Facoltà di Scienze MMFFNN Corso di Laurea Triennale in Chimica
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Facoltà di Scienze MMFFNN Corso di Laurea Triennale in Chimica
Facoltà di Scienze M.M. F.F. N.N. Corso di Laurea Triennale in Chimica Industriale CORSO DI LABORATORIO DI TECNOLOGIE ANALITICHE STRUMENTALI Maria Antonietta Baldo & Ligia Maria Moretto TECNICHE SPETTROSCOPICHE: Spettrofotometria UV-Vis Assorbimento atomico (AA) pag. 3 15 TECNICHE CROMATOGRAFICHE: Cromatografia gas-liquido (GC) Cromatografia liquido-liquido (HPLC) 25 34 TECNICHE ELETTROCHIMICHE: Potenziometria (P) Voltammetria Ciclica (CV) Voltammetria differenziale ad impulsi (DPV) Istruzioni report e relazione 45 50 54 59 APPENDICI: 1. Pulizia della vetreria 2. Reagenti chimici: abcd- 61 62 grado di purezza e classificazione regole di base per maneggiare reagenti e soluzioni analisi di rischio e sicurezza classificazione e smaltimento di rifiuti tossico nocivi Anno Accademico 2006/2007 1 TECNICHE SPETTROSCOPICHE SPETTROFOTOMETRIA UV-VIS ASSORBIMENTO ATOMICO 2 -SPETTROFOTOMETRIA UV-VIS DETERMINAZIONE DELL'AZOTO NITROSO ( N-NO2) NELLE ACQUE Metodo spettrofotometrico con il reattivo di Griess SCOPO Lo scopo dell’esperienza è la determinazione quantitativa dell’azoto nitroso contenuto in un campione d’acqua mediante spettrofotometria di assorbimento UV-Vis. Il metodo spettrofotometrico impiegato si basa sull’uso del reattivo di Griess e sulla quantificazione mediante retta di taratura. 1 Tale analisi è utile per evidenziare il grado di inquinamento da nitriti in un’acqua. I nitriti rappresentano uno stadio intermedio nel ciclo dell’azoto. In genere vengono prodotti durante l’ossidazione dell’ammoniaca proveniente da processi di degradazione di sostanze proteiche; più raramente possono derivare dalla riduzione di nitrati. Inoltre i nitriti possono essere presenti in prossimità di scarichi di industrie in cui sono utilizzati come agenti anti-corrosione. La legislazione attuale prevede per questi composti una concentrazione inferiore a 1 mg/L, oltre la quale l’azoto non e’ più considerato alimento essenziale per la vita biologica, ma inquinante. PRINCIPI L'acido nitroso viene fatto reagire con solfanilammide e il diazocomposto che si forma viene a sua volta fatto reagire con N-(1-naftil)-etilendiammina. L'azocomposto che si ottiene è rosso e manifesta un massimo di assorbimento a 540 nm. + N NH2 N + 2H+ + NO2- SO2NH2 + N + 2 H2O SO2NH2 N N N + SO2NH2 1 SO2NH2 + H+ NHCH2CH2NH2 NHCH2CH2NH2 - APAT, “Metodi Analitici per le Acque”, Manuali e Linee Guida, 29/2003 3 Il metodo descritto può essere applicato ad acque dolci o salate, oltre che ad acque di scarico, previa diluizione. Le analisi quantitative possono essere eseguite con concentrazioni comprese nell’intervallo 0,001-0,2 mg/L: questa limitazione e’ dettata dalla legge di Lambert-Beer che, com’è noto, e’ valida solo per soluzioni diluite in cui valga la proporzionalità diretta tra assorbanza e concentrazione. Il metodo e’ piuttosto robusto, non essendo influenzato ne’ da salinità, ne’ da moderate variazioni di temperatura; tuttavia esistono alcune sostanze che possono interferire con l’analisi, tra cui: • sostanze azotate che competono con i nitriti nella reazione con il reattivo di Griess (urea, ammine organiche, tricloruro d’azoto); • rame (II) (per C>0.5 mg/L) e ione ioduro (per C>0.1 mg/L) che potrebbero deteriorare i composti costituenti il reattivo cromogeno o il sale di diazonio finale; • forti ossidanti o riducenti • ioni di metalli di transizione poco solubili che potrebbero dare torbidità; eccessiva alcalinità dell’acqua (>370 mg/L, come HCO3-, che impedisca il raggiungimento del pH 2.; in questo caso si deve neutralizzare prima della prova. APPARECCHIATURA spettrofotometro doppio raggio Perkin Elmer, interfacciato con software Lambda 20. Computer e stampante cuvette da 1 cm matracci tarati da 10, 25 e 50 ml; pipette graduate e tarate da 1- 10 ml, micropipette tarate METODO UTILIZZATO CON LO SPETTROFOTOMETRO : Metodo SCAN ORDINATE MODE WAV .MAX WAV. MIN SPEED SMOOTH LAMP BACK CORR CYCLES ORD. MAX ORD.MIN THRESHOLD ABS 700 nm 400 nm 120 nm/min 2 nm VIS YES 1 1.000 ABS 0.000 ABS 0.001 ABS REAGENTI 4 Tutte le soluzioni devono (!) essere preparate con acqua Milli-Q. soluzione standard concentrata di N-NO2 (50 mg/L) Pesare accuratamente 0.0125 g di NaNO2 anidro seccato a 110 °C per 1 ora in stufa. Sciogliere e portare a volume in matraccio tarato da 50 mL con acqua milli-Q. Calcolare la concentrazione in base alla seguente relazione: N-NO2 (mg/L) = mgpesati 14.008 / V(L) 68.999 soluzione standard diluita di N-NO2 (0.5 mg/L) Al momento dell'uso, diluire 1:100 la soluzione precedente, in matraccio da 100 mL, con acqua milli-Q. Calcolare la concentrazione esatta. reattivo cromogeno (eseguire le operazioni indossando guanti protettivi) Aggiungere 5 mL di H3P04 concentrato a 30 mL di acqua Milli-Q ( misurato con un cilindro graduato. Agitare e sciogliere 0.5 g di solfanilammide, aggiungere 0.025 g di N-(1naftil)etilendiammina. Portare a volume in matraccio tarato da 50 mL con acqua Milli-Q. PROCEDIMENTO Bianco reagenti Versare in un matraccio da 50 mL, 15-20 mL di acqua Milli-Q e 2.5 mL di reattivo cromogeno. Portare a volume con acqua Milli-Q. La soluzione non deve essere colorata di rosa (un’eventuale colorazione rosa indica infatti la presenza di nitriti nel bianco). Azzerare il valore di assorbanza (back current) eseguendo una scansione, contro acqua milliQ, da 700 a 400 nm. Retta di taratura Preparare una serie di soluzioni standard in matracci tarati da 50 mL, prelevando volumi di soluzione standard diluita di N-NO2 (0.5 mg/L) compresi fra 1 e 20 mL. Aggiungere 2.5 mL di reattivo cromogeno, e portare a volume con acqua milli-Q. Calcolare la concentrazione di ciascuna soluzione in mg/L N-NO2 (mg/L) = Cst dil mL prel 50 Dopo 15 minuti, registrare uno spettro tra 700 e 400 nm, utilizzando il campione più concentrato preparato per la retta di taratura, per verificare la posizione del massimo di assorbimento (circa 540 nm). In corrispondenza di tale lunghezza d’onda, misurare l'assorbanza delle soluzioni standard. Eseguire almeno 3 misure di assorbanza ripetute per ogni singolo standard. Costruire la retta di taratura ponendo in ascissa la concentrazione degli standard e in ordinata la media delle assorbanze lette. Eseguire la regressione lineare e calcolare la banda di regressione. 5 NB: le soluzioni sia di bianco reagenti, che per la retta di taratura, possono essere anche preparate in matracci da 25 mL , tenendo ovviamente conto delle diluizioni opportune. Campione Trasferire quantitativamente il campione d’acqua incognito in un matraccio tarato da 50 mL, lavando il recipiente originario 3-4 volte con 5 – 10 mL di acqua milli-Q. Aggiungere 2.5 mL di reattivo cromogeno, e portare esattamente a volume con acqua milli-Q. Agitare e leggere l'assorbanza (A,) nelle stesse condizioni previste per gli standards. Ripetere la misura almeno 5 volte. Calcolare il valore medio e la deviazione standard. ELABORAZIONE DEI DATI Impiegare il valore medio dell'assorbanza del campione per ricavare la sua concentrazione (C) mediante la retta di taratura. Riportare i limiti di fiducia del valore calcolato, con un livello di confidenza non inferiore al 95%. 6 -SPETTROFOTOMETRIA UV-VIS DETERMINAZIONE DELL'AZOTO NITROSO ( N-NO2) NELLE ACQUE GRUPPO:______ Data __________________ Nome: ____________________________ ____________________________ _____________________________ _____________________________ ____________________________________________________________________________ Obiettivo dell’esperimento: Risultati: 1. Registrazione dello spettro di assorbimento di una soluzione standard di N-NO2 + reattivo di Griess Soluzione standard N-NO2 :_____ mg L-1 ; -Presentare lo spettro di assorbimento registrato per l’azocomposto formato (Allegato #1). Lunghezza d’onda di massimo assorbimento: λmax = ___________ Discussione: 2. Costruzione della retta di taratura -Calcolare i valori di concentrazione della serie di soluzioni standard di nitrito preparate per la retta di taratura. -Riportare in tabella i dati sperimentali di assorbanza delle soluzioni standard di nitrito alla λmax misurata per l’azocomposto, la media e la deviazione standard delle letture. Soluzione N-NO2 (mg/L) A media Assorbanza, λmax =____ 1 2 Dev. Stand. 3 -Presentare il grafico ottenuto per la retta di taratura ABS/ CN-NO2(mg/L) (allegato#2) 7 Equazione della retta:__________________________ coefficiente di correlazione________ Discussione: 3. Determinazione quantitativa dell’ N-NO2 nel campione d’acqua incognito -Riportare in tabella i dati sperimentali di assorbanza ottenuti nelle misure ripetute (almeno 5) nel campione alla λmax scelta, la media e la deviazione standard delle letture Campione n°______ N° misure Assorbanza media: Dev. Stand. Assorbanza, λmax =____ _____________________ _____________________ - Determinare la concentrazione di N-NO2 nel campione incognito impiegando il valore medio dell'assorbanza ottenuto, e utilizzando la retta di taratura presentata nel punto 2. - Riportare i limiti di fiducia del valore calcolato, con un livello di confidenza non inferiore al 95%. Concentrazione N-NO2 : ____________________mg L-1 DISCUSSIONE E CONCLUSIONE: 8 -SPETTROFOTOMETRIA UV-VIS DETERMINAZIONE CONTEMPORANEA DI CROMO E MANGANESE IN UNA SOLUZIONE ACQUOSA Metodo dell'additività delle assorbanze SCOPO Determinare la concentrazione di due specie chimiche, presenti in una stessa soluzione, che manifestano un assorbimento nella regione UV/visibile, ma che non interagiscono fra loro e non presentano spettri di assorbimento eccessivamente sovrapposti. In queste condizioni, è possibile applicare il metodo dell’additività delle assorbanze. PRINCIPI Lo spettro di assorbimento di una miscela corrisponde alla somma degli spettri dei singoli componenti solo nel caso in cui essi non interagiscano fra loro. Nel caso di una soluzione 2contenente gli ioni MnO4 e Cr2O7 , che non presentano spettri eccessivamente sovrapposti, basta fissare due λ corrispondenti ai massimi caratteristici di ciascuno ione e impostare il seguente sistema: A440 = ε440 b C + ε'440 b C' A525 = ε525 b C + ε'525 b C' dove A440 e A525 sono i valori di assorbanza della soluzione a 440 nm (massimo di assorbimento del bicromato) e 525 nm (massimo di assorbimento del permanganato), ε440 e ε525 i coefficienti di assorbivita’ molare del permanganato a 440 e 525 nm e ε'440 e ε'525 i coefficienti di assorbività molare del bicromato a 440 e 525 nm, b lo spessore della cuvetta e C e C', rispettivamente la - 2- concentrazione di MnO4 e Cr2O7 . Metodologia - Inizialmente, si registrano gli spettri di assorbimento di soluzioni di permangato e bicromato in modo da individuare sperimentalmente i massimi di assorbimento di tali sostanze. - Si determinano i coefficienti di assorbività molare del permanganato e del bicromato usando soluzioni standard. - Successivamente, sulla base dei valori di assorbanza registrati sulla miscela in esame, si determinano le concentrazioni di cromo e manganese nel campione incognito. APPARECCHIATURA spettrofotometro doppio raggio Perkin Elmer, interfacciato con software Lambda 20. cuvette da 1 cm e matracci tarati da 10- 100 ml. pipette tarate da 1-50 ml; micropipette da 20-200 µL e 100-1000 µL METODO UTILIZZATO CON LO SPETTROFOTOMETRO : Metodo SCAN 9 ORDINATE MODE WAV .MAX WAV. MIN