anno1 numero2 giugno 2015

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anno1 numero2 giugno 2015
ANNO 1, NUMERO 2
GIUGNO 2015
www.igeia.it
LE BUONE NOTIZIE
ASSOCIAZIONE CULTURALE IGEIA
Boyan Slat, il ragazzo che vuole ripulire gli oceani.
Utilizzare le correnti e le onde del mare per raccogliere i rifiuti di plastica attraverso una grande
barriera galleggiante. E' questo il principio di
Ocean Cleanup, il progetto che, realizzato circa
un anno fa dal 19enne olandese Boyan Slat, nel
2016 verrà installato per la prima volta al largo
delle coste di Tsushima, isola tra Giappone e Corea del Sud. I bracci fluttuanti, lunghi 2.000 metri,
convogliano la plastica verso compattatori alimentati a energia solare, senza disturbare le rotte
di pesci e la vita di organismi marini.
Il sistema di barriere ancorato al fondale è costituito da due bracci fluttuanti, disposti ad angolo lungo il percorso delle correnti per convogliare la plastica verso le stazioni che la raccoglieranno. La maggior parte della plastica si
trova in superficie e le stazioni contengono frantumatori che raccolgono i rifiuti prima della
fase di raccolta e riciclo.
Un progetto finanziato dal basso - Ocean
Cleanup è un progetto pilota nato con l'obiettivo di ripulire la Great Pacific Garbage Patch, la
più grande isola di plastica tra le Hawaii e la
California. Il giovane olandese ha vinto nel
2012 il Best Technical Design all'Università di
Delft e, nel 2014, con una raccolta fondi online
ancora in corso, ha raggiunto 2,1 milioni di
dollari e ha potuto dare così inizio alla sua
"avventura". I test sono durati più di un anno e,
come spiega Slat, è stata scelta l'isola statunitense come sito "privilegiato" perché "la corrente e le condizioni d'onda sono favorevoli
per la sperimentazione e c'è tanta plastica" "Ogni anno - ha precisato - arrivano a terra 30mila
metri cubi di rifiuti".
Oceani e isole di plastica - Secondo uno studio dell'Università del Connecticut negli oceani
galleggiano 269 mila tonnellate di plastica, la maggior parte in forma di microplastiche. L'oceanografo Curtis Ebbesmeyer ha censito le maggiori concentrazioni di plastica individuando cinque isole-spazzatura: due nell'Oceano Atlantico, una nell'Indiano e due nel Pacifico, con
un'estensione
di
milioni
di
chilometri
quadrati.
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Quella del Pacifico settentrionale, la Great Garbage Patch, sarebbe grande come l'Europa,
"alimentata" da una tonnellata di plastica al giorno.
La missione: dieci anni per ripulire il Pacifico Da qui la difficoltà di ripulire totalmente i mari,
obiettivo che per Slat invece è perseguibile proprio a partire dall'impresa più ardua: dopo l'isola
di Tsushima, a essere "bonificata" sarà la Great Pacific Garbage Patch. Il progetto prevede di collocare, entro 5 anni, barriere lunghe circa 100 chilometri, che per Slat sono "in grado di catturare quasi la metà della spazzatura nella zona dell'isola". Secondo il team di 100 scienziati e ingegneri che segue il progetto la "barriera gigante" sarà in grado di portare a termine la sua "missione" nel giro di dieci anni.
Il Pacific Trash Vortex, nota anche come
grande chiazza di immondizia del Pacifico(Great Pacific Garbage Patch), è un
enorme accumulo di spazzatura galleggiante (composto soprattutto da plastica) situato
nell'Oceano Pacifico, approssimativamente
fra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il
35º e il 42º parallelo Nord. La sua estensione non è nota con precisione: le stime vanno da 700.000 km² fino a più di 10 milioni di km² (cioè da un'area più grande della Penisola
Iberica a un'area più estesa della superficie degli Stati Uniti), ovvero tra lo 0,41% e il 5,6%
dell'Oceano Pacifico. Quantunque valutazioni ottenute indipendentemente dall'Algalita
Marine Research Foundation e dalla Marina degli Stati Uniti stimino l'ammontare complessivo della sola plastica dell'area in un totale di 3 milioni di tonnellate, nell'area potrebbero
essere contenuti fino a 100 milioni di tonnellate di detriti.
L'accumulo si è formato a partire dagli anni cinquanta, a causa dell'azione della corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico (North Pacific Subtropical Gyre), dotata di un particolare
movimento a spirale in senso orario, il
centro di tale vortice è una regione relativamente stazionaria dell'Oceano Pacifico
(ci si riferisce spesso a quest'area come la
latitudine dei cavalli), che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro formando una enorme "nube" di spazzatura presente nei primi della superficie oceanica.
Questo accumulo informalmente viene chiamato con diversi nomi, tra cui Isola orientale di
Immondizia' o Vortice di Pattume del Pacifico.
Una chiazza simile di detriti galleggianti, con densità comparabili, è presente anche
nell'Oceano Atlantico .
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