fiscale. La notizia, subito rimbalzata oltralpe, non ha però suscitato una grande eco, forse a causa dei capovolgimenti politici che nel nostro Paese si sono susseguiti nelle ultime settimane e che rubano giorno dopo giorno tutte le prime pagine. La proposta del Presidente francese è stata comunque accolta da un sommesso mugolio di approvazione, misto a qualche imbarazzo derivante dal timore che noi cittadini italiani ci accorgessimo che il canone lo paghiamo già, pur continuando a subire l’incessante martellamento degli spot. "Si può fare anche qui. Forse":questo il succo delle dichiarazioni delle varie autorità, poco propense alle promesse, ma timorose di apparire da meno dell’affascinante Nicolas; nell’attesa, è essenziale che i contribuenti sostengano la televisione pubblica pagando il canone, come è stato ricordato nel corso dei vari programmi circa un mese fa. Tuttavia,sembra evidente che "a chi di dovere" sfugge un dettaglio: i contribuenti pagherebbero il canone,se non con un sorriso,almeno senza tante invettive, se ad essere assicurata fosse la qualità di quello che s’insinua tra uno spot e l’altro. I programmi, intendo. MARINA MARCHESE 19 ANNI, MILANO Il processo si conclude in un mese con l'assoluzione di tutti gli imputati e un'ammenda pecuniaria alla tipografa per non aver depositato delle copie in procura. «Il caso sfuggì di mano a tutti, al di là di ciò che era non dico prevedibile ma sensato.In un certo senso fu un'anticipazione del Sessantotto: non perché volessimo creare un movimento di massa, ma perché di fatto mettere in discussione certi assetti portò ad una mobilitazione trasversale. Noi non fummo portatori delle nostre istanze ma piuttosto portati da esse». Rileggendo l'editoriale di presentazione,si nota che lei credeva più in un cambiamento a partire dall'educazione che non in un progresso sociale che sopravanzasse le regole e la pubblica morale. La storia le ha dato torto… «Sì, ma tenga conto che avevo diciotto anni». MAT. M. 4 SOTTO I VENTI onna, nera e comunista:Angela Davis le ha quasi tutte, mancano solo l’appartenenza alla comunità ebraica e magari un’omosessualità latente. "She is a sweet black angel, not a sweet black slave" cantavano di lei i Rolling Stones in una non proprio celeberrima canzone, e la sua storia, raccontata nella nuova edizione di Autobiografia di una rivoluzionaria (Minimumfax, la prima edizio- D LUNEDÌ 25 FEBBRAIO 2008 ne italiana è del 1975 con Garzanti), è una di quelle che, una volta ascoltate o lette, obbligatoriamente concorrono alla profonda formazione di una persona, al modellamento della sua coscienza. Angela Davis è un esempio, una testimonianza di profonda devozione agli ideali e alla propria morale. Radicalità e intransigenza di giudizio verso il mondo, gli altri e se stessi. Autobiografia di una rivoluzionaria certamente merita di trovare un posto libero (valgono anche le doppie file!) sugli scaffali delle vostre librerie. Certamente merita di avere l’opportunità di raccontare la sua verità e di farvi conoscere la più recente storia americana, che non è solo quella della Coca-Cola e delle luci al neon, dei Kennedy e delle Marilyn Monroe, ma che è anche quella dei negozi per soli bianchi e delle scuole speciali per i "negri", dei ghetti e delle leggi razziali, delle discriminazioni e delle ingiustizie sociali. La testimonianza della Davis è un libro importante, imponente per mole e contenuti, che però riesce comunque a farsi leggere grazie alla vivacità della narrazione a due registri: quello cinematografico per le splendide pagine dei capitoli dedicati alla parte più nota della vita della donna, la latitanza, l’incarcerazione e i processi pubblici; e quello puramente saggistico delle pagine didascaliche, dei resoconti degli studi, della formazione culturale, delle lotte nei movimenti, dell’avvicinamento all’ideologia e al partito comunista americano. Simbolo della battaglia per l’emancipazione dei neri americani, la Davis è nata e cresciuta nelle tristi periferie dell’impero stelle e strisce. Poi gli studi di filosofia, le lezioni di Herbert Marcuse e le esperienze di preparazione all’estero, con gli scambi universitari. Come tutte le personalità radicali, dal carattere esplicito e FORUM. SETTE REDATTORI A CONFRONTO SULL'EREDITÀ DEL SESSANTOTTO Carosello e Pop art CATERINA MASCOLO 18 ANNI, ROMA Il Sessantotto evoca in prima battuta cortei,manifestazioni,proteste.Come non ricordare la Primavera di Praga, la rivoluzione culturale in Cina,l’assassinio di Martin Luther King? Episodi decisivi, nodali; movimenti che segnarono profondamente la storia moderna. In Italia la sconfitta dei socialisti,mentre si estendevano le agitazioni studentesche. In Francia lo sciopero generale ed il trionfo del partito gaullista.In Cecoslovacchia l’intervento delle truppe ed il conseguente freno all’esperimento riformatore di Dubcev. La grande offensiva vietcong nel Vietnam del Sud. Cosa accadde però nel mondo del cinema, dello spettacolo, dell’arte? La televisione,ad esempio,era ancora in bianco e nero.Raiuno era nota come "Programma Nazionale", Raidue come "Secondo Canale". La pubblicità? Solo con Carosello, tra le 20.50 e le 21.00. Pippo Baudo condusse per la prima volta Sanremo, edizione vinta da Sergio Endrigo e Roberto Carlos.La canzone più applaudita? Vengo anch’io no tu no di Enzo Jannacci. Eccezionale fu un video dei Beatles: Yellow Submarine divenne un cartone animato.Al festival di Venezia trionfarono Die Artisen e Laura Betti (miglior attrice per Teorema di Pasolini).A Cannes,causa contestazioni, i premi non vennero assegnati.Alcuni lungometraggi entrarono nel firmamento cinematografico: Sergio Leone presentò C’era una volta il West, Mike Nichols Il Laureato, Kubrick 2001: Odissea nello spazio. Il panorama artistico venne contaminato dalla Pop art,dall’esaltazione dell’oggetto industriale,estraniato e decontestualizzato nella composizione. Oldenburg, Warhol, Liechtenstein: ingrandimento delle immagini, rappresentazione dei divi (Marilyn e Nixon i più celebri), il mondo della mercificazione. Nei Giochi Olimpici a Città del Messico gli atleti Smith e Carlos,oro e argento nei duecento metri, durante la cerimonia di premiazione alzarono il pugno chiuso in un guanto nero, simbolo del black power. Questi sono solo alcuni degli aspetti che hanno contributo a rendere il Sessantotto "un rasoio che ha separato per sempre il passato dal presente"(Time). Un anno, mille destini ROBERTO BRETONI 17 ANNI, MONTEROTONDO (ROMA) Satira Le musiche di Joan Baez, le manifestazioni contro la guerra del Vietnam,le rivolte dei ragazzi francesi che occuparono la Sorbona,gli illustri omicidi di Bob Kennedy e Martin Luther King: è impossibile raccogliere in un articolo tutto ciò che accadde nel 1968,passato alla storia come lo spartiacque tra le due fasi del Novecento. Né ha molto senso affidarsi ad un elenco di date ed eventi per raccontare i sogni, le ambizioni, i valori, le aspettative, le contestazioni, e tutte le altre componenti che animarono la ribellione di una generazio- Venti di LA RIVOLUZIONE SECONDO UN DOLCE ANGELO NERO Che cosa resta della meglio gioventù? ne