SPEED SMOOTH LAMP BACK CORR CYCLES ORD. MAX ORD.MIN THRESHOLD ABS 700 nm 400 nm 120 nm/min 2 nm VIS YES 1 1.000 ABS 0.000 ABS 0.001 ABS REAGENTI soluzione standard concentrata di K2Cr2O7 PM: 294.19 (1000 mg/L in Cr, PA: 52.00) Preparare, in matraccio tarato, 100 mL di soluzione concentrata di K2Cr2O7 (contenente 1000 mg/L in Cr), sciogliendo 0.2828 g di K2Cr2O7, essiccato in stufa a 150 °C per 2 ore, in 0.1 L H2SO4 2 N. soluzione standard concentrata di KMnO4, PM: 158.04 (100 mg/L come Mn , PA: 54.94) Preparare, in matraccio tarato, 100 mL di soluzione concentrata di KMnO4 (contenente 100 mg/L in Mn), sciogliendo 0.0288 g di KMnO4 in 0.1 L H2SO4 2 N. H2SO4 2 N Diluire 55.2 mL di H2SO4 al 96% a 1.0 L con acqua distillata. (sotto cappa: fare molta attenzione!! È una reazione fortemente esotermica!! usare i guanti e attenzione agli occhi!) N:B: per evitare schizzi, si trasferisce cautamente l’acido concentrato nel matraccio contenente già una quantità opportuna di acqua (almeno metà matraccio). Si lascia raffreddare e poi si porta a volume. Per misurare il volume di H2SO4 conc., utilizzare un cilindro da 100 mL PROCEDIMENTO a- Bianco reagenti Il bianco reagenti è costituito da H2SO4 2 N. Azzerare il valore di assorbanza del bianco (back current) facendo una scansione da 400 a 700 nm contro acqua distillata. b- Registrazione degli spettri di assorbimento delle soluzioni di KMnO4 e K2Cr2O7 Registrare lo spettro di assorbimento nell’intervallo di lunghezza d’onda compreso tra 400 – 700 nm sulle soluzioni standard delle due sostanze considerate, alle seguenti concentrazioni: KMnO4 :20 mg/L (come Mn); K2Cr2O7: 200 mg/L (come Cr) - eseguire le diluizioni opportune in matracci da 10 oppure 25 mL, partendo dalle soluzioni concentrate preparate in precedenza, e portando a volume con H2SO4 2 N. Individuare i massimi di assorbimento e verificare il grado di sovrapposizione degli spettri. 10 Registrare infine lo spettro di una soluzione contenente sia KMnO4 che K2Cr2O7, e confrontare con gli spettri ottenuti nelle sostanze considerate singolarmente. c- Determinazione dei coefficienti di assorbività molare ε Preparare una serie di soluzioni standard di bicromato con concentrazioni comprese tra 20 e 500 mg/L (come Cr), in matracci tarati da 25 mL (o 50 mL). Tali soluzioni vanno preparate mediante diluizioni opportune della soluzione standard concentrata di K2Cr2O7 (1000 mg/L in Cr) preparata in precedenza, e portando a volume con H2SO4 2 N. Misurare l'assorbanza di ogni soluzione contro un bianco costituito da H2SO4 2 N, ai due valori di λ corrispondenti ai massimi di assorbimento registrati sperimentalmente per il bicromato e il permangato (circa 440 nm e 525 nm). La misura di assorbanza per ogni soluzione va ripetuta almeno 3 volte. Calcolare ε'440 per tutte le soluzioni standard di bicromato preparate, tenendo presente che, poiché b = 1 cm: ε = A/C In teoria, tutte le soluzioni standard dovrebbero fornire lo stesso valore di ε. In pratica si otterranno valori leggermente diversi. Calcolare la media dei valori, scartando gli eventuali dati aberranti (o “outliers”, effettuare eventuale test Q). Procedere nello stesso modo per determinare ε'525. Per determinare i coefficienti di assorbività del permanganato a 440 e 525 nm si procede nello stesso modo, preparando una serie di soluzioni di permanganato con concentrazioni comprese tra 2 e 50 mg/L (come Mn). Tali soluzioni vanno preparate per diluizione della soluzione standard concentrata di KMnO4 (100 mg/L come Mn) in matracci da 25 o 50 mL, e portando a volume con H2SO4 2 N. Riportare i dati sperimentali così ottenuti in tabelle del tipo (vedi anche scheda finale): Tabella:______ Soluzione C (mg/L) A440 A525 ε440 ε525 K2Cr2O7 KMnO4 d- Determinazione delle concentrazioni di Cr e Mn nella miscela incognita Trasferire quantitativamente il campione incognito in un matraccio tarato di 50 mL, lavando il recipiente originario 3-4 volte con 5 – 10 mL di H2SO4 2N. Portare esattamente a volume con H2SO4. Agitare con cura e leggere l'assorbanza a 440 e 525 nm della miscela incognita (che 11 deve essere acida per H2SO4) incognita nelle stesse condizioni previste per gli standards Ripetere più volte (almeno 5) la lettura dell’assorbanza, utilizzando ogni volta soluzione fresca prelevata dal matraccio. Calcolare il valore medio delle letture di assorbanza e la relativa deviazione standard. ELABORAZIONE DEI DATI Le concentrazioni di Cr e Mn nel campione si ricavano sviluppando il seguente sistema: C' = C= A440 − ε 440C ' ε 440 ' ' A525ε 440 − A440ε 525 ' ' ε 525ε 440 − ε 525 ε 440 Per ricavare le concentrazioni C’ e C di Cr e Mn, impiegare i valori medi delle letture di assorbanza del campione e dei coefficienti di assorbività molare alle due diverse lunghezze d’onda. Esprimere il risultato in mg L-1 di Cr e Mn. NB: Se i valori dei coefficienti di assorbività sono stati calcolati esprimendo le concentrazioni di MnO4- e Cr2O72- rispettivamente come mg/L di Mn e mg/L di Cr, anche il risultato che si ottiene è espresso in mg/L di Cr e Mn. Nella scheda del report, riportare i dati ottenuti e l’intervallo di confidenza sui valori di concentrazione calcolati, con un livello di confidenza non inferiore al 95%. 12 Spettrofotometria uv-vis DETERMINAZIONE CONTEMPORANEA DI CROMO E MANGANESE IN UNA SOLUZIONE ACQUOSA GRUPPO:______ Data __________________ Nome: ____________________________ ____________________________ _____________________________ _____________________________ __________________________________________________________________________ Obiettivo dell’esperimento: Risultati: 1. Registrazione degli spettri di assorbimento delle soluzioni di KMnO4 e K2Cr2O7 - Presentare gli spettri di assorbimento delle soluzioni di KMnO4, C=_____ , K2Cr2O7, C=______ , e KMnO4 + K2Cr2O7 (Allegati #1, #2 e #3 ). Determinazione massimi di assorbimento: Soluzione _____ mg L-1 in Mn λmax = ___________ Soluzione _____ mg L-1 in Cr λmax = ___________ Discussione: (forma e grado di sovrapposizione degli spettri di assorbimento registrati) 2. Determinazione dei coefficienti di assorbività molare ε -Riportare in tabelle i dati sperimentali ottenuti: Soluzione Cr (mg/L) ACr,440 1 2 ε’440 ACr,525 3 1 2 3 1 2 ε’525 3 1 2 3 13 Soluzione Mn (mg/L) AMn,440 1 2 ’ AMn,525 3 1 2 ’ ε 525 ε 440 3 1 2 3 1 2 3 Calcolare i valori medi, e le deviazioni standard relative, di ε’440, ε’525, ε440, ε525 Discussione: 3. Determinazione delle concentrazioni di Cr e Mn nella miscela incognita -Riportare in tabella i dati sperimentali di assorbanza ottenuti nelle misure ripetute nel campione alle due lunghezze d’onda, il valore medio delle letture di assorbanza e le relative deviazioni standard. N° misure Assorbanza, λmax =____ Assorbanza media: _____________________ Assorbanza, λmax =____ _________________ Dev. Stand. _____________________ _________________ -Calcolare, impiegando il sistema di due equazioni riportato nella dispensa, le concentrazioni di Cr e Mn, espresse in mg/L, le deviazioni standard e i limiti di fiducia dei valori di concentrazione calcolati (con un livello di confidenza non inferiore al 95%). Concentrazione Cr: ____________ ± ________ mg L-1 Concentrazione Mn: ____________ ± ________ mg L-1 Discussione e conclusioni: 14 AAS – SPETTROFOTOMETRIA DI ASSORBIMENTO ATOMICO Ottimizzazione e messa a punto dello spettrofotometro per assorbimento atomico in fiamma, FAAS Lo spettrofotometro per AA è costituito da parti mobili e intercambiabili; è perciò necessario, prima di procedere alle analisi, che tutte le componenti mobili vengano perfettamente posizionate e allineate. Questa procedura sarà eseguita usando la lampada di Cu. PROCEDURA 1. A fiamma spenta si devono effettuare le seguenti operazioni: 1.1. Selezione della lunghezza d'onda di lavoro e della fenditura. In base alla metodica, considerando l’elemento ad analizzare, si impostano i valori di λ e della fenditura. Per il caso della lampada di Cu si usa: lunghezza d’onda = 324.8 nm; fenditura = 0.7; altezza: high. 1.2. Allineamento ottico della lampada. Dopo aver collocato la lampada nel suo alloggiamento e averla accesa, si imposta la corrente suggerita per quel tipo di lampada, e successivamente la si orienta lungo tre direzioni fra loro perpendicolari in modo che il raggio colpisca il rivelatore con la massima intensità. Usare le due manopole di allineamento della lampada. (Strumento Perkin Elmer- parameters entry: inserire la corrente di operazione della lampada (vedere le indicazioni scritte sulla scatola della lampada; per Cu è 15 mA); integration time: 0.3 s; energy: allineare fino al valore (CTS) massimo, sia girando la lampada che ruotando le due manopole nere superiori, che regolano l’aggiustamento fine; quando la lettura CTS va fuori scala, si cambia scala con il tasto “gain”). 1.3. Posizionamento orizzontale e trasversale della testata. Si sposta la testata con le apposite manopole (o comandi) in modo da ottenere la massima assorbanza ( inserire la lettura in continuo). Questo va fatto aiutandosi con un cartoncino bianco posto davanti alla lampada sopra la testata del bruciatore. Una volta allineata la testata, azzerare la lettura. 1.4. Posizionamento verticale della testata. Impostando con il tasto opportuno la misura dell'assorbanza in modo “cont”, si azzera la misura con il tasto A/Z e si alza la testata fino a intercettare il raggio (cioè fino a quando si osserva un aumento dell'assorbanza; è sufficiente una lettura di assorbanza di 0.003), la si riporta ad una lettura zero e poi la si abbassa di un quarto di giro della manopola. 2. Accensione e spegnimento della fiamma 2.1. Accensione: aprire le valvole del gas (PRESSIONE: acetilene: 0.9 bar e aria: 4.7 bar); passare la manopola dell'ossidante alla posizione AIR; aggiustare il flusso di ossidante (4) e poi quella del comburente (2); premere il pulsante rosso IGNITE. Se entro 15 secondi dell'apertura del gas non si accende la fiamma, la luce rossa si accende e si blocca 15 l'erogazione dei gas; in tale caso, ritornare la manopola dell'ossidante alla posizione OFF e poi ripetere l'operazione. ATTENZIONE: Prima di accendere la fiamma, controllare tutti i dispositivi di sicurezza, come indicato nel manuale dello strumento. 2.2. Spegnimento: chiudere la valvola del combustibile; chiudere la valvola dell'ossidante; portare la manopola dell'ossidante alla posizione OFF. Alla fine della giornata di lavoro, chiudere le bombole di gas, ricordando di sfiatare la linea. 3. A fiamma accesa, si procede alle seguenti regolazioni: 3.1. Azzeramento: Aspirare il bianco (in questo caso acqua milliQ), aspettare che si stabilizzi il segnale e azzerare. Successivamente, usando una soluzione standard (di solito si usa una soluzione di Cu con una concentrazione di 5 mg/L) che dia una assorbanza di 0.2 – 0.4, eseguire: 3.2. Regolazione della velocità di iniezione. si regola l'iniettore in modo che da esso fuoriescano bollicine di aria, poi si aumenta la velocità del flusso fino a ottenere la massima assorbanza. 3.3. Regolazione del flusso dei gas. Il costruttore fornisce le condizioni ottimali per ogni elemento. L'obiettivo è quello di ottenere la massima assorbanza variando il rapporto combustibile/comburente; prima di ogni variazione dei flussi, si deve azzerare lo strumento. 