Piano operativo di cooperazione sistematica 2001 [file]

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REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
PIANO OPERATIVO
DI COOPERAZIONE SISTEMATICA
TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE
E L’AUTORITA’ DI GESTIONE
Documento presentato al Comitato di Sorveglianza del POR Sardegna del 7 Dicembre 2001
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
Il Piano Operativo è stato redatto in collaborazione con il team di consulenti senior- junior
FORMEZ – Ministero dell’Ambiente
(PON – Assistenza Tecnica – Progetto Operativo Ambiente)
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PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
INDICE
PREMESSA..…………………………………………………………………………….…… 4
INTRODUZIONE………………….………………………………………………………… 5
PARTE PRIMA : Gli obiettivi
1.
1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
L’integrazione della componente ambientale nelle scelte di sviluppo…………..... 11
Migliorare il quadro conoscitivo dell’ambiente e del territorio…………………… 12
Intervenire nella fase di attuazione delle Misure…………………………………...13
Integrare il sistema di monitoraggio………………………………………………. 14
Fornire informazioni per l’attività di sorveglianza……………………………... ... 15
Integrare la valutazione………………………………………………...……….. ... 15
PARTE SECONDA : Gli obiettivi
2.
2.1
2.2
2.3
La condivisione sulle iniziative ambientali e gli obiettivi di sviluppo sostenibile... 17
L’informazione……………………………………………………………………..17
La comunicazione e le azioni di sensibilizzazione…………………………………18
La formazione………………………………………………………………………20
PARTE TERZA : Le modalità della cooperazione
3.1
3.2
I soggetti……………………………………………………………………………21
Le procedure………..……………………………………………………………... 22
PARTE QUARTA : Le risorse
4.1
4.2
4.3
Le risorse umane…………………………………………………………………... 27
Le risorse strumentali……………………………………………………………… 28
Le risorse finanziarie…………………………………………………………….…28
ALLEGATI
I.
II
III
IV
IVbis
V
VI
Quadro descrittivo della metodologia VAS
Schema ordinatore POR (Assi e Misure)
Mappa degli interlocutori dell’Autorità Ambientale
Organigramma Autorità Ambientale (attuale)
Organigramma Autorità Ambientale (previsto)
Tabella riassuntiva delle dotazioni strumentali attuali
Tabella riassuntiva delle dotazioni strumentali da acquisire
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L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
PREMESSA
La delibera CIPE di attuazione del QCS del 7 novembre 2000 pone a carico delle Autorità
Ambientali regionali il compito di elaborare, entro tre mesi dalla loro attivazione, il piano
operativo di cooperazione sistematica con le Autorità di Gestione degli interventi e delle
Misure.
Tale compito nasce dalla necessità di definire un percorso codificato relativamente sia alle
diverse fasi in cui si estrinseca l’attività di integrazione della componente ambientale negli
interventi cofinanziati dai Fondi sia ai soggetti che a vario titolo sono chiamati a parteciparvi.
Il presente Piano Operativo intende rispondere a questa esigenza, chiarendo al contempo i
presupposti politici, metodologici e organizzativi che stanno alla base del ruolo dell’Autorità
Ambientale regionale.
In quest’ottica, esso è stato articolato in cinque sezioni:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
un’introduzione dedicata a ripercorrere sinteticamente l‘evoluzione verificatasi
nell’approccio comunitario alle tematiche ambientali, la trasposizione di questo
approccio nelle politiche strutturali e il graduale affermarsi, a livello nazionale e
regionale, del ruolo dell’Autorità Ambientale quale garanzia di rafforzamento delle
nuove tendenze;
due parti, la prima e la seconda, dedicate a definire gli strumenti operativi a
disposizione dell’Autorità Ambientale, i suoi obiettivi e le azioni da porre in essere;
una terza parte dedicata alle procedure di interazione con i diversi soggetti;
una quarta parte dedicata ad individuare le risorse umane, strumentali e finanziarie per
attuazione del Piano.
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L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
INTRODUZIONE
Nel 1993, con l’adozione del V Programma politico e d’azione a favore dell’ambiente e di
uno sviluppo sostenibile la politica ambientale comunitaria conosce un radicale cambiamento
d’approccio. L’evidenza del lento, ma inesorabile deterioramento dello stato dell’ambiente
legato ai ritmi dello sviluppo, unita alla consapevolezza della necessità di mantenere e
valorizzare il capitale naturale quale presupposto del benessere economico e sociale, ha fatto
porre quale obiettivo primario il perseguimento di uno sviluppo sostenibile, ovvero di una
crescita economica sganciata dal depauperamento e degrado delle risorse naturali e
ambientali. Lo stesso Programma indicava due condizioni per il raggiungimento
dell’auspicato equilibrio tra attività umana e sviluppo da un lato, e protezione dell’ambiente
dall’altro:
•
•
il superamento di una “cultura passiva”, basata sul semplice rispetto dei termini di
legge, a favore di un atteggiamento più attivo implicante l’integrazione delle
considerazioni ambientali nella formulazione e nell’attuazione delle politiche
economiche e settoriali, nelle decisioni delle autorità pubbliche, nell’elaborazione e
messa a punto dei processi produttivi e nel comportamento e nelle scelte del singolo
cittadino;
la piena condivisione delle responsabilità tra tutti i soggetti della collettività,
economici e non, pubblici e privati.
A distanza di quasi dieci anni, e nonostante il richiamo ai principi dello sviluppo sostenibile e
dell’integrazione sia nel Trattato CE che in numerosi documenti politici e programmatici a
livello comunitario, nazionale e regionale, questo nuovo approccio stenta a tradursi in azioni
concrete non solo per mancanza di volontà politica, ma anche per difetto di conoscenza di
metodologie applicabili ai diversi contesti.
La programmazione dei Fondi strutturali è sicuramente uno di questi. L’esigenza di integrare
gli aspetti ambientali nella pianificazione e attuazione degli interventi era già presente nella
Riforma delle politiche strutturali attuata nel 1993: il Regolamento 2081/93 prevedeva infatti
“un’analisi della situazione ambientale dell’area interessata e una valutazione dell’impatto
ambientale della strategia e delle azioni, nonché l’associazione delle autorità competenti in
materia ambientale alla preparazione e alla realizzazione delle azioni previste dal piano ..”. E,
tuttavia, è solo sul finire del ciclo di programmazione, grazie anche alle ripetute osservazioni
della Commissione sulle modalità attuative degli interventi e all’istituzione, nel 1997, di una
Rete Nazionale delle Autorità Ambientali, che tale esigenza comincia lentamente ad essere
assimilata.
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Il mandato
Con la nuova programmazione 2000-2006, gli orientamenti predisposti dalla Commissione
per la stesura dei piani e, successivamente, il Regolamento comunitario 1260/99 recante le
disposizioni di attuazione dei fondi, rafforzano tale requisito, fissando l’ambiente quale
obiettivo orizzontale comune a tutti i programmi d’intervento, settoriali e locali, proposti nel
quadro delle politiche di sostegno.
La Decisione di approvazione del Quadro Comunitario di Sostegno è il primo atto giuridico
comunitario che formalmente individua nell’Autorità Ambientale l’istituzione incaricata di:
operare ai fini dell’integrazione della componente ambientale in tutti i settori di azione dei
Fondi, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, nonché di assicurare la conformità di tali
azioni con la politica e la legislazione comunitaria in materia di ambiente.
Sulla base di questo mandato, il POR, riprendendo il paragrafo 6.2.2 del QCS, definisce i
compiti dell’Autorità Ambientale regionale come segue:
•
•
•
•
•
cooperare sistematicamente con l’Autorità di Gestione e i responsabili degli Assi
prioritari e delle Misure, in tutte le fasi di predisposizione, attuazione, sorveglianza,
monitoraggio e valutazione delle azioni ai fini dell’implementazione di obiettivi,
criteri e indicatori di sostenibilità ambientale, nonché al fine di garantire la corretta
applicazione delle normative comunitarie, nazionali e regionali in materia di
ambiente;
assicurare la valutazione degli aspetti di tutela del patrimonio storico-ambientale,
archeologico e paesaggistico;
coordinarsi con il Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della
regione per la definizione degli indirizzi tecnici e metodologici inerenti ala
valutazione degli aspetti ambientali;
predisporre, in collaborare con gli organismi competenti, adeguate sintesi, aggiornate
periodicamente, dei dati di base sullo stato dell’ambiente, pertinenti alle azioni
finanziate dai Fondi;
collaborare alla redazione del rapporto annuale di esecuzione del POR, curandone in
particolare gli aspetti relativi al perseguimento degli obiettivi ambientali e di
sostenibilità ambientale degli interventi, nonché la compatibilità con la politica e la
normativa comunitaria in materia di ambiente. Il Rapporto annuale di esecuzione
conterrà un’analisi del ruolo svolto dall’Autorità Ambientale e della sua efficacia ai
fini della sostenibilità ambientale degli interventi.
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Al fine di assicurare un efficace assolvimento di questi compiti, nella Decisione di
approvazione del QCS la Commissione europea ha considerato indispensabile un
rafforzamento delle strutture tecniche e amministrative delle autorità ambientali. Come si
vedrà nel paragrafo successivo, e come meglio precisato nella Parte Quarta di questo Piano, il
Ministero dell’Ambiente ha dato seguito a questa raccomandazione, ponendo le basi per un
lavoro più organico ed incisivo.
L’Autorità Ambientale regionale
Nel gennaio del 1996, in sede di Comitato di Sorveglianza del QCS, la Commissione europea
evidenziava la necessità di creare nell’ambito di ogni Regione un “Nucleo di riferimento
ambientale” incaricato di seguire gli aspetti ambientali inerenti alle attività di pianificazione,
programmazione ed attuazione delle azioni oggetto di finanziamento con Fondi strutturali e di
creare le necessarie saldature con le Amministrazioni Centrali, per dare agli interventi
regionali e multiregionali uniformità di indirizzo in tema ambientale.
Per quanto al Nucleo fosse inizialmente attribuito un ruolo di assistenza e di consulenza per le
problematiche ambientali, fu questo il primo passo per cercare di dare concreta attuazione alla
strategia di integrazione.
A seguito di questa richiesta, la Giunta Regionale della Sardegna provvedeva con
deliberazione 52/34 del 7.11.1996 a istituire il Nucleo, nominandone responsabile il
coordinatore del Servizio Foreste, Parchi, Caccia e Pesca dell’Assessorato della Difesa
dell’Ambiente.
Da allora, grazie ai chiarimenti e documenti forniti da funzionari della DG Ambiente della
Commissione europea sulle funzioni e lo sviluppo di conoscenze e competenze necessarie
allo svolgimento di questa funzione “terza” e “trasversale” rispetto ai settori della
programmazione socio-economica, nonché al costruttivo confronto di esperienze svoltosi
nell’ambito della Rete Nazionale delle Autorità Ambientali 1, la figura dell’Autorità
Ambientale ha assunto contorni sempre più precisi fino alla sua attuale configurazione.
