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4 ATTUAZIONE DEL PIANO
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a cura di Stefan Tischer
In fase avanzata della candidatura, al fine di curare l’attuazione dei piani di azione
previsti, si tratterà poi di chiarire nel dettaglio la struttura gestionale e la definizione del
processo di programmazione delle attività di gestione stesse, insieme alla definizione dei
programmi attuativi dei singoli progetti, e sarà attivato un vero e proprio “Comitato di
Gestione” con rappresentanza di tutti i soggetti coinvolti, a partire dal soggetto promotore, che ci si auspica saranno, al fine di garantire la continuità del processo, gli stessi
soggetti facenti parte del “protocollo d’intesa” attivato in fase di costruzione del Piano
(cfr. TERZA PARTE 1.3 caratteristiche, attori e strumenti), da formalizzare non appena confermata la candidatura dal MiBAC. Per quanto riguarda la forma giuridica da scegliersi per
tale Comitato si tratterà di ponderare, attentamente, una volta certi della candidatura, la
soluzione più idonea, eventualmente con l’ausilio di una specifica analisi costi/ benefici.
la forte identità (cfr. TERZA PARTE 1.1 motivazione della richiesta di candidatura e 1.3 caratteristiche,
attori e strumenti). La fase dell’attuazione andrà attentamente programmata, in funzione
delle risorse umane e finanziarie, come risultato dell’attività coordinata del Comitato di
Gestione.
A dimostrazione del reale interesse e impegno dei soggetti interessati, e in particolare delle amministrazioni e della Associazione “Progetto Terraviva”, si allega uno
schema di massima di un primo tassello del “Progetto di valorizzazione”, che il Comune
potrà attuare per parti (FIG.52). Si allega inoltre il progetto, in avanzato stato di definizione per il “Nuovo Museo della Carta“.
Come riferimento si stabiliscono i contatti presso:
• la ONLUS Associazione “Progetto Terraviva”, c/o “Museo della Carta”,
Piazza della Croce, 1, Fraz. Pietrabuona, 51017 Pescia (PT), tel /fax 0572 408020,
email: [email protected]
sito web: http://www.svizzera-pesciatina. com/it
• il Comune di Pescia, Piazza Mazzini, 1, 51017 Pescia (PT),
tel, centralino 0572 4920 - fax 0572 492253
sito web: http://www.comune.pescia.pt.it/
Il fatto che il territorio di riferimento proposto per la candidatura ricada in un unico
perimetro comunale, quello di Pescia, e per quanto riguarda la proposta della più estesa
“buffer zone” (cfr. TERZA PARTE 1.2 ipotesi di perimetrazione del territorio) in sei territori comunali più o meno completi (Villa Basilica, Ponte Buggianese, Pieve a Nievole, Massa
a Cozzile, Buggiano, Uzzano) mentre per il resto si tratta di territori parziali o molto
parziali (Bagni di Lucca, Piteglio, Marliana, Montecatini Terme, Monsummano Terme, Chiesina Uzzanese, Montecarlo, Capannori), permetterà una migliore e più snella
gestione di tutte le attività, soprattutto della fase delle scelte, seppure i soggetti coinvolti
siano numerosi ma, come illustrato, uniti dall’appartenenza ad un comune territorio dalLa Svizzera Pesciatina
progetto Lignano
porte / entrate
recupero cartiere
in evidenza i centri principali di riqualificazione dell’intero comprensorio della valle del fiume Pescia con la previsione di attività legate alla cultura e all’innovazione per la crescita socio economica, imprenditoriale e culturale:
- in rosso, l’individuazione delle singole emergenze architettoniche delle cartiere da recuperare, restaurare e funzionalizzare;
- in giallo, le ‘porte’ delle dieci “Castella”, oggetto di specifici progetti di riqualificazione paesaggistica e ambientale
(cfr. p.es. progetto per Pietrabuona)
- in verde, il Castello di Lignano, l’undicesimo Castello oggi in stato di abbandono, da recuperare con uno specifico
progetto di restauro e riqualificazione.
