Isola Nera 1/32
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Isola Nera 1/32
Isola Nera 1/32 Casa di poesia e letteratura. La prima in Sardegna, in Italia, aperta alla creazione letteraria degli autori italiani e di autori in lingua italiana. Isola Nera è uno spazio di libertà e di bellezza per un mondo di libertà e bellezza che si costruisce in una cultura di pace. Direzione Giovanna Mulas. Coordinazione Gabriel Impaglione. [email protected] - aprile 2006 - Lanusei, Sardegna Pubblicazione Patrocinio UNESCO. Inserita nella categoria Riviste (italia) http://www.unesco.org/poetry/ . L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. Pier Paolo Pasolini Porti l’odore del mio sempre, e il rumore di risacca giù, tra riva e scoglio, nè campi immensi i fiori e lidi peli bianchi di passato grevi, ove rifugiano la bocca mia, e gli occhi pieni. Mi sei di sangue, e Di stesso sangue fatto, Tu, che componi, affondi la carne prima, alle alture del cervello lassù dove, del cuore, avviso solo fremito costante, sicuro e unico fedele. Ed empirai di latte, spada mia, la coppa ardente. Oh, so, capezzoli ginestra i muri prepotenti ai quali romperai ogn’indugio, le dita rami d’oceanico seme, giù, oltre il buio dolce dove non c’è stagione ma primavera, sempre, germoglia. Lassù dove nient’altro, io voglio avvisare. Giovanna Mulas I CANTI DELLA RESISTENZA I canti della Resistenza antifascista costituiscono parte integrante del nostro canzoniere nazionale. I loro testi, i loro suoni si riallacciano a quelli del Risorgimento e della Grande Guerra. Ed esiste anche una creatività specifica, di gruppo, di zona, di formazione, che ricostruisce per immagini genuine, a volte ingenue, il clima popolare di quella lotta partigiana cui si deve la salvezza dell'onore del nostro Paese. La famosa e mai banale Bella Ciao, qui proposta, ha un'ascendenza illustre: è infatti possibile riconoscere il modello di questo canto nella diffusissima canzone narrativa, conosciuta in tutta l'Italia settentrionale e citata di solito come Fior di tomba o anche Il fior della Rosina. OLTRE IL PONTE di Italo Calvino e Sergio Liberovici O ragazza dalle guance di pesca, O ragazza dalle guance d'aurora, Io spero che a narrarti riesca La mia vita all'età che tu hai ora. Coprifuoco: la truppa tedesca La città dominava. Siam pronti. Chi non vuole chinare la testa Con noi prenda la strada dei monti. Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore. Silenziosi sugli aghi di pino, Su spinosi ricci di castagna, Una squadra nel buio mattino Discendeva l'oscura montagna. La speranza era nostra compagna Ad assaltar caposaldi nemici Conquistandoci l'armi in battaglia Scalzi e laceri eppure felici. Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore. Non è detto che fossimo santi, L'eroismo non è sovrumano, Corri, abbassati, dài, balza avanti, Ogni passo che fai non è vano. Vedevamo a portata di mano, Dietro il tronco, il cespuglio, il canneto, L'avvenire d'un mondo più umano E più giusto, più libero e lieto. Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore. Ormai tutti han famiglia, hanno figli, Che non sanno la storia di ieri. lo son solo e passeggio tra i tigli Con te, cara, che allora non c'eri. E vorrei che quei nostri pensieri, Quelle nostre speranze d'allora, Rivivessero in quel che tu speri, O ragazza color dell'aurora. Avevamo vent'anni e oltre il ponte Oltre il ponte che è in mano nemica Vedevam l'altra riva, la vita, Tutto il bene del mondo oltre il ponte. Tutto il male avevamo di fronte, Tutto il bene avevamo nel cuore, A vent'anni la vita è oltre il ponte, Oltre il fuoco comincia l'amore. BELLA CIAO Questa mattina mi sono alzato, o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, questa mattina mi sono alzato e ho trovato l'invasor. O partigiano, portami via, o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, o partigiano, portami via, che mi sento di morir. E se muoio da partigiano o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, e se muoio da partigiano tu mi devi seppellir. E seppellire lassù in montagna, o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, e seppellire lassù in montagna sotto l'ombra d'un bel fior. E le genti che passeranno, o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, e le genti che passeranno e diranno: «O che bel fior!». È questo il fiore del partigiano, o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, è questo il fiore del partigiano, morto per la libertà. testi delle canzoni tratti da Virgilio Savona-Michele Straniero,Canti della Resistenza italiana, Rizzoli, Milano 1985 Fonte: http://www.antoniogramsci.com Reno Bromuro Italia SE PROPRIO DEVO ANDARE Se proprio devo andare voglio indossare una camicia pulita. Non voglio portare come una bandiera questa camicia che sa di fango, di sudore e di sangue; di polvere di pietra macinata con i denti per aprire nuove vie; di spine tolte alle rose strappate dalle mie mani ma penetrate nel cuore. Se proprio devo andare voglio indossare una camicia pulita. L'uomo non ha capito e ... Se devo andare datemi per favore una camicia pulita. da «Dove vai, Uomo?» Bartolo Cattafi Barcellona Pozzo di Gotto, Messina- Italia 1922-1979 Metamorfosi Qui lasciata priva di buccia polpa al sole abbrunita aggrinzita essiccata lieve essenza imprecisa lieta polvere pronta a un'umida vita all'impasto al compatto al disastro più vasto d'una prossima forma. Italo Calvino (1923-1985) Le città, come i sogni, sono costruite di desideri e di paure. Italo Calvino nasce, il 15 ottobre 1923, a Santiago de Las Vegas, un villaggio vicino all'Avana (Cuba), dove il padre dirige una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola d'agraria. Dal padre agronomo e dalla madre botanica riceve un'educazione rigorosamente laica. Nel 1925 la famiglia Calvino ritorna in Italia, e si stabilisce a San Remo, nella Villa Meridiana che ospita la direzione della Stazione Sperimentale di Floricoltura, dove Calvino vive «fino a vent'anni in un giardino pieno di piante rare ed esotiche». Compiuti gli studi liceali, Italo Calvino viene avviato dai genitori agli studi di Agraria, che non porta a compimento. Per quanto, infatti, tenti di seguire la tradizione scientifica familiare, ha già «la testa alla letteratura». Inoltre, a interrompere gli studi si intromette la guerra. Dopo l'8 settembre 1943, Calvino si sottrae all'arruolamento forzato nell'esercito fascista, e assecondando un sentimento che nutriva fin dall'adolescenza, si aggrega ai partigiani della Brigata Garibaldi, e fa così «la prima scoperta del lancinante mondo umano». Dopo la liberazione, aderisce al Partito Comunista Italiano, collabora a giornali e riviste, e si iscrive alla Facoltà di Lettere di Torino, dove nel 1947 si laurea con una tesi su Joseph Conrad. A Torino collabora al «Politecnico» di Vittorini, ed entra a far parte del gruppo redazionale della casa editrice Einaudi. In quell'ambiente «interdisciplinare, aperto alla cultura mondiale», matura la sua vocazione a «scrivere pensando ad uno scaffale di