stanca dei rigidi schemi di una società in bilico tra i richiami del passato e il desiderio di guardare al futuro. Tra i tanti protagonisti di quell’anno indimenticabile,il più rappresentativo,forse, è Jan Palach, lo studente cecoslovacco che si diede fuoco per protestare contro l’invasione sovietica di Praga. Il suo gesto estremo è divenuto un simbolo degli ideali di quella stagione, caratterizzata da un diffuso spirito ribelle e da un irrefrenabile desiderio di riformare e ammodernare le istituzioni. Tuttavia, al di là della facile retorica che correda ogni anniversario, il 1968 fu anche un anno di gravi lutti e dolorose sconfitte perché,purtroppo,la società non comprese fino in fondo le pulsioni rivoluzionarie dei movimenti studenteschi. In quei dodici mesi si compirono i destini di migliaia di giovani, travolti da una passione e da una frenesia di rinnovamento cui non si assisteva dai tempi delle grandi rivoluzioni nazionali dei secoli precedenti. L’errore più grave di chi animò le proteste fu il non aver saputo controllare la situazione,facendosi travolgere dagli eventi e dalla diffusione di un movimento che si sviluppò in Francia e,in pochi mesi,dilagò in tutta Europa.Quarant’anni dopo,è opportuno esaltare lo spirito di quei giorni, nonostante sia stato sfruttato da alcune frange per giustificare la propria "degenerazione ideologica" negli anni successivi. Con le parole di Pasolini ALICE AVALLONE 22 ANNI, ASTI Recentemente ho avuto modo di leggere in biblioteca Droga e cultura, un vecchio scritto di Pasolini,mai quanto oggi attuale. È con le sue parole che vorrei raccontare la mia idea del 1968, che non ho vissuto.Un 1968 che sembrava dare la speranza di uno sviluppo (e di un futuro) diverso ai giovani di ieri. Dopo quarant’anni non è cambiato molto,nonostante il sapore di rivoluzione e trasgressione di quegli anni. Noi giovani ingenuamente ci teniamo sempre stretta la speranza che presto si rovesci il sistema, ma con meno voglia di combattere.Pasolini,nel suo scritto,parla di consumismo, di cultura, di intellettuali e anche di droga:"ci si droga per mancanza di cultura […] è chiaro che chi si droga lo fa per riempire un vuoto, un’assenza di qualcosa, che dà smarrimento e angoscia […] liberarsi da questa mancanza di cultura sembra impossibile; infatti essa proviene probabilmente da un più generale senso di paura del futuro. Mai come in questi anni (la cui previsione è divenuta scienza) il futuro è stato fonte di tanta incertezza, così simile ad un incubo indecifrabile". È uscito di recente un bellissimo saggio del filosofo Galimberti, L’ospite inquietante.Il nichilismo e i giovani,che racconta come il mondo di oggi, eredità di quel 1968, sia pervaso dall’assenza di valori e di senso. I giovani si sentono disincantati e sfiduciati,si scoprono disinteressati alla scuola,emotivamente analfabeti, inariditi dentro. Solo il mercato sembra interessarsi di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove però - avverte Galimberti - "ciò che si consuma è la loro stessa vita,che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa". (Trito e) Detrito FRANCESCA GIULIANI 19 ANNI, ROMA Cosa resta, oggi, del Sessantotto? Un’idea sfaccettata, il beneficio del ricordo che si tramanda di padre in figlio condito di gioventù,di sfide contro le forze del male e dell’Ordine mondiale costituito, di suggestive sregolatezze tra il brigante e il maudit: il Sessantotto è una leggenda, più che un capitolo sui libri di storia. Tra coloro che sono stati lì,anche solo anagraficamente, c’è chi lo dipinge come l’età dell’oro nella quale tutto era possibile, in cui finalmente si respirava un’aria di cambiamento e di novità. In questa categoria rientrano gli intellettuali nostalgici, quelli che "i giovani d’oggi non hanno ideali",quelli che salutano ogni segno di vita di questi ultimi (frustrati e umiliati dal confronto con la mitologica generazione dei padri) come un nuovo piccolo impeto di Rivoluzione, o come un buon momento per far prendere un po’ d’aria al vecchio eskimo chiuso in soffitta. L’altra faccia degli innamorati del Sessantotto, per il suo connotato di giovanilismo eroico e rampante che cambia il mondo, sono proprio quei ragazzi con il complesso d’inferiorità, per i quali "La meglio gioventù" è un canone al quale riferirsi e "l’eskimo ce lo compriamo anche noi" (in fondo si abbina bene con la tunica da prete e il tridente di Lucifero, per cacciare il Papa dall’Università). Esiste un altro Sessantotto,parallelo a quello ideale intriso di romanzesco. Un Sessantotto realistico, che è passato come un male stagionale attraverso la gente, senza troppe vittime. Il Sessantotto dei miei genitori,ad esempio. È il 1968 di chi guardava i cortei dei manifestanti dalle finestre del liceo Tasso, nel quale all’epoca - sfatiamo un mito - di reazionari sessantottini in senso proprio ce n’erano ben pochi (anzi, l’unico militante del quale si è avuta notizia è stato Giorgio Baumgartner, di Autonomia Operaia, poi arrestato nel ’79 perché sorpreso a trasportare armi in autostrada). Gli altri studenti,invece,quando la parata contestatrice si avvicinava a via Sicilia abbandonavano i libri e i vocabolari per il troppo chiasso e aspettavano che la quiete tornasse per continuare le lezioni.Cosa ne pensavano i ragazzi di quel Tasso, del Sessantotto? Forse non lo avevano anco- ra capito appieno, da una prospettiva troppo ravvicinata. Alcuni erano disinteressati, altri più attivi, altri ancora critici. Critici verso aspetti del Sessantotto tuttora criticabili: demolizione della società esistente, ma con quale alternativa? Dov’è la proposta? È solo distruzione per la distruzione? Le risposte a queste domande sono anche oggi materia di scontri ideologici, di rivisitazioni della storia e di polveroni fra dottori ed accademici. Ecco, il Sessantotto non riesce a convincermi del tutto proprio per questo motivo.Carver mi perdonerà la storpiatura, ma non capisco di cosa parliamo (e con quali intenti strumentali) quando ne stiamo parlando. Cos’è stato, questo benedetto Sessantotto? Si leva un coro di "Rivolta generazionale, il mondo finalmente migliorato dai giovani". È stato questo, ma solo in parte - rispondo io - per l’assenza di quelle proposte costruttive (e soprattutto attuabili, che di utopie se ne sono sfornate a bizzeffe) che lo avrebbero reso un traguardo sociale, anziché una generalizzata tempesta ormonale. E poi non riesco a provare simpatia per un concetto che è diventato un logo,utilizzabile dagli amici e dai nemici per dire tutto e il contrario di tutto. Un’arma ideologica multifunzione, non un fatto storico. Una (contundente) parola etichetta. Le accuse e le calunnie GIULIA CERINO 21 ANNI, ROMA Internazionale, internazionalista, policulturale e interclassista. Cocktail esplosivo e variopinto, si innestò sul filone della protesta operaia e, quindi, sulla tradizione del socialismo e del comunismo internazionale, ma con una fantasia e libertà d’espressione a questi sconosciuti. Il 68 è stato un anno particolare nel quale grandi movimenti di massa socialmente disomogenei ma spontanei fecero vacillare i sistemi politici in nome