consigli e suggerimenti per chi effettua gli accompagnamenti

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consigli e suggerimenti per chi effettua gli accompagnamenti
ASSOCIAZIONE VOLONTARI
ASSISTENZA PAZIENTI ONCOLOGICI
CONSIGLI E SUGGERIMENTI PER CHI
EFFETTUA GLI ACCOMPAGNAMENTI DOMICILIO/OSPEDALE
Il servizio di accompagnamento dal domicilio alla struttura sanitaria per pazienti affetti da
patologia a carattere neoplastico è uno dei settori più impegnativi per l’attività svolta da
A.V.A.P.O.-Mestre sia sotto il profilo organizzativo, sia per quanto concerne l’impegno di
spesa.
Anno dopo anno la richiesta è in continuo aumento e ciò è pienamente giustificato dato
l’alto numero di persone anziane, molto spesso sole e malate, che vivono nel nostro
territorio e che non sono in grado di affrontare autonomamente il percorso dal proprio
domicilio alla struttura ospedaliera.
Al tempo stesso, la nostra Associazione può contare sul sostegno che ci perviene dal
Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Venezia, dalla Provincia di Venezia e
nell’ultimo anno dalla Fondazione Vodafone. Enti che nel corso degli anni hanno
approvato i progetti presentati e finanziato tra le varie attività svolte dall’Associazione,
anche questa, così da consentirci di riconoscere ai volontari che si rendevano disponibili a
tale servizio il rimborso delle spese di carburante.
Per i malati che ne usufruiscono, si tratta di un importante aiuto, soprattutto in
concomitanza con lo spostamento nel nuovo ospedale all’Angelo, raggiungibile dal centro
città con maggiori difficoltà soprattutto da parte di chi è incerto nella deambulazione e si
spaventa di fronte alle novità a causa dell’età e delle compromesse condizioni fisiche.
La nostra sede e le voci amiche che rispondono al telefono pronte a ricevere e soddisfare
le richieste, costituiscono per tutte queste persone una sorta di garanzia e sicurezza che le
tranquillizza. Di fronte alle loro chiamate, soprattutto se sono malati che già in precedenza
hanno richiesto il nostro intervento, sembra di trovarsi come in una famiglia dove
reciprocamente ci si sostiene e con tanto affetto ci si aiuta. Ciò accade anche se il volto di
chi sta all’altro capo del telefono non è noto a tutti coloro che operano affinché il grande
progetto di aiuto che anima e motiva chi collabora con A.V.A.P.O.-Mestre possa
concretizzarsi ed accrescere nel tempo, adeguandosi prontamente alle necessità che
emergono.
Il nostro parco macchine che si è ulteriormente ampliato grazie al Doblò acquistato con il
finanziamento della già citata Fondazione Vodafone e ai due Doblò ricevuti in dono da
ACTV (Azienda Trasporti Veneziana) attrezzati per il trasporto di persone non
deambulanti, assieme alle autovetture private messe a disposizione dai volontari, ci ha
consentito fino ad ora di soddisfare tutte le richieste pervenute. Talvolta ciò ha richiesto un
grosso impegno per cercare di conciliarle con le disponibilità temporali dei volontari, ma
possiamo affermare con orgoglio di avercela fatta. Lo stanno a testimoniare le espressioni
di gratitudine che riceviamo e l’affermazione che le nostre promesse non rimangono tali,
ma si traducono sempre in azioni concrete: è un modo anche questo per dimostrare
rispetto verso tutti coloro che credono in noi e che contano sulla nostra presenza al loro
fianco pur nella consapevolezza dei nostri limiti.
Con affetto rivolgo il mio grazie alla numerosa schiera di volontari che svolgono questo
servizio di accompagnamento e che spero nel tempo possa accrescere di numero, così da
tradurre con i fatti la vitalità che il grande cuore che anima la vita della nostra Associazione
sa trasmettere.
Stefania Bullo
L’OBIETTIVO che questo tipo di attività si prefigge di perseguire è quello di garantire
l’accompagnamento dall’abitazione del richiedente alla struttura sanitaria cui deve
accedere per visite, cure od esami aiutandolo a superare le difficoltà connesse con
l’impossibilità, per svariate ragioni, di utilizzare i mezzi pubblici.
Accanto all’obiettivo primario, l’accompagnamento può offrire ulteriori opportunità per il
malato e gli eventuali accompagnatori, quali quelle di

