newsletter 01-2012
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NEWSLETTER 01-2012 ________________________________________________ NOTIZIE DALL‟EUROPA E DAL MONDO MESSAGGIO DI FINE ANNO 2011 DI BEPPE GRILLO "Auguri a tutti per l‟anno 2012. Che sia un anno povero, ma bello!” Il prossimo anno deve essere l’anno del ricordo. Dobbiamo ricordare ogni viso, ogni tratto dei politici che hanno distrutto l‟Italia. Dobbiamo, con un po‟ di disgusto, ricordare tutte queste facce di merda che continuano a dare giudizi e consigli in televisione. Lo so, non è bello, dà il vomito, MA A VOLTE RITORNANO e bisogna ricordarsi di loro per impedire che si ripresentino alle elezioni del 2013. Il Paese è ormai devastato: finanza, società, lavoro, impresa, ambiente. Per salvarsi i politici cercano di dividerci. Tutti contro tutti. Ogni giorno c‟è una nuova classe da demonizzare, i pensionati, i dipendenti statali, gli evasori, i corruttori, i negozianti, i tassisti. La classe politica va azzerata e isolata. Per un Casini o un Fassino, un Cicchitto o un Brunetta va previsto l‟isolamento sociale. Gli italiani non devono più avere rapporti con questa gentaglia. A Varese un negoziante ha avuto un‟idea straordinaria. Ha appeso un cartello fuori dal suo negozio con l‟avviso “Vietato l‟ingresso ai politici”. Questa azione va replicata nei negozi di tutta Italia e non solo, anche nei taxi, nei cinema, in qualunque esercizio pubblico. Chi ha cancellato il futuro di almeno due generazioni di giovani e costretto i vecchi a lavorare fino alla morte non va dimenticato, non va lasciato libero di fare altri danni. Il secondo Paese europeo per emigrazione dopo la Romania è l‟Italia. Laureati, diplomati, professionisti, quasi tutti giovani hanno lasciato la nostra terra. In compenso abbiamo i parlamentari più vecchi d‟Europa. Nel blog e in una pagina Facebook “Vietato l'ingresso ai politici” ho pubblicato una locandina da appendere ovunque vogliate. La faccia è quella tipica del politico italiano, una faccia da culo. Lo riconoscete anche da lontano. Siamo tutti preoccupati per quello che può succedere. Di sicuro aumenterà la disoccupazione e entreremo in una dura recessione. Ci saranno pochi soldi in giro e se li terranno ben stretti le banche. Ma può essere anche un anno con i suoi lati positivi. Molti giornali di partito chiuderanno dopo aver raccontato balle per decenni con i soldi pubblici. Consumeremo di meno e quindi inquineremo di meno. Il prezzo degli immobili precipiterà come è avvenuto in Spagna e in Inghilterra. La febbre del mattone scenderà e salveremo qualche prato, qualche angolo d‟Italia. Può essere l‟Anno del Risveglio, forse un po‟ brutale per alcuni, in cui ci renderemo conto che non possiamo delegare le nostre vite con una croce su un simbolo elettorale, ma dobbiamo informarci, partecipare in prima persona alla cosa pubblica, dall‟inceneritore sotto casa, alle leggi vergogna come lo Scudo Fiscale. Partecipare o essere schiavi. Capiremo che questa è una scelta, non un destino. E dipende da noi. Vorrei richiamare alla realtà il professor Monti. Ha la faccia dell‟onest‟uomo, istruito, onesto. Fa parte di quella cerchia di persone dal tratto nobile che non si è mai esposta contro il Sistema, e ne ha sempre goduto i benefici. Lui, come altri, avrebbe potuto mettersi in gioco in questi anni e non lo ha fatto: per questo lo hanno scelto. Le prime misure che ha preso hanno favorito un solo soggetto: le banche. Il suo vice di fatto è Passera, l‟ex amministratore delegato di Banca Intesa. Se due indizi fanno una prova, Monti è lì per salvare il culo alle banche, non all‟Italia. Le imprese non hanno liquidità, i clienti non pagano e il primo a non pagare è lo Stato. Passera ha proposto di pagare le imprese con titoli di Stato. Geniale, il numero di imprenditori suicidi salirà. Lo Stato prima di chiedere alle imprese di pagare le tasse deve rimborsare i suoi debiti nei loro confronti, a iniziare dall‟Iva. Il Paese va rifondato e per farlo bisogna partire dalle fondamenta, dalla Costituzione. Questa Costituzione garantisce i partiti ed esclude i cittadini: Il cittadino non può fare nulla. Non può indire un referendum propositivo. Se propone un referendum abrogativo è necessario raggiungere un quorum, se lo vince, come per la cancellazione del nucleare e dei finanziamenti pubblici ai partiti, la sua volontà è ignorata. Non ha il diritto di vedere discusse le proposte di leggi popolari. Non può neppure scegliere il candidato alle elezioni politiche. Se tutto questo è costituzionale questa Costituzione va cambiata al più presto con il concorso dell‟intera Nazione come sta avvenendo In Islanda, con votazioni on-line. Fuori i partiti dalla democrazia, dentro invece i Movimenti e la partecipazione diretta dei cittadini. Buon anno da Beppe Grillo (da www.beppegrillo.it - gennaio 2012) Kseniya Simonova é stata la vincitrice nel 2009 dello show televisivo “Ukaine‟s Got Talent” in Ucraina. In finale, dal