di una trasformazione radicale della società. Nemico comune l’autorità, il conformismo dei ruoli e la guerra come forma di relazione tra Stati. Il 68 non ha conquistato potere politico, ha però colonizzato parte delle coscienze nel nostro Paese, compiendo un profondo cambiamento nel vissuto sociale. Combinandosi con diversi fattori, ha contribuito alla conquista dello Statuto dei lavoratori, alla battaglia sul divorzio e sull’aborto, ha prodotto, come effetto indotto, la nuova legislazione sulla scuola e l’università. Oggi molti giovani, potenziali simpatizzanti del movimento, hanno solo una conoscenza vaga dei suoi ideali e obiettivi. Il risultato paradossale è che mentre gli amici non ne valutano l’en- tità, i nemici ne testimoniano il carattere "formidabile" con una lunga serie d’accuse, alcune fondate ma calunniose. Qualche responsabilità nel favorire questa campagna nei confronti di quegli anni ce l’hanno,in effetti,alcuni suoi protagonisti, che si sono rapidamente riciclati nei nuovi modelli di comportamento rinnegando se stessi e gli ideali in cui hanno creduto. Si tratta di un gruppo ristretto ma rumoroso, perché il sistema al quale si sono venduti tenta di dimostrare, con cinismo camaleontico,la debolezza dei valori che animavano il 68. Il motivo dell’accanimento si può riconoscere non solo nella sua forza e durata (1968-1975/76), ma nel fatto che sono proprio quei valori a preoccupare i conservatori,quegli ideali che sono,per natura, contrapposti all’ideologia del capitale. Non tornerà GIULIO SERRA 21 ANNI, VENEZIA Noi ventenni il Sessantotto lo apprendiamo dai libri, ne conosciamo i dettagli dai racconti dei genitori e fantastichiamo su idee, ribellioni e rivolte con le nostre menti.A quarant’anni da quel movimento che andò a segnare nel bene e nel male - l’inizio di una nuova era, restano i filmati, le immagini di studenti in protesta, i documenti, le miriadi di libri, e rimangono indelebili negli animi di chi ha vissuto quei momenti le cicatrici di un tempo che non tornerà. Il Sessantotto è stato, e non sarà più. Le nuove generazioni non vedranno mai con i loro occhi masse di studenti francesi invadere la Sorbona e schiere intere di operai in rivolta contro salari da fame e padroni aguzzini. Non vedranno mai nemmeno personaggi politici come Martin Luther King o Mao Zedong. E mai potranno assistere ad un mondo intero in fermento, voglioso di cambiamento e di un futuro migliore. I giovani d’oggi non potranno mai partecipare al più grande avvenimento di unione e fratellanza fra musica e pace che fu Woodstock, e ancor meno sentire parole di sangue "Creare due, tre, molti Vietnam" da bocche piene di sacrificio come quella di Ernesto Che Guevara. Il Sessantotto è passato, tra ricordi e speranze svanite negli anni, fra scioperi e cortei di uomini e donne, bambini e ragazzi, tutti uniti uno con l’altra nel nome del cambiamento. Domani non accadrà. Giovani da una parte e adulti dall’altra. I primi abbandonati a se stessi, gli altri disillusi da una vittoria mutilata che poco ha cambiato. I ventenni, perciò, dovranno accontentarsi di vivere questo anniversario come una sorta di non-ricordo di un DISCOVERY CHITORIO. NEL BESTIARIO DELLA POLITICA PEPERONATA Dopo il lungo inverno la natura si risveglia: le gemme sui rami colorano di un chiaro verde speranza i nostri viali, il cielo si sgombra delle nubi, gli armadi dei cappotti; inoltre, ogni pe, cappelli, portaocchiali, actipo di fauna esce dalla tana e cessori verdi o folte chiome trariprende le proprie funzioni vi- piantate; il periodo della vita tali. Nella nostra bellissima ter- che preferisce, a parte quello ra - quei sette colli che già più degli accoppiamenti, viene di qualcuno ha defichiamato dagli etonito fatali - la fauna logi “campagna eletè costituita essenEcco una giovane torale”, una vera e zialmente da ‘li paspropria lotta per la marmotta seracci che so’ usisopravvivenza; il gnoli’ di cui parlava piuttosto avvezza suo verso in genere Venditti e, soprattutè “fidatevi”, correalle mute to, dagli splendidi dato da varie sfuma‘parlamentari’, aniture in base alla razmali presenti anche za e all’età. in altri habitat, ma che da nesLa riserva del monte Citosuna parte come a Roma rag- rio – un vero paradiso costellagiungono vette di fierezza e ar- to di margherite, girasoli, rose monia estetica. europee e gabbiani in cui gli Il parlamentaris romanus animaletti più vispi possono vipresenta un manto che può es- vere indisturbati per decine di sere blu scuro o su varianti del anni – ospita alcuni esemplari beige, a volte corredato da pi- spettacolari: uno di essi, dal ris porcus transpadanus, abilissimo nel rendere impossibile la vita dei suoi simili studiando norme astruse per la composizione del nuovo branco, o come il verrum ceppalonicus, capace di instancabili migrazioni: lo vedrete schizzare come impazzito da destra a sinistra milioni di volte; esausto, è poi sua abitudine schiacciare una pennichella al centro esatto della riserva. Elencare tutte le perle che Madre Natura ha offerto a noi romani amanti della fauna, però, è impossibile. Mi limito quindi a chiudere questa puntata di Discovery Chitorio parlando di qualcosa che mi sta molto a cuore: il coraggio dei valori, come si ostina a strillare il porcino sogghigno di uno LUCA SAPPINO 20 ANNI, ROMA tempo che fu loro e che, sebbene per una manciata di minuti, andò a consegnare alle loro mani le chiavi del mondo. Il Sessantotto è stato questo: vivere sapendo di contare qualcosa, di poter dire la nostra consapevoli di essere ascoltati e rispettati. Nulla di fatto LUIGI MARIANO GUZZO 19 ANNI, CATANZARO È facile comprendere gli stati d’animo, le pretese e le ambizioni dei giovani sessantottini. Erano figli di un sistema troppo borghese, troppo razionalistico e troppo illuministico. Erano rampolli di una scuola troppo classista. Nel 1967, don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana, in Lettera a una professoressa, per bocca di un ragazzo scriveva: "Alle elementari lo Stato mi offrì una scuola di seconda categoria. Cinque classi in un’aula sola. Un quinto della scuola cui avevo diritto. È il sistema che adoperano in America per creare le differenze tra bianchi e neri. Scuola peggiore ai poveri fin da piccini. Finite le elementari avevo diritto ad altri tre anni di scuola. Anzi la Costituzione dice che avevo l’obbligo di andarci. Ma a Vicchio non c’era ancora scuola media. Andare a Borgo era un’impresa. Chi s’era provato aveva speso un monte di soldi e poi era stato respinto come un cane. Ai miei poi la maestra aveva detto che non sprecassero soldi: ’Mandatelo nel campo. Non è adatto per studiare’. Il babbo non le rispose". Dalle rivoluzioni giovanili, dalla radicalizzazione dello scontro sociale, sono passati quarant’anni. E nulla è cambiato! Nel ’68 i ragazzi hanno provato a mettere a nudo il volto di una società chiusa su stessa.Hanno gridato al mondo intero che il figlio dell’operaio non deve essere per forza operaio. Ma nessuno l’ha voluto sentire. E chi l’ha urlato forse neanche ci credeva in fondo. Se nel ’68 le intenzioni c’erano tutte, è mancata comunque la buona volontà