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FIG. 52 SCHEMA SINTETICO DEI PROGETTI DI VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO
FIG. 53 CONCETTO PRELIMINARE PER LA RISISTEMAZIONE PER LA PORTA DELLA SVIZZERA PESCIATINA (PIETRABUONA): in giallo interventi di riqualificazione urbana, in verde la valorizzazione paesaggistica
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a cura di Massimiliano Bini
IL NUOVO MUSEO DELLA CARTA
Le prime ipotesi per un museo della carta a Pescia vennero affrontate all’interno
di un più vasto progetto di ricerca, di interesse nazionale, relativo al Sistema dei musei
scientifici nella realtà territoriale italiana. Storia, analisi e proposta di riorganizzazione
nell’ipotesi di una rete museale diffusa coordinato a livello centrale dal prof. Alfredo
Drugman del Politecnico di Milano. L’amministrazione comunale pesciatina affidò
nel 1985 al prof. Carlo Cresti, responsabile e coordinatore per la Toscana, una prima
indagine conoscitiva che si tradusse nel 1988 nella prima importante pubblicazione che
affrontasse la storia della carta a Pescia in una prospettiva museale e che fornisce delle
indicazioni di metodo e spunti museologici dai quali non si può prescindere111. Il Cresti
inseriva le sue riflessioni nell’ambito del più vasto dibattito sviluppatosi a partire dagli
anni Settanta del Novecento in merito all’importanza dei reperti di archeologia industriale per i quali si poneva, e si pone ancora oggi, il problema concreto del loro riuso
sulla base di scelte concrete e sul reale riconoscimento dell’importanza del documento
storico, non solo dal punto di vista estetico formale ma quale espressione di una vocazione territoriale sedimentata112. Sulla scorta di tali considerazioni generali, il Cresti
definiva la scelta assunta dall’amministrazione comunale tramite delibera consiliare del
luglio del 1985 di creare un Centro di documentazione della storia della lavorazione
della carta (al fine di censire, catalogare documenti ed elaborare dati relativi alle singole
cartiere ed alle tecniche specifiche delle lavorazioni) nell’attesa di giungere alla formazione di un vero e proprio “Museo della Carta”, una iniziativa non pretestuosa ma motivata dal perdurare in loco di una antica vocazione produttiva e dall’attuale legittimo
desiderio di analisi e riflessione su aspetti economici, sociali e culturali strettamente
collegati ad una attività (quella cartaria) che ha fortemente segnato la locale realtà
urbana e territoriale”113. Inoltre, nel vedere il futuro Centro “come luogo e strumento
111 C. CRESTI (a cura di), “Itinerario museale della carta in Val di Pescia”, Siena 1988.
112 Per una lettera ricca di spunti: F. M. BATTISTI (a cura di), Eugenio Battisti. “Archeologia Industriale.
Architettura, lavoro, tecnologia, economia e la vera rivoluzione industriale”, Milano, 2001.
113 C. CRESTI, “Itinerario”, cit., pp. 13-14.
di ricerca, conoscenza e coscienza collettiva e come ‘occasione’ per il dibattito tra forze
politiche, culturali ed economiche per la puntualizzazione di uno dei precipui fattori
di identità e di ruolo assunti, nel tempo, dalla città”114 egli proiettava tale scelta anche
in una ottica di impostazione territoriale complessiva. Nell’indicare gli indirizzi che il
nascente Centro avrebbe dovuto assolvere Cresti poneva delle indicazioni metodologiche che possono essere riprese in toto per la loro esattezza e precisione. Egli richiamava,
infatti, la necessità di “raccogliere, ordinare, conservare e presentare adeguatamente
il materiale relativo alle tecniche di lavorazione della carta, alle tipologie edilizie
costruite per tale scopo, alla vita operaia che si svolgeva nelle cartiere, alla descrizione
del mondo del lavoro in senso estensivo (avvenimenti del movimento operaio con tutti
gli annessi e connessi riguardanti l’associazionismo, i servizi, la residenza operaia,
etc.). Detto materiale, da procurare in futuro attraverso l’acquisizione di ‘collezioni’ di
provenienza privata, si prevede sarà prevalentemente costituito da: bandi, leggi, regolamenti, stampe e altra iconografia; libri e miscellanee riguardanti la storia della carta
e delle famiglie di cartai; campionature di tipi, pezzature di carta a mano e relative
filigrane; macchinari e strumenti per la produzione della carta (dispersi o già rimossi
o che non è possibile conservare nelle collezioni originarie); edizioni pregiate (antiche
e moderne) realizzate con carta a mano; vecchie planimetrie, eventuali progetti, rilievi
grafici (attuali) degli edifici delle cartiere; fotografie d’epoca di cartiere e di cartai al
lavoro; registrazioni su nastro delle testimonianze orali dei cartai superstiti”115.