facilitare l’instaurarsi di relazioni umane tra chi si viene a trovare in una situazione
contingente di difficoltà e i volontari, persone comuni che si rendono disponibili ad
effettuare questo servizio

offrire l’opportunità al malato di uno spazio temporale durante il quale poter
comunicare, esternare ansie e timori che non ha espresso ai familiari o al personale
sanitario, sapendo di essere ascoltato e capito

favorire la “rilettura” della propria condizione di malato, da un punto di vista che
eviti di porre l’accento sugli elementi di negatività mettendone in risalto altri che
possono rivestire carattere di positività. E’ la tipica osservazione del “bicchiere”
sottolineandone la sua quasi completezza piuttosto che la parte mancante per
raggiungerla. Attraverso questo impegno che può sembrare più difficoltoso di
quanto nella realtà si riveli essere, è possibile far tornare a sorridere, magari anche
se per un attimo, la persona che stiamo accompagnando, cercando di aiutarla a
ritrovare la speranza e la fiducia nel tempo che la vita riserva ad ognuno di noi e
che non ci è dato di conoscere quantitativamente. Breve o lungo che sia, lo sforzo
deve essere quello di farlo trascorrere nel modo migliore possibile, cercando di
allontanare con la nostra presenza ed il nostro aiuto, i pensieri più bui

promuovere un dialogo su questioni legate al vivere comune: dal fatto di cronaca,
alla partita di calcio. Sarà capacità del volontario cercare di individuare l’argomento
che può aiutare il malato ad avviare il dialogo. Dipenderà dalle caratteristiche
temperamentali di ciascun volontario trovare la modalità più adeguata, ma potranno
trovare spazio anche battute, e perché no qualche barzelletta e freddura, sempre
dopo aver verificato se essa può essere d’aiuto alla persona che siede accanto a
noi.
Risulta evidente che per il conseguimento degli obiettivi sopra esposti, non servono
abilità particolari se non quella fondamentale tipica di qualsiasi relazione umana, di
saper spostare l’attenzione da se stessi ai segnali di bisogno che provengono dall’altro.
Per favorire l’instaurarsi di una relazione positiva tra il malato ed il volontario, si cerca
soprattutto a fronte di interventi molteplici, di garantire gli accompagnamenti da parte di
un gruppo di volontari che si mantiene costante per tutta la durata del ciclo di terapie.
Ideale sarebbe poter affidare un malato ad un volontario, ma gli impegni lavorativi e
familiari di questi ultimi rendono ciò di difficile realizzazione.
Ed qualche breve suggerimento di ordine pratico:
ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO

La segretaria contatta i volontari verificando la loro disponibilità a svolgere
l’accompagnamento di cui è pervenuta richiesta in sede, nel giorno e nell’orario
indicati dal malato o da un suo familiare

Vengono quindi comunicati il nominativo, l’indirizzo e il numero di telefono della
persona che necessita del servizio

Qualora si tratti di una prima richiesta, si ricorda al volontario di far compilare dal
richiedente o da chi per esso uno specifico modulo di liberatoria (All.1), in cui
vengono riportati i dati anagrafici, il motivo della richiesta ed in cui è specificata
la completa gratuità del servizio

Il volontario viene informato circa il grado di autonomia della persona da
accompagnare e se è sola oppure accompagnata da un familiare/conoscente

Vengono fornite al volontario tutte le indicazioni necessarie per raggiungere il
luogo in cui accompagnare il malato
FASE PRECEDENTE L’ACCOMPAGNAMENTO

Mettersi mentalmente a disposizione dell’altro allontanando dalla propria mente
pensieri e preoccupazioni personali: nello spazio temporale che liberamente si
decide di dedicare all’altro, la propria persona deve essere concentrata sul
compito che si è scelto di assolvere, così da potersi mettere in una reale
posizione di ascolto dell’altro

Dare conferma telefonica dell’effettuazione del servizio la sera precedente
l’appuntamento. E’ un modo questo per stabilire, soprattutto in occasione di
persone che non si conoscono e richiedono per la prima volta il nostro aiuto, un
primo approccio, che si concretizzerà il giorno appresso nella reciproca
conoscenza diretta
EFFETTUAZIONE DEL SERVIZIO

