Marzo - Dall`Italia la spinta che fa correre Timberland

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Marzo - Dall`Italia la spinta che fa correre Timberland
DALL’ITALIA LA SPINTA CHE FA CORRERE TIMBERLAND
«L'Italia è il nostro primo mercato in Europa. È un paese nel quale stiamo crescendo: la
crisi ha portato i consumatori a fare scelte più ragionate, a preferire prodotti di qualità e
che siano accattivanti sul piano del design».
Timo Schmidt, presidente di Timberland Emea, racconta il successo che il marchio
americano sta avendo nel nostro Paese, in barba alle criticità e al calo dei consumi. Un
successo che chiama investimenti: attualmente, in Italia, l'azienda ha 151 monomarca
tra Dos e negozi in franchising, che diventeranno 160 alla fine del 2014.
Creato nel 1973 dalla famiglia Swartz sulle fondamenta della Abington Shoe company,
oggi Timberland è un vero e proprio gigante del segmento outdoor.
Dal 2011 fa parte del gruppo statunitense Vf Corporation, quotato a Nyse – 11,4 miliardi
di dollari di fatturato nel 2013 contro i 10,9 miliardi del 2012 – e lo scorso anno ha visto
i propri ricavi aumentare del 5% a circa 1,6 miliardi di dollari. Per il 2014 è previsto un
raddoppio della crescita: i ricavi di Timberland dovrebbero aumentare del 10% su base
annua. L'obiettivo di medio termine, invece, «è quello di portare il brand ad un fatturato
di 2,2 miliardi di dollari nel 2017» spiega Schmidt.
A monte di questi risultati positivi c'è la spinta evolutiva che Vf ha impresso al marchio:
«Abbiamo voluto dimostrare che Timberland non è solo un brand di calzature, che
tuttora rappresentano il nostro core business, ma anche di abbigliamento da uomo,
donna e bambino. Pur salvaguardando il dna del marchio, abbiamo aggiunto una
componente lifestyle che oggi si sta rivelando decisiva».
Sebbene a livello mondiale il best seller di Timberland rimanga l'iconico Yellow Boot – lo
stivaletto giallo, oggi proposto anche in altri colori – l'etichetta oggi contrassegna capi,
accessori e calzature che fondono tecnica e attitudine urbana con una particolare
attenzione all'eco-sostenibilità: «Il nostro consumatore tipo – dice Schmidt – ha tra i 25
e i 35 anni e ama stare all'aria aperta. Per ora i nostri clienti sono per la maggior parte
uomini, ma puntiamo a conquistare anche il pubblico femminile».
Il futuro di Timberland, nei piani di Vf, è quello di un marchio lifestyle a 360 gradi. Ma
soprattutto di un marchio globale: «Tra i nostri mercati chiave ci sono gli Usa, dove
siamo fortemente radicati nella East Coast, ma stiamo registrando tassi di crescita
rilevanti in Estremo Oriente e nell'Europa dell'Est».
Attualmente la maggior parte dei ricavi di Timberland deriva dal canale wholesale, ma
l'obiettivo dell'azienda per il 2014 è quello di ampliare la propria rete di distribuzione
attraverso nuove aperture monomarca: «Abbiamo un piano di opening serrato:
contiamo, entro la fine del 2014 di inaugurare circa cinquanta store nella sola Europa
occidentale. Altrettanti ne apriremo in Africa e Medioriente. Siamo alla ricerca delle
location giuste». È in via di espansione anche il canale di vendita online: «Per ora, a
livello europeo, l'e-commerce è attivo solo nel Regno Unito ma tra qualche mese lo
apriremo al mercato italiano», chiosa Schmidt.
>>> Tratto dal website Il Sole24Ore del 05.03.2014
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