Il Cresti faceva opportunamente notare come le tante cartiere dislocate lungo il
corso della Pescia Maggiore costituissero un sistema museale territoriale e richiamava
quindi la necessità di costruire un itinerario e consentire la visita alle “rare fabbriche
dove sono ancora in funzione macchine (in tondo e in piano) superate dallo sviluppo
tecnologico ed è possibile seguire le fasi della lavorazione artigianale della carta fatta
a mano (ossia di una esperienza in via di estinzione) dove sono tuttora riconoscibili ed
114 ibidem, cit., p. 14.
115 ibidem, cit., p. 14.
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efficienti i gorili che, alimentando vasche e muovendo vecchie ruote a pale, servono
ancora alla produzione di energia”116. Tuttavia, realisticamente, egli individuava la
necessità di salvare “due o tre dei manufatti edilizi di maggiore significanza tipologica
e di migliore conservazione anche delle attrezzature idrauliche” e nell’individuare una
ipotesi di itinerario poneva quale tappa fondamentale una sosta “in località Pietrabuona
a motivo della presenza della cartiera Le Carte (di proprietà Magnani) dove ancora si
producono (pur se in quantità limitata) carta pregiata e filigrane con l’antico metodo ‘a
mano’” e concludeva coll’indicare, quale sede per il nascente Centro di documentazione, i “locali comunali dell’ex scuola elementare”117, sempre a Pietrabuona.
A seguito delle precise indicazione del Cresti, un gruppo di soci pubblici e privati,
in particolare aziende operanti nel settore cartario, dette vita nel 1992 all’Associazione
Centro di Documentazione sull’antica lavorazione della Carta che si insediò proprio nei
ristrutturati ambienti dell’ex scuola elementare di Pietrabuona. L’Associazione, che pose
fin dall’inizio quale punto fermo la creazione del “Museo della Carta di Pescia”, ha oggi
una chiara mission definita nell’articolo 2 dello statuto e si propone in particolare di:
• raccogliere e catalogare il materiale documentario d’interesse storico-scientifico ed
artistico esistente in Pescia e nel suo comprensorio;
• promuovere iniziative di analisi storica che possano fungere da promozione
dell’industria cartaria del comprensorio;
• fornire documentazione e servizi ad enti pubblici e privati; istituire laboratori e corsi
di formazione e di specializzazione professionale sulla lavorazione della carta e sul
restauro di libri, stampe, documenti ecc.;
• promuovere iniziative di tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente, con particolare riferimento al risparmio nell’utilizzo di materie prime nel processo di produzione
della carta e al recupero e riciclo di carta e cartone;
• favorire iniziative nel settore artistico finalizzate all’impiego della carta, con partico116 ibidem, cit., p. 15.
117 ibidem, cit., p.17.
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lare riferimento alla stampa d’arte (acquaforte, xilografia, litografia, ecc.) al libro, al
manifesto e a ogni altra espressione grafica, promuovendo incontri, seminari di studio,
convegni, mostre ed esposizioni, dibattiti, svolgere attività formativa e di divulgazione
anche in collaborazione con altre istituzioni pubbliche e private.