libri non solo di letteratura». Nel 1947 esordisce come scrittore, pubblicando, grazie a Pavese, Il sentiero dei nidi di ragno. A questo romanzo, con cui si rivela il più giovane e dotato tra gli scrittori neorealisti, segue il volume di racconti Ultimo viene il corvo (1949). Negli anni Cinquanta e Sessanta svolge le funzioni di dirigente nella casa editrice Einaudi e intensifica sempre più la sua attività culturale e il suo impegno nel dibattito politico-intellettuale, collaborando a numerose riviste. Inoltre si impone nel panorama letterario italiano, come il più originale tra i giovani scrittori, in seguito alla pubblicazione della raccolta dei Racconti (1958), e soprattutto del volume I nostri antenati (1960), che comprende la trilogia di romanzi fantastici e allegorici sull'uomo contemporaneo: Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957), e Il cavaliere inesistente (1959). In questi anni pubblica anche l'importante saggio Il midollo del leone (1955), e raccoglie e traduce Le fiabe Italiane che pubblica nel 1956, anno in cui i fatti di Ungheria provocano il suo distacco dal PCI e lo conducono progressivamente a rinunciare a un diretto impegno politico. Tra il 1959 e il 1967 dirige, insieme a Vittorini, l'importante rivista culturale letteraria «Il Menabò», in cui pubblica interventi caratterizzati da un impegno di tipo etico-conoscitivo, quali Il mare dell'oggettività (1959) e La sfida del labirinto (1962). Nel 1963, anno della Neoavanguardia, pubblica, oltre a Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, il racconto costruito ancora su schemi di tipo tradizionale La giornata di uno scrutatore, con cui si chiude il ciclo apertosi all'incirca un decennio prima. Nel 1964 si apre una nuova fase della vita e della carriera di Italo Calvino: sposa l'argentina Judith Esther Singer e si trasferisce a Parigi, da dove continua a lavorare per l'Einaudi, e dove viene a contatto con gli ambienti letterari e culturali più all'avanguardia. Nel 1965 nasce la figlia Abigail, ed esce il volume Le Cosmicomiche, a cui segue nel 1967 Ti con zero, in cui si rivela la sua passione giovanile per le teorie astronomiche e cosmologiche. Il nuovo interesse per le problematiche della semiotica e per i processi combinatori della narrativa trova espressione anche ne Le città invisibili (1972), e ne Il castello dei destini incrociati (1973). Intanto cresce il suo successo e il suo prestigio in tutto il mondo. Negli anni Settanta — anni in cui nutre una residua speranza nella ragione, pur avvertendo un degradarsi generale della vita civile italiana e mondiale — Calvino pubblica numerosi interventi, prefazioni e traduzioni in molte lingue, e collabora prima al «Corriere della Sera», poi alla «Repubblica». Nel 1979 esce il romanzo Se una notte d'inverno un viaggiatore, che diviene subito un best seller. Nel 1980 si trasferisce a Roma, e pubblica una raccolta dei suoi saggi più importanti, Una pietra sopra. Nel 1983 escono i racconti di Palomar, ricchi di disillusa amarezza. Nel 1984 la crisi della casa editrice Einaudi lo induce a passare all'editore Garzanti, presso cui pubblica il volume Collezione di sabbia, oltre alla riedizione delle sue opere più importanti. Nel 1985, avendo ricevuto l'incarico di tenere una serie di conferenze negli Stati Uniti a Cambridge, alla Harvard University, prepara le Lezioni Americane, che tuttavia rimarranno incompiute e saranno edite solo postume nel 1988. All'inizio di settembre, infatti, Italo Calvino muore all'ospedale di Siena, colpito da un'emorragia celebrale. Nel maggio 1986 presso Garzanti esce Sotto il sole giaguaro, il primo libro postumo di Calvino. Il volume raggruppa tre racconti: Il nome, Il naso, Sotto il sole giaguaro e Un re in ascolto. Calvino intendeva scrivere un testo dedicato ai cinque sensi. La morte gli impedì di completare i racconti dedicati alla vista e al tatto. Fonte: http://www.italialibri.net «Se infelice è l'innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.» Se una notte d'inverno un viaggiatore Scritto nel 1979, dopo sei anni di silenzio, “Se una notte d’inverno un viaggiatore” è il lavoro più innovativo di Italo Calvino che, cimentandosi con le teorie letterarie dell’epoca, costruisce una struttura complessa e raffinata in cui si intrecciano molte storie, nella forma di un metaromanzo ricco e vario. Come sintetizza nella premessa (“Credete di leggere ‘Se una notte d'inverno un viaggiatore’. E invece no.”), l’autore gioca con il lettore trascinandolo in dieci storie diverse che s’interrompono ad ogni capitolo, dieci incipit immaginari di romanzi che esauriscono le possibilità dei generi letterari in cui Calvino si cala con maestria. Filo conduttore e cornice alla narrazione, è la storia del lettore e della lettrice: incontratisi in libreria ed entrambi incappati in questa specie di scherzo della casa editrice, che ha pubblicato “Se una notte d’inverno un viaggiatore” con un testo che non è quello, cercano di scoprire il mistero, di rimettere insieme il romanzo e di mettersi insieme loro, tanto più che il lettore si è innamorato della lettrice a prima vista. “ ’Se una notte d’inverno un viaggiatore’ è un romanzo sul piacere di leggere - secondo la definizione che l’autore ne ha dato in una conferenza a Buenos Aires - protagonista è il lettore che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l'inizio di dieci romanzi d'autori immaginari. Tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro." E il risultato è un’opera originale e perfetta, che diverte e coinvolge dalla prima all’ultima pagina, mettendo in scena i trucchi e le trappole della scrittura. Isla Negra revista en español de poesía y narrativa breve per abbonarsi: [email protected] “ L'inconscio è l'oceano dell'indicibile, di tutto ciò che è stato espulso dalla terra del linguaggio, rimosso come risultato di un'antica proibizione.” LE LEZIONI AMERICANE Nel Giugno del 1984 Calvino viene invitato a tenere ad Harvard sei Norton Lectures, delle relazioni la cui particolarità è l'assoluta libertà nella scelta del tema. E' la prima volta in cui Calvino deve creare dal nulla un saggio prendendo direttamente e in prima persona la parola. Fino all'inverno successivo, Calvino non fa altro che raccogliere materiale utile per il suo intervento: nel'Aprile del 1985 termina la stesura della "leggerezza", tra Maggio e Giugno le si affiancano anche la "rapidità", la "molteplicità", "l'esattezza" e la "visibilità". La sesta e ultima sezione, la "consistency", rimane incompiuta perché Calvino muore poco prima di partire. Il libro incompiuto viene pubblicato dapprima solo in America e dopo tre mesi arriva anche in Italia. Per accostarsi a questo libro straordinario è però importante non considerarlo come un testamento letterario di Calvino: all'essenza di questo libro ci si può avvicinare prendendo in considerazione la successione dei suoi antenati letterari del Novecento: "Aspetti del romanzo" di Forster, "Lezioni di letteratura" di Nabokon, le conferenze di Bachmann, i saggi di Auden e le "Variètès" di Paul Valèry, tutte opere che presuppongono una vita di letteratura ma che soprattutto ne esprimono la gioia, il piacere del leggere e dello scrivere. Su questo libro il commento più appropriato è stato quello di Alberto Moravia, il quale ha affermato che questo non è il libro di un vecchio, ma di un giovane che vede la letteratura come una donna amata, bellissima, ritrosa e lontana, e la vuole conquistare. Ovviamente poi, le "Lezioni americane" sono anche un riepilogo, una sintesi di quindici anni di saggistica; è un libro importante non perché Calvino finalmente si riveli come persona, ma perché mette sulla carta la sua idea di come dovrebbe essere la letteratura. C'è nelle "Lezioni americane" una coppia di autori, Lucrezio e Ovidio, che incarnano il primo l'unicità e il secondo la molteplicità. Si farebbe presto a dividere le opere di Calvino in questo modo, ma è invece più importante capire questo: la figura di Lucrezio è il simbolo della scomponibilità del mondo in elementi primi e inalterabili, mentre quella di Ovidio della loro incessante trasmutabilità. L'universo di Lucrezio è discontinuo ma padroneggiabile con la mente mentre quello di Ovidio è un proliferare di forme concrete e definite. E' vero che la materia è discontinua ed il mito è continuo, ma si può sempre metterli in relazione: nell'immaginazione di Calvino le forme di Ovidio nascono dal caos di Lucrezio, perché ogni cosa obbedisce ad un principio di analogia che è il vero tessuto connettivo del mondo. Uno spazio Libero!!! Il blog di Isla Negra http://isla_negra.zoomblog.com Renzo Montagnoli Italia Il giorno del giudizio Era un giorno come tanti, di una primavera che sbocciava con i fiori, fra zefiri miti che soffiavano da un cielo terso di un azzurro profondo che tanto ricordava quello di mari lontani, di epoche passate in cui ancora l’uomo dialogava con la natura. D’improvviso, mille saette coprirono il sole , mentre la terra, tutta tremante, si squarciava, s’apriva a mostrar le viscere oscure, meandri contorti da cui presero a sbucare esseri informi, viscidi e squamosi, assetati di sangue. E fu lo scempio. Uomini che fuggivano con gli occhi sbarrati e le braccia troncate, teste che ruzzolavano fra i solchi rossastri, petti squarciati da cui l’aria fuggiva, corpi a brandelli, urla strozzate. Mani scheletriche uscivano dal terreno, afferravano le caviglie, bocche sdentate s’apprestavano al festino, mentre il cielo si tingeva di fuoco in un buio incipiente che tutto avvolgeva, soffocando la vita. Un sudario pietoso scese dall’alto a ricoprire il mondo e in esso mi avvolsi, le palpebre pesanti, stremato, senza più volontà, se non di chiudere l’ultimo capitolo della storia degli orrori dell’umanità. Francesco Jonus Italia Vecchi amici Sincerità di sguardi, perduta nel creato impuro, anni di impressioni, percezioni umane e animali sotterrate senza insolenza, neanche una goccia distillata di arroganza, versata su un petalo inesistente. Tratteggio caotico di ricordo, linea spezzata lanciata nello spazio, a rinchiudere una figura libera da ogni significato, ormai deturpata della conclusione tagliente, editto pronunciato. Evoluzione moderna, società virtuale, un’ampolla di vetro offuscato, disciolti nel liquido amniotico, legami di ottuse proteine, disperse nel gelido utero. Il contrarsi perpetuo di due anime, rituale espresso nel tempo, solo un breve secondo per scollegare il giunto, una scossa ai sensi, una fetta di carne, lasciata in pegno all’amico perduto. Abbiamo perso l’orgoglio, la fierezza di esultare di un legame spinto oltre la chimica, al di là di ogni stupido ormone, la sconfitta del placido amore, tetro concetto di effusioni bestiali. Troverò nuove risorse, elementi convergenti da cui decantare un composto profumato d’affetto, il passato si ripresenta solo nel silenzio, palpiti, ormai incomprensibili, ma comunque perpetui. Il vuoto si riassorbe, lentamente, il ricordo come unica catena, stretta attorno all’anima. Franca Maria Bagnoli Italia Salvatore, un bambino di nove anni, abitava a Palermo, in uno dei quartieri più poveri e degradati della città. Il padre faceva il facchino in una ditta di trasporti e la madre amministrava lo scarso stipendio del marito, districandosi a fatica tra pranzi e cene per cinque persone. Salvatore aveva un fratello più piccolo ed una sorella di diciotto anni. I bambini poveri di Palermo sanno molte cose della vita e Salvatore, detto Turi, aveva notato, nell'abbigliamento e negli occhi della sorella Rosa la tentazione di andare in una strada del centro dove ragazze in minigonna e con il trucco pesante aspettavano che un uomo con l'automobile si fermasse, facesse un cenno ad una di loro che si affrettava a salire.Turi era deciso ad impedire a Rosa quelle squallide "gite" in macchina, ma non sapeva come. Un giorno Turi fu avvicinato da un collega del padre. " Turi - gli disse- mi faresti un favore?" " Certo "- rispose il ragazzo. " Dovresti portare questo pacchetto nella profumeria di via Ruggero Settimo. Come vedi è un pacchetto regalo. Potrei spedirlo per posta, ma ci tengo molto che arrivi per il compleanno della ragazza alla quale é destinato, la cassiera del negozio. Nemmeno con la posta prioritaria arriverebbe in tempo. Il suo compleanno è oggi e solo oggi ho trovato il regalo che fa per lei. Se mi fai questo favore ti darò 20 Euro" "Ci vado subito - disse Turi. L'uomo mise il pacchetto nella busta di plastica dalla quale lo aveva tolto per farlo vedere al ragazzo e gliela consegnò, insieme ai 20 Euro. A cena Turi, tutto contento, consegnò il denaro alla madre e raccontò tutta la storia. Il volto del padre si rabbuiò. Turi se ne accorse e chiese: " Papà, non sei contento?" Turi - fu la risposta - devi pensare a studiare. Non perdere tempo con queste cose" Il bambino tacque. "Beh - pensò il compleanno è passato. Non ci sarà un'altra occasione per perdere tempo come dice papà". E invece, pochi giorni dopo lo stesso uomo andò ad aspettare Turi all'uscita dalla scuola. " Ciao, Turi! Vuoi guadagnarti 50 Euro?" Turi si fece serio, ricordando le parole del padre. "Vorrei - rispose - ma devo pensare a studiare. Non ho tempo per altre cose" "Ma questa cosa ti prenderà mezz'ora di tempo. Devi andare alla Vucceria e passare davanti ai banchi con questa busta infilata nel braccio. Uno dei venditori ti riconoscerà e prenderà il pacco" "Che cosa c'è nel pacco? - domandò Turi. "Attrezzi per la pesca. Nè, Turi, pensavi che ci fosse una bomba?" - rise l'uomo. "Va bene, me lo dia" - acconsentì Turi. Prese il pacco che era abbastanza grosso e molto compatto. Nell'interno della busta, sopra il pacco, c'era una bella banconota di 50 Euro. Turi era inquieto, non sapeva che fare. Alla fine decise: andò a casa e consegnò il pacco al padre che lo aprì. I suoi occhi si dipinsero dei colori della rabbia e della paura. Aveva riconociuto la cocaina, tanta, più di mezzo chilo. "Figli di puttana! - esplose - Adesso ricorrono ai ragazzini, mettendo nei guai loro e gli adulti. Era veramente nei guai. Se avesse