I cinesi festeggiano il Capodanno. Con i varesini
Transcript
I cinesi festeggiano il Capodanno. Con i varesini
18 VARESE LA CITTÀ DELLA FEDE VENERDÌ 24 GENNAIO 2014 ISTITUTO SALESIANO MARONI E MARIA AUSILIATRICE A Varese due scuole legate al suo carisma: 750 studenti (e.p.) - L’arrivo dell’urna di San Giovanni Bosco rappresenta un evento eccezionale, ma anche una conferma dell’antico legame fra la città e "l’amico dei giovani". Sono circa 750 gli alunni delle due scuole salesiane legate al suo carisma: l’istituto Maroni (90 studenti iscritti alle medie) e l’istituto Maria Ausiliatrice, che conta 650 alunni dalla materna alle superiori. «Don Bosco aveva ispirato anche un filone educativo sulla donna - ha spiegato suor Vilma Colombo, direttrice dell’istituto delle suore Salesiane di Maria Ausiliatrice -. Aveva capito la centralità della figura femminile, oggi più che mai violentata sotto tanti punti di vista, e per questo bisognosa di un’attenzione particolare fin dall’infanzia, in un’ottica preventiva. Oggi proseguiamo questo cammino con una scuola mista che festeggia i cinquant’anni di fondazione. Una piacevole coincidenza». Don Bosco, ispirato dalla figura di San Francesco di Sales (vissuto fra Cinquecento e Seicento), ha lasciato la sua impronta nel mondo e anche in terra varesina. Ora la città si prepara ad accogliere le sua reliquia: si tratta di una teca di grandi dimensioni e del peso di 280 chili (nella foto Redazione), che contiene il calco in cera del suo corpo, oltre alla sua mano destra. Quella con cui impartiva tante benedizioni. «Il suo messaggio è in contrasto con i nostri tempi ha sottolineato don Claudio Ghisolfi -. Lui non amava le classifiche e le gerarchie. Tutti i ragazzi erano uguali, senza differenze». Fra gli ex alunni eccellenti, si contano anche l’onorevole Giuseppe Zamberletti e, in Italia, persino Vasco Rossi, Silvio Berlusconi e Pippo Baudo. L’urna pesa 280 chili: contiene il calco del corpo in cera e la mano destra, quella delle benedizioni «Sarà un grande evento di popolo» In arrivo la reliquia di San Giovanni Bosco, fondatore degli oratori e amico dei ragazzi Dopo Karol Wojtyla, san Giovanni Bosco: un’altra reliquia importante sta per approdare nella Città Giardino, promettendo di creare un vero e proprio evento. Varese farà da apripista ospitando la prima tappa del tour dell’urna nella Diocesi milanese e nella Regione: un’anteprima per cui il capoluogo si sta preparando anche dal punto di vista organizzativo. Da oltre quattro anni è in corso la peregrinazione di questo simbolo di fede che ha già percorso migliaia di chilometri, toccando i cinque continenti e 130 Paesi del mondo. E ora la tappa varesina: l’appuntamento è per venerdì 31 per l’intera mattinata, dalle 8.30 alle 13, in concomitanza con le celebrazioni del bicentenario della nascita del fondatore degli oratori moderni, vissuto fra 1815 e 1888. E in più, tutto accadrà nel giorno tradizionalmente dedicato alla sua memoria, celebrato dalle due scuole legate al carisma di don Bosco, l’istituto salesiano "Maroni" in centro e la scuola Maria Ausiliatrice di Ca- PROGRAMMA DEL 31 GENNAIO Processione in basilica (e.p.) - Una ventina di volontari saranno coinvolti nell’accoglienza dell’urna, sotto la guida di don Stefano Silipigni, referente della pastorale giovanile del decanato. «Sono attesi gli educatori e quanti lavorano con i giovani», ha sottolineato. Venerdì 31 si inizierà alle 8.45, con l’arrivo della reliquia all’istituto salesiano di piazza San Bosco. Seguirà la processione fino alla basilica di San Vittore (messa alle 9.30). Alle 10.30, inaugurazione della mostra in Battistero, alle 11.30 messa per catechisti. Alle 13 partenza per il seminario di Venegono. Ci sarà un’ora, dalle 10.30 alle 11.30, per sostare di fronte all’urna. Una troupe tv seguirà il tour e lo trasmetterà in diretta sui social network. Fra gli eventi collaterali, domani alle 11 si terrà la messa dei giornalisti alla scuola salesiana, mercoledì 29 alle 20.30 riflessione con don Francesco Viganò alla scuola di piazza Libertà. Monsignor Donnini e Agnesi presentano gli eventi in Canonica con gli organizzatori (foto Blitz) sbeno. «Varese vive fra le reliquie - ha sottolineato il prevosto monsignor Gilberto Donnini alla conferenza stampa in Canonica -. La nostra città sarà la prima a ricevere l’urna dal Piemonte prima del tour nelle altre zone pasto- rali. È il secondo grande appuntamento di questo periodo, dopo le 50mila persone accolte per l’arrivo dell’ampolla con il sangue di Giovanni Paolo II. Anche in questo caso ci aspettiamo