1 La Rete Nazionale delle Autorità Ambientali fu istituita nel 1997, per volontà della DG Ambiente della
Commissione europea e del Ministero del Bilancio. Nel 1999 essa è stata trasformata in Rete Nazionale delle
Autorità Ambientali e della Programmazione dei Fondi Strutturali Comunitari a sottolineare la necessità di uno
stretto raccordo tra le due Autorità. Il QCS, al paragrafo 6.2.2, la definisce “sede di coordinamento, di
riflessione, di formazione, di confronto, di messa in comune delle esperienze e di elaborazione di proposte,
criteri e metodologie attinenti agi aspetti ambientali delle azioni dei Fondi strutturali” e ne auspica un
rafforzamento in termini di ruolo e di efficacia dell’azione.
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PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
Con deliberazione 24/26 del 9.6.2000 la Giunta Regionale della Sardegna ha provveduto a
designare l’Autorità Ambientale, individuandola nel Direttore Generale dell’Assessorato della
Difesa dell’Ambiente, e a definirne l’ambito di coordinamento. Successivamente, con propria
determinazione 3062 del 5.12.2000, lo stesso Direttore Generale costituiva una struttura
organizzativa di supporto, composta da funzionari dell’Assessorato esperti nelle diverse aree
di competenza, nominandone un Responsabile.
Una svolta, e un riconoscimento da un punto di vista organizzativo, dell’Autorità Ambientale
regionale si è avuta di recente con l’istituzione, con decreto dell’Assessore della Difesa
dell’Ambiente n. 28 del 22.10.2001, del “Settore Autorità Ambientale” e, con deliberazione di
Giunta n. 36/24 del 23.10.2001, del “Servizio per lo Sviluppo Sostenibile, l’Autorità
Ambientale e le Politiche Comunitarie” in cui lo stesso Settore è destinato in futuro a
confluire.
Una riflessione sulle criticità del passato …
Nonostante gli adempimenti formali sopra citati, in questi cinque anni il ruolo attribuito
all’Autorità Ambientale non ha potuto pienamente estrinsecarsi.
Un’analisi del percorso fino ad oggi svolto ci consente di individuare le principali criticità che
hanno condizionato l’Autorità Ambientale nella sua capacità di operare, ritardando i tempi e
restringendo il campo del suo coinvolgimento. Tali criticità, peraltro comuni nell’esperienza
di quasi tutte le regioni, possono essere così riassunte:
•
•
•
•
•
•
la grave carenza in materia di conoscenze ambientali dovuta alla scarsità di dati e reti
di monitoraggio;
il difficile e stentato riconoscimento effettivo del ruolo – pur in presenza di un trend in
miglioramento - per il carattere di novità, per la percezione essenzialmente negativa e
di “ostacolo allo sviluppo” dell’attività dell’Autorità Ambientale, nonché per
l’inserirsi di tale istituzione in un contesto di relazioni in cui è complessa la ricerca di
un mandato chiaro;
l’assenza di precise modalità di concertazione e di procedure per l’interazione con
l’Autorità di Gestione e gli altri soggetti coinvolti nella programmazione e gestione
dei Fondi;
la scarsa conoscenza e la difficoltà riscontrata nell’applicazione pratica di metodologie
di valutazione ambientale e nell’elaborazione e sperimentazione di strumenti e
tecniche specifiche;
l’assoluta inadeguatezza, rispetto all’ampiezza del compito, delle risorse umane a
supporto dell’Autorità Ambientale dato l‘utilizzo a tempo parziale (intorno al 10%)
delle unità a tal fine designate;
la quasi inesistenza di risorse finanziarie e strumentali.
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L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
E le opportunità del presente …
Ciascuna di queste criticità è stata affrontata con l’avvio del nuovo ciclo di programmazione
dei Fondi e sta gradualmente trovando risposta in una serie di provvedimenti e azioni.
Il presente Piano Operativo è già in sé una parziale risposta alle esigenze riscontrate – in
particolare a quelle relative alla necessità di definire percorsi codificati di cooperazione e
coordinamento tra l’Autorità Ambientale e i soggetti della programmazione.
Il presupposto del vero cambiamento, tuttavia, risiede nella presa di coscienza, che lentamente
si sta affermando, che la sperimentazione di un diverso rapporto di collaborazione, fondato
sulla cultura dell’interdipendenza di ogni parte dal tutto all’interno di un sistema, possa
sviluppare nuove modalità di lavoro, rafforzando nei suoi aspetti più operativi la strategia
della pianificazione e gestione di programmi di vasta portata.
Sarà interessante – alla fine di questo ciclo di programmazione - valutare, oltre all’efficacia
del ruolo svolto dall’Autorità Ambientale relativamente agli ambiti di propria competenza, il
grado complessivo di funzionamento e integrazione dell’intera macchina regionale.
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PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
PARTE PRIMA
Le opzioni di sviluppo individuate dalla strategia del POR, e riportate nello schema ordinatore
(Allegato II), nonché le priorità trasversali (infrastrutturazione del territorio, promozione
dell’imprenditoria locale) vanno a collocarsi in uno scenario territoriale e ambientale unico
per integrità e valore intrinseco, ma anche caratterizzato da aspetti di grande e crescente
vulnerabilità.
In tale contesto, di pregiate risorse naturali da valorizzare e salvaguardare, e di attività
economiche da promuovere e incrementare in un’ ottica di miglioramento complessivo della
qualità della vita, l’azione dell’Autorità Ambientale ha come fine ultimo quello di orientare,
in una prospettiva di sostenibilità, le azioni di sviluppo, non solo migliorando l’efficacia degli
interventi nel settore dell’ambiente e mitigando gli impatti negativi degli interventi attuati
negli altri settori, ma anche ricercando ogni opportunità di migliorare complessivamente il
modello di sviluppo.
Gli obiettivi generali
Su questo sfondo, gli obiettivi che l’Autorità Ambientale intende porsi sono i seguenti:
•
ottenere l’integrazione della componente ambientale nelle scelte di sviluppo,
•
raggiungere la massima condivisione sulle iniziative ambientali e gli obiettivi di
sviluppo sostenibile.
In questa PARTE del Piano sarà sviluppato il primo dei due obiettivi, quello relativo
all’integrazione ambientale. L’articolazione operativa del secondo obiettivo sarà invece
trattata nella SECONDA PARTE.
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1. L’integrazione della componente ambientale nelle scelte di sviluppo
Il concetto di integrazione che si intende tradurre nella programmazione dei Fondi strutturali
non si limita ad un momento specifico, quale può essere ad esempio un giudizio di
compatibilità ambientale o la valutazione ex-ante, bensì cerca la sua applicazione all’interno
dell’intero processo di formulazione delle idee e delle strategie di sviluppo, cioè il processo
stesso di pianificazione e gestione.
Il percorso da seguire all’interno del ciclo di programmazione dei Fondi è stato delineato nelle
Linee guida per l’elaborazione dei Piani operativi di cooperazione sistematica tra le Autorità
Ambientali e le Autorità di Gestione predisposte all’interno della Rete nazionale delle
Autorità ambientali e delle Autorità della programmazione dei Fondi strutturali. Esso riguarda
sia la fase iniziale di pianificazione, sia la successiva fase di gestione, considerata nei diversi
momenti dell’attuazione, monitoraggio e valutazione.
La metodologia seguita è quella sviluppata nel Manuale predisposto dalla Commissione
europea nel 1998 per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei
programmi dei Fondi strutturali dell’Unione europea, nonché nelle Linee guida per la
Valutazione Ambientale Strategica (VAS) predisposte dal Ministero dell’Ambiente italiano in
collaborazione con ANPA.
Nell’Allegato I vengono esplicitati lo schema logico e gli strumenti operativi propri della
metodologia VAS. E’ doveroso sottolineare che tale metodo non è stato ancora pienamente
sviluppato dal punto di vista tecnico e che in assenza di un sufficiente flusso di informazioni,
generato da un articolato sistema di monitoraggio ambientale, possono venire a mancare
alcune indicazioni necessarie alla sua applicazione. E’ tuttavia in corso, all’interno della Rete
Nazionale delle Autorità Ambientali e, su più vasta scala - anche a seguito della recente
approvazione della Direttiva comunitaria 2001/42/CE sulla VAS - nell’ambito di organismi e
istituzioni europei e internazionali, un intenso lavoro volto ad affinare tecniche e strumenti in
vista della massima semplificazione ed efficacia applicativa.
Il lavoro dell’Autorità Ambientale, e della task force ad essa assegnata (vedi PARTE
QUARTA), sarà svolto in stretto coordinamento con le strutture della Rete e con i gruppi d
lavoro attivati su tali tematiche all’interno della task force centrale operante presso il
Ministero dell’Ambiente.
Questo premesso, gli obiettivi specifici in cui può declinarsi il primo obiettivo generale –
ottenere l’integrazione della componente ambientale nelle scelte di sviluppo - sono così
individuati:
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•
sostenere l’intero processo di programmazione con una solida base conoscitiva
dell’ambiente e del territorio, rafforzando la capacità dell’Autorità Ambientale di
rappresentare lo stato delle risorse ambientali, di monitorare gli impatti delle azioni e
di valutare la sostenibilità ambientale del POR;
ƒ
intervenire nella fase di attuazione delle Misure, definendo criteri di selezione e
meccanismi premiali;
ƒ
integrare il sistema di monitoraggio;
ƒ
fornire informazioni per l’attività di sorveglianza;
ƒ
integrare le valutazioni intermedia ed ex post.
1.1 Migliorare il quadro conoscitivo dell’ambiente e del territorio
L’espletamento del ruolo dell’Autorità Ambientale ha quale presupposto fondamentale la
disponibilità di un quadro conoscitivo dell’ambiente e del territorio il più possibile completo,
uniforme e integrato.
Allo stato attuale, la Regione Sardegna non dispone di tale quadro, né di strumenti adeguati
per una piena conoscenza e analisi del territorio. Le ragioni sono riconducibili
prevalentemente a:
•
•
•
•
l’inadeguatezza e incompletezza della rete dei controlli per alcune componenti
ambientali fondamentali;
l’incompletezza dei dati, talvolta riferiti a periodi di tempo limitati e/o ad aree
specifiche;
la mancata elaborazione e sistematizzazione dei dati;
l’assenza di un coordinamento pieno fra i soggetti detentori di informazioni e banche
dati, risultante in una scarsa integrazione dei relativi sistemi.
Alcune iniziative sono state avviate per colmare tali lacune conoscitive e sistematizzare in
maniera organica i dati esistenti, tra cui l’implementazione del Sistema Informativo regionale
ambientale. Altre, quali l’attuazione della Misura 1.7 (Monitoraggio), rappresentano un
contributo importante per colmare le lacune esistenti.