avvertito la polizia le ritorsioni sarebbero arrivate puntuali e tragiche. Il suo collega non agiva certamente per conto proprio. Era evidente che faceva parte di una grossa cosca mafiosa. La moglie tacque ma anche lei aveva capito molte cose. Era atterrita e non osava aprire bocca. Squillò il telefono. Gaetano, il padre di Turi, prese la cornetta e, prima che pronunciasse la parola "pronto" una voce minacciosa chiese: " Dov'è finito il pacco che era stato affidato a Turi?" " Nel cesso - disse Gaetano e si morse la lingua: aveva firmato la sua condanna a morte. "Da questo momento - disse, rivolto alla famiglia - tutti a casa. Il meteo ha annunciato una grandissima tromba d'aria". Nessuno credette alla tromba d'aria ma tutti furono convinti che un grave pericolo li minacciava. Al telefono Gaetano aveva mentito. Il pacco aperto era sul tavolo e la polvere micidiale sfacciatamente fingeva la sua innocenza: bianca come la neve. Gaetano si disse: "Se morte deve essere, che sia libera morte!" Chiamò la polizia, raccontò l'accaduto, denunciò il collega. La polizia fece presto ad arrestarlo ed iniziò le indagini per arrivare ai vertici della cosca. La mattina seguente Gaetano guardò con tristezza la moglie e i figli che dormivano e, incurante della tromba d'aria, uscì di casa. Non camminò a lungo. Una raffica di lupara lo lasciò in mezzo alla strada, esanime, in una pozza di sangue. La polizia mise tutta la sua famiglia sotto protezione e la trasferì in una località segreta. Lasciare la casa fu doloroso per tutti: in un colpo solo avevano perso il marito, il padre, la casa. Durante il viaggio di trasferimento, Rosa disse, decisa: "Se ci sarà un processo, chiamatemi. Voglio testimoniare". Ilha Negra Rivista di letteratura in portoguese Diretta da Amelia Pais (Portogallo)- Gabriel Impaglione (Italia). Mail: [email protected] Alberto Fasano Italia Voli ogni sera Voli ogni sera con gli uccelli del crepuscolo. Verde farfalla, giungi dall’ultimo raggio e leggera ti posi sulla mia mano. Sei sottile come il foglio dove disegno le tue ali sottili. Ogni sera una nave t’attende nel cielo. I miei sogni non sono più gli stessi da che ti conosco. Erano agitati come temporali o scuri come grotte. Ma adesso sogno te, piccola farfalla. Sogno il mare in quiete che vola e sfiora le tue ali e una nave che attracca ad un porto. Ogni notte la stessa nave allo stesso porto. Lontano, lontano una nube getta la sua àncora e il cielo diviene mare e la nube nave. La pioggia scende lenta. Il vento l’accompagna. Il vento umido che rende l’alba una rosa pallida. Dalla finestra entra un raggio di vento. La pioggia s’abbandona. Gli uccelli del crepuscolo fuggono. Tu fuggi. Il vento umido t’accompagna. Nel mattino attendo la sera per vederti volare e le mie mani sono sole come due nubi nel cielo. Io sono il navigante. Salpo dal porto dove l’odore del mare è amaro verso le tue mani sole come due isole nell’oceano. In viaggio verso le tue ali che accarezzano le nubi. Le nubi diventano la mia nave e le tue dolci ali il mio porto. È nella notte che io divento vento. Sei piccola nel cielo. Le tue mani sfiorate dal vento. Le tue mani. È nella notte che s’adagia la rugiada. Le tue mani sfiorano le mie. I tuoi occhi bagnati dalla rugiada. I tuoi occhi. Qualche volta ti lasciai un foglio con un disegno. In esso volavano le tue ali e si vedeva il cielo diventare mare. Voglio accarezzare le tue mani nel mattino nel pomeriggio lontano nella lontananza. Nella solitudine del mio porto amaro. Giorno, mese e anno Giorno, mese e anno. La tua somma è centonove. Timida visitatrice. Conti. La mia somma è centonove. Distesa sulle nubi rosse, ti allunghi come una rosa nella sera. È notte di parole che s’intrecciano con la ringhiera del tuo balcone. Dolce e calda è la tua mano, piccola ma infinita come attimi che s’inseguono l’un l’altro. Sento la quiete dell’acqua immobile avvolgersi sulla mia mano mentre le tue parole bianche si posano vive sulla mia anima cinerea. Ad un tratto il mare s’ingrossa e sbatte la mia barca su scogli di pioggia. Il cielo indossa i suoi vestiti neri. Il temporale s’annida sulla spiaggia dove ho abbandonato i remi verdi e orizzontale raggiunge la mia capanna di memorie. Non ascoltare la mia mano che vibra nel vento, la tua vita è una coperta di barche cupe. Le tue labbra nel sonno si chiudono come un fiore nel freddo, in esse si legge il tuo sogno oscuro, bimba di neve. La mia mano si perde tra i tuoi capelli e accarezza i tuoi pensieri cupi. Luna velata, stringiti al mio fianco. Non svegliarti. Le tue labbra lentamente si schiudono. Attenderò il sole per baciarle. Ora dormi. Dormi, rosso petalo di luna. Le mie memorie sviscerano pesci opachi dai loro nidi ovali. Strappano stoffe di ortica e gusci di buio da prati e tenebre. Sradicano la tua notte dalle mie radici. Arrampicati su di me come una dulcamara. Non trattare con i tuoi timori fermi. Bimba di neve, non dimenticare mai che sei un’onda. Isola Niedda Dae sa Sardinia po su Mondu cultura sarda in sas paraulas de s’omine Escribie a [email protected] Carmelo Aliberti Castroreale- Messina. Italia C'è una terra I C'è una terra tra l'Etna e il mare/ un filo di case sull'unghia/ di monti che s'avventano scheggiati/sulla lastra del cielo Le mura sbarrano/ umide ciglia sulla strada/ Bobby sulla sabbia acciambellato/nel sonno abbaia il suo dolore/ per l'esilio del padrone-schiavo Il Canonico sul trapezio del bastone/ nell'astuccio di stoffa militare/ addita ai passanti le ferite/ della guerra che non vogliono guarire/ ogni giorno sul corso fuma il tempo/ in un ruvido fornello d'ironia II Nel bar si gioca a carte si discute/ del salario dell'anemico lavoro/ si contano i giorni necessari/ per la mutua gli assegni familiari/ si spera nel cantiere forestale/ per la dote dei figli per la casa/ per le cambiali del televisore Nei petti tatuati dalle pene/ don Santo tenace giocatore/ rinserra la speranza della vincita/ per felpare sorsate di miseria/ - Fate come me tentate la schedina/ pregate i trapassati/ che vi dettino nel sogno la cinquina/ in questo paese lazzarone/ non c'è altro rimedio salutare III Fuori il vento torce il noce depilato/ slitta sui cristalli impomatati/ tu ingolfato nella sedia/ uomo - rana con la lama dentro i denti/ varchi la palude tra mandibole/ spianate di caimani/ in agguato nei gomitoli di nebbia/ sciamata da cannoni di cartone/ puntati su cuoi parassiti Se guardi dietro i vetri innaffiati/ oltre i cespugli del pantano/larve agonizzano spettrali/ che contendono ai topi/ cartocci arrugginiti di escrementi/ se apri le braccia balza al cuor/ Valle del Belice dove/ i congiunti sotto le rovine/ chiamano un popolo che attende/ col tufo sul viso ancora l'alba IV Ora ruoti/ attorno alla bilancia dell'ingiusto/ cerchi Cerbero nello specchio trovi/ il barista gigante con gli occhiali/ il caffè singhiozza nella tazza/ ti tuffi nel pozzo delle tasche/ sei della razza che vive l'ergastolo/ con poche lire libero/ di spaccarti l'unghia pneumatica/ sulle azzurre pareti della cella/ se hai