per realizzarle. Alla fine per molti la contestazione si è tradotta quasi in un nulla di fatto. Chi nel ’68 ha combattuto per una rigenerazione della classe dirigente, adesso non è più disponibile a lasciare la poltrona alle giovani generazioni. Se però guardiamo l’altra faccia della medaglia la protesta qualche riscontro positivo nel rinnovamento degli anni a venire l’ha avuto. Figlio delle rivolte del ’68, benché concepito con un ritardo di ben trenta anni, è lo "Statuto delle studentesse e degli studenti" (che quest’anno compie il decimo anniversario dall’approvazione). La Carta degli studenti è la prova che la società considera i giovani come una risorsa strategica su cui investire per il presente e per il futuro del paese.A loro bisogna garantire una formazione qualificata e moderna che sappia tenere conto delle esigenze attuali della società. Lo studente, quindi cittadino della comunità scolastica, è titolare di doveri, ma anche di diritti. lui giura: almeno un 7%. È talmente intelligente che non capisco nemmeno cosa gli dica la testa. Buonanotte, il letto mi reclama. che con la sua esistenza contiForse avrò gli incubi: in nua a ricordare perché gli “Ita- uno dei più ricorrenti mi vedo liani nel mondo” non godano a seguire una Fiamma coperta di una gran fama (almeno co- di nero che sbuca da chissà me alleati). quale anfratto, anche se io soOra basta, spenno protetto da un go la televisione e centinaio di scudi vado a dormire, anVado a dormire. crociati apparenteche perché non mi mente identici ma Rialzarmi sento bene: qualcosa in fondo radicala cena deve essermi mente diversi. Masarà andato di traverso, e gari domani sarà molto difficile ora non mi va più una bella giornata, giù. Sarà stato il polcon un Arcobaleno lo con i peperoni o il sulla Sinistra del Partito socialista? Un bicarbo- cielo, e il sole che ride aiuterà nato basterà? Non lo so, sarà il una Rosa bianca a sbocciare. caso di chiedere consiglio a Rialzarmi come si chiede all’Iquel grande giornalista che si talia sarà molto difficile. Cocandida per ottenere una mo- munque “viva l’Italia”. O alratoria sulla civiltà e che sfida meno sopravviva tutti i suoi ormai ex colleghi PASQUINO DI ALBA sulla percentuale che otterrà; Safari nella riserva del Parlamento italiano canto particolarmente dolce perché educato alle armonie durante lo svezzamento (trascorso rigorosamente su navi da crociera) e dal manto folto e nerissimo, può arrivare a parlare degli stessi irrealizzati cambiamenti epocali per ben quindici anni; un altro – una sorta di giovane marmotta piuttosto avvezza alle mute (passa indistintamente dal rosso Lenin al verde pastello in men che non si dica) – melodiosamente scandisce dolci citazioni anglofone, da Kennedy a Obama. Avvistare queste due particolarissime fiere non sarà molto difficile, visto che tendono ad essere attirate da qualsiasi assembramento con più di quattro persone. Ci sono poi le varianti più rare e preziose, come il singula- netto, Angela Davis deve essere naturalmente presa con le pinze, discussa e, magari, parafrasata. Però, vale la pena di conoscerla, di leggerla e di farsi spiegare quanto "la rivoluzione sia una cosa profondamente seria e che, quando ci si impegna nella lotta, l’impegno deve durare per sempre". SOTTO I VENTI LUNEDÌ 25 FEBBRAIO 2008 a battaglia per decidere chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America è ormai entrata nel vivo. Primarie in pieno svolgimento, Hilary contro Obama, McCain contro Huckabee, Bill Clinton contro tutti. Caucus, Big Tuesday, amicizie negate e rivendicate, insomma, tutto piuttosto complicato. Per sbrogliare la matassa un modo c’è: politico.com, sicura- L mente il sito più completo, affidabile, interessante dedicato alla politica made in Usa (e a quanto pare quello più letto anche dagli stessi candidati alla Casa Bianca). Politico è da sempre considerato un vangelo da giornalisti, curiosi, addetti ai lavori e da chiunque voglia o debba districarsi all’interno dello spigoloso mondo politico americano. POLITICO.COM, GUIDA POP ALLE ELEZIONI AMERICANE Per l’anno elettorale lo staff del sito si è superato: la copertura è davvero impressionante, le notizie sono aggiornate in continuazione, in pratica è possibile seguire il cammino di Obama & co. minuto per minuto. Fra le cose più interessanti c’è Campus Politico, una sezione interamente dedicata agli elettori più giovani dove sono spiegati in termini comprensibili e spesso che forma di pressione sul Congresso americano e sulle decisioni di democratici e repubblicani (è importante ricordare che la parola “lobby” negli Usa non ha la stessa valenza negativa che noi le attribuiamo). Ah, quasi mi scordavo la vera chicca: Politico’s Kingmaker, un gioco di fantapolitica in cui si guadagnano punti predicendo esattamente i risultati delle varie LA PROVOCAZIONE. L'APPELLO DI UNO STUDENTE ironici i meccanismi che regolano la contesa per la Casa Bianca (coro di sospiri pensando al mare magnum in cui sono lasciati affogare i giovani votanti italiani). Un’altra sezione accoglie i profili di tutti i candidati con tanto di studio sull’andamento dei diversi siti web, spazi Facebook, video Youtube (contatti, amici, commenti ecc.). Una cartina in- terattiva permette di visualizzare, Stato per Stato, tutti gli appuntamenti della campagna elettorale, dalla data delle primarie a quelle di vari dibattiti e conferenze. Per avere uno sguardo più ’interno’ sui temi al centro del dibattito politico è interessante consultare le pagine dedicate alle proposte sulle cose da fare e alle lobby, ovvero ai gruppi che esercitano una qual- 5 tornate elettorali, si acquista credibilità politica giustificando le proprie posizioni, si sfidano gli amici non nell’asta per Kakà ma nelle previsioni per le primarie democratiche. Perché, rielaborando il celebre motto, la situazione politica è grave ma non è seria. In Italia lo sappiamo fin troppo bene. MARCO BILLECI 20 ANNI, PISA LA RISPOSTA. ANTONIO LIROSI, GARANTE PER LA SORVEGLIANZA DEI PREZZI BIANCA ERBA, 19 ANNI, BOLOGNA In che modo Mr Prezzi ci salverà dal caro-vita? Faremo crescere il senso civico degli italiani La figura di un Garante per la sorveglianza dei prezzi non è una novità italiana: l'ispirazione al ministro per l'Attuazione del programma Giulio Santagata per la Finanziaria 2008 è venuta dalla Svizzera, dove Monsieur Prix esiste dal 1991. Si stenta a credere che un Paese virtuoso come quello dei quattro cantoni, citato ovunque a modello per il senso civico dei suoi abitanti, sia dovuto ricorrere a un'iniziativa del genere, segno evidente del fatto che il nuovo assetto politico dell'Europa ha reso necessario nei vari Stati un ripensamento globale del proprio sistema economico. Salutato come un sorvegliante super partes a cui segnalare violazioni della concorrenza o scostamenti di prezzi significativi, Mr Prezzi ha il compito di vigilare e dare pareri sulle tariffe decise in toto o in parte da organi pubblici (come luce, gas, telefonia, pedaggi autostradali, prezzi dei biglietti dei treni, tariffe del trasporto pubblico, canone Rai) ma anche di denunciare la mancanza di una reale