Su queste basi l’istituzione è divenuta in questi anni un punto di riferimento, soprattutto nel campo della didattica, ed è stata in gradi di tessere una fitta rete di relazioni. Il Museo, infatti, dotatosi recentemente di un prestigioso comitato scientifico che
raccoglie esponenti delle tre università toscane (Pisa, Firenze e Siena) e della Soprintendenza competente, fa parte del “Distretto Cartario di Capannori”; è socio fondatore dell’
“Associazione Italiana Musei Stampa e Carta” (AIMSC); partecipa al gruppo di lavoro,
promosso dalla Regione Toscana, impegnato nella discussione sull’attuazione delle disposizioni in merito agli standard museali; ha preso parte, in qualità di “organizzazione
campione”, alle attività del progetto Life – PIONEER: percorso di implementazione di
un sistema di gestione ambientale conforme ai requisiti del Regolamento CE 761/2001
(EMAS) raggiungendo, nel febbraio 2006, l’ambito riconoscimento. Inoltre, opera attivamente in collaborazione con Comieco, il “Consorzio Nazionale per il recupero degli
imballaggi a base cellulosica”, nella divulgazione dei temi legati al riciclo della carta; è
inserito nel sistema “Musei & Valdinievole” promosso dalla Provincia di Pistoia, e tappa
fondamentale del progetto, promosso dal Comitato di Distretto Cartario ed affidato alla
società Lucense, denominato “La via della Carta”: uno studio ambizioso che si propone
di valutare la fattibilità di mercato di una offerta turistico/culturale legata alla carta, in
comparazione con altre realtà italiane (“Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano”
(AN); “Museo della Carta di Amalfi” (SA) ed estere (Museu Molì Paperer de Capellades (Spagna); Verla Mill Villane (Finlandia), Museu do Papel das Terras de Santa
Maria (Portogallo); St. Alban - Tal Museum (Svizzera) in vista della costituzione di un
complesso sistema di interrelazioni (Città Sottili, Museo del Fumetto, Lucca; Il Parco
dell’Industria Cartaria, Villa Basilica; il Festival Puccini, Torre del Lago; la Cittadella
del Carnevale, Viareggio; la Valle del Pescia; la Val di Lima; la Valle del Serchio).
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L’Associazione, divenuta nel frattempo prima “Associazione Museo della Carta”
dal 25 novembre 2005 iscritta nel registro nazionale delle ONLUS, ha sempre tenuto
fermo il proprio obiettivo primario, quello cioè della costituzione del vero “Museo
della Carta di Pescia”. Proposito che si è in parte realizzato, nel giugno del 2003, con
l’acquisto dalla Cartiera Magnani 2000 S.p.A. della piena proprietà dell’antico opificio
denominato “Le Carte”: l’edificio ricordato da Cresti e il più rappresentativo esempio
funzionante di antica cartiera presente sul territorio.
L’ANTICO OPIFICIO “LE CARTE”: UN CONTENITORE “TRASPARENTE”
La cartiera “Le Carte” fu costruita, con ogni probabilità, da Giovan Battista Ansaldi
nel 1710 e ristruttura già nel 1737. L’edificio passò poi in proprietà nel 1825 di Agostino
Calamari e successivamente prima di Francesco Pagni nel 1840 e nel 1860 di Enrico
Magnani esponente di un nuovo ceppo della nota famiglia ligure emerso nel panorama
economico e sociale pesciatino tra il 1860 ed il 1890. L’antico opificio a seguito del
fallimento dell’azienda Magnani divenne di proprietà delle Cartiere Miliani Fabriano
S.p.A. dal 1990 al 2001 e fu riconosciuta nel 1995 di “interesse particolarmente importante” dal Ministero dei Beni culturali e ambientali. Tornata di proprietà della rinnovata
Cartiera Magnani 2000 S.p.A. nel maggio 2001 l’edificio, come detto, è passato nelle
mani dell’ “Associazione Museo della Carta ONLUS” nel 2003 con notifica al Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, tramite la Soprintendenza per i Beni Ambientali e
Architettonici di Firenze, Pistoia e Prato nel luglio dello stesso anno.
L’antico opificio da carta denominato “Le Carte” è rappresentativo del tipico
modello di sviluppo della manifattura cartaria nei secoli del medioevo e dell’intera età
moderna, sia per quanto riguarda la collocazione quasi al centro del “distretto cartario”
del torrente Pescia, sia per i canoni architettonici, sia per le preziose attrezzature che
ancora conserva al suo interno.