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In attesa dell’approvazione della legge istitutiva dell’ARPA regionale, attualmente all’esame
del Consiglio, e per rispondere alla richiesta della Commissione europea di elaborare una
nuova valutazione ambientale ex ante entro il 31/12/20021, l’Autorità Ambientale sta
predisponendo un piano di attività finalizzato a:
•
•
attuare una ricognizione dei dati esistenti presso strutture ed enti operanti a livello
regionale: questo sarà tra l’altro funzionale all’attuazione della Misura 1.7.
raccogliere, omogeneizzare ed organizzare i dati territoriali nel Sistema Informativo
ambientale regionale, in modo da renderli fruibili in modo coerente e funzionale.
L’operazione di omogeneizzazione si rende necessaria a causa dell’enorme mole di dati
esistenti e delle diverse modalità di acquisizione, di elaborazione e di rappresentazione, in
modo da ottenere una lettura univoca dei dati stessi. La fase di organizzazione dei dati ha
l’obiettivo di trovare modalità che permettano un efficace dialogo tra differenti archivi
contenenti informazioni complementari relative al territorio, in modo da rendere compatibili
le differenti informazioni e garantire un loro continuo aggiornamento.
1.2
Intervenire nella fase di attuazione delle Misure
Il concetto di sostenibilità ambientale per ciascun settore (industria, agricoltura, turismo, aree
urbane, energia, trasporti) può essere sviluppato anche attraverso la predisposizione di
strumenti e meccanismi per la selezione di progetti che contribuiscano al raggiungimento
degli obiettivi di sostenibilità ambientale.
L’Autorità Ambientale potrà pertanto sviluppare strumenti adeguati 2 per individuare quali
siano i progetti migliori sotto il profilo ambientale, economico e sociale.
La Task Force di supporto all’Autorità Ambientale svilupperà questo aspetto, attuando anche
una serie di azioni, quali la predisposizione di linee guida o l’offerta di consulenza tecnica,
per aiutare i potenziali candidati a presentare progetti di qualità ambientale elevata.
1
A causa del deficit di conoscenze ambientali da un lato e della difficoltà di individuare un percorso metodologico e organizzativo - per raccogliere e valorizzare le informazioni disponibili, comprese quelle di tipo
qualitativo, nel POR la descrizione della situazione ambientale è risultata carente di dati, relativamente ad alcuni
settori ed aree, mentre l’analisi e la valutazione sono state sviluppate più che altro su un piano teorico, con la
definizione di obiettivi ambientali generici e l’individuazione di impatti ambientali potenziali, ricostruiti sulla
base di quello che ci si può attendere in dipendenza dal tipo di azioni o progetti implicati nelle misure.
2
Per un maggior dettaglio sulle caratteristiche e le tipologie dei criteri di selezione, si rinvia al riquadro
dell’Allegato I.
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PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
1.3
L’integrazione del sistema di monitoraggio
Il ruolo dell’Autorità Ambientale è di importanza fondamentale nell’indirizzare il sistema di
monitoraggio, affinché esso documenti anche gli effetti positivi e negativi sull’ambiente
determinati dall’avanzamento degli interventi cofinanziati. In particolare, essa dovrà garantire
che le informazioni e gli indicatori su cui tale sistema è costruito non siano esclusivamente di
matrice economica e finanziaria, o di incremento delle infrastrutture fisiche, ma diano anche
un’indicazione del progresso verso uno sviluppo ambientalmente sostenibile.
La fase di scelta degli indicatori può risultare a tal fine il momento culminante dell’intero
processo di integrazione.
Tra le diverse classi e tipologie di indicatori ambientali
Ambientale opererà affinché si arrivi ad individuare:
1
fino ad oggi sviluppati l’Autorità
•
un set di indicatori di riferimento (o di base), necessari per definire lo stato delle
componenti chiave della situazione ambientale, ma utilizzabili anche per controllare o
individuare le modificazioni dello stato dell’ambiente indotte dall’attuazione degli
interventi;
•
un set di indicatori di prestazione (o di performance) che dovranno rilevare i
miglioramenti della qualità dell’ambiente, tramite per esempio un aumento del livello
di trattamento dell’inquinamento o un incremento della dotazione di infrastrutture
ambientali, o una diminuzione delle emissioni inquinanti o una più efficace gestione
delle risorse naturali. Gli indicatori di prestazione dovranno necessariamente riflettere
le priorità e gli obiettivi regionali, e tenere conto degli obiettivi della legislazione e
delle politiche dell’UE in campo ambientale.
Compatibilmente con l’avanzamento dell’attuazione della Misura 1.7 e della raccolta e
organizzazione dei dati attualmente esistenti, l’Autorità Ambientale si attiverà per elaborare
una prima proposta di integrazione degli indicatori ambientali individuati nel POR - CdP.
Oltre ai requisiti normalmente richiesti per un buon sistema di indicatori (pertinenza,
rappresentatività, facile reperibilità, disponibilità e misurabilità, ecc.) l’Autorità Ambientale
valuterà i casi in cui può rendersi opportuno che il sistema di monitoraggio non sia uniforme,
ma segua anche un approccio territoriale, focalizzando l’attenzione su ambiti con criticità e
problematicità particolari e sui luoghi in cui si sta progettando un cambiamento: a tal fine il
monitoraggio dei progetti territoriali potrebbe consentire di stabilire un nesso tra una
conoscenza situazionale e una progettazione situazionale.
1
Per una esplicazione delle classi e tipologie di indicatori vedi Allegato I.
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PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
L’Autorità Ambientale avrà cura inoltre che il sistema di monitoraggio ambientale abbia
visibilità e che i dati siano facilmente comunicabili per far comprendere l’importanza di
determinate scelte.
Come per la valutazione (vedi paragrafo 1.5), l’attività dell’Autorità Ambientale in tema di
monitoraggio del POR sarà condotta in stretto coordinamento con il gruppo di lavoro della
Rete Nazionale delle Autorità Ambientali e delle Autorità della Programmazione impegnato a
sviluppare questo tema, nonché in collaborazione con la struttura consulenziale aggiudicataria
dell’appalto bandito dall’Autorità di Gestione sull’Assistenza Tecnica.
1.4 Fornire informazioni per l’attività di sorveglianza
Per consentire al Comitato di Sorveglianza, in fase di esame annuale, una valutazione
dell’andamento del programma dal punto di vista dell’attuazione della normativa comunitaria
e del perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, l’Autorità Ambientale
collaborerà, per quanto di sua competenza, alla stesura del rapporto annuale di esecuzione.
Il rapporto sarà anche un occasione per riflettere sulle difficoltà eventualmente riscontrate
nello svolgimento del ruolo e sulle modalità più efficaci per assicurarlo.
1.5 L’integrazione della valutazione
La valutazione ambientale ex ante, intermedia ed ex post, è una delle attività più complesse
che vedranno impegnata l’Autorità Ambientale.
Per quanto riguarda la valutazione ex ante, l’Autorità Ambientale ha il compito di elaborare e
sottoporre all’approvazione comunitaria, entro il 31/12/2002 una nuova valutazione
ambientale ex ante che farà da base per la successiva valutazione intermedia.
Considerata la carenza di dati ambientali e la possibilità di colmarne le lacune soltanto in
parte grazie all’attuazione della Misura sul Monitoraggio (1.7) e al lavoro di raccolta,
omogeneizzazione, sistematizzazione ed elaborazione dei dati esistenti avviato dall’Autorità
Ambientale, sarà di fondamentale importanza ottimizzare l’esistente e valorizzare i dati
qualitativi disponibili. Sarà altrettanto importante focalizzare l’attenzione su aree con criticità
e problematicità particolari - in cui, per esempio, potrebbero verificarsi fenomeni di cumulo e sui luoghi in cui si concentreranno azioni di sviluppo.
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PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
Per quanto riguarda la valutazione intermedia, l’Autorità Ambientale si inserirà nel processo
di valutazione definito dall’Unità di Valutazione degli Investimenti Pubblici del Ministero
dell’Economia e delle Finanze, articolato in sei blocchi:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
definizione del disegno della valutazione
valutazione dell’attualità della diagnosi e della strategia ed esame della collocazione
del PO nel contesto degli altri interventi
valutazione di coerenza e pertinenza dell’intervento effettivamente avviato e dei criteri
di selezione applicati
valutazione di efficacia ed efficienza ed individuazione dei primi impatti
valutazione della funzionalità e adeguatezza del sistema di gestione, del partenariato e
dell’avanzamento istituzionale complessivo.
valutazione della qualità e del funzionamento del sistema di monitoraggio.
Particolare importanza dovrà essere data ai metodi di valutazione scelti. In tal senso,
all’interno della Rete Nazionale delle Autorità Ambientali e delle Autorità della
Programmazione si stanno definendo indirizzi tecnici e metodologici che guideranno l’attività
dell’Autorità Ambientale in questa delicata fase.
16
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
PARTE SECONDA
L’efficacia del ruolo dell’Autorità Ambientale passa attraverso la comprensione e la
condivisione degli obiettivi che la stessa si è dati e delle ragioni che sottendono la scelta di
una strategia di integrazione.
Sviluppare la coscienza della complessità e della natura sistemica delle problematiche
ambientali, diffondere la conoscenza sullo stato dell’ambiente e sugli impatti che le attività
antropiche esercitano su di esso, creare consapevolezza delle poste in gioco, dei costi e dei
benefici dell’azione e dell’inazione – nell’ambito delle decisioni pubbliche, così come in
quello dei comportamenti privati – accrescere il senso di responsabilità individuale e
collettivo, aumentare le professionalità e le competenze tecniche in materia di gestione
dell’ambiente e del territorio, sono presupposti per affermare una cultura della sostenibilità e
ottenere collaborazione e consenso sia da parte dei soggetti beneficiari delle azioni di sviluppo
che da parte dei soggetti coinvolti a vario titolo nelle diverse fasi di attuazione del POR.
2. Raggiungere la massima condivisione sulle iniziative ambientali e gli obiettivi di sviluppo
sostenibile
Il secondo obiettivo generale – raggiungere la massima condivisione sulle iniziative
ambientali e gli obiettivi di sviluppo sostenibile - può quindi essere articolato nei seguenti
obiettivi specifici:
•
assicurare la libertà di accesso all’informazione ambientale,
•
comunicare e sensibilizzare gli interlocutori sui temi dell’ambiente e della
sostenibilità,
•
attuare azioni formative.
2.1 L’informazione
La libertà di accesso del pubblico all’informazione ambientale è ormai un principio acquisito
nel diritto internazionale, comunitario e nazionale. Essa è considerata presupposto essenziale
per il raggiungimento di obiettivi ambientali, in quanto contribuisce a sensibilizzare
maggiormente il pubblico, motivandolo a partecipare al processo decisionale in materia
ambientale e ad esercitare un controllo più efficace sull’attività delle autorità pubbliche nel
campo dell’attuazione del diritto ambientale.