Essere in anticipo rispetto all’appuntamento stabilito telefonicamente. Anche
pochi minuto di ritardo possono creare in chi sta attendendo ansia e timore di
non fare in tempo ad arrivare puntuali ed usufruire quindi della cura o esami
prenotati

Qualora si dovesse verificare qualche ritardo, comunicarlo telefonicamente alla
persona che ci sta attendendo

Quando si raggiunge l’abitazione della persona da accompagnare, esibire il
tesserino di riconoscimento, chiedere se è necessario un aiuto per raggiungere
l’auto

In automobile, sistemare il sedile in modo che si abbia l’inclinazione e la
posizione più comoda per chi si deve accomodare

Invitare la persona accompagnata a sedersi sul sedile anteriore o se preferisce,
su quello posteriore, ricordandogli di allacciarsi le cinture di sicurezza. Potrà
capitare che qualche malato faccia presente che lui si trova in una condizione
che gli consente l’esenzione da questo obbligo. Se ti trovi in questa circostanza,
ricordati di richiedere alla persona accompagnata di avere con sé la
dichiarazione attestante questa condizione

Avviare un dialogo, partendo da argomenti “neutri”, cercando di coinvolgere
l’accompagnato; evitare però di investirlo di “chiacchiere” riservando uno spazio
all’ascolto ed accettare anche l’eventuale richiesta di poter stare in silenzio. Può
capitare infatti, soprattutto se non si è mai avuto modo di conoscersi in
precedenza, che il primo accompagnamento risulti abbastanza silenzioso: non
preoccuparti per questo; diamo al malato il tempo necessario per riporre fiducia
in noi
RAGGIUNGIMENTO DELLA META

Accompagnare l’ammalato all’interno della struttura dove deve recarsi

Al momento di scendere dalla macchina, porgere il braccio, ma non insistere se il
malato desidera procedere autonomamente. E’ importante invece, stargli al fianco
pronti ad intervenire in caso di una temporanea perdita di equilibrio

Verificare che sia in lista per l’effettuazione della visita o dell’esame a cui deve
essere sottoposto

Se si prevede che l’attesa possa protrarsi o che la cura richieda dei tempi lunghi,
lasciare il proprio numero di telefono per essere richiamati non appena si può
effettuare il rientro a casa
FASE DEL RIENTRO

Al momento del ritorno, osservare il malato per rilevare eventuali segni di
sofferenza; molto spesso è sufficiente osservare senza porre troppe domande per
accorgersi di uno stato di malessere

Tranquillizzare il malato e fermarsi se sente la necessità di farlo: l’importate è
trasmettere calma e non infondere l’idea che è necessario affrettarsi

Se durante il percorso di rientro a casa, viene richiesto di effettuare piccole
incombenze come ritirare un pacco della spesa, passare in farmacia o ritirare una
ricetta, rendersi disponibili a farlo

Verificare se il malato necessita di essere accompagnato fino all’interno della
propria abitazione prima di congedarsi da lui
POSSIBILI SITUAZIONI DI DIFFICOLTA’
PARCHEGGI

Si possono incontrare problemi di parcheggio. Per evitare lunghi spostamenti a
piedi al trasportato, se possibile, si lascia la macchina con le frecce di
posizione accese, il più vicino possibile al luogo da raggiungere, avendo
l’accortezza di porre sul cruscotto bene in vista, il cartello giallo che indica la
qualifica di volontario di A.V.A.P.O.-Mestre e la tipologia di servizio che si sta
effettuando. E’ opportuno lasciare accanto anche il proprio numero di cellulare
così da poter essere facilmente raggiunti e provvedere allo spostamento del
veicolo entro breve tempo.
Nel nuovo ospedale all’Angelo è necessario che il malato provveda al
pagamento del parcheggio (€ 1,00 ogni ora o frazione di ora). Il malato è stato
informato di questa incombenza quando ha effettuato la richiesta ala segreteria
dell’Associazione. Sono esonerati dal pagamento coloro che sono muniti del
tesserino arancione che attesta una situazione di disabilità. Il loro ingresso
però è condizionato dalla disponibilità di posti gialli. Qualora non ve ne fossero
di liberi, è necessario attendere. Al momento dell’uscita affinché venga alzata
la sbarra senza pagare, è necessario esibire all’operatore il tesserino
arancione e firmare un modulo.
INCONGRUENZA CIRCA LE INFORMAZIONI RICEVUTE