vivo, ha fatto un'animazione dell‟invasione della Germania nel suo Paese, durante la Seconda Guerra Mondiale, usando solo le dita e una superficie con sabbia. Ha portato le lacrime agli occhi dei giudici e del pubblico: 8 minuti che sono stati meravigliosi in cui Kseniya ha mostrato uno speciale talento artistico, unito ad una memoria viva di una guerra che ha segnato diverse generazioni. Clicca QUI per visualizzare il video Buon Anno di pace e di speranza!!! LA „NDRANGHETA MINACCIA GLI IMMIGRATI: BOMBA CONTRO UN LOCALE DEL GRUPPO GOEL L'associazione aveva aperto nell'edificio un laboratorio di inserimento lavorativo per rifugiati politici. Solidarietà dal senatore Lumia, componente della Commissione Antimafia: "L‟ordigno esploso è un ulteriore atto intimidatorio della criminalità organizzata per intimidire la società civile e le istituzioni in prima linea nella lotta contro le mafie”. Un ordigno è stato fatto esplodere davanti all‟ingresso di un locale, a Caulonia in provincia di Reggio Calabria, che il Gruppo Cooperativo Goel stava predisponendo come laboratorio d‟inserimento lavorativo per gli immigrati rifugiati politici presenti nei propri progetti di accoglienza. Il gruppo Goel gestisce diversi progetti di accoglienza di rifugiati politici e di minori stranieri non accompagnati insieme al Comune di Caulonia e ad altri Comuni della Locride. Il locale danneggiato, che ha avuto le porte divelte dall‟esplosione, era stato affittato da Goel con l‟intenzione di avviare un ristorante multietnico dove preparare e inserire al lavoro gli ospiti dei progetti di accoglienza e l‟apertura era ormai imminente. A Caulonia vivono un centinaio di immigrati palestinesi. Le indagini sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Roccella Ionica. “Non sono noti – è scritto in una nota di Goel – moventi e destinatari di questo gesto assurdo e vigliacco; indipendentemente da quali siano stati gli intenti, il Gruppo Cooperativo Goel si sente comunque ancor più motivato a continuare nel proprio percorso di legalità, giustizia sociale e sviluppo sostenibile: continuerà con forza le attività di accoglienza degli immigrati, per sottrarli al controllo della malavita e guadagnarli all‟integrazione e allo sviluppo; incrementerà le attività di Goel Biò, per creare un mercato locale degli agrumi che premi gli agricoltori che si oppongono alla „ndrangheta e ai torbidi mercati di sfruttamento; diffonderà nelle regioni settentrionali le iniziative di contrasto all‟infiltrazione criminale che da alcuni anni vengono portate avanti attraverso l‟Alleanza con la Locride e la Calabria contro la „ndrangheta e le massonerie deviate; persisterà a ignorare e disprezzare le regole non scritte che la „ndrangheta impone a livello sociale ed economico. Tra crisi e federalismo fiscale – conclude il Goel – se la „ndrangheta non viene urgentemente annientata per la Calabria sarà definitivamente preclusa la via allo sviluppo”. Parole di solidarietà sono giunte dal Senatore PD Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia secondo il quale “l‟ordigno esploso è un ulteriore atto intimidatorio della criminalità organizzata per intimidire la società civile e le istituzioni in prima linea nella lotta contro le mafie. In questo modo la „ndrangheta non solo vuole indebolire il fronte antimafia, ma intende ribadire la propria presenza e il proprio dominio nel territorio. Un‟escalation preoccupante, che testimonia la vitalità delle organizzazioni criminali e che bisogna disinnescare con un impegno maggiore. Le istituzioni, la politica, l‟economia devono fare la propria parte sostenendo e incoraggiando chi si batte per la legalità e lo sviluppo. Il governo e il parlamento introducano il reato di autoriciclaggio nel nostro ordinamento, gli enti locali favoriscano il riuso sociale dei beni confiscati da parte delle associazioni, gli imprenditori denuncino i loro estorsori. Bisogna far capire che esiste un fronte antimafia ampio, compatto e determinato”. (da www.ilfattoquotidiano.it - gennaio 2012) OGM: NUOVE AUTORIZZAZIONI IN EUROPA. NEGLI USA VIA LIBERA AL NUOVO MAIS MONSANTO NONOSTANTE I TEST La Commissione Europea ha dato la propria autorizzazione, giovedì 22 dicembre, all‟importazione in Europa ed alla trasformazione di tre varietà di mais Ogm, destinate sia all‟alimentazione umana cha animale, e del cotone OGM. Il via libera è stato accordato nonostante gli stati membri dell‟Unione Europea abbiano espresso la propria contrarietà e senza tenere conto del parere sfavorevole espresso da numerosi cittadini comunitari, come testimoniato da rilevazioni ufficiali effettuate tramite i sondaggi d‟opinione da parte di Eurobarometro. Lo scorso 13 dicembre la Commissione Europea aveva affrontato il tema degli OGM in merito all‟introduzione in Europa di due varietà di soia transgenica. In assenza di una maggioranza di pareri favorevoli o contrari ad essa, la questione rimarrà in una fase di stallo, finché i rappresentanti