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PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
La Convenzione di Arhus, ratificata dall’Italia con Legge 108 del marzo 2001, richiede
l’impegno da parte delle autorità pubbliche di garantire tale diritto, ricomprendendo,
nell’espressione informazione ambientale, quella disponibile sotto ogni forma e relativa sia
allo stato degli elementi ambientali e degli ecosistemi, sia ai fattori di pressione generati sugli
stessi, sia alle misure di carattere politico, programmatico e amministrativo aventi
un’incidenza sulle diverse componenti ambientali.
La Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull’accesso del pubblico
all’informazione ambientale, attualmente in corso di approvazione, contiene disposizioni
volte da un lato a definire le modalità e le condizioni fondamentali in base alle quali
l’informazione deve essere resa disponibile, dall’altro ad assicurare che l’accesso del pubblico
all’informazione ambientale e la sua diffusione diventino prassi corrente delle pubbliche
amministrazioni, in particolare mediante mezzi informatici e/o attraverso la tecnologia
elettronica.
Nel processo di attuazione del POR la disponibilità e diffusione dell’informazione ambientale
deve essere considerata a due livelli:
•
•
l’informazione rivolta ai soggetti della programmazione (responsabili di Asse e di
Misura, beneficiari finali), per far conoscere sia la normativa ambientale avente una
rilevanza diretta o indiretta per i settori di intervento, sia le relazioni esistenti tra questi
e le diverse componenti ambientali;
l’informazione rivolta a tutti i soggetti, pubblici e privati, interessati a vario titolo agli
interventi finanziati dal programma, per fondare e sostenere la scelta di criteri di
selezione degli interventi orientati alla sostenibilità ambientale.
In entrambi i casi l’informazione sarà elaborata e resa disponibile dall’Autorità Ambientale, in
maniera mirata rispetto all’esigenza contingente (predisposizione e presentazione pubblica di
un bando, elaborazione di criteri di selezione, intervento in gruppi di lavoro tematici), una
volta implementato il quadro conoscitivo.
Per consentire all’Autorità Ambientale di raccogliere ed elaborare questa informazione,
l’Autorità di Gestione si attiverà presso i Direttori Generali degli Assessorati regionali
detentori di dati e informazioni sia di carattere ambientale e territoriale, sia relativi a settori
economici, affinché sia garantito l’accesso e l’acquisizione dell’informazione in loro
possesso.
2.2 La comunicazione e la sensibilizzazione ambientale
La necessità di comunicare all’esterno l’attività che l’Autorità Ambientale svolge, di far
conoscere i principi che ispirano la sua azione, i suoi obiettivi, le azioni concrete che pone in
essere, i soggetti con cui dialoga, oltre, naturalmente, ai risultati e ai prodotti della sua azione,
18
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
è strettamente connessa al suo ruolo istituzionale. Essa rappresenta infatti lo strumento con il
quale realizzare quel dialogo e quel confronto che permeano e sostanziano il suo agire.
A tale proposito, una Raccomandazione del Servizio per le Politiche dei Fondi Strutturali
Comunitari del Ministero dell’Economia e delle Finanze del maggio scorso invitava le
Autorità di Gestione dei Piani Operativi Regionali a modulare i Piani di Comunicazione in
funzione delle azioni di informazione, comunicazione e sensibilizzazione che l’Autorità
Ambientale è tenuta a realizzare per perseguire i propri obiettivi.
L’Autorità Ambientale attuerà, pertanto, un’azione mirata e approfondita per rispondere alle
esigenze specifiche dei suoi interlocutori 1 sul tema dello sviluppo sostenibile, propedeutica
all’integrazione della componente ambientale nei vari settori socio-economici di sviluppo
individuati nel POR Sardegna.
Affinché tale azione di sensibilizzazione sia volta a valorizzare la strategia di
sensibilizzazione adottata dall’Assessorato per la Difesa dell’Ambiente, l’Autorità
Ambientale si coordinerà con gli Uffici competenti per l’Educazione Ambientale.
In sintesi, gli obiettivi in tema di comunicazione e sensibilizzazione ambientale sono:
•
•
•
far conoscere l’Autorità Ambientale e le sue relazioni all’interno dell’architettura
amministrativa responsabile della gestione del POR;
sensibilizzare i suoi interlocutori sul significato, le opportunità e il valore aggiunto
offerto dall’integrazione della componente ambientale nelle politiche di sviluppo
locali;
condividere gli obiettivi con i suoi interlocutori al fine di creare consenso e
collaborazione.
L’azione di sensibilizzazione darà particolare enfasi alla diffusione e alla promozione di:
•
•
•
•
•
1
politiche integrate di prodotto e di processo,
sistemi di gestione e audit ambientale per imprese e organizzazioni pubbliche e
private,
appalti verdi,
best practices (migliori pratiche ambientali) nei diversi settori economici,
Best Available Technologies-BAT (migliori tecnologie disponibili).
Per la definizione degli interlocutori dell’Autorità Ambientale vedi paragrafo 3.1.
19
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
Le azioni di comunicazione e sensibilizzazione dell’Autorità Ambientale saranno realizzate
prevalentemente in stretta sinergia con le azioni di informazione e pubblicizzazione poste in
essere dall’Autorità di Gestione nel quadro del più ampio Piano di Comunicazione dei Fondi
Strutturali. Affinché l’integrazione sia massima e sia colta l’opportunità di ogni sinergia, le
iniziative dell’Autorità Ambientale in questo campo sono state strutturate con riferimento alle
tipologie individuate in tale documento.
2.3
La formazione
Il tema della formazione interessa l’Autorità Ambientale a tre livelli.
Un primo livello riguarda le azioni di formazione previste nel POR e la necessità di garantire
la trasversalità della tematica ambientale, con priorità per le azioni formative aventi
un’incidenza diretta sul raggiungimento di obiettivi ambientali e sull’implementazione di
criteri di sostenibilità nella fase attuativa delle Misure. E’ il caso in particolare della Misura
3.9 (adeguamento delle competenze della Pubblica Amministrazione), che dovrà poter
sostenere anche azioni formative finalizzate:
•
•
•
alla diffusione di conoscenze e competenze su tematiche ambientali, sia a carattere
settoriale (ciclo integrato delle acque, difesa del suolo, gestione integrata dei rifiuti,
bonifica dei siti inquinanti, ecc.) sia a carattere orizzontale (procedure VIA e VAS,
contabilità ambientale, ecc.),
alla diffusione di strumenti per la sostenibilità ambientale (sistemi di gestione
ambientale, appalti verdi, accordi volontari, processi di Agenda 21, ecc),
al miglioramento delle capacità di formulazione e realizzazione dei progetti da parte
dei beneficiari finali.
Un secondo livello riguarda l’accompagnamento formativo dei funzionari regionali
direttamente coinvolti nell’attuazione del POR, al fine di far crescere conoscenze e
competenze necessarie ad una efficace collaborazione in tema di integrazione degli aspetti
ambientali in tutti gli interventi.
Un terso livello, infine, riguarda l’affiancamento continuo – attualmente svolto dal Formez per la Task Force e le altre unità a supporto dell’Autorità Ambientale regionale, per tutta la
durata del POR.
20
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
PARTE TERZA
Il conseguimento degli obiettivi descritti presuppone l’instaurazione di un sistema di relazioni
di coordinamento, collaborazione e confronto tra l’Autorità Ambientale, da un lato, e una
serie di soggetti - o coinvolti a vario titolo nell’attuazione degli interventi o semplicemente
portatori di interessi - dall’altro.
L’Autorità Ambientale avrà cura di attivare e sostenere con tali soggetti un dialogo costante,
affinché si arrivi all’integrazione di obiettivi e criteri di sostenibilità ambientale in una
dimensione consensuale. Tuttavia, affinché essa sia posta nelle condizioni di fornire
“un’assistenza tecnica ambientale adeguata” in tutte le fasi del processo decisionale - e non
semplicemente di svolgere un ruolo di “controllore” – è necessario che vengano definite e
standardizzate delle procedure e delle modalità per tali relazioni, che rispondano a criteri di:
ƒ
ƒ
ƒ
efficacia, rispetto all’obiettivo di una adeguata valutazione, da parte dell’Autorità
Ambientale, delle implicazioni ambientali delle decisioni da assumere;
efficienza, rispetto alla necessità di garantire che tale valutazione non appesantisca la
gestione degli interventi e tanto meno comporti ritardi nell’attuazione delle Misure;
trasparenza, per consentire a tutti gli attori potenzialmente interessati alla
programmazione e attuazione degli interventi la formazione del giudizio, quale
presupposto di un loro effettivo coinvolgimento e partecipazione.
3.1 I soggetti
Un’analisi dettagliata degli atti di programmazione, POR e Complemento di programmazione,
e la ricostruzione delle attività poste in essere per la gestione degli interventi ha consentito di
identificare gli interlocutori dell’Autorità Ambientale nelle diverse fasi del processo
(attuazione, monitoraggio, sorveglianza e valutazione).
Nell’Allegato III è riportata una mappa che chiarisce questa costellazione di soggetti. Da un
punto di vista funzionale, essi possono essere distinti in:
a)
soggetti con responsabilità dirette nella gestione del programma (Autorità di Gestione,
Direttori Generali degli Assessorati, e in particolare Direttori capofila dei Fondi,
Responsabili di Asse e di Misura, Soprintendenze regionali, NVVIP, Steering Group1,
1
L’istituzione di uno Steering Group per ogni Programma Operativo Regionale è stata richiesta dalla
Commissione europea per disporre di una struttura, dotata di sufficienti margini di autonomia tecnica, che
assicuri un confronto tecnico qualificato e il monitoraggio dell’attività del valutatore indipendente.
21
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
Responsabili della Comunicazione, Responsabile del Monitoraggio, Responsabile
della Valutazione);
b) soggetti deputati all’elaborazione di strumenti di pianificazione e programmazione
propedeutici all’attuazione delle Misure (Piani di gestione del sistema idrico integrato,
Piani di bacino o Piani stralcio, Piani di bonifica dei siti inquinati, Piano degli
insediamenti produttivi, Strategia per la Società dell’informazione);
c) soggetti in grado di fornire un supporto di carattere informativo e/o tecnico-scientifico
all’attività dell’Autorità Ambientale (Enti strumentali della Regione, Soggetti
istituzionali cui sono delegati compiti su materie ad alta valenza ambientale, ARPAANPA, Università, Istituti ed Enti di Ricerca, Società private);
d) soggetti del partenariato (Enti locali, Imprese, Associazioni di categoria, Consorzi
industriali e di bonifica, ONG, Associazioni sindacali e cittadini, ecc.).
3.2
Le procedure
3.2.1 Soggetti del gruppo a) e b)
Rapporti con l’Autorità di Gestione
Il primo livello di collaborazione coinvolge l’Autorità di Gestione, in quanto “regista”
dell’intero ciclo di programmazione, nonché responsabile del FESR. L’Autorità di Gestione
garantirà il pieno coinvolgimento dell’Autorità Ambientale:
ƒ
ƒ
ƒ
in ogni processo decisionale relativo ad una qualsiasi fase di attuazione del
programma,
in tutte le fasi di definizione di strategie, ricognizioni, predisposizione di piani, ecc.,
fasi cioè propedeutiche e condizionanti l’attuazione di alcune importanti Misure del
POR (Società dell’Informazione, PMI);
nelle attività dello Steering Group relative all’impostazione degli aspetti metodologici
del monitoraggio, della valutazione e della validazione qualitativa delle analisi
sviluppate dal valutatore.