concorrenza e libero mercato, di evidenziare, attraverso la comparazione, le principali e più evidenti differenze di prezzo rispetto al resto dell'Europa. Tra gli ultimi provvedimenti annunciati dall'instancabile Mister Prezzi, per esempio, quello che interesserà l'Rc Auto. Lirosi ha, infatti, convocato per il 6 marzo i rappresentanti dell'Ania, l'Associazione delle imprese assicuratrici, per un confronto sulle tariffe. Annunciata, poi, una "Se le politiche sono impo- sinergia operativa con le Fiamme Gialle, in campo anch'esse contro il carovita. La Guardia di Finanza aumenterà i controlli del 30% rispetto al 2007: questa stretta collaborazione mirerà a impedire manovre speculative, frodi e aumenti ingiustificati dei prezzi, in particolare di pane, carne e latte. Nonostante tutto però le associazioni dei consumatori sembrano scettiche: secondo il Codacons "in assenza di norme che definiscano il 'prezzo anomalo', i propositi della Gdf si risolveranno in un buco nell'acqua". Ecco qui un punto cruciale: in un regime di libero mercato le possibilità per lo Stato di intervenire sui prezzi al consumo sono decisamente ridotte. I prezzi sono, infatti, fissati liberamente dagli operatori e non c'è nessun tetto oltre il quale scatta un potere sanzionatorio (questo vorrebbe dire avere dei prezzi amministrati); al contrario i mercati regolamentati sono soggetti a tariffe stabilite da enti pubblici o autorità indipendenti. Mr Prezzi, allora, non rischia di rimanere - come qualcuno l'ha già definito una mera figura mitologica le cui decisioni poco o nulla avranno a che fare con la vita dei cittadini? Trasparenza e buon funzionamento della concorrenza dovrebbero essere ingredienti fondamentali nell'economia di una democrazia, eppure tutti ricordano il freno imposto dagli interessi delle varie corporazioni (farmacisti, benzinai, tassisti…) al decreto sulle liberalizzazioni solidarietà Con un mercato unico e libero come quello comunitario in cui l'Italia rientra, il potere sanzionatorio non è in alcun modo compatibile, ma si può intervenire aumentando la sorveglianza per evitare le speculazioni e migliorare il sistema informativo. Attraverso questi strumenti infatti si può ottenere una maggiore sensibilizzazione riguardo all'anda- Ci è piaciuto Il numero incriminato de "La Zanzara" di cui parliamo nell'articolo a pag. 4 e che scatenò il famoso processo verrà ristampato in copia anastatica nel quarantesimo anniversario della maturità della classe del direttore di allora. Gli studenti di oggi del Liceo Ginnasio "Parini" di Milano scriveranno i commenti. I proventi dell'iniziativa verranno destinati alla costruzione di una scuola in India: due generazioni di studenti unite nel nome della cultura e del riscatto sociale. Applausi. Non ci è piaciuto La Fondazione Pubblicità Progresso ha scelto come tema per la campagna 2008 l'emergenza delle morti bianche, su cui anche il presidente della Repubblica ha più volte richiamato l'attenzione del mondo politico. La scelta è lodevole: il tema infatti, nonostante la portata, non suscita molto clamore presso il grande pubblico; desta, invece, perplessità lo slogan: "Usa la testa per evitare la croce". Non solo il motto è poco incisivo, ma anche a tratti macabro. Promosso nella sostanza, bocciato per la forma. Atasthalìa mento dei prezzi e far sì che i consumatori siano in grado di reagire di fronte ad aumenti ingiustificati. Il problema del mercato italiano è proprio questo: in un sistema economico a regime liberale nel quale c'è confusione o carenza informativa si annidano speculazioni e rincari e si perde il senso civico necessario per tenere sotto controllo i prezzi e il tasso d'inflazione, in modo che risultino essere in linea con il resto d'Europa. La mission quindi è quella di far crescere il senso civico degli italiani rispetto ai prezzi e i poteri consistono nello stimolare l'attività di sorveglianza e l'esercizio dei poteri di controllo che già esistono, affidati ad autorità quali la Guardia di Finanza e i Comuni, e nell'utilizzare strumenti informativi che ci permettono di arrivare direttamente al cittadino-consumatore. Abbiamo già il sito www.osservaprezzi.it che consente ai cittadini di controllare il livello dei prezzi di un ampio paniere di beni di consumo; siamo intenzionati a potenziarlo e a utilizzarlo anche per promuovere le iniziative virtuose. L'importanza dell'informazione è facilmente comprensibile: in Italia nessuno verifica l'attendibilità della fonte quando i media parlano in tono allarmistico dell'aumento di un prodotto e questo crea una situazione in cui tutti si sentono giustificati a ritoccare verso l'alto i prezzi; il cittadino da parte sua non ha gli strumenti per capire se questo comportamento è giusto o no. IL PUNTO DI VISTA. RITANNA ARMENI SUL FEMMINISMO DI IERI E DI OGGI La nascita del Garante per la sorveglianza dei prezzi, insieme alle misure sulla portabilità dei mutui, alla class action, alle liberalizzazioni e agli altri provvedimenti inseriti nell'ultima Finanziaria dimostrano un'attenzione nei confronti del cittadino-consumatore che in passato non c'è stata e indicano che il Parlamento non è stato fermato dalle corporazioni. Si pensi a come è cambiato il concetto di consumatore con il pacchetto Bersani: al di là dei benefici economici che le liberalizzazioni hanno portato in alcuni casi, sul piano politico e culturale esso ha cambiato l'agenda politica ponendo il cittadino-consumatore al di sopra degli interessi di parte; è riuscito a portare il tema della concorrenza e della liberalizzazione vicino alle famiglie toccando aspetti di vita pratica, mentre la visione che se ne aveva in precedenza lo considerava lontano dai cittadini. Eppure resta il luogo comune che le liberalizzazioni siano state fermate dalle corporazioni; a me sembra che, nonostante vi sia tantissimo da fare ancora, un bel passo in avanti ci sia stato. Sarà difficile per qualsiasi successivo governo tornare indietro rispetto a questo percorso evolutivo, apprezzato anche in Europa. Fino a poco tempo fa eravamo considerati molto in ritardo per quanto riguarda le tematiche dei consumatori, ora ci guardano con rispetto e abbiamo agito persino da apripista in alcuni campi. schile vada ridiscussa. Le seconde invece sono anche capaci di ribellarsi a quell'uomo o a quell'altro - come nel caso Santanché-Fini, ma non si ribellahanno sostenuto le stesse cau- no al modello maschile. Finise, mentre in passato il femmi- scono al contrario per adottarnismo si identificava con la lo: sono aggressive, con la bava corrente di sinistra. alla bocca, incazzate. Ma neanIl femminismo è stato asso- che a destra le donne si acconciato all'emancipazione, soste- tentano dei ruoli tradizionali, nuta da leggi, norme e iniziati- oggi anche loro cercano un ve di cui, per molto tempo, pro- ruolo maggiore nella società. tagonista è stata la siFarsi ascoltare nistra, non solo in mantenendo la proItalia, ma in tutta pria specificità non Al ministero Europa. Oggi è vero deve essere semplidella Difesa che vediamo molte ce: personaggi come donne di destra in dovrebbe andare Ségolène Royal e politica che