L’antica cartiera, infatti, ha mantenuto la tipica tipologia del modello cartario
genovese–toscano: piano terra con volte a crociera, dove sono allocate le fasi della
lavorazione che sfruttano l’energia idraulica; primo piano con lo stracciatoio, la “bottega” per le operazioni di rifinitura della carta e locali adibiti ad abitazione delle famiglie
dei cartai; ultimo piano, con i caratteristici “finestroni” dotati di chiusure regolabili, per
l’asciugatura dei fogli.
La sostanziale integrità dell’edificio, che si presenta già oggi come un “museo di
se stesso”, consentirà, come più dettagliatamente si vedrà nelle pagine successive, di
presentare al visitatore l’intero percorso della carta all’interno della cartiera, con i suoi
ripetuti spostamenti nei vari locali: sarà così possibile ricostruire in maniera storicamente ineccepibile ogni fase della lavorazione, dall’arrivo degli stracci all’uscita delle
risme di carta in un complesso percorso caratterizzato da una netta distinzione di ruoli
lavorativi tra uomini e donne.
Altro punto nettamente qualificante dell’edificio è rappresentato dall’attrezzatura,
in larga misura risalente al Settecento e al primo Ottocento, ancora conservata all’interno che non ha forse uguale in Italia per abbondanza e stato di conservazione. Basti
pensare alle batterie di pile a magli, ai torchi, ai cilindri all’olandese o alle macchine per
la rigatura dei fogli e per altre fasi di rifinitura di carta pregiata da lettere o da incisione.
Inoltre in virtù degli accordi stretti fra l’Associazione e le Cartiere Magnani 2000 S.p.A.
il Museo ha ricevuto in dono nel febbraio del 2006 una ingentissima quantità di utensili
legati alla produzione di carta fatta a mano. Veramente notevole è il corredo delle forme
filigranate, tra le quali spicca quella del 1812 che reca le effigi di Napoleone e di Maria
Luisa d’Austria: queste forme nonché gli altri oggetti utili alla creazione di un foglio
filigranato come teli, cere, timbri, punzoni, costituiranno le “collezioni” permanenti del
Museo, una raccolta che assumerà un significato storico ancora più pregnante dall’essere collocata all’interno di una antica cartiera ristrutturata. Una considerazione del
tutto particolare merita poi l’Archivio delle aziende Magnani anch’esso pervenuto in
dono all’Associazione. Tale importantissimo materiale documentario ottenne nell’agosto del 1979 l’apposizione del vincolo da parte della Soprintendenza Archivistica per
la Toscana all’interno di un progetto più generale che mirava alla realizzazione di un
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quadro complessivo degli archivi conservati presso le industrie della Toscana, della loro
consistenza, dei loro limiti cronologici. Nel testo della visita effettuata dal dott. Enrico
Stampo, dell’Archivio di Stato di Firenze e dalla dott.ssa Sandra Pieri della Sovrintendenza Archivistica per la Toscana in data 18 luglio 1979 si richiamava “(…) oltre che
l’importanza amministrativa, l’alto valore scientifico che la documentazione conservata
(presso le Cartiere Magnani S.p.A.) può avere relativamente alla ricostruzione storica
dell’attività economica della Toscana” in particolare come si legge nell’atto di vincolo
“per i libri giornali (1864-1978); i bilanci e i libri mastri (1905-1978); i libri contabili
(1862-1978); la corrispondenza (1856-1978); per l’archivio societario (1952-1978);
per l’archivio tecnico e per la documentazione amministrativa e contabile (1865-1978)
comprendente copialettere, libri magazzino, libri paga e del personale, bollette, fatture”. Successivamente la documentazione fu trasferita nell’aprile del 1988 dai locali di
Piazza Matteotti, 11 in Pescia in altri locali situati nello stabilimento delle Cartiere Magnani S.p.A. in Calamari (Pescia) e da qui è giunto in possesso dell’Associazione. Esso
costituisce una straordinaria e abbondantissima documentazione che, una volta inventariata secondo i criteri scientifici della moderna archivistica e collocata nei locali de “Le
Carte” adeguatamente predisposti, potrà essere messa a disposizione degli studiosi: una
tale collocazione permetterà, non solo di salvare in modo definitivo un tale patrimonio
di inestimabile valore, ma anche di approfondire le ricerche sulla storia della carta nella
valle del Pescia ed in particolare della produzione di carte pregiate - carte per artisti e
carte valori -, nonché di far diventare il “Museo della Carta” un centro attivo di studi e
documentazione per l’intero territorio valdinievolino e per l’interprovinciale “Distretto
Cartario” di Capannori.
