PANDOLFINI EMANUELE (Palermo, 1929)
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PANDOLFINI EMANUELE (Palermo, 1929)
PANDOLFINI EMANUELE (Palermo, 1929) Emanuele Pandolfini nacque a Palermo nel 1929 e all'età di diciotto anni si iscrisse all'Istituto d'Arte di Palermo per seguire il corso di scultura. Si dedicò contemporaneamente anche alla pittura e venne ammesso all'Accademia di Belle Arti, dove gli insegnamenti del professor Pippo Rizzo lo indirizzarono verso un modernismo moderato. Sin dagli esordi fu molto combattuto fra scultura e pittura, attratto sia dal fascino del colore che dalla severità del volume. Tuttavia i primi successi gli vennero dalla scultura: nella mostra di Monreale del 1957, infatti, ottenne il primo premio con un'opera plastica, mentre un altro premio gli viene assegnato alla quinta mostra d'Arti Plastiche e Figurative a S. Flavia. In questi anni eseguì anche numerosi ritratti di autorevoli personalità (fra cui il Cardinale Ruffini e lo scrittore Brancati), opere che rivelarono le sue eccezionali doti di ritrattista. Nel 1959 espose per la prima volta con una personale di pittura alla galleria Flaccovio. In questo periodo cominciò a frequentare l'ambiente artistico siciliano ed il suo studio divenne il centro d'incontro di pittori, giornalisti e critici. Negli anni l'attività di pittore divenne sempre più intensa, fin quasi a diventare la scelta definitiva. Nel 1961 l'artista si trasferì a Roma, dove tenne una prima personale alla galleria "La Bottega". Pochi mesi dopo, in occasione del Centenario dell'Unità d'Italia, l'ambasciata Romena gli commissionò un busto di Garibaldi per una piazza di Bucarest. In questi anni romani partecipò a numerose iniziative, tanto da farsi conoscere da alcuni dei maggiori esponenti della pittura italiana. Nel 1963, in occasione di una personale di disegni alla galleria Artisti d'Oggi, incontrò Renato Guttuso, con il quale si legherà di profonda amicizia. In questi anni di fervido lavoro fu presente nelle collettive delle più qualificate gallerie d'Italia: espose con successo, oltre che a Roma, a Milano, Lucca, Avezzano, Taranto, Palermo e Napoli. Per Pandolfini la pittura è ricerca di una visione intima: non è importante registrare le cose, un volto, un paesaggio, perché è illusione credere che noi possiamo fermare un'immagine nella sua verità. Per questo l'artista rifiuta gli espedienti tecnici escogitati dalle nuove generazioni dell'arte che rendono l'intervento dell'uomo un fatto secondario e annullano il mestiere del pittore nella fredda esecuzione di un programma. Egli nella sua arte tende a riproporre non le apparenze, ma la segreta verità, il mistero interiore. L'itinerario pittorico di Pandolfini, in un suo stile unitario, tocca esiti personali e poetici pur nella consapevole apertura ai temi dell'arte contemporanea. Il suo è un segno deciso, in un contrasto netto che a volte annulla il colore. Le sue opere sono presenti nei maggiori musei d'arte moderna sia europei che americani, oltre che in numerose collezioni private d'importanza nazionale. In questi ultimi anni l'artista ha intensificato con vivo successo la sua presenza in significative manifestazioni dell'arte in Italia e all'estero.