affermaHilary Clinton sono una donna no di voler lottare considerate relatiper i diritti delle donvamente perdenti in ne: questo è un fatto politica perché di grande positività. C'è una troppo "femminili", come se la differenza però tra le femmini- femminilità fosse una debolezste di sinistra e di destra. za, mentre si impongono figure Le prime vogliono rompe- come quella di Angela Merkel re con i modelli maschili; non e Condoleeza Rice: il trionfo solo vogliono rompere con gli delle non-donne. uomini, ma con i modelli che MARTINA CHICHI questi uomini rappresentano, 21 ANNI, ROMA pensano che la politica al ma- Al potere trionfano le non-donne come Angela e Condoleeza state senza considerare il genere, uomini e donne non possono che beneficiare in modo diverso dei loro effetti", così si apre il rapporto Istat dell'ulti- sato la separazione era necesmo Global Forum on gender saria, perché dovevamo prenstatics: i dati sono quelli allar- dere coscienza di noi stesse, un manti di sempre, ma ogni an- uomo avrebbe inquinato il nono ci stupiamo. stro dibattito interno, avevamo Negli ultimi mesi le donne bisogno di star sole. Adesso, sono scese in piazza due volte, proprio perché abbiamo perper manifestare contro la vio- corso un po' di strada, questo lenza di genere e per bisogno non c'è difendere la legge più, c'è invece quel194, sono tornate lo che gli uomini Il 90% dei posti per strada nel moprendano consapemanageriali è mento in cui sono volezza di quale sia riaffiorati temi fonil rapporto con le occupato da damentali del femdonne. uomini minismo storico, Intanto da inhanno rivendicato il ternet le femminiseparatismo. ste lesbiche urlano Le donne hanno fatto un contro gli uomini, colpevoli di lungo percorso di emancipa- perpetuare uno stupro ogni zione e liberazione grazie al qual volta fanno sesso, anche quale, contrariamente a quan- se la partner è consenziente, do facevano le prime manife- colpevoli per il semplice fatto stazioni separatiste, è utile che che esistono; rispondono gli oggi partecipino gli uomini - antifemministi, che dal sito afferma la giornalista e scrit- Anti-Feminist dichiarano trice Ritanna Armeni - In pas- "bizzarre" le richieste più ele- Venti di voluto dal ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani. Le categorie professionali sono brave a difendere i privilegi che ereditano da generazioni, ma il povero cittadino, che non ha gli strumenti per capire se un aumento è giusto o no e se la concorrenza si attua davvero senza cartelli, come fa a difendere il suo potere d'acquisto? In un periodo nel quale gli immigrati sono continuamente chiamati in causa per ogni episodio di cronaca nera e il razzismo ha raggiunto livelli allarmanti per un paese civile, fa piacere acquisire la testimonianza di una giornalista coraggiosa come Rula Jebreal, che con il libro Divieto di soggiorno ha compiuto un’indagine su una categoria sociale che molti giudicano e quasi nessuno conosce. Rula, nel libro afferma che nei casi di cronaca nera, se il colpevole è un immigrato sui giornali si legge "Marocchino" o "Tunisino assassino", se si tratta di un italiano invece: "Mario Rossi ha ucciso la moglie". Purtroppo nei nostri giornali e telegiornali - senza distinzioni tra destra e sinistra - leggiamo e ascoltiamo definizioni nei confronti degli immigrati come nero, prostituta, maroc- mentari in materia di pari opportunità. Modi del passato che riaffiorano in alcune correnti femministe, mentre le altre donne tornano a farsi sentire sui grandi problemi, anche questi affrontati già ieri. Sembra che il femminismo di oggi non riesca a percorrere un cammino suo, come se credessimo di avere la strada spianata: forse troppo abituate all'immagine della donna vincente che i media mostrano, non percepiamo come dovremmo il problema delle discriminazioni di genere e ci fermiamo solo a riflettere sulle questioni più gravi o più superficiali. Di strada da fare ce n'è ancora molta, però tanta ne è stata già fatta. Prendiamo ad esempio il ministero delle Pari opportunità: con la sua stessa esistenza riconosce il fatto che le pari opportunità non ci so- no, almeno completamente, altrimenti non ci sarebbe un emisfero che si pone questo problema. Le donne hanno conquistato punti importanti nella società, una strada in questa direzione si è aperta, ma è necessario allargarla; è vero infatti che nonostante le donne vadano a scuola, raggiungano posizioni alte nell'istruzione e nel lavoro, continuano ad avere pochissimo potere. Un'indagine condotta da Federmanager rileva che il 90% dei posti manageriali è occupato da uomini; dai commenti raccolti emerge che è diffusa la convinzione che le donne per fare carriera debbano comportarsi come uomini, che avere dei figli è considerato un handicap, che sono considerate meno autorevoli. Sul fronte politico non va meglio: le candidate donne sono poche e quel- le elette ancora meno. Il potere politico è tutto maschile. Il Parlamento è a maggioranza maschile, ma in misura enorme: tra Camera e Senato le donne raggiungono sì e no il 15%. Questo è un punto sul quale è necessario lavorare ancora molto. Nel caso del ministero alle Pari opportunità è stata messa a capo una donna perché più adatta a ricoprire quel ruolo, non perché una figura maschile fosse ritenuta sprecata a ricoprire quella posizione; ritengo invece davvero grave che non si metta una donna al ministero della Difesa, ad esempio, perché significherebbe rompere alcuni schemi e ruoli. Nonostante siano poche, le donne protagoniste della politica negli ultimi anni hanno sempre dimostrato grande attenzione verso le problematiche di genere; politiche di schieramenti opposti IMMIGRAZIONE. DIVIETO DI SOGGIORNO, IL LIBRO DI RULA JEBREAL Quegli estranei che si sentono italiani chino, rumeno, extracomunitario, accovacciato, mare che vomita clandestini. Un linguaggio crudo, crudele.Vengono emesse sentenze senza valutare caso per caso. La violenza non è una prerogativa di una nazione o di un popolo; tutti i popoli ne hanno una quota e non è che sia migliore o peggiore a seconda del luogo dal quale proviene. Nella premessa descrive il suo stupore quando, giunta in Italia, si recò ad una manifestazione e vide la polizia che non attaccava la folla ma la proteggeva da eventuali disordini. L’aspetto più commovente della nostra società sono i giovani che vanno a manifestare contro le idee di altri, contro le iniziative di un governo o di un altro e lo fanno liberamente nelle piazze con la polizia che è lì per controllare e tutelare l’ordine affinché tutto si svolga in maniera pacifica e i partecipanti siano protetti da attacchi delle frange estremiste. È una lezione di grande democrazia: quando in un Paese i giovani non hanno paura della polizia si è raggiunta una convivenza civile. Mi piacerebbe che in futuro anche gli immigrati, incontrando un poliziotto per strada, si sentissero tutelati e protetti perché in qualche modo fanno parte della stessa società. Quel poliziotto è un cittadino e rappresenta le istituzioni, non le oppressioni dello Stato, ma la sua parte più nobile, quella che tutela la sicu- rezza anche quando protestiamo contro