La prospettata trasformazione dell’antico opificio “Le Carte” in un moderno museo
acquista dunque molteplici valenze che si possono riassumere, rimandando considerazione più specifiche nella pagine che seguiranno, nei seguenti punti:
-a- una operazione di salvaguardia di un pregevolissimo manufatto di archeologia
industriale;
-b- -c-
-d-
-e-
-f-
la realizzazione di un esempio “vivente” delle tecniche e dei procedimenti di
fabbricazione della antica carta a mano;
l’innovativo riutilizzo di un “contenitore” che permetterà di documentare e
perpetuare una attività economica che per secoli ha interessato l’intera vallata,
improntando ogni aspetto della vita di moltissime famiglie pesciatine;
la realizzazione di uno strumento didatticamente efficace e dalle fortissime
capacità comunicative;
la costituzione di un centro culturale e di documentazione territoriale in grado di
stimolare ulteriori approfondimenti sulla storia della carta, grazie alla
interessantissima documentazione otto-novecentesca dell’Archivio Magnani.
la possibilità di realizzare un completo censimento delle collezioni in possesso
del Museo.
A fronte di un patrimonio di tali straordinarie potenzialità, il progetto di recupero
della cartiera “Le Carte”, per farne il cuore del già attivo Museo della Carta, mira a
restituire all’antico edificio la sua piena funzionalità produttiva e didattico-dimostrativo:
in tal modo si raggiungerà il duplice obiettivo della parziale autosostenibilità finanziaria
della struttura e della realizzazione di una completa esperienza di visita per l’utente. Il
visitatore potrà, infatti, vedere le macchine in movimento, mosse dalla ruota idraulica, e
ascolterà il rumore dell’acqua; sarà colpito dal frastuono assordante dei martelli dentro
le pile del pesto; sperimenterà la formazione del foglio e potrà seguire, nei vari locali,
tutte le fasi di lavorazione.
La visita avverrà quindi ad un museo “vivo”, il cui forte impatto emotivo faciliterà
la comprensione della dimensione storica di un’attività manifatturiera e di una cultura del lavoro tipiche della società pesciatina per secoli ed inoltre tale struttura potrà
divenire l’ente trainante di un sistema integrato delle varie istituzioni museali pesciatine
fortemente interrelate intorno al tema carta (Il “Museo Civico”, la Gipsoteca “Libero
Andreotti”; la Sezione di Archivio di Stato; la Biblioteca comunale; la Biblioteca capitolare; la Fondazione “Carlo Collodi”).
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PER UN PROGETTO MUSEOLOGICO
L’antico opificio “Le Carte” rappresenta dunque un contenitore, luogo del “fare” e
di vita, dalle molteplici implicazioni. La sua ristrutturazione coinvolge valenze complesse e impone contemporaneamente di rispondere alle richieste di una utenza variegata
nel rispetto, quale aspetto vincolante, della mission museale stabilita nello statuto e a
imposizioni di carattere più generale, primo fra tutti l’Atto di indirizzo sugli standard
museali emanato nel 2001 ma anche la Politica Ambientale interna.
L’antico opificio “Le Carte” dovrà divenire, in una visione non di de-semantizzazione quanto piuttosto di ri-semantizzazione, una struttura dalle molteplici funzioni:
luogo rappresentativo di un intero territorio dove ricostruire in modo storicamente ineccepibile l’antica lavorazione della carta fatta a mano, laboratorio per la produzione dei
fogli di carta, centro ricerche, archivio, spazio aperto a mostre permanenti e temporanee.