il coraggio di resistere o partire V Anche tuo padre partigiano/ stritolato dal neo - cannibalismo - capitale/ partì per nuove guerre uomo-rana Ora che la guerriglia crepita/ attorno alla catena di montaggio/ c'è chi dice che egli è già tornato VI Nella pupilla del televisore/ Mike accartoccia ansie preziose/ su obiettivi di cronaca e denaro/ nella giungla nel deserto il mitra brucia Dal sottosuolo dell'esistenza tu coi versi ancora incidi/ negative nel rotocalco della vita/ e attendi/ il boato di una nuova libertà. tratta dal volume "C'è una terra" - Todariana Ed., Milano 1972 César Vallejo Perú Agape Oggi non è venuto nessuno a domandare né mi hanno chiesto nulla questa sera. Neanche un fiore di cimitero ho visto in una così allegra processione di luci. Perdonami, Signore: son morto così poco ! Questa sera tutti, tutti passano senza domandarmi né chiedermi nulla. E non so cosa scordano, e mi resta in mano male, come cosa d'altri. Sono uscito sull'uscio e mi vien voglia di gridare a tutti: se vi manca qualcosa, è qui che è rimasta ! Perché tutte le sere della vita non so che porte sbattono su un viso e qualcosa d'altri si prende l'anima mia. Oggi non è venuto nessuno e son morto così poco stasera ! (traduzione: Federico Guerrini) Fte: http://guide.supereva.com Traduzioni - Correzione di testi [email protected] Manoel de Barros Brasile La fidanzatina C'era un muro alto tra le nostre case. Difficile farle arrivare messaggi. Non c'era l'e-mail. Il padre era una belva. Si legava il bigliettino a un sasso con lo spago E si buttava il sasso nel cortile di casa sua. Se la ragazza rispondeva con lo stesso sasso Era una gioia! Ma a volte il biglietto rimaneva impigliato nei rami della Guayaba E allora era agonia. Ai miei tempi era così. Brano tratto dal libro Tratado geral das grandezas do ínfimo (Trattato generale delle grandezze del minuscolo), Editora Record - Rio de Janeiro, 2001. Tradotto da Julio Monteiro Martins insieme ai suoi allievi del 2° anno di Lingue dell'Università di Pisa. Fte: saragana. Gonzalo Rojas Cile Oscurità bella Ieri notte ti ho toccato e ti ho sentito senza che la mia mano fuggisse più in là della mia mano, senza che il mio corpo fuggisse, né il mio orecchio: in un modo quasi umano ti ho sentito. Palpitante non so se come sangue o come nube errante, nella mia casa, in punta di piedi, oscurità che sale, oscurità che scende correvi, scintillante. Correvi nella mia casa di legno aprendo finestre e ti ho sentito palpitare la notte intera figlia degli abissi, silenziosa, guerriera, così terribile, così bella che ogni cosa che esiste, per me, senza la tua fiamma, non esisterebbe. Juan Gelman Argentina Nobiltà La poesia è pallida e nobile. Non cambia niente, non incurva colline, non da un solo frutto rosso, non fa il rumore di chi strappa un pezzo di pane per offrire un pezzo di pane. Si rannicchia in un angolo e non si lamenta. Vive in tutto ciò che si innalza all'aria e dal nascere. Non chiede nemmeno una visita. Le basta quel che non è successo. Vincenzo Cardarelli Italia Sera di liguria Lenta e rosata sale su dal mare la sera di Liguria, perdizione di cuori amanti e di cose lontane. Indugiano le coppie nei giardini, s'accendon le finestre ad una ad una come tanti teatri. Sepolto nella bruma il mare odora. Le chiese sulla riva paion navi che stanno per salpare. Mario Luzi Italia O mare, mare arioso, fresco, frescamente infranto, mare di prima primavera dalle mura della città costiera quando era in attesa si sé teso ai futuri eventi. Filtrava esso fusando nelle minime segregate cale, entrava in ogni anfratto della ripida scogliera, si abbetteva ringhiando ai moli dai quali lui inondato d'acqua e sale luce ed aria aveva primamente preso il mare per quel pellegrinaggio. Quando? Non ricordava il tempo, il vento era grecale e ora il duro periplo di terraferme, di sole lo riportava a sé, senonché "sé" non c'era né forse era mai stato o s'era vanificato... Oh libertà, oh assoluzione della vita nella piena vita... Amen. Amelia Rosselli Italia Tu con tutto il cuore ti spaventi di aria che ti scuote e ti perde; giù per le facciate analfabete sprigionano i sogni, il sangue in grosse gocce che tu conti cadere a precipizio sulle mani ritirate dall'angoscia di sapere dov'è l'aria cosa muove perchè parla, di mali così annaffiati da sembrare, tante cose insieme ma non una che si scordi quel tuo trascinare per immense giornate notte e sangue Paolo Ruffilli Italia TRA TROUVILLE E HONFLEUR, CALVADOS:12 AGOSTO dirupi al mare della collina crolli di siepi erba cielo striato cenere grigio-azzurro tenue celestino C'è una discesa di meli dopo la curva del paese e una panchina, a mezza costa, di una vecchia trattoria. Sedendo e mangiando, si vedono passare navi tra i rami e si distinguono sempre marinai alle ringhiere. Un gatto non si da pace sotto il tavolo: ha il muso a palla e un odore, addosso, di pesce guasto. La cameriera porta un piatto alla volta e canta sottovoce: "douce vipère..." (Che stato di piacere quello in cui, da fermi, si segue con lo sguardo qualcuno in movimento più lontano...) (Morbido flessuoso solo tenero lesto e quatto. Non c'è niente e nessuno che mi faccia tenerezza più di un gatto.) (Ricordo che una volta non volevi vino e ti negavi l'euforia, perché - a tuo dire era una viltà rinunciare alla lucidità.) (Resto di sasso ogni volta - poche, da contarle sulle dita -, quando incontro qualcuno con una missione vera nella vita.) Vivian Lamarque Italia AUTORITRATTO Io uovo di Pasqua ho carta e carta adosso un fiocco rosa stretto cioccolato nero in fronte pulcini a mille in testa sto dietro al vetro con una sorpresa dentro. Gabriella Leto Italia Di stanze vuote e inappagate ore angelo o demone tornami accanto. Verrai dalla sede profonda del tuo luogo interiore quando più ombroso è il vano delle porte più fermo il raggio della lampadina e avrà senso la morte e la vita - comunque la si viva purché io senta ancora se soltanto in me fuori di me si gonfi l'onda la strofica onda marina destinata a disfarsi sulla riva. Disperse ormai le note il tenore si inchina il sipario indietreggia La tenda un poco ondeggia né io so chi la scuote ma l'insidia è vicina O palpebre immote o solitaria china la mia vita vaneggia Perplesse settimane di già sono svanite. ormai figure strane di speranze e di sdegni l'attesa ha generato alla follia vicine. Troppo scarsi venite e di dubbioso stato tra l'inizio e la fine voi cancella ti segni! MANUALE DI MARI ed il Concorso di Emozioni Possono partecipare al concorso esclusivamente blogger, ovvero autori che hanno un blog personale. Prevede un solo premio: partecipare e condividere grandi emozioni, in poesia o narrativa. Solo per amanti della letteratura. Ulteriori info al http://www.manualedimari.it La redazione ne consiglia vivamente ai lettori la visita. Nico Orengo Italia Se scrivo rosa e una rosa poi scompare...; Se scrivo mare e il mare poi, si va ad abbassare...; se scrivo cielo ei cielo poi, diventa un buco nero...; se scrivere è consumare. Biancamaria Frabotta Italia