3.4. Regolazione del sistema di abbattimento delle gocce grossolane. Se si usano sistemi impact bead bisogna ottimizzarne la posizione all'uscita del nebulizzatore. Nello strumento Perkin Elmer in uso in laboratorio questa operazione non è necessaria dato che viene impiegato un flow spoiler. N.B.: Il posizionamento orizzontale e trasversale della testata ( vedi punto 1.3 in assenza di fiamma) può essere anche eseguito in alternativa a fiamma accesa con la soluzione di riferimento (Cu 5 ppm). 4. Pulizia del sistema di iniezione. Dopo ogni sessione analitica, pulire con acqua distillata oppure con HNO3 all'1%, seguito da abbondante acqua distillata. Tutte queste operazioni devono essere eseguite sia che si usi lo strumento per la prima volta, sia dopo le necessarie operazioni di manutenzione e pulizia. In particolare: - non si deve toccare la testata dopo che è stata posizionata per le misure, fino a quando non viene rimossa; - quando si cambia una lampada, bisogna posizionarla in modo corretto; - il nebulizzatore e l'allineamento della riga di risonanza devono essere calibrati dopo ogni misura. I manuali d'uso degli strumenti riportano indicazioni dettagliate per effettuare queste operazioni. 16 5. Controllo dell’efficienza delle lampade Una volta eseguite tutte le manovre di ottimizzazione si può valutare orientativamente l'efficienza della lampada. A questo scopo, le tabelle fornite nei manuali d'uso (cookbook) riportano i valori di assorbanza a determinate concentrazioni, che di solito corrispondono alla concentrazione massima dell'intervallo di linearità. Se si usa una lampada a elemento singolo, i valori sperimentali devono corrispondere a quelli tabulati. Valori più alti di assorbanza indicano un'efficienza superiore alla media e valori più bassi un calo dovuto a invecchiamento (ma anche a errori nella procedura di ottimizzazione). Gli strumenti più sofisticati hanno anche un dispositivo di controllo dell'intensità di emissione della lampada. In ogni caso, è consigliabile annotare il valore di assorbanza misurato per ogni lampada nuova come riferimento per i successivi controlli. 17 Misure di spettrofotometria di assorbimento (AA) e di emissione (EA) atomica 1. AA: effetto della lunghezza d’onda 1.1. Dopo avere ottimizzato lo spettrofotometro per assorbimento atomico in fiamma (usando la lampada di rame a lunghezza d’onda 324.8 nm) eseguire la misura di assorbanza di una soluzione di rame di concentrazione 2 ppm. 1.2. Ripetere la procedura di ottimizzazione della lampada per la lunghezza d’onda di 327.4 nm, e eseguire la misura di assorbanza della stessa soluzione di rame 2 ppm. 1.3. Confrontare i risultati ottenuti in 1.1 e 1.2. 2. AA vs EA : misure in assorbimento e in emissione 2.1. ottimizzare lo spettrofotometro in assorbimento con la lampada di Na (λ = 589.0 nm e slit= 0.2 nm) e misurare l’assorbanza di una soluzione di sodio 0.2 ppm. 2.2. Dopo avere allineato lo strumento nel modo “assorbimento” (tasto AA), spegnere la lampada e la fiamma e passare al modo “Emissione” (tasto Em). Ottimizzare lo strumento con la seguente procedura: a) Impostare i parametri sperimentali; integration time: 0.3 s; replicates= 5 b) Selezionare la lunghezza d’onda (λ = 589.0 nm) e lo slit (0.2 nm). c) Massimizzare l’energia della fiamma: Aspirare la soluzione standard più concentrata (1 ppm) e premere [Energy] (E [gain], se necessario) per portare il segnale (CTS) a circa metà scala; Se il valore di energia rimane 0 (zero) o ad un valore molto basso, ruotare lentamente la manopola del controllo della lunghezza d’onda (fino a 0.5 nm in entrambi i sensi) in modo da ottenere il massimo di energia e CTS; Premere [gain] ogni volta che si desidera riportare la lettura entro la scala; Premere [cont] (significa: modo di lettura continuo) e verificare il valore della lettura (assorbanza); Aspirare il bianco e azzerare la lettura (tasto [A/Z]; Aspirare nuovamente lo standard più concentrato e controllare l’allineamento del bruciatore in modo da ottenere il segnale massimo; 2.3. Eseguire la misura della soluzione di sodio 0.2 ppm in emissione. 2.4. Confrontare i risultati ottenuti in 2.1 (assorbimento) e 2.3 (emissione). 18 DETERMINAZIONE DEL PIOMBO MEDIANTE SPETTROFOTOMETRIA DI ASSORBIMENTO ATOMICO IN FIAMMA Obiettivi: Identificare la lunghezza d’onda più adatta alla misura del piombo mediante AA, in base alla sensibilità strumentale e all’intervallo di linearità della retta di taratura. Determinare il contenuto di piombo in un campione. 1. Introduzione Il piombo è un metallo utilizzato da secoli nei più svariati campi dell’attività umana. E' molto resistente alla corrosione, ma al contatto con l'aria si ossida e annerisce. Sono tuttora funzionanti tubature di piombo che portano le insegne dell'impero romano e che venivano usate come scarichi dei bagni. Il piombo ha molteplici utilizzi, che recentemente si cerca di limitare a causa della consapevolezza della sua tossicità e del danno indotto dalla sua dispersione non controllata nell'ambiente. Viene impiegato negli accumulatori, nelle munizioni, nelle tubature, in vernici come il minio, come schermo contro le radiazioni e in leghe con lo stagno per saldature. Nella benzina, sotto forma di piombo tetraetile (PbEt4), ha funzione antidetonante; l'utilizzo di tale additivo è attualmente in declino per ragioni ambientali. Inoltre il piombo può essere prodotto durante l'estrazione e la lavorazione industriale di altri metalli, come argento, oro, bismuto, ecc e quindi diffondere come inquinante nell'atmosfera. Il piombo figura al secondo posto nella lista delle sostanze pericolose indicate dall' ATSDR (Agency for Toxic Substances and Disease Registry) nel 1999. Gli effetti nocivi sulla salute di questo metallo sono noti da molto tempo, specie nelle loro manifestazioni acute (colica saturnina). Tuttavia recentemente, come è accaduto per numerosi altri agenti inquinanti, la dose considerata critica è stata notevolmente abbassata. Fino a circa trent'anni fa, l'avvelenamento cronico da piombo era definito dalla presenza di una dose superiore a 80µg/dl nel sangue, mentre attualmente viene considerata “alta” una dose di Pb di 30 µg/dl e potenzialmente nocive quantità uguali o superiori a 10µg/dl (0.1ppm), specie nella fase infantile dello sviluppo. Assorbito essenzialmente attraverso la respirazione e la nutrizione (da latte, vino, miele, ecc.), il piombo non viene metabolizzato, ma per larga parte escreto, mentre il resto (circa 20%) si distribuisce nei tessuti e in particolare nel sangue, ove circola quasi esclusivamente negli eritrociti e nei tessuti minerali (ossa e denti) e in quelli molli (reni, midollo osseo, fegato e cervello) nei quali si accumula. Il D.L. 277/91 stabilisce valori limite ambientali, riferiti al contenuto di piombo nell’aria (espressi come media ponderata su un periodo di riferimento di otto ore) e valori limite biologici, riferiti al contenuto di piombo nel sangue e nelle urine. Tali valori limite sono: ambientale = 150 µg/m³; biologico = 70 µg/dl (il limite di 70 viene ridotto a 40 per le lavoratrici in età fertile). 19 Vengono inoltre fissati dei "valori di attenzione", più bassi dei precedenti, superati i quali il datore di lavoro dovrà attuare una serie di provvedimenti. Valori di attenzione: ambientale = 40 µg/m³ e biologico = 35 µg/dl. La spettrofotometria di assorbimento atomico in fiamma non consente sensibilità elevate per la determinazione del piombo. Per questo motivo, le tecniche elettive per la determinazione del piombo in tracce sono AA con fornetto di grafite, Voltammetria di ridissoluzione a impulsi differenziale (DP-ASV) e Spettroscopia a plasma accoppiato induttivamente (ICP). Tuttavia, nei casi di campioni a più alte concentrazioni, la determinazione del piombo in AAS in fiamma dà risultati accettabili. In questa esperienza si valuteranno le prestazione della tecnica AAS in fiamma per l’analisi del piombo lavorando a due diverse lunghezze d’onda e a due intervalli di concentrazione dell’analita che differiscono di un ordine di grandezza. 2. Parte sperimentale 2.1. Apparecchiatura • Spettrofotometro FAAS con lampada a catodo cavo per Pb • matracci tarati – pipette- micropipette. 2.2. Reagenti • Soluzione standard di Pb (1000 mg/L) per assorbimento atomico; • campione incognito. 2.3. Procedura: Retta di taratura: • Preparare 2 L de soluzione di HNO3 diluita 1.10 dall’acido concentrato. • Preparazione della soluzione standard di Pb diluito (100 ppm): versare 25 ml della soluzione standard (1000 ppm) in un matraccio da 250 ml, aggiungere 25 ml di HNO3 concentrato e portare a volume con acqua distillata. • Preparazione delle due serie A e B di soluzioni standard: In matracci da 100 ml, versare i seguenti volumi di soluzioni standard diluita (100 ppm) di Pb: - Serie A: 1, 2, 3, 4, 5, e portare a volume con la soluzione di HNO3 diluito 1:10. - Serie B: 10, 20, 30, 40, 50 mL, e portare a volume con la soluzione di HNO3 diluito 1:10. Si ottengono cosi soluzioni negli intervalli di concentrazione rispettivamente da 1 a 5 ppm di Pb, e da 10 a 50 ppm di Pb, con le quali si costruiranno le rette di taratura. • Bianco: preparare un matraccio da 250 mL con la soluzione di HNO3 diluito 1:10 da utilizzare per le misure del bianco. • Ottimizzare lo strumento usando le seguenti condizioni: λ : 283.3 nm e 217.0 nm; Fenditura: 0.7 nm; Fiamma blu, ossidante; Tempo di lettura: 3s; 10 ripetizioni 20 Per ciascuna lunghezza d’onda: a) leggere l'assorbanza del bianco. Ripetere la misura per 3 volte al fine di calcolare da deviazione standard del bianco e il limite di rivelabilità; b) Misurare l’assorbanza di ogni soluzione standard delle due serie; c) Misurare l’assorbanza del campione tal quale e diluito 1:10. 3. Elaborazione dei dati • Costruire le due rette di taratura comprendendo i due intervalli di concentrazione considerati, per ogni lunghezza d’onda, ponendo in ascissa la concentrazione degli standard e in ordinata l'assorbanza. Identificare l’intervallo di linearità. Eseguire la regressione lineare e calcolare i limiti di rivelabilità per ciascuna lunghezza d’onda, presentando bande di regressione con un livello di confidenza non inferiore al 95%. • Impiegare il valore di assorbanza del campione per determinare la concentrazione C (in mg L-1) di Piombo nella soluzione analizzata, mediante la retta di taratura. Per questo scegliere 21 DETERMINAZIONE DEL PIOMBO MEDIANTE SPETTROFOTOMETRIA DI ASSORBIMENTO ATOMICO IN FIAMMA Corso:________________________ GRUPPO:______ Data __________________ Nome: __________________________ ___________________________ __________________________ ___________________________ 1. Per la lunghezza d’onda λ = 283.3 nm, costruire la retta di taratura comprendendo le due serie di concentrazioni e presentare il grafico ABS vs [Pb] (allegato #1). Intervallo di linearità: ___________________________ Equazione della retta di taratura: __________________________ DL = ______________ QL = ______________ 2. Per la lunghezza d’onda λ = 217.0 nm, costruire la retta di taratura comprendendo le due serie di concentrazioni e presentare il grafico ABS vs [Pb] (allegato #2). Intervallo di linearità: ___________________________ Equazione della retta di taratura: __________________________ DL = ______________ QL = ______________ 3. Discutere le differenze ottenute nelle analisi impiegando ciascuna di queste lunghezze d’onda. 4. Determinare la concentrazione di Pb nella soluzione analizzata (in mg/L) utilizzando la retta di taratura alla lunghezza d’onda considerata più adatta a questa misura. Giustificare questa scelta. Discutere e commentare il risultato. 