europei non troveranno un accordo unanime che avvalli o vieti l‟importazione della due varietà di soia geneticamente modificata nell‟Unione Europea. Nonostante le resistenze da parte dei Paesi europei all‟introduzione di OGM, già presentatesi nel corso della settimana precedente in merito alla soia, la Commissione Europea ha deciso di concedere il proprio avallo all‟immissione sul mercato di quattro nuovi prodotti, senza tenere conto della volontà e degli interessi dei cittadini comunitari, ma facendo il gioco delle multinazionali interessate ad una diffusione sempre più massiccia degli OGM in territorio europeo. La notizia è sostanzialmente passata sotto silenzio nel nostro Paese, fatto salvo per un comunicato stampa trasmesso da AIAB, l‟Associazione Italiana per l‟Agricoltura Biologica, nel quale il presidente Alessandro Triantafyllidis ha espresso le proprie prime considerazioni in proposito: “La mancata approvazione delle varietà OGM di soia da parte degli Stati membri riuniti nel Comitato Permanente per la Catena Alimentare e la Salute Animale, la scorsa settimana, aveva già dimostrato la situazione di impasse politica e diffusa contrarietà dei governi nazionali al transgenico, spinti dall‟opinione pubblica interna. Oggi, nonostante quell'ennesimo segnale di indisponibilità ad approvare nuovi OGM da parte dei rappresentanti dei Paesi membri, la Commissione Europea continua a ignorare l'ostilità che si respira intorno agli OGM, dimostrandosi sensibile agli interessi delle corporation, anziché a quelli dei cittadini". La speranza, già espressa precedentemente, dal presidente di AIAB è che l‟Europa possa trovare una strada alternativa all‟introduzione massiccia di organismi geneticamente modificati, tramite l‟adozione di tecniche agricole sostenibili, che possano favorire la produzione autoctona e di foraggio e di altri prodotti agricoli destinati all‟alimentazione umana ed animale. La situazione negli USA non è di certo migliore. Nonostante nell‟ultimo periodo Monsanto abbia faticato a celare i propri punti deboli, è di pochissimi giorni fa la notizia dell‟approvazione da parte del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti di una varietà di mais OGM resistente alla siccità (MON 87460). Ciò sarebbe avvenuto nonostante il fatto che la varietà di mais in questione non abbia garantito i risultati promessi in termini di resa e di resistenza nel corso dei test effettuati nei mesi scorsi in territorio statunitense, nel corso dei quali non si è mostrata superiore a varietà locali già esistenti, come riportato dal New York Times. A destare le maggiori preoccupazioni riguardo alla corsa mondiale agli OGM, sono i danni per la salute di umani ed animali che il ricorso ad alimenti geneticamente modificati potrebbe provocare. Uno studio pubblicato dall‟International Journal of Biological Science ha posto in rilievo i danni causati nell‟organismo dei ratti dalla somministrazione di tre varietà di mais OGM già presenti sul mercato mondiale (NK 603, MON 810, MON 863), con particolare riferimento a fegato e reni, costretti a dover occuparsi di filtrare sostanze che finora non erano mai state presenti nell‟alimentazione di alcun essere vivente, essendo costituite da molecole specificamente studiate perché le coltivazioni possano difendersi, ad esempio, dagli attacchi degli insetti, emanando da sé le apposite sostanze insetticide. Riguardo alla varietà di mais OGM resistente alla siccità, Monsanto dichiara come essa non possa essere dannosa né per gli umani né per gli animali, ma secondo quanto riportato da Natural News, non sarebbe stato effettuato alcun test per verificarne la reale innocuità. Alla luce di simili incertezze, si rivela fortemente necessaria una radicale riconsiderazione da parte della Commissione Europea riguardo all‟opportunità di proseguire con l„introduzione nell‟UE di varietà OGM potenzialmente pericolose per la salute di ognuno, al fine di favorire un progresso discutibile ed il lucro di pochi. (da www.greenme.it - dicembre 2011) IMPORTANTE: FACCIAMOCI SENTIRE!!!! Inizia ufficialmente la raccolta firme per rendere illegale il trattamento privilegiato della classe politica: da lunedì tutti i Municipi sono attivi per la raccolta delle firme. Vi invitiamo a firmare con consapevolezza e senso del dovere, per il nostro bene , per i nostri figli, per il nostro Paese: Grazie per Uno spiraglio di cambiamento da realizzare con urgenza Ai sensi degli articoli 7 e 48 della legge 25 maggio 1970 n. 352 la cancelleria della Corte Suprema di Cassazione ha annunciato, con pubblicazione sulla GU n. 227 del 29-9-2011, la promozione della proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo: «Adeguamento alla media europea degli stipendi, emolumenti, indennità degli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale». L‟iniziativa, nata in modo trasversale ai partiti e promossa dal gruppo Facebook “Nun Te Regghe Più”, dal titolo della famosa canzone