di esso. In tutti i racconti del libro la protagonista è la sofferenza interiore dell’immigrato. È ciò che si crea ignorando il fenomeno dell’immigrazione o approcciandolo in maniera ideologica, dogmatica, demagogica. Il risultato è un disagio nel quale noi ci sentiamo cittadini europei integrati, ma siamo percepiti dagli altri come estranei. Mia figlia è nata qui, da padre italiano; è italiana a tutti gli effetti eppure è considerata ancora un’estranea. La classe politica è sotto accusa per le malversazioni e i comportamenti poco virtuosi; qualche tempo fa l’europarlamentare leghista Mario Borghezio gridò "roba cristiana, mai musulmana". Come mai l’indignazione non è stata la stessa? Forse perché non fa audience, non fa vendere i giornali. Il livello d’intolleranza verso i nostri concittadini, che sono una parte importante della nostra economia e della nostra società, li sta portando a sentirsi alieni dentro la propria casa. Non ne posso più di leggere sui muri scritte come "Negri fuori dall’Italia". Mia figlia mi chiede: di chi parlano, chi sono questi negri? Non è più accettabile una risposta singola o frazionata ogni tanto; ci vuole una risposta collettiva che crei una coscienza nazionale, che coinvolga tutti, dall’insegnante dell’asilo nido, al ministro, per affrontare que- sto tema in tutti i suoi aspetti. Quanto può essere importante la scuola nel progetto d’integrazione e che cosa auspica per il futuro in Italia? La scuola è il primo impatto con la società oltre la famiglia. È un laboratorio nel quale sperimentiamo la convivenza; al suo interno ci sono migliaia di bimbi extracomunitari e questo apre le nostre menti. Se vai in una scuola americana vedi cinesi, giapponesi, l’americano "puro" - come lo chiamano loro - nato in Texas, il messicano; tutti si sentono americani, parte di uno stesso progetto. Auspico per il nostro futuro una frase di Giovanni Paolo II: "Non importa che ci guardiamo l’uno con l’altro, l’importante è che tutti noi guardiamo nella stessa direzione". ROBERTO BERTONI 17 ANNI, MONTEROTONDO (ROMA) 6 LUNEDÌ 25 FEBBRAIO 2008 dotta un disegno" è una mostra particolare: gioca con i colori, la musica, le immagini televisive. Non ha un percorso obbligato, non ha limiti geografici né tavole cronologiche; le opere sono collegate dalla richiesta urgente di farsi ascoltare, di far conoscere tutte quelle realtà troppo spesso ignorate. Quale mezzo più indicato del disegno? Un linguaggio universale, comune ai bambini come agli "A adulti. Gli schizzi sono stati raccolti negli ospedali di Emergency e rielaborati da artisti di fama internazionale come Mike Kelley, Daniel Buren, Nan Goldin. Disegni reinventati, non "ceduti per beneficienza"; l’artista ha creato, ha costruito attivamente qualcosa per i bambini. Fuksas, per esempio, interpreta con carta da lucido, tempere e matita le immagini di Ali, ospite AL VITTORIANO I DISEGNI DEI BAMBINI DI EMERGENCY di Emergency in Sudan. Kelley, da una bambina che fluttua nello spazio con delle farfalle (l’autrice è Shimiar), relizza un inchiostro su carta dove l’Afghanistan, ovvero la bambina-volante, tocca un uomo, gli Stati Uniti. Se Mursal disegna un mazzo di fiori, Lara Favaretto costruisce una bombola di azoto che suona una lingua di Menelik. Ogni opera si sdoppia, diviene qualcosa di assolutamente originale. La mostra è inoltre dotata di una serie di cabine di ascolto dove è possibile assistere alla proiezione di estratti del film-documentario curato da Vauro Senesi e Paolo Rossi ed ascoltare i brani ispirati dai disegni. Le storie dei bambini, intanto, scorrono su dei pannelli: Kualid e Samir, afghani, l’uno con l’uretra lesionata, l’altro colpito dal- l’esplosione di una mina. Souk ha il femore fratturato, dovuto al rovesciamento del pick-up su cui viaggiava. Una brusca frenata e il pick-up carico di persone si rovescia. Così si viaggia in Cambogia, a grappoli umani. Asiuda, due deliziosi fiocchi rossi, senza un braccio. La guerra però non è solo morte. L’arte e la comunicazione devono essere strumenti efficaci di contra- sto, devono proteggere la speranza. Ha spiegato Vauro: "Chi denuncia le barbarie della guerra tentando di raccontarne gli effetti su chi è costretto a subirla, a volte si sente rispondere che usare l’argomento dei bambini che ne sono vittima è facile, retorico e demagogico. È vero, è facile, come è facile che siano i bambini ad essere uccisi. È vero è retorico, perché ognuno di loro è un Parlare di rifiuti e del loro EMERGENZA RIFIUTI. NON BASTA CERCARE UNA NUOVA TERRA PROMESSA smaltimento oggi in Italia è nominare la corda in casa dell’impiccato o, per usare un altro luogo comune, mettere il dito in una piaga che è una voragine mai cicatrizzata. Profonda e sanguinante. Infetta di percolato. ti hanno certamente ragione di tizzazione del problema abbia d’acqua piovana: il percolato, cioè petrolio e alberi (risorse sempre Alla ribalta mediatica c’è il ca- contestare: non basta spostare prodotto un’estensione significati- il liquame che si produce nella de- più rare) molto ingenti. so della Campania e l’immagine di l’immondizia da un luogo ad un va del dibattito sul tema, che non composizione della frazione orgaAgendo in questo modo diun’Italia poco diligente e sudicio- altro (anche dal centro alla perife- è più affare dei singoli comuni ma nica dei rifiuti, può così infiltrarsi venterebbe superfluo anche cona, nonostante i severi rimproveri ria della stessa città) sperando che obiettivo nazionale (anche allo nel terreno (se questo non è debi- struire inceneritori, che costano Ue, che contrasta violentemente nel tragitto si dissolva. Soprattut- scopo di mantenere un briciolo di tamente impermeabilizzato e so- molto e inquinano a loro volta. Lo con l’idea delle belle vedute pae- to, non si può continuare a pren- credibilità al cospetto delle istitu- prattutto in assenza di sistemi di sanno bene i nostri soccorritori tesaggistiche, del bel mare, della dere in giro i contribuenti - che zioni comunitarie, per le quali non drenaggio) e inquinare le falde ac- deschi, che dopo la svolta ecologibuona cucina, delle tradizioni che nel frattempo pagano la tassa sui siamo i primi della classe sotto quifere. Le discariche non sono ri- ca a base di compostaggio e riciattirano turisti da ogni rifiuti più alta d’Italia svariati profili), sembra che si stia solutive, sono anzi nociclaggio si trovano con parte del mondo, idee per vivere assediati dal tergiversando e proponendo per ve, e sono soprattutto impianti di termovalosulle quali la fama e il pattume - impunemen- l’ennesima volta soluzioni preca- antieconomiche, calcorizzazione che hanno È dal 1995 Per l’ennesima prestigio internazionale te. O addirittura lucran- rie. Dei palliativi, insomma, niente lando che la separaziopoco da termovalorizche si nominano do sui problemi della re- tagli chirurgici. volta della città di Napoli e ne dei materiali e il loro zare, e accoglieranno a dei suoi dintorni si sono gione quel tanto che baSì, perché non basta ricercare riciclo non solo contribraccia aperte l’immonCommissari palliativi senza sempre fondati. Proprio sta per assumere consu- la "terra