L‘Autorità di Gestione, d’intesa con l’Autorità Ambientale, si farà carico inoltre di
responsabilizzare e sensibilizzare i Direttori Generali, i capofila dei Fondi strutturali, i
Responsabili di Asse e di Misura, affinché vengano instaurati proficui rapporti di
collaborazione, sia nella fase di reperimento dell’informazione esistente a livello regionale sia
nella fase operativa di espletamento delle funzioni più specifiche dell’Autorità Ambientale.
22
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
Rapporti con i Responsabili di Misura e PIT
Un secondo livello di collaborazione, che deve instaurarsi in maniera sistematica, riguarda i
rapporti tra l’Autorità Ambientale e i Responsabili di Asse e di Misura (inclusi i PIT), cui
spetterà, eventualmente, il compito di mettere i Referenti 1 nelle condizioni di fornire tutte le
informazioni o di fare da interfaccia rispetto ad altri soggetti che svolgono attività legate
all’attuazione degli interventi.
Tale collaborazione è finalizzata a:
ƒ
ƒ
ƒ
elaborare criteri di selezione dei progetti, indicatori di performance ambientale,
meccanismi di attribuzione dei punteggi e di costituzione di riserve per progetti ad alta
performance ambientale;
proporre meccanismi premiali per incentivare progetti sostenibili;
individuare eventuali tipologie di progetti per i quali risulti necessaria una più attenta
valutazione (progetti che presentano criticità o per tipologia o per territorio in cui
verranno realizzati, progetti ricadenti in aree caratterizzate da particolare vulnerabilità
ambientale o nelle quali possono verificarsi fenomeni di cumulo).
La collaborazione tra l’Autorità Ambientale e i Responsabili di Asse e di Misura (o loro
Referenti) dovrà essere sistematica, qualunque siano le disposizioni previste per l’attuazione
delle Misure: Titolarità regionale o Regia regionale, atto amministrativo di programmazione
o bando.
In particolare:
ƒ
ƒ
in tutti i casi di attuazione degli interventi attraverso atti amministrativi di
programmazione, l’Autorità Ambientale deve essere messa nelle condizioni di
intervenire nella fase di predisposizione degli stessi ovvero, qualora già adottati, nella
fase di delega degli interventi agli Enti locali;
nel caso di progetti già individuati all’interno di documenti programmatici (ad
esempio, Accordi di Programma Quadro, Piani di Settore) l’Autorità Ambientale
concorderà con l’Autorità di Gestione (o il Responsabile di Misura) criteri che
consentano di valutare l’effettiva rispondenza agli obiettivi di sostenibilità.
1
I Referenti sono unità operative designate dal Responsabile di Misura a seguire le procedure attuative degli
interventi.
23
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
Qui di seguito viene illustrata la procedura standard che si intende applicare nei casi di
definizione di atti amministrativi di programmazione o di bandi.
In vista dell’elaborazione
degli atti, il RM convoca
l’AA, e/o altri soggetti
interessati, per una riunione
preliminare.
L’AA deve poter ricevere
la comunicazione con un
anticipo non inferiore ai 15
giorni.
Per la predisposizione
degli atti, il RM convoca
l’AA con un congruo
anticipo.
Il RM convoca l’AA con
un congruo anticipo per un
confronto/verifica sulla
bozza finale.
Il RM comunica all’AA,
con un anticipo non
inferiore ai 15 giorni, la
programmazione delle
sedute delle Commissioni
di valutazione e selezione
dei progetti.
ELABORAZIONE
DEGLI ATTI
PREDISPOSIZIONE
DEGLI ATTI
BOZZA CONCLUSIVA
VALUTAZIONE,
SELEZIONE E CLASSIFICA
DEI PROGETTI
L’AA calendarizza gli
incontri.
L’AA fornisce un supporto
tecnico ambientale alle
decisioni, anche attraverso
la predisposizione di linee
guida, indirizzi, proposte di
modifica e integrazioni.
L’AA esprime una
valutazione conclusiva da
richiamare nell’atto finale
di adozione del
provvedimento.
L’AA valuta caso per caso
se intervenire in tale fase,
eventualmente delegando
una sua unità.
Legenda:
AA
RM
Autorità Ambientale
Responsabile di Misura
24
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
Rapporti con la Soprintendenza Regionale
I rapporti con la Soprintendenza Regionale saranno definiti in sede di confronto tra Autorità
di Gestione, Autorità Ambientale e Direzione Generale dell’Assessorato Regionale alla
Pubblica Istruzione e Tutela del Paesaggio.
Rapporti con il NVVIP
La collaborazione con il Nucleo di Verifica e Valutazione degli Investimenti Pubblici dovrà
essere impostato sulla base di un criterio di complementarietà e integrazione.
La procedura relativa a tali rapporti sarà definita in dettaglio una volta avviata l’operatività
del Nucleo.
Rapporti con il Responsabile del Monitoraggio
Il rapporto di collaborazione tra l’Autorità Ambientale e il Responsabile del Monitoraggio del
POR è un presupposto indispensabile per consentire l’inserimento dell’Autorità Ambientale
nel Sistema di Monitoraggio regionale, al duplice scopo di rilevare progressivamente:
•
•
come si stanno attuando le azioni, in termini fisici, procedurali e finanziari;
come evolvono quegli aspetti dello stato del sistema socio-economico-ambientale
rilevanti per gli obiettivi ambientali posti o sensibili agli impatti attesi.
Il Responsabile regionale del Monitoraggio faciliterà le relazioni dell’Autorità Ambientale
con l’aggiudicatario dell’appalto del Servizio di Assistenza tecnica e Supporto al
Monitoraggio per l’attuazione del POR, garantendo la piena integrazione degli aspetti
ambientali nel Sistema e il coordinamento delle attività a supporto del ruolo dell’Autorità
Ambientale, previste a carico dell’aggiudicatario nel capitolato d’appalto.
Rapporti con il Responsabile della Valutazione
L’Autorità Ambientale e il Responsabile della Valutazione designato dall’Autorità di
Gestione stabiliranno uno stretto coordinamento affinché il disegno di valutazione che sarà
proposto e attuato dal Valutatore indipendente risulti pienamente condiviso e rispondente alla
finalità di valutare, a metà percorso e alla fine del ciclo di programmazione, gli impatti
ambientali delle azioni attuate.
Rapporti con il Responsabile della Comunicazione
25
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
L’Autorità Ambientale concorderà con il Responsabile della Comunicazione azioni di
comunicazione e sensibilizzazione da attuarsi all’interno del Piano di Comunicazione del
POR.
3.2.2 Soggetti del gruppo c)
L’Autorità Ambientale cercherà di stabilire con tali soggetti, anche attraverso delle
interfaccia, sinergie funzionali all’esigenza di una migliore conoscenza del territorio e
dell’ambiente. In alcuni casi, qualora vengano a mancare al suo interno risorse specialistiche
adeguate o si renda necessario acquisire particolari studi di settore, l’Autorità Ambientale
potrà anche attivare con alcuni soggetti collaborazioni specialistiche e/o convenzioni.
3.2.3
Soggetti del gruppo d)
L’Autorità di Gestione avrà cura di coinvolgere l’Autorità Ambientale negli incontri di
partenariato organizzati, con finalità consultiva, in occasione della predisposizione di bandi,
della definizione di modifiche ed integrazioni da apportare al Complemento di
Programmazione, della definizione di linee strategiche del DPEF.
Su alcuni argomenti rilevanti, potranno essere attivati tavoli tecnici ad hoc con la
partecipazione di membri del partenariato.
26
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
PARTE QUARTA
4.1 Le risorse umane
Le risorse umane di cui l’Autorità Ambientale regionale dispone attualmente per
l’espletamento del proprio ruolo sono costituite:
•
•
dalle strutture interne all’Amministrazione regionale, descritte nella parte introduttiva
del presente Piano,
da risorse esterne rese disponibili dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del PON
Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema (PON ATAS) del QCS.
Nell’Allegato IV è riportato l’organigramma relativo a tali risorse. Un supporto specialistico
aggiuntivo proverrà inoltre dalla struttura di consulenti individuata con apposito bando di
assistenza tecnica.
Il team di consulenti assegnato alla Regione Sardegna dal Ministero dell’Ambiente con
Protocollo d’Intesa, selezionato tramite concorso pubblico dal Formez, è composto da 1
esperto senior, con compiti di coordinamento e contratto di collaborazione coordinata e
continuativa, e da 15 esperti junior, con contratto di borsa di studio, suddivisi in due gruppi –
con competenze diverse e caratterizzazione ripartita per aree operative: infrastrutturale,
impiantistico-territoriale, analitica, naturalistica, economico-giuridica – a sostegno,
rispettivamente, delle funzioni attribuite all’Autorità Ambientale e di quelle che dovrebbero
essere svolte da ARPA relativamente alla programmazione 2000-2006. L’organigramma e le
professionalità del gruppo sono riportate in dettaglio nell’Allegato IV.
Il Ministero dell’Ambiente ha previsto la concreta operatività della task force a partire dal
2.10.2001 e fino al 30.06.2002 con la previsione di un rinnovo contrattuale per tutto il periodo
della programmazione 2000-2006.
Nello svolgimento della propria attività, la task force regionale opererà in stretto
coordinamento con la task force operante presso il Ministero dell’Ambiente – organizzata per
gruppi di lavoro su ogni singolo POR e PON e trasversali su specifiche tematiche - e seguirà
un percorso formativo, definito dal Formez sulla base del presente Piano Operativo,
finalizzato allo sviluppo delle conoscenze e competenze necessarie al pieno espletamento del
ruolo dell’Autorità Ambientale regionale.
Attualmente è in corso di definizione il Piano strategico della task force, che sarà presentato
nella seduta del prossimo Comitato di Sorveglianza.
27
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
4.2 Le risorse strumentali (logistica, hardware e software)
L’intera task force assegnata alla Regione Sardegna è temporaneamente collocata presso gli
uffici della sede Formez di Cagliari, in attesa dell’individuazione da parte
dell’Amministrazione regionale dei locali da destinare all’Autorità Ambientale.
La dotazione strumentale della task force, trasferita dal Ministero dell’Ambiente alla Regione
Sardegna con Protocollo d’Intesa, è riportata nell’Allegato V.
Una valutazione delle risorse strumentali disponibili rispetto alle necessità operative della task
force, una volta a regime, ha portato ad individuare risorse integrative da acquisire, in
particolare alcune attrezzature hardware con priorità differenti, nonché dotazioni software
CAD, di gestione GIS e di grafica vettoriale, per l’acquisizione e l’elaborazione di cartografia
tematica in formati standardizzati e condivisibili (Allegato VI).