di Rino Gaetano, ha come obiettivo la promulgazione di una legge di iniziativa popolare formata da un solo articolo: “I parlamentari italiani eletti al senato della repubblica, alla camera dei deputati, il presidente del consiglio, i ministri, i consiglieri e gli assessori regionali, provinciali e comunali, i governatori delle regioni, i presidenti delle province, i sindaci eletti dai cittadini, i funzionari nominati nelle aziende a partecipazione pubblica, ed equiparati non debbono percepire, a titolo di emolumenti, stipendi, indennità, tenuto conto del costo della vita e del potere reale di acquisto nell‟unione europea, più della media aritmetica europea degli eletti negli altri paesi dell‟unione per incarichi equivalenti”. La raccolta firme viene effettuata tramite appositi moduli vidimati depositati negli uffici elettorali dei comuni italiani, qui l‟elenco aggiornato in tempo reale dei comuni nei quali è già possibile andare a firmare: http://nunteregghepiu.altervista.org/comuni.htm L‟iniziativa è completamente autofinanziata dai promotori e dagli aderenti quindi la diffusione dei moduli potrà essere non omogenea, eventuali segnalazioni di Comuni sprovvisti di moduli potranno essere effettuate direttamente nel gruppo Facebook: http://www.facebook.com/groups/nunteregghepiu/ o all‟indirizzo di posta elettronica: [email protected] 50.000 firme sono il minimo richiesto dalla legge per la presentazione della proposta, 80.000 sono il numero necessario per sopperire ad eventuali errori e anomalie di raccolta, ma il vero obiettivo è quello di poter raccogliere le firme di tutti gli italiani, stanchi di mantenere i privilegi di una classe politica capace solo di badare ai propri interessi personali. Una firma non costa molto, continuare a restare indifferenti costa molto di più: andate a firmare nel vostro comune, e non fatelo da soli!! DIRITTO ALLA CASA, “DALL‟INDIGNAZIONE ALL‟AZIONE” ONDATA DI OCCUPAZIONI IN TUTTA LA SPAGNA Dopo gli indignados, da Madrid parte un nuovo movimento che si appropria di edifici di banche e finanziarie per consegnarli alle famiglie che si sono viste pignorare le loro abitazioni. Nel silenzio della politica, questa pratica sta riscuotendo un consenso popolare senza precedenti. “La cosa peggiore che adesso possiamo fare è quella di arrenderci – dice Ana Colau , leader della PAH , associazione per il diritto alla casa di Barcellona – perché significherebbe perdere tutto, mentre stiamo vincendo su molti fronti”. La vittoria, di cui parla la pasionaria del movimento che aiuta le vittime delle ipoteche è la simpatia e la solidarietà che le loro azioni stanno suscitando nell‟opinione pubblica spagnola. Sì, perché la situazione a Madrid e dintorni è grave. Sono sempre di più i cittadini che, perdendo il lavoro, non riescono più a pagare il mutuo della propria casa e dopo pochi mesi se la vedono requisita, (molto spesso dalle stesse banche o da istituti finanziari che glie l‟avevano venduta). Un dramma sociale di dimensioni impressionanti. Nei primi sei mesi del 2011 nella Capitale, secondo dati del Consiglio Generale del potere giudiziario, sono state pignorate 5.225 case. La risposta, in assenza di interventi a livello politico, sta arrivando in maniera sempre più determinata dagli stessi cittadini. Improvvisamente è rinato un movimento di occupazione che potrebbe far ripensare al modello degli anni Settanta. Ma la differenza è evidente. “Fino alla metà degli anni novanta il profilo delle occupazioni era chiaro, si basava sui movimenti impegnati nel sociale, con azioni molto concrete e organizzate – dice Endika Zulueta, avvocato di Madrid, una delle figure storiche dei collettivi sociali spagnoli – Ora il movimento è sicuramente più eterogeneo. La crisi ha colpito a tutti i livelli, moltissime persone. Anche gente che prima non poteva nemmeno immaginarsi di poter finire sotto un ponte, ora vive nel terrore”. La soluzione è arrivata quindi con una nuova ondata di occupazioni che negli ultimi mesi sono spuntate a Madrid, Barcellona, Siviglia. Lo slogan delle azioni si rifà allo spirito fondante della Costituzione, l‟articolo 47: “Tutti gli spagnoli hanno il diritto ad una casa degna”. Le case occupate diventano direttamente alloggi per le famiglie che si sono ritrovate improvvisamente senza un tetto e con il peso di un debito alle stelle con le banche. A dar man forte ai cittadini in difficoltà ci sono spesso i collettivi giovanili . Alcuni fanno parte dell‟area del movimento 15M, ma non sempre. Ad essere presi di mira sono gli edifici rimasti sfitti, proprietà dell‟amministrazione pubblica, delle banche e delle finanziarie che si basano sulle speculazioni edilizie. A Madrid gli stabili che hanno dato alloggio a un centinaio di persone rimaste sulla strada, sono 3, solo nelle ultime settimane: Tres Peces 25, Concepciòn Jéronima 11 e Calle de la Corredera Baja de San Pablo. A Barcellona dove il movimento di occupazione è sempre stato più battagliero, gli