Una volta è già capitato e non fu né la prima né l'ultima ma fu una delle tante nostre luminose lunazioni sopra il fiume che s'insabbiava in mezzo alle sterpaglie, le fumanti immondizie che la Magliana spreca per chi ha dentro un bastante lembo di azzurro e le stoppie bruciate sulla franosa pianura che giace sotto al livello del Tevere. Poi tornammo al centro per bere ancora un sosrso del giorno che smoriva con l'ultima corsa prima del tramonto rosso di piacere e di angustia in forse davanti al finestrino già estivo se fosse colpa dei nostri vent'anni. Così ci avventammo contro il nostro destino. VIVRE, CE N'EST PAS RESPIRER Dorme per non ridestarsi vecchio. Arretra nel sogno e non avanza se non in sogno. Gli anni per lui si fermano e nel caso le loro iniquità. E' cieco come Edipo e vola come il cavallo di un eroe antico. Ma per sempre libero dalle ali del pensiero. Il forum dei giovani contro tutte le mafie ________________________________________________________________________________ Lettere d’Amore: Sibilla Aleramo e Dino Campana A cura di Reno Bromuro LXIII Lettera Sibilla Aleramo a Dino Campana [Firenze?] 4 del 1917 Dicevi ch'eri tu che mi amavi, Dino? Sono io, sono io che amo te. Che dipendo dalla tua vita. Non chiedo altro. Ti adoro. Vivo perché m'hai detto che il mio amore, di cui non hai bisogno, ti è però caro. Adorato. Hai promesso di scrivermi come stai, aspetto, aspetto, guardo verso il mare dalla mia torre. LXIV Lettera Dino Campana a Sibilla Aleramo [Livorno, 4 gennaio 1917.] Rina mia come descriverti lo sguardo idiota di questa gente dopo esser stati baciati dal tuo! Rina io potrei rinunciare a te, ma per sempre. Cosi bella come un réve potrei dimenticarti solo per andare molto lontano e non tornare più. Davanti alle cose troppo grandi sento l'inutilità della vita. Il mare ieri era discretamente bello. Sono andato di notte al mare. Avevo visto i monti pisani velati da cui sorge la luna di D'annunzio senza foco di cui leggemmo e due aeroplani che volavano sul treno. Mia vergine perché leggemmo d'Annunzio prima di partire? Nessuno come lui sa invecchiare una donna o un paesaggio. Mio amore come vuoi che ti ami? Pallida, con una vita senza foco come col suo diritto il macchinista stinge il paesaggio e viola il ciclo che non conquista? Sciocchezze? Ma sai quanto ne ho sofferto! Ecco quello che ci divide. Non ho visto e non vedrò nessuno. Non troppe cose dimmi. Pensa che per vivere l'assurdità del nostro amore hai bisogno di tutta la tua grazia. Quando sempre mai forse parole giravano nel soffitto del mio cervello. La città è una serie di cassoni balordi. Appiccicato alla spallina del passeggio guardo il mare senza parole come io sono senza pensiero. Mio amore mio amore La Gorgona è un dosso lontano sul mare abbandonata laggiù nei tramonti. Tu ora mi conosci e potremmo abitare lontani se non mi abbandoni col pensiero. Una volta in Sardegna entrai in una casa con fuori una vecchia lanterna di ferro che illuminava la parete di granito. Fuori la via metteva sulla costa pietrosa che scendeva dall'altipiano al mare. Questo ricordo che non ricorda nulla è cosi forte in me! La costa bianca di macigni aveva bevuto il tramonto cupo e rosso che chiudeva l'isola e ora colla lanterna rugginosa solo le stelle sull'altipiano brillavano a me a Garcla. Io baciai la parete di granito senza pensare e non so ancora perché. Ricordo che in quella casa stava la sarda moglie dell'alcoolizzato amico dell'amico del nostro amico. Bevemmo il moscato bianco salmastro di Sardegna ed è idiota come mi ricordo di tutto questo. La mia padrona e dell'Isola del Giglio dove io farei certamente bene ad andare ad abitare per un anno almeno. Tu non ne vedi la possibilità? Dovremmo ancora vedere le Alpi. Nietsche scendeva di là al mare colla sua sfida. Aimè Rina perché non mi lasci morire? La Fedelweis non è d'Annunziano e la Dora scende in tumulto e il più leggero dei baci crea ancora forse come quando dicevo Come delle torri d'acciaio Nel cuore bruno della sera II mio spirito ricrea Per un bacio taciturno 4 Ah miseria di questi ritorni. Puoi amarmi? ancora? ancora? ancora? Non ti scriverò. Le mie lettere sono fatte per essere bruciate. LXV Lettera F. Campana a Sibilla Aleramo [Lastra a Signa, 4/1/1917] Genti.ma Signora, La sua lettera affettuosa, le sue premure per Dino mi spingono a scriverle. Non so consigliarla a suo riguardo. Noi a nulla siamo riesciti, solo vediamo che ha bisogno di mettere ad effetto quando dice di partire; ci siamo indotti a passarle quanto le nostre misere forze lo permettano per evitare in lui e a noi cose spiacevoli; abbia, buona Signora, pazienza e tornerà. Non le nascondo che io ho sperato in lei, nel suo affetto che mi sembra sincero, ma purtroppo vedo che ancora nulla abbiamo ottenuto, voglio però sperare che col tempo e pazienza riusciremo a qualcosa. Egli mi disse che lei era molto buona, ma che il carattere suo violento non poteva frenarlo, quando dice partire si sente agitato tanto che meglio è per lui e per noi lasciarlo fare. Se a lasciato la roba rotta e sporca mando io a prenderla costi. Consigli Dino a tornarsene da Livorno, non è aria per lui sotto ogni aspetto. Nell'Estate scorso egli vi passò troppe noie, che Dio non voglia si ripetine, tanto che fu obbligato a lasciare Livorno. Credevamo che non gli fosse tornato voglia di ritornarci; cerchi di consigliarlo a starci poco, anche per i suoi nervi gli fa meglio l'aria di montagna che quella di mare. Farà molto piacere a dirle questo anche a nome del babbo suo, noi non gli scriviamo perché non ci da ascolto. Fidente nella sua ascendenza su Dino Le fo ossequi e augura Dev.ma Fanny Campana. Fonte: http://www.elbasun.com Alda Merini Italia Demone O demone sei più dolore di ogni postura biada del mio pensiero; ti trituro adesso nelle mie mandibole stanche delle parole e del nome. Clara Negri Italia Estratto da Diario di un cane Sapiente Arrivai a casa della mamma-padrona che avevo appena ventitrè giorni. Ero un piccolo cucciolo buffo, quasi privo di arti, molto simile ad un bassotto abortito che sotto il ventre s’aveva incollato le zampe. Sapevo di non avere un grande charme, ma speravo molto nel futuro… . Proprio quella mattina avevo sentito mio padre sussurrare a mia madre che un signore sarebbe venuto a prendermi per portarmi nella villa di una sua amica dove avrei svolto le mansioni di cane da guardia. La notizia mi aveva messo in uno stato di piacevole eccitazione. Chi avrei trovato? E com’era questa padrona sconosciuta? Però, prima di arrivare nella nuova dimora, fui provvisioriamnete parcheggiato a casa della moglie di questo signore, che mi piacque moltissimo. Costei mi prese sbito tra le mani (quanto ero piccolo, allora!) e, benchè la sua prima osservazione, guardandomi, fosse stata: “ma quanto è bruttino, questo cane!” io le leccai astutamente le dita e abbozzai una smorfietta che stava per un sorriso, nel tentativo di ingraziarmela. La strategia riuscì. La signora disse subito: “ deve aver fame, povero piccolo”, e andò sollecita