Per assicurare una piena condivisione degli elaborati della task force ed un più agevole
scambio di dati ed informazioni con gli Uffici dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, è
in corso una ricognizione delle risorse strumentali a disposizione di tali uffici, in modo da
integrare le stesse ed acquistare attrezzature hardware e software compatibili.
4.3 Le risorse finanziarie
Le risorse finanziarie disponibili per l’attuazione del presente Piano Operativo sono così
individuate:
•
•
•
parte delle risorse attribuite sul Bilancio regionale 2002-2004 per il Servizio Sviluppo
Sostenibile;
le risorse stanziate dal Ministero dell’Ambiente per l’operatività della Task Force fino
al 30.06.02;
le risorse provenienti dallo stesso Ministero, a valere sulla Misura 1.2 “Azioni di
assistenza tecnica e supporto operativo per l’organizzazione e la realizzazione delle
attività di indirizzo, di coordinamento e orientamento delle Amministrazioni Centrali”
del Progetto Operativo Ambiente del PON ATAS, in corso di definizione, che
dovrebbero coprire i costi di contrattualizzazione della task force per tutta la durata
della programmazione 2000-2006;
Alle risorse sopradescritte potranno aggiungersi le risorse rese disponibili sulla Misura 7.1 del
POR per azioni di comunicazione, informazione e pubblicità, nonché studi e ricerche a
supporto dei compiti dell’Autorità Ambientale.
28
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
ALLEGATO I
Nel Manuale per la Valutazione Ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei programmi
dei Fondi strutturali dell’Unione Europea, predisposto dalla Commissione europea nel 1998,
la valutazione ambientale strategica (VAS) è definita come:
un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle
azioni proposte – politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi – al fine di
garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo
adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle
considerazioni di ordine economico e sociale.
Le fasi individuate da questo approccio metodologico, riprese all’art. 40 del Regolamento
1260/99, sono:
•
•
•
•
•
la descrizione quantificata della situazione ambientale attuale;
l’indicazione degli obiettivi a breve e medio termine, tenuto conto dei piani di gestione
dell’ambiente definiti e decisi a livello nazionale, regionale o locale; delle risorse
finanziarie messe a disposizione e dei principali risultati del periodo di
programmazione precedente;
la valutazione dell’impatto prevedibile della strategia e degli interventi sulla situazione
ambientale;
la definizione di una batteria di indicatori per la futura valutazione e monitoraggio del
programma;
l’individuazione d criteri di selezione che promuovano progetti con caratteristiche di
sostenibilità ambientale.
L’analisi della situazione ambientale
Scopo dell’analisi è quello di fornire dati completi e il più possibile aggiornati sullo stato
dell’ambiente e delle risorse naturali presenti nella regione. Il modello seguito per questa
rappresentazione è il DPSIR (Driving forces, Pressures State, Impact and Responses) che al
processo di raccolta dei dati e delle informazioni applica il concetto dell’analisi di sistema,
assicurando la considerazione sistematica dei legami intercorrenti tra le diverse tematiche
ambientali e i settori ad esse collegati, nonché dei legami e dei fattori di influenza tra le
tematiche stesse.
L’analisi ambientale dovrebbe contenere una descrizione dettagliata delle principali
caratteristiche ambientali della zona geografica coperta dal programma, evidenziando sia i
punti di forza, ovvero le risorse a favore dello sviluppo, sia i punti di debolezza, ovvero le
pressioni esercitate sull’ambiente dai diversi settori in termini di impatto sullo stato
dell’ambiente.
29
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
L’individuazione di obiettivi ambientali e di sviluppo sostenibile
Il passo successivo alla raccolta e all’analisi dei dati di riferimento è l’individuazione di
tematiche/questioni in campo ambientale. In base a ciò, l’Autorità Ambientale dovrà elaborare
obiettivi in materia di ambiente e di sostenibilità che collegheranno le questioni ambientali
con le priorità di sviluppo individuate nel Programma.
Si tratta, in questo stadio della VAS, di individuare la direzione generale in cui si dovranno
sviluppare le tematiche ambientali in relazione alle priorità di sviluppo e di definire obiettivi
in materia di ambiente e criteri di sostenibilità che chiarifichino il modo in cui tali priorità
possano contribuire all’orientamento generale a favore delle tematiche ambientali.
La valutazione degli impatti
Lo strumento operativo messo a punto per dar corso al processo di integrazione nei diversi
settori di sviluppo sono le matrici settoriali d’impatto. All’interno di ogni matrice dovrebbero
essere individuate:
•
•
•
•
•
•
le tematiche ambientali considerate prioritarie attraverso un rimando ai testi normativi
e ancor più a quelli programmatici e consultivi presentati e prodotti in campo europeo
e italiano;
le linee di intervento relative ad ogni settore prioritario;
alcuni impatti negativi o eventualmente positivi associabili alle linee d’intervento, in
relazione alle priorità ambientali precedentemente descritte;
gli obiettivi di sostenibilità, ovvero il quadro programmatico di riferimento cui
rapportarsi nel processo di integrazione della componente ambientale;
i casi in cui gli obiettivi di sostenibilità hanno trovato riscontro e attenzione nei
programmi settoriali e regionali;
alcuni indicatori selezionati per ogni singolo settore ed impatto.
La costruzione degli indicatori
Per misurare le prestazioni dei programmi in termini dell’impatto netto degli investimenti
sullo sviluppo di una regione la VAS prevede la costruzione di indicatori strettamente
pertinenti rispetto agli obiettivi ambientali posti per ogni priorità di sviluppo.
Gli indicatori ambientali dovrebbero soddisfare i seguenti criteri:
30
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
•
•
•
•
•
•
essere rappresentativi delle azioni che verosimilmente saranno finanziate tramite le
priorità e le misure previste dai programmi;
essere semplici e di agevole interpretazione;
dimostrare con chiarezza l’impatto conseguito da una priorità o da una misura;
essere basati su dati facilmente disponibili;
essere suscettibili di essere aggiornati a intervalli regolari per tutta la durata del
Programma;
essere corredati di un livello-obiettivo e di un livello di riferimento con i quali essi
possano essere confrontati.
Utilizzando i dati raccolti nell’analisi iniziale, l’Autorità Ambientale sceglie indicatori di
riferimento, indicatori di impatto e indicatori di prestazione.
Gli indicatori di riferimento (o indicatori di base o di descrizione) misurano le condizioni
attuali, presentando una sintesi della situazione ambientale. Possono essere distinti in
indicatori di stato (es. livelli di inquinamento atmosferico), indicatori di pressione (ad es.
tonnellate di rifiuti domestici alle discariche), indicatori d risposta (ad es. spesa ambientale
totale). Essi sono fondamentali per il monitoraggio e la valutazione ex post, consentendo di
calcolare l’impatto positivo o negativo dei piani sullo stato dell’ambiente agli inizi e alla fine
del periodo di programmazione. Perché sia possibile istituire collegamenti causali tra azioni
assistite dal Programma e variazioni rispetto alle condizioni di riferimento, la scelta degli
indicatori di riferimento deve concentrarsi sulle risorse ambientali che verosimilmente
verranno condizionate dal programma, o tramite investimenti diretti nell’ambiente in termini
di infrastrutture ambientali, o tramite azioni in altri settori pertinenti quali l’agricoltura,
l’industria, il turismo, l’energia o i trasporti, che esercitano un impatto diretto sull’ambiente.
Gli indicatori di impatto possono anch’essi essere elaborati in modo da valutare gli impatti
diretti derivanti dal programma. Spesso prendono la forma di esiti o risultati derivanti dalle
azioni assistite dal Programma.
Gli indicatori di prestazione sono molto importanti ai fini del monitoraggio e della
valutazione del Programma Operativo, in quanto possono essere utilizzati per istituire
obiettivi rispetto ai quali misurare il contributo del Programma.In sostanza, essi consentono di
comparare il significato delle azioni effettuate nell’ambito del Programma con finalità
concordate basate sulle politiche comunitarie, nazionali e regionali. Gli indicatori di
prestazione devono essere in una relazione ben precisa sia con le finalità e gi obiettivi del
Programma regionale e delle sue Misure, sia con gli obiettivi del QCS. I risultati delle
variazioni degli indicatori di prestazione sono decisivi ai fini della valutazione ex post del PO
come pure della valutazione x post del QCS.
31
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
L’individuazione di criteri di selezione
Il concetto di sostenibilità ambientale per ciascun settore (industria, agricoltura, turismo, aree
urbane, energia, trasporti) può essere sviluppato attraverso la predisposizione di strumenti e
meccanismi per la selezione di progetti che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi
di sostenibilità.
I criteri per la selezione dei progetti dovrebbero essere di facile impiego, favorire
l’introduzione di attributi ambientali positivi e variare in funzione della natura dei progetti.
Essi devono altresì essere elaborati tenendo conto:
•
•
•
•
degli obiettivi ambientali specifici degli Assi e delle Misure,
degli obiettivi di sostenibilità per settore,
delle priorità di sviluppo della regione,
delle caratteristiche e delle criticità ambientali legate ai vari settori economici e
produttivi della regione.
Tra le tipologie di criteri si possono menzionare:
criteri di screening: sono criteri generali identificati sulla base degli obiettivi di sostenibilità e
delle principali criticità ambientali relative al settore e alla regione. Questi criteri
costituiscono uno strumento di informazione per le autorità competenti e per il proponente
anche se non sono un elemento decisivo per la selezione del progetto;
indicatori ambientali: si tratta di indicatori comprendenti una o più misure del rischio od
opportunità ambientale individuati come rilevanti ai fini dell’intervento considerato. A
ciascuna delle componenti selezionate per la costruzione dell’indicatore viene attribuita una
quota del punteggio complessivo, corrispondente al contributo dato dalla componente alla
desiderabilità ambientale dell’intervento in questione. L’approccio proposto può essere
adottato tanto per la riduzione/contenimento dei rischi ambientali, che per la promozione della
sostenibilità: basta aggiungere la definizione degli intervalli di variazione tramite cui si
assegnano i punti alle varie componenti;
meccanismi di premialità: possono essere utilizzati in aggiunta ai meccanismi di punteggio.
Questi meccanismi attribuiscono un maggior contributo finanziario a quei progetti che più si
avvicinano agli obiettivi di sviluppo sostenibile per la regione. Sarebbe possibile adottare una
soglia minima di cofinanziamento mediante fondi strutturali, e prevedere la possibilità di
aumentarla in base alla graduatoria del progetto rispetto ai criteri di sostenibilità;
valori soglia, o criteri filtro: sono criteri che incidono direttamente sull’ammissibilità del
progetto e possono venire utilizzati per interventi attuati in aree con caratteristiche particolari
di vulnerabilità e soggette a vincoli.