attivisti si trovano a pensare a nuove forme di intervento, in armonia tra la vita di tutti i giorni delle famiglie e l‟impegno sociale. “La vita comunitaria è un impegno serio – dice Montse della Pah – occorre la volontà di tutti nell‟affrontare i problemi concreti della convivenza. Ma le famiglie reagiscono con entusiasmo. Avere un tetto per i propri figli è la cosa più importante”. Nel capoluogo catalano il faro di questa convivenza è l‟ Edificio 15o, occupato dopo una massiccia manifestazione del movimento 15M lo scorso ottobre. La palazzina si trova nel quartiere Nou Barris, uno dei più colpiti dalla crisi, dove la disoccupazione tocca il 40 per cento e i pignoramenti di case di cittadini insolventi sono all‟ordine del giorno. Le 11 famiglie che vi hanno trovato alloggio collaborano in tutto: spesa, cibo, organizzazione della gestione dell‟edificio e anche nei laboratori appena nati per riparare biciclette e sistemi elettrici. Sulla stessa onda si sono aggiunti altri due nuovi edifici a Terrassa, cittadina catalana. Entrambi di proprietà delle banche, sono stati destinati a una decina di famiglie senza casa. “Nessuno ora può negare che siamo passati dall‟indignazione all‟azione” ha detto Joan, uno dei nuovi inquilini. (Guarda QUI il video di Cristina Artoni e Giulio M. Piantadosi) (da www.controlacrisi.org - dicembre 2011) ANCHE UMILIATO, MIO PADRE OPERAIO ODORAVA DI DIGNITÀ Ero tornato da poche ore, l‟ho visto, per la prima volta, era alto, bello, forte e odorava di olio e lamiera. Per anni l‟ho visto alzarsi alle quattro del mattino, salire sulla sua bicicletta e scomparire nella nebbia di Torino, in direzione della Fabbrica. L‟ho visto addormentarsi sul divano, distrutto da ore di lavoro e alienato dalla produzione di migliaia di pezzi, tutti uguali, imposti dal cottimo. L‟ho visto felice passare il proprio tempo libero con i figli e la moglie. L‟ho visto soffrire, quando mi ha detto che il suo stipendio non gli permetteva di farmi frequentare l‟università. L‟ho visto umiliato, quando gli hanno offerto un aumento di 100 lire per ogni ora di lavoro. L‟ho visto distrutto, quando a 53 anni, un manager della Fabbrica gli ha detto che era troppo vecchio per le loro esigenze. Ho visto manager e industriali chiedere di alzare sempre più l‟età lavorativa, ho visto economisti incitare alla globalizzazione del denaro, ma dimenticare la globalizzazione dei diritti. Ho visto direttori di giornali affermare che gli operai non esistevano più, ho visto politici chiedere agli operai di fare sacrifici, per il bene del paese, ho visto sindacalisti dire che la modernità richiede di tornare indietro. Ma mi è mancata l‟aria, quando lunedì 26 luglio 2010, su “La Stampa” di Torino, ho letto l‟editoriale del professor Mario Deaglio. Nell‟esposizione del professore, i “diritti dei lavoratori” diventano “componenti non monetarie della retribuzione”, la “difesa del posto di lavoro” doveva essere sostituita da una volatile “garanzia della continuità delle occasioni da lavoro”, ma soprattutto il lavoratore, i cui salari erano ormai ridotti al minimo, non necessitava più del “tempo libero in cui spendere quei salari”, ma doveva solo pensare a soddisfare le maggiori richieste della controparte (teoria ripetuta dal professor Deaglio a “Radio 24” tra le 17,30 e la 18,00 di martedì 27 luglio 2010). Pensare che un uomo di cultura, pur con tutte le argomentazioni di cui è capace, arrivi a sostenere che il tempo libero di un operaio non abbia alcun valore, perché non è correlato al denaro, mi ha tolto l‟aria. Sono salito sull‟auto costruita dagli operai della Mirafiori di Torino. Sono corso a casa dei miei genitori, l‟ho visto per l‟ennesima volta. Era curvo, la labirintite, causata da milioni di colpi di pressa, lo faceva barcollare, era debole a causa della cardiopatia. Era mio padre, operaio al reparto presse, per 35 anni, in cui aveva sacrificato tutto, tranne il tempo libero con la sua famiglia, quello era gratis. Odorava di dignità. (Luca Mazzucco, “Lettera del figlio di un operaio”) (dal sito del Movimento per la Decrescita Felice - ottobre 2010) Il nostro amico Paolo, dell‟Associazione Ailantos di Scordia (Catania), nell'inviarci un augurio per il nuovo anno, ha ritenuto opportuno – e noi diciamo utile – allegare questo Calendario per il 2012, genialmente pensato dal GAAS della Valtellina: agli autori vanno i ringraziamenti della Cooperativa El Tamiso. Fatene buon uso !!! ZAIA CI METTE LA FIRMA. OK A VENETO CITY, CENTRO COMMERCIALE DA 715MILA METRI QUADRATI Il governatore della Regione Veneto dà il via libera al contestato progetto: 11mila firme contro, manifestazioni e picchetti non sono serviti. Grande come 105 campi da calcio, avrà torri alte fino a 80 metri e porterà fino a 40mila persone al giorno in un'area con circa 30mila abitanti. Luca Zaia ha firmato. Il Governatore “contadino” ha dato il via libera definitivo a Veneto City, contestatissimo progetto che si mangerà centinaia