in cucina a prepararmi una scodellina colma di pane e di latte tiepido che feci fuori in un baleno. Dopo una pipì sul divano che proprio non ero riuscito a trattenere, mi acciambellai in grembo a questa padrona provvisoria e poi, gradatamente, risalii fino al suo collo, facendomi ancora più piccolo e tuffando il muso alla radice dei suoi capeli che mi ricordavano tanto la mamma vera a cui avevo detto addio meno di un’ora prima. Lei pazientemente mi fece fare una pennichella nell’incavo del suo collo e dopo un po’ chiamò il marito per ricordargli che la loro amica spettava il cane da guardia, cioè il sottoscritto. Per chi non lo sapesse, ero un felice incrocio tra un dobermann e un pastore tedesco, che avevano troppo familiarizzato in un attimo di disattenzione dei rispettivi padroni, e quindi mi si prospettava un luminoso avvenire. Fui nuovamente preso fra le braccia, posto in una scatola di cartone e scarrozzato per la città sino alla villa dell’amica. Vi devo confessare che ero un po’ nervoso. L’odore di questa mamma provvisoria mi era piaciuto moltissimo e la scodellina di latte tiepido subito offerta mi aveva fatto capire che doveva avere un animo affettuoso. Ciò corrispondeva in pieno alle mie esigenze di cucciolo, che non erano poche, essenso io il capostipite dei Lupermann (lupo+ dobermann, così in seguito mi battezzò Lei) , nato per di più sotto il segno dello scorpione. Già, io ero venuto alla luce il ventuno di novembre e, come seppi tempo dopo, questi trenta gradi dello zodiaco pare che procurino grandi esigenze e grandi passioni. Arrivato dalla nuova signora, cercai di diventare ancora più brutto di quanto fossi e decisi di far vedere subito il mio terribile grugno di dobermann pazzo, ma non ve ne fu bisogno. (…) Clara Negri. Dice di lei: “(…) Iniziai la mia collaborazione giornalistica nell’ambito astrologico nel lontano 1978 prima su Amica e poi su Astra della Rizzoli. Tra il 1980 e il 1981 ho curato mensilmente una rubrica di Astrologia e salute su l’Astrologo dell’editore Armenia. Dal 1983 collaboro ininterrottamente su Sirio, con rubriche di astrologia karmica, mondiologia, astrologia esoterica, parapsicologia etc. Tra il 1991 e il 1992 ho trattato su Astrodonna argomenti di parapsicologia.Dal 1979 tengo corsi e seminari di astrologia sia a Napoli che in altre città d’Italia. Nel 1980 sono stata docente di Astrologia e psicologia nei Corsi di Formazione Professionale patrocinati dalla Regione Campania. E tra il 1997 e il 1999 sono stata docente di Astrologia presso l’Università popolare di Napoli. Ho scritto sette libri che hanno come filo conduttore il mistero e la tradizione esoterica in astrologia: Lilith la Luna Nera per Nuovi Orizzonti; 1984; Astrologia e salute per Armenia, 1985, attualmente negli Oscar Mondadori, Astrologia esoterica per Armenia; 1986 Astrologia e reincarnazione ed. Jupiter; Astrologia e i mille volti dell’amore per le edizioni Albero; (1987-1988) Fatti e misfatti dell’astrologia per la Dialma, 1994; I figli del cielo per la Jupiter 1997; Il cielo e l'anima per la Jupiter.Dal 1975 faccio parte del CIDA (Centro Italiano di Astrologia). Attualmente ricopro la carica di Delegata per la Campania.”. Milvia Comastri Italia Per T.T.(Anam) Cercando fra pensieri affastellati nei polverosi archivi della mente trovai soltanto sottili ragnatele, gomitoli arruffati, parole inconcludenti, ricordi liquefatti, sbriciolarsi di giorni in un bicchiere, come pasticche per un male oscuro. L’intuizione per un’altra vita la trovai allora nelle tue parole, porte socchiuse per guardarmi dentro con fare nuovo, in modo luminoso. E allontanando da me ogni caduta, vorrei ora privarmi del mio ego ed esser, come te, un senza nome. www.villanovastrisaili.com ai cani sciolti della letteratura consigliamo vivamente www.villanovastrisaili.com www.villanovastrisaili.com www.villanovastrisaili.com di Rina Brundu. Salotto letterario, Narrativa, Poesia Da Sardisches Kulturzentrum Berlin ([email protected]) E' da oggi online il portale SardegnaCultura http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=21001&v=2&c=11&t=1 "Arriva due anni prima della Biblioteca Digitale Europea, che in questi giorni sta muovendo i primi passi". I documenti inseriti sono 30mila, 600 gli allegati distribuiti in libri e guide. Cagliari, 5 aprile 2006 - "Questo non è un semplice sito web - ha detto il Presidente della Regione, a pochi minuti dalla messa on line del portale – è una grande infrastruttura che rimarrà. Se pensiamo che ci vogliono molti anni e tanti soldi per fare un museo mentre "SardegnaCultura" costa poco e arriva a molte più persone. Saranno tantissimi quelli che vi accederanno: i turisti, i non residenti e gli studiosi". Il sito dei Beni culturali della Regione è stato concepito come un'opera in progress, destinato a contenere tutti i settori di conoscenza più importanti del patrimonio culturale sardo. Ai testi, alle immagini e ai materiali audiovisivi che costituiscono le sezioni fisse, se ne affiancheranno delle nuove che saranno aggiornate di continuo, per fornire tutte le informazioni utili alla vita culturale dell'isola. Allo stato attuale le sezioni comprendono anzitutto i Periodi storici, nei quali è possibile navigare per una ricostruzione in senso diacronico dei diversi periodi delle complesse vicende che hanno portato la Sardegna talvolta ad allinearsi, altre volte a discostarsi da quelle italiane ed europee, sviluppando caratteri originali. Il percorso cronologico può incrociarsi con percorsi tematici, che rappresentano gli Argomenti, attraverso i quali si può navigare in senso sia diacronico sia sincronico, ma anche in autonomia rispetto ai Periodi storici. Archeologia, Architettura e Arte sono gli argomenti più vicini e connessi con i periodi storici, mentre gli altri sviluppano percorsi non strettamente connessi all'evoluzione storica. Per i secoli più recenti, Fotografia e Cinema andranno a completare la panoramica delle altre espressioni artistiche. Un percorso importante è quello della Letteratura, che illustra, dal Medioevo all'età contemporanea, la produzione scritta nella pluralità di parlate che compongono il mosaico linguistico della Sardegna. Alla letteratura "in limba" è invece dedicato uno spazio apposito nella sezione Lingua sarda. Quest'ultima offre la possibilità di un completo aggiornamento su tutti gli aspetti sostanziali della lingua sarda: la sua storia, la morfologia, la fonetica, le varietà linguistiche (comprese le parlate non sarde come l'algherese, il sassarese, il tabarchino), le altre lingue minoritarie in Italia e in Europa occidentale, la legislazione in materia di tutela e promozione della lingua sarda. Di particolare rilievo è l'iniziativa regionale per la definizione di uno standard, la "Limba Sarda Comuna". Del pari applicative sono le informazioni (linee guida e dispositivi di legge) che vengono date nell'argomento Paesaggio, focalizzate sulle iniziative regionali in merito all'elaborazione del Piano Paesaggistico Regionale. Sempre nella sezione Argomenti è possibile consultare, in Tradizioni e Feste, alcune prime prospezioni nel ricchissimo patrimonio demoetnoantropologico della Sardegna: sull'abbigliamento tradizionale, sulla tessitura, sull'artigianato, sulle feste religiose, sulle grandi sagre e sul Carnevale. Il progetto si completa con alcune sezioni destinate a successivi incrementi: i Luoghi della cultura, che presentano le biblioteche e gli archivi, le schede dei monumenti, le aree archeologiche e i Musei che contemplano, in tutto o in parte, la gestione da parte regionale. Ogni sezione si arricchisce di documenti allegati: testuali, sonori, visivi, compresa la possibilità di consultare integralmente i volumi di alcune delle più importanti collane sull'archeologia, la storia dell'arte, la letteratura della Sardegna. Visita il sito di SardegnaCultura- http://www.sardegnacultura.it/- SARDISCHES Zillestr. 