La struttura dovrà dunque prevedere un adeguato spazio ricettivo, vero specchio dello
stile di gestione di un museo, il quale dovrà non solo rispondere alle esigenze di comfort
del visitatore prevedendo una serie di servizi come anche divieti ed indicazioni, ma
anche trasmettere all’utenza un primo preciso messaggio sulle tematiche con le quali
andrà a confrontarsi. Un concetto ampliato e ribadito in forma più ampia in uno spazio
introduttivo alla visita vera e propria che potremmo definire Sala comunicazione. Tale
sala sarà un luogo di straordinaria importanza nel quale dotare il visitatore del giusto
codice e contesto condivisi per poter opportunamente decodificare il contenitore ed il
suo contenuto, la cartiera e le sue collezioni, come anche i rapporti fra il contenitore ed
il territorio, altri opifici andanti ad acqua e paesaggio naturalistico, nel quale è inserito e
del quale è parte integrante. Dovranno, inoltre, essere fornite informazioni sui materiali
che si andranno ad incontrare nella visita e concessi gli strumenti per interpretare in
modo corretto il percorso ed i vari livelli di approfondimento possibili così da consentire una totale esperienza all’interno del Museo.
Centro e parte fondamentale del progetto sarà ovviamente la costituzione di un percorso museale che può essere definito “Dagli stracci al foglio di carta”: un viaggio che
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il visitatore sarà chiamato a condurre, opportunamente guidato ed informato, nei locali
della cartiera in modo che egli possa ripercorre con esattezza, in un attento dosaggio fra
l’utilizzo di strumenti audiovisivi e supporti virtuali e la naturale suggestione data dagli
ambienti risanati, tutte le fasi dell’antica lavorazione della carta fatta a mano, senza
dimenticare l’aspetto innovativo e coinvolgente della presenza degli strumenti originali
e funzionanti e dei Mastri Cartai al lavoro.
Il visitatore sarà dunque guidato nello stracciatoio e nel marcitoio, luoghi nei quali
gli stracci venivano preparati, nella stanza delle pile sfilacciatici, dove gli stracci venivano distrutti per formare il pesto, nella sala dei tini, dove avveniva la creazione vera e
propria del foglio di carta, ed, infine, nello spaditoio dove la carta veniva fatta asciugare
in modo naturale.
Ad un livello interpretativo superiore e per un maggiore grado di approfondimento
il visitatore sarà condotto all’interno dei locali adibiti ad ospitare in modo permanente
le ingenti collezioni, come abbiamo visto, delle quali il Museo è venuto in possesso.
Strettamente legate al percorso museale queste sale dovranno presentare in modo didatticamente efficace gli strumenti utilizzati nel passato per la produzione di pregiate carte
filigranate e dimostrare come tali oggetti fossero relazionati strettamente gli uni con gli
altri. Troveranno dunque collocazione in questi spazi le forme filigranate, i teli, le cere,
i punzoni e i timbri precedentemente restaurati, laddove ve ne sia bisogno, e opportunamente catalogati. Per poter permettere una rotazione delle collezioni ed una loro
conservazione è necessario che sia realizzato in stretta contiguità con le sale espositive
il Deposito. Il deposito dovrà essere pensato secondo i più attuali standard di sicurezza
sulle condizioni climatiche ambientali interne ed esterne tale da permettere non solo una
utile conservazione preventiva ma anche un facile accesso per le necessarie manipolazioni. Tale luogo dovrà accogliere tutte le collezioni del Museo che abbiamo ricordato
ma anche le altre opere che scaturiranno dalle attività culturali ed espositive descritte
nella mission dell’associazione. Il deposito, pensato - con tempi e modalità da definire
nella “carta dei servizi”- per poter essere visitato dagli studiosi, dovrà avere anche un
FIG. 54 PROGETTO “LE CARTE”, ARCH. P.C. PELLEGRINI E CARDELLI & GALLI
locale adatto per valutare ed eventualmente realizzare piccoli interventi di restauro da
utilizzare all’occorrenza anche per riproduzioni fotografiche e successive operazioni di
inventariazione.