22 TECNICHE CROMATOGRAFICHE CROMATOGRAFIA GAS-LIQUIDO (GLC) CROMATOGRAFIA LIQUIDO-LIQUIDO (HPLC) 23 GAS-CROMATOGRAFIA DETERMINAZIONE DI IDROCARBURI ALIFATICI IN ACQUE DI SCARICO Metodo dello standard interno Gli idrocarburi alifatici, insieme a solventi clorurati, aromatici, PCB, IPA, fenoli, rappresentano una delle classi di microinquinanti organici di sistemi acquatici, suoli e sottosuoli maggiormente diffuse e sottoposte, secondo la normativa CEE vigente, a severo controllo analitico e procedure di smaltimento. Le fonti di idrocarburi sono in minima parte di tipo naturale (decomposizione di materia organica – es: plancton, batteri e alghe nei bacini lacustri- attività geotermica e combustioni spontanee) e in prevalenza di tipo antropogenico. In particolare la presenza di idrocarburi nelle acque e suoli è dovuta principalmente alla contaminazione da prodotti petroliferi, processi di combustione, processi industriali. Scarichi abusivi, incidenti in impianti di produzione o in linee di adduzione, versamenti accidentali rappresentano le cause più comuni di inquinamento del suolo, sottosuolo e delle acque da parte di questi prodotti. Secondo le attuali direttive CEE sui rifiuti urbani e rifiuti pericolosi, prodotti contenenti miscugli idrocarburi-acqua sono in ogni caso da considerarsi rifiuti pericolosi, e quindi devono essere sottoposti a particolari trattamenti e /o stoccati in discariche strettamente riservate. L’identificazione e la determinazione analitica di tali inquinanti organici sono pertanto di fondamentale importanza nella protezione dei suoli e delle acque superficiali e sotterranee dallo scarico di siti inquinati, e nel controllo di qualità e del rispetto dei limiti di legge previsti a seconda del diverso utilizzo del bacino stesso. Nel caso ad es. di acque sotterranee destinate al consumo come acqua potabile, per gli idrocarburi alifatici la legislazione prevede un contenuto massimo di ogni singola sostanza non superiore a 0.001 mg/l. SCOPO DELL’ESPERIENZA - Identificare e determinare il contenuto di alcuni idrocarburi alifatici lineari leggeri (n-alcani C≤12) in un campione d’acqua, mediante gascromatografia con detector a ionizzazione di fiamma, utilizzando il metodo della retta di taratura con standard interno. Gli idrocarburi alifatici da analizzare sono i seguenti: Peso Densità Molecolare (g/mL) Punto di ebollizione (°C) - ottano 114.23 0.703 126 - nonano 128.26 0.718 151 - dodecano 170.34 0.750 216 156.31 0.740 196 Standard interno: undecano 24 N.B.: metodo dello standard interno: è il metodo di quantificazione più usato nell’analisi gascromatografica, in quanto consente di ottenere risultati più accurati ed affidabili, soprattutto se applicato al metodo della retta di taratura. In pratica, non si fa riferimento al picco dell’analita, ma al rapporto dell’area di questo e l’area di un componente ( lo standard interno), aggiunto in quantità nota alla miscela da analizzare. In questo modo si prepara la retta di taratura ovviando a problemi tecnici quali la riproducibilità del sistema di iniezione ed eventuali derive della sensibilità del rivelatore. La sostanza scelta come standard interno deve obbedire ad una serie di requisiti: • non essere presente nel campione da analizzare; • Essere stabile termicamente; • Fornire un picco cromatografico ben risolto (non sovrapposto) da quello degli altri componenti • Avere un tempo di ritenzione simile a quello dei componenti da determinare; • Essere strutturalmente simile a questi ( e quindi avere un fattore di risposta simile) • Essere sufficientemente pura e non reagire con i componenti del campione. APPARECCHIATURA Gas cromatografo : Fisons, model GC 8000 series, “Varian” software di acquisizione dati Detector a ionizzazione di fiamma (FID) Iniettore split Colonna capillare: colonna HP-5, fenil metil silicone 5%, 30m x 0.25 mm ID, spessore del film 0.25µm (strumento Fisons); Microsiringhe Hamilton da 10 e 100 µL; micropipette Brand a volume variabile con puntale in vetro, 5-25 µL; 20-100 µL. Matracci da 5 e 10 mL; Vials da 2, 4 mL Imbuto separatore da 250 mL con rubinetto di teflon Anello portaimbuto separatore Cilindro da 50 mL Pallone da 250 mL con tappo vetro smeriglio Imbuto vetro con batuffolo di cotone Cucchiaio, bacchetta di vetro, pipette pasteaur Rotavapor Cronometro REAGENTI 25 Idrocarburi alifatici lineari (n-alcani C 8, C 9, C 11, C 12 ) Solvente: n-esano Na2SO4 anidro Campione di acqua di scarico contenente idrocarburi Miscela detergente CONTRAD 2000 per eliminare residui di sostanze organiche (sostituisce la miscela cromica) PROCEDIMENTO CONDIZIONI E MODALITÀ OPERATIVE Flussi : colonna carrier gas (N2) :1-1.2 mL/min ( pressione front column: 100 Kpa) Vent N2 : 60 – 90 mL/min Make up N2 : 35-45 mL/min Bruciatore H2 : 35 -40 mL/min Aria 240-260 mL/min ATTENZIONE: non modificare i valori dei flussi già impostati! Iniettore : Split ratio: compreso tra 1:50 e 1:75. Temperatura iniettore : 280 °C. Volume iniezione: 0.5 ÷ 1 µL Colonna capillare: si imposta una programmata di temperatura ottimizzata per l’eluizione dei composti considerati in questa esperienza. - T iniziale colonna: 70°C tempo iniziale: 1 min - Si innalza T colonna fino a 250, a 10°C/min - T finale colonna :250 °C tempo finale: 1 min DETECTOR FID: TEMPERATURA 290° Tempo di eluizione di un cromatogramma completo in queste condizioni:12 min ca CONTROLLO DELLA LINEA DI BASE All’inizio dell’esperienza, per controllare la linea di base dello strumento, iniettare 1 µL di n-esano (solvente) nel gascromatografo precedentemente equilibrato alle condizioni operative di misura, impostate in precedenza. PREPARAZIONE DI SOLUZIONI MADRE DI IDROCARBURI Preparare, in matracci da 5 mL le seguenti soluzioni concentrate: 1. 0.05 g di ottano diluiti a 5 mL con n-esano ( C ottano = 10 g/L) 2. 0.05 g di nonano “ “ “ “ 3. 0.05 g di undecano “ “ “ “ 4. 0.05 g di dodecano “ “ “ “ 26 NB: diluire gli idrocarburi direttamente nel matraccio, prelevando con una microsiringa da 100 µL, o con la micropipetta con puntale in vetro, il volume appropriato di idrocarburo puro (tener conto della densità del liquido puro). ANALISI DEI SINGOLI IDROCARBURI Preparare, per diluizione dalle soluzioni madre, 4 soluzioni di lavoro contenenti ciascuna un singolo idrocarburo, in concentrazione 20-30 ppm (mg/ L), utilizzando come solvente n-esano. Ogni soluzione va preparata effettuando le diluizioni opportune (con microsiringa) dalla rispettiva soluzione madre in un matraccio da 5 o 10 mL. - registrare un cromatogramma per ogni singolo idrocarburo, iniettando 1 µL di soluzione. - per ogni cromatogramma, determinare i tempi di ritenzione dei singoli componenti, ricavando così l’ordine di eluizione degli idrocarburi considerati nelle condizioni operative impiegate. RETTE DI CALIBRAZIONE Per costruire le rette di calibrazione dei tre idrocarburi, preparare 4-5 soluzioni standard di lavoro, ciascuna contenente concentrazioni di C 8, C 9 e C12 nell’intervallo compreso tra 10 e 100 mg/L (es: standard n°1: 10 mg/L di C8 +10 mg/L di C9 + 10 mg/L di C12). Standard interno: Ad ogni soluzione standard di lavoro, aggiungere undecano nella seguente concentrazione : 20 mg/L Ogni soluzione va preparata in un matraccio da 10 mL effettuando le diluizioni opportune (con microsiringa) dalle soluzioni madre precedenti, contenenti i singoli idrocarburi, con n-esano come solvente. - Registrare un cromatogramma per ogni soluzione standard di lavoro, iniettando 0.5-1 µL di soluzione. - Per ogni cromatogramma, attribuire i picchi ottenuti ai singoli componenti della soluzione, sulla base dei tempi di ritenzione ottenuti in precedenza. - Per ogni cromatogramma, calcolare il rapporto tra l’area del picco di ognuno dei 3 idrocarburi e quella relativa allo standard interno, cioè i rapporti AC8/AC11, AC9/ AC11, AC12/ AC11. - Riportare in grafico, per ogni valore di concentrazione dei 3 analiti (normalizzato rispetto alla concentrazione di undecano), i rispettivi valori delle aree trovate al punto precedente. -eseguire la regressione lineare, e riportare la relativa banda di regressione con un livello di confidenza non inferiore al 95%. PREPARAZIONE ED ANALISI DEL CAMPIONE Vengono forniti 100 mL di un campione di acqua di scarico. La metodica da seguire per preparare il campione per l’analisi gascromatografica degli idrocarburi alifatici leggeri prevede una estrazione liquido-liquido con n-esano, la concentrazione dell’estratto al rotavapor e infine la ripresa dell’estratto con n-esano. 27 Seguire la seguente procedura: 1. Sciacquare tutta la vetreria (imbuto separatore, cilindro, pallone, imbuto di vetro) con un po’ di solvente - n-esano - prima dell’uso. La vetreria deve essere stata precedentemente lavata in miscela detergente. 2. Preparare il filtro disidratante di Na2SO4, ponendo sopra il pallone da 250 mL un imbuto con un batuffolo di cotone (precedentemente pre-estratto con aliquote di solvente per purificarlo) e due spatolate di solfato di sodio precedentemente attivato (una notte in stufa a 250°C, e raffreddato in essiccatore). 3. Trasferire quantitativamente il campione d’acqua nell’imbuto separatore (attenzione all’ancoretta dentro alla beuta!). 4. Con un cilindro graduato porre 25-30 mL di n-esano nella beuta che conteneva il campione ed agitare vigorosamente. Trasferire tutto nel relativo imbuto. 5. Estrarre agitando regolarmente per 3 minuti sfiatando di tanto in tanto. Usare un timer per controllare la durata dell’estrazione. 6. Lasciare riposare fino a completa separazione delle fasi (usare eventualmente una bacchetta di vetro per rompere eventuali emulsioni che si possono formare), travasare la fase acquosa (fase inferiore) di nuovo nella beuta del campione, e trasferire la fase organica nel relativo pallone, facendola fluire lentamente attraverso il filtro di solfato di sodio. Attenzione: evitare assolutamente che tracce d’acqua passino nel pallone contenente l’estratto! 7. Trasferire di nuovo il campione d’acqua nell’imbuto separatore, e ripetere l’estrazione altre due volte con due successive aliquote di 25-30 mL della stesso solvente (n-esano) raccogliendo le fasi organiche disidratate su sodio solfato anidro sempre nello stesso pallone da 250 mL (ricordarsi di ripulire bene la beuta con la miscela di estrazione). 8. Alla fine lavare il filtro di solfato di sodio con circa 20 mL di n-esano, che vengono raccolti insieme alle altre fasi organiche. 9. Concentrare il campione a piccolo volume (circa 3 mL) mediante evaporatore rotante, con bagnomaria termostatato a temperatura ≤ 40°C. Attenzione: evitare assolutamente che l’estratto vada a secco o che bolla violentemente! 10. Trasferire quantitativamente l’estratto concentrato con pipetta pasteur in un matraccio da 5 mL. Lavare il pallone con il minimo volume necessario (massimo 2 pipettate) di n-esano, trasferire nel matraccio del campione. 11. Aggiungere lo standard interno: undecano, in concentrazione 20 mg/L, e portare a volume con n-esano. - Iniettare 0.5-1 µL di campione e registrare il cromatogramma - ripetere il cromatogramma almeno 3 volte. 28 - alla fine dell’esperienza lavare la vetreria con soluzione detergente. ELABORAZIONE DEI DATI - calcolare i rapporti tra le aree AC8/AC11, AC9/ AC11, AC12/ AC11 e interpolare dal grafico precedente i valori incogniti di concentrazione degli idrocarburi considerati. - Calcolare il contenuto totale medio di idrocarburi: Ctot idrocarburi = somma delle concentrazioni calcolate per i singoli idrocarburi, in mg/L - Calcolare la deviazione standard relativa % (RSD%) ottenuta per le 3 misure ripetute. 