di ettari di campagna veneta. Chissà, forse Zaia sperava che, firmando tra Natale e Capodanno, la sua scelta passasse inosservata. Così come aveva fatto nei mesi scorsi, sostenendo che la Regione in questa vicenda aveva un ruolo “notarile”, rispetto alle scelte dei comuni. Un‟affermazione che da qualcuno è stata definita “alla Ponzio Pilato”, perché il Governatore poteva dire la sua su Veneto City. Ma la Lega ha sostenuto con ogni mezzo il progetto. A cominciare dal sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo, che in consiglio comunale è sbottata: “Per quelli di sotto ci vorrebbe l‟olio di ricino”. Una battuta che pare venire dal profondo e rivela l‟animo della Lega di oggi: che cerca di reinventarsi come partito di lotta vicino al popolo e al territorio, ma resta salda sulla poltrona e approva a marce forzate contestatissimi progetti. Un partito che non ama i dissensi. Perché i destinatari dell‟olio di ricino sono migliaia di veneti che le hanno tentate tutte per bloccare il progetto di Veneto City. Niente anti-politica, anzi, il contrario: un esempio di dissenso acceso, ma democratico e fantasioso. Sempre nelle regole: 11mila firme raccolte, ricorsi in ogni sede, partecipazione al consiglio comunale, manifestazioni sotto il Comune al suono delle vuvuzelas. Parliamo di un mega centro commerciale-direzionale che occuperà 715mila metri quadrati – l‟equivalente di 105 campi di calcio – con un volumetria di 2 milioni di metri cubi. È dal 2008 che tra Venezia e Padova i comitati si battono contro Veneto City. Ma nelle ultime settimane la battaglia è diventata serrata, perché il destino della campagna veneta si gioca in queste ore. Per cambiare definitivamente il paesaggio di Dolo bastavano tre firme: quelle dei Comuni di Dolo (Lega) e Pianiga (Pdl) e quella del Governatore Luca Zaia (Lega). Sono tutte arrivate entro la scadenza del 31 dicembre. I comitati non hanno una tessera politica. In tanti contavano sul fatto che Zaia e i leghisti in campagna elettorale avevano professato attaccamento al Veneto, alle sue tradizioni, alla terra. Ma quando si è arrivati ai fatti, ecco l‟amara sorpresa. Raccontano Adone Doni e Mattia Donadel, portavoci del CAT (Comitati Ambiente e Territorio): “La maggioranza del Comune di Dolo ha convocato sedute straordinarie a raffica, perfino la Vigilia e il giorno di Natale, per votare prima del 31”. E i comitati hanno “assediato” il Comune. Hanno cercato di entrare in consiglio. Ma il 20 dicembre il sindaco emette un‟ordinanza: “Visto che nelle ultime sedute si è verificata una massiccia affluenza di pubblico e manifestanti presso la sala consiliare… si ordina di chiudere al pubblico gli uffici comunali”. Racconta Doni: “Sono rimasti solo 40 posti, ma quando abbiamo provato a entrare li abbiamo trovati già occupati da militanti leghisti”. Così sono partiti esposti al Prefetto e alla Procura. Alla fine il sindaco leghista ha firmato (come quello di Pianiga). Per la gioia dei sostenitori di Veneto City. Ma di che cosa si tratta esattamente? Nei documenti ufficiali si parla di un polo destinato a riunire “i servizi per l‟impresa, l‟università e il commercio”. Tutto e niente. Le stime parlano di 30-40mila visitatori al giorno e 70mila veicoli. Il progetto prevede torri di 80 metri. E già l‟aspetto urbanistico ha attirato critiche, come quelle del prestigioso Giornale dell‟Architettura: si parla di “esiti paradossali”, si ricorda “un‟affermazione di Zaia alla Ponzio Pilato che «le variazioni urbanistiche passano in Regione a livello notarile se hanno l‟ok dei consigli comunali e della Provincia»”, si sottolinea “la necessità di rifondare il rapporto tra uomo e natura nel Veneto”; ma il Giornale dell‟Architettura rammenta anche che “l‟ultimo passo è stato demandato ai sindaci di due comuni che sommano circa 30.000 abitanti, di fronte a un intervento attorno al quale gravita tutto il Veneto. Le 11.000 firme raccolte dai comitati non hanno inciso sull‟iter”. La Difesa del Popolo, giornale della diocesi di Padova, ha dedicato al progetto un‟allarmata copertina: “In Riviera la città di cemento a(r)mato”, dove si ricorda che anche “le associazioni di commercianti e agricoltori sono contrarie… ma tutto procede”. Per capire davvero il progetto bisogna guardare a quello che ci sta dietro. Veneto City ha tanti santi in paradiso, raccoglie i signori dell‟impresa del Nord-Est: da Stefanel (attraverso la Finpiave) a imprenditori che amavano definirsi “progressisti” come Benetton (ma ultimamente si sono lanciati in operazioni contestate come Capo Malfatano in Sardegna). Fino alla Mantovani che ha il „monopolio‟ delle grandi opere in Veneto. E la politica? Il centrodestra di Giancarlo Galan, che in questi ambienti ha tanti amici, ha sostenuto l‟opera. Il centrosinistra all‟inizio sembrava, tanto per cambiare, confuso: “Veneto City deve essere un‟opportunità, non un pericolo”, disse Antonio Gaspari, allora sindaco di Dolo (Margherita). Davide Zoggia (Pd), all‟epoca presidente della Provincia di Venezia, in pubblico diceva: “Veneto City potrebbe essere costruita altrove”. Ma in una lettera riservata definiva il progetto “di sicuro interesse per l‟assetto e lo sviluppo economico di Venezia”. Oggi il Pd, all‟opposizione, si dichiara contrario. Più netta la posizione di Rifondazione e dell‟Idv: “Basta con il consumo del territorio, Veneto City è un‟idea delirante”, tagliò corto Paolo Cacciari, ex deputato di Rifondazione. Per valutare l‟impatto di Veneto City bisogna venire qui. Muoversi tra Fiesso d‟Artico, Dolo e Mira: “Mi ci perdo anch‟io che ci abito da una vita”, racconta Vittorio Pampagnin (ex sindaco di Fiesso, con un passato nel centrosinistra), mentre con l‟auto vaga tra bretelle e tangenziali che hanno strozzato interi paesi. Siamo nella Riviera del Brenta, la terra dove Tiziano attingeva i colori per i suoi quadri. Nella campagna veneta cara ad Andrea Zanzotto. Qui dove una volta il paesaggio era segnato dai campanili e oggi svettano ciminiere e capannoni. L‟era Galan ha lasciato un‟eredità pesante: dal 2001 al 2006 sono state realizzate case per 788mila persone (la popolazione è aumentata di 248mila abitanti). Nel 2002 si sono costruiti 38 milioni di metri cubi di capannoni. In Veneto la superficie urbanizzata è aumentata del 324% rispetto al 1950. Ben oltre le necessità, come dimostrano migliaia di cartelli “vendesi” appesi a case nuove e mai abitate. Adesso arriva Veneto City. L‟ultima parola spettava a Zaia (che ha preferito non parlare con il Fatto), quello che amava definirsi il governatore “contadino”. Ma che oggi ha chiarito definitivamente da che parte sta. (scarica QUI la mappa della progettata devastazione del territorio della Riviera del Brenta) (da www.ilfattoquotidiano.it - dicembre 2011) 10 PREVISIONI PER IL 2012 CHE POTREBBERO CAMBIARE IL MONDO DA COME LO CONOSCIAMO ORA. Ormai lo si è detto in tutte le salse, il 2012 sarà davvero un anno di svolta epocale, ma coloro che avevano previsto la "fine del mondo 2012" esclusivamente per i loro interessi personali, non avrebbero mai immaginato cosa realmente si stava muovendo e cosa stavano contribuendo a scatenare. Un po‟ come gli inventori di internet (scienziati militari USA che avevano ideato internet per agevolare le ricerche militari), adesso, se potessero, rinnegherebbero la scoperta, pur di evitare la presa di coscienza che la rete ha portato a milioni di persone nel mondo. Facciamo qualche esempio di cosa è molto probabile che succederà nel 2012: 1. Un outsider sarà eletto presidente degli USA, contrariamente alle previsioni della lobby finanziaria che da decenni riesce a mettere suoi uomini al vertice del governo (clicca qui per approfondire); 2. Nazionalizzazione di decine di banche Europee ed USA a seguito della recessione e del loro fallimento, sull'esempio di Dexia Bank (clicca qui) e Lehman Brothers; 3. I prezzi dei cereali e del riso raggiungeranno e supereranno i valori storici del 2008 (clicca qui); 4. Crollo dei valori immobiliari in Italia e nei paesi dell'area euro (clicca qui), momento buono per acquistare, togliendo i soldi dalla banca e mettendoli al sicuro nel mattone; 5. Sensibile aumento dei sistemi di energia rinnovabile ed ecosostenibile (clicca qui). Fenomeno già in corso oggi, ma che avrà una impennata a causa dell'aumento dei prezzi del petrolio, non dovuta a scarsità, ma agli aumenti delle imposte per finanziare il debito insostenibile degli stati e della speculazione; 6. Diffusione capillare della distribuzione diretta, soprattutto di generi alimentari. Già oggi in Giappone il 60% del sistema distributivo nazionale, permette ai consumatori di acquistare direttamente dal produttore (clicca qui per approfondire); 7. Le borse europee saranno chiuse in diverse occasioni, ma la notizia sarà diffusa dai mass media come "problema tecnico". E' accaduto anche nel corso del 2011 (clicca qui) e nel passato, ma si intensificherà nel 2012; 8. Il dollaro USA crollerà nel corso del 2012, se non accadrà prima delle elezioni presidenziali di novembre 2012, accadrà sicuramente nel 2013 (clicca qui). Questo innescherà una catena di eventi difficilmente prevedibili...; 9. L'euro sopravviverà alla crisi e assieme alle altre valute dei paesi BRIC (yuan cinese, yen giapponese, rublo russo, rupia indiana e real brasiliano), creeranno una nuova sistema monetario di riserva internazionale, in sostituzione del dollaro USA, diventato carta straccia (peraltro il suo crollo è già in corso da tempo, clicca qui); 10. L'oro e l'argento continueranno ad aumentare il proprio valore, con improvvise impennate, in corrispondenza del crollo dell dollaro USA, ma attenzione che anche il mercato dei preziosi sarà sempre più soggetto a speculazione, con variazioni improvvise e imprevedibili (clicca qui). IN ALTRE PAROLE NEL 2012, NULLA SARA' COME PRIMA, PERCHÈ TORNARE SOVRANI CAMBIA TUTTO (da Serenitalia - gennaio 2012) TROPPA LIBERTÀ PUÒ UCCIDERE LA DEMOCRAZIA