32
PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE SARDEGNA (2000-2006)
ASSE I
ASSE II
ASSE III
ASSE IV
ASSE V
ASSE VI
RISORSE NATURALI
RISORSE CULTURALI
RISORSE UMANE
SISTEMI LOCALI DI SVILUPPO
CITTÀ
RETI E NODI DI
ASSISTENZA TECNICA
MISURE
MISURE
MISURE
MISURE
MISURE
MISURE
1.1: CICLO INTEGRATO
DELL’ACQUA
1.2: CICLO INTEGRATO DELLE
ACQUE: SISTEMI IRRRUGUI DELLE
AREE AGRICOLE
2.1: ARCHEOLOGIA, PERCORSI
RELIGIOSI E MUSEALI, RECUPERO
DI CENTRI STORICI ABBANDONATI
A FINI CULTURALI E TURISTICI
3.1: ORGANIZZAZIONE DEI
4.1: RAFFORZAMENTO COMPETITIVO DEL TESSUTO IMPRENDITORIALE
5.1: POLITICHE PER LE AREE
SERVIZI PER L’IMPIEGO
LOCALE
URBANE
INDUSTRIALE
3.2:INSERIMENTO E
REINSERIMENTO NEL MERCATO
DEL LAVORO DI GIOVANI E ADULTI
NELLA LOGICA DELL’APPROCCIO
2.3: STRUTTURE E SERVIZI PER
3.3: INSERIMENTO E
REINSERIMENTO NEL MERCATO
DEL LAVORO DI UOMINI E DONNE
FUORI DAL MERCATO DEL LAVORO
2.2: ARCHEOLOGIA
1.3: DIFESA DEL SUOLO
1.4: GESTIONE INTEGRATA DEI
RIFIUTI, BONIFICA DEI SITI
INQUINATI E TUTELA
MISURE
ATTIVITÀ CULTURALI E DI
SPETTACOLO
REINSERIMENTO LAVORATIVO DEI
GRUPPI SVANTAGGIATI
2.4: FORMAZIONE PER LE
REGIONALE
ATTIVITÀ CULTURALI SVILUPPATE
NELL’ASSE
4.3: SOSTEGNO ALLA NASCITA E ALLO SVILUPPO DI NUOVE IMPRESE
4.4: SVILUPPO INTEGRATO D’AREA
1.6: ENERGIA
3.5: ADEGUAMENTO DEL
SISTEMA DELLA FORMAZIONE
PROFESSIOALE E
DELL’ISTRUZIONE
1.7: MONITORAGGIO
3.6: PREVENZIONE DELLA
5.2: LA QUALITÀ DELLA VITA
NELLE CITTÀ: MIGLIORAMENTO
DELL’OFFERTA DI SERVIZI
SOCIALI, ASSISTENZIALI
5.3: FORMAZIONE PER LE
MISURE DELL’ASSE
7.1: ASSISTENZA TECNICA
SARDEGNA - CONTINENTE
6.2: ACCESSIBILITÀ E GOVERNO
DELLA MOBILITÀ NEI MAGGIORI
CONTESTI URBANI
6.3: SOCIETÀ
DELL’INFORMAZIONE
4.5: POTENZIAMENTO E QUALIFICAZIONE DELL’INDUSTRA TURISTICA
DELLA SARDEGNA
3.4: INSERIMENTO E
1.5: RETE ECOLOGICA
4.2: INTERVENTI PER L’ATTRAZIONE DI IMPRESE ESTERNE
6.1: CORRIDOIO PLURIMODALE
6.4: FORMAZIONE PER LA
SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE
4.6: POTENZIAMENTO DELLE COMPETENZE PER LO SVILUPPO LOCALE
TURISTICA DELLA SARDEGNA
4.7: PROTEZIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE ACQUATICHE,
ACQUACOLTURA, ATTREZZATURE DEI PORTI DA PESCA, TRASFORMAZIONE,
COMMERCIALIZZAZIONE E PROMOZIONE DEI PRODOTTI DELLA PESCA
4.8: PESCA – ALTRE MISURE
1.8: FORMAZIONE PER LE
MISURE DELL’ASSE I
DISPERSIONE SCOLASTICA E
FORMATIVA
3.7: FORMAZIONE SUPERIORE E
UNIVERSITARIA
4.9: INVESTIMENTI NELLE AZIENDE AGRICOLE
4.10: MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI TRASFORMAZIONE E DI
COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLIINVESTIMENTI NELLE
AZIENDE AGRICOLE
4.11: COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI DI QUALITÀ
3.8: ISTRUZIONE E FORMAZIONE
PERMANENTE
4.12: DIVERSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ AGRICOLE E AFFINI
3.9: ADEGUAMENTO DELLE
COMPETENZE DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
4.13: SERVIZI ESSENZIALI PER L’ECONOMIA E LA POPOLAZIONE RURALE
4.14:
RINNOVAMENTO/MIGLIORAMENTO DEI VILLAGGI E PROTEZIONE E
TUTELA DEL PATRIMONIO RIRALE
3.10: SVILUPPO E
CONSOLIDAMENTO
DELL’IMPRENDITORIALITÀO DELLE
COMPETENZE DELLA P.A.
3.11: PROMOZIONE DELLA
4.15: INCENTIVAZIONE DI ATTIVITÀ TURISTICHE E ARTIGIANALI
4.16: TUTELA DELL’AMBIENTE IN RELAZIONE ALL’AGRICOLTURA,
SILVICOLTURA, CONSERVAZIONE RISORSE NATURALI E BENESSERE DEGLI
PARTECIPAZIONE FEMMINILE AL
MERCATO DEL LAVORO
4.17:
3.12: INFRASTRUTTURE PER
L’INCLUSIONE SCOLASTICA E PER I
CENTRI PER L’OCCUPAZIONE
3.13: RST NELLE IMPRESE E
RICOSTITUZIONE DEL POTENZIALE AGRICOLO DANNEGGIATO DA
DISASTRI NATURALI E INTRODUZIONE DI ADEGUATI SISTEMI DI
PREVENZIONE
4.18:
FORMAZIONE
4.19: RICOMPOSIZIONE FONDIARIA
TERRITORIO
4.20: SVILUPPO E MIGLIORAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE RURALI
CONNESSE ALLO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA
4.21: INSEDIAMENTO DEI GIOVANI AGRICOLTORI
ALLEGATO II
ALLEGATO III
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
SOGGETTI DI SUPPORTO INFORMATIVO
E TECNICO-SCIENTIFICO
• Enti strumentali della Regione
• Soggetti con compiti ad alta valenza
SOGGETTI CON RESPONSABILITÀ DIRETTE
NELLA GESTIONE DEL PROGRAMMA
ambientale
• ANPA/ARPA
• Università, Istituti ed Enti di ricerca
SOGGETTI DEL PARTENARIATO
•
Autorità di Gestione
•
Direttori Generali degli Assessorati
•
Responsabili di Asse e di Misura
•
Soprintendenze regionali
•
NVVIP
•
Steering Group
• Associazioni sindacali
•
Responsabili della Comunicazione
• ONG
•
Responsabile del Monitoraggio
•
Responsabile della Valutazione
• Società private
• Enti locali
• Imprese
• Consorzi industriali e di
AUTORITÀ
AMBIENTALE
SOGGETTI DEPUTATI ALL’ELABORAZIONE D
bonifica
• Associazioni di categoria
• Cittadini
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E
PROGRAMMAZIONE PROPEDEUTICI
ALL’ATTUAZIONE DELLE MISURE
34
ALLEGATO IV
AUTORITÀ AMBIENTALE
REGIONE SARDEGNA
1 Dirigente di Staff
con compiti attinenti
all’Autorità Ambientale
e allo Sviluppo
Sostenibile
AUTORITÀ AMBIENTALE
Direttore Generale
dell’Assessorato della Difesa
dell’Ambiente
COORDINAMENTO TASK FORCE
1 Esperto senior
SERVIZIO AFFARI GENERALI
SETTORE AUTORITÀ AMBIENTALE
1 Responsabile
TASK FORCE
GRUPPO
AUTORITÀ AMBIENTALE
7 Esperti junior
AREA
ECONOMICOGIURIDICA
1 Dottore in Economia e
Commercio
2 Dottori in Giurisprudenza
AREA
IMPIANTISTICOINFRASTRUTTURALE
TERRITORIALE
1 Ingegnere Ambiente e
Territorio
1 Ingegnere Civile Edile
AREA
NATURALISTICA
1 Dottore in
Scienze Naturali
GRUPPO
ARPA
8 Esperti junior
AREA
ANALITICA
1 Chimico
AREA
ANALITICA
1 Ingegnere Ambiente e
Territorio
1 Dottore in Scienze
Ambientali
1 Ingegnere Civile
Idraulico
1 Geologo
AREA
ECONOMICOGIURIDICA
2 Dottori in Scienze
Politiche
AREA
NATURALISTICA
1 Biologo
1 Dottore Forestale
ALLEGATO IV bis
AUTORITÀ AMBIENTALE
REGIONE SARDEGNA
AUTORITÀ AMBIENTALE
Dirigente del Servizio Sviluppo
Sostenibile, Autorità Ambientale e
Politiche Comunitarie
COORDINAMENTO TASK FORCE
1 Esperto senior
SETTORE AUTORITÀ AMBIENTALE
TASK FORCE
GRUPPO
AUTORITÀ AMBIENTALE
GRUPPO
ARPA
7 Esperti junior
8 Esperti junior
AREA
ECONOMICOGIURIDICA
AREA
IMPIANTISTICOINFRASTRUTTURALE
-TERRITORIALE
1 Dottore in Economia e
Commercio
2 Dottori in Giurisprudenza
1 Ingegnere Ambiente e
Territorio
1 Ingegnere Civile Edile
AREA
NATURALISTICA
1 Dottore in
Scienze Naturali
AREA
ANALITICA
1 Chimico
AREA
ANALITICA
1 Ingegnere Ambiente e
Territorio
1 Dottore in Scienze
Ambientali
1 Ingegnere Civile
Idraulico
1 Geologo
AREA
ECONOMICOGIURIDICA
2 Dottori in Scienze
Politiche
AREA
NATURALISTICA
1 Biologo
1 Dottore Forestale
ALLEGATO V
Dotazione informatica fornita dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
alla task force operante presso l’Autorità Ambientale della Regione Sardegna
Hardware
n. 6
PC di tipo “standard”
n. 2
PC di tipo “cartografico”
n. 8
stampanti
n. 1
scanner
Seguono le schede descrittive per ciascuna tipologia di hardware con l’indicazione delle caratteristiche tecniche
minime assicurate.
Software
Per ciascun PC:
-
Windows 2000 pro
-
Office XP pro
-
Antivirus
-
Winzip
Dotazione informatica fornita dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
alla task force a supporto dell’ARPA Sardegna operante temporaneamente presso
l’Autorità Ambientale della Regione Sardegna
Hardware
n. 7
PC di tipo “standard”
n. 1
PC di tipo “cartografico”
n. 8
stampanti
n. 1
scanner
Seguono le schede descrittive per ciascuna tipologia di hardware con l’indicazione delle caratteristiche tecniche
minime assicurate.