29 GAS-CROMATOGRAFIA DETERMINAZIONE DI IDROCARBURI ALIFATICI IN ACQUE DI SCARICO GRUPPO:______ Data __________________ Nome: ____________________________ ____________________________ _____________________________ _____________________________ ____________________________________________________________________________ Obiettivo dell’esperienza: CONDIZIONI OPERATIVE (flussi, programmata di temperatura, etc): Risultati: 1. Analisi dei singoli idrocarburi Soluzioni idrocarburi singoli impiegate :_________ Concentrazione:_______ _________ _______ _________ _______ _________ _______ - Dai cromatogrammi registrati per i singoli idrocarburi, ricavare i tempi di ritenzione e l’ordine di eluizione dei singoli componenti nelle condizioni sperimentali impiegate. Tempi di ritenzione: Ordine di eluizione: -Discutere brevemente le motivazioni teorico-sperimentali per l’ordine di eluizione degli idrocarburi oggetto di studio. 30 2. Costruzione retta di taratura - Presentare i cromatogrammi registrati per la serie di soluzioni standard (Allegato #1) -Riportare in una tabella: - i valori di concentrazione della serie di soluzioni standard di lavoro contenenti gli idrocarburi singoli e lo standard interno, preparate per le rette di calibrazione. - i dati sperimentali dei rapporti delle aree di picco AC8/AC11, AC9/ AC11, AC12/ AC11 ottenute per le diverse soluzioni standard. - Costruire le rette di calibrazione Aanalita/AC11 vs Canalita (mg/L) per ogni analita, e presentare i grafici ottenuti mediante le regressioni lineari (allegato#2), riportando le relative bande di regressione con un livello di confidenza non inferiore al 95%, le rispettive equazioni delle rette e i coefficienti di correlazione calcolati. Equazioni della rette: Ottano: __________________________ coefficiente di correlazione________ Nonano: ________________________ coefficiente di correlazione________ Dodecano: _______________________ coefficiente di correlazione________ Discussione: 3. Analisi del campione - Riportare i cromatogrammi (Allegato #2) e i dati sperimentali dei rapporti delle aree di picco AC8/AC11, AC9/ AC11, AC12/ AC11 ottenuti dalle misure ripetute (almeno 3) degli idrocarburi nel campione incognito AC8/AC11 :___________ ______________ ___________; media:_____________ AC9/AC11 :___________ ______________ ___________; media:_____________ AC9/AC11 :___________ ______________ ___________; media:_____________ 31 - Determinare la concentrazione dei singoli idrocarburi nel campione incognito, in mg/L, impiegando il valore medio delle aree di picco ottenute e utilizzando la retta di taratura con standard interno ottenuta al punto 2. Concentrazione ottano : ______________ ±________mg L-1 Concentrazione nonano : ______________± ±________mg L -1 -1 Concentrazione dodecano: ______________± ±________mg L - Calcolare il contenuto totale medio di idrocarburi: Ctot idrocarburi (= somma delle concentrazioni calcolate per i singoli idrocarburi), in mg/L, e le rispettive deviazioni standard relative % (RSD%). Ctot idrocarburi: ____________________ mg L-1 ; RSD%:____________ Discussione e conclusione: 32 HPLC CONTROLLO DELLE “PRESTAZIONI" DI UNA COLONNA CROMATOGRAFICA SCOPO E PRINCIPI Tutte le colonne per HPLC sono corredate di un certificato di qualità che riporta i risultati di un test di verifica delle loro prestazioni. In questa esperienza, si procede al controllo della qualità di una colonna LC-18 effettuando la separazione di una miscela di riferimento contenente benzene, toluene e acetofenone. Dai cromatogrammi registrati, verranno determinati i seguenti parametri: α, R , N e H. APPARECCHIATURA Cromatografo HPLC VARIAN PROSTAR model 230 pompa per HPLC per la miscelazione di due eluenti (metanolo e acqua) valvola di iniezione Reodyne con loop di 20 µL rivelatore UV-vis (λ = 254 nm) siringa per iniezioni da 100 µL micropipetta da 1 ml micropipetta da 200 µl, per la preparazione dei campioni matracci tarati da 50 mL MATERIALI E REAGENTI colonna a fase inversa LC-18 ( dimensioni particelle 5 µm) soluzione di acetofenone ( 10.3 g/L) ( soluzione per due gruppi) Diluire 500 µL di acetofenone puro in 50 mL di metanolo. miscela di reagenti per il test Diluire 50 µL della soluzione di acetofenone preparata sopra, 50 µL di benzene e 50 µL di toluene in 25 mL di metanolo. La concentrazione dei reagenti sarà: acetofenone (10,3 mg/L), benzene (880 mg/L), toluene (867 mg/L). OTTIMIZZAZIONE: SCELTA DELLA FASE MOBILE Per stabilire l’eluente migliore per la separazione in condizioni isocratiche, si può usare all'inizio un solvente puro relativamente poco polare rispetto all’acqua, come ad esempio il metanolo. In questo modo, la competizione fra la fase stazionaria apolare e l'eluente è massima. Poi si aumenta gradualmente la polarità dell'eluente, aggiungendo acqua, in modo da far diminuire la competizione con la fase stazionaria fino a ottenere una separazione ottimale dei tre componenti. 33 La composizione ottimale dell'eluente è quella che consente di realizzare il più elevato numero di piatti teorici, compatibilmente con una risoluzione non eccessiva (maggiore di 1,5 ma minore di 2) e con tempi di lavoro e costi contenuti. Si può variare anche la composizione della fase mobile eseguendo una eluizione a gradiente. Condizioni operative Fase mobile: metanolo/acqua ( usare solventi per HPLC e acqua Milli-Q). Flusso: 1,0 mL/min Temperatura: ambiente Pressione: dipende dal flusso imposto e dalle caratteristiche (es: viscosita’) della fase mobile. E’ regolata automaticamente ( leggere comunque il valore sul display dello strumento). λ del rivelatore UV: 254 nm Impiegare la miscela preparata per il test. Procedimento • Verificare che la colonna sia condizionata con il solvente impiegato nella fase iniziale delle misure (Aspettare fino ad avere una linea di base piatta, pressione e composizione della fase mobile stabile). • Predisporre l'integratore per la registrazione del cromatogramma. • Predisporre la valvola di iniezione, riempendo il sample loop con circa 60 µL di soluzione test. • Iniettare la miscela per test e attendere l'uscita dei tre picchi nell'ordine seguente: acetofenone • benzene, toluene. (Nella relazione dare una spiegazione all’ordine dei reagenti eluiti). • Eseguire una serie di eluizioni isocratiche variando la composizione della fase mobile, passando da metanolo puro a miscele metanolo/acqua con rapporti non superiori a 50% in acqua. • Eseguire una eluizione a gradiente con forma lineare, partendo da metanolo puro e aumentando il contenuto di acqua fino ad un massimo del 50%, con un rapporto del 5% al min. OTTIMIZZAZIONE: SCELTA DEL FLUSSO Per individuare il flusso ottimale per la separazione in condizioni isocratiche di una soluzione di acetofenone, benzene e toluene si può procedere alla determinazione per via sperimentale della funzione H= f(u). Il flusso ottimale, sotto il profilo dell'efficienza, è quello che consente di realizzare il più basso valore di H (punto di minimo della funzione H vs u). Tuttavia, sotto il profilo operativo si deve tenere conto anche dei tempi di ritenzione e della risoluzione fra i picchi. Condizioni e modalità operative Fase mobile: eluizione isocratica con metanolo/acqua (70:30%) Temperatura: ambiente 34 Pressione: dipende dal flusso imposto e dalle caratteristiche (es: viscosità) della fase mobile. E’ regolata automaticamente ( leggere comunque il valore sul display dello strumento). λ del rivelatore UV: 254 nm Impiegare la miscela per il test. Eseguire una serie di cromatogrammi variando il flusso della fase mobile tra 0.8 e 1.5mL/min. ELABORAZIONE DEI DATI Usando il tracciato del cromatogramma oppure, in alternativa, l'apposito software, determinare per ogni picco i seguenti parametri: tempo di ritenzione corretto ( tR) ( e’ calcolato automaticamente dal programma), altezza ( h) e larghezza (w) della base del picco, fattore di separazione ( α )e risoluzione ( Rs) per ogni coppia di picchi consecutivi, fattore di asimmetria di un picco ( As), numero dei piatti teorici (N) e altezza equivalente al piatto teorico (H). Risoluzione. Esprime la capacità del sistema fase stazíonaria/fase mobile di eluire due composti successivi senza sovrapporli, nelle condizioni analitiche adottate. Si calcola in base alla seguente relazione: Rs = 2 (t R 2 − t R1 ) w1 + w2 Numero del piatti teorici. Si calcola in base alla seguente relazione: N= 16 t R 2 − t R1 w1 + w2 2 dove e tR e w devono essere espressi nella stessa unita’ di misura (minuti o secondi). Altezza equivalente al piatto teorico. Si calcola in base alla seguente relazione: H= L (mm) N 35 HPLC CONTROLLO DELLE “PRESTAZIONI" DI UNA COLONNA CROMATOGRAFICA GRUPPO:______ Data __________________ Nome: ____________________________ ____________________________ _____________________________ _____________________________ ____________________________________________________________________________ Obiettivo dell’esperienza: Componenti miscela test:_____________________ Risultati: 1. ottimizzazione: scelta composizione della fase mobile -Presentare i cromatogrammi ottenuti per la miscela test al variare della composizione della fase mobile (Allegato#1). - Per ogni componente della soluzione test, riportare in una tabella i valori sperimentali ottenuti per i vari parametri cromatografici (tR, w, α, Rs, N, H) in funzione della composizione dell’eluente, sia in condizioni di eluizione isocratica che a gradiente (allegare Tabella 1). - ricavare l’ordine di eluizione dei singoli componenti nelle condizioni sperimentali impiegate, e discuterne brevemente le motivazioni teorico-sperimentali. Ordine di eluizione:_______________________________ composizione ottimale della fase mobile:_____________________ Discussione: 36 2. ottimizzazione: scelta del flusso della fase mobile (eluizione isocratica) composizione della fase mobile impiegata:_____________________ -Presentare i cromatogrammi ottenuti per la miscela test al variare della velocità di flusso della fase mobile (Allegato#2). - Per ogni componente della soluzione test, riportare in una tabella i valori sperimentali ottenuti per i vari parametri cromatografici in funzione della velocità di flusso dell’eluente (allegare Tabella 2) - Riportare in diagramma l’andamento di H in funzione di u (Allegato#3) , e discutere brevemente i risultati ottenuti. Discussione e conclusione: 37 HPLC CONTROLLO QUALITA’ E DETERMINAZIONE DEL CONTENUTO DI ACIDO ACETIL SALICILICO IN UNA COMPRESSA MEDICINALE MEDIANTE HPLC IN FASE INVERSA L’aspirina è uno dei prodotti farmaceutici più diffusi al mondo in quanto è analgesico, antipiretico e anti-infiammatorio. Il principio attivo dell’aspirina è l’acido acetilsalicilico, un composto solubile in solventi polari. O OH O C O C CH3 La determinazione del contenuto di acido acetil salicilico in una compressa medicinale può essere eseguita mediante HPLC in fase inversa, impiegando una colonna LC-18. APPARECCHIATURA Cromatografo HPLC VARIAN PROSTAR model 230 pompa per HPLC per la miscelazione di due eluenti (metanolo e acqua) valvola di iniezione Reodyne con loop da 20 µL rivelatore UV-vis (λ = 254 nm) siringa per iniezioni da 100 µL ( siringhe da HPLC) pipetta graduata da 2 ml micropipette 20 - 200 µL e 200 – 1000 µL vials da 2 e 4 mL MATERIALI E REAGENTI colonna a fase inversa LC-18: lunghezza 15 