In naturale e necessario collegamento con i locali sopra descritti dovranno essere individuati spazi da adibire a mostre temporanee. Tali locali, che dovrebbero essere collocati
in luogo strategico così da permetterne la visita anche in modo indipendente dal percorso
museale, dovranno essere dotati di un arredo flessibile ed utilizzati per ospitare mostre
interpretative sulle raccolte del museo: in questo modo potranno essere trattati temi
specifici che si andranno ad aggiungere alle tematiche generali contenute negli spazi
delle mostre permanenti, raggiungendo il duplice scopo di ampliare il numero delle
opere in esposizione e fornire al visitatore una occasione di ulteriore approfondimento.
contenuta nell’articolo 2 dello Statuto dell’Icom che ha definito il museo “una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta
al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo
e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva e soprattutto le espone a fini di studio, di
educazione e di diletto”.
Una considerazione sicuramente distinta deve essere riservata all’Archivio nel quale troverà collocazione il materiale documentario proveniente dalle Cartiere Magnani.
L’Archivio dovrà essere distinto dal percorso museale e dai momenti di riflessione descritti precedentemente e quale luogo più raccolto e riservato dovrà assolvere la funzione di luogo di studio in virtù della costituzione di un Centro di ricerca interno. In esso
dovrà trovare collocazione non solo il materiale già in possesso del Museo ma anche
le possibili nuove acquisizioni, nonché lo schedario cartaceo delle opere ed infine una
fototeca che conservi ed ordini le immagini degli oggetti esposti o collocati in deposito.
Il rinnovato “Museo della Carta”, infine, sarà in stretto collegamento con l’attuale sede dell’Associazione: i locali comunali ristrutturati dell’ex scuola elementare di
Pietrabuona. In questo modo tali spazi potranno essere dedicati interamente alle attività
didattiche ponendo le basi per una Scuola della Carta e risemantizzando in questo caso
un luogo dedicato all’insegnamento e all’apprendimento.
Il “Museo della Carta di Pescia” si avvia dunque a rappresentare una esperienza del
tutto innovativa nel panorama non solo italiano e a rispondere a pieno alla prescrizione
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5 MONITORAGGIO E IMPLEMENTAZIONE
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a cura di Ilaria Rossi Doria
Fase essenziale del Piano di Gestione è infine quella del monitoraggio, della verifica dell’effettiva realizzazione degli
obiettivi programmati e di conseguenza dell’efficacia e dell’efficienza dei progetti attivati ai fini della tutela e della valorizzazione del territorio.
Bisognerà innanzi tutto predisporre un modello di controllo delle azioni previste attraverso adeguati indicatori e parametri di analisi che permettono di proporre le eventuali e necessarie misure correttive che verranno a costituire la base per
la relativa periodica implementazione. Si tratterà quindi, oltre a stabilire la qualità e l’entità degli indicatori e dei paramentri
di analisi di cui si è detto, di stabilire un programma periodico di verifica e di valutazione individuando i soggetti che se ne
occuperanno che potrebbero essere rappresentati all’interno del Comitato di Gestione (cfr. TERZA PARTE 4 attuazione del piano).
Le modalità del monitoraggio possono comprendere diverse forme di verifica che vanno da interviste dirette agli attuatori dei progetti, per una prima valutazione dei diretti interessati ad analisi delle informazioni disponibili relative ai diversi
progetti ai diversi stadi di attuazione in funzione degli obiettivi prefissati alla luce dei risultati ottenuti, ecc.
Parallelamente andrà poi attivato un programma di monitoraggio con l’obiettivo di valutare l’impatto dei progetti anche
nel medio-lungo termine finalizzato a cicli di periodiche revisioni e quindi eventuali nuove stesure del Piano, qualora necessario.
BIBLIOGRAFIA
“Operational Guidelines for the implementation of the World Heritage Convention”, 2005.
M.GUIDO, “Appunti per una metodologia per i Piani di Gestione”, MiBAC, 2005.
E. REPETTI, “Dizionario Geografico, Fisico, Storico della Toscana”, FI, 1833-1845.
CONTRIBUTI
i presenti piani sono stati elaborati con il contributo di D.Agostini, M. Bini, A. Grazzini, F. Gurrieri, S. Tischer e la ONLUS “Progetto Terraviva“
La Svizzera Pesciatina
198
settembre 2008
La Svizzera Pesciatina

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