111- KULTUR- D10585 Berlin- ZENTRUM XXXXX www.sardanet.de BERLIN Ruf/Fax +493034356635 - Haltest. Zillestr. (Bus 210)- Haltest. Luisenplatz (Busse 145/109)- U-Bhf. Sophie-Charlotte Platz (Linie U2) Da Marco Delpino: Nel comunicare che le scadenze dei nostri Concorsi letterari 2006 sono state prorogate al 31 MAGGIO p.v., segnaliamo che tutte le informazioni sono contenute nel nostro nuovo sito www.tigulliana.org alla voce "Concorsi", dove sono visibili i bandi completi delle nostre iniziative, oltre a molte altre notizie contenute nel sito, relative alle manifestazioni culturali e di spettacolo da noi promosse. Grati per la cortese attenzione, ringraziamo per una Vostra visita al nostro sito: www.tigulliana.org - Un cordiale saluto, Marco Delpino, Responsabile ANPAIAssociazione Nazionale Poeti, Autori e Artisti d'Italia IL CROGIUOLO- Centro d'Intervento Teatrale e SCUOLA TASCABILE DI TEATRO (Sttea) "Centro d'Avviamento per l'Arte Drammatica" in collaborazione presentano Stage di TEATRO CORPOREO "IL CORPO IMMAGINARIO" Pedagogia Lecoq-Decroux-Pagneux- ESTATE 2006 (IV edizione) 13/16 luglio 2006 Cagliari - Stage-audizione per Attori e Danzatori- A cura di MICHELE MONETTA, Mimo-Attore e Regista insegnante alla École de Danse «Rudra» M. Béjart Ballet Lausanne (Ch)e Accademia Nazionale Arte Drammatica Roma- Il Laboratorio è rivolto ad Attori e Danzatori ed aspiranti tali. Gli elementi base del lavoro saranno: Assialità e neutralità, Scomposizione del tronco, Coordinazione ritmica, Astrazioni gestuali, I grandi movimenti, Dinamismo corpo-spazio, Studio di figure, Gioco teatrale, Corpo maschera, Improvvisazione, Composizione e partitura gestuale. Il Corso ha inoltre la finalità di fungere da audizione per alcuni elementi che verranno scelti per affrontare una produzione teatrale con la regia di M. Monetta. È previsto un videoforum, con importanti filmati didattico-teatrali. Posti limitati, si consiglia prenotazione. Lo Stage, aperto a tutti, per chi pratica Danza o Teatro si configura come corso specialistico. Organizzazione e iscrizioni: Il Crogiuolo, centro di intervento teatrale - Via Portoscalas 17 - Cagliari - tel. 070663288 - 070657276 cell. 340.8661756- Partner: ICRA Project - www.icraproject.it Da Angelo Manitta: Stiamo riordinando e rinnovando in questi giorni l'indirizzario telematico per ricevere notizie dal Convivio. Per iscriversi si clicchi sul seguente link: http://www.ilconvivio.org/mail/inscrivi.htm / [email protected] Web: www.ilconvivio.org- Accademia Internazionale Il Convivio- Via Pietramarina, 66 95012 Castiglione di Sicilia (CT) Il 19 maggio, ore 17.30, presso la biblioteca "Villa Leopardi" a Roma … il Poeta e scrittore Bruno Bartoletti presenterà "Il tempo dell'attesa", Ed. Il Ponte Vecchio, Cesena 2005. Scrive sull’opera Luciano Nanni: La raccolta dimostra come il poeta, senza tradire la spontaneità dell’ispirazione, affidi la parola creativa a una forma in cui l’eco dei classici può certo ritrovarsi, ma si prefigura personale grazie allo stile: taluni incipit infatti sono rilevanti per purezza espressiva e/o descrittiva e per il ritmo (numerosi gli endecasillabi), per es. ‘Veniva da un’onda remota il suono’ (Parole di ombre) o ‘Cade il suono dell’ora dai salici bianchi’ (Pareti di ombre), caratteri che non si disperdono ma fissano immagini e traslati la cui bellezza rimane nel tempo BANDO DEL CONCORSO- II° EDIZIONE DEL PREMIO CIRCE- Una donna tante culture Con il patrocinio della Presidente della Regionale del Lazio, del Presidente della Regione Sicilia e dell’ Assessorato al Turismo della Regione Sicilia e il patrocinio del Comune di Monterotondo. Il premio è rivolto a tutti i cittadini italiani o residenti in Italia. Sezione poesia, opera prima, ricerca etnoantropologica (edita o inedita),poesia giovanissimi Sezione Viaggi. Verrà assegnato un Premio Speciale della Giuria alla pubblicazione giornalistica su Monterotondo riguardante vita, costume, storia;riguardo questa sezione i partecipanti dovranno inviare l’articolo in originale (il giornale per intero) che riporti il nome del giornalista, del direttore della testata,il nome della testata e la data di pubblicazione . Il bando è sul sito www.operadeipupi.info - Info, all’email: [email protected] 4° PREMIO CARVER 2006 PER OPERE EDITE Nel 2005 sono state finaliste le case editrici Aletti, Fabio Croce, Sovera, Guida, Prospettivaeditrice, Laterza, Arpanet, Argo, Empiria, Edizioni Clandestine, Fermenti, Ibiskos, Pendragon. Il Premio Letterario Nazionale Carver è nato come contropremio che supera il mercato dei premi sostenuti dall’editoria elitaria, al fine di promuovere libri di autori italiani. Già definito dalla critica come il Premio Strega o Campiello dei nuovi scrittori, trova pieno appoggio tra i maggiori operatori del settore. Sono ammessi all'esame della giuria lavori editi (quindi pubblicati da una casa editrice) in lingua italiana a tema libero e con numerazione ISBN. Al Premio possono partecipare scrittori e poeti di tutte le nazionalità e senza limite di età, inviando nei termini stabiliti dal presente regolamento le opere di cui agli articoli successivi. Il Premio Letterario si articola in due sezioni: Narrativa e Poesia. Le opere dovranno pervenire alla segreteria del Premio entro il 30 Giugno 2006 (farà fede il timbro postale). Ulteriori info alla segreteria: Prospektiva Rivista letteraria Via Terme di Traiano, 25 00053 Civitavecchia (Roma) [email protected] Isola Nera Casa di Poesia e Lettere Per l’invio di materiale letterario: Via Caprera 6 – 08045- Lanusei. Italia Casa di poesia e letteratura. La prima in Sardegna; in Italia, aperta alla creazione letteraria degli autori italiani e di autori in lingua italiana. Il progetto Isola Nera riguarda la prossima pubblicazione in formato cartaceo. Isola Nera merita degli sponsors in grado di valorizzare l’iniziativa e dalla quale vengano valorizzati. Si accettano e vagliano proposte. 32 hasta la pròxima… al prossimo numero Ringraziamo calorosamente tutti i lettori che hanno inviato commenti , auguri, critiche in merito alla Nomination al Nobel per la Letteratura 2006 e l’adesione alla Legge Bacchelli pro Giovanna Mulas.