un’ottima partecipazione: faremo fatica ad accogliere tutti in ba- silica, perché già gli alunni ed ex allievi delle due scuole sono molto numerosi in occasione delle ricorrenze annuali. Sarà un grande concorso di popolo». Sono già arrivate richieste di partecipazione da fuori Varese, ma ci saran- no poche ore per partecipare alla mattinata di raccoglimento. Non tutti riusciranno a essere presenti nella mattina del venerdì, ma si è deciso di programmare tappe veloci per coprire un territorio ampio. La reliquia ripartirà poi per Olgiate Olona e poi Festa aperta a tutti i cittadini da parte di una delle comunità straniere più attive e riservate I cinesi festeggiano il Capodanno. Con i varesini Il Capodanno cinese verrà celebrato anche a Varese: festa il 3 febbraio (foto Redazione) Mai così vicina. La Cina varesina si apre alla cittadinanza e festeggia il Capodanno con gli italiani e chiunque voglia conoscere una delle comunità straniere più grandi quanto riservate. Si tratta di un evento profondamente simbolico, visto che per la prima volta la realtà cinese si aprirà alla città. L'evento si terrà il 3 febbraio al Plus Lounge di via Vittorio Veneto con cena, luci, addobbi e karaoke cinese. Il tutto per celebrare il Capodanno cinese che cade il 31 gennaio. Quel giorno si entrerà nell'anno del Cavallo: il Capodanno a mandorla è la più sentita festività tradizionale e celebra per l'appunto l'inizio del nuovo anno secondo il calendario di Pechino. Nell'era della globalizzazione, a convincere i cino-varesini ad allestire una festa è stato un albanese, il presidente della comunità varesina Sejdiu Bashkim: «Non mi sento Marco Polo – dice, sorridendo – e non ho dovuto convincere nessuno. Li ho semplicemente incontrati spiegando loro il nostro progetto sugli stranieri e la vita a Varese. Si tratta di organizzare eventi e altro per la comunità dove viviamo e di ricevere, in cambio, un ritorno con dei risultati. Che per noi significa soprattutto integrazione completa». Nei mesi scorsi Varese aveva ospitato la nascita della prima comunità albanese, ora il percor- so di integrazione prova a scalare la Muraglia: «Quella cinese – afferma ancora Sejdiu Bashkim – è apparentemente una comunità chiusa: eppure è quella fra le più attive. Hanno esercizi e aziende di ogni tipo. Sono una ricchezza che la città deve scoprire. La festa è un primo passo e spero che possa essere solo l'inizio. E' una questione di fiducia reciproca che presto allargheremo anche alle altre comunità». Per ora ci sarà la cena cinese dove, allo scoccare del Capodanno, lo spumante sarà sostituito da qualche bevanda pechinese. Ma sempre in modo sobrio, con al massimo, la concessione di qualche esibizione al karaoke. Essendo quello tradizionale cinese un calendario lunisolare, i mesi iniziano in concomitanza con ogni novilunio; di conseguenza la data d'inizio del primo mese, e dunque del Capodanno, può variare di circa 29 giorni, venendo a coincidere con la seconda luna nuova dopo il solstizio d'inverno, evento che può avvenire fra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario gregoriano. Oltre che, ovviamente, in Cina, la festività viene celebrata in molti paesi dell'Estremo Oriente, in particolare Corea, Mongolia, Nepal e anche nelle innumerevoli comunità cinesi sparse nel mondo. Ora, per la prima volta, anche a Varese. Nicola Antonello per Milano. «Da noi ci sarà il primo ingresso nella diocesi milanese - ha sottolineato il vicario episcopale, monsignor Franco Agnesi, che è stato anche un allievo dei salesiani -, a conclusione della settimana dell’educazione. Questi momenti saranno l’occasione per fa risaltare il messaggio più importante proprio sul tema educativo. Fra gli incontri più toccanti, ci sarà anche la visita al carcere minorile Beccaria di Milano». Don Bosco fu spesso a Milano e nel 1850 cominciò a mettere in pratica il suo stile educativo unico, unendolo ai nascenti oratori meneghini. «Ecco perché questo incontro è rivolto in particolare ai giovani e a quanti condividono un ruolo educativo - ha ribadito don Claudio Ghisolfi, direttore dell’Istituto salesiano della città -. Il messaggio ancora oggi valido è che i ragazzi non devono sentirsi soli al mondo. San Giovanni Bosco diceva che anche il più "disgraziato" ha qualcosa di buono da offrire. L’arte dell’educatore è di far risuonare questa corda intonata. Non possiamo sottrarci al dono dell’educare, all’incontro con i giovani, al contatto cuore a cuore con ogni singola persona che abbiamo davanti. Questo è lo stesso sguardo di Papa Francesco». Elisa Polveroni