Può accadere che le informazioni sulla durata dell’esame non corrispondono a
quelle fornite dalla segreteria dell’A.V.A.P.O.-Mestre. In questo caso, mettersi
in contatto telefonicamente con la segreteria o con la sig.ra Franca: tali numeri
sono sempre forniti ai volontari preposti a tali servizi

Le informazioni sull’autonomia della persona non corrispondono alla situazione
reale. Anche in questo caso mettersi in contatto telefonico con la segreteria per
informare della situazione
ATTEGGIAMENTI, DOMANDE DIFFICILI

Può verificarsi l’evenienza in cui il malato scoppi in un pianto liberatorio e riveli
la necessità di essere capito e consolato. In queste situazioni, è opportuno
accostare la macchina, fermarsi ed aiutare la persona a liberarsi dell’angoscia
che avverte dentro di sé e che ha bisogno di esternare prima di rientrare a
casa e magari di incontrare un familiare. Può rivelarsi anche molto importante il
contatto fisico quale una stretta di mano, una carezza, una mano sulla spalla,
ecc. che faccia avvertire il calore umano e la solidarietà che si sta cercando di
attestargli. L’importate è che si tratti di un gesto sincero, perché chi si trova in
una tale situazione di fragilità è molto vulnerabile, ma al tempo stesso molto
acuto nel “leggere” la genuinità dei gesti e degli atteggiamenti espressi

Il malato, soprattutto se si è potuto avviare il percorso di conoscenza con il
volontario a cui ho fatto spesso riferimento, può, in talune occasioni, porre delle
domande che possono destare un certo imbarazzo o far trovare in difficoltà il
volontario che lo sta accompagnando e che si sente investito della necessità di
rispondere. Anche in questa circostanza, l’elemento fondamentale è il saper
ascoltare ed accogliere cercando di capire il reale bisogno che sottende
l’interrogativo stesso. Il malato è consapevole del fatto che non essendo dei
sanitari, non possiamo fornirgli delle risposte in tal senso, però ugualmente può
esternare queste domande. Tale gesto è metaforicamente come un mettersi
davanti allo specchio e portare al di fuori del proprio intimo tutti quei dubbi che
se inespressi o non ascoltati, tendono ad ingigantirsi e ad impedire alla
persona malata di intravedere qualsiasi barlume di speranza. Risulta chiara
quindi l’importanza del sapersi porre in una condizione di ascolto volto a
sostenere, ad infondere fiducia e speranza, senza minimizzare o banalizzare i
dubbi che poc’anzi ha espresso. E’ possibile anche suggerire al malato di
esporre le stesse domande al medico o all’infermiere senza timore di
domandare informazioni di scarso rilievo. Anche in questo caso, la nostra
funzione in qualità di volontari, è quella di indirizzare e confermare una risposta
che il malato in cuor suo si aspettava di ricevere.
All.1
RICHIESTA ORGANIZZAZIONE TRASPORTO
PAZIENTE ESTERNO PER:

RADIOTERAPIA

CHEMIOTERAPIA

VISITA SPECIALISTICA

ESAMI

ALTRO
Il servizio di trasporto è richiesto da …………………………………………………………………………...
per il/la signor. ……………………………………………………………
residente a ………………………………………………………….
Via …………………………………………………………
N° tel. ……………………………………………………
Il paziente è autonomo?
Presenta difficoltà nella deambulazione?
IL SERVIZIO DI ACCOMPAGNAMENTO E’ COMPLETAMENTE GRATUITO.
Con la presente si solleva l’Associazione A.V.A.P.O.-Mestre e il volontario che effettua il
trasporto da qualunque responsabilità.
Mestre, ……………………
FIRMA DEL RICHIEDENTE
LA SPERANZA NON E’ UN SOGNO,
MA UN MODO PER TRADURRE I SOGNI IN REALTA’
JOSEPH SVENENS
BUON ACCOMPAGNAMENTO!!!!