Il sistema televisivo privato “non nazionale” è in profonda crisi, minato dalla crisi economica, ma soprattutto dal killeraggio politico di chi ritarda le provvidenze pubbliche oltre ogni ragionevole attesa e ha spacciato per “scelta di libertà” l‟avvento del digitale terrestre nato all‟epoca per evitare il trasferimento di Rete 4 sul satellite. Per indorare la pillola, venne evidenziato come l‟aumentato numero di canali avrebbe favorito l‟ingresso di nuovi operatori: a quanto mi consta, nel Veneto, si contano un paio di esperienze minori; in compenso, nella nostra stessa regione, importanti realtà chiedono la cassa integrazione, schiacciate tra i forti investimenti sostenuti per l‟innovazione tecnologica ed il calo degli ascolti dovuti alla rivoluzione del sistema ed alla proliferazione dell‟offerta; ad essere scomparsa è la “visione da zapping”: chi mai potrà arrivare, digitando sul telecomando, ad un canale oltre (forse) il numero 20? Cosa serve avere centinaia di canali, per i quali spesso mancano anche contenuti di semplice qualità, se la loro visione non può essere usufruita, perché complicato ne è l‟accesso, dal largo pubblico? In realtà si penalizzano le realtà più piccole, semplificando il sistema a favore dei soliti noti che, magari, sarebbero stati beneficiati anche di ulteriori e gratuite frequenze. Detto questo, noto che lo stesso tentato omicidio lo si sta reiterando in questi giorni a danno del commercio. Come può essere la liberalizzazione degli orari, una panacea per la nostra crisi economica? Non è che tale provvedimento moltiplichi i soldi nelle tasche degli italiani; in realtà, favorisce i grandi gruppi commerciali, nonché i cinesi, penalizzando il piccolo dettaglio che, scomparendo, muterà il tessuto sociale urbano, retaggio di storia e cultura a noi propri. Anche stavolta si parla di liberalizzazione, dimenticando che l‟anarchia, non a caso, è definita utopia. La Regione Veneto ha varato una moratoria; ma per quanto saprà resistere alla pressione delle lobby? (da Asterisco Informazioni – gennaio 2012) Daniela De Martino – del G.A.S./Gruppo di Acquisto Solidale El Ceston di Pieve di Cadore – ha intervistato con Bruno Sebastianelli – Presidente della Cooperativa La Terra e Il Cielo di Arcevia – sul tema: “Il produttore biologico e la tutela del consumatore". Ne è scaturita una conversazione molto interessante, che consigliamo a tutti di ascoltare/vedere, cliccando sul titolo dell‟intervista. LA CALZA DELLA BEFANA DIVENTA SOLIDALE La spinta verso regali utili dettata dalla crisi contagia anche la calza della Befana dove tornano arance, mandarini, fichi e prugne secche, nocciole, noci e biscotti fatti in casa ma diventa anche l‟occasione per iniziative di solidarietà. E‟ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la crescente attenzione al risparmio e all‟alimentazione dei bambini ha cambiato il contenuto delle calze „appese‟ al camino dalla simpatica vecchietta che in passato ai più „discoli‟ regalava solo aglio, peperoncino, patate e carbone vero. A Roma, la Coldiretti in collaborazione con l‟Assessorato alle Politiche ambientali del Comune della Capitale, con l‟iniziativa „Befana sostenibile‟ ha allestito 6000 calze per portare in dono ai poveri della Comunità S. Egidio, del Santuario del Divino Amore e a quelli delle chiese dei venti Municipi metropolitani, produzioni locali e solidali come l‟olio extravergine della Sabina, pasta, biscotti e mandarini rigorosamente laziali. Prodotti locali a chilometri zero possono essere acquistati in molte città, dove sono stati anticipati alla vigilia dell‟Epifania numerosi mercati di Campagna Amica, proprio per consentire la realizzazione di calze a „km zero‟. Quando si è difficoltà bisogna fare ricorso anche alla fantasia – sottolinea la Coldiretti – e magari prendere spunto da alcune abitudini del passato. Una volta, quando il consumismo si ignorava e nelle famiglie contadine si facevano i salti mortali per far quadrare i conti, gli occhi dei bambini brillavano di felicità anche davanti a una mela rossa o a un vasetto di miele profumato. Con un terzo dei bambini italiani obesi o in sovrappeso, nelle case è quindi opportuno sostituire con cibi naturali caramelle, cioccolate, gomme da masticare e bon-bon per i bambini „buoni‟ e carbone dolce per quelli „cattivi‟. Tornano i prodotti naturali dunque – precisa la Coldiretti – a simboleggiare il significato della ricorrenza che, nell‟antichità celebrava la morte e la rinascita della natura dopo il solstizio invernale. Si narra infatti – conclude la Coldiretti – che, durante questa notte Madre Natura, esausta per le energie spese durante tutto l‟anno, si trasformava in una buona vecchina che, dopo aver consegnato i doni, simbolo di una nuova semina, era pronta a farsi bruciare per far rinascere dalle sue ceneri una luna nuova rappresentata da una giovane Natura. (da www.conipiediperterra.com - gennaio 2012) Auguri bambini, a tutti ma noi, forse…… i per