Il centro storico tra passato e presente

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Il centro storico tra passato e presente
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Il centro storico
tra passato e presente
“I
l Centro Storico di Catanzaro dal passato
al presente”, questo il titolo suggestivo
dell’incontro promosso ed organizzato del
Rotary Club “Catanzaro Tre Colli” presso la sede di Confindustria di Catanzaro.
L’iniziativa si è proposta di ripercorrere insieme
al pubblico, con l’ausilio di immagini storiche,
le tappe che nel corso degli anni hanno segnato
le trasformazioni nel centro storico di
Catanzaro. Cuore pulsante dell’arte e della cultura cittadina, così come di tutti i fatti legati al
costume, alla politica, all’economia e alla cronaca quotidiana, quello che è stato per tanto
tempo il bel salotto del capoluogo dai fasti del
passato sta riscoprendo ai nostri giorni nuovi
stimoli di riflessione al passo con le esigenze di
una comunità in continua evoluzione.
Dopo il saluto di Quintino Jirillo, presidente
del Rotary Club “Catanzaro Tre Colli”, ha
preso la parola il presidente di Confindustria
Catanzaro, Giuseppe Speziali, il quale ha sot-
tolineato che mai come ora è necessario riscoprire il ruolo strategico dell’istmo CatanzaroLamezia nella costruzione di un sistema metropolitano moderno ed efficace. «Bisogna
scongiurare il rischio di depauperamento attorno al centro storico del capoluogo, che deve essere considerato invece il cuore pulsante e
vitale della città, mediante un’azione forte e
concreta da parte delle istituzioni e dell’imprenditoria locale», ha ribadito alla folta platea il presidente Speziali prima di dare inizio
ad un breve viaggio alla riscoperta di una
Catanzaro d’altri tempi, sospesa tra passato,
presente e futuro.
Domenico Angotti, responsabile dello Studio
Tecnico Angotti, ha poi proposto una interessante relazione sulle “Trasformazioni urbane a
Catanzaro dopo l’Unità d’Italia e fino alla metà
del ‘900”, tracciando un dettagliato iter storico
lungo i cambiamenti demografici della città e le
modifiche sostanziali alla sua struttura urbana e
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viaria durante l’arco di due secoli. Le origini urbane della città sono molto confuse, gli insediamenti disordinati e le costruzioni mirate ad occupare ogni spazio disponibile. In un centro
storico “non molto ricco e prezioso, con problemi urbani significativi e segnati da rapide
trasformazioni”, ha aggiunto l’ingegnere
Angotti, la redazione di un piano regolatore nel
1864 rappresentò il primo gesto concreto di
classe dirigente illuminata che, tramite l’adozione di canoni estetici funzionali alla conformazione urbana di Catanzaro, operò una prima vera “rivoluzione”.
La storia della città cambia insieme alle tante
espropriazioni e demolizioni proprie di una
logica ispirata allo “sventramento”. I primi anni del ‘900 vedono svilupparsi una città influenzata dai profondi mutamenti sociali: in
particolare Catanzaro scoprì in quel periodo
una viabilità assolutamente efficiente, che
consentiva un facile accesso al centro storico, e
sperimentò sistemi di mobilità all’avanguardia di cui fu massimo esempio la costruzione
di una funicolare trainata da un carro-scudo,
seguita poi dall’inaugurazione della tratta ferrata ionica di Catanzaro Lido e delle ferrovie
calabro-lucane. Al tempo stesso gli insediamenti urbani crescono e si consolidano, a dispetto del disordine degli anni precedenti, incidendo sulla struttura edilizia ora maggiormente votata alle opere pubbliche. Il piano di
ricostruzione a seguito dei bombardamenti
del 1943 assecondò la naturale tendenza allo
sviluppo verso il nord della città, meglio allacciato con le vie principali della città. La storia
degli ultimi 50 anni è però segnata da interventi sempre più sporadici ed estemporanei: il
nuovo piano regolatore del 1967, che rimase
in vigore fino a tempi recenti, mostrò una
maggiore attenzione verso il territorio circostante senza però porre dei paletti ad uno sviluppo che tornava ad essere casuale e disordinato come in passato in un territorio già di per
sé disperso e frammentato.
La riscoperta dei resti della “Catanzaro scomparsa” è stata al centro dell’intervento dello storico e giornalista Gianni Bruni che, attraverso
suggestive immagini di una città ormai perduta, ha riportato alla luce tanti monumenti, edifici e strade, simboli di una bellezza perduta a
causa dei bombardamenti o dell’inesorabile
trascorrere del tempo o, nelle peggiori ipotesi,
dell’incuria dell’uomo. Foto storiche del capoluogo mostrano in serie la splendida Porta
Marina che consentiva l’accesso alla città, la
Scesa Gradoni e la sua bellissima gradinata, la
fontana di Piazza Roma, i caffè e lo “Stretto
Mazzini”, il mercato coperto e l’innovativo
Teatro Italia con l’indimenticabile tetto scopribile. Con la scomparsa di questi piccoli grandi
simboli storici, l’anima della città ha perso diversi pezzi, così come la nostra identità ha lasciato per strada le sue antiche radici. A concludere gli interventi programmati è stata
Francesca Romana Lecce, giovane studiosa di
storia dell’arte, che ha proposto una passeggiata
immaginaria tra le vie del centro storico, utile a
rivalutare le bellezze artistiche troppo spesso dimenticate di una città che, tra mille contraddizioni, sta tentando di costruire un suo futuro
recuperando i fasti antichi di un tempo insieme
alla originale vocazione culturale. Numerosi
altri sono stati gli interventi programmati coordinati da Marina Pecoraro del Rotary
“Catanzaro Tre Colli” - tra i quali quelli di
Giovanni Le Pera, Giovanni Angotti, Pasquale
Nicotera, Umberto Platì e Salvatore Saccà, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di
Catanzaro. Erano presenti anche l’assessore comunale Giuseppe Marcucci, che ha portato i
saluti del sindaco Rosario Olivo; il past governor del Rotary Distretto 2100, Francesco Carlo
Parisi; il presidente del Rotary Catanzaro,
Emilio Rocca; il presidente del Club Lions
Mediterraneo, Vincenzo Calcaterra; il presidente dell’Ammi, Chiara Suraci Turtoro; il direttore di Confindustria Catanzaro, Dario
Lamanna.
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