Software
Per ciascun PC:
-
Windows 2000 pro
-
Office XP pro
-
Antivirus
-
Winzip
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
PERSONAL COMPUTER TIPO STANDARD
Scheda madre:
CPU
Chipset
RAM cache L2 installata minima (Kbyte)
Dim PC133 installata/installabile(Mbyte)/numero socket
Bios
Supporto "plug and play" aggiornabile
Protezione doppia password
Bios flash EPROM
Boot ROM su flash EPROM
Cabinet
Tipo
Alimentazione : potenza minima a 220 V - 50 Hz
Disponibilità minima di bays liberi per dischi da 5,1/4"
Dispositivi di input:
Tastiera inclinabile e separata dal cabinet (cavo di collegamento >2 m)
Tasto e/o sw per stampa simbolo EURO
Mouse (3 tasti)
Tappetino per mouse e copritastiera
Disco fisso (HD) :
Numero di dischi
Capacità minima (Gbytes)/tempo accesso massimo (ms)
Interfaccia
Funzione di monitoraggio guasti automatica (SMART II)
Unità floppy
Dimensioni
Lettura/scrittura dischetti
Scheda video:
Acceleratore grafico
Memoria video presente/tipo
Risoluzione / n° colori 2D
Requisiti minimi
Asus K7V ATX
AMD 1,2 GHz
VIA KT133
512
256/1024/3
richiesto
richiesto
richiesto
richiesto
midi o minitower / ATX
300 W
2
italiana 105 tasti - PS/2
richiesto
USB
richiesti
1
30GB/12ms
UDMA 100
richiesta
3 ,5"
1,44 MB
VGA ASUS GEFORCE MX 32MB SDR
DUAL HEAD
Geforce2 MX
32 MB
2048 x 1536 PIXEL
Monitor
Dimensioni
Risoluzione massima non inferiore a
Dot pitch massimo
Frequenza verticale minima di refresh
Certificazione MPR II e/o TCO99per emissione radiazioni
Controlli digitali frontali
Separato dal cabinet, supporto orientabile oriz./vert., connettore 15 pin
Masterizzatore scheda audio
Tipo
Interfaccia
Tecnologia di scrittura
Buffer
Scheda audio
Chipset
Microfono con cuffie
Casse acustiche (senza alimentatore dedicato) 5W e SW interfaccia
Lettore DVD
Tipo
Interfaccia
Modem
Tipo
Velocità di trasferimento dati
Protocollo
Schede di rete:
Tipo
Velocità di trasferimento dati/connettore di rete
Funzione di accesso in stand-by (Wake on LAN)
Completo di cavo di connessione RJ 45
17" flat screen
1024x768 a 65K colori non interall.
0,28
75 Hz a 1024x768
richiesta
richiesti
richiesti
WAITEC 16X10X40 EIDE BULK
EIDE
burn proof
2 MB
Creative SoundBlaster PCI 128
Creative 5507
richiesti
richiesti
CREATIVE 12X40X EIDE RET.
IDE/ATAPI
MODEM DIGICOM WINMODEM
INTERNO PCI V90
56 Kbps
V90
Fast Ethernet/PCI
10/100 base T/RJ45
richiesta
lunghezza > 4 m.
38
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
altro
CD/manuali/dischi ripristino
PERSONAL COMPUTER TIPO CARTOGRAFICO
Scheda madre:
CPU
Chipset
RAM cache L2 installata minima (Kbyte)
Dim PC133 installata/installabile(Mbyte)/numero socket
Bios
Supporto "plug and play" aggiornabile
Protezione doppia password
Bios flash EPROM
Boot ROM su flash EPROM
Cabinet
Tipo
Alimentazione : potenza minima a 220 V - 50 Hz
Disponibilità minima di bays liberi per dischi da 5,1/4"
Dispositivi di input:
Tastiera inclinabile e separata dal cabinet (cavo di collegamento >2 m)
Tasto e/o sw per stampa simbolo EURO
Mouse (3 tasti)
Tappetino per mouse e copritastiera
Disco fisso (HD) :
Numero di dischi
Capacità minima (Gbytes)/tempo accesso massimo (ms)
Interfaccia
Funzione di monitoraggio guasti automatica (SMART II)
Unità floppy
Dimensioni
Lettura/scrittura dischetti
Scheda video:
Acceleratore grafico
Memoria video presente/tipo
Risoluzione / n° colori 2D
Monitor
Dimensioni
Risoluzione massima non inferiore a
Dot pitch massimo
Frequenza verticale minima di refresh
Certificazione MPR II e/o TCO99per emissione radiazioni
Controlli digitali frontali
Separato dal cabinet, supporto orientabile oriz./vert., connettore 15 pin
Masterizzatore scheda audio
Tipo
Interfaccia
Tecnologia di scrittura
Buffer
Scheda audio
Chipset
Microfono con cuffie
Casse acustiche (senza alimentatore dedicato) 5W e SW interfaccia
Lettore DVD
Tipo
Interfaccia
Modem
Tipo
Velocità di trasferimento dati
Protocollo
Schede di rete:
Tipo
Velocità di trasferimento dati/connettore di rete
opzionale
completi ( in italiano ove esistente)
Requisiti minimi
Asus K7V ATX
AMD 1,2 GHz
VIA KT133
512
512/1024/3
richiesto
richiesto
richiesto
richiesto
midi o minitower / ATX
300 W
2
italiana 105 tasti - PS/2
richiesto
USB
richiesti
2
46 GB/12ms
UDMA 100
richiesta
3 ,5"
1,44 MB
VGA ASUS GEFORCE MX 32MB SDR
DUAL HEAD
Geforce2 MX
32 MB
2048 x 1536 PIXEL
17" flat screen
1024x768 a 65K colori non interall.
0,28
75 Hz a 1024x768
richiesta
richiesti
richiesti
WAITEC 16X10X40 EIDE BULK
EIDE
burn proof
2 MB
Creative SoundBlaster PCI 128
Creative 5507
richiesti
richiesti
CREATIVE 12X40X EIDE RET.
IDE/ATAPI
MODEM DIGICOM WINMODEM
INTERNO PCI V90
56 Kbps
V90
Fast Ethernet/PCI
10/100 base T/RJ45
39
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
Funzione di accesso in stand-by (Wake on LAN)
Completo di cavo di connessione RJ 45
altro
CD/manuali/dischi ripristino
richiesta
lunghezza > 4 m.
opzionale
completi ( in italiano ove esistente)
Requisiti minimi
CARATTERISTICHE TECNICHE STAMPANTI
Tipo di stampa
Laser
Memoria / buffer Mbyte standard e massima
8 / 72
Linguaggi
PCL 6 / PCL 5e / Postsript 2
Risoluzione massima reale (dpi)
Formato carta
Velocità di stampa dichiarata (Pagine/minuti)
1.200
Letter / Legal / Executive / A4 / DL
envelopes / CL envelopes / C5 envelopes /
B5 envelopes/ 3x5 postcard
14
Capacità alimentatore carta (pagine)
250
Capacità vassoio uscita carta
125
Font bitmap o true type
Carico mensile massimo
75 scalabili (PostScipt Level 2 and PCL) /
2 bitmap (PCL) / 80 symbol sets (PCL) /
Font Vision Font Manager per Windows
10.000
Capacità toner (espresso in pagine con copertura 5%)
2.500
Condizioni di garanzia: durata in anni
1
Assistenza on line
Si
Cavo parallelo / USB
Si
CARATTERISTICHE TECNICHE SCANNER
Tipo
Risoluzione ottica minima
Risoluzione hardware minima
Requisiti minimi
Piano / A4
600 dpi
600 x 1200 dpi
Profondità colore
32 bit
Interfaccia
USB
Software
Sw di scansione e OCR
Condizioni di garanzia: durata in anni
1
Assistenza on line
Si
Cavo USB
Si
40
ALLEGATO VI
Tabella riassuntiva delle dotazioni strumentali da acquisire
Descrizione e quantità
Comunicazioni
n. 3 linee telefoniche riservate
n. 3 fax con segreteria con linea telefonica
dedicata
Suddivisione
1 esperto senior
1 gruppo AA
1 gruppo ARPA
1 esperto senior
1 gruppo AA
1 gruppo ARPA
connessione internet su tutti i computer
Hardware
5 stampanti inkjet a colori formato A4
2 stampanti inkjet a colori formato A2 a
modulo continuo
2 plotter inkjet a colori formato A0
6 computer portatili
2 webcam
2 scanner formato A3
Costo (€)
650
1 esperto senior
2 gruppo AA
2 gruppo ARPA
1 gruppo AA
1 gruppo ARPA
1 gruppo AA
1 gruppo ARPA
1300
16000
3 mouse ottici
sulle
stazioni
750
1000
raccolta dati sul campo
per videoconferenze
per digitalizzazione di cartografia
in formato cartaceo
da utilizzare sulle stazioni
grafiche
Software
Software di grafica vettoriale
Licenza multiutente
CorelDraw 8.0 o superiore
Software di fotoritocco per grafica raster
Licenza multiutente
Software CAD
Licenza multiutente
Software GIS
Licenza multiutente
Adobe PhotoShop 5.0 o
superiore o Corel PhotoPaint
AutoCAD 2000
Microstation SE
ArcView 8.1
Software per l’elaborazione di cronogrammi
2 licenze
Microsoft Project
Software per la realizzazione di pagine Web
4 licenze
Microsoft Frontpage
***
***
1200
da utilizzare
grafiche
1 gruppo AA
1 gruppo ARPA
2 gruppo AA
4 gruppo ARPA
1 gruppo AA
1 gruppo ARPA
1 gruppo AA
1 gruppo ARPA
Priorità1
***
gestione delle e-mail tramite
client di posta elettronica2
3 gruppi di continuità
2 macchine fotografiche digitali
Motivazione e indicazioni
11000
200
1200
170
1800
**
*
*
*
*
*
*
*
*
**
**
*
*
**
**
La priorità indica l’urgenza con cui le risorse relative devono essere acquisite:
*
necessario per la piena operatività della task-force a regime;
**
necessario per la piena operatività della task-force nella fase iniziale;
***
assolutamente prioritario per una piena operatività della task-force.
2 La gestione della posta elettronica è possibile attualmente solo tramite il browser e non è possibile tra l’altro l’archiviazione
dei messaggi di posta ricevuti ed inviati. Questa richiesta è fatta in prospettiva dell’utilizzo dell’indirizzo di posta elettronica
dedicato personale ([email protected]), già attivato da parte del Ministero dell’Ambiente per l’unità centrale e di
prossima attivazione per le unità regionali, attualmente non gestibile con le risorse disponibili.
1
PIANO OPERATIVO DI COOPERAZIONE SISTEMATICA TRA L’AUTORITA’ AMBIENTALE E
L’AUTORITA’ DI GESTIONE (POR SARDEGNA 2000/2006)
42