Il progetto educativo

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Il progetto educativo
Progetto Educativo , la programmazione ed il
Piano dell’Offerta Formativa hanno una comune
Il
denominazione:
la crescita armonica del bambino.
Beato il bambino che inzia la vita incontrando un sorriso.
Beato il bambino che ha più attenzioni dell’auto pulita.
Beato il bambino che è circondato da tanto amore più che da tante cose.
Beato il bambino che non è guastato da eccesso di facilità.
Beato il bambino che non è ubriacato dalla televizione e dalla pubblicità.
Beato il bambino che non è “asfissiato”, ma può andare a gio care in cortile.
Beato il bambino che non è obbligato a leggere a tre anni, a ballare a quattro, a
suonare a cinque, a essere campione a sei.
Beato il bambino che può esere un bambino.
Beato il bambino che può vivere e giocare da bambino.
Beato il bambino che si sente sussurrare la sera prima di addormentarsi
e al mattino al risveglio:
Amore mio ti affido al buon Dio.
(H. J. M. Nouwen, A mani aperte)
Il bambino è un soggetto attivo, impegnato in un processo di interazione continua con i
pari, gli adulti, l’ambiente e la cultura.
“Il gioco costituisce, in questa età, una risorsa privilegiata di apprendimento e di relazione. Esso,
infatti favorisce rapporti attivi e creativi sul terreno sia cognitivo che relazionale, consente al
bambino di trasformare la realtà secondo le sue esigenze interiori, di realizzare le sue potenzialità e
di rivelarsi a se stesso e agli altri in una molteplicità di aspetti, di desideri e di funzioni.
L’insegnante, evitando facili improvvisazioni, invia al bambino, attraverso la ricchezza e la varietà
delle offerte e delle proposte di gioco, una vasta gamma di messaggi e di stimolazioni, utile alla
strutturazione ludiforme della attività didattica nei diversi campi di esperienza.” (Orientamenti
’91)
Il progetto educativo fa riferimento alla concezione Cristiana della vita e della persona
nell’ambito della proposta pedagogica-educativa della scuola che orienta le sue strategie
didattiche sulla base delle indicazioni degli orientamenti ’91, in assoluta conformità con
l’identità cristiana che ne fonda il progetto e ne ispira l’azione. La promozione integrale
della personalità di “tutti” i bambini e bambine costituisce impegno fondamentale per
quanti condividono la responsabilità dell’educazione delle giovani generazioni. Le
componenti della personalità da sviluppare riguardano tutti gli ambiti evolutivi: da quello
fisico-corporeo a quello espressivo-linguistico, dall’area cognitiva e logico-matematica a
quella affettiva, sociale, morale e religiosa. L’obiettivo di fondo è: educare all’autonomia
insegnando il rispetto di sè e degli altri per far comprendere che ognuno, in quanto figlio
di Dio, deve agire per il “bene comune”.
Io, un bambino,
…una persona
Corpo
Mi muovo
Percepisco
Agisco
Mente
Ricordo
Penso
Esprimo
Cuore
Amo me stesso
Amo gli altri
Amo la natura
Amo Dio Padre
Pur fondando l’educazione sull’insegnamento cristiano, vengono accettate le realtà
religiose “diverse” (ad esempio diete particolari per i mussulmani) quale mezzo di
conoscenza e confronto.
Eventuali diversità ritenute “problematiche” non sono né potranno essere in alcun modo
ragioni per giustificare emarginazione, che potrà essere
accuratamente evitata e
prevenuta attraverso la sensibilità, l’attenzione e la possibile individualizzazione degli
interventi educativi e didattici delle insegnanti; alle quali si richiede un profilo di alta
complessità e di grande responsabilità.
Educare significa fare attenzione a tutta la persona (intelligenza e affettività): ciò significa
che tutta la giornata del bambino (tempi forti e deboli) va vissuta con serenità, sicurezza,
in un ambiente ricco di relazioni interpersonali che si fondano sui principi e valori
universalmente riconosciuti e valorizzati da un’insegnante dotata di competenze: culturali,
pedagogiche, psicologiche, metodologiche, didattiche, unite a grandi doti di sensibilità e
disponibilità.
Le attività alla scuola dell’Infanzia hanno struttura composita e di conseguenza tendono a
svilupparsi in molteplici direzioni e “contengono” frammenti e richiami a numerose altre
attività; il facile passaggio da un’attività all’altra, da uno stato d’animo all’altro, non
corrisponde ad una situazione di carenza, ma a un atteggiamento che muterà man mano
che il bambino acquisisce competenze nell’uso degli strumenti, disinvoltura nei
movimenti e nella collocazione degli spazi, facilità nell’uso di linguaggi diversi.
Importante è basare l’attività su quello che il bambino sa già fare, consentendogli così di
progredire a partire dalle sue competenze e facendo riferimento alle sue potenzialità, cioè
alla sua area prossimale di sviluppo.
Richieste di un bambino/persona
 Lasciami provare…tentare…sperimentare: ho bisogno di mettermi alla prova.
 Lasciami sbagliare: imparerò a correggermi…con il tuo aiuto.
 Ascoltami quando ti chiedo aiuto e dammi le informazioni necessarie perché mi
possa muovere con sufficiente sicurezza.
 Dimmi soprattutto ciò che posso fare e non quello che non posso fare.
 Dammi poche regole, ma convincenti.
 Lasciami usare la fantasia, ciò mi darà maggior sicurezza.
 Lasciami contribuire concretamente al…futuro del mondo: NON PROVOCHERO‘
DISASTRI
 Aiutami con il tuo esempio, ad amare me stesso, gli altri, la natura.
 Aiutami a cercare la paternità di Dio in me stesso, nel mio prossimo, nelle cose.
Spero che abbiate la bontà di darmi retta e che siate disponibili, una volta tanto, a lasciarvi
guidare da me nel difficile compito che vi spetta. Statemi tutti vicini, vi voglio bene.
La proposta operativa
Qui finiscono le richieste del nostro bambino/persona
e inizia il nostro straordinario compito.