cm, diametro 4.6 mm, particelle formate di materiale silicico funzionalizzato con C-18: dimensioni delle particelle 5 µm. acido acetil salicilico standard (AAS) compressa di aspirina commerciale acido acetico glaciale per HPLC metanolo per HPLC acqua Milli-Q 38 Ottimizzazione della procedura analitica L’ottimizzazione della procedura analitica sarà limitata alla scelta della fase mobile più adatta per ottenere picchi cromatografici ben definiti. L’acido acetilsalicilico e’ un acido debole, e in acqua, o altri solventi protici, subisce il seguente equilibrio di dissociazione: R-COOH - + RCOO + H Per inibire la dissociazione dell’acido, si può controllare il pH della soluzione; in questo caso agire a pH < 4 ( ma superiore a pH > 2 per evitare il danneggiamento della colonna cromatografica). Per questa esperienza si utilizzano, come fase mobile, miscele di metanolo e acqua addizionata di acido acetico glaciale ( soluzione al 6%, già disponibile). Il metanolo e’ il solvente forte, mentre l’acqua e’ il solvente debole. Il rapporto tra i due solventi regola non solo la forza solvente, ma, a parità di pH, anche il grado di dissociazione dell’acido. La pKa dell’acido diminuisce all’aumentare del contenuto di metanolo nella miscela. Per ottimizzare la procedura analitica seguire le seguenti fasi: • Preparare 10 mL di una soluzione concentrata (10 g/L ) di AAS in metanolo puro. • Diluire, in un vial da 4 mL, 200 µL di soluzione concentrata di AAS a 2 mL ( usare le micropipette o pipette graduate da 2 mL). • Preparare 1 L di soluzione di acqua Milli-Q con acido acetico al 6%. • Precondizionare la colonna con la composizione della fase mobile iniziale ( iniziare con metanolo/acqua 20/80 %), mantenendo il flusso costante e a 1 mL/min. • Iniettare 60 –70 µL della soluzione diluita di AAS, registrare il cromatogramma. • In presenza di più picchi o di un picco largo e/o asimmetrico, variare la composizione della fase mobile aumentando il contenuto di metanolo fino al 100%. • Definite le condizioni migliori e successivamente costruire la retta di taratura. Retta di taratura In una serie di vials da 2 – 4 mL preparare soluzioni standard di AAS comprese tra 0.1 e 1 g/L, partendo dalla soluzione concentrata (10 g/L) ( preparare un numero di soluzioni per avere 4-5 punti sulla retta). Fare una o due iniezioni di ogni singolo standard ( Dipende dal tempo disponibile!). Costruire la retta di taratura impiegando l’area del picco cromatografico. Eseguire la regressione lineare, determinare la banda di regressione con un livello di confidenza non inferiore al 95%. 39 Analisi del campione di aspirina Pesare accuratamente (al decimo di mg) una compressa di aspirina commerciale, porla in un matraccio tarato da 50 mL, aggiungere circa 30 mL di metanolo per HPLC, agitare fino alla completa disgregazione della compressa. Portare a volume con metanolo, agitare per omogeneizzare la miscela, lasciare a riposo per circa 15 –30 min e far decantare. Filtrare pochi mL (10-15 mL) di soluzione su un filtro di vetro ( fiber glass ) (0.45 µm) inserito in un gooch di vetro, equipaggiato con beuta da vuoto e pompa ad acqua. Diluire 100 µL a 2 mL in un vial da 4 mL. Prelevare 60 – 70 µL e iniettare nel loop da 20 µL. Ripetere il cromatogramma almeno tre volte, calcolare la media e la deviazione standard. Determinare la concentrazione di AAS impiegando la retta di taratura. Calcolare l’intervallo di confidenza. 40 HPLC CONTROLLO QUALITA’ E DETERMINAZIONE DEL CONTENUTO DI ACIDO ACETIL SALICILICO IN UNA COMPRESSA MEDICINALE MEDIANTE HPLC IN FASE INVERSA GRUPPO:______ Data __________________ Nome: ____________________________ ____________________________ _____________________________ _____________________________ ____________________________________________________________________________ Obiettivo dell’esperienza: Risultati: 1. Ottimizzazione della procedura analitica - Discutere la procedura di messa a punto e ottimizzazione della procedura analitica cromatografica, presentare e discutere i cromatogrammi ottenuti per la soluzione di AAS al variare della composizione della fase mobile. composizione ottimale della fase mobile:_____________________ 2. Costruzione retta di taratura -Presentare i cromatogrammi registrati per la serie di soluzioni standard di AAS. -Riportare i dati sperimentali di area di picco ottenuti per le soluzioni standard a diversa concentrazione di AAS, calcolare la media e la deviazione standard dei dati ( nel caso vengano effettuate più misure ripetute). -Costruire e riportare la retta di taratura Area/ CAAS (g/L), con relativi parametri di regressione lineare. Riportare la banda di regressione con un livello di confidenza non inferiore al 95%. Equazione della retta:_________ coefficiente di correlazione________ 3. Analisi del campione di aspirina peso pastiglia di aspirina:_____________ - Riportare i cromatogrammi e i dati ottenuti per l’analisi di AAS nel campione di aspirina analizzato - Determinare la concentrazione di AAS nel campione incognito impiegando il valore medio dell’area di picco ottenuto dalle misure ripetute (almeno 3) e utilizzando la retta di taratura. Riportare i limiti di fiducia del valore calcolato, con un livello di confidenza non inferiore al 95%. 41 Esprimere il risultato dell’analisi in mg/ g di matrice solida impiegata. Contenuto AAS:________________ Discussione e conclusione: 42 TECNICHE ELETTROCHIMICHE POTENZIOMETRIA VOLTAMMETRIA CICLICA VOLTAMMETRIA DIFFERENZIALE AD IMPULSI 43 POTENZIOMETRIA A) Elettrodo di prima specie. Misura del potenziale di cella e verifica della sua variazione in funzione della concentrazione di Ag+. 1. Obiettivi: Misurare il potenziale di cella; Verificare la variazione del potenziale di cella, misurato con un elettrodo di prima specie, in funzione della variazione della concentrazione del suo catione. 2. Parte sperimentale: 2.1.Materiale e strumentazione: potenziometro Elettrodo di riferimento: Ag/AgCl Elettrodo indicatore: filo d'argento Agitatore magnetico e barretta magnetica Ponte salino con KNO3 0.1 M (separatore con setto poroso fitto) Bicchieri da 50 ml (n. 2) e matracci tarati da 500 (n.1), da 250 (n.2) e da 100 ml (n.4) 2.2. Reagenti: Soluzioni di Ag+ (10-3M, 5x10-3M, 10-2M, 5x10-2M, 10-1M) in HNO3 10-2M. Soluzione di KNO3 0.1 M. 2.3. Procedimento: 1. All'inizio delle operazioni accendere il potenziometro in modo che vada a regime. 2. L'elettrodo metallico va preparato pulendolo prima con carta abrasiva, poi immergendolo per qualche minuto in acido nitrico al 5% e infine lavandolo con acqua distillata e asciugandolo. 3. Preparare le soluzioni di HNO3 10-2M (500 ml) e di KNO3 0.1 M (250 ml). 4. A partire da una soluzione di AgNO3 10-1 M in HNO3 10-2M, preparare le altre soluzioni standard (100 ml ciascuna) per diluizione in HNO3 10-2M. 5. Immergere gli elettrodi indicatore e di riferimento nella soluzione di Ag+ più diluita e collegarli al potenziometro. L'elettrodo di riferimento Ag/AgCl va inserito nel ponte salino con KNO3 0.1 M. 6. Avviare l'agitatore, attendere un paio di minuti, interrompere l’agitazione, attendere finché il sistema raggiunga l'equilibrio e leggere la differenza di potenziale (E). 7. Togliere gli elettrodi dalla soluzione, lavarli con cura e ripetere l'operazione misurando il potenziale di cella in soluzioni a concentrazioni via via crescenti di Ag+. B) Elettrodo di seconda specie Ag/AgCl. Misura del potenziale di cella e verifica della sua variazione in funzione della concentrazione di Cl-. 44 1. Obiettivi: Costruire un elettrodo di seconda specie; Misurare il potenziale di cella con un elettrodo di seconda specie e verificare la sua variazione in funzione della concentrazione dello ione cloruro; Determinare la concentrazione di cloruro in un campione di acqua lagunare con l’elettrodo di seconda specie costruito. 2. Parte sperimentale: 2.1.Materiale e strumentazione: potenziometro Elettrodo di riferimento: Ag/AgCl Agitatore magnetico e barretta magnetica Per la preparazione dell’elettrodo indicatore: filo Ag, filo Pt e pila 1.5 V Ponte salino con KNO3 0.1 M (separatore con setto poroso fitto) Bicchieri da 50 ml (n.3), matracci da 250 (n.3), da 100 (n.7) 2.2. Reagenti: -3 -2 -2 -1 Soluzioni di KCl (5x10 M, 10 M, 5x10 M, 10 M, 0.5 M ) Soluzione di KCl 2 M in HCl 0.1 M, Soluzione di HNO3 5% Soluzione di KNO3 0.1 M. Acqua di mare o di laguna (diluire 1:10) 2.3. Procedimento: 1. All'inizio delle operazioni accendere il potenziometro in modo che vada a regime. 2. Preparare le seguenti soluzioni: HCl 0.1 M (250 ml) e HNO3 5% (250 ml). 3. Preparare 100 ml di soluzione di KCl 2 M dissolvendo il sale pesato con HCl 0.1 M. 4. Preparare 250 ml di soluzione di KCl 0.5 M e, da questa, per diluizione con acqua distillata, 50 ml ciascuna delle soluzioni diluite di KCl. 5. Campione: diluire il campione 1:10 con acqua distillata, in matraccio da 100 mL. Nota: controllare che l’acqua distillata usata per la preparazione delle soluzioni non contenga cloruro, facendo un test in provetta con AgNO3. 6. Preparazione elettrolitica dell'elettrodo di seconda specie: pulire il filo d'argento con carta abrasiva, poi immergerlo per qualche minuto in acido nitrico al 5%, lavare con acqua distillata 45 e asciugare con carta assorbente. Collegare il polo positivo di una pila da 1.5 V al filo di Ag ed il polo negativo ad un filo (controelettrodo) di Pt. Immergere i due elettrodi nella soluzione di KCl 2M in HCl 0.1 M mantenendoli collegati alla pila. Tenerli immersi finché si forma uno strato di AgCl bianco caseoso sulla superficie del filo di Ag. Sciacquare con acqua distillata l’elettrodo Ag/AgCl così preparato. 7. Immergere gli elettrodi indicatore e di riferimento nella soluzione di KCl più diluita e collegarli al potenziometro. L'elettrodo di riferimento Ag/AgCl va inserito nel ponte salino con KNO3 0.1 M. ATTENZIONE: il setto del ponte salino deve essere precedentemente molto + bene lavato con HNO3 concentrato e H2O distillata per eliminare i residui di Ag dell'esperienza precedente 8. Avviare l'agitatore, attendere un paio di minuti, interrompere l’agitazione, attendere finché il sistema raggiunga l'equilibrio e leggere la differenza di potenziale (E). 9. Togliere gli elettrodi dalla soluzione, lavarli con cura e ripetere l'operazione misurando il potenziale di cella con soluzioni contenenti concentrazioni crescenti di Cl-. 10. Riportare in grafico E vs pCl. 11. Svuotare la cella, sciacquarla prima con acqua distillata e poi con una porzione di campione (diluita 1:10), riempirla infine con il campione di acqua di mare o di laguna diluita. 12. Leggere il potenziale di cella. 