Puoi fare molto in un`ora: ecco come proteggere il tuo

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Puoi fare molto in un`ora: ecco come proteggere il tuo
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Puoi fare molto in un’ora: ecco come
proteggere il tuo lavoro con il backup
orario
Mentre i tempi nella vita aziendale diventano ogni giorno sempre più accelerati e la dipendenza dai dati
cresce alla velocità della luce, gran parte delle aziende di piccole e medie dimensioni effettua ancora il back
up dei dati giornalmente o persino settimanalmente. Questa tecnologia antiquata crea rischi sempre più
seri alle aziende di tutto il mondo. Gli ambienti aziendali moderni e competitivi hanno necessità che i dati
vengano salvati ad intervalli orari nel corso della giornata lavorativa senza condizionare utenti o
applicazioni.
Il nemico n. 1 delle PMI: costi e complessità
Fino ad ora, la realizzazione di un’infrastruttura di backup che consentisse il backup a cadenza oraria
attraverso la creazione delle cosiddette “istantanee” dei dati, era possibile in due modi: o attraverso
l’acquisto di sistemi di storage di livello enterprise molto costosi o utilizzando software di backup complessi,
non particolarmente flessibili e spesso non così convenienti da integrare nelle infrastrutture di rete
esistenti. Entrambe queste opzioni, sia per i costi che per la difficoltà di gestione, non erano alla portata di
molte PMI che, in questo modo, sono rimaste intrappolate nella loro tecnologia esistente, spesso ben
sapendo a quali rischi rimaneva esposta la loro azienda.
3 fattori che fanno la differenza
È importante considerare più attentamente quali sono i requisiti per una protezione dei file o dei dati
applicativi a cadenza oraria.
Primo: l’utilizzo della capacità di storage. Se i dati vengono salvati su base oraria, è necessario avvalersi di
una soluzione in grado di ottimizzare l’utilizzo dello storage, altrimenti la capacità disponibile verrà
immediatamente consumata dai dati di backup.
Secondo: il backup deve avvenire durante le normali ore lavorative e quindi gli utenti e le applicazioni non
devono essere condizionati da tale processo. In parole povere, le prestazioni di lettura e scrittura del
sistema di storage non devono essere influenzate in alcun modo dall’attività di backup.
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Terzo, e anche uno degli aspetti più trascurati: il tempo di ripristino (Recovery Time Objective) nel caso di
perdita dei dati è importante almeno quanto il Recovery Point Objective, ovvero la frequenza o l’intervallo
nel quale i dati vengono memorizzati.
È una questione di file system!
Come indicato nei paragrafi precedenti, il file system di storage deve scrivere i dati in modo da ridurre al
minimo l’utilizzo dello storage. Ciò significa che solo i blocchi modificati in un file share o iSCSI LUN
dovrebbero essere scritti nello “snapshot” di quel share o file. Se vengono effettuati dei cambiamenti
nell’attività giornaliera, solo i blocchi modificati hanno necessità di un effettivo spazio fisico. Questo,
combinato con funzionalità intelligenti di gestione degli snapshot, che cancellano questi ultimi secondo
schemi definiti, assicura i requisiti minimi di storage, mantenendo al contempo la protezione su base oraria.
Anche un’impostazione basata su share/LUN consente di regolare alcuni share a una granularità di
snapshot quotidiana o settimanale per i dati che non vengono modificati molto di frequente.
Quando si tratta di impatto sulle prestazioni, la tecnologia è persino più impegnativa. Per creare una copia
dei dati senza intaccare le prestazioni, un file system deve far riferimento unicamente ai blocchi modificati,
attraverso puntatori dei dati primari, invece di passare in rassegna tutto il file (Copy-on-Write). Solo in
questo modo gli snapshot possono essere creati in un numero teoricamente illimitato e senza impattare
minimamente sulle prestazioni. Un test di qualsiasi sistema di storage NAS tradizionale, che funziona con il
file system EXT4, fa capire qual è la vera sfida: se i dati sono scritti sul NAS, ipoteticamente a 90MB/s, e
viene realizzata una copia tradizionale, si può notare che le prestazioni scendono a una frazione dei 90 MB.
A peggiorare le cose, una volta realizzati snapshot multipli – necessario per la protezione continua – le
prestazioni del sistema restano seriamente compromesse anche quando non vengono scritte le copie.
Ora questo limite è intrinseco a qualsiasi soluzione di storage basata su file system EXT3 or EXT4
attualmente sul mercato. Ciò a sua volta significa che, per le PMI, il solo modo per acquisire “una
protezione quasi continua dei dati” con un NAS è passare a un approccio basato sulla tecnica “copy on
write” come BTRFS o ZFS open source. Questi file system moderni consentono la creazione di un numero
illimitato di snapshot che sfruttando un approccio di tipo blocco e puntatore, senza intaccare le prestazioni.
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L’amico n. 1 delle PMI: facilità di utilizzo e convenienza
Come sopra descritto, solo fino a poco tempo fa acquisire il
livello adeguato di protezione dei dati era possibile unicamente a
costi e/o a livelli di complessità elevati. Grazie a soluzioni
integrate, semplici da utilizzare e a prezzi convenienti basate su
ZFS e BTRFS, come le famiglie di prodotti ReadyNAS e ReadyDATA
di NETGEAR, i clienti possono ora creare ambienti di backup dei
dati che non molto tempo fa richiedevano investimenti a 5 cifre,
oltre che personale IT altamente qualificato. Oltre a tutte le
funzionalità necessarie, ReadyNAS e ReadyDATA forniscono
funzionalità
di
controllo
e
una
GUI
che
consente
l’implementazione e la gestione senza la necessità di un lungo
periodo di training. Inoltre, tutte le licenze di software sono incluse nei prodotti garantendo così la massima
trasparenza dei costi e il controllo del TCO (Total Cost of Ownership).
Per maggiori informazioni sulle soluzioni ReadyNAS e ReadyData, visitare le pagine dedicate:
http://www.netgear.it/prodotti/aziende/storage/default.aspx