promessa" dove edificare buirebbe a ridurre i codizia nostrana per teStraordinari tagli chirurgici nell’ottica di "salvare la lenti e impiegati in via nuove discariche, nuovi siti di sti di gestione degli imnerli in attività anziché faccia" a livello pubbliclientelare, per ristrut- stoccaggio, si dovrebbe anzi inter- pianti di accumulo, ma chiuderli. co, infatti, ci si è solleciturare la villa al mare venire sulle tre erre della questio- diventerebbe una risorGli inceneritori, antamente mobilitati per la pulizia (magari abusiva), per foraggiare ne: Ridurre, Riusare, Riciclare. sa per le imprese e un considere- zitutto, non bruciano indistintadel centro storico di Napoli, e con attività camorriste. Una formula magica che rende- vole risparmio per le famiglie in mente ogni tipo di materiale, anzi la benedizione del Presidente NaPerché sarebbe fiabesco, se rebbe inutile anche la costruzione termini fiscali. ottengono resa energetica migliopolitano il Maschio Angioino è non ridicolo, il voler farci credere dei "termovalorizzatori" (lemma I rifiuti urbani, infatti, si com- re da carta, legno e plastica, nulla nuovamente lindo e pinto, libero che il patatrack della munnezza più raffinato per dire "incenerito- pongono di residui alimentari e da materiali inerti e lavorano con da cumuli di spazzatura e pronto a abbia colto alla sprovvista le am- ri"), che allo stato attuale delle co- potature per il 34%, carta e carto- fatica la frazione umida. Dai mefarsi fotografare dai visitatori (che ministrazioni locali. se sembrano essere l’unico antido- ne per il 23%, plastica per l’11%, talli, invece, gli impianti vengono hanno comunque annullato in La Campania, infatti, ha sem- to contro l’invasione degli ultra- legno per il 2%, metalli per il 3%, addirittura danneggiati, poiché massa le loro prenotazioni di sog- pre avuto con il problema dei ri- corpi, o dell’immondizia. vetro per il 6% e altro per il re- questi vi fondono dentro. Un incegiorno nel capoluogo campano e fiuti un contenzioso aperto: dal Le discariche, per prima cosa, stante 21%. Mentre la frazione neritore ben funzionante presupnelle altre città d’interesse storico 1995 si parla di "emergenza" e si sono estremamente inquinanti. La umida, cioè quella organica, po- pone che il materiale da trattare e artistico). nominano Commissari Straordi- loro costruzione può avvenire so- trebbe essere trasformata in com- venga selezionato da un impianto Le reazioni dei cittadini cam- nari. Tredici anni di emergenza lo in siti con terreni impermeabili, post (concime, ottimo per l’agri- di produzione di Cdr (combustibipani - sacrosante - non hanno tar- continuata, dunque. E molti mi- argillosi, e non sono altro che im- coltura, per la florovivaistica o per le da rifiuto) altrettanto efficiente. dato a scatenarsi: polemiche come liardi investiti per la ricerca di so- pianti per il confinamento dell’im- la bonifica di siti inquinati), la car- Come minimo, dunque, questo impiovesse, sollevazioni, scontri ac- luzioni concrete, ovviamente mai mondizia, spesso sommariamente ta, il cartone, la plastica, il metallo, plica che gli impianti da mantenecesi con le forze dell’ordine, un trovate. radunata in ecoballe che esposte il legno e il vetro possono essere re (da costruire, nel caso della clima da guerra civile. E i poveretTuttora, nonostante la media- agli agenti atmosferici si bagnano riciclati o riusati, con risparmi di Campania) siano due. Le tre erre della questione: Ridurre, Riusare, Riciclare mondo nella sua unicità. Per questo abbiamo deciso di raccogliere e raccontare le storie di Souk, Ali, Kualid, Asuda e degli altri che hanno potuto regalarci un disegno, anche se a loro spesso è stato tolto tutto". Tutte le opere sono esposte al Complesso del Vittoriano di Roma, fino al 2 marzo 2008. CATERINA MASCOLO 18 ANNI, ROMA In Italia è costume diffuso non prendere in considerazione le soluzioni più ovvie ed immediate (al grido di "la gente non ha senso civico") per lanciarsi in faraonici progetti, opere pubbliche che non verranno mai rese operative e che appesantiranno le voci della spesa pubblica per creare nuove falle laddove sarebbe servito un rammendo ben fatto. Il movente economico è sicuramente una molla fondamentale del processo decisionale: commesse, appalti e incarichi sono sempre una ghiottissima occasione di speculazione sulla pelle dei cittadini, per i quali anche dal punto di vista sanitario si prospettano rischi gravissimi, specialmente con l’arrivo della stagione estiva. Contraddizioni, sperperi, progetti dissennati, supercommissari che vanno e che vengono. Speriamo solo che non si continui a fronteggiare l’emergenza rifiuti con altri 13 anni di inerzia. FRANCESCA GIULIANI 19 ANNI, ROMA PROGETTO DE I CANTIERI DELL'ETERE S.R.L. VIA NAZIONALE 5 - 00184 ROMA TEL. 0647881106 - FAX 0647823175 PER SCRIVERCI: [email protected] Da dieci anni ogni mese in 35.000 classi el 1997 comincia l'avventura editoriale di Zai.net, la rivista mensile scritta dagli studenti delle scuole superiori che ne sono allo stesso tempo redattori e lettori. Oggi è senza dubbio il più grande laboratorio di cultura giornalistica dedicato ai giovani operante in Italia con le sue 1350 scuole superiori coinvolte. Inchieste, politica, musica, Internet, media raccontati dai ragazzi dai 14 ai 19 anni coordinati da giornalisti-tutor. L'obiettivo? Quello di far maturare nei giovani la consapevolezza che una corretta fruizione dell'informazione è alla base di ogni moderna democrazia. Non futuri giornalisti i lettori-redattori di Zai.net (almeno non tutti), ma quanto meno “lettori evoluti”. Ma Zai.net non è solo un mensile, è un progetto formativo che si articola attraverso: - Redazione on-line sul sito www.zai.net con la possibilità di inviare testi e immagini, partecipare a forum ed entrare a far parte di una vera e propria community di giovani reporter. - Radio: due ore di diretta pomeridiana dalle sedi di Roma, Torino, dalle città della Liguria e da dieci istituti superiori dotati di laboratori radiofonici. Le trasmissioni sono in onda sulle frequenze terrestri del circuito e sul satellite di Radio Zai.net (11.200 Mhz). - Televideo Regionale Rai alle pagine 592-596: una rubrica di informazione sulla scuola e sulle opportunità formative gestita direttamente dalle redazioni locali. Il servizio è a disposizione 24 ore su 24 di insegnanti, operatori, studenti, Direzioni Regionali e Amministrazioni pubbliche. - Comunicazione “peer to peer”. I progetti vengono di volta in volta elaborati, sia a livello nazionale sia locale, in collaborazione con Enti, Istituzioni, Aziende pubbliche e private. Hanno l'obiettivo di stimolare i giovani all'interazione e alla capacità di organizzarsi per realizzare strumenti di informazione e di comunicazione Dal 1997 coinvolgendo i loro coetanei; di dare voce a problemi come l'abbandono e il ritardo scolastico, di valorizzare l'unico mensile realtà culturali e territoriali, di informare sulle nuove opportunità di accesso al mondo del lavoro, sui diritti scritto dagli studenti dei giovani consumatori, sulla prevenzione e la salute, sui diritti civili e l'intercultura. N