46 POTENZIOMETRIA GRUPPO:_________ Nome: __________________________ __________________________ Data _____________________ _________________________________ _________________________________ Parte A. Elettrodo di prima specie. Misura del potenziale di cella e verifica della sua + variazione in funzione della concentrazione di Ag . Obiettivi dell’esperimento 1. Riportare in grafico la variazione del potenziale di cella E in funzione della concentrazione dello ione Ag+, come funzione p, cioè, un grafico E vs pAg (Allegato # 1). Equazione della retta: ______________________________________________ R2: _______________ 2. Confrontare e discutere i risultati ottenuti per quanto riguarda la pendenza e l’intercetta della retta, con quanto previsto dalla legge di Nernst per questo processo redox. Equazione di Nernst:________________________________________________ Parte B. Elettrodo di seconda specie Ag/AgCl. Misura del potenziale di cella e verifica della sua variazione in funzione della concentrazione di Cl-. Obiettivi dell’esperimento 47 1. Riportare in grafico la variazione del potenziale di cella E in funzione della concentrazione dello ione Cl , come funzione p, cioè, un grafico E vs pCl (Allegato # 2). Equazione della retta:______________________________________________ 2 R : _______________ 2. Confrontare e discutere i risultati ottenuti per quanto riguarda la pendenza e l’intercetta della retta, con quanto previsto dalla legge di Nernst per questo processo redox. Equazione di Nernst:________________________________________________ 3. In base ai risultati ottenuti, calcolare il prodotto di solubilità del AgCl. Confrontare il valore determinato sperimentalmente con quanto riportato in letteratura. 4. Dal grafico E vs pCl (allegato # 3) e tenendo conto delle diluizioni effettuate, calcolare la concentrazione di Cl nel campione. Potenziale di cella: per il campione diluito _____________ E = _______________ per il campione diluito _____________ E = _______________ Concentrazione di cloruro nel campione originale: _______________________ Commenti: 48 VOLTAMMETRIA CICLICA 3- Voltammetria ciclica in una soluzione di ferricianuro di potassio Fe(CN)6 1. Introduzione Obiettivi: Studiare il comportamento voltammetrico dello ione Fe(CN)63- su elettrodi di carbone vetroso; Determinare l’area della superficie dell’elettrodo; Determinare l’effetto della concentrazione dell’analita sul quadro voltammetrico. La voltammetria ciclica è il metodo elettrochimico normalmente scelto per studiare un sistema elettroattivo sconosciuto, poiché può velocemente fornire il potenziale redox dell’analita, il numero di elettroni scambiati e indicare se il processo è o non reversibile. Per processi reversibili controllati dalla diffusione, l’equazione di Randles-Sevcik fornisce la relazione tra la corrente misurata e importanti parametri sperimentali quali l’area dell’elettrodo, il coefficiente di diffusione, la concentrazione dell’analita e la velocità di scansione del potenziale. Lo ione Fe(CN)63- viene ridotto reversibilmente ad un elettrodo di carbone secondo la reazione: Fe(CN)63- + e- Fe(CN)64- E1/2 = 285 mV vs Ag/AgCl Tutti i parametri che regolano questa reazione sono stati accuratamente studiati, per cui questo sistema può essere utilizzato come sistema modello di comportamento reversibile, per verificare il buon funzionamento della strumentazione e della cella elettrochimica (elettrodi inclusi). Dal punto di vista pratico, la determinazione del ferricianuro viene utilizzata nel controllo dell’inquinamento provocato da impianti di trattamento minerario, discariche di materiale radioattivo e nel controllo della qualità dei vini. In questo esperimento si vedrà come ricavare le informazioni caratteristiche della voltammetria ciclica, usando come sistema redox la coppia Fe(CN)63-/4-. 2. Parte sperimentale: 2.1. Materiale e strumentazione: cella elettrolitica elettrodo lavorante (disco di carbone vetroso, GCE), contro elettrodo (spirale di platino) e elettrodo di riferimento (Ag/AgCl in KCl saturo) Potenziostato, generatore di funzione e computer con software di gestione Pipetta tarata da 25 mL e micropipetta da 500 µL 49 2.2. Reagenti: Soluzione di elettrolita di supporto: KNO3 0.1 M (preparare 250 mL) 3- -2 Soluzione madre di Fe(CN)6 5x10 M in KNO3 0.1 M 2.3. Procedura: a. Aggiungere in cella, con la pipetta tarata, 10 ml di soluzione di elettrolita di supporto. Collegare la cella elettrolitica al potenziostato. Programmare il segnale di eccitazione come una rampa triangolare con scansione diretta da 0 V a +1 V e vice versa, e registrare il voltammogramma alla velocità di scansione di 50 mV/s e 100 mV/s. Registrare una scansione a 50 mV/s nell’intervallo di potenziale +0.6 V ↔ -0.2 V. b. Aggiungere 50 µL della soluzione madre di Fe(CN)63- all’elettrolita di supporto in cella (la concentrazione di Fe(CN)63- in cella è circa 2.5x10-4 M). Programmare il seguente intervallo di scansione di potenziale: +0.6 V ↔ -0.2 V. Registrare i voltammogrammi alle seguenti velocità di scansione: 10, 20, 50, 100, 200 e 500 mV/s. c. Fare almeno altre due aggiunte di Fe(CN)63- (ciascuna di 50 µL dalla soluzione madre) alla soluzione in cella (prendere nota delle concentrazioni ottenute in cella) e registrare i voltammogramma ciclici a 50 mV/s corrispondenti ad ogni aggiunta. 50 VOLTAMMETRIA CICLICA DEL FERRICIANURO DI POTASSIO Corso:________________________ GRUPPO:_________ Data _____________________ Nome: ___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________ Obiettivi dell’esperimento a) Presentare i voltammogrammi ciclici del Fe(CN)63- a diverse velocità di scansione (Allegato # 1). Riportare nella tabella di seguito i seguenti parametri: Epc, Epa, ∆Ep e E1/2, Ipc, Ipa/Ipc in funzione delle velocità di scansione. V V1/2 Epc (mV) Epa (mV) ∆Ep E1/2 Ipc Ipa Ipc/Ipa Discutere la reversibilità di questo processo redox, giustificando le sue affermazioni in base ai dati della tabella. 51 1/2 b. Costruire un grafico Ipc vs v (Allegato # 2) . In base ai risultati di questo grafico, discutere il controllo nel processo di trasferimento di massa. c. Determinare l’area dell’elettrodo, applicando l’equazione di Randles –Sevcik: 3 1 1 I p = ( 2.69 × 105 ) n 2 ACD 2 v 2 dove: v è la velocità di scansione (in V/s), n è il numero di elettroni scambiati, A è l’area dell’elettrodo (in cm2), D è il coefficiente di diffusione della specie elettroattiva (in cm2/s) e C è la concentrazione dell’analita (in moli/cm3). Il coefficiente di diffusione del Fe(CN)63- nell'elettrolita di supporto usato è 7.6x10-6 cm2 s-1. Area: __________________cm2 Confrontare il risultato ottenuto con il valore dell’area geometrica dell’elettrodo (Φ = 5 mm). d. Verificare l’andamento della corrente di picco in funzione della concentrazione dell’analita. Grafico ip vs concentrazione di Fe(CN)63-. (Allegato # 3). Commentare questo risultato. 52 VOLTAMMETRIA DIFFERENZIALE AD IMPULSI Determinazione dell'acido ascorbico in compresse di “Aspirina C” mediante voltammetria differenziale ad impulsi (DPV) (Metodo dell'aggiunta multipla) Le tecniche elettrochimiche costituiscono un importante gruppo di tecniche analitiche in grado di fornire dati quantitativi sulla concentrazione di un analita, oltre a fornire informazioni sui potenziali standard di riduzione e sulla cinetica di processi redox. Grazie alla varietà di informazioni che possono essere ottenute e al costo relativamente basso della strumentazione, le tecniche elettrochimiche forniscono una ottima alternativa analitica. Rivelatori elettrochimici sono sempre più popolari nella cromatografia. L’obiettivo di questo esperimento è utilizzare le tecniche voltammetriche per l’analisi quantitativa di specie elettroattive in soluzione. La DPV sarà applicata alla determinazione quantitativa dell’acido ascorbico in una compressa di “aspirina con vitamina c”. La quantificazione viene fatta con il metodo dell’aggiunta standard. L’acido ascorbico, o vitamina C, è un importante nutriente. Esistono vari metodi per la determinazione quantitativa dell’acido ascorbico in alimenti e in preparati farmaceutici. Nonostante l’acido ascorbico assorba la luce nella regione UV, i metodi spettrofotometrici per la sua determinazione negli alimenti subiscono interferenze dovute all’assorbanza da parte di altri componenti. Le titolazione volumetriche non sono molto selettive e non presentano limiti di rivelabilità adeguati. In cromatografia i rivelatori comunemente utilizzati per questo analita includono quelli UV e quelli elettrochimici. OH O O HO HO OH Figura 1. Acido ascorbico. Il primo pKa è 4.17 e il secondo è 11.57. L’acido ascorbico è facilmente ossidato a acido deidroascorbico, il quale può successivamente subire reazioni chimiche. Il suo potenziale di ossidazione è dipendente dal pH. L’ossidazione elettrochimica può essere seguita voltammetricamente esaminando il picco anodico in ambiente relativamente acido, condizione necessaria per minimizzare l'ossidazione da parte dell'ossigeno 53 disciolto. Per lo stesso motivo le soluzioni standard devono essere preparate a pH basso e in acqua disaerata. O C HO C O O C O C HO C O C HC HC HO CH + + 2H - + 2e HO CH CH2OH Acido ascorbico O CH2OH Acido deidroascorbico PARTE SPERIMENTALE: A. Preparazione delle soluzioni: (Nota: l’acido ascorbico si ossida facilmente all’aria, quindi tutto l’esperimento deve essere svolto nella stessa giornata) Elettrolita di supporto: soluzione 0.05M di CH3COOH e 0.01 M di NaNO3 a pH 3 (sciogliere 0.42 g di NaNO3 in circa 400 mL di acqua distillata, aggiungere 1.43 mL di CH3COOH glaciale; controllare il pH con il pH-metro; portare a volume in matraccio tarato da 0.5 L con acqua distillata). Soluzione standard di acido ascorbico (1 g/l): sciogliere accuratamente circa 100 mg di acido ascorbico in 100 ml dell’elettrolita di supporto disaerata (gorgogliare azoto per almeno 15 min). Preparare la soluzione di fresco. Soluzione del campione: sciogliere una compressa campione in 80-90 mL di soluzione di elettrolita di supporto disaerata. Fare gorgogliare azoto; a dissoluzione avvenuta portare a volume finale nel matraccio da 100 mL. B. Caratterizzazione elettrochimica iniziale usando la voltammetria ciclica: La voltammetria ciclica è il metodo elettrochimico normalmente scelto per studiare un sistema elettroattivo sconosciuto, poiché può velocemente fornire il potenziale redox dell’analita e indicare se il processo è o non reversibile. Usare 10 mL della soluzione di elettrolita di supporto disaerata per registrare un voltammogramma ciclico usando i seguenti parametri: intervallo di potenziale: 0 a + 800 mV velocità di scansione: 50 mV/s Mantenere l’atmosfera di azoto in cella durante tutto l’esperimento. Successivamente aggiungere a questa soluzione 1 mL della soluzione standard di acido ascorbico e registrare un voltammograma ciclico con gli stessi parametri strumentali. 54 Fare una scansione lineare del potenziale (LSV) da 100 a + 900 mV, a 20 mV/s mantenendo la soluzione in cella ferma e una scansione sotto agitazione con l’agitatore magnetico. Cosa questo voltammogramma ci dice sull’ossidazione dell’acido ascorbico? Perché le forme di questi due voltammogrammi sono cosi diverse? Perché è necessario registrare un voltammogramma in solo elettrolita di supporto? C. Voltammetria Differenziale ad Impulsi (DPV) La voltammetria differenziale ad impulsi è una tecnica che presenta una sensibilità molto più elevata rispetto alle tecniche a scansione lineare del potenziale, quindi viene usata per misure concentrazioni più basse di analita. Nella stessa soluzione in cella contenente l’elettrolita di supporto e l’acido ascorbico registrare un voltammogramma DPV nelle seguenti condizioni sperimentali: Tempo di disaerazione 300 s (per la prima misura, usare poi 30 s) Potenziale iniziale 0 mV Potenziale finale +800 mV Velocità di scansione (v) 10 mV/s Altezza degli impulsi (PH) 25 mV Durata degli impulsi 50 ms Procedere all’ottimizzazione dell’altezza degli impulsi, PH, variando il suo valore a 50, 75 e e 100 mV, tenendo costante v = 10 mV/s. Scegliere il migliore valore di PH sulla base dell’andamento del diagramma Ip/W 1/2 vs PH (dove W 1/2 = ampiezza del picco a metà altezza). D. Determinazione della concentrazione dell’acido ascorbico nel campione Inserire in cella lavata e risciacquata con acqua distillata, 10 mL di soluzione di elettrolita di supporto (tampone acetico) e disaerare per 10 minuti. Registrare un voltammogramma DPV nelle condizioni ottimali determinate in C. Effettuare una aggiunta della soluzione del campione ad analizzare (50 µL), disaerare per 1 minuto e registrare un voltammogramma DPV. Successivamente fare da 3 a 4 aggiunte della soluzione standard di acido ascorbico (da 50 µL ciascuna) disaerando ogni volta e registrando il relativo voltammogramma. Le aggiunte devono essere tali da provocare circa un raddoppio del segnale. Costruire il grafico corrispondente a questa aggiunte standard e calcolare la concentrazione di acido ascorbico nella soluzione in cella e nel campione iniziale. DETERMINAZIONE QUANTITATIVA DELL’ACIDO ASCORBICO USANDO DPV 55 Corso:________________________ GRUPPO:________________ Nomi: ________________________ ________________________ Data ____________________ ________________________ ________________________ Obiettivi dell’esperimento: 1. Caratterizzazione elettrochimica (CV): Presentare il voltammogramma ciclico dell’acido ascorbico (allegato # 1) e stimare il valore di E1/2 per l’acido ascorbico nel tampone usato: ___________mV vs Ag/AgCl sat. Presentare il voltammogramma a scansione lineare (LSV) dell’acido ascorbico in soluzione ferma (allegato # 2) e in soluzione agitata (allegato # 3). Discutere la forma dei voltammogrammi a scansione lineare di potenziale con e senza agitazione. 2. Ottimizzazione della DPV. 56 Presentare il grafico corrispondente all’ottimizzazione dei parametri sperimentali della DPV (allegato # 4). Parametri sperimentali ottimali scelti: Potenziale iniziale: ____________ Potenziale finale: ____________ Altezza degli impulsi (PH): __________ Velocità di scansione: _____________ 3.Determinazione della concentrazione dell’acido ascorbico nel campione: Retta di taratura: (allegato # 5). Pendenza:____________________ Intercetta: ____________________ R2: _______________ Concentrazione dell’acido ascorbico nella soluzione in cella: __________________mg/L Massa di campione usata nella preparazione della soluzione di analisi: __________mg Concentrazione di acido ascorbico nel campione: ___________________________mg Concentrazione di acido ascorbico dichiarata dall’etichetta: ____________________mg Discussione del risultato e commenti. 57 “REPORT” DA CONSEGNARE IN GRUPPO PER CIASCUNA ESPERIENZA (consegna la settimana successiva alla fine della realizzazione della esperienza) I report devono essere presentati compilando le schede fornite nella dispensa alla fine di ogni esperimento. Essi consistono nella definizione degli obiettivi del lavoro sperimentale, nella presentazione e discussione critica dei risultati ottenuti. Il report deve essere conciso, chiaro, diretto al punto e quantitativo. E’ fondamentale esprimere una valutazione critica delle procedure adottate e dei risultati ottenuti (Commenti). Può essere costituito da punti che si riferiscano ai seguenti aspetti: Obiettivo Presentazione dei risultati ottenuti, sotto forma di tabelle e/o grafici. Elaborazione dei dati e calcoli corrispondenti. Discussione critica dei risultati ottenuti con commenti e raccomandazioni (come ad esempio: I risultati ottenuti sono quelli che si attendeva? I valori seguono il modello teorico o no? Altrimenti a che cosa si può attribuire la diversità riscontrata? ecc.) 58 RELAZIONE SCIENTIFICA: TITOLO Autore 1. Introduzione Stato dell’arte Obiettivi Fondamenti teorici Importanza Applicazione 2. Parte sperimentale Materiale (reagenti, vetreria, strumenti) Metodo, procedura. 3. Risultati Risultati ottenuti in questa esperienza Elaborazione dati. 4. Discussione Discutere i risultati ottenuti e elaborati in questa esperienza in base alle teoria e agli obiettivi proposti. 5. Conclusione Sintesi dei risultati in funzione degli obiettivi. 6. Bibliografia Presentare secondo le norme. 59 APPENDICE N° 1 PULIZIA DELLA VETRERIA ♦ Lavaggio con normale soluzione detergente (sapone per i piatti) ♦ in caso di sporco resistente, residui organici e per sgrassare la vetreria Lavaggio con detergente specifico per residui organici (es. detergente commerciale CONTRAD 2000) diluito al 5-10% in acqua deionizzata (ha sostituito l’uso della miscela cromica -K2Cr2O7 sciolto in H2SO4 conc.- ora non più consentito dalla legge) ♦ Risciacquo con abbondante acqua corrente ♦ Risciacquo con ripetute piccole quantità di acqua deionizzata o distillata N.B: - la vetreria pulita deve risultare ricoperta da una pellicola d’acqua uniforme ed ininterrotta - in genere non è necessario asciugare la superficie interna della vetreria prima dell’uso - solo se necessario, asciugare con piccole aliquote di acetone o etanolo QUADERNO DI LABORATORIO il quaderno di laboratorio deve: 1) riportare ciò che si è fatto (procedura sperimentale) 2) riportare ciò che si è osservato (risultati) 3) essere comprensibile agli altri 60 APPENDICE N° 2 Appendice 2-a: GRADO DI PUREZZA DEI REAGENTI CHIMICI La purezza dei reagenti ha un ruolo importante nell’accuratezza raggiungibile in un’analisi ⇒ Il grado di purezza richiesto per un dato reagente dipende dal tipo di analisi a cui esso è destinato CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI CHIMICI (in base alla purezza) ♦ Prodotti tecnici o commerciali: basso livello di purezza, non adatti ad un lavoro analitico ♦ Grado reagente o grado di purezza analitico (es: RP = reagenti puri): prodotti conformi agli standard minimi dichiarati dalla Commissione sui Reagenti Chimici della Società Chimica Americana (ACS), o dalla Farmacopea Ufficiale Italiana (FU), da utilizzare in un lavoro analitico. A seconda della ditta fornitrice, sull’etichetta possono essere indicati: - i limiti massimi di impurezza consentiti - l’effettivo valore per le varie impurezze ♦ Reagenti chimici per fini speciali (es: RS = reagenti speciali): reagenti estremamente puri o esenti da determinate sostanze, da usare per applicazioni particolari esempi: prodotti e solventi per - spettrofotometria - cromatografia - ad elevata purezza per HPLC/GC - acidi e standards ad elevata purezza per spettroscopia e per l’analisi di metalli in tracce - prodotti per analisi dei pesticidi, biotecnologie, immuno assays, etc. ♦ standards primari e di riferimento 61 Appendice 2-b: REGOLE DI BASE PER MANEGGIARE REAGENTI E SOLUZIONI L'elevata qualità di un'analisi chimica richiede reagenti e soluzioni di adeguata purezza. Di solito una bottiglia di un prodotto chimico di grado reagente aperta di fresco può essere usata con fiducia; se questa stessa fiducia sia giustificata quando la bottiglia è mezza vuota dipende esclusivamente dal modo con cui essa è stata maneggiata dopo l'apertura. Per evitare una contaminazione accidentale dei reagenti e delle soluzioni bisogna osservare le seguenti regole: 1. Scegliete il grado migliore di prodotto chimico disponibile per il lavoro analitico. Ogni volta che è possibile, prendete la bottiglia più piccola che vi potrà fornire la quantità desiderata. 2. Rimettete il tappo ad ogni contenitore immediatamente dopo aver tolto il reagente; non contate su nessun altro per fare questo. 3. Tenete i tappi delle bottiglie di reagente tra le dita; non posate mai un tappo sopra un banco. 4. A meno che non sia indicato diversamente, non rimettete mai in bottiglia il reagente eventualmente in eccesso. Il denaro risparmiato conservando gli eccessi raramente vale il rischio di contaminare l'intera bottiglia. 5. A meno che non sia indicato diversamente, non inserite mai spatole, cucchiai o coltelli in una bottiglia contenente un prodotto chimico solido. Invece, scuotete energicamente la bottiglia tappata oppure battetela delicatamente contro un tavolo di legno per rompere eventuali incrostazioni: quindi versate la quantità desiderata. Se ciò non funziona, usate un cucchiaio di porcellana pulito. 6. Mantenete puliti e lindi la mensola per i reagenti e la bilancia di laboratorio. Ripulite immediatamente ciò che si è eventualmente versato, anche se qualcun altro sta aspettando di usare lo stesso prodotto chimico o reagente. 7. Osservate le regole locali riguardanti l’eliminazione dei reagenti e delle soluzioni in eccesso (vedi appendice 2-C) 62 Appendice 2-C: ANALISI DI RISCHIO E SICUREZZA Vengono di seguito riportate alcune informazioni relative alle norme di sicurezza e di tutela della salute connesse all’uso di sostanze chimiche e alle attività operative svolte nei laboratori chimici. Le informazioni elencate riguardano in particolare i seguenti aspetti: - come leggere le etichette - simboli di pericolosità (pittogrammi) - i rischi nei laboratori chimici: frasi di rischio (frasi R) e frasi di sicurezza (frasi S) Per ulteriori informazioni, consultare anche i siti internet: http://venus.unive.it/sppr/sicu.doc http://venus.unive.it/sppr/csp.doc http://didichim.org/index.php?sub=doc&cn=sic_lab 63 Appendice 2-d: CLASSIFICAZIONE E SMALTIMENTO DI REAGENTI E RIFIUTI TOSSICO-NOCIVI - CLASSIFICAZIONE GENERALE DELLA PERICOLOSITA' DEI RIFIUTI: H1 H2 H3-A H3-B H4 H5 H6 H7 H8 H9 H10 H11 - ESPLOSIVO COMBURENTE FACILMENTE INFIAMMABILE (orientativamente Temp. Inf. < 21°C) INFIAMMABILE (orientativamente Temp. Inf. Tra 21 e 55 °C) IRRITANTE NOCIVO TOSSICO CANCEROGENO CORROSIVO INFETTIVO TERATOGENO (può produrre malformazioni) MUTAGENO (può produrre difetti genetici ereditari) SMALTIMENTO RIFIUTI COSA E’ RIPORTATO NELL'ETICHETTA DEI RIFIUTI TOSSICI ? LABORATORIO DI TIPOLOGIA RIFIUTO CATEGORIA DI APPARTENENZA ALTRO DATA Note: N.B. Anche le bottiglie vuote dei reagenti vanno scaricate come rifiuto speciale, senza etichetta, esternamente al magazzino dei rifiuti tossici dove è posto un apposito contenitore in plastica. 64 - SMALTIMENTO RIFIUTI NEI LABORATORI DIDATTICI BIDONE VERDE - SOLUZIONI ACIDE RIFIUTI DI LABORATORIO CONCENTRATI COSTITUITI DA MISCELE DI PRODOTTI AVENTI CARATTERISTICHE ACIDE. Acidi, rifiuti di processi chimici inorganici Codice 060106 ( Rifiuti non specificati altrimenti) BIDONE BLU - SOLUZIONI ALCALINE RIFIUTI DI LABORATORIO CONCENTRATI COSTITUITI DA MISCELE DI SOLVENTI 0 PRODOTTI AVENTI CARATTERISTICIHE ALCALINE. Es. ldrossido di calcio, idrossido di sodio, ammoniaca Soluzioni di Alcali Codice 060205 (Rifiuti non specificati altrimenti) BIDONE ROSSO - SOLVENTI ESAUSTI RIFIUTI DI LABORATORIO CONCENTRATI COSTITUITI DA MISCELE DI SOLVENTI INFIAMMABILI Solventi, Rifiuti di processi chimici organici Codice 070104 (Altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri) FUSTINI GIALLI - ACQUE DI PRIMO LAVAGGIO ACQUE DI PRIMO LAVAGGIO DI VETRERIA O CONTENITORI CONTAMINATI DA SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE (ACQUA DI RISCIACQUO). N.B. : Tutte le soluzioni possono contenere ioni metallici BARATTOLI IN PLASTICA - RIFIUTI SOLIDI Reagenti solidi, scartati od avanzati dalle reazioni, precipitati solidi secchi di scarto, filtri con relativo residuo solido depositato, reagenti solidi in genere scaduti, rovesciati o da buttare. nel dubbio, chiedere sempre al docente la compatibilità del rifiuto con il tipo di raccolta per evitare miscele pericolose se necessario, contattare il Sig. Danilo Rudello (attuale responsabile dello stoccaggio e smaltimento dei rifiuti tossici, al quale eventualmente rivolgersi per lo scarico) Per vostra conoscenza, i costi di smaltimento sono: rifiuti acidi, basi, solventi